lunedì 2 dicembre 2019

Perché non è possibile vendere l’oro di Bankitalia


IL PROBLEMA E' CHE L'ITALIA E GLI ALTRI PAESI EUROPEI NON SONO PADRONI DEL PROPRIO ORO....

Conversazione con il Dott. Antonio Fazio, Governatore della Banca d’Italia dal 1993 al 2005.

Nei paesi anglosassoni, in particolare Regno Unito, Stati Uniti e Canada, tradizionalmente l’oro è di proprietà del Tesoro, mentre nell’Europa continentale (vedi Italia, Francia, Germania e altri paesi), l’oro è di proprietà della Banca centrale, come in gran parte del resto del mondo.

Nel 1943 i nazisti puntarono i fucili contro i cassieri e tutti gli altri funzionari responsabili di via Nazionale per sottrarre l’oro dal caveau. Li avrebbero fucilati sul posto in caso di mancata consegna. I tedeschi portarono l’oro a Fortezza, vicino Bolzano, insieme a parte di quello degli altri paesi occupati, ma quando la Germania venne sconfitta, l’Italia e gli altri paesi recuperarono il proprio oro e lo riportarono nelle rispettive Banche centrali.

Dopo la Seconda guerra mondiale, con una accorta politica di bilancia dei pagamenti da parte del Governatore Menichella, i fondi del piano Marshall furono trasformati in riserve d’oro volte a rafforzare la lira. Servirono per sostenere il miracolo economico degli anni Cinquanta e Sessanta.

Negli anni Cinquanta e Sessanta l’Italia trovò stabilità monetaria anche grazie a quelle riserve d’oro, facendo arrivare la lira al livello delle più prestigiose valute al mondo.

Nel 1997 vi fu un tentativo di utilizzare le riserve auree italiane per ridurre il deficit pubblico al di sotto del 3 per cento del Pil, di fatto per un solo anno. A seguito anche di una risposta negativa molto netta della Banca d’Italia, fu chiaro che l’oro era più al sicuro nella Banca centrale che nelle mani del Governo.

La base giuridica della politica monetaria unica è definita dai Trattati UE e dallo Statuto del Sistema europeo di banche centrali. Lo Statuto ha posto in essere la Banca centrale europea (BCE) e il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) dal 1° giugno 1998.

Germania, Francia e Italia partecipano con le quote più consistenti al sistema, garantendo con le rispettive riserve auree la stabilità della moneta comune: l’euro.

Dunque una quota preponderante del circolante in euro fa capo a Germania, Francia e Italia, che insieme garantiscono al sistema dell’euro una salda copertura aurea.

Se si vende l’oro o della Banca d’Italia o di una delle Banche centrali di Francia e Germania, anche solo parzialmente, si indebolisce l’euro, per questo è necessaria una approvazione, oltre che dalle banche nazionali interessate, anche dal Sistema europeo di banche centrali. Che naturalmente non verrà concessa per non indebolire l’euro.

Perché Deutsche Bank è la banca più pericolosa al mondo

IL MES (MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA') SERVE A DEUTSCHE BANK PER EVITARE IL DECLASSAMENTO. LA SITUAZIONE CRITICA DI DEUTSCHE BANK RISCHIA DI TRAVOLGERE L'INTERA UNIONE EUROPEA CON O SENZA IL CAPESTRO DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA'. LA PERMANENZA DELL'ITALIA E DEGLI ALTRI PAESI MEMBRI NELL'UNIONE EUROPEA PUO' PROVOCARE UN EFFETTO DOMINO DEVASTANTE....


Crollo di utili e valore. Taglio di 10 mila dipendenti. Pressing di Fmi e Bce sul record mondiale di derivati. Agenzie di rating pronte a declassarla. E feroci regolamenti di conti. La bomba è disinnescabile?


Il problema numero uno per Angela Merkel, che in merito non smette di gettare acqua sul fuoco, è disinnescare a breve la bomba globale dei derivati di Deutsche Bank. Niente affatto nuova: nel 2016, in occasione degli stress test della Federal reserve americana falliti dal primo istituto bancario tedesco che aveva diverse pendenze legali negli Usa, il Fondo monetario internazionale definì Deutsche Bank «fonte dei maggior rischi sistemici tra le banche al mondo». La situazione, nonostante i ripetuti cambi al vertice, non è da allora cambiata e non è neanche più prorogabile: esploderà? Alle strette, scatta il maxi piano di risanamento contenuto e dilazionato nel tempo, con migliaia di nuovi esuberi a bilancio per il 2018. Mentre i 4.500 azionisti, in riunione il 24 maggio 2018, chiedono sempre più insofferenti nuove teste ai vertici.


