giovedì 30 luglio 2020

Il pericolo comunista cinese e la miopia culturale del mondo cattolico



IL PROLUNGAMENTO LIBERTICIDA DELLO STATO D'EMERGENZA DEL GOVERNO CONTE BIS SOMIGLIA SEMPRE PIU' ALLA POLITICA REPRESSIVA DI PECHINO....

(Luca Della Torre) L’Italia, pur essendo ancor oggi la settima potenza economica mondiale è completamente ai margini delle scelte epocali che nelle relazioni internazionali stanno delineando il confine di una “nuova Guerra Fredda” tra Stati Uniti d’America e Cina, o meglio, tra Occidente, India e Giappone da un lato e l’espansionismo muscolare del criminale regime totalitario ateo comunista cinese dall’altro.

Un documento riservato del governo USA, parte della National Security Strategy – l’agenda di politica estera annuale di Washington – definisce la Cina «principale nemico degli Stati Uniti», più della Russia e di chiunque altro. Nei giorni scorsi durante un intervento ufficiale il segretario di Stato americano Mike Pompeo – già a capo della CIA, la potente agenzia di servizi segreti USA – ha rivolto un monito espresso al «mondo libero» a mobilitarsi contro una Cina «sempre più autoritaria» insistendo espressamente sulla necessità di «trionfare sulla nuova tirannia del partito comunista»: un linguaggio così esplicito e duro che nelle cancellerie diplomatiche del pianeta non risuonava dai tempi del confronto militare nucleare con l’aggressivo regime comunista sovietico, negli anni ‘60. Con il consueto pragmatismo anglosassone il segretario di Stato USA ha affermato che «Se il mondo libero non cambierà la Cina comunista, la Cina comunista cambierà noi», mettendo il dito nella piaga del pericoloso processo di ramificazione espansionista politica, economica, ma soprattutto militare che la Cina ha avviato oramai da più di un decennio in Asia e nella sonnolente indifferente Europa.

Molteplici eventi a catena degli ultimi mesi, non affatto casuali, di cui si è reso responsabile il criminale regime del dittatore comunista Xi Jinping hanno aggravato lo scenario politico militare internazionale : il giro di vite legislativo ad Hong Kong, in cui progressivamente la Cina sta sopprimendo tutte le libertà civili e politiche della ex Colonia britannica in violazione del trattato internazionale della cosiddetta “Basic Law” riducendo i cittadini di Hong Kong a schiavi del sistema totalitario comunista; la repressione violenta e la deportazione della minoranza del popolo degli Uiguri, rei di voler praticare liberamente il proprio credo religioso musulmano non gradito alla dirigenza del Partito Comunista Cinese; le gravissime responsabilità internazionali del governo cinese nella disastrosa gestione dell’epidemia mondiale da Covid19, su cui pende il dubbio ragionevole di una complicità dolosa al vaglio della Commissione internazionale istituita dall’ONU; le manovre militari espansionistiche di Pechino sul Mare del Sud della Cina con l’intenzione espressa, in violazione del diritto internazionale, di occupare lo Stato sovrano di Taiwan, da 70 anni unico rifugio e baluardo democratico per i cinesi che non accettano la dittatura del pensiero unico del Partito Comunista Cinese; la stipula del regime comunista di Pechino di accordi di cooperazione militare con i cosiddetti Stati-canaglia – Rogue States – come l’Iran, la Birmania/Myanmar, sottoposti da anni a sanzioni economiche da parte dell’ONU a causa delle loro politiche liberticide, religiosamente e ideologicamente fanatiche.

Questi gravi eventi hanno determinato l’amministrazione Trump ad assumere una posizione molto intransigente nei confronti dell’arrogante regime comunista di Pechino.

A dispetto di quanto cerchi di fare la ingenua vulgata della stampa liberal e radicale di sinistra in Occidente – sminuendo la portata della gravità delle permanenti violazioni istituzionalizzate dei diritti civili e politici di un sistema politico che è erede dei più criminali regimi totalitari del XX secolo e attribuendo le iniziative di Trump esclusivamente alle prossime elezioni presidenziali – il “richiamo all’ordine” al mondo libero del braccio destro del Presidente USA pone senza mezzi termini la questione se, nelle relazioni politiche internazionali del XXI secolo, abbia diritto di tribuna uno Stato come la Cina – seconda economica potenza mondiale – che della violazione istituzionalizzata dei diritti fondamentali della persona, del sistema monopartitico marxista, della negazione della libertà religiosa, politica, della stessa dignità della persona umana ha fatto una sua bandiera.

