lunedì 2 dicembre 2019

I segreti dell’oro nazista, banca svizzera e vaticano

LA GERMANIA E L'ORIGINE STORICA DELLA FEBBRE DELL'ORO. SE LA GERMANIA DOVESSE RESTITUIRE TUTTO L'ORO SOTTRATTO DA HITLER, LA DEUTSCHE BANK SI SVUOTEREBBE!! FARSI RESTITUIRE L'ORO SOTTRATTO IN GUERRA SI PUO', L'ALBANIA LO HA FATTO....





Dove è finito tutto l’oro rubato agli internati dei territori conquistati? In realtà si sa benissimo dove esso sia, ma non ci si puo’ fare nulla…



Con il termine oro nazista ci si riferisce ai beni che furono trafugati e trasferiti dalla Reichsbank a banche svizzere e alla Banca d’Oltremare sul finire della seconda guerra mondiale. Il regime hitleriano effettuò una politica di nazionalizzazione delle banche (ma senza Riserve auree) al fine di coniare moneta propria e, in seguito alla soppressione e all’incameramento dei beni delle famiglie ebraiche e non, al fine di attuare il finanziamento della guerra.


Durante le perquisizioni, sia in Germania che nei territori conquistati, venivano sequestrati sistematicamente qualsiasi suppellettile d’oro, ed invece quando si stava per essere internati in un campo di concentramento, venivano sequestrate collane, orecchini, fedi nuziali e qualsiasi altro bene del metallo prezioso (ed anche protesi dentali di oro). Questo, moltiplicato per le cifre drammatiche che tutti conosciamo da un risultato in termine di quantità d’oro rubato definibile in cifre da capogiro.



Una foto scioccante delle migliaia di fedi nuziali sequestrate agli internati


L’oro sequestrato veniva immediatamente fuso per nasconderne le origini insanguinate

Medaglie, monili o altri oggetti d’oro sequestrati dai nazisti, furono fusi in lingotti con il nome della Reichsbank, per confonderne l’origine, e una parte di essi fu depositata in forzieri segreti in Svizzera. Secondo alcune stime, i nazisti confiscarono oro per un valore di 550 milioni di dollari, ma solo una parte di quest’oro, fu restituito alla fine della guerra dai banchieri svizzeri agli Alleati. La Svizzera ha sempre smentito questa ricostruzione.

Una legge, entrata in vigore nel 1934, sembrava presagire gli eventi che stavano per colpire l’Europa. Durante la dittatura di Hitler, in Germania venne promulgata una legge che puniva ogni tedesco con capitali detenuti all’estero, con la pena di morte. La Gestapo, la polizia politica nazista, era continuamente alla caccia di informazioni sui clienti delle banche svizzere. La Svizzera si convinse sempre di più, della necessità e dell’importanza di difendere il segreto bancario.

Dalla Rivoluzione Francese all’oro trafugato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, il segreto bancario svizzero ha sempre garantito la privacy dei clienti degli istituti elvetici.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti ebrei europei depositarono i loro risparmi in Svizzera. Ma al termine del conflitto, molti di loro o dei loro eredi, non possedevano la documentazione per il recupero dei beni depositati. Anche i nazisti depositarono presso le banche elvetiche beni saccheggiati nei paesi invasi e beni strappati ai prigionieri. Per questi motivi, le banche svizzere furono accusate di coprire gli ex-gerarchi del regime nazista e di non restituire i risparmi degli ebrei morti durante l’olocausto.

I beni venivano depositati in sedi specializzate. Il trasferimento dell’oro, valutato al cambio in valuta del momento, avvenne grazie alla collusione di molte istituzioni, la cui identità non è stata ben chiarita, così come non è precisato il volume delle transazioni avvenute.

Che il regime nazista abbia effettuato una politica di sequestro di beni per il finanziamento della guerra, come pure l’asportazione di beni depositati nelle banche, col loro successivo trasferimento dalla Reichsbank dove erano stati depositati, costituisce un insieme di argomenti ben documentati fin dagli anni cinquanta. Molte istituzioni e banche sono state oggetto di accuse e polemici interventi, motivati dall’accusa di una loro possibile acquisizione dell’oro nazista. Il caso è tuttavia tuttora aperto.

Sparizione

Dove sia stato trasferito l’oro nazista, tra i vari scambi avvenuti tra le varie istituzioni europee nel 1945 è stato l’argomento di parecchi libri, teorie di cospirazione e vesti pubbliche hanno portato nel gennaio del 2000 le accuse contro la Banca Vaticana, l’Ordine Francescano e altre istituzioni cattoliche.


La Banca Nazionale Svizzera (BNS), era il più grande centro di distribuzione dell’oro nell’Europa continentale prima della guerra, questo fu il principale aggancio utilizzato dalla Germania nazista per cambiare l’oro in valuta. Durante la guerra, la BNS ha ricevuto $440 m di oro, di cui $316 m sono stati rubati.

Il 21 ottobre 1946, il reparto dell’intelligence dell’esercito statunitense ricevette un report dall’agente della DIA Emerson Bigelow. L’agente affermava che con il crollo degli Ustascia nel 1945, le autorità britanniche confiscarono 150 m di franchi svizzeri al confine austro-svizzero e che il denaro è stato depositato in una sede della Banca Vaticana in Svizzera. Ulteriori rapporti affermano che 200 m di Franchi svizzeri vennero trasferiti nella Città del Vaticano e nello IOR con l’appoggio delle autorità cattoliche e dell’Ordine Francescano. Tali accuse sono state apertamente negate dalla Banca Vaticana.

In queste circostanze, il segreto bancario svizzero ha impedito la divulgazione delle informazioni sui clienti depositanti, invece per quanto riguarda il vaticano il segreto ha il triste destino di rimanere tale.



