Il Presidente lascia il podio del giardino delle rose senza rispondere alle domande e senza esprimersi sulle proteste che stanno dilagando in tutto il Paese
29 Mag 2020
All'indomani dei tweet che minacciavano l'uso della violenza contro i manifestanti in Minnesota, Donald Trump interviene dalla Casa Bianca per annunciare la fine delle relazioni con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e le sanzioni alla Cina per la gestione della pandemia e per la repressione di Hong Kong, che perderà il trattamento speciale e differenziato.
“La cattiva condotta della Cina è nota, per decenni hanno derubato gli Stati Uniti come nessun altro aveva mai fatto prima”.
All’indomani dei tweet incendiari con i quali minacciava l’uso della forza e delle armi contro i manifestanti in Minnesota, Donald Trump si presenta ai media nel giardino delle rose e annuncia sanzioni alla Cina e la fine dei rapporti con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I can’t stand back & watch this happen to a great American City, Minneapolis. A total lack of leadership. Either the very weak Radical Left Mayor, Jacob Frey, get his act together and bring the City under control, or I will send in the National Guard & get the job done right.....
....These THUGS are dishonoring the memory of George Floyd, and I won’t let that happen. Just spoke to Governor Tim Walz and told him that the Military is with him all the way. Any difficulty and we will assume control but, when the looting starts, the shooting starts. Thank you!
Mentre il Paese è dilaniato dal contrasto alla pandemia, che negli Stati Uniti ha provocato oltre centomila vittime, e dalle proteste per la morte di George Floyd, il residente afroamericano di Minneapolis ucciso da un poliziotto, il Presidente è intervenuto dalla Casa Bianca per reiterare le accuse rivolte al governo cinese e all’OMS.
“Centinaia di migliaia di miliardi all’anno sono stati persi nelle relazioni con la Cina, soprattutto nel corso degli anni della precedente amministrazione [Obama, nda]”, ha spiegato Trump, aggiungendo che gli Stati Uniti hanno subito il “saccheggio” delle imprese, dei posti di lavoro e della proprietà intellettuale.
Il Presidente ha dato la colpa a politici e a organizzazioni che avrebbero permesso alla Cina di operare con benefici e in violazione degli obblighi internazionali, in particolare il WTO (l’Organizzazione Mondiale del Commercio) e l’OMS.
“Il mondo ora sta soffrendo a conseguenza dei malaffari del governo cinese”, ha proseguito Trump, prima di ripetere che il presunto tentativo di insabbiare le origini e la mancanza di trasparenza sul SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile del COVID-19, sarebbe responsabile delle morti e della devastazione economica nel mondo.
Il Presidente è quindi passato all’attacco dell’OMS, più volte bersaglio della sua ira e della sospensione dei fondi lo scorso 15 aprile: “Poiché hanno fallito nell’implementare le riforme richieste ed enormemente necessarie, oggi porremo fine alle nostre relazioni”.
È solo l’inizio della rappresaglia di Trump.
In risposta allo “spionaggio illecito” e contro l’estensione del controllo su Hong Kong, gli Stati Uniti sospenderanno l’ingresso dei cittadini cinesi identificati come potenziali rischi alla sicurezza e sanzioneranno i funzionari direttamente o indirettamente coinvolti nella repressione delle libertà del territorio semi-autonomo, che perderà il trattamento differenziato rispetto al resto del Paese.
Il Presidente ha quindi dichiarato che saranno eliminate tutte le politiche speciali delle quali Hong Kong gode dal 1997. Tranne poche eccezioni, il cambio di rotta avrà effetto sul trattato di estradizione, sul controllo delle esportazioni sulle tecnologie a duplice uso, sullo screening preferenziale delle merci e dei viaggiatori e sul livello di allerta del Dipartimento di Stato, che metterà in guardia sul pericolo di sorveglianza in città.
“Le nostre azioni saranno forti e significative”, ha concluso Trump, che ha lasciato il podio senza accettare domande dai cronisti e senza esprimersi sulle rivolte in tutto il Paese dopo l’ennesima, tragica morte di un afroamericano per mano della polizia.
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