domenica 22 marzo 2020

Coronavirus, il pipistrello e la scommessa “Bridgewater”



Già nel 2017, il maggiore fondo speculativo a stelle e strisce, Bridgewater aveva puntato una montagna di dollari, oltre 700 milioni, sulla crisi delle banche di casa nostra. Si tratta di casi non infrequenti nelle storie finanziarie internazionali. Un esperto del settore è George Soros, il quale di giorno fa il filantropo e finanzia alcune Ong in nome della solidarietà, e di notte complotta sui fallimenti delle economie più deboli (Vedi: http://www.lavocedellevoci.it/2017/10/14/finanza-speculativa-gli-usa-scommettono-sul-crac-italia/)  

Tutto è iniziato con un pipistrello, che ospitava il virus poi trasmesso al pangolino quel formichiere in via d’estinzione le cui carni delicatissime vanno a ruba nell’estremo oriente asiatico. Forse è andata così in un mercato a cielo aperto a Wuhan. In realtà si tratta solo di supposizioni, ma di più non sappiamo. Se non che dopo un colpevole ritardo, la Cina ha accelerato il passo sulla via del confinamento dell’epidemia, costruendo diversi ospedali nel giro di 10 giorni e imponendo severissime misure di confinamento sociale.


In tutta franchezza nutriamo seri dubbi sulla veridicità di questa supposizione.

Al netto di ricostruzioni complottiste, ci pare doveroso raccontarvi anche di un’altra supposizione, che in queste ore viene in risalto sui media indipendenti e cioè, di quella che crede possibile possa esserci una correlazione tra la diffusione del COVID – 19 e quello che sta succedendo sui mercati finanziari. Naturalmente anche per questa supposizione, come per quella che crede possa essere stato un pipistrello a diffondere il coronavirus, di più non sappiamo.

E’ tuttavia innegabile che il coronavirus abbia ghermito alle spalle la popolazione mondiale, ma non gli analisti finanziari di Bridgewater, che il 12 novembre 2019 scommettevano 1,5 miliardi di dollari sul crollo dei mercati entro marzo 2020.


Il tracollo dell’economia mondiale a marzo 2020 era già noto alla cupola degli analisti finanziari di Bridgewater. Almeno dai primi giorni di novembre dello scorso anno, quando Bridgewater Associates, il maggiore hedge found internazionale, scommetteva oltre un miliardo di dollari che i mercati azionari di tutto il mondo sarebbero crollati entro marzo. Ad anticipare la notizia, poi rilanciata in Italia da Milano Finanza, era stato il Wall Street Journal con un pezzo a firma di Juliet Chung e Gunjan Banerji.

Sui motivi del colossale azzardo Chung e Banerji in un primo momento sbagliavano il tiro, non si sa quanto consapevolmente: «Il più grande hedge fund del mondo sta utilizzando opzioni put per scommettere sul ribasso entro marzo dell’indice S&P 500 o dell’Euro Stoxx 50, o di entrambi. Entro la fine di quel mese i democratici dovrebbero aver scelto il loro candidato per le elezioni presidenziali», come se la scelta dello sfidante di Donald Trump potesse bastare a sovvertire gli equilibri, generando lo tsunami che il pianeta sta vivendo adesso.

Si leggeva ancora: «La scommessa, assemblata in un arco di mesi ed eseguita per il tramite di un piccolo numero di intermediari, tra cui Goldman Sachs Group e Morgan Stanley, si rivelerà fruttuosa per il più grande fondo hedge del mondo se l’indice S&P 500 o l’Euro Stoxx 50-o entrambi, registreranno appunto un ribasso, secondo quanto riportano alcune fonti del WSJ».

Di sicuro, le “cedole” emesse a novembre 2019 avevano scadenza marzo 2020: si tratta di opzioni put, vale a dire contratti che danno la possibilità agli investitori di effettuare con una spesa relativamente modesta scommesse direzionali e vendere azioni ad un prezzo specifico entro una certa data. «Le opzioni – precisava WSJ – scadono a marzo e attualmente rappresentano una delle più grandi scommesse ribassiste contro il mercato».


