martedì 25 febbraio 2020

LITURGIA DEL GIORNO

DOMANI SONO LE SACRE CENERI ANDATE A MESSA E FATE LA SANTA COMUNIONE PER PROTEGGERVI DALLE MALATTIE E DAGLI INGANNI DEL MALIGNO....

La Liturgia di Martedi 25 Febbraio 2020
Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Risultato immagini per Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia. 
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, 
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6) 

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, 
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, 
perché possiamo conoscere 
ciò che è conforme alla tua volontà 
e attuarlo nelle parole e nelle opere. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Giac 4,1-10)
Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:
«Dio resiste ai superbi,
agli umili invece dà la sua grazia».
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 54)
Rit: Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera. 

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 
Ho visto nella città violenza e discordia:
giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura. 

Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli. 

Canto al Vangelo (Gal 6,14) 
Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, 
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, 
come io per il mondo.
Alleluia. 

VANGELO (Mc 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Cristo crocifisso e risorto, servo e salvatore di tutti, è la sapienza di Dio e la misura del suo amore per noi. Nel desiderio di uniformarci a lui, umile e giusto, invochiamo l'aiuto del Signore, dicendo:
Donaci, Padre, la sapienza di Cristo!

- Quando siamo tentati di imporre più che proporre la verità del vangelo:
- Quando il mondo ci affascina con le sue esibizioni di potenza e di vita facile:
- Quando dobbiamo prendere decisioni importanti per noi e per la collettività:
- Quando vorremmo primeggiare e servirci degli altri:
- Quando ci sentiamo impotenti di fronte alla sofferenza che colpisce gli innocenti:
- Quando avvertiamo sgomento di fronte alla morte dei nostri cari:
- Quando il carico dei sacrifici giornalieri ci spaventa:
- Quando chi è nell'angustia ha bisogno del nostro aiuto fraterno e gratuito:
- Quando i bambini hanno bisogno della nostra tenerezza:

O Dio onnipotente, il Signore Gesù, morto e risorto per noi, per primo e in modo sublime ci ha mostrato la via del servizio. Fa' che la percorriamo con amore, umili collaboratori del tuo regno. Te lo chiediamo per Cristo, servo dell'umanità, che ora siede con te nella gloria per i secoli dei secoli. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta 
espressione della nostra fede; 
fa’ che dia gloria al tuo nome 
e giovi alla salvezza del mondo. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, 
o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
Signore, io credo che tu sei il Cristo, 
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27) 

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, Signore,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Poveri discepoli! Quanto hanno bisogno ancora di “camminare” spiritualmente per essere degni di chiamarsi discepoli! 
Gesù parla loro di avvenimenti decisivi che riguardano la storia della salvezza e l’avvenire del mondo, ed essi non pensano che alla loro gloria! Come è prosaico il loro discorso! Cercano di essere apprezzati, lodati, gratificati in vita. Ma era davvero questo a cui miravano seguendo Gesù? Egli parlava di risurrezione, di vita eterna, ed essi pensavano ad essere elogiati sulla terra. Secondo un detto libanese, direi che lui era in una valle ed essi in un’altra. 
Ma Gesù non dispera: li accetta come sono; crede nella loro trasformazione. Sa che bisogna andarci piano e insegna loro con pazienza come a dei bambini, partendo da immagini, da parabole, da esempi a loro familiari. E, del tutto spontaneamente, prende in braccio un bambino: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino...”. Tutti sanno che un bambino ama senza riserve, senza calcolo, che è spontaneo e fiducioso, che si affida completamente alle braccia dei genitori e che non li cambierebbe per niente al mondo, che è attratto dal bello, che ciò che è meraviglioso gli sembra naturale. 
I discepoli capiranno così che la vera grandezza consiste nel ridiventare piccoli, nel donare tutto agli altri, nel soffrire per gli altri, nel dimenticare se stessi per gli altri e nel morire per gli altri. Non solo Cristo l’ha fatto per noi, ma, con lui, migliaia di cristiani hanno dato tutto fino alla loro vita. È questo che fa la santità della Chiesa.


La Liturgia di Martedi 25 Febbraio 2020
Martedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia. 
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, 
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6) 

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, 
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, 
perché possiamo conoscere 
ciò che è conforme alla tua volontà 
e attuarlo nelle parole e nelle opere. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Giac 4,1-10)
Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice:
«Dio resiste ai superbi,
agli umili invece dà la sua grazia».
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 54)
Rit: Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà. 

Chi mi darà ali come di colomba
per volare e trovare riposo?
Ecco, errando, fuggirei lontano,
abiterei nel deserto.
In fretta raggiungerei un riparo
dalla furia del vento, dalla bufera. 

Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. 
Ho visto nella città violenza e discordia:
giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura. 

Affida al Signore il tuo peso
ed egli ti sosterrà,
mai permetterà che il giusto vacilli. 

Canto al Vangelo (Gal 6,14) 
Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, 
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, 
come io per il mondo.
Alleluia. 

VANGELO (Mc 9,30-37
Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Cristo crocifisso e risorto, servo e salvatore di tutti, è la sapienza di Dio e la misura del suo amore per noi. Nel desiderio di uniformarci a lui, umile e giusto, invochiamo l'aiuto del Signore, dicendo:
Donaci, Padre, la sapienza di Cristo!

- Quando siamo tentati di imporre più che proporre la verità del vangelo:
- Quando il mondo ci affascina con le sue esibizioni di potenza e di vita facile:
- Quando dobbiamo prendere decisioni importanti per noi e per la collettività:
- Quando vorremmo primeggiare e servirci degli altri:
- Quando ci sentiamo impotenti di fronte alla sofferenza che colpisce gli innocenti:
- Quando avvertiamo sgomento di fronte alla morte dei nostri cari:
- Quando il carico dei sacrifici giornalieri ci spaventa:
- Quando chi è nell'angustia ha bisogno del nostro aiuto fraterno e gratuito:
- Quando i bambini hanno bisogno della nostra tenerezza:

O Dio onnipotente, il Signore Gesù, morto e risorto per noi, per primo e in modo sublime ci ha mostrato la via del servizio. Fa' che la percorriamo con amore, umili collaboratori del tuo regno. Te lo chiediamo per Cristo, servo dell'umanità, che ora siede con te nella gloria per i secoli dei secoli. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta 
espressione della nostra fede; 
fa’ che dia gloria al tuo nome 
e giovi alla salvezza del mondo. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, 
o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
Signore, io credo che tu sei il Cristo, 
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27) 

