mercoledì 1 maggio 2019

Mario Draghi come Monti: al governo per sostituire Lega-M5S e “accontentare” l’Unione Europea. Il monito dall’ipotesi

Corre insistentemente voce su una potenziale nomina di Mario Draghi a Senatore a vita per un’eventuale gestione di governo. Nei giorni scorsi, infatti, molteplici fonti giornalistiche hanno diffuso la notizia circa una valutazione del Quirinale per la nomina a Senatore del Presidente uscente della Banca Centrale Europea. Il banchiere Draghi potrebbe seguire un percorso simile a quello avvenuto nel 2011 con Mario Monti? Per i più sbadati, ricordiamo che all’epoca delle dimissioni di Berlusconi, infatti, l’allora PresidenteGiorgio Napolitano nominò Mario Monti (già Presidente della sezione europea della Commissione Trilaterale) nuovo senatore e poi Presidente del Consiglio dei Ministri. Dalla Fornero alle varie “riforme”, tutti ricordiamo le conseguenze di quel governo privo di mandato elettorale. Adesso, con il governo guidato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, si aprirebbe l’ipotesi di scatenare nuovamente un caos mediatico-finanziario per costringere gli esponenti dell’attuale governo a dimettersi e ad essere sostituito da un “tecnico” capace di ricucire i rapporti sempre più ostili tra l’Italia (o ciò che ne resta) e la democraticissima Unione Europea.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avrebbe intenzione di nominare senatore a vita Mario Draghi, numero uno uscente della Bce, “per dare una sferzata al governo più pazzo del mondo che, dalla Libia alle infrastrutture, non ne indovina una”. Lo scrive il Tempo. Un “avvertimento” vero e proprio a Di Maio e Salvini. Apriti cielo tra chi, in tutti questi anni, ha denunciato connessioni tra Monti e i “poteri forti”: nelle ultime ore è apparso un video con Francesco Amodeo che segnala questo “rischio imminente”:



URGE UNA PICCOLA RIFLESSIONE

Alcune profezie sul destino dell'Italia non lasciano ben sperare per il prossimo futuro. I continui screzi tra M5stelle e Lega potrebbero portare presto ad una rottura da entrambe le parti. Il 26 maggio si avvicina e il nervosismo comincia a serpeggiare, soprattutto a sinistra. Il sospetto che il caso Siri sia stato ad "orologeria" non sembra infondato, anche lo stupro di un consigliere comunale di CasaPound sembra essere stato deciso "a tavolino". La rimonta dei partiti di estrema destra fa paura, e qualcuno ha deciso di rendergli la vita difficile. Come se non bastasse, si affaccia anche lo spettro di un altro governo tecnico stile Mario Monti con un altro "super Mario": Draghi. Ma la causa dello sconcerto che afferrerebbe anche le menti più scettiche è un articolo del 2018 pubblicato su "Libero Quotidiano", in cui il faccendiere Luigi Bisignani esprime le sue opinioni sul futuro del governo: "...A vigilare sull'operato dell'esecutivo però c'è sempre Sergio Mattarella, che secondo Bisignani non ha mai smesso di consultare il governatore della Bce, in uscita, Mario Draghi. Con lui potrebbe realizzarsi uno scenario già visto attorno al Quirinale, precisamente nel 2011, quando Giorgio Napolitano si ritrovò a chiamare Mario Monti per rifondare un governo gradito all'Ue, oltre che al Fondo monetario internazionale e naturalmente dalla Banca centrale europea". Quando a parlare è Bisignani, l'uomo che sussurra ai potenti, vi sono alte probabilità che non si tratti di semplici opinioni personali. A novembre scadrà il mandato alla BCE di Mario Draghi, e possiamo essere certi che non resterà con le mani in mano ai giardinetti. Allora lo scenario è: le destre verranno messe all'angolo, e i progetti della sinistra neoliberista "glebalista" per dirla come Fusaro, riprenderà in mano le redini del Paese. Intanto, forze di destra estrema come CasaPound e Forza Nuova danno l'idea che non se ne staranno a guardare inermi il ritorno della tirannide in Italia, per cui tutto fa pensare che qualcosa cominci a bollire in pentola. Del resto quali alternative allo spauracchio del ritorno dei tiranni neoliberisti al potere? O l'estrema destra e il ritorno dei valori quali Dio - Patria e Famiglia, ed Europa come vera unione di popoli e non di capitali, o il ritorno alla Monarchia. Tertio non datur....

CINZIA PALMACCI


  


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