Insomma, un Paese che de facto ignora del tutto la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo come pilastro degli accordi di pace e sicurezza nel diritto internazionale; un Paese ed un regime che nel XXI secolo non ha ancora fatto i conti con la necessità di riconoscere la centralità delle persona umana come soggetto e titolare della propria libertà in quanto tale, al di là della patetica quanto grottesca problematica antropologia culturale di impronta marxista che attribuisce alla persona diritti solo nella misura in cui faccia parte omologata del sistema legislativo a partito unico comunista. Tutto ciò rivela in verità che la coniugazione dei diritti civili, politici della persona umana con il cammino delle istituzioni politiche e con il progresso economico sociale è il più formidabile lascito della storia dell’Occidente: la centralità della persona umana come soggetto giuridico titolare di diritti in quanto figlio di Dio, non esposto dunque alle passeggere variabili e tragiche utopie della Storia è la più grande conquista che la Cristianità ha consegnato al mondo intero, ed il più grande esempio a cui la politica può guardare.

Tutto ciò rivela la piena fondatezza delle allarmate preoccupazioni dell’Amministrazione USA di fronte all’indolenza con cui l’Occidente guarda alla Cina in termini di relazioni internazionali: se è vero che l’identità culturale è un potentissimo fattore di coesione, è allora altrettanto vero che è impossibile che un Paese crei qualcosa di differente da ciò che il suo retaggio culturale e la sua storia gli insegnano.

Così come l’Occidente, perdendo il senso delle proprie radici, si squaglia come neve al sole nell’incertezza del proprio destino, è altrettanto pacifico che un Paese come la Cina, retto da 70 anni di repressione della dignità della persona umana in nome della criminale utopia comunista, non possa e non sappia assolutamente confrontarsi con la coniugazione dei diritti della persona: i diritti delle persona umana sono un frutto dell’intervento formidabile del Cristianesimo nella nostra Storia, non nella storia della Cina. A malo nihil nisi malum (Dal male non può venire che il male).

Al riguardo è stupefacente la grossolana ingenuità e la pochezza analitica con cui parte assai rilevante del mondo culturale cattolico in Occidente di pone di fronte a questa drammatica sfida portata dal gigante cinese ai destini della politica nel III millennio.

Un esempio valga per tutti. Sulle pagine della rivista dei Padri Gesuiti Civiltà Cattolica, Benoît Vermander ha recentemente tessuto in misura melliflua le lodi del modello culturale politico cinese in nome della continuità perpetuata nella storia sin dai tempi della dinastia Qing, e che ora si incarna nel criminale regime comunista: il cosiddetto “modello o sistema tributario” che concedeva favori agli Stati che si riconoscevano dipendenti dalla Cina.

Null’altro che un brutale sistema di “politica di potenza” che si compiace di garantire protezione a quegli Stati che si inchinino al potere imperiale cinese.

Questi favori oggi si traducono nella celebre “Via della Seta” o “Silk Belt Road”: un sistema di accordi internazionali bilaterali con cui il regime comunista cinese sostiene investimenti, acquisti preferenziali, aiuti militari, sostegno diplomatico in cambio di un supino allineamento alla politica di Pechino. È un sistema ricattatorio e totalitario molto efficace verso i Paesi più deboli, come quelli africani, o verso regimi criminali in cerca di appoggio autorevole, come l’Iran.

Se le considerazioni e gli ingenui inviti al dialogo con il moloch comunista cinese sono quelli colti nelle posizioni di Civiltà Cattolica è del tutto ragionevole e lecito non attendersi assolutamente alcuna evoluzione in senso democratico del brutale regime di Pechino: l’ingenuo buonismo non fa che rendere più aggressivo l’aggressore.

E’ una regola di Realpolitik che già abbiamo sperimentato nel fallimento della cosiddetta Chiesa del silenzio durante i decenni di persecuzioni comuniste in Europa Orientale.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Giovedi 30 Luglio 2020
Giovedì della XVII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Passa Parola – EkklesiaWeb

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Dio sta nella sua santa dimora;
ai derelitti fa abitare una casa,
e dà forza e vigore al suo popolo. (Sal 68,6-7.36)

Colletta
O Dio, nostra forza e nostra speranza,
senza di te nulla esiste di valido e di santo;
effondi su di noi la tua misericordia
perché, da te sorretti e guidati,
usiamo saggiamente dei beni terreni
nella continua ricerca dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Ger 18,1-6)
Come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani.


Dal libro del profeta Geremìa

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremìa: «Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola».
Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto.
Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 145)
Rit: Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe.

Loda il Signore, anima mia:
loderò il Signore finché ho vita,
canterò inni al mio Dio finché esisto.