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, Signore,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Poveri discepoli! Quanto hanno bisogno ancora di “camminare” spiritualmente per essere degni di chiamarsi discepoli! 
Gesù parla loro di avvenimenti decisivi che riguardano la storia della salvezza e l’avvenire del mondo, ed essi non pensano che alla loro gloria! Come è prosaico il loro discorso! Cercano di essere apprezzati, lodati, gratificati in vita. Ma era davvero questo a cui miravano seguendo Gesù? Egli parlava di risurrezione, di vita eterna, ed essi pensavano ad essere elogiati sulla terra. Secondo un detto libanese, direi che lui era in una valle ed essi in un’altra. 
Ma Gesù non dispera: li accetta come sono; crede nella loro trasformazione. Sa che bisogna andarci piano e insegna loro con pazienza come a dei bambini, partendo da immagini, da parabole, da esempi a loro familiari. E, del tutto spontaneamente, prende in braccio un bambino: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino...”. Tutti sanno che un bambino ama senza riserve, senza calcolo, che è spontaneo e fiducioso, che si affida completamente alle braccia dei genitori e che non li cambierebbe per niente al mondo, che è attratto dal bello, che ciò che è meraviglioso gli sembra naturale. 
I discepoli capiranno così che la vera grandezza consiste nel ridiventare piccoli, nel donare tutto agli altri, nel soffrire per gli altri, nel dimenticare se stessi per gli altri e nel morire per gli altri. Non solo Cristo l’ha fatto per noi, ma, con lui, migliaia di cristiani hanno dato tutto fino alla loro vita. È questo che fa la santità della Chiesa.

Marò, eroi nella lotta contro le scie chimiche?

RICORDATE I MARO' LATORRE E GIRONE ARRESTATI IN INDIA NEL 2012? QUESTA E' LA VERA RAGIONE DELLA LORO ODISSEA COSTATAGLI LA SALUTE DOPO ANNI DI COVER UP....

I nostri due marò, Latorre e Girone, sono detenuti in India da febbraio 2012 con l’accusa di avere sparato a due pescatori innocenti. Quello che tutti ci domandiamo è come mai in quasi tre anni non si sia mosso niente: i tribunali indiani stanno cercando di prendere tempo, il governo italiano sembra fregarsene, le corti d’appello internazionali sono immobili. È chiaro che c’è sotto qualcosa di più grosso di quello che i media vogliono farci credere, come noi stessi avevamo ipotizzato più di un anno fa quando circolavano strane voci sul perché i due marò avessero fatto fuoco contro un innocuo peschereccio. Il detective indipendente indiano Apu Shish si è recato sul posto per cercare di vederci chiaro, e dopo aver interrogato testimoni e colleghi è passato all’azione.

Riuscendo di notte a salire sull’imbarcazione indiana coinvolta nella sparatoria senza farsi scoprire, Apu ha scoperto al suo interno beute, centrifughe chimiche e distillatori, oltre a taniche di bario, alluminio e stronzio, gli elementi che più frequentemente vengono irrorati tramite scie chimiche. Quello che ad Apu appariva davanti agli occhi era una vera e propria raffineria clandestina mobile che, operante in acque internazionali e al di sopra della legge nel tentativo di non farsi scoprire, preparava le miscele destinate ad essere impiegate all’interno degli aerei tanker che spruzzano scie chimiche.


La ricostruzione dell’evento, secondo Apu, è la seguente: la petroliera italiana su cui viaggiavano i marò stava in realtà svolgendo attività clandestine di supporto a raffinerie mobili per la preparazione di composti chimici destinati ad aerei tanker. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone decidono, per il bene della Patria e della salute pubblica, di disertare gli ordini e compiere un’azione eclatante per svelare il complotto delle scie chimiche al mondo. Qualcosa però nel loro piano va storto, i loro colleghi decidono di non stare dalla loro parte e li conducono in India, dove vengono detenuti in attesa di capire cosa farne. L’Italia si trova in una situazione imbarazzante, da un lato deve salvare le apparenze e cercare di riportarli a casa, ma dall’altra deve rispettare obblighi internazionali ed evitare che i due marò parlino: così finge davanti ai media di fare il possibile per la loro scarcerazione, mentre in realtà non sta facendo assolutamente niente. Nel frattempo i poteri forti cercano di mettere i marò a tacere per sempre: l’ischemia che ha colpito Latorre l’anno scorso sarà stata un caso?

Apu Shish sperava di trovare prove a favore dei suoi connazionali, ma davanti all’evidenza ha trovato il coraggio di divulgare la verità, anche se non depone a favore dell’India: questo è il codice d’onore dei ricercatori indipendenti! Noi ci domandiamo quante di queste raffinerie mobili esistano sul pianeta, e quando gli sforzi dei nostri marò per portare all’Italia la verità sulle scie chimiche verranno ripagati. La lotta contro i poteri forti purtroppo non è mai semplice.

Scie chimiche e cambiamenti genetici (terza parte)

LA PROSSIMA VOLTA CHE NEI TG SENTIRETE PARLARE DI ALLUVIONI CHE SI ALTERNANO A SICCITA' RICORDATEVI DI QUESTI VIDEO:





SCIE CHIMICHE. Leggi il cielo!










Le ammissioni dell'aeroporto di Bologna: "Sì, sono scie chimiche".

Secondo il Neodarwinismo, la speciazione è un meccanismo evolutivo che in natura porta alla formazione di due o più specie a partire da una sola. L’origine di una nuova specie è determinata dall’azione combinata dell’isolamento e delle mutazioni casuali (sic) che si accumulano in popolazioni rimaste separate per lunghi periodi. Quando le variazioni accumulate impediscono la formazione di ibridi fertili tra i due gruppi, anche in seguito alla rimozione della barriera che le separava, si dice che sono originate due specie distinte. Come si può constatare, il neodarwinismo non spiega quasi nulla, poiché elude le domande fondamentali (Che cosa provoca le variazioni genetiche? Non è forse vero che le mutazioni sono quasi sempre involutive o neutre?) ed in quanto si trincera sempre dietro il caso.[1]



Correttamente Will Hart, nel breve saggio intitolato “Darwin in soffitta”, osserva: “La selezione naturale (una delle espressioni magiche del neodarwinismo come “deriva genetica”, n.d.a.) non avrebbe mai imposto ad una gimosperma, per esempio, una felce, di mutare e di dotarsi di una nuova struttura che avrebbe richiesto gran parte dell’energia della pianta stessa, senza avere peraltro alcuno scopo. Ciò sarebbe, infatti, contrario alla stessa legge di selezione naturale, ovvero la sopravvivenza della specie meglio adattata. … Inoltre, perché nei reperti fossili si trovano numerosi esempi di gimnosperme e di angiosperme, senza che appaia mai una specie di transizione?” Hart nota anche: “La mutazione deve cominciare con una pianta che si dotò di fiori, ma non esistevano insetti o altri animali specificamente adattati ad impollinare i fiori, perché precedentemente non sbocciavano fiori”. Insomma, non se ne esce, a meno che non si introducano concetti nuovi.


