QUANDO LO SCANDALO DEI BAMBINI STRAPPATI AI GENITORI IN CONGO COSTO' LA CARRIERA AL MAGISTRATO SILVIA DELLA MONICA CHE SCOPERCHIO' LO SCANDALO. IL PARTITO DEMOCRATICO E I GIOCHINI DI POTERE PER SOSTITUIRE I MAGISTRATI "TROPPO ZELANTI". IN TEMPI DI BURRASCA NEL CSM QUESTO ARTICOLO PUO' RINFRESCARE LA MEMORIA SUI LEGAMI TATTICI TRA PD E MAGISTRATURA....
Conferenza alla Camera per sostenere la rimozione del magistrato Della Monica che ha scoperchiato lo scandalo. Coinvolto nell'operazione anche il Consiglio superiore della magistratura. L'attrice Sarah Maestri: non sono testimonial di Aibi
Il Pd si schiera contro i genitori che hanno denunciato i ladri di bambini. Almeno questo appare leggendo oggi l'agenzia d'informazione di Aibi, l'ente milanese accusato da decine di famiglie per aver ritardato di tre mesi la segnalazione di una banda di pedofili in Bulgaria e per aver omesso di denunciare un'organizzazione di trafficanti di minori che operava tra la Repubblica Democratica del Congo e l'Italia. L'associazione-impresa di Marco Griffini, il presidente e fondatore di Aibi, dà ampio risalto alla conferenza organizzata questo pomeriggio alla Camera dai deputati del Partito democratico Chiara Gribaudo, Vanna Iori e Tonino Moscatt con la partecipazione di una testimonial molto vicina all'ente di Griffini, l'attrice Sarah Maestri. I tre parlamentari intendono così «dar voce a tutti i bambini e alle rispettive famiglie che vivono da anni una situazione di incertezza ed angoscia a causa dell’impasse venutasi a creare con la Commissione adozioni internazionali», che è l'autorità governativa di controllo. Una curiosa coincidenza: le stesse famiglie ospiti di Gribaudo, Iori e Moscatt con un appello pubblicato da Aibi chiedono al premier Paolo Gentiloni che «venga sbloccata la situazione attuale delle adozioni internazionali»: in altre parole, che venga rimossa la vicepresidente della Cai, il magistrato Silvia Della Monica, che ha scoperchiato lo scandalo sul traffico di bambini e messo sotto inchiesta Aibi e lo stesso Griffini.
Ma il Pd e il suo premier Paolo Gentiloni possono schierarsi senza perdere la faccia dalla parte di chi è accusato di aver violato la legge e non aver raccontato la verità su pedofili e trafficanti di bambini? Sembra che sia il partito di Matteo Renzi, sia Palazzo Chigi non si stiano preoccupando affatto della loro reputazione, viste le grandi manovre e le pressioni messe in atto da emissari del governo sul Consiglio superiore della magistratura affinché acceleri i tempi e dia il suo nulla osta al magistrato candidato dalla sottosegretaria di Gentiloni, Maria Elena Boschi, a sostituire Silvia Della Monica. Da quanto ci risulta nessun parlamentare del Pd ha invece mai ricevuto o messo a disposizione la sua voce per difendere le famiglie minacciate per aver denunciato i trafficanti e i bambini strappati ai loro genitori naturali in Congo e portati in Italia con l'inganno. Tanto che questi genitori adottivi, inizialmente ignari dei retroscena, per far arrivare al governo la loro richiesta di protezione hanno dovuto inviare decine di fax a Palazzo Chigi. Senza, comunque, ottenere risposta.
Per essere meglio preparati sulla questione, i deputati Gribaudo, Iori e Moscatt potrebbero esaminare i documenti che pubblichiamo qui sotto. Il primo è il verbale, fronte e retro, della riunione del 1 aprile 2014 in cui viene certificata la falsa versione del sequestro di bambini da parte di un commando armato: versione inventata per giustificare l'intervento nell'orfanotrofio legato ad Aibi delle famiglie naturali che si erano riprese i loro figli, pronti a partire con nomi falsi verso l'Italia. Alla riunione partecipano (lo sivede bene nei timbri a fine verbale) il rappresentante di Aibi in Africa, Eddy Zamperlin, l'avvocato di Aibi, Martin Musavuli, la direttrice dell'orfanotrofio Bénédicte Masika Sabuni e il presidente del Tribunale per i minorenni di Goma, Charles Wilfrid Sumaili. I documenti successivi dimostrano che questa versione, dichiarata da Aibi negli atti ufficiali, non è vera.