Non confidate nei potenti,
in un uomo che non può salvare.
Esala lo spirito e ritorna alla terra:
in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe:
la sua speranza è nel Signore suo Dio,
che ha fatto il cielo e la terra,
il mare e quanto contiene,
che rimane fedele per sempre.

Canto al Vangelo (At 16,14)
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

VANGELO (Mt 13,47-53)
Raccolgono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore è ricco di misericordia: per salvare gli uomini dal peccato ha inviato nel mondo suo Figlio. Preghiamo perché si affretti il giorno della conversione di ogni cuore al suo amore, ripetendo insieme:
Venga il tuo regno, o Signore.

Per la comunità cristiana: sia tra gli uomini il segno più grande della pazienza di Dio, attraverso continui gesti di misericordia e di perdono. Preghiamo:
Per chi è impegnato nell'opera di evangelizzazione e di promozione umana: sull'esempio di Cristo, sia attento alle esigenze dei fratelli, soprattutto dei poveri ed emarginati. Preghiamo:
Per i popoli che ancora non conoscono Gesù e la Chiesa: possano quanto prima udire l'annuncio della buona novella per diventare membri dell'unico popolo di Dio. Preghiamo:
Per i direttori spirituali e i confessori: aiutino i fratelli a distinguere e a praticare le strade della perfezione. Preghiamo:
Per noi qui presenti: non ci stanchiamo mai di operare il bene, pur in mezzo alle contraddizioni e ai fallimenti dei progetti umani. Preghiamo:
Per ottenere il dono della misericordia.
Perché ci asteniamo dal giudicare gli altri.

Purifica, o Signore, il nostro cuore e guida i nostri passi verso la meta dove tu regni glorioso con il Cristo e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accetta, Signore, queste offerte
che la tua generosità ha messo nelle nostre mani,
perché il tuo Spirito,
operante nei santi misteri,
santifichi la nostra vita presente
e ci guidi alla felicità senza fine.
Per Cristo nostro Signore.




Antifona di comunione
Anima mia, benedici il Signore:
non dimenticare tanti suoi benefici. (Sal 103,2)

Oppure:
Beati i misericordiosi: essi troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore: essi vedranno Dio. (Mt 5,7-8)


Preghiera dopo la comunione
O Dio, nostro Padre, che ci hai dato la grazia
di partecipare al mistero eucaristico,
memoriale perpetuo della passione del tuo Figlio,
fa’ che questo dono del suo ineffabile amore
giovi sempre per la nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore



Commento
Il regno dei cieli ammette pesci buoni e pesci cattivi. Sarà così finché ci sarà tempo, fino a quando il tempo passerà in eternità. Il realismo evangelico ci impedisce di progettare un paradiso in terra; ci libera così da tutte le utopie, perniciose per la fede come per la convivenza umana. In nome di ideali utopici si sono eliminati milioni di uomini concreti. Dobbiamo rassegnarci a convivere con il male che continuamente rinasce in noi e attorno a noi. La Chiesa, per non parlare del mondo, è fatta di santi e di peccatori; di santi che peccano e di peccatori che cercano di convertirsi. Non ci è lecito scandalizzarci e dimenticare che così come siamo, siamo cittadini del regno. Il peccato ci rattrista, ma non ci deprime.
D’altra parte la prospettiva del giudizio finale, “quando gli angeli separeranno i cattivi dai buoni”, non ci consente di attendere passivi l’ultimo giorno. Non possiamo essere utopici, ma ancor meno indifferenti. La lotta contro il male è d’obbligo anche se la prospettiva è di un combattimento che non finirà mai: “Militia est vita hominum super terram”. Dio e il diavolo combattono ancora nella storia e il campo di battaglia è il cuore dell’uomo (Dostoevskij). Si tratta di una lotta pacifica e violenta nello stesso tempo. “I violenti si impadroniranno del Regno di Dio” (Mt 11,12). La pace cristiana è inseparabile dalla spada (Mt 10,34) portata da Cristo, anche se la competizione obbliga a ferire se stessi prima degli altri.
Alla fine del combattimento sarà Cristo a concedere la vittoria. Presenteremo i nostri pochi meriti, ma conteremo soprattutto su chi ha guadagnato anche per noi. “Non possiamo dirci poveri finché possiamo contare sull’infinita ricchezza dei meriti di Cristo” (San Domenico).

mercoledì 29 luglio 2020

TUTTI I CONFLITTI D'INTERESSE DELL'OMS

IN QUESTA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ALL'EUROPARLAMENTO APPARE CHIARO E PALESE IL FINANZIAMENTO PRIVATO DELLA GAVI E DELLA FONDAZIONE GATES, ENTRAMBE LEGATE A BILL E MELINDA GATES PER LA DIFFUSIONE DEI VACCINI:

Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Stefania Zambelli

Oggetto: Finanziamenti privati all'OMS

L'OMS ha un ruolo centrale nella pianificazione delle strategie vaccinali anche in Europa e ha dettato le linee guida per il riconoscimento dei danni da vaccinazione che anche qui si sono verificati. Ciò detto, da qualche anno, l'OMS vede tra i suoi maggiori finanziatori non gli Stati membri bensì enti privati, i cui finanziamenti costituiscono i tre quarti del patrimonio dell'OMS. Tra essi spiccano le principali case farmaceutiche produttrici di vaccini e organizzazioni quali, ad esempio, la Fondazione Gates e GAVI Alliance, che hanno come oggetto sociale la diffusione dei vaccini.

Ciò premesso, prescindendo da valutazioni sull'utilità o meno dei vaccini raccomandati o obbligatori e dal rapporto costi-benefici di alcuni di essi, l'interrogante ritiene che avere tra i propri finanziatori soggetti privati in evidente conflitto di interesse vada a minare la terzietà della stessa OMS e ne metta in discussione l'autorevolezza.

Ciò considerato, può la Commissione rispondere al seguente quesito:

Quali iniziative intende eventualmente prendere l'Europa per risolvere questo conflitto di interessi e consentire all'OMS di sostituire i finanziamenti, diretti o indiretti, da parte di soggetti collegati o comunque riconducibili ai produttori di vaccini, garantendole, nell'adozione delle necessarie decisioni, anche in materia vaccinale, quel ruolo super partes che attualmente non ha?

E QUI C'E' IL DOCUMENTO DI ACTIONAID SUL CONTRIBUTO ITALIANO ALLA GAVI. DOCUMENTO CHE FA RIFERIMENTO AD UNA COOPERAZIONE ITALIANA "POST 2015". CHE LA PANDEMIA DI CORONAVIRUS SIA STATA STUDIATA A TAVOLINO EMERGE IN TUTTA LA SUA INQUIETANTE REALTA'. MA IN ITALIA CI VOLEVA ANCHE UN GOVERNO COMPLICE DEGLI STESSI FIRMATARI DELL'ACCORDO. IL NUOVO ORDINE MONDIALE NON LASCIA NULLA AL CASO....  

Giornata mondiale della salute


Il DG DevCoop incontra il Direttore del Centro Nazionale per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanità. Salute Globale priorità della Cooperazione Italiana anche tramite supporto a & #SDG3 #Salute #globalhealth
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10:25 AM · Mar 14, 2018Twitter Web Client

Il presente documento, basato su una ricerca condotta dal prof. Eduardo Missoni si inserisce nell’ambito delle attività previste dal progetto “Framing the future development: a policy proposal for influencing the Italian cooperation post-2015”, realizzato in partnership con la Bill&Melinda Gates Foundation, attraverso il quale ActionAid analizza l’evoluzione della Cooperazione Italiana alla luce delle novità introdotte dalla riforma della Legge 125/2014 e si propone di alimentare il dibattito sull’allocazione delle risorse dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo italiano. Eduardo Missoni è attualmente Docente presso l’Università Bocconi di Milano, la Geneva School of Diplomacy and International Relations e l’Università Milano Bicocca; è stato esperto responsabile delle iniziative di cooperazione pubblica italiana in ambito socio-sanitario con l’America Latina e gran parte dell’Africa Subsahariana dal 1987 al 2002; fa parte del Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (CERGAS). Il presente lavoro si propone di analizzare sul piano strategico, tecnico ed economico la partecipazione e il contributo finanziario italiano – storico e futuro – all’Alleanza Globale per le Vaccinazioni (GAVI), nel più ampio contesto di una riflessione sulle partnership globali pubblico-private nel settore sanitario e della partecipazione italiana a tali iniziative. A tal fine è stata condotta un’estesa ricognizione della letteratura istituzionale e scientifica e della normativa rilevante, ivi inclusi i resoconti delle sedute parlamentari, dichiarazioni emanate in consessi internazionali e leggi finanziarie del Governo italiano. Per gli aspetti quantitativi si è fatto principale riferimento alle banche dati di GAVI e dell’Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME). Per una valutazione della partecipazione italiana si è poi fatto ricorso ad un’analisi forze-debolezze-opportunità-rischi (SWOT). Infine, per la conferma di informazioni relative alla nuova architettura di governance dei rapporti fra Italia e GAVI e circa gli impegni presi dall'Italia, si è fatto ricorso a consultazioni con le istituzioni coinvolte, in particolare con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. 