Le mutazioni si distinguono in tre tipi: geniche, cromosomiche e genomiche.

Le prime coinvolgono un solo gene e ne esistono di due tipologie: quelle che non implicano un cambiamento nella quantità di D.N.A. che costituisce il gene, e quelle che provocano una variazione quantitativa.

Le mutazioni cromosomiche coinvolgono la struttura di un cromosoma, con o senza variazione quantitativa del materiale genetico.

Le ultime alterano la struttura del genoma, l’insieme delle sequenze nucleotidiche del D.N.A. Possono comportare l’aggiunta o la perdita di un cromosoma oppure la variazione dell’intero corredo cromosomico. La perdita di un intero cromosoma, definita monosemia, è generalmente letale. L’aggiunta di un intero cromosoma è condizione denominata trisomia: tra le più note trisomie nell’uomo si annovera quella del cromosoma 21 che determina la sindrome di Down.

Gli agenti in grado di indurre mutazioni sono i mutageni: possono essere fisici o chimici. Come si è visto, questi agenti causano quasi sempre mutazioni neutre o svantaggiose. Recentemente sono stati segnalati insetti mostruosi: si tratta di esemplari la cui descrizione affidiamo alle eloquenti immagini. E’ possibile che, poiché esistono milioni di specie di insetti, si tratti di specie fino a poco tempo fa ignote, ma si è tentati di pensare che siano la conseguenza o di esperimenti genetici o – ipotesi più plausibile – il risultato della contaminazione ambientale legata all’uranio ed altri elementi radioattivi.

Animali terrificanti: cos'è quest’insetto misterioso che sta invadendo il web?
Insetto mostruoso risultato di una mutazione genica?

Dunque, se intendiamo scartare l’ipotesi del disegno intelligente e la teoria dell’intervento esterno, guardata con interesse anche da alcuni biologi, dobbiamo supporre che un presumibile salto è correlato ad energie particolari e non ad agenti noti. Potrebbero essere energie – si pensi ai i campi di torsione – studiate e riscoperte solo da alcuni scienziati pionieristici, per lo più russi. Queste energie potrebbero essere irradiate dal centro della Galassia, come pensa qualcuno.

Le élites oscure che, senza dubbio non limitano le loro competenze alla “scienza” ufficiale di stampo ottocentesco e la cui tecnologia si fonda su acquisizioni inimmaginabili e nascoste all’opinione pubblica, sanno come agire per stornare gli eventi che potrebbero portare alla loro definitiva disfatta. Ecco perché le scie chimiche e tutto ciò che ruota attorno ad esse sono la chiave per comprendere molti fenomeni attuali e futuri e per gettare uno sguardo dietro le quinte.

[1] Sul Darwinismo ed il Neodarwinismo, si legga C. Penna, Cosa ci raccontano realmente i fossili? 2009, con i riferimenti ivi contenuti.

Fonti:

Enciclopedia delle Scienze, Milano, 2005, s.v. neodarwinismo, mutageni, mutazione, speciazione
Enciclopedia di Astronomia e Cosmologia, Milano, 2005, s.v. raggi cosmici
J. D. Kenyon, La storia proibita, Diegaro di Cesena, 2008
Kether, Il colpo di coda del Drago, 2009
L. Pauwels, J. Bergier, Il mattino dei maghi, Milano, 1963

Si ringraziano S. e J. per la documentazione fotografica.

Umano, poco umano …fatto di virus e batteri!

UN INTERESSANTE STUDIO DANESE CI FA CAPIRE COME NON TEMERE I VIRUS CHE CONTRIBUISCONO AL MIGLIORAMENTO DI UNA SPECIE ATTRAVERSO IL SISTEMA IMMUNITARIO, CHE IMPARA A RICONOSCERE LE MINACCE E A DIFENDERSI DA QUELLE FUTURE. NON DIMENTICHIAMO ANCHE LA NOSTRA NATURA DI ESSERI SPIRITUALI....

Il filosofo francese Pierre Teilhard de Chardin nella sua celebre dichiarazione affermò che: "Il corpo fisico non è veramente nostro, appartiene al pianeta Terra. Possiamo chiamarlo nostro mentre risiediamo in esso, ma non appartiene a noi...Noi non siamo esseri umani che vivono un'esperienza spirituale. Noi siamo esseri spirituali che vivono un'esperienza umana".


In uno studio condotto circa una decina d’anni fa da alcuni ricercatori danesi, consistito nella minuziosa analisi di un metro cubo di terreno fertile, è emerso che esso contiene circa cinquantamila macrorganismi (tra insetti di vario genere). Un singolo grammo di tale terra contiene all’incirca trentamila protozoi, cinquantamila alghe, quattrocentomila funghi e ben un miliardo di batteri (ripartiti tra dieci/centomila differenti specie, di cui la maggior parte risulta ancora sconosciuta all’uomo. Una nuova stima, eseguita nel 2016, indica in mille miliardi le specie di batteri presenti sul nostro pianeta; di cui l’uomo ne conosce solo lo 0,001%!). Ogni specie si sviluppa grazie ad un’interazione permanente con altre specie. Quando una specie scompare, tutti i legami interattivi fino a quel punto mantenuti con altre specie, contribuiranno a compensare la sua perdita. A causa della sua natura biologica, ovviamente l’intera umanità risulta essere del tutto dipendente dal tessuto vivente del suo pianeta. Nel momento in cui un essere umano è tenuto a definire la propria identità, dunque, ad un’attenta analisi della sua totalità costitutiva, si accorge inesorabilmente che il concetto di essere “unico ed inalterabile”, viene meno. L’uomo infatti rappresenta, nel suo insieme, un raggruppamento costituito da una moltitudine di varie specie, che convivono tutte assieme nella più perfetta delle collaborazioni. La vita di un essere umano funziona grazie a decine di migliaia di esseri microscopici, che vivono sopra e dentro al suo corpo. Il microbioma umano è composto da circa cinquemila specie di batteri, che catalogano oltre 154.000 genomi; ogni individuo possiede fino a diverse centinaia di queste specie, che fino all’inizio del 2019, erano per il 77% del loro totale, del tutto sconosciute! (E.Pasolli, F.Asnicar, S.Manara, C.Quince, C.Huttenhower, N.Segata; 2019. Confr.: cell.com). Senza tali microrganismi, l’uomo non potrebbe sopravvivere!