L'ALBANIA SI FECE RESTITUIRE L'ORO SOTTRATTO DAI NAZISTI

L'Albania ha firmato con gli Stati Uniti un accordo per la restituzione del bottino di guerra che i nazisti le avevano sottratto nel 1943, recuperato dagli alleati alla fine della Seconda guerra mondiale. Si tratta di 2.417 chili di oro che custodiva la Banca albanese a Roma ma di cui sono stati ritrovati finora 1.574 chili, per un valore di circa venti miliardi di lire. Le autorità di Tirana, che hanno sottoscritto l'accordo per la restituzione dell'oro con l'ambasciatore americano Joseph Lake, non hanno finora fornito dettagli sui termini dell'intesa. Non si sa che cosa gli albanesi abbiano deciso sulle proprietà britanniche e americane confiscate dai comunisti, né se abbiano versato i due milioni di dollari richiesti da Londra per l'"incidente di Corfù", quando mine albanesi avevano provocato l'affondamento di una fregata inglese e la morte di 44 militari. Per reazione Londra aveva deciso di bloccare il bottino di guerra custodito dagli Alleati nelle sue banche. La trattativa per la restituzione del bottino era iniziata dal 1945, ma non aveva avuto alcun esito fino a quattro anni fa, quando Londra aveva raggiunto un accordo con Tirana, ponendo come condizione la restituzione dei beni sequestrati dai comunisti in Albania e il pagamento di due milioni di dollari per i danni procurati nell'incidente. Gli albanesi l'avevano depositato a Roma nel 1925 ai tempi del protettorato italiano in Albania, poi era finito nelle mani del comandante delle SS in Italia. Trasferito presso i depositi del Terzo Reich, in Germania, era stato ritrovato da un soldato britannico in una miniera di sale, e consegnato ai superiori. Da quel tempo l'oro albanese è rimasto nei forzieri della Banca Centrale di Londra, diventando oggetto di trattative durate 50 anni. Per ottenere il risarcimento dei danni procurati dall'incidente di Corfù, gli inglesi si rivolsero alla Corte internazionale dell'Aja che condannò il governo di Tirana al pagamento di 2 milioni di dollari: poiché Hoxha si rifiutò di versare la somma, Londra continuò a tenere bloccato il bottino di guerra. Nel 1970 il dittatore chiese l'intervento del Consiglio di sicurezza dell'Onu, senza riuscire a ottenere la restituzione dell'oro. Solo nel 1985 gli inglesi diedero la disponibilità al rimpatrio del tesoro, ponendo come condizione - oltre al risarcimento dei danni decretato dall'Aja - la restituzione dei propri beni confiscati dal regime comunista: condizione che Hoxha ancora una volta aveva rifiutato.






LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Lunedi 2 Dicembre 2019
Lunedì della I settimana di Avvento


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola 

Antifona d'ingresso
Ascoltate, o popoli, la voce del Signore; 
proclamate la sua parola sino ai confini della terra: 
il nostro Salvatore verrà, 
non abbiate timore. (cf. Ger 31,10; Is 35,4) 

Colletta
Il tuo aiuto, o Padre, 
ci renda perseveranti nel bene 
in attesa del Cristo tuo Figlio; 
quando egli verrà e busserà alla porta 
ci trovi vigilanti nella preghiera, 
operosi nella carità fraterna 
ed esultanti nella lode. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Is 2,1-5)
Il Signore raduna tutti i popoli nella pace eterna del suo regno.

Dal libro del profeta Isaìa

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.

Parola di Dio.


oppure, se questa lettura è già stata proclamata nella I domenica di Avvento (Anno A), può essere sostituita dalla seguente:

Is 4,2-6 
Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.

Dal libro del Profeta Isaìa

In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. 
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 121)
Rit: Andiamo con gioia incontro al Signore. 

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. 

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. 

Canto al Vangelo (Sal 79,4) 
Alleluia, alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia. 

VANGELO (Mt 8,5-11
Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Il Signore conosce il cuore di ogni uomo ed opera per la salvezza di tutti. Certi della sua misericordia e del suo amore, gli diciamo con fede: 
Veglia sui nostri passi, Signore. 

Illumina, sostieni e accompagna la tua Chiesa, o Signore, perchè possa guidare i passi dei tuoi fedeli per i sentieri che conducono a te. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, i governanti del mondo, perchè abbandonino la corsa alle armi ed usino delle risorse naturali per il progresso civile e morale dei popoli. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, gli ammalati di questa comunità ed aumenta la fede nei loro cuori, perchè non restino delusi quanti t'invocano con fiducia. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, la mente dei tuoi fedeli, perché accogliendo i germi di bontà e di fede presenti in ogni popolo, ne facciano motivo di gratitudine e di arricchimento personale. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, le famiglie cristiane, perchè vivano il loro mistero di grazia e siano testimoni del tuo amore per ogni creatura. Preghiamo: 
Per quanti sono impegnati nelle forze dell'ordine. 
Per quanti vivono l'obiezione di coscienza. 

O Padre, accogli benigno le suppliche che ti presentiamo. La prossima venuta del tuo Figlio ci trovi vigilanti e pronti, rinnovati giorno dopo giorno dalla speranza di sedere con te alla mensa del regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino, 
dono della tua benevolenza, 
e fa’ che l’umile espressione della nostra fede 
sia per noi pegno di salvezza eterna 
Per Cristo nostro Signore. 

Oppure: 
Ti offriamo, Signore, 
questo sacrificio di lode 
nella serena fiducia di esser liberati dai mali 
presenti e futuri 
e di ottenere l’eredità che ci hai promesso. 
Per Cristo nostro Signore. 

PREFAZIO DELL’AVVENTO I 
La duplice venuta del Cristo 

È veramente cosa buona e giusta, 
nostro dovere e fonte di salvezza, 
rendere grazie sempre e in ogni luogo 
a te, Signore, Padre santo, 
Dio onnipotente ed eterno, 
per Cristo nostro Signore. 
Al suo primo avvento 
nell’umiltà della nostra natura umana 
egli portò a compimento la promessa antica, 
e ci aprì la via dell’eterna salvezza. 
Verrà di nuovo nello splendore della gloria, 
e ci chiamerà a possedere il regno promesso 
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa. 
E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo... 