Queste “straordinarie” opzioni venivano pagate a novembre da Bridgewater la stratosferica somma di 1,5 miliardi di dollari. All’epoca ci si interrogava ancora sulle possibilità di guadagni: «quanto Bridgewater potrebbe realizzare in caso le sue previsioni si avverassero dipende da molti fattori, tra cui l’entità complessiva del ribasso e il momento in cui incassare la posta della scommessa».

Oggi sappiamo che gli analisti di Westport (Connecticut, dove ha sede il colosso), non rischiavano nulla: erano già sicuri che la pandemia sarebbe scoppiata a marzo.


Un affare enorme, specie se si consideri che in quel fine 2019, sottolinea il WSJ, Bridgewater aveva una esposizione significativa sui mercati azionari. «Le nostre posizioni cambiano spesso – rispondevano i leader di Bridgewater a chi poneva loro domande sull’azzardo – e sono spesso degli hedge costruiti per altre controparti od operazioni, sarebbe un errore voler interpretare troppo cosa vi sia dietro una singola posizione».

Di sicuro, veniva spiegato da trader indipendenti, i prezzi delle opzioni aumentano quando sembra più probabile che lo strumento possa raggiungere quel livello entro la data di scadenza.

Esattamente quello che oggi, 21 marzo 2020, è sotto gli occhi sbigottiti del mondo. Così come, senza avere la sfera di cristallo ma piuttosto grazie a “lungimiranti” fonti informative, Bridgewater sapeva già che la scommessa sarebbe stata vinta, con trilioni di dollari di profitti.

Eppure nel mese di novembre del 2019 niente lasciava presagire una crisi dei mercati globali. Basta andare a rileggere le cronache dei maggiori osservatori specializzati del mercato azionario statunitense di quel periodo, per scoprire che i segnali provenienti dall’economia reale erano tutti positivi. Il PIL cresceva, sia pure al ritmo moderato del 2%; i consumi interni erano stabili, nonostante i rincari delle forniture causati dai dazi imposti in giro per il mondo da Donald Trump.

Anche la Federal Reserve escludeva l’arrivo di una recessione imminente e anzi sosteneva che il sistema produttivo americano restava solido, con l’inflazione sotto controllo e un crescente numero di posti di lavoro a disposizione. Un percorso che si specchiava nella curva dell’indice Dow Jones, a Wall Street. Nel 2018 era salito del 10,9%; negli ultimi sei mesi del 2019 del 7,6%. La crescita economica durava, senza interruzioni, dal 2009. Strano no? Come potevano prevedere a dicembre un crollo delle borse nel mese di marzo? Evidentemente a Bridgewater avevano ed hanno poteri sovrannaturali prevedono il futuro. Che fenomeni!



In effetti andando a curiosare un po’ sulla vita privata del fondatore “guru” e guida di Bridgewater – Ray Dalio, il sospetto che fosse dotato di poteri sovrannaturali ti viene.

Pratica ed invita a praticare la meditazione trascendentale, ha stabilito la sede del suo fondo non nella caotica Manhattan ma sopra un torrente nei boschi vicini a New York. Da qualche anno ha deciso di ergersi a maestro di vita. Ha pubblicato il libro “Principi” in cui non elargisce solo consigli di investimento ma anche ricette esistenziali pop, una specie di “Scientology” della finanza.

Si leggono massime a piena pagina e a caratteri cubitali del tipo “MALE PERMETTERE AL DOLORE DI OSTACOLARE IL PROGRESSO”, “BENE IMPARARE A GESTIRE IL DOLORE PER PRODURRE PROGRESSO”. Oppure: “MALE NON ESSERE RESPONSABILI DEL PROPRIO OPERATO E NON CHIAMARE GLI ALTRI A RENDERE CONTO DEL PROPRIO”, “PRATICATE L’APERTURA MENTALE RADICALE, FATE I CONTI CON LA REALTÀ E ACCETTATELA”, “IL TEMPO È COME UN FIUME” e così via.

POI DICI CHE LA GENTE CREDE AI COMPLOTTI !!!

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