mercoledì 17 ottobre 2018

APPELLO A SUA ECC.ZA, MONS. CARLO MARIA VIGANÒ


Sua Eccellenza esca dal nascondimento e isolamento, in cui si è confinato, e lo faccia allo scopo di incontrare il Santo Padre Francesco, dopo aver chiesto Udienza con lui, e averla ottenuta, con data precisa e certa.

Il colloquio, se concesso (se negato… confermerebbe solo la cattiva volontà del Papa), condotto alla pari per la stessa dignità di due figli di Dio, pur nella distinzione dei ruoli e con l’obbedienza dovuta al Sommo Pontefice in materia di Fede, di Disciplina e di Morale, verta a servizio della Chiesa di Cristo e sia basato sulla verità dei fatti e dei documenti possibilmente prodotti, lasciando il giudizio conclusivo a Dio e alla coscienza personale.

Non ci sarà bisogno di ulteriori Comunicati o Dichiarazioni, al termine dell’appuntamento, a meno che il Santo Padre e Sua Eccellenza decidano diversamente, in accordo o in disaccordo non importa, purché ognuno si prenda la responsabilità delle proprie scelte, anche davanti al Popolo di Dio.
Lei, Eccellenza, ha avuto coraggio e spirito profetico nel denunciare la situazione gravemente immorale in cui si trova la Chiesa, Sposa di Cristo, a causa soprattutto dei suoi cattivi Pastori, e ha avuto l’ardire di coinvolgere nella sua accusa la persona di Francesco. Ha fatto bene. Noi le crediamo. Crediamo alla sua onestà, confermata dal suo giuramento di sincerità a Dio e alla Santa Madre di Dio, Maria.

Magari Jorge Mario Bergoglio avesse fatto lo stesso, avesse giurato solennemente per confermare la verità… macché, non ha affatto risposto, nemmeno ‘sì’ o ‘no’, come ci insegna e ci esorta invece a fare il Nostro Signore, del quale egli si accredita interprete autentico e originale, quando invece è capace di stravolgere, nascondere e confondere la Sua Divina Parola, cosa avvenuta puntualmente in tutto il mese di settembre nelle sue ‘meditazioni quotidiane’ (ciò che lei stesso ha rilevato nella sua seconda lettera, critica con il comportamento del Santo Padre).

È semplicemente penoso come il Vicario di Cristo abbia strumentalizzato il Santo Vangelo, che la Liturgia ci propone ogni giorno, per insistere sul concetto del Demonio come “Il Grande Accusatore” (il quale lo è veramente), nascondendosi dietro le sue ali ribelli per insinuare, maldestramente e velatamente, che ‘tu’ sei eguale a Satana, mentre egli è “il povero Cristo, che soffre in Croce e rimane in silenzio di fronte alle provocazione dei suoi nemici”.

Ancora più grave il Comunicato della Sala Stampa del Vaticano, del 29 settembre 2018, il quale, avallando la fasulla e capziosa narrazione bergogliana dei fatti, indice strumentalmente il Mese di Preghiera del Santo Rosario, coinvolgendo la Chiesa Cattolica in un impegno, che molti hanno già preso con la Madonna, apparsa a Fatima, e che ora, da bravi fedeli, hanno accolto con rinnovato fervore, aggiungendo l’invocazione all’Arcangelo Michele e il “sub tuum praesidium” alla Santa Madre di Dio.

Perché a Bergoglio non stanno a cuore le intenzioni del Cuore Immacolato dMaria, da lui vilipese, affossate e trascurate a Fatima, con luciferino atteggiamento di superbia, di vera sfida all’Immacolata, il tutto avvenuto in una ambientazione celebrativa di ispirazione massonica, sovrapposta alla sacralità del luogo delle Apparizioni, per la cui colpa il Vescovo di Roma e il Vescovo di Leiria-Fatima (ridicolmente da lui poi promosso Cardinale) dovranno presto rendere conto a Dio, (“è terribile cadere nelle mani del Dio vivente” [Ebrei 10,31], tanto più essere schiacciati dal piede della Donna di Genesi 3,15!).
Mentre in questi giorni si sta svolgendo in insulso, inutile, ideologizzato Sinodo sui Giovani, messo in manifesto con l’etichetta della sigla-acronimo delle perversioni sessuali, alzando il nuovo Mosè argentino il bastone biforcuto e cornuto, quale segno che li dovrebbe guidare… dove? Poveri giovani abusati, manipolati e traditi! Avessero loro insegnato almeno a non lasciare quintali d’immondizia, dopo l’Incontro con il Santo Padre al Circo Massimo di Roma, dove il fiore della Gioventù cattolica italiana vi ha fatto una pessima figura!

Se lei è consenziente alla proposta di vedersi e parlarsi con il Vicario di Cristo, sempre che Francesco glielo conceda, dovrà prima chiedere perdono a lui per avere invocato le sue dimissioni, riconoscendo che la conclusione logica della sua denuncia (quello che il Papa ha preteso da altri Vescovi, lo deve applicare a se stesso) non può tradursi in una conclusione teologica.
Non si può chiedere a un Papa di dimettersi, se è Dio che ce lo ha dato (o ce lo ha inflitto, come diceva San Vincenzo di Lérins), sarà Dio a toglierlo! Ma preghiamo che Francesco non si tolga la vita, quando il Demonio “Grande Accusatore” gli presenterà non ‘tutto il mondo da conquistare’, che non ha conquistato né a Cristo né alla Pace, ma vorrà farlo disperare per il disastro, che finalmente vedrà, procurato alla Chiesa Sposa di Cristo, che sta sanguinando e gridando aiuto, da lui inascoltata, anzi offesa e maltrattata.

Eccellenza, preghi anche per l’ex Papa Benedetto XVI. Se a un Papa non si può esigere di dimettersi, come si è permesso egli di dimettersi? Se è Gesù, che lo ha chiamato e gli ha detto: “Tu seguimi!”, può il Maestro un altro giorno chiamarlo e dirgli: “Tu sei vecchio, ti manca il vigore del corpo e dello spirito, in coscienza ti devi dimettere!”?

Ma preghiamo Te, “Santa Madre di Dio, sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Infatti nella Chiesa vale il Principio Mariano e il Principio Petrino, come lo ha illustrato e lo ha vissuto San Giovanni Paolo II Magno, che non si è dimesso e ci ha consacrati tutti al Tuo Cuore Immacolato!”
Don Felice Prosperi

Morichella di San Ginesio 9 Ottobre 2018

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