Staphylococcus epidermidis (Wikipedia)

Per quanto possa essere “pulita”, tutta la superficie della pelle di un individuo sano qualsiasi, è coperta da un “tappeto” di “batteri buoni”, che agiscono come una barriera protettrice contro le infezioni (stimolando il nostro sistema immunitario e innescando una naturale risposta fisiologica contro gli agenti nocivi esterni); si tratta del cosiddetto microbiota cutaneo, costituito da oltre cinquecento specie di batteri! L’odore corporale di un essere umano, individuale e personale, altro non è che quello generato dal miscuglio dei suoi particolari batteri (senza i quali il nostro corpo non emanerebbe alcun odore, sia sgradevole che piacevole!). La maggior parte dei batteri dimora nel tratto intestinale. All’interno del corpo umano, il miscuglio di batteri intestinali (il cui compito è quello di consentire la digestione del cibo ingerito), caratterizza l’identità biologica di ogni individuo. Tuttavia, proprio la digestione, influenza lo stato di salute generale di ogni essere umano; essa infatti, come un “secondo cervello”, caratterizza i suoi comportamenti, i suoi stati d’animo, nonché i suoi gusti e la sua personalità. I suoi effetti, sono dunque di natura fisica, psichica e biologica. In un uomo “medio” (20-30 anni di età, 1,70 m di altezza per 70 kg di peso), ci sono circa 30 trilioni di cellule e 39 trilioni di batteri! (R.Milo, R.Sender, S.Fuchs; 2016. Confr.: biorxiv.org). Tuttavia, anche le cellule del corpo umano, non si possono definire “puramente umane”. Infatti, durante il corso della nostra evoluzione, dei batteri sono stati integrati, “addomesticati” e “naturalizzati”, affinché non lasciassero più l’intimità delle cellule umane, divenendo in tal modo essenziali per il loro funzionamento.

Scendendo in profondità a scale ancora più ridotte, troviamo i cromosomi; delle lunghe molecole di DNA e proteine associate, in cui si trovano le loro unità funzionali: i geni. Fin dalla notte dei tempi, l’uomo ha regolarmente incorporato nel suo genoma, centinaia di geni “estranei”. In totale, si tratta di più di centomila frammenti di virus, che vanno a costituire circa l’8% dell’intero genoma umano; in pratica quindi, circa l’8% del nostro DNA, è di origine virale! Si tratta di virus endogeni (resti di antiche battaglie tra il sistema immunitario dei nostri antenati e i virus patogeni presenti nei vari periodi storici in cui hanno vissuto; sequenze genetiche che testimoniano infezioni avvenute cento milioni di anni fa), che l’evoluzione umana, in alcuni casi, ha trasformato in vere e proprie armi contro gli attuali virus moderni.

Questi frammenti di DNA virale (incorporati nel nostro genoma), regolano dei geni che sono parte integrante del nostro sistema immunitario innato. Ma la cosa più sorprendente è che, nel momento in cui questi frammenti virali vengono rimossi sperimentalmente, l’intero sistema immunitario ne risente e si paralizza! (E.B. Chuong, N.C. Elde, C.Feschotte; 2016. Confr.:science.sciencemag.org). Questi “virus fossili” sono ospiti fissi del genoma umano e di quello di moltissime specie di mammiferi. In uno studio di circa dieci anni fa su questi virus fossili, sono state rilevate tracce di ben dieci famiglie di virus differenti; tra cui lontani parenti del virus Ebola e di quello dell’epatite B. Alcune di tali famiglie di virus, sono riuscite ad integrare (in un dato momento dell’evoluzione) il proprio materiale genetico nel DNA delle cellule germinali della specie che hanno infettato, permettendo così ai geni virali di essere trasmessi di generazione in generazione fino ad oggi. (A. Katzourakis, R.J. Gifford; 2010. Confr.: ncbi.nlm.nih.gov). L’essere umano quindi, nella sua integrità, altro non è che il risultato di una perfetta collaborazione intra ed interspecifica tra microrganismi di ogni genere. Tutti gli esseri viventi sono organizzati secondo una gerarchia di livelli (molecole, cellule, organismi, popolazioni, ecosistemi) all’interno dei quali si stabilisce una fitta rete di interazioni che concorrono a determinare l’adattamento del livello superiore. Tuttavia, solo certe combinazioni di interazioni sono possibili e compatibili con la vita e fra le combinazioni possibili in ogni dato momento storico e in ogni ambiente, alcune sono capaci di riprodursi più di altre. In sintesi quindi gli esseri viventi potrebbero essere definiti come sistemi aperti e interattivi, capaci di dare ordine utilizzando energia secondo programmi variabili e quindi di riprodursi adattandosi; ovvero modellandosi secondo le esigenze ambientali e temporali. Secondo il biologo e genetista americano Richard Charles Lewontin: “Esiste, e già da molto tempo, un’ampia serie di prove a dimostrazione del fatto che l’ontogenesi di un organismo è la conseguenza di un’interazione unica tra i geni di cui è portatore, la sequenza di ambienti esterni con cui entra in contatto nella sua vita e le interazioni molecolari casuali all’interno delle singole cellule. È di queste interazioni che va tenuto conto, per spiegare come si forma un organismo”.

Nel regno vegetale soprattutto (ma anche in quello animale), quelle leggi della natura che mettono in relazione il fenotipo di organismi di un particolare genotipo con l’ambiente, sono dette norme di reazione. Un modello di reazione è la mappatura dell’ambiente in fenotipi, caratteristica di una particolare conformazione genetica. Quindi un genotipo non dà luogo a un unico tipo di sviluppo, ma a una norma di reazione; ovvero a uno schema di diversi tipi di sviluppo in ambienti diversi. Se prendiamo ad esempio in considerazione la Drosophila melanogaster (il comune “moscerino della frutta”), notiamo che, per ceppi genetici diversi (isolati dalle popolazioni naturali di tale insetto), messi a confronto in ambienti diversi, senza specificare le temperature che la specie incontrerà nel corso della sua evoluzione, risulta impossibile prevedere quale genotipo risulterebbe favorito dalla selezione naturale, a causa delle sue maggiori probabilità di sopravvivere. Tra gene e ambiente si verificano interazioni uniche tali che l’ordinamento dei fenotipi non trova corrispondenza in alcun ordinamento separato a priori, di genotipi o di ambienti.