Oppure: 

PREFAZIO DELL’AVVENTO I/A 
Cristo, Signore e giudice della storia 

È veramente giusto renderti grazie 
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, 
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose. 
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, 
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, 
apparirà sulle nubi del cielo 
rivestito di potenza e splendore. 
In quel giorno tremendo e glorioso 
passerà il mondo presente 
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. 
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, 
perché lo accogliamo nella fede 
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno. 
Nell’attesa del suo ultimo avvento, 
insieme agli angeli e ai santi, 
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria: Santo... 

Antifona di comunione
Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace: 
la tua presenza ci riempirà di gioia. (cf. Sal 106,4-5; Is 38,3) 

Oppure: 
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente 
e siederanno a mensa nel regno dei cieli. (Mt 8,11) 

Preghiera dopo la comunione
La partecipazione a questo sacramento, 
che a noi pellegrini sulla terra 
rivela il senso cristiano della vita, 
ci sostenga, Signore, nel nostro cammino 
e ci guidi ai beni eterni. 
Per Cristo nostro Signore. 

Oppure: 
Signore Dio nostro, 
il mistero di cui ci hai reso partecipi, 
alimenti la lampada della nostra fede 
e ci renda vigilanti nell’attesa del tuo Figlio, 
per essere introdotti con lui al convito nuziale. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Colui che sta per venire non deluderà la nostra attesa? La storia del centurione romano ci assicura in proposito. Colui che viene è un “salvatore”: questo significa il suo nome “Gesù”; questa è la ragione della sua venuta fra noi, della sua Incarnazione. 
Il centurione non ha chiesto esplicitamente la guarigione del suo servo. Si è limitato ad un appello disperato e, insieme, confidente. Gesù non può restare insensibile. Subito gli comunica la sua decisione: “Io verrò e lo curerò”. Allora il centurione mostra un bel senso di rispetto, cosciente della sua indegnità: “Signore, io non son degno...”. Come avrebbe reagito all’annuncio del mistero eucaristico in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa nostra? L’atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così belli che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore nel momento della comunione.

sabato 30 novembre 2019

Le Banche centrali europee: l'oro è il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale

IL MES O "MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA'" SERVE PER INDEBITARE I PAESI AL FINE DI COSTRINGERLI A CEDERE ORO ALLA DEUTSCHE BANK? VIENE DA CHIEDERSI: A COSA SI PREPARANO?.... 


Si credeva che le banche centrali occidentali fossero contrarie all'oro, ma le cose sono cambiate, ormai da alcuni anni. Invece di scoraggiare le persone dall'acquistare oro o convincerli che l'oro è un bene irrilevante, molte di queste banche centrali sono più oneste sulle vere proprietà di questo metallo monetario. Dichiarare che l'oro è la riserva di valore per eccellenza, che conserva il suo potere d'acquisto nel tempo ed è un mezzo di pagamento globale. Tali dichiarazioni, combinate con le azioni che verranno discusse di seguito, rivelano che sempre più banche centrali si stanno preparando per il piano B.





IL RESETTAGGIO TOTALE DELLA BANCA NAZIONALE OLANDESE
Wow

Dutch National Bank goes 'Big Reset':

'Aandelen, obligaties en ander waardepapier: aan alles zit een risico [..] Als het hele systeem instort, biedt de goudvoorraad een onderpand om opnieuw te beginnen. Goud geeft vertrouwen in de kracht van de balans van de centrale bank'.




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La Bundesbank (la banca centrale tedesca) ha pubblicato un libro l'anno scorso intitolato Germany's Gold. Nell'introduzione, scritta dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, l'opinione di questa banca non lascia spazio all'interpretazione. Weidmann scrive (sottolineatura mia):
Chiedi a chiunque in Germania cosa associano all'oro e, il più delle volte, diranno che è sinonimo di valore duraturo e prosperità economica. Chiedete a noi della Bundesbank che cosa significano le nostre riserve di oro per noi, vi diremo che, in primo luogo, esse costituiscono una quota molto ampia dell'attività di riserva della Germania ... [e] sono una delle principali fondamenta per rafforzare la fiducia di ancoraggio all'intrinseco valore del bilancio della Bundesbank.
La Bundesbank ha prodotto questa pubblicazione per dare un resoconto dettagliato, il primo del suo genere, di come l'oro è cresciuto di importanza nel corso della storia, prima come mezzo di pagamento, in seguito come il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale.




Per i keynesiani questi commenti potrebbero sembrare che la Bundesbank (BuBa) sia un "goldbug". Le sue osservazioni, tuttavia, sono semplicemente buonsenso. L'oro ha un valore duraturo. Il mondo sopra di esso è associato alla prosperità economica. Ogni valuta di riserva nel mondo oggi è sostenuta da vaste riserve auree. Altrimenti, le autorità monetarie non si fiderebbero di detenere le rispettive valute, oltre a detenere le proprie riserve auree. L'oro è veramente il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale. 
Banche centrali e piramide di Exter
Ciò che viene in mente quando si legge l'affermazione di Weidmann è la piramide inversa di Exter. John Exter era un economista americano che negli anni '60 concepì una piramide rovesciata di attività finanziarie. Sotto la piramide c'è l'oro che costituisce la base del valore più affidabile; tutte le classi di attività all'interno della piramide a livelli progressivamente più elevati comportano un rischio maggiore. Exter a volte si riferiva al suo modello come la piramide del debito; quindi, ha posizionato l'oro al di fuori di esso in quanto è l'unica attività che non ha alcuna responsabilità nei suoi confronti.