P.C.

Per vedere il documento completo clicca qui: 

Documento interrogazione europarlamento:

Di una fede e di una giustizia così c’è da avere paura



IL SILENZIO-ASSENSO DELLA CHIESA SULLA SENTENZA CAPPATO. IL CATTOLICESIMO FAI-DA-TE IMPERVERSA....

Un pm che chiede la pena minima in base ai “nobili intenti” di Cappato e Mina Welby. E la spiegazione del proprio agire «perché cattolica»

Sono due le dichiarazioni che colpiscono nella vicenda che ha portato all’assoluzione di Mina Welby e Marco Cappato per il suicidio di Davide Trentini. La storia la conoscete: la co-presidente e il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni il 13 aprile del 2017 hanno aiutato il 53enne a recarsi in una clinica svizzera a Basilea per ricorrere al suicidio assistito. Poi si sono autodenunciati. Ieri la Corte di Assise di Massa li ha assolti dall’accusa di istigazione e aiuto al suicidio.

Nobili intenti?

La prima dichiarazione che dovrebbe far riflettere è quella del pm Marco Mansi che ha chiesto la condanna, ma con il minimo della pena:

«Chiedo per Mina Welby e Marco Cappato tre anni e quattro mesi di carcere perché credo ai loro nobili intenti. È stato compiuto un atto nell’interesse di Davide Trentini, a cui mancano i presupposti che lo rendano lecito. Colpevoli sì ma meritevoli di alcune attenuanti che in coscienza non mi sento di negare».

Sono cattolica

La seconda è quella di Mina Welby:

«Davide Trentini soffriva troppo, non ne poteva più della malattia, della sclerosi multipla che lo consumava, lo umiliava da più di vent’anni. Quando siamo partiti dalla sua casa di Massa per la Svizzera mi ha detto: mi sembra quasi di andare in vacanza. L’ho guardato con affetto. Era la settimana santa, mancava poco a Pasqua. Per me era come un altro povero Cristo che aveva bisogno di aiuto. Io sono religiosa, cattolica e per questo l’ho aiutato, l’ho accompagnato oltre confine, gli sono stata accanto fino all’ultimo. E lo rifarei».

Il diritto degli intenti

Nell’uno e nell’altro caso si gioca con le parole, c’è abbastanza farina del diavolo per preparare un impasto confuso di diritto e morale cattolica. Da quando i “nobili intenti” sono giustificazioni sufficienti per commettere reati? Al momento vi è solo il dispositivo, ma quello che è già chiaro, come hanno sottolineato vari osservatori, è che la sentenza abbatte un altro dei traballanti paletti che erano stati fissati dal pilatesco pronunciamento della Corte Costituzionale in seguito al caso dj Fabo. Trentini, infatti, non dipendeva da macchinari per vivere, ma è bastata la consulenza di parte dell’anestesista Mario Riccio (lo stesso implicato nel caso Welby) per affermare che terapia farmacologica e meccanica fossero terapie di sostegno vitale e così aggirare le limitazioni della Consulta.

Voilà, il gioco è fatto e c’era da aspettarselo. Ma ciò che colpisce maggiormente è, ancora una volta, il superamento delle leggi in nome non del diritto, ma di un leggiadro e vaporoso riferimento a qualcosa di impalpabile: il “nobile intento”, appunto, che non è un atto, un fatto, ma un proponimento, un’aspirazione. Come si misura un intento? Chi è il giudice degli intenti? Di una giustizia così c’è da avere paura.

La fede del “secondo me”

Non è la prima volta che Mina Welby fa riferimento alla sua fede cattolica per giustificare i suoi atti. Anche la madre di Trentini in un’intervista al Corriere spiegò di essere «cattolica praticante» e di sostenere la scelta del figlio. Curioso. Curioso che in un mondo dove nessuno parla della propria fede per spiegare i propri atti, gli unici a rivendicarla sono coloro che compiono azioni in aperto contrasto con la fede che dicono di professare. Come la giustizia è diventato un “secondo me”, a prescindere da tutto, così anche la fede si è ridotta all’impeto dei propri soggettivi sentimenti, a prescindere da quel che recita il quinto comandamento, l’insegnamento della Chiesa, il catechismo. Anche di una fede così c’è da avere paura.

Germania: l’UE deve adottare un approccio comune verso la Cina

PER ANGELA MERKEL L'UNIONE EUROPEA SERVE SOLO A COMPIACERE LA CINA E I SUOI AFFARI CON LA GERMANIA. SE LA GERMANIA ACCETTA GLI ACCORDI PER IL 5G TUTTI GLI STATI MEMBRI DOVRANNO ADEGUARSI. LA GABBIA EUROPEA DIVENTA SEMPRE PIU' OPPRIMENTE.... 