Il tardigrado Hypsibius dujardini (Wikipedia)

Come forma di vita terrestre, quella umana è sicuramente una delle più fragili. Se pensiamo ad esempio al tardigrado, un piccolo organismo eutelico (ovvero con un numero costante di cellule durante tutto il suo percorso di vita) le cui dimensioni lineari variano da meno di 0,1 mm fino a circa 1,5 mm, esso è in grado di sopravvivere quasi un decennio in condizioni di totale mancanza d’acqua (disidratazione), di resistere per molti giorni a temperature estremamente basse (fino a meno duecento gradi Celsius) come pure per qualche minuto a temperature estremamente alte (fino a 151°C). Essi sembrano inoltre indifferenti alle radiazioni ionizzanti (anche a dosaggi iper elevati, di cui una piccola percentuale, sarebbe già letale per un essere umano!); uno studio di pochi anni fa (2016) condotto da alcuni ricercatori dell’Università di San Diego (UCSD), ha dimostrato che una proteina esclusiva di questi animali chiamata Dsup (1), è in grado di ridurre i danni da radiazioni sul DNA umano del 40%. Questi minuscoli e ultra resistenti esseri viventi, possono persino sopravvivere nello spazio aperto, in mancanza di ossigeno e di tutti gli altri gas presenti nell’atmosfera terrestre (dunque anche in mancanza di una determinata pressione atmosferica; il fatto più sorprendente però, è che essi riescono a sopravvivere anche a pressioni estremamente elevate, maggiori di quelle presenti su diversi fondali marini).

Definire la specie umana come una forma di vita contraddistinta da una innata fragilità biologica, che fin dalla notte dei tempi accompagna il suo percorso evolutivo, è sicuramente una conclusione piuttosto evidente. Fortunatamente però, il nostro percorso evolutivo ci ha portati a sviluppare un’intelligenza tale da farci scoprire in che modo (grazie alle scienze biomediche in primis, ma anche alla psicologia) affrontare e combattere, tutti quegli agenti fisici e psicologici che minano la nostra salute sin dai primi giorni in cui veniamo alla luce. Il vero grande problema dell’uomo, oggi, non è quello di trovare il modo di restare in vita il più a lungo possibile (visto che statisticamente, la durata media della vita è aumentata costantemente negli ultimi duecento anni); bensì quello di capire come ridurre la velocità con cui si invecchia. Come giustamente ci ricorda il biochimico inglese Guy Brown: “La durata media di vita è aumentata perché abbiamo rimosso specifiche cause di morte, ma i processi molecolari di invecchiamento all’interno del corpo umano sono inesorabilmente continuati. Dato che l’aspettativa media di vita è cresciuta, ma la velocità di invecchiamento è rimasta invariata, stanno aumentando gli anni passati in uno stato di malattia e di dipendenza e le persone muoiono sempre più di ‘vecchiaia’. È stato calcolato che se ci liberassimo delle principali cause di morte odierne (malattie cardiovascolari, cancro e ictus), l’aspettativa di vita crescerebbe di soli quindici anni. Non siamo neppure sicuri di che cosa debbano morire gli anziani in assenza di malattie cardiovascolari, cancro e ictus. Il certificato di morte registra una qualche causa di morte prossima all’evento, come una polmonite, ma questa costituisce l’esecutore della morte, non il regista che si cela dietro di essa. La causa ultima è l’invecchiamento, ma fra causa ultima e causa prossima c’è in mezzo, verosimilmente, qualche disfunzione o qualche processo patologico specifico che conduce a una specifica forma di morte. Nel caso della polmonite, la ragione per cui l’anziano diventa suscettibile a un’infezione, che pochi anni prima avrebbe facilmente debellato, deve risiedere in una disfunzione polmonare o del sistema immunitario, o di qualche altro sistema che controlla quest’ultimo. Quando le persone vivranno più a lungo e pochi moriranno per cause conosciute, scopriremo inevitabilmente nuovi processi patologici associati all’invecchiamento avanzato, proprio come l’aumento della longevità ha già rivelato le malattie neurodegenerative”.

Concludo questo articolo accostandomi al pensiero di uno dei più autorevoli biologi e naturalisti contemporanei, Edward O. Wilson, che in uno dei suoi libri più fortunati (“The Social Conquest of Earth”, 2012), a proposito del futuro del sapere scientifico, si espresse così: “(…) i futurologi tendono a soffermarsi sulle strade che, a loro avviso, l’umanità dovrebbe imboccare. Ma data la vergognosa mancanza di auto-comprensione della nostra specie, l’obiettivo migliore al momento potrebbe essere quello di scegliere dove non andare. (…) L’umanità è una specie biologica in un mondo biologico. In ogni funzione del nostro corpo e della nostra mente e a ogni livello, siamo finemente adattati a vivere su questo particolare pianeta. Apparteniamo alla biosfera fin dalla nostra nascita. Pur essendo stati incensati in mille modi, restiamo una specie animale della fauna globale”.

Fausto Intilla,
16 febbraio 2020

Note:

1- Questa proteina (Dsup – damage suppressor) si lega al materiale genetico all’interno di ciascuna cellula, per poi formare uno scudo protettivo che scherma il DNA dai radicali idrossili. Le radiazioni (come pure l’esposizione a sostanze chimiche altamente nocive) possono scindere le molecole d’acqua all’interno delle cellule e formare particelle patogene (radicali idrossili), in grado di danneggiare il DNA. La barriera protettiva creata dalla proteina Dsup, impedisce che ciò accada. Dalle notevoli proprietà di tale proteina, emerge dunque la capacità dei tardigradi di tollerare sostanze chimiche assai nocive che ucciderebbero qualsiasi altro essere vivente.

lunedì 24 febbraio 2020

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Lunedi 24 Febbraio 2020

Lunedì della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Risultato immagini per Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde 

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia. 
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza, 
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6) 

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso, 
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito, 
perché possiamo conoscere 
ciò che è conforme alla tua volontà 
e attuarlo nelle parole e nelle opere. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Giac 3,13-18)
Se avete nel vostro cuore spirito di contesa, non vantatevi.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Fratelli miei, chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. 
Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. 
Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore. 

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. 

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. 

Il timore del Signore è puro, 
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. 

Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore. 

Canto al Vangelo (2Tm 1,10) 
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia. 

VANGELO (Mc 9,14-29
Credo, Signore; aiuta la mia incredulità. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. 
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. 
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». 
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». 

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
L'invocazione che sale da un cuore umile, trova accoglienza presso Dio e sollecita la sua misericordia. Presentiamo a lui ciò che ci sta a cuore, dicendo con fede:
Padre buono, ascoltaci!