Parlando in modo esplicito, quando Exter si rivolse alla Società economica del Sudafrica a Johannesburg il 16 novembre 1966, disse ( fonte ):
L'oro è il nocciolo duro del nostro sistema monetario internazionale.
Il "Bedrock" (Weidmann) e "hard core" (Exter) sono simili, ed entrambi indicano la forza dell'oro e ciò che può portare. Un elemento essenziale del capitalismo è l'investimento - diretto, indiretto, tramite obbligazioni o azioni - che comporta rischi. Maggiore è il rischio, maggiore è il rendimento. Più basso è il rischio, più basso è il rendimento. Ciò che non rientra nel regno degli investimenti ha rischio zero e nessun ritorno, ma fornisce la base che porta il sistema del debito. Questo rifugio sicuro è l'oro, l'unico rifugio di attività che non presenta rischi di controparte.
Nel Manuale sulla bilancia dei pagamenti e sulla posizione patrimoniale sull'estero ( BPM6 ) redatto dal Fondo monetario internazionale (FMI), leggiamo:
Le attività finanziarie sono attività economiche che sono strumenti finanziari. Le attività finanziarie includono crediti finanziari e oro monetario detenuto sotto forma di lingotti d'oro ... Un credito finanziario è uno strumento finanziario che ha una passività di contropartita. Lingotto d'oro non è un credito e non ha una responsabilità corrispondente. È trattato come un'attività finanziaria, tuttavia, a causa del suo ruolo speciale come mezzo di scambio finanziario nei pagamenti internazionali da parte delle autorità monetarie e come attività di riserva detenuta dalle autorità monetarie.
Il FMI ​​considera tutte le attività finanziarie a rischio di controparte, tranne l'oro.
A pagina 112 del BPM6 il FMI elenca tutte le attività di riserva internazionali in ordine decrescente. L'incoronazione è l'oro fisico, seguito da contanti, titoli di debito, azioni e infine derivati. Quasi una copia esatta della piramide di Exter.

Un'altra apparizione della piramide può essere trovata sul sito web della banca centrale olandese, De Nederlandsche Bank (DNB). Da aprile 2019 la pagina informativa sull'oro di DNB riporta:
Un lingotto d'oro conserva sempre il suo valore, con crisi o nessuna crisi. Questo crea un senso di sicurezza. Azioni, obbligazioni e altri titoli non sono privi di rischio e i prezzi possono scendere. Ma un lingotto d'oro conserva il suo valore, anche in tempi di crisi. Questo è il motivo per cui le banche centrali, tra cui DNB, hanno tradizionalmente detenuto notevoli quantità di oro. L'oro è il salvadanaio perfetto: è l'ancora della fiducia per il sistema finanziario. Se il sistema crolla, lo stock di oro può servire come base per ricostruirlo. L'oro rafforza la fiducia nella stabilità del bilancio della banca centrale e crea un senso di sicurezza.
La piramide di Exter dappertutto. Si prega di notare la somiglianza tra i commenti di DNB e BuBa sull'oro che forniscono la fiducia essenziale nei loro bilanci. Ciò dimostra che queste due banche centrali hanno una lunga storia di cooperazione.
Ho twittato sull'approccio schietto di DNB lo scorso aprile (pochi mesi dopo, è diventato virale ).




Continuiamo con un'altra citazione, questa volta dalla Bank of Finland 
( BOF ):
Oro - La base di un sistema monetario
L'oro è chiamato l'eterno strumento di pagamento ed è stato usato come mezzo di scambio per migliaia di anni. L'oro è un mezzo di pagamento veramente globale che ha mantenuto il suo valore nel corso della storia.
Ancora uno, dalla Banque de France ( BDF ):
Aspetti principali
L'oro è un metallo prezioso molto ricercato, considerato l'ultimo negozio di valore.
Tutte le banche centrali quotate concordano che l'oro conserva il suo potere d'acquisto nel tempo.
Prepararsi al piano B
Accanto alle dichiarazioni forti delle banche centrali, stanno agendo di conseguenza. Poco dopo la Grande Crisi Finanziaria (GFC), le banche centrali come settore sono diventate acquirenti netti; e Germania, Paesi Bassi, Austria, Ungheria e Turchia, tra gli altri, rimpatriarono l'oro. Principalmente dalla Banca d'Inghilterra a Londra e dalla Federal Reserve Bank di New York.




Secondo BuBa, il loro piano di rimpatrio aveva tre obiettivi: efficienza dei costi, sicurezza e liquidità. L'efficienza dei costi riguarda i costi di archiviazione in ogni sede. La sicurezza implica la sicurezza dei caveau e dove si trovano i caveau. La tendenza attuale è quella di avere una frazione significativa dell'oro sul suolo nazionale a causa dell'ambiente geopolitico. La liquidità consiste nel possedere lingotti che aderiscono agli standard di settore prevalenti e si trovano in mercati liquidi come Londra, ovvero per effettuare pagamenti nei tempi dei cambiamenti nel sistema finanziario. Quest'ultimo aspetto merita un'attenzione particolare.
Come abbiamo visto, le autorità monetarie occidentali menzionano l'oro come "l'ancora della fiducia per il sistema finanziario", "il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale" e "un mezzo di pagamento veramente globale". stiamo anche dicendo che "se il sistema crolla, lo stock di oro può servire come base per ricostruirlo di nuovo". Ci si chiede se queste entità si stiano preparando per un nuovo tipo di standard internazionale con oro. Lo vedono come un possibile risultato, come negli ultimi anni, diverse banche centrali hanno aggiornato le loro riserve auree agli attuali standard del settore dell'oro, noto anche come London Good Delivery .