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha dichiarato di ritenere necessario che l’Europa adotti un approccio comune nei confronti della Cina.

È quanto rivelato da The Associated Press, ripreso dal Washington Post, mercoledì 27 novembre, il quale ha riportato i dettagli del discorso della cancelliera al Parlamento. In tale occasione, riporta il quotidiano, Merkel ha dichiarato di ritenere che uno dei “peggiori pericoli” sia l’adozione di singole politiche da parte di ciascuno Stato dell’UE, la quale, invece, può inviare alla Cina segnali contrastanti rispetto a quelli degli Stati del blocco comunitario.

Tale pericolo, secondo Merkel, riguarda in particolar modo gli Stati dell’UE, soprattutto se si pensa a tematiche verticali quali la sicurezza della rete 5G.

Cina ed UE, ha riconosciuto la Cancelliera, sono in competizione. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Merkel al Parlamento tedesco, la soluzione a tale gioco di potere non può essere l’isolamento.

Per tale ragione, sottolinea il Daily Mail, la Germania ha invitato gli altri Paesi europei ad adottare politiche omogenee nei riguardi di Pechino, soprattutto in materia di 5G, tema oggetto di tensioni e discordia a livello europeo e globale.

In particolare, la discordia sul 5G vede tra i suoi principali attori gli Stati Uniti, i quali hanno allertato gli Alleati europei in merito alla possibilità che il colosso cinese delle comunicazioni, Huawei, possa essere utilizzato da Pechino per attività di spionaggio. Per tale ragione, Washington aveva invitato i suoi Alleati a non affidare gli appalti per la costruzione del 5G a Huawei, il quale ha, da parte sua, negato le accuse.

La Germania, sottolinea Agence France Presse, ripreso dal Daily Mail, non ha finora seguito le indicazioni di Washington. Al contrario, Berlino ha annunciato di voler consentire a Huawei di partecipare al bando di gara, nel quale, ha sottolineato il governo tedesco, saranno previsti criteri rigidi per quanto riguarda le garanzie di sicurezza.

La posizione di Berlino, tuttavia, non è stata recepita positivamente dalle altre potenze, le quali hanno ipotizzato che tale strategia possa simboleggiare un tentativo della Germania di accontentare la Cina, il suo primo partner economico, oltre che un modo per dare priorità ai propri interessi economici.

Per quanto riguarda il 5G, nello specifico, Merkel ha dichiarato di ritenere che l’Europa abbia bisogno di alti requisiti di sicurezza, ma questi devono essere discussi di concerto con i leader degli Stati membri del blocco comunitario, al fine di adottare soluzioni europee.

Ad esempio, secondo quanto ipotizzato dalla Cancelliera, l’Europa potrebbe istituire una Agenzia incaricata del rilascio delle certificazioni sul 5G.

La posizione di Merkel, informa Reuters, non è condivisa con la totalità dei membri del Parlamento tedesco. Al contrario, secondo quanto rivelato, alcuni legislatori della Germania desiderano escludere Huawei dai potenziali fornitori di rete 5G, alla luce di quanto ribadito dagli Stati Uniti.

In aggiunta, secondo quanto riportato da Reuters, tutti gli operatori tedeschi del settore delle telecomunicazioni sono clienti di Huawei e hanno rivelato che escludere il colosso cinese dal bando per i fornitori della rete 5G potrebbe ritardare il lancio del 5G sul mercato.

Già lo scorso 30 ottobre, il capo del servizio esterno di intelligence tedesco, Bruno Kahl, aveva allertato i parlamentari della Germania in merito all’inaffidabilità del colosso cinese delle telecomunicazioni, Huawei. Nello specifico, Kahl aveva dichiarato, in udienza presso una commissione parlamentare, che Huawei non deve essere autorizzata ad assumere un ruolo significativo nella costruzione della rete 5G del Paese. Tali accuse dipendono dall’inaffidabilità del gruppo aziendale cinese.

Tuttavia, l’apertura della Germania alla Cina era stata ribadita in occasione della visita di Merkel in Cina, avvenuta lo scorso 6 settembre. In tale occasione, la cancelliera aveva rivelato all’omologo cinese che Berlino era pronta e disponibile a ricevere investimenti cinesi, sebbene gli investimenti in settori strategici e infrastrutture critiche debbano essere soggetti a controlli di sicurezza da parte delle autorità tedesche.