- Ti preghiamo per la Chiesa: Fa' che i peccatori si accostino a lei con fiducia per essere a te riconciliati.
- Ti preghiamo per i sacerdoti: dona loro sapienza e carità nel porgere Cristo, pane di vita e parola che rianima nel profondo.
- Ti preghiamo per gli «operai della preghiera»: il profumo della lode incessante renda più umano l'universo.
- Ti preghiamo per chi è stato ferito dalla vita: donaci un forte amore per ogni uomo e la volontà di porre segni di pace.
- Ti preghiamo per tutte le piaghe dell'umanità: la sofferenza di molti la santifichi fino a condurla definitivamente a te.
- Per i genitori preoccupati della salute e dell'avvenire dei figli. Preghiamo.
- Per chi non prega da tanto tempo. Preghiamo.

O Creatore nostro, che hai fatto tutto con sapienza e con bontà, da te speriamo il dono del tuo Spirito risanatore, perché con il Cristo tuo Figlio, dato per noi, possiamo cantare la tua lode per i secoli eterni. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta 
espressione della nostra fede; 
fa’ che dia gloria al tuo nome 
e giovi alla salvezza del mondo. 
Per Cristo nostro Signore. 



Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. 
In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, 
o Altissimo. (Sal 9,2-3) 

Oppure: 
Signore, io credo che tu sei il Cristo, 
il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27) 

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, Signore,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Gli indemoniati dei tempi moderni sono molto più numerosi di quanto si possa immaginare. Basta vedere il numero via via crescente di guerre, torture, violenze, furti, odio, traffici di droga, imbrogli di ogni genere e corsa al denaro. Questi indemoniati operano attivamente nel mondo, e i discepoli di Gesù Cristo dichiarano di non poter esorcizzarli. Invece Gesù ci dice: “Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera”. La domanda che ci si deve porre è allora questa: “Sono o no un uomo o una donna di preghiera?”. 
Per facilitare la preghiera, Cristo ha istituito i sacramenti. Ma i sacramenti ricevuti senza adesione interiore non sono di grande utilità: diventerebbero quasi dei riti magici. Se, ricevendo l’assoluzione, non mi pentissi sinceramente, se non cambiassi il mio essere nell’intimo, essa non mi farebbe un effetto diverso da un segno qualsiasi. 
Per tornare al Vangelo, vediamo che un uomo pieno d’odio verso il prossimo è un uomo il cui cuore è minacciato dalla presenza di un serpente. È posseduto da questo odio. Se prega e si pente in modo sincero, come san Pietro, allora il serpente viene scacciato. Ma se, nel segreto del cuore, continua a odiare, pur parlando di carità, di perdono e di misericordia, offusca irrimediabilmente l’immagine di Dio che ha in sé dal battesimo. 
Io piango sul nostro mondo posseduto, proprio come Gesù ha pianto su Gerusalemme. Piango nel vederlo cercare la verità lontano dalla sua vera fonte, e perdersi nelle illusioni. Eppure, l’uomo ha sete di assoluto. Ha sete, sete, sete, e tenta di dissetarsi a pozzi ormai secchi, mentre la fonte d’acqua pura è in noi, mediante la presenza di Gesù, e basterebbe aprirgli un po’ la porta dei nostri cuori. Uniamoci ai santi e a tutti gli esseri di preghiera, per scacciare il demonio dal nostro mondo.

La Comunione nella Mano, i Concili, i Santi e le Eresie Protestanti…

La Comunione nella Mano, i Concili, i Santi e le Eresie Protestanti…

IN QUESTI GIORNI SI RACCOMANDA DI PRENDERE L'OSTIA IN MANO PER EVITARE DI INFETTARSI. MA RIFLETTETE. COME POTREBBE INFETTARE PRENDERE IL CORPO E IL SANGUE DI CRISTO VERO VIATICO E VERO RIMEDIO CONTRO TUTTI I MALI? E' UNA TRAPPOLA SATANICA! IN TEMPI PERICOLOSI PER LA VITA UMANA COME QUESTO, SE FOSSE IL VOSTRO ULTIMO GIORNO SULLA TERRA VI PERDONERESTE MAI DI AVER COMMESSO UN PECCATO MORTALE COSì GRAVE NELL'AVER INSULTATO IL CORPO MISTICO DI CRISTO?.... 






Per chi non lo sa, ricevere la comunione nella mano, è uno dei più grandi sacrilegi commessi oggi come oggi contro il corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Senza dubbio è anche peccato. Molti si domanderanno: ma perché alcuni sacerdoti la consegnano così? Perché fu permesso per mezzo di un indulto, durante il papato di Paolo VI. Quasi nessuno sa che è stata introdotta sotto inganno al Papa Paolo VI, che non ebbe altra scelta che consentirla con la più grande tristezza e dispiacere, sotto indulto, e non potendo detenere la proliferazione di questa sacrilega pratica in quasi tutto il mondo. E’ stata una cospirazione dietro la quale si specula che siano stati coinvolti alcuni membri della Chiesa, in particolare i vescovi, i massoni europei, i protestanti e i terribili nemici della fede e della Chiesa cattolica.

La parola “sacro”, significa separato, inaccessibile, intoccabile. La parola “profano”, significa il contrario, manipolabile, toccabile.

Al Papa Paolo VI fu fatta pressione dai membri del clero in Germania, Belgio, Olanda e Francia perché autorizzasse la Comunione nella mano, che si stava estendendo senza nessun permesso, un’attitudine d’indisciplina e individualismo. La Sacra Congregazione del Rito concesse la nuova pratica alla Germania il “06/07/68″ e al Belgio “11/07/68″ pero dietro alle proteste per questo cedimento il Papa sospese la concessione il “25/O7/68″.

La decisione del Papa non potè fermare l’abuso. Paolo VI credette conveniente realizzare un’INCHIESTA mondiale dentro l’Episcopato il 12 marzo 1969 a cui risposero 2136 Vescovi e il risultato fu il seguente:
a) Alla domanda: si deve accogliere il desiderio che, oltre al modo tradizionale, si permettesse pure il rito di ricevere la Sacra Comunione nella mano? Risposero cosi:

-¡NO! (Non placet): 1233 Vescovi.
-¡SI! (Placet): 567.
-Secando (Placet iuxta modum): 315.
– Voti non valdi: 21.