REGOLAMENTO DI CONTI INTERNO. È appena saltato l'amministratore delegato, due anni in anticipo dalla scadenza, il britannico John Cryan, e si vuol far fuori l'austriaco Paul Achleitner, dal 2012 presidente del Consiglio di sorveglianza accusato di aver avallato scelte strategiche sbagliate. Le agenzie di rating incalzano il colosso tedesco che dalla crisi del 2007 sta perdendo sempre più terreno, scavalcato in Europa dai grandi gruppi francesi e inglesi e in rosso dal 2015, quando scattarono blitz e perquisizioni finanziarie. Fitch, che a settembre 2017 ha declassato Deutsche Bank da A- a BBB+, ammonisce sul riassetto «lento e insufficiente». Standard & Poor's deve esprimersi sul downgrade, Moody's è scettica sui dettagli delle strategie future dell'istituto e anche Dbrs non nasconde previsioni negative.



Il problema di Deutsche Bank sono gli assodati 48 mila miliardi di euro – 14 volte il Prodotto interno lordo della Germania – in pancia all'istituto

Ormai è una corsa contro il tempo. Ma per i guru della finanza neanche i tagli più estremi (dal comunicato aziendale gli assunti devono scendere dagli oltre 97 mila attuali a «chiaramente sotto i 90 mila», secondo il Wall Street Journal fino a 10 mila posti sono in bilico, per risparmi fino a 800 milioni di euro nel 2018) sono sufficienti. Perché il problema di Deutsche Bank sono gli assodati 48 mila miliardi di euro lordi – 14 volte il Prodotto interno lordo della Germania – in pancia all'istituto. Dall'istituto tedesco fanno notare come i derivati vadano considerati sul valore netto, più di 20 mila miliardi per Deutsche Bank, «non di più delle americane Goldman Sachs o Jp Morgan», e che i derivati non siano tutti prodotti a rischio.


NUOVA RICAPITALIZZAZIONE NEL 2019? Ma è un dato che la forte esposizione per la gestione all'americana del gruppo, unita ai miliardi finiti in spese legali, risarcimenti e patteggiamenti nei veri processi e procedimenti legali negli Usa, abbiano affossato la credibilità internazionale dei banchieri delle lussureggianti torri gemelle di Francoforte. Deutsche Bank risparmia (è avviata dal 2015 la ristrutturazione per 9 mila dipendenti tagliati) e non macina utili da anni: ancora un tonfo secco del 79% nel trimestre 2018 (120 milioni di euro), rispetto ai 575 milioni dei primi tre mesi del 2017. Per l'investitore che previde il crollo finanziario e immobiliare del 2008, l'americano gestore di hedge fund Steve Eisman, «Deutsche Bank ha problemi di redditività. Non investe in tecnologia da moltissimo tempo e probabilmente è sottocapitalizzata».



Servirebbe insomma per Eisman una «nuova raccolta di capitali nel 2019» – dopo l'aumento di capitale di 8 miliardi nel 2017 – e una pezza potrebbe essere la fusione, ventilata da tempo ma mai conclusa, con il secondo istituto bancario tedesco Commerzbank. Con una fusione importante si ammortizzerebbero alcuni costi e affluirebbero capitali. Ma senza ripulire davvero – e rapidamente – tutto il marcio del settore dell'investment banking, che dalla sede centrale di Londra ha lanciato e gestito una massa di operazioni spericolate, il matrimonio presenta enormi rischi. Tra alti e bassi Commerzbank tiene, ma i suoi conti non fanno certo faville e risanare Deutsche Bank è un'impresa che potrebbe trascinare a picco. Già nei primi Anni 2000 The Economist dipingeva le due torri di Francoforte come un «gigantesco contenitore di hedge fund».


NESSUNO HA INVERTITO IL TREND. Le speculazioni in espansione sotto la lunga era dello svizzero Josef Ackermann, amministratore delegato dal 2002 al 2012, avrebbero reso Deutsche Bank la prima cassaforte di derivati al mondo. Da allora nessun nuovo capo è riuscito a invertire davvero corso. Sotto il primo successore di Ackermann, l'anglo-britannico Anshu Jain, i derivati si erano ulteriormente impennati al record di 75 mila miliardi. Il giovane neo amministratore delegato Christian Sewing ha messo nero su bianco, nell'urgente piano di riassetto, un drastico ridimensionamento del vituperato settore, così da ridurre l'esposizione e l'accumulo di titolo tossici. Il bilancio opaco di Deutsche Bank è sotto la lente anche della Banca centrale europea, che ad aprile 2018 ha chiesto all'istituto di calcolare i costi di un'eventuale liquidazione delle attività di trading. E da gennaio le azioni della società hanno perso il 32%. Un trend drammatico per diversi osservatori.