Quello che segue è il rapporto interno dell'avvocato di Aibi, Martin Musavuli, da cui risulta che l'ente di Marco Griffini è al corrente che i bambini scomparsi non sono stati rapiti ma sono stati ripresi dai loro genitori naturali. Lo dice addirittura (nelle prime righe della pagina) il presidente del Tribunale per i minorenni di Goma, che è lo stesso Charles Wilfrid Sumaili che nel verbale qui sopra ha firmato la versione non vera dell'assalto armato. Scrive l'avvocato di Aibi in Congo alla sede centrale di San Giuliano Milanese: «Tutti questi bambini hanno sia il loro padre sia la loro mamma in vita che oggi li reclamano». E il legale dei Griffini a Goma aggiunge: «Il presidente del Tribunale per i minorenni mi ha confidato che è stato lui a far rientrare all'orfanotrofio Rehema Melanie [una delle bimbe adottata da una famiglia italiana] prima che sparisse di nuovo (probabilmente», fa notare l'avvocato di Aibi, «lei è con sua madre). Sua madre ha reclamato sua figlia alla polizia speciale per l'infanzia. Il presidente del Tribunale per i minorenni ha affermato che la bambina Rehema Melanie assomiglia fortemente a colei che dichiara di essere sua mamma».
Il giudice che firmava le adozioni: quei bambini hanno genitori che li reclamano
Sono numerosi e quasi quotidiani durante il mese di marzo 2014 i rapporti interni con cui l'avvocato di Aibi a Goma, Martin Musavuli, spiega allo staff di Marco Griffini la verità dei fatti sui bambini già adottati da coppie italiane ignare, con sentenze che dichiaravano il falso, e ripresi il 7 marzo dai loro genitori naturali. Musavuli rintraccia addirittura le loro famiglie. Quindi, quando dal primo aprile in poi Aibi sosterrà ufficialmente la finta versione dell'assalto armato di un commando di uomini sconosciuti, i responsabili dell'ente sanno che non stanno dichiarando la verità. Il documento qui sotto è la mail con cui l'avvocato Musavuli trasmette il suo primo rapporto (ne seguiranno altre). Lo ricevono i dipendenti di Aibi Eddy Zamperlin, Filomena Giovinazzo, Mauro Pitzalis, Laura Brivio e Valentina Griffini, figlia del presidente-fondatore e responsabile per le operazioni in Africa.
L'email con cui l'avvocato di Aibi trasmette il suo rapporto sui fatti del 7 marzo
Nonostante le gravi irregolarità commesse, Aibi continua a essere rappresentata nell'assemblea della Commissione per le adozioni internazionali attraverso il Forum delle famiglie, così come ha più volte denunciato al Parlamento il magistrato Silvia Della Monica. La «situazione attuale» della commissione, come è scritto nell'appello a Gentiloni pubblicato da Aibi, è bloccata da questo grave conflitto di interessi. Fingere di ignorare tutto questo, significa stare dalla parte dei ladri di bambini.
RETTIFICA / SARAH MAESTRI: NON SONO TESTIMONIAL AIBI
L'avvocato Lina Caputo, legale dell'attrice Sarah Maestri, comunica che «la notizia desumibile dall'articolo, secondo cui costei sarebbe "molto vicina all'ente di Griffini" e assolutamente strumentale e destituita da ogni fondamento. La Maestri non è, né è mai stata, associata e tantomeno ha avuto contatti con il suddetto ente (Aibi) di Marco Griffini. L'aver abbinato il nome della mia assistita», continua l'avvocato, «ad un'associazione attualmente accusata "da decine di famiglie per aver ritardato di tre mesi la segnalazione di una banda di pedofili in Bulgaria e per aver omesso di denunciare un'organizzazione di trafficanti di minori che operava tra la Repubblica Democratica del Congo e l'Italia" assume un tenore inequivocabilmente diffamatorio».
Per completezza d'informazione, riportiamo qui sotto i "tweet" pubblicati nelle ultime 48 ore in cui Marco Griffini, presidente di Aibi, sulla sua pagina ufficiale cita Sarah Maestri e, in fondo, l'elenco degli articoli sull'attrice pubblicati dall'agenzia di informazioni Aibinews.
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