Ci furono più di due supposizioni nell’inchiesta; la scelta maggiore fu, così, quella del No alla Comunione nella mano.
Vi rendete conto che di quello che si chiese ai Vescovi, scelti dallo Spirito Santo per dirigere la Chiesa (Hech. 20, 28) non ci si fece caso, nonostante dissero “che non si deve cambiare la disciplina vigente; ma, che il cambio sarebbe dannoso, sia per il sentimento sia per il culto spirituale degli stessi vescovi e di molti fedeli?” (M. Dom.).
– Vi rendete conto che non si chiese iI parere dei laici, quando secondo il Concilio “hanno la facolta e, a volte, il dovere di esprimere la propria opinione su cosa è più giusto per quello che mira al bene della Chiesa?” (1. G. 37). Fu una chiara attitudine anticonciliare.
– Sapete voi che iI Concilio Vaticano II non si pronunciò riguardo alla pratica della comunione nella mano? L’approvazione venne dopo,in un periodo d’abusi liturgici per i quali Giovanni Paolo II chiese perdono in “Dominicae Cenae” (24-Feb.-80).
La Comunione nella Mano e la Eresia Protestante
– Sapete voi che esistono documenti che dimostrano che la Massoneria, dal secolo XIX, ha cercato di far si che i Cattolici prendessero la Comunione nella mano ed in piedi? I secolari nemici della Fede ci sono riusciti. Che cecità da parte nostra!
– Sapete voi che ci sono chiese non cattoliche (sette) che “comunicano” nella mano, però non credono nella Presenza Reale di Gesù Cristo nell’Eucarestia?
– Sapete voi che ci sano chiese orientali – unite o separate da Roma – secondo il rito bizantino, che proibiscono la Comunione nella mano? Questo rito (dare la Comunione nella mano), pensato come un avvicinamento ecumenico è risultato, invece, antiecumenico.
La riverenza verso questo sacramento ha portato a una serie di segni di devozione che si osservano universalmente in tutta la Chiesa d’Occidente e Oriente. Ovunque l’eresia protestante ha trionfato, molti o tutti questi segni di riverenza sono stati vietati perché, logicamente, nel contesto di questa eresia, il pane e il vino sono solo simboli del corpo e sangue di Cristo.
Il primo libro di preghiera protestante è stato imposto al popolo inglese nel 1549. Continuò con la pratica di ricevere la comunione in ginocchio e sulla lingua.
Questo è stato uno dei diversi dettagli nel Libro delle Preghiere del 1549 che ha causato il malcontento dei riformatori più radicali, tra cui Martin Bucer, un tedesco che aveva una notevole influenza sul lavoro liturgico di Thomas Cranmer, principale autore del Libro della Preghiera comune anglicana. Nella critica del libro di preghiera del 1959, Bucer scrisse:
“Non ho alcun dubbio che l’uso di non mettere questi sacramenti nelle mani dei fedeli si sia introdotto da una superstizione doppia: in primo luogo, il falso onore che si desidera mostrare in questo Sacramento, e in secondo luogo, l’arroganza dei malvagi sacerdoti che reclamano una maggiore santità rispetto alle altre persone, in virtù dell’olio della consacrazione”.
Bucero decise che “come tutte le superstizioni dei romani contro Cristo devono essere abolite, il Sacramento deve essere collocato nelle mani dei laici”.
Quando l’edizione riveduta del libro di preghiera anglicano fu pubblicata nel 1552, non solo aveva la “rubrica nera”, è stata introdotta la pratica della comunione nella mano. Così, fin dai tempi della riforma, la collocazione dell’ultima cena nelle mani ha acquisito un nuovo significato. Significo il rifiuto della credenza cattolica che c’è una differenza sostanziale tra pane eucaristico e il pane comune o una differenza sostanziale tra un prete e un laico.
La ricezione del Santissimo Sacramento sulla lingua da parte dei laici è una testimonianza della sua fede nel sacerdozio e nella presenza reale, ricevere il sacramento nella mano, come i protestanti sono una testimonianza di rifiuto verso queste credenze.
I Concili
Il Concilio di Saragozza (a.380)*: “Scomunicare chiunque osi ricevere la Santa Comunione nella mano.” – Il Sinodo di Toledo: conferma questa sentenza. * Vedere Commenti…
Sinodo di Rouen (a.650): “Non si collochi l’Eucaristia nelle mani di nessun laico o laica, ma solo nella loro bocca. Condanniamo la comunione nella mano per porre un limite agli abusi che occorrono a causa di questa pratica e come salvaguardia contro i sacrilegi’“.
Il sesto Concilio Ecumenico di Costantinopoli (680-681): Proibì ai fedeli di dare la comunione a se stesso che è ciò che accade quando la particella sacra è posta nelle mani di chi riceve la comunione e decreto una scomunica di una settimana per le persone che lo han fatto alla presenza di un vescovo, un sacerdote o un diacono.
Il Concilio di Trento (1545-1565): “È sempre stata consuetudine della Chiesa di Dio nella comunione sacramentale dei laici, prendere la comunione nelle mani dei sacerdoti e che i sacerdoti celebranti da se medesimi, usanza che per ragione e giustizia deve essere mantenuta per provenire dalla tradizione apostolica.”
Concilio Vaticano I(1869-1870): Non prescrive nessuna norma.
Concilio Vaticano II(1961-1965): Non prescrive nessuna norma.
Nella riforma Liturgica realizzata durante il Concilio Vaticano II, si dichiara il seguente:
Poi il sacerdote prende la patena o la pisside e si reca dai comunicandi, che normalmente si avvicinano processionalmente.

Non è permesso ai fedeli prendere da se stessi il pane consacrato o il sacro calice, tanto meno passarselo di mano in mano. I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza Episcopale. Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme.
Se la Comunione si fa sotto la sola specie del pane, il sacerdote, eleva alquanto l’ostia e la presenta a ciascuno dicendo: Il Corpo di Cristo. Il comunicando risponde: Amen, e riceve il sacramento in bocca o, nei luoghi in cui è stato permesso, sulla mano, come preferisce. Il comunicando appena ha ricevuto l’ostia sacra, la consuma totalmente.

Se invece la Comunione si fa sotto le due specie si segue il rito descritto a suo luogo (Cf. nn. 284-287).
Nel caso siano presenti altri presbiteri, essi possono aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione. Se non ve ne sono a disposizione e il numero dei comunicandi è molto grande, il sacerdote può chiamare in aiuto ministri straordinari, cioè l’accolito istituito, o anche altri fedeli a ciò deputati secondo il diritto. In caso di necessità, il sacerdote può incaricare volta per volta fedeli idonei.