La Huawei Technologies Co Ltd è il colosso cinese delle telecomunicazioni, ripetutamente accusata dagli Stati Uniti di spiare i propri utenti per conto del governo cinese, oltre che di aver violato le sanzioni contro l’Iran e di aver rubato la proprietà intellettuale degli Stati Uniti. Da parte sua, l’azienda ha smentito le accuse.

Iniziata la costruzione della base per sottomarini in Bangladesh da parte cinese, malumori indiani (anche per altro)


LA CINA E' SEMPRE PIU' VICINA. IL PENTAGONO DICE CHE LE NUOVE BASI POTREBBERO ESSERE APERTE IN LUOGHI CHIAVE PER LA POLITICA INTERNAZIONALE CINESE, COME IL MEDIO ORIENTE, IL SUDEST ASIATICO E IL PACIFICO OCCIDENTALE....

Le immagini satellitari confermano l’inizio dei lavori in Bangladesh della prima base navale per sottomarini del paese costruita dall’azienda cinese Poly Technologies Incorporated (PTI).

La base navale, situata nelle vicinanze del villaggio di Magnama nella provincia di Cox’s Bazar, assume una valenza strategica di altissimo valore.

La notizia, anticipata da Ares a giugno 2019, malgrado le rassicurazioni del Governo del Bangladesh sembra essere una bella impronta cinese nel paese, a due passi dall’India.

Dalla Cina con furore

Il Bangladesh nel 2013 ha acquistato dalla Cina due sottomarini classe Type 035G (Classe Ming secondo la classificazione NATO), sostanzialmente battelli Type 033 Romeo aggiornati, per 203 milioni di dollari.

I sottomarini, già in uso alla Marina cinese dal 1989, sono stati ammodernati per rimanere in servizio fino al 2030. Tra i sistemi aggiornati oltre alla sensoristica anche il sistema di comunicazioni. Il sonar è una copia cinese del francese DUUX-5, il radar di ricerca di superficie è l’MRK-50 Topol (Snoop Tray) mentre il sistema di guerra elettronica è il Type 921A.

I Type 035G hanno otto tubi per il lancio di siluri da 533 mm. Sono motorizzati da un motore diesel E390ZC da 5.200 cavalli che spinge il battello a 18 nodi in immersione e 10 nodi in superficie. Ha un equipaggio di 57 uomini di cui 10 ufficiali.

I due battelli sono stati rinominati Nabajatra (S161) e Joyjastra (S162).

La base navale

Immagine satellitare di Google Earth

La base navale sorgerà nel sud-est del paese a circa 70 km dal confine con il Myanmar nell’area di Pekua Upazila prospiciente il canale Kutubdia.


Costruiremo una base per sottomarini a Cox’s Bazar con assistenza cinese. Abbiamo acquistato due sottomarini dalla Cina quindi abbiamo bisogni di una base per ospitarli.Col. Faruk Khan, qui

La costruzione della base navale è quindi legata strettamente alla fornitura dei due sottomarini ma le fonti bangladesi vogliono mettere subito in chiaro un paio di punti.

I cinesi ci aiuteranno a costruire la base [navale,ndr] e seguiranno l’addestramento del nostro personale per operare i sottomarini. I sottomarini cinesi non verranno qui. Questa base è per i nostri sottomarini.Col. Faruk Khan, qui

Immagini satellitari del Sentinel 2 (Fonte: Sentinelhub)

I lavori, secondo le immagini satellitari, sono iniziati più o meno a cavallo tra dicembre e gennaio.
Come di presentava la zona del lontano 2006 (Fonte: Google Earth)

L’area, inizialmente adibita a coltivazioni, è in corso di bonifica.
Come si presenta ora la zona (Fonte: Google Earth)
Canali di bonifica (Fonte: Google Earth)

La base navale avrà un perimetro di circa 5,20 km e un’area di 1,41 km2.

Il costo per la costruzione e per la successiva manutenzione è di circa 1,2 miliardi di dollari.
Attività di scavo (Fonte: Google Earth)

In una porzione poco superiore agli otto ettari si contano non meno di 33 camion e 15 escavatori.

Costi e impiego

Si tratta di una spesa particolarmente importante se si considera che il budget annuo, seppur in costante crescita, per il Ministero della Difesa del Bangladesh nel 2018 è stato di circa 3,8 miliardi di dollari.

Oltre alle dimensioni, davvero grandi se si pensa che dovrebbero ospitare una sola coppia di sottomarini, è chiaro che il Bangladesh voglia proseguire lungo la rotta del rafforzamento della propria componente subacquea.