Nel corso della storia, lingotti con diversa purezza sono stati scambiati nei mercati all'ingrosso. Nel 1954 ogni nuovo lingotto accettato nel London Bullion Market - il centro del commercio dell'oro dal 18° secolo - doveva essere almeno 995 parti per mille ammende e pesare tra 350 e 430 once di oro fino. Sebbene non tutte le vecchie barre/lingotto siano state prontamente aggiornate. Alcuni rimasero com'erano, nei caveau a Londra e in altri luoghi. Queste barre ora vengono scambiate con uno sconto, generalmente pari al costo di aggiornamento e, se necessario, di trasporto a Londra.
Dopo la GFC, molte banche centrali detenevano le barre che erano state emesse prima del 1954, che attualmente non è liquidità nei mercati all'ingrosso. In risposta, la Banca centrale francese, svedese e tedesca, che conosco l'aspetto, hanno aggiornato le proprie riserve auree per risolvere il problema di liquidità.
Dal 2009, la Banque de France è impegnata in un ambizioso programma per migliorare la qualità delle sue riserve auree. L'obiettivo è garantire che tutti i suoi lingotti siano conformi agli standard LBMA [London Bullion Market Association] in modo che possano essere scambiati su un mercato internazionale. 
Dalla Riksbank svedese :
Per garantire che Riksbank disponga della riserva d'oro più liquida possibile, nel 2017 Riksbank ha aggiornato parte della sua riserva d'oro che non soddisfaceva lo standard LGD [London Good Delivery] sostituendo questi lingotti con nuovi lingotti d'oro che soddisfano lo standard.
Non ho un preventivo dalla stessa BuBa per l'operazione di aggiornamento. Tuttavia, collegando alcuni punti si scopre quando e come lo hanno fatto. BuBa ha pubblicato un elenco delle barre nel 2015 rivelando che tutto il loro oro era 995 ppm o superiore. Nel libro Germany's Gold, viene visualizzata una barra/lingotto a pagina 110 con l'abbonamento:
Nel corso del trasferimento [rimpatrio] di riserve d'oro nel 2013 e 2014, questa barra ... è stata fusa da vecchie barre conservate presso la Fed e di nuova fabbricazione. La rifusione servì ad ottenere un quadro dettagliato della finezza delle barre prodotte da varie raffinerie in diversi anni. Sono tra i nuovi lingotti d'oro della Bundesbank.


Mentre BuBa afferma che questa barra è stata fusa per scopi di analisi, in realtà, faceva parte del fatto che l'intero stock fosse almeno di 995 ppm. Uno, perché non richiede la fusione di un'intera barra per il test del dosaggio. Due, l'11 novembre 2017, il Financial Times ha pubblicato un articolo su come BuBa ha rimpatriato il suo oro. L'articolo afferma:
più di 4.400 barre trasferite da New York sono state portate in Svizzera, dove due fonderie hanno rimodellato il lingotto in barre che soddisfano gli standard del Good Delivery di Londra per facilitarne la movimentazione.
Proprio come una barra non è stata fusa per "ottenere un quadro dettagliato della finezza", ulteriori 4.399 barre non sono state fuse "per facilità d'uso". Sono stati tutti perfezionati per un motivo: soddisfare i criteri di Good Delivery di Londra e rendere le riserve auree della Germania totalmente liquide.
Conclusione
Secondo John Exter, quando la piramide del debito è cresciuta in eccesso e diventa instabile, scoppiano le bolle. Gli investitori, in cerca di sicurezza, scenderanno lungo la scala fino a quando non troveranno un terreno solido (la roccia fresca). Questa fondazione è l'oro, che non può essere inadempiente o essere arbitrariamente svalutato.
Il GFC è stato causato da un debito eccessivo (un abbuffo di credito). Quando Lehman cadde e il castello di carte si sgretolò, la soluzione più rapida a cui le autorità potevano pensare, ironicamente, era più debito. Siamo passati da "estendere e fingere" a "ritardare e pregare". L'intervento della banca centrale può essere efficace, per un po, fino a quando il problema di fondo riappare ma con vendetta. Attualmente il mondo è più indebitato rispetto a prima del GFC. L' Institute of International Finance stima che il debito globale verso il PIL sia ora del 320%.
Quando si leggono i media mainstream, si può essere persuasi a pensare che tutte le banche centrali siano disposte a "stampare" denaro all'infinito e abbassare i tassi di interesse il più possibile - o lanciarne una varietà - spingendoci ulteriormente nell'abisso. Alcuni di loro, tuttavia, non sono così ignoranti e si stanno attivamente preparando per quando le valute cartacee sono costrette a essere svalutate dal peso del debito emesso in tali valute.
C'è un altro sviluppo in una banca centrale occidentale che mi piace condividere. La Banque de France - i cui caveau erano una parte vibrante del mercato globale dell'oro durante il classico gold standard - non solo ha affinato il suo metallo ma ha anche migliorato la sua intera infrastruttura di caveau dal GFC. 
Da BDF :
Dalla crisi finanziaria del 2008, i gestori delle riserve hanno rinnovato l'interesse per l'oro. 
Oltre ad aggiornare le sue scorte, la Banque de France sta facendo vari altri passi per assicurarsi che soddisfi i criteri LBMA [questi standard si applicano per il commercio in tutto il mondo] ... Il rinnovamento dei caveau storici che ospitano le riserve auree è quasi completato: il pavimento sarà in grado di sopportare pesanti carrelli elevatori e scaffali intermedi sono stati inseriti tra gli scaffali esistenti per garantire che l'oro sia impilato solo a cinque barre di altezza, facilitando la movimentazione. Presto saranno disponibili altre strutture di stoccaggio: caveau robusti per riporre barre nude sugli scaffali o ampi caveau per riporre pallet sigillati, e facilitare la movimentazione, il trasporto e l'auditing. Entro la fine dell'anno, sarà istituito un nuovo sistema IT per migliorare la nostra capacità di rispondere alle esigenze delle operazioni di mercato e ad altri servizi di custodia.
Quindi, dopo la GFC, non solo le banche centrali occidentali hanno cambiato il loro modo di parlare dell'oro, ovvero sono diventate più oneste riguardo alla funzione dell'oro come un porto sicuro, ma, come settore, le banche centrali sono anche diventate acquirenti netti. Molte banche centrali hanno ridistribuito il loro oro, considerando attentamente tutti i possibili rischi e sviluppi futuri. Alcune banche centrali hanno aggiornato il loro oro agli attuali standard del settore per poter operare senza attriti sui mercati internazionali. Una banca centrale, BDF, ha persino migliorato la sua intera infrastruttura di deposito. E questo si basa solo su informazioni pubblicamente disponibili.
Conosciamo fin troppo bene le banche centrali orientali che acquistano apertamente oro, stimolando i cittadini a comprare oro, istituendo nuovi scambi di oro e de-dollarizzano. In Occidente, questi argomenti sono più sensibili per motivi politici. Di conseguenza, dal GFC, le banche centrali occidentali hanno iniziato delicatamente a spostarsi verso l'oro, per non provocare shock sul mercato. Nel 2015, ho definito questo " il lento sviluppo verso l'oro " e continua ancora.
Lo scopo di questo articolo è oltre il discutere di ogni probabile sviluppo monetario internazionale e attribuire una probabilità percentuale a ciascuno di essi. Penso che sia chiaro, tuttavia, che molte banche centrali si stanno preparando affinché l'oro svolga un ruolo decisivo e fondamentale nella futura finanza globale. Perché altrimenti acquistare, ridistribuire e aggiornare l'oro, accanto a migliorare le strutture di trading, aumentare la trasparenza e quindi pubblicizzare le caratteristiche finanziarie dell'oro? Ricorda molto ciò che Pericle disse intorno al 500 a.C., "la chiave non è predire il futuro ma prepararsi ad esso".
Attualmente, Exter's Pyramid è diventato troppo grande ed è instabile. Nel momento in cui cade la piramide, "l' oro farà il suo lavoro ". La storia ci insegna che l'oro protegge i suoi proprietari attraverso tutti i tipi di tempo, e le banche centrali lo sanno. Vi siete mai chiesti perché praticamente ogni banca centrale possiede oro? Perché l'oro è fisico. Immutabile, ma divisibile. Indipendente e senza rischio di controparte. È l'ultimo deposito di valore - poiché mantiene il suo potere d'acquisto nel tempo - e funziona come uno strumento di pagamento eterno.