Le banche centrali riportano ‘a casa’ l’oro nazionale e lo mettono al sicuro. Di che cosa hanno paura?

Lingotti d'oro - Imagoeconomica



In tempi di guerra commerciale e nuova Guerra Fredda figlia delle sanzioni e del Russiagate, non stupisce che Cina e Russia abbiano già intrapreso la strada della cosiddetta de-dollarizzazione delle loro economie. Tanto più che Pechino ha fatto coincidere il graduale disimpegno dal biglietto verde col lancio della cosiddetta “Nuova via della Seta”, mega-progetto infrastrutturale che ha favorito anche la stipula di contratti bilaterali in yuan e valute locali, bypassando la moneta benchmark globale. Insomma, naturale conseguenza di scelte geopolitiche, prima che meramente economiche. La quale ha portato con sé una dinamica di diversificazione che ha visto come principale protagonista l’oro, prima ancora che le aspettative di recessione lo trasformassero di nuovo in bene rifugio per antonomasia a livello mondiale.


Questi grafici mettono in prospettiva la situazione, mostrandoci da un lato come la Cina in settembre abbia acquistato 5,9 tonnellate di metallo fisico, portando il totale dell’incremento delle proprie riserve degli ultimi nove mesi a 100 tonnellate,

Bloomberg

mentre la Russia, oltre a essere stato il principale compratore negli ultimi anni, oggi ha raggiunto quota 107,85 miliardi di dollari di controvalore con le sue riserve auree.

Bloomberg

Insomma, roba da Klondike del Nuovo ordine mondiale.

Questo altro grafico sposta infatti l’intera vicenda su un delicato crinale di equilibrio del sistema, visto che sia Pechino sia Mosca hanno cominciato a scaricare e/o diminuire pesantemente i loro acquisti di debito statunitense.

Il quale, a fronte di un deficit federale destinato a questi ritmi ad andare fuori controllo entro il 2040, per essere finanziato necessita di nuovi acquirenti marginali che coprano le sempre più frequenti emissioni: problema in parte risolto con l’istituzionalizzazione strutturale dei cicli di Qe, i quali scaricano sulla Fed – ovvero, sui contribuenti – il peso di un trend altrimenti insostenibile.

Insomma, l’oro è visto – oltre che come bene rifugio – anche come strumento di disputa geopolitica e come base collaterale per valute e securities, il cosiddetto gold-backed. La somma garanzia. E finché sono Cina e Russia a gettarsi sulle riserve auree, tutto ha un senso. Quando però a tessere le lodi dell’oro, quale àncora di salvezza in caso di crisi strutturale, è la Banca centrale olandese, allora qualche scomodo interrogativo ha il diritto di emergere. E la questione non fa riferimento a discussioni accademiche sviluppatesi durante un seminario, bensì a un articolo dal titolo DNB’s Gold Stock pubblicato sul sito ufficiale della De Nederlandsche Bank, ovvero la Banca centrale de l’Aja.

E il senso di quanto espresso si condensa alla perfezione in questa frase: “Se il sistema collassasse, lo stock aureo potrebbe servire come base per ricostruirlo. L’oro aumenta la fiducia nella stabilità del bilancio della Banca centrale e crea un senso di sicurezza percepito”. E ancora: “Una barra d’oro mantiene il suo valore, anche in tempi di crisi. L’opposto di quanto accade con bond, titoli azionari e altre securities, le quali contengono implicitamente una componente di rischio che può portare a un deprezzamento. Per questo l’oro è l’àncora di salvezza per il sistema finanziario, poiché lo stock aureo offre un collaterale da cui ripartire”.

Perché proprio ora questa ode al metallo prezioso e alla sua intrinseca natura di salvezza dell’umanità dall’apocalisse dei mercati? Viene da chiederselo, più che altro perché una nazione che detiene riserve auree per un controvalore di 6,62 miliardi di dollari (615 tonnellate, stando all’ultima rilevazione dell’Fmi) vede la propria Banca centrale pubblicare un articolo fra il rassicurante e il millenaristico proprio pochi giorni dopo aver comunicato – come accaduto il 7 ottobre – che la gran parte di barre e lingotti conservati ad Amsterdam verranno ora trasferiti nel nuovo cash center della DNB all’interno del complesso militare di Zeist. Perché spostare il proprio oro all’interno di un’installazione militare, come fece la Bundesbank durante la convivenza forzata della Repubblica Federale con la DDR filo-sovietica ai tempi della Cortina di ferro? Perché costruire un cash center dentro una struttura dell’esercito? E perché proprio ora?