Questi ministri non salgano all’altare prima che il sacerdote abbia fatto la Comunione e ricevano sempre dalla mano del sacerdote il vaso in cui si custodiscono le specie della Ss.ma Eucaristia da distribuire ai fedeli.
Santo Tommaso d’Aquino
San Tommaso d’Aquino, la figura massima teologica della Chiesa, dove si basa tutta la dottrina con fondamenti, nella Summa Teologica – Parte III – Domanda 82, parlando della distribuzione dell’Eucaristia, dice:
“La distribuzione del corpo del Signore appartiene al sacerdote per tre ragioni. Primo, perché, come si è detto, egli consacra in persona di Cristo. Ora, Cristo, come consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Quindi come al sacerdote appartiene la consacrazione del corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo.
Secondo, perché il sacerdote è costituito intermediario tra Dio e il popolo (Heb 5,1). Perciò come spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così tocca a lui dare al popolo i doni santi di Dio.
Terzo, perché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di un caso di necessità: se, p. es., stesse per cadere a terra, o in altre contingenze simili.”
Santo Tomas rende chiaro in questi paragrafi, che le mani dei battezzati non possono toccare l’Eucaristia, perché è un privilegio dato solo ai sacerdoti.
Uno dei frutti della comunione nella mano, è quello di eliminare la differenza tra il sacerdozio ministeriale e il comune di tutti i battezzati ed è ciò che cerco Lutero, quando nelle sue “liturgie” chiese ai suoi “ministri” di dare la comunione in mano per due cose “per rimuovere la superstizione della Presenza Reale e la differenza tra il sacerdote ei fedeli”.
Questa dottrina Tomista è stata confermata dalla Chiesa, evidenziando la divisione tra i fedeli e il sacerdote, il Vaticano II chiarisce questa differenza:
“Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l’uno all’altro, poiché l’uno e l’altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’Eucaristia , ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa.” (LUMEN GENTIUM )
Coloro che appoggiano la comunione nella mano nel nome del Concilio Vaticano II, introducono abusi nella liturgia e dottrine moderniste.
Il Concilio Ecumenico approvato dalla Santa Sede, rende chiaro che tra i laici e sacerdoti esiste una gran linea di demarcazione e una dignità più alta con una chiamata speciale del Signore.
Le Opioni dei Santi, Padri e Dottori della Chiesa
San Sisto I ( a.115): “I Santi Misteri non devono essere manipolati da altri che non sono consacrati al Signore.” (Liber Pontificalis)
Tertulliano (160-220): “Vigiliamo scrupolosamente che qualcosa dei calici o del pane possa cadere a terra.” (Da Corona, 3 PL 2, 99)
San Ippolito (170-235): “Stia attento ciascuno…che qualche frammento non abbia cadere e perdersi, perché è il corpo di Cristo che deve essere mangiato dai fedeli e non si deve disprezzare.” (Trad. Ap. 32.)
Origine (185-254): “Voi che siete soliti prendere parte ai divini misteri quando ricevete il corpo del Signore lo conservate con ogni cautela e ogni venerazione perché nemmeno una briciola cada a terra, perché nulla si perda del dono consacrato. Siete convinti, giustamente, che sia una colpa lasciarne cadere dei frammenti per trascuratezza. Se per conservare il suo corpo siete tanto cauti – ed è giusto che lo siate –, sappiate che trascurare la parola di Dio non è colpa minore che trascurare il suo corpo”. (In Exod. Hom., hom. XIII, 3, Migne, PG 12, 391).
Papa San Eutichiano (275-283): “Nessuno osi consegnare la comunione ad un laico o ad una donna per portarla ad un infermo.” (P.L. V,coll.163-168).
San Efren (306-373): “Mangiare questo pane e non calpestate le sue briciole, una particella delle sue briciole può santificare migliaia e migliaia ed è sufficiente per dare vita a tutti quelli che lo mangiano.” (Serm. in hebd. s., 4, 4)
San Cirillo (315-387): “Sii vigilante affinchè tu non perda niente del corpo del Signore. Se tu lasciassi cadere qualcosa, devi considerarlo come se tu avessi tagliato uno dei membri del tuo proprio corpo. Dimmi, ti prego, se qualcuno ti desse granelli d’oro, tu per caso non li terresti con la massima cautela e diligenza, intento a non perdere niente? Non dovresti tu curare con cautela e vigilanza ancora maggiore, affinchè niente e nemmeno una briciola del corpo del Signore possa cadere a terra, perchè è di gran lunga più prezioso dell’oro o delle gemme?” ( S.Cyrillus Hier., Catech. Myst., 5, 21)
San Basilio (330-379): “Il diritto di ricevere la Santa Comunione nella mano è consentito solo in tempi di persecuzione, o come nel caso dei monaci nel deserto, quando erano assenti un diacono o un sacerdote che potesse distribuirle.” (Ep. 93)
San Agustino (354-430): “Sarebbe una follia insolente discutere che fare quando tutta la Chiesa universale ha già una pratica stabilita.” (Carta 54,6; a Denaro)
Papa San León (440-461): “Si riceve nella bocca quello che si crede per la fede” (Patrologia Latina, 54, 1385).
San Francisco de Asís (1182-1226): “Solo loro (i Sacerdoti) devono amministrarlo, e non altri”. (Carta 2° a tutti i fedeli,35).
Papa San Pio X: “Nell’atto di ricevere la santa Comunione bisogna essere inginocchiati, tenere la testa mediocremente alzata, gli occhi modesti e rivolti alla sacra particola, la bocca sufficientemente aperta e la lingua un poco avanzata sulle labbra”. E rispondendo a chi gli chiedeva il permesso di ricevere la comunione in piedi sulla base del fatto che: gli Israeliti mangiavano in piedi l’agnello pasquale, ha dichiarato: “L’agnello Pasquale era tipo (simbolo, figura o promessa) dell’Eucaristia. Pertanto, i simboli e le promesse si ricevono in piedi, la realtà si riceve in ginocchia e con amore “. (Catechismo Maggiore)
Papa San Pio XII:“Non possiamo fare a meno, però, per Nostro dovere di coscienza, di deplorare e riprovare quelle immagini e forme da alcuni recentemente introdotte, che sembrano essere depravazione e deformazione della vera arte, e che talvolta ripugnano apertamente al decoro, alla modestia ed alla pietà cristiana, e offendono miserevolmente il genuino sentimento religioso; esse si devono assolutamente tener lontane e metter fuori dalle nostre chiese come in generale, tutto ciò che non è in armonia con la santità del luogo”. (Mediator Dei)
Papa Giovanni Paolo II: “Toccare la Sacra Specie, la sua distribuzione con le proprie mani, è un privilegio degli Ordinati”. (Carta Domenicae Cenae)
Madre Teresa di Calcutta: “Il peggior male del Mondo è il rito della Comunione nella mano (”The Wanderer”, 23-3-89)