Perché il "Nuovo" MES è un gigantesco Fondo Salva Banche (di un paese in particolare)



E’ il problema politico centrale, di dimensioni incommensurabilmente più grandi di quelli che la nostra “classe politica” è in grado di concepire (e stendiamo un velo pietoso sulla sedicente “sinistra radicale”…). Più passano i giorni, più la natura del Meccanismo europeo di stabilità si precisa come “argine” a difesa di interessi nazionali e di classe molto precisi.





Niente a che vedere, insomma, con la pretesa di stabilire “regole uguali per tutti”. Al punto che, come abbiano segnalato nei giorni scorsi, anche “europeisti” senza se e senza ma sono stati costretti a spiegare che il “nuovo Mes” è una trappola per alcuni paesi e una ciambella di salvataggio per altri. In dettaglio: va bene per Germania, Francia, Olanda, Finlandia e pochi altri, è una ghigliottina per l’Italia e gli altri Piigs (ma non solo per loro).




Ogni ora che passa c’è un altro “europeista” storico che se ne accorge. Tra gli altri, e questa è veramente una “sorpresa”, arriva persino Repubblica, che affida la sua critica ad Alessandro Penati (un “esterno”, per delimitare in qualche modo la portata della propria “conversione” in itinere).


Il meccanismo è complesso, sul piano regolamentare, ma per di più è comprensibile nella sua “strategia” soltanto se si riesce a tener presente le normali dinamiche “di mercato”. Le quali essendo presupposte come “naturali” non entrano mai nella definizione delle “regole” dei rapporti tra Stati. Ma esistono eccome; anzi, sono determinanti.


Per chiarire il funzionamento del “nuovo Mes” proponiamo ancora una volta i passaggi più rilevanti dell’analisi di Guido Salerno Aletta, apparsa sabato su Milano Finanza – testata specializzata in misfatti finanziari ed economici, nel prezioso formato settimanale – che illustra in modo decisamente chiaro come queste “regole” siano state pensate ad un’unica scopo: combattere la guerra finanziaria attualmente in corso a livello globale.


E, come in ogni guerra, ci sono gli interessi, i comandanti, i nemici, gli alleati, i neutrali.


I “nemici” dichiarati, nell’era Trump, sono Stati Uniti e Cina. Ma l’Unione Europea si presenta come un insieme sfilacciato, non come un “esercito in assetto da battaglia”. Quasi inutile, a questo punto, ripercorrere i perché (una unione politica mai avviata, una politica economica comune sempre rifiutata, l’ammissione – eufemismo – di politiche fiscali concorrenziali all’interno dello stesso mercato comune, il nazionalismo dei più forti nascosto sotto la retorica “solidaristica”, ecc) e discutere di correttivi. Il nemico è alle porte, chi è in grado di combattere si prende il posto di comando e agli “alleati” viene riservato il ruolo di portatori d’acqua, addetti ai rifornimenti, donatori di sangue. Subordinati, insomma…


La divisione dei ruoli è chiara; lo è da decenni. Germania e Francia guidano le danze, qualche alleato meglio messo può dare una mano (l’Olanda e pochi altri), tutto il resto si deve mettere a disposizione.




Il problema è che in una guerra finanziaria – per ora – armi e munizioni sono i patrimoni, mobili o immobili. E queste risorse vanno “centralizzate”. In modo niente affatto ingenuo e niente affatto “paritario”. E siccome lo “stato maggiore” franco-tedesco (hanno persino varato un mini-Parlamento comune, in barba a quello di Strasburgo!) è messo finanziariamente malissimo, la prima mossa è garantirsi la possibilità di “sottrarre” legalmente le risorse altrui. Anzi, basta creare un meccanismo tale per cui ci penserà “il mercato”, con la speculazione, a fare il lavoro di trasferimento da un portafoglio a un altro.


Potremmo gridare allo scandalo per molte ragioni, leggendo il dispositivo del Mes. Per esempio, quella “ristrutturazione del debito pubblico” che è stata addirittura negata, nel dibattito politico e da parte di alcuni “esperti” truffaldini, non solo è presente, ma addirittura in forme inaudite.


Gli Stati che dovessero chiedere aiuto al Mes, infatti, dovrebbero avere “condizioni economiche e finanziarie forti e un debito pubblico sostenibile”. Per un paese come l’Italia o la Spagna (per non dire della povera Grecia, già spolpata senza risanare un tubo…) ciò sarebbe possibile solo con “una ristrutturazione preventiva o la confisca nottetempo dei conti correnti bancari italiani”.