Oltretutto, dopo che proprio la Banca centrale tedesca e poi quella austriaca hanno accelerato le proprie operazioni di rimpatrio delle riserve auree detenute in caveau esteri, alla Fed di New York come alla Bank of England o alla Banque de France. Anche in questo caso, senza apparente ragione, se non quella abbastanza protocollare del controllo della qualità e dei parametri dei lingotti (per espletare la quale, sarebbe bastato inviare dei funzionari in loco, piuttosto che caricare tonnellate d’oro su voli charter). Ma in modo drastico, quasi emergenziale.

Perché come mostrano questi due grafici, la connessione nella gestione delle riserve auree fra Germania e Olanda non è casuale, né tantomeno limitata all’ultimo periodo. La prima tabella mostra come nel dicembre 2016 (mese in cui fu pubblicato il prospetto), la Bundesbank avesse rimpatriato tutto l’oro detenuto a New York con tre anni di anticipo sul piano originario e anche quello a Londra e Parigi fosse pressoché tutto già tornato a casa.
Bundesbank/Die Welt

Il secondo grafico, invece, mostra come sia stata proprio la Banca centrale olandese nel novembre 2014 a far partire le danze del rimpatrio in gran carriera delle proprie riserve auree detenute all’estero, visto che in quel mese ritirò tutte le 122 tonnellate dai caveau newyorchesi.

Zerohedge/New York Fed

Seguita a ruota da qualcuno, visto che quel mese segnò un -166,3 tonnellate di oro nei conteggi della Fed di New York.

Da allora, Berlino ha pesantemente accelerato il passo delle proprie operazioni, affiancata poco dopo da Vienna. Fu la crisi dei debiti sovrani del 2011 e la messa in discussione plastica della tenuta stessa dell’Eurozona – sistema di pagamento Target2 compreso, anzi in primis – a spaventare i “falchi” del Nord?

Ma non basta. Perché tornando all’oggi, le coincidenze temporali proseguono, visto che sempre la DNB ha reso noto come stia lavorando di gran carriera a un giro di vite su attività di cambio e portafogli focalizzati in criptovalute, tanto che “le aziende che offrono servizi legati allo scambio fra valuta regolare e cripto, così come i provider di portfolio cripto, dovranno registrarsi obbligatoriamente presso De Nederlandsche Bank per proseguire le loro attività”. Cosa temono nella terra che diede i natali alla prima, grande bolla speculativa della storia moderna, la Tulipomania del 1637 che con il suo utilizzo dei bulbi come assets “sui fiori futuri” inventò il concetto di contratto future? Al netto delle coincidenze temporali e della decisione drastica e molto austera di rinchiudere l’oro in un complesso militare, a mandare segnali poco tranquillizzanti sono due fatti di recente accadimento.

Primo, l’acclarata frattura in seno all’ultimo board della Bce riguardo la riattivazione degli acquisti diretti, con proprio i Paesi del Nord in netto contrasto con la posizione di Mario Draghi e la conseguente perdita di coesione operativa che Christine Lagarde dovrà sanare il prima possibile, pena un forte danno reputazionale e di perdita di fiducia. Cui, implicitamente, Mario Draghi ha voluto rispondere con il suo recente discorso all’Università Cattolica di Milano.

Secondo e più direttamente connesso, il fatto che non più tardi dello scorso 26 luglio e senza una ragione apparente, proprio le Banche centrali europee hanno disdetto il Central Bank Gold Agreement del 1999, accordo nato per coordinare le vendite auree delle varie entità monetarie e stabilizzare così il mercato dell’oro. Di fatto, ora ognuno potrà vendere o comprare oro fisico come asset per le proprie riserve senza più dover coordinare la mossa con le controparti. Insomma, liberi tutti. Con la benedizione della Bce.

Forse, al netto di tutto questo, sarebbe il caso di ri-ascoltare con maggior attenzione la strana intervista rilasciata a Cnbc da Mark Carney, governatore della Bank of England, nel corso dell’ultimo simposio Fed a Jackson Hole, quando parlò di superamento dell’ordine monetario basato sullo status benchmark del dollaro, necessità di una valuta-paniere sullo stile di Libra e, soprattutto, di Great financial reset ormai quasi ineluttabile. O, quantomeno, in quanto Paese detentore delle quarte riserve auree al mondo (dopo Usa, Germania e Fmi), porsi delle domande su cosa stia accadendo in Europa, senza precipitare automaticamente nel dietrologico. O, come accaduto recentemente, quasi nel macchiettistico.

