domenica 28 ottobre 2018

SOVRANITA' E DOMINIO MONETARIO AI TEMPI DI DRAGHI

Il potere rivendicato dalla BCE, inteso a soverchiare le leve fiscali degli Stati e la loro politica economica, a partire dall’Italia. [Pino Cabras]



Un'attivista spaventa Draghi



di Pino Cabras.

Riporto qui di seguito due articoli, rispettivamente di Giuseppe Masala e Simone Santini, che commentano le dichiarazioni del presidente della BCE Mario Draghi in merito al potere rivendicato dalla Banca Centrale Europea, un potere inteso a soverchiare le leve fiscali degli Stati e la loro politica economica, a partire dall’Italia. Mi riservo alcune annotazioni in coda agli articoli.


1) Viviamo in un regime di ‘Monetary Dominance’?


di Giuseppe Masala.


Mentre tutti si stracciano le vesti per le accuse di Luigi Di Maio a Mario Draghi ("Avvelena i pozzi") generando panico, nessuno si interroga sulle gravissime parole del professore Draghi espresse ieri a Francoforte. Secondo il Presidente della BCE, osannato da tutte le testate di giornale e da tutte le tv, vivremmo in un regime di “dominanza monetaria”.


A me risulterebbe altro: la Banca Centrale Europea (così come all'epoca la Banca d'Italia) agisce in indipendenza e autonomia. Ma un "regime di monetary dominance" è un'altra cosa: è la subordinazione delle politiche fiscali poste in essere dalle Istituzioni democraticamente elette alle autorità monetarie e dunque ai tecnocrati delle banche centrali. Inutile sottolineare che per qualunque scelta politica del governo democraticamente eletto sono necessarie le risorse poste a disposizione dalla leva fiscale per diventare realtà pratica e concreta. Dire dunque che siamo in un regime di monetary dominance significa dire chiaro e tondo che viviamo sotto la dittatura dei banchieri centrali. Dittatura ormai peraltro pubblicamente e platealmente rivendicata.


Inutile sottolineare che siamo di fronte ad una rivendicazione di qualcosa che già è stato ostentatamente e pubblicamente rivendicato dalla BCE nel 2011: le lettere con filma in calce del Presidente Trichet per quanto riguarda la Spagna e a doppia firma del Presidente Trichet e di quello entrante Draghi per quanto riguarda l'Italia. Missive dove si elencavano i provvedimenti che i Governi dovevano porre in essere se volevano evitare la crisi fiscale grazie all'intervento della BCE. Incidentalmente, quell’intervento sarebbe stato peraltro dovuto e non condizionato, visto che i Draghi stanno lì a fare quello: evitare le crisi di liquidità dei sistemi bancari dei paesi aderenti all'eurosistema.


Ma il punto non è manco quello: il punto è che almeno in Italia (in Spagna non mi pronuncio non avendo la più pallida idea) la Costituzione non dà alcun predominio (alcunamonetary dominance) alla banca centrale sulle istituzioni democraticamente elette. Anzi, per il vero, le mie umili resipiscenze della Costituzione Italiana mi suggeriscono che la Banca Centrale non è manco nominata.


Qui invece siamo alla smaccata rivendicazione della Sovversione dell'Ordine Democratico e Costituzionale. Non mi risulta manco che i trattati europei ai quali l'Italia ha aderito conferiscano una "monetary dominance" alla BCE.


Insomma siamo di fronte ad una cosa che se fossero stati vivi Togliatti, Pertini, Saragat e Lussu a Draghi queste parole sarebbe costate carissime. Ma non mi viene manco difficile ipotizzare che questo principio della "monetary dominance" avrebbe spinto anche Aldo Moro - persona notoriamente pacifica - a perdere le staffe.


Mario Draghi è un pericolo reale e concreto per la democrazia e va fermato (democraticamente). Chi non lo capisce è complice.

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