Immaginate di alzarvi una mattina , andare al bancomat per fare la spesa, e leggere che il vostro misero conto è stato svuotato o quasi…


Ma non vorremmo buttarla in “populismo”…


La questione centrale è la guerra finanziaria mondiale. In cui l’Unione Europea sagomata dall’asse franco-tedesco è chiaramente il vaso di coccio, anche per lo stato disastroso in cui si trovano le grandi banche di questi due paesi. E allora un discorso che in astratto potrebbe essere svolto – o frainteso – in termini “nazionalistici” diventa immediatamente, e con assoluta chiarezza, un discorso di classe.


Stiamo infatti parlando degli interessi vitali di banche e industrie che da anni fanno fatica a reggere la competizione globale. Deutsche Bank è uno zombie incurabile, Mercedes ha annunciato un piano di tagli da 1,5 miliardi, sono cominciati i fallimenti bancari (NordLb, in Germania) e i salvataggi con i soldi pubblici (vietato altrove!).


“Non si può andare avanti così”, si sono detti i boss tra Berlino, Francoforte e Parigi; “prendiamoci tutto e proviamo a resistere meglio”.


E’ questo il processo di cannibalizzazione che sta marciando nell’economia europea: sacrificare i “marginali” per salvaguardare – illusione disperata – “l’asse centrale”.





Due parole sulla nostra “classe politica” vanno però dette. Per quasi 30 anni, e sicuramente da Maastricht in poi (1992), i governi italiani hanno sottoscritto trattati asimmetrici, probabilmente senza capirli o addirittura senza leggerli (memorabile la “riforma costituzionale” che ha introdotto il vincolo al pareggio di bilancio nell’art. 81, votata quasi all’unanimità – Lega compresa – e senza discussione parlamentare).


Sul “nuovo Mes” abbiamo avuto una sceneggiatura appena più articolata. Tutti i partiti (o come volete chiamarli) hanno concordato in silenzio sui termini della trattativa in corso per la sua “riforma”. Solo quando la configurazione della maggioranza è mutata la Lega ha cominciato in modo criptico a dire che non andava bene. E Conte ha avuto facile gioco nel perculare Salvini, per molti mesi seduto ai tavoli “a sua insaputa”. Il Pd, da parte sua, ha addirittura messo un funzionario europeo sulla poltrona di via XX settembre, chiarendo fin da subito che trovava quella “riforma” del tutto normale.


Ma una volta aperta la diga, tutti sono stati costretti ad andare a legge cosa c’è effettivamente nel testo del “nuovo Mes”.


Ora possiamo sapere. E se non vogliamo capire, siamo proprio scemi.

Alcune citazioni molto significative dell’editoriale di Guido Salerno Aletta:

“C’è una guerra economica e finanziaria in corso, a livello globale, e l’Italia si trova sulla linea di frontiera. La crisi americana del 2008 ha aperto un processo di riequilibrio che è appena cominciato con la Presidenza Trump: non riguarda solo la Cina, ma soprattutto l’Europa.

La riforma del MES si colloca a pieno in questo scenario, nella prospettiva di fronteggiare una prossima crisi e la speculazione che si innescherebbe.
Qualcuno rimarrà schiacciato, e non è affatto detto che si tratti dell’Italia sotto il peso del suo debito pubblico. Saranno ancora una volta le crisi bancarie, per via degli impieghi insussistenti, a spezzare le ginocchia dei colossi“.

Sulla questione degli aiuti agli Stati.

“E’ evidente che per l’Italia hanno montato una ghigliottina, tutta a favore della speculazione: c’è solo da tirar via il laccio che trattiene la lama. Siamo di fronte ad una serie di ferrei sillogismi, che portano ad una conclusione assolutamente risibile: secondo la riforma, infatti, sono dichiarati ammissibili agli aiuti precauzionali solo i Paesi che non hanno squilibri macroeconomici quali definiti dalla Unione europea e che, di converso, hanno invece un debito pubblico sostenibile. E quest’ultimo è sostenibile solo se si rispettano le regole del Fiscal Compact, che obbligano a ridurre di 1/20 l’anno la quota eccedente il 60% del pil“.

“Per gli Stati che non rientrano tra quelli ammissibili agli aiuti precauzionali, in quanto non rispettano alcuni dei criteri previsti, è stato previsto un pertugio: nell’Annesso III, al n.2, ed in appena tre righe di testo, si prevedono le Condizioni avanzate per la concessione di linee di credito: devono comunque avere ‘condizioni economiche e finanziarie forti e un debito pubblico sostenibile’“.

Ma come si ottiene in poco tempo un “debito pubblico sostenibile” secondo i parametri previsti dai trattati?

“L’unica via è quella della sua preventiva ristrutturazione, o la confisca nottetempo dei conti correnti bancari italiani per un ammontare equivalente: è questa la taciuta, ignominiosa verità. Non per caso, nel Trattato si modificano le regole per le CAC, le clausole di azione collettiva, al fine di semplificare la procedura di contrattazione finalizzata alla ristrutturazione del debito.

L’Italia dovrebbe portare il rapporto debito/pil al 100%, più o meno al livello della Francia: una botta da 500 miliardi di euro, visto che il debito oggi gira intorno a 2300 miliardi di euro ed il pil sta a 1800 miliardi. Per i risparmiatori italiani, le banche, le assicurazioni, i fondi di investimento e previdenziali sarebbe una catastrofe“.

Tanta durezza “tecnica” deriva per forza da un diverso punto di vista politico e geostrategico:

“L’asse franco-tedesco ci ha mollato, è indubbio: la Lega ed i partiti sovranisti cui si collega sono un pericolo per l’Unione europea, e l’attuale governo di Roma è troppo debole per affrontare le riforme strutturali di cui si parla da anni: tanto dolorose in termini di crescita e di occupazione, quanto inutili ai fini del risanamento del bilancio“.