I segreti dell’oro nazista, banca svizzera e vaticano

LA GERMANIA E L'ORIGINE STORICA DELLA FEBBRE DELL'ORO. SE LA GERMANIA DOVESSE RESTITUIRE TUTTO L'ORO SOTTRATTO DA HITLER, LA DEUTSCHE BANK SI SVUOTEREBBE!! FARSI RESTITUIRE L'ORO SOTTRATTO IN GUERRA SI PUO', L'ALBANIA LO HA FATTO....





Dove è finito tutto l’oro rubato agli internati dei territori conquistati? In realtà si sa benissimo dove esso sia, ma non ci si puo’ fare nulla…



Con il termine oro nazista ci si riferisce ai beni che furono trafugati e trasferiti dalla Reichsbank a banche svizzere e alla Banca d’Oltremare sul finire della seconda guerra mondiale. Il regime hitleriano effettuò una politica di nazionalizzazione delle banche (ma senza Riserve auree) al fine di coniare moneta propria e, in seguito alla soppressione e all’incameramento dei beni delle famiglie ebraiche e non, al fine di attuare il finanziamento della guerra.


Durante le perquisizioni, sia in Germania che nei territori conquistati, venivano sequestrati sistematicamente qualsiasi suppellettile d’oro, ed invece quando si stava per essere internati in un campo di concentramento, venivano sequestrate collane, orecchini, fedi nuziali e qualsiasi altro bene del metallo prezioso (ed anche protesi dentali di oro). Questo, moltiplicato per le cifre drammatiche che tutti conosciamo da un risultato in termine di quantità d’oro rubato definibile in cifre da capogiro.



Una foto scioccante delle migliaia di fedi nuziali sequestrate agli internati


L’oro sequestrato veniva immediatamente fuso per nasconderne le origini insanguinate

Medaglie, monili o altri oggetti d’oro sequestrati dai nazisti, furono fusi in lingotti con il nome della Reichsbank, per confonderne l’origine, e una parte di essi fu depositata in forzieri segreti in Svizzera. Secondo alcune stime, i nazisti confiscarono oro per un valore di 550 milioni di dollari, ma solo una parte di quest’oro, fu restituito alla fine della guerra dai banchieri svizzeri agli Alleati. La Svizzera ha sempre smentito questa ricostruzione.

Una legge, entrata in vigore nel 1934, sembrava presagire gli eventi che stavano per colpire l’Europa. Durante la dittatura di Hitler, in Germania venne promulgata una legge che puniva ogni tedesco con capitali detenuti all’estero, con la pena di morte. La Gestapo, la polizia politica nazista, era continuamente alla caccia di informazioni sui clienti delle banche svizzere. La Svizzera si convinse sempre di più, della necessità e dell’importanza di difendere il segreto bancario.

Dalla Rivoluzione Francese all’oro trafugato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, il segreto bancario svizzero ha sempre garantito la privacy dei clienti degli istituti elvetici.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, molti ebrei europei depositarono i loro risparmi in Svizzera. Ma al termine del conflitto, molti di loro o dei loro eredi, non possedevano la documentazione per il recupero dei beni depositati. Anche i nazisti depositarono presso le banche elvetiche beni saccheggiati nei paesi invasi e beni strappati ai prigionieri. Per questi motivi, le banche svizzere furono accusate di coprire gli ex-gerarchi del regime nazista e di non restituire i risparmi degli ebrei morti durante l’olocausto.

I beni venivano depositati in sedi specializzate. Il trasferimento dell’oro, valutato al cambio in valuta del momento, avvenne grazie alla collusione di molte istituzioni, la cui identità non è stata ben chiarita, così come non è precisato il volume delle transazioni avvenute.

Che il regime nazista abbia effettuato una politica di sequestro di beni per il finanziamento della guerra, come pure l’asportazione di beni depositati nelle banche, col loro successivo trasferimento dalla Reichsbank dove erano stati depositati, costituisce un insieme di argomenti ben documentati fin dagli anni cinquanta. Molte istituzioni e banche sono state oggetto di accuse e polemici interventi, motivati dall’accusa di una loro possibile acquisizione dell’oro nazista. Il caso è tuttavia tuttora aperto.

Sparizione

Dove sia stato trasferito l’oro nazista, tra i vari scambi avvenuti tra le varie istituzioni europee nel 1945 è stato l’argomento di parecchi libri, teorie di cospirazione e vesti pubbliche hanno portato nel gennaio del 2000 le accuse contro la Banca Vaticana, l’Ordine Francescano e altre istituzioni cattoliche.


