In Francia non si potrà abortire più fino alla 12 settimana: a causa di un emendamento approvato venerdì 7 giugno 2019 e sostenuto dalla senatrice Laurence Rossignol, ex ministro dei diritti delle donne, il periodo è stato esteso fino a 14 settimane.
L’emendamento è stato approvato nonostante i voti contrari di Agnès Buzyn, ministro della sanità e di Alain Milon, presidente della commissione sociale (del partito dei Repubblicani).
La senatrice, avendo saputo dei voti sfavorevoli, ha espresso la sua incredulità, non capendo come fosse possibile non essere a favore dell’emendamento viste le difficoltà di accesso all’aborto.
“Non riesco a crederci. Si tratta di una richiesta di pianificazione familiare. È un vero vantaggio per le donne, di fronte alla desertificazione medica ed alle difficoltà di accesso all’aborto”
Dopo questo risultato inaspettato in un Senato a maggioranza di destra, la senatrice ha successivamente difeso un emendamento volto ad eliminare l’obiezione di coscienza. Questa volta però non è passato: l’emendamento è stato respinto con 247 voti favorevoli e 92 contrari.
Il Senato voterà formalmente martedì 11 giugno l’intero testo e deputati e senatori cercheranno di concordare una versione comune.
Il gruppo socialista ha accolto con favore l’adozione dell’emendamento, affermando che “spetta ora all’Assemblea nazionale ed alla sua maggioranza confermare questo diritto delle donne”.
Il senatore del partito socialista Rachid Temal ha twittato:
“Contiamo sul progressismo dei LREM” (il partito “En Marche”)
In Francia due anni fa è stata approvata dal Parlamento la legge “d’intralcio all’aborto”: il reato all’ “ostacolo d’interruzione volontaria di gravidanza” è stato esteso anche a siti pro life nati per aiutare le donne in difficoltà.
La pena massima prevista è di 2 anni di carcere e 30 mila euro di multa per chi è giudicato reo di “affermazioni o indicazioni tali da indurre intenzionalmente in errore, con scopo dissuasivo, sulle caratteristiche o le conseguenze mediche dell’interruzione volontaria di gravidanza”.
La cultura di morte e la repressione della libertà dei pro life va avanti a strada spianata, anche se il numero dei pro life, soprattutto giovani è in crescita: alla Marcia per la Vita di Parigi c’erano più di 40 mila partecipanti. (Chiara Chiessi)
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