Secondo i comunicati stampa la base navale dovrebbe essere completata attorno al 2026-2027. I battelli classe Ming, varati a fine anni 80′, hanno una vita operativa estesa fino al 2030. Chiaramente un paese non investe così tanti fondi se non ha dietro un programma molto più ampio. E’ possibile che i due battelli acquistati nel 2013 possano essere un primo passo verso la formazione di una componente critica subacquea maggiore che, chiaramente, parla cinese.

Valenza strategica

La posizione strategica del Bangladesh stesso pone la base per sottomarino pressoché nel punto più settentrionale del Golfo del Bengala. L’India condivide con il Golfo circa 2.000 km di costa dove sorgono importanti città come Chennai e diversi porti commerciali.


Vista da parte cinese invece il Golfo del Bengala rappresenta un tassello importante della sua volontà di espansione. La Cina ha infatti firmato accordi sia con il Bangladesh che con la Malesia.


Il Bangladesh ha 26 blocchi di esplorazione offshore per la ricerca di gas che si estendono dai confini occidentali con l’India fino a quelli orientali con la Birmania.

Nel corso degli anni sono stati due quelli scoperti: Sangu e Kutubdia. Sangu è stato abbandonato nel 2013 e il Governo ha intenzione di impiegarlo per lo stoccaggio di gas mentre da Kutubdia non viene ricavato gas naturale poiché si stima che ci siano circa 780 milioni di metri cubi, troppo pochi per essere commercialmente interessante.

Tra le problematiche connesse con la ricerca di nuovi giacimenti c’è anche l’annosa questione dei “confini” marittimi sia con l’India che con la Birmania. Con quest’ultimo paese nel 2008-2009 si è arrivati ai ferri corti con tanti di invio di navi militari.

Rotte commerciali


Il porto di Chittagong, principale destinazione per le navi in Bangladesh nonché il più congestionato dell’intero Golfo del Bengala, è poco più a nord di Pekua. All’interno del porto trova posto anche la più grande base navale della Marina del Bangladesh in funzione del 1974.

Relazioni India-Bangladesh


Le dichiarazioni riportate sopra, molto esplicite, sono fatte per stemperare la presenza cinese agli indiani.

Il Bangladesh ha rapporti tendenzialmente buoni con l’India. Le vecchie dispute territoriali tra i due paesi sono state risolte con gli accordi del 2015 che hanno aperto una nuova fase diplomatica tra Dhaka e New Delhi.

Militarmente le due nazioni hanno una lunga tradizione che risale almeno alla Guerra di Liberazione del 1971 quando l’India ha finanziato e addestrato il gruppo di resistenza dei Mukti Bahini contro le truppe pakistane.

Nel 2017 durante una visita di quattro giorni del Presidente Sheikh Hasina a New Delhi i due paesi hanno siglato due accordi sulla Difesa: i militari condurranno esercitazioni militari congiunte e l’India aiuterà il Bangladesh nello sviluppo e la costruzione di sistemi militari. L’India ha inoltre aperto per la prima volta una linea di credito per l’acquisto di armamenti ad un paese vicino fornendo al Bangladesh 500 milioni di dollari.

Malgrado gli sforzi i principali venditori di armi al paese rimangono Cina, Russia,Turchia,Italia,Francia,etc.

La situazione ha creato non poche “difficoltà” a New Delhi, tante parole ma poi nei fatti esclusi quasi in toto.

L’India non vuole imporre nulla che il Bangladesh non ritenga idoneo per i suoi requisiti. I documenti bilaterali in considerazione sono mirati all’istituzionalizzazione del meccanismo esistente e per incentivare l’esistente cooperazione tra i due paesi Dichiarazione di Narendra Modi, Primo Ministro indiano, nel 2018

L’India si trova quindi nella condizione di non essere in grado di competere con la Cina nelle forniture militari. Per i sottomarini ad esempio l’India non è in grado di costruirli e svilupparli in modo indipendente e si affida invece a paesi terzi (Russia o Francia).

La Marina del Bangladesh è dotata di armamento cinese e italiano (missili Otomat Mk 2 Block IV e siluri A244-S) su navi di costruzione sud-coreana, cinese e americana.

La componente aerea della Marina è composta invece da AW109, AW159 e Dornier Do 228 con radar AESA Seaspray di Leonardo.

L’Aeronautica opera un mix russo, cinese, americano e italiano (quattro AW139). Recentemente il Regno Unito ha ceduto cinque C-130J-30 Super Hercules in surplus.

L’Esercito ha invece un mix internazionale tra cui Cina, Svizzera, Spagna, Francia, Italia (170 pezzi d’artiglieria M56 e camion 6×4 Iveco 380),etc. ma niente India nemmeno qui.