La Banca Nazionale Svizzera (BNS), era il più grande centro di distribuzione dell’oro nell’Europa continentale prima della guerra, questo fu il principale aggancio utilizzato dalla Germania nazista per cambiare l’oro in valuta. Durante la guerra, la BNS ha ricevuto $440 m di oro, di cui $316 m sono stati rubati.

Il 21 ottobre 1946, il reparto dell’intelligence dell’esercito statunitense ricevette un report dall’agente della DIA Emerson Bigelow. L’agente affermava che con il crollo degli Ustascia nel 1945, le autorità britanniche confiscarono 150 m di franchi svizzeri al confine austro-svizzero e che il denaro è stato depositato in una sede della Banca Vaticana in Svizzera. Ulteriori rapporti affermano che 200 m di Franchi svizzeri vennero trasferiti nella Città del Vaticano e nello IOR con l’appoggio delle autorità cattoliche e dell’Ordine Francescano. Tali accuse sono state apertamente negate dalla Banca Vaticana.

In queste circostanze, il segreto bancario svizzero ha impedito la divulgazione delle informazioni sui clienti depositanti, invece per quanto riguarda il vaticano il segreto ha il triste destino di rimanere tale.



L'ALBANIA SI FECE RESTITUIRE L'ORO SOTTRATTO DAI NAZISTI

L'Albania ha firmato con gli Stati Uniti un accordo per la restituzione del bottino di guerra che i nazisti le avevano sottratto nel 1943, recuperato dagli alleati alla fine della Seconda guerra mondiale. Si tratta di 2.417 chili di oro che custodiva la Banca albanese a Roma ma di cui sono stati ritrovati finora 1.574 chili, per un valore di circa venti miliardi di lire. Le autorità di Tirana, che hanno sottoscritto l'accordo per la restituzione dell'oro con l'ambasciatore americano Joseph Lake, non hanno finora fornito dettagli sui termini dell'intesa. Non si sa che cosa gli albanesi abbiano deciso sulle proprietà britanniche e americane confiscate dai comunisti, né se abbiano versato i due milioni di dollari richiesti da Londra per l'"incidente di Corfù", quando mine albanesi avevano provocato l'affondamento di una fregata inglese e la morte di 44 militari. Per reazione Londra aveva deciso di bloccare il bottino di guerra custodito dagli Alleati nelle sue banche. La trattativa per la restituzione del bottino era iniziata dal 1945, ma non aveva avuto alcun esito fino a quattro anni fa, quando Londra aveva raggiunto un accordo con Tirana, ponendo come condizione la restituzione dei beni sequestrati dai comunisti in Albania e il pagamento di due milioni di dollari per i danni procurati nell'incidente. Gli albanesi l'avevano depositato a Roma nel 1925 ai tempi del protettorato italiano in Albania, poi era finito nelle mani del comandante delle SS in Italia. Trasferito presso i depositi del Terzo Reich, in Germania, era stato ritrovato da un soldato britannico in una miniera di sale, e consegnato ai superiori. Da quel tempo l'oro albanese è rimasto nei forzieri della Banca Centrale di Londra, diventando oggetto di trattative durate 50 anni. Per ottenere il risarcimento dei danni procurati dall'incidente di Corfù, gli inglesi si rivolsero alla Corte internazionale dell'Aja che condannò il governo di Tirana al pagamento di 2 milioni di dollari: poiché Hoxha si rifiutò di versare la somma, Londra continuò a tenere bloccato il bottino di guerra. Nel 1970 il dittatore chiese l'intervento del Consiglio di sicurezza dell'Onu, senza riuscire a ottenere la restituzione dell'oro. Solo nel 1985 gli inglesi diedero la disponibilità al rimpatrio del tesoro, ponendo come condizione - oltre al risarcimento dei danni decretato dall'Aja - la restituzione dei propri beni confiscati dal regime comunista: condizione che Hoxha ancora una volta aveva rifiutato.






LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Lunedi 2 Dicembre 2019
Lunedì della I settimana di Avvento


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola 

Antifona d'ingresso
Ascoltate, o popoli, la voce del Signore; 
proclamate la sua parola sino ai confini della terra: 
il nostro Salvatore verrà, 
non abbiate timore. (cf. Ger 31,10; Is 35,4) 

Colletta
Il tuo aiuto, o Padre, 
ci renda perseveranti nel bene 
in attesa del Cristo tuo Figlio; 
quando egli verrà e busserà alla porta 
ci trovi vigilanti nella preghiera, 
operosi nella carità fraterna 
ed esultanti nella lode. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Is 2,1-5)
Il Signore raduna tutti i popoli nella pace eterna del suo regno.