Ma anche imporre “sacrifici” tanto catastrofici ad un paese di 60 milioni di abitanti, comunque ancora terza economia del Vecchio Continente, sarebbe una bomba posta sotto la stessa Unione Europea, che verrebbe a quel punto chiaramente identificata come la causa di tutti i mali, nazionali e continentali. Per questo le “regole” proposte con il Mes e la bozza di unione bancaria avanzata dal ministro delle finanze Olaf Scholz non sono scritte in modo esplicitamente punitivo per i singoli paesi.

“Il lavoro sporco, per abbattere il debito pubblico italiano ed insieme l’intera struttura economica e finanziaria, come è accaduto alla Grecia, lo farebbe la speculazione.

La speculazione sa bene che non è affatto il debito pubblico italiano a far paura, ma il default di alcune grandi banche tedesche. Uno scenario assai poco scandagliato. Ed infatti, leggendo per intero il testo della riforma del MES, risulta chiaro che si tratta di un organismo del tutto nuovo: non è altro che un gigantesco Fondo salva-banche, e non più il modesto salva-Stati ad imitazione del Fmi, varato nel 2011.”

Come si fa a dire una cosa del genere? Perché il dispositivo del Mes – alla cui testa da anni è stato posto il vero regista del varo dell’euro, Klaus Regling – “è congegnato curiosamente, in modo da consentire la ricapitalizzazione diretta delle banche che ne abbiano bisogno, senza più passare per lo Stato cui appartengono come è successo finora, ad esempio per la Spagna, facendo aumentare a dismisura il suo debito pubblico.”

Fin qui, uno Stato si indebitava con il MES e poi ricapitalizzava le sue banche, sottoponendosi a una serie di condizioni molto stringenti. “Ora non più: la ricapitalizzazione è diretta, con un meccanismo iper semplificato che non prevede le severe condizionalità che si pongono fin d’ora per concedere gli aiuti agli Stati“.

Vi sembra un ragionamento troppo tecnico? E allora vediamo qualse sarebbe la conseguenza pratica:

“Se le banche tedesche dovessero ricevere aiuti, il debito pubblico tedesco non ne risentirebbe.” Bingo! Alle banche – quelle tedesche o francesi – verrebbe concesso in automatico quel che uno Stato dovrebbe “guadagnarsi” affamando la propria popolazione. Ma non è finita.


“C’è un’altra innovazione profonda: la creazione di un meccanismo di backstop, una rete di sicurezza da parte del Fondo che viene definito addirittura “prestatore di ultima istanza”, una garanzia di tutela che non richiede né garanzie né collaterali, che non esiste invece per gli Stati europei, e che viene istituito a favore del Meccanismo centralizzato di risoluzione bancaria e del Fondo unico di Risoluzione“.

Ma si è sempre detto che il Mes non può fare il “prestatore di ultima istanza” perché non dispone – come necessario – di “risorse illimitate” (la possibilità di “stampare moneta” nella misura necessaria per tamponare i problemi). Il suo fondo, fin qui, è di soli 2.600 miliardi di euro, appena sufficienti per far fronte a un improbabile default della sola Italia.

Ma il “nuovo Mes” non serve per gli Stati (troppo grandi per essere “protetti” davvero), ma soltanto le banche private… Scrive Salerno Aletta:

“Più che condivisione dei rischi sovrani, sempre avversata dalla Germania, siamo arrivati alla condivisione delle perdite bancarie. Altro che bail-in, dunque. Il quadro della riforma del Mes si fa più chiaro, e la speculazione ne prende buona nota.”

Qui, insomma, si nasconde il “segreto” del processo che abbiamo chiamato “cannibalizzazione”, tra “partner” europei.

“Mors tua, vita mea […] La Germania, mentre ci impone la riduzione del debito attraverso il default distruttivo, difende a tutti i costi il suo sistema bancario, in gravi difficoltà. E per farlo ha trasformato il MES in un Fondo Europeo Salva-banche. Non per caso, la Germania si è detta finalmente favorevole anche ad un sistema europeo di assicurazione dei depositi: da una parte si preoccupa di salvare le sue banche, e dall’altra i suoi risparmiatori.”

Di fatto, dunque, il sistema-Italia viene usato “non solo come uno scudo umano, alla maniera dei terroristi, ma come detonatore di una crisi globale“. Il 2020 è considerato un anno di “transizione”, nella guerra finanziaria montante. Le elezioni inglesi e poi quelle statunitensi avranno il compito di chiarire se, e in che misura, il capitalismo anglosassone avrà una linea d’azione unitaria oppure no; e in che misura incrementerà lo scontro con la Cina e il mal-incollato vaso europeo.

La strategia dell'”arrocco” franco-tedesco spinge oggettivamente l’Italia e altri paesi verso “l’Anglosfera” (l’inconsistenza della nostra classe dirigente, e l’assenza di visioni per il futuro, non permettono considerare altre e più robuste soluzioni, come lo sviluppo di un’area EuroMediterranea e l’implementazione, per esempio, della Via della Seta). Ma la cosa più terribile è che tutto questo affannarsi per “succhiare risorse” dai partner europei è decisamente inutile. Infatti:

“Ad essere ostaggio della speculazione finanziaria non è l’Italia. Nel mirino ci sono le banche tedesche e le loro filiali americane, già da tempo sono sotto l’occhiuta vigilanza della Fed. Farle saltare in aria, prendersi asset, spazi di mercato e depositi, sarebbe un gioco da ragazzi.”

Ed è proprio la strategia messa in piedi da Berlino a ritorcersi contro i suoi “austeri” imbecilli:

“Il lungo e travagliato iter di approvazione e di ratifica del nuovo Trattato istitutivo del MES, che non si limita ad emendare il precedente ma lo riscrive di sana pianta, darà alla speculazione tutto il tempo necessario per montare il clima di sfiducia generalizzato in cui è solita operare. Ma probabilmente non sarà neppure necessario agitare il mercato come una clava, senza pietà: si prenderanno tutto per 1 dollaro.

Chi ha sacrificato la Grecia per mera voluttà di potenza, subirà la stessa sorte, perderà tutto. Nemesi placherà l’ira di Giove.”

Lo possiamo dire con un mese di anticipo: Buon Anno!