Dal libro del profeta Isaìa

Messaggio che Isaìa, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme.
Alla fine dei giorni,
il monte del tempio del Signore
sarà saldo sulla cima dei monti
e s’innalzerà sopra i colli
e ad esso affluiranno tutte le genti.
Verranno molti popoli e diranno:
«Venite, saliamo sul monte del Signore,
al tempio del Dio di Giacobbe,
perché ci insegni le sue vie
e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge
e da Gerusalemme la parola del Signore.
Egli sarà giudice fra le genti
e arbitro fra molti popoli.
Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.
Casa di Giacobbe, venite,
camminiamo nella luce del Signore.

Parola di Dio.


oppure, se questa lettura è già stata proclamata nella I domenica di Avvento (Anno A), può essere sostituita dalla seguente:

Is 4,2-6 
Ci sarà gioia per gli scampati di Israele.

Dal libro del Profeta Isaìa

In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. 
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione, come una tenda sarà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro la bufera e contro la pioggia.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 121)
Rit: Andiamo con gioia incontro al Signore. 

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi. 

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene. 

Canto al Vangelo (Sal 79,4) 
Alleluia, alleluia.
Signore, nostro Dio, vieni a liberarci:
fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Alleluia. 

VANGELO (Mt 8,5-11
Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
Il Signore conosce il cuore di ogni uomo ed opera per la salvezza di tutti. Certi della sua misericordia e del suo amore, gli diciamo con fede: 
Veglia sui nostri passi, Signore. 

Illumina, sostieni e accompagna la tua Chiesa, o Signore, perchè possa guidare i passi dei tuoi fedeli per i sentieri che conducono a te. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, i governanti del mondo, perchè abbandonino la corsa alle armi ed usino delle risorse naturali per il progresso civile e morale dei popoli. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, gli ammalati di questa comunità ed aumenta la fede nei loro cuori, perchè non restino delusi quanti t'invocano con fiducia. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, la mente dei tuoi fedeli, perché accogliendo i germi di bontà e di fede presenti in ogni popolo, ne facciano motivo di gratitudine e di arricchimento personale. Preghiamo: 
Illumina, o Signore, le famiglie cristiane, perchè vivano il loro mistero di grazia e siano testimoni del tuo amore per ogni creatura. Preghiamo: 
Per quanti sono impegnati nelle forze dell'ordine. 
Per quanti vivono l'obiezione di coscienza. 

O Padre, accogli benigno le suppliche che ti presentiamo. La prossima venuta del tuo Figlio ci trovi vigilanti e pronti, rinnovati giorno dopo giorno dalla speranza di sedere con te alla mensa del regno dei cieli. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, il pane e il vino, 
dono della tua benevolenza, 
e fa’ che l’umile espressione della nostra fede 
sia per noi pegno di salvezza eterna 
Per Cristo nostro Signore. 

Oppure: 
Ti offriamo, Signore, 
questo sacrificio di lode 
nella serena fiducia di esser liberati dai mali 
presenti e futuri 
e di ottenere l’eredità che ci hai promesso. 
Per Cristo nostro Signore. 

PREFAZIO DELL’AVVENTO I 
La duplice venuta del Cristo 

È veramente cosa buona e giusta, 
nostro dovere e fonte di salvezza, 
rendere grazie sempre e in ogni luogo 
a te, Signore, Padre santo, 
Dio onnipotente ed eterno, 
per Cristo nostro Signore. 
Al suo primo avvento 
nell’umiltà della nostra natura umana 
egli portò a compimento la promessa antica, 
e ci aprì la via dell’eterna salvezza. 
Verrà di nuovo nello splendore della gloria, 
e ci chiamerà a possedere il regno promesso 
che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa. 
E noi, uniti agli Angeli e alla moltitudine dei Cori celesti, 
cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo... 

Oppure: 

PREFAZIO DELL’AVVENTO I/A 
Cristo, Signore e giudice della storia 

È veramente giusto renderti grazie 
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, 
Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose. 
Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, 
in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, 
apparirà sulle nubi del cielo 
rivestito di potenza e splendore. 
In quel giorno tremendo e glorioso 
passerà il mondo presente 
e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. 
Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, 
perché lo accogliamo nella fede 
e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno. 
Nell’attesa del suo ultimo avvento, 
insieme agli angeli e ai santi, 
cantiamo unanimi l’inno della tua gloria: Santo... 

Antifona di comunione
Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace: 
la tua presenza ci riempirà di gioia. (cf. Sal 106,4-5; Is 38,3) 

Oppure: 
Molti verranno dall’oriente e dall’occidente 
e siederanno a mensa nel regno dei cieli. (Mt 8,11) 

Preghiera dopo la comunione
La partecipazione a questo sacramento, 
che a noi pellegrini sulla terra 
rivela il senso cristiano della vita, 
ci sostenga, Signore, nel nostro cammino 
e ci guidi ai beni eterni. 
Per Cristo nostro Signore. 

Oppure: 
Signore Dio nostro, 
il mistero di cui ci hai reso partecipi, 
alimenti la lampada della nostra fede 
e ci renda vigilanti nell’attesa del tuo Figlio, 
per essere introdotti con lui al convito nuziale. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
Colui che sta per venire non deluderà la nostra attesa? La storia del centurione romano ci assicura in proposito. Colui che viene è un “salvatore”: questo significa il suo nome “Gesù”; questa è la ragione della sua venuta fra noi, della sua Incarnazione. 
Il centurione non ha chiesto esplicitamente la guarigione del suo servo. Si è limitato ad un appello disperato e, insieme, confidente. Gesù non può restare insensibile. Subito gli comunica la sua decisione: “Io verrò e lo curerò”. Allora il centurione mostra un bel senso di rispetto, cosciente della sua indegnità: “Signore, io non son degno...”. Come avrebbe reagito all’annuncio del mistero eucaristico in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa nostra? L’atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così belli che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore nel momento della comunione.

sabato 30 novembre 2019

Le Banche centrali europee: l'oro è il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale

IL MES O "MECCANISMO EUROPEO DI STABILITA'" SERVE PER INDEBITARE I PAESI AL FINE DI COSTRINGERLI A CEDERE ORO ALLA DEUTSCHE BANK? VIENE DA CHIEDERSI: A COSA SI PREPARANO?.... 


Si credeva che le banche centrali occidentali fossero contrarie all'oro, ma le cose sono cambiate, ormai da alcuni anni. Invece di scoraggiare le persone dall'acquistare oro o convincerli che l'oro è un bene irrilevante, molte di queste banche centrali sono più oneste sulle vere proprietà di questo metallo monetario. Dichiarare che l'oro è la riserva di valore per eccellenza, che conserva il suo potere d'acquisto nel tempo ed è un mezzo di pagamento globale. Tali dichiarazioni, combinate con le azioni che verranno discusse di seguito, rivelano che sempre più banche centrali si stanno preparando per il piano B.





IL RESETTAGGIO TOTALE DELLA BANCA NAZIONALE OLANDESE
Wow

Dutch National Bank goes 'Big Reset':

'Aandelen, obligaties en ander waardepapier: aan alles zit een risico [..] Als het hele systeem instort, biedt de goudvoorraad een onderpand om opnieuw te beginnen. Goud geeft vertrouwen in de kracht van de balans van de centrale bank'.




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La Bundesbank (la banca centrale tedesca) ha pubblicato un libro l'anno scorso intitolato Germany's Gold. Nell'introduzione, scritta dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, l'opinione di questa banca non lascia spazio all'interpretazione. Weidmann scrive (sottolineatura mia):
Chiedi a chiunque in Germania cosa associano all'oro e, il più delle volte, diranno che è sinonimo di valore duraturo e prosperità economica. Chiedete a noi della Bundesbank che cosa significano le nostre riserve di oro per noi, vi diremo che, in primo luogo, esse costituiscono una quota molto ampia dell'attività di riserva della Germania ... [e] sono una delle principali fondamenta per rafforzare la fiducia di ancoraggio all'intrinseco valore del bilancio della Bundesbank.
La Bundesbank ha prodotto questa pubblicazione per dare un resoconto dettagliato, il primo del suo genere, di come l'oro è cresciuto di importanza nel corso della storia, prima come mezzo di pagamento, in seguito come il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale.




Per i keynesiani questi commenti potrebbero sembrare che la Bundesbank (BuBa) sia un "goldbug". Le sue osservazioni, tuttavia, sono semplicemente buonsenso. L'oro ha un valore duraturo. Il mondo sopra di esso è associato alla prosperità economica. Ogni valuta di riserva nel mondo oggi è sostenuta da vaste riserve auree. Altrimenti, le autorità monetarie non si fiderebbero di detenere le rispettive valute, oltre a detenere le proprie riserve auree. L'oro è veramente il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale. 
Banche centrali e piramide di Exter
Ciò che viene in mente quando si legge l'affermazione di Weidmann è la piramide inversa di Exter. John Exter era un economista americano che negli anni '60 concepì una piramide rovesciata di attività finanziarie. Sotto la piramide c'è l'oro che costituisce la base del valore più affidabile; tutte le classi di attività all'interno della piramide a livelli progressivamente più elevati comportano un rischio maggiore. Exter a volte si riferiva al suo modello come la piramide del debito; quindi, ha posizionato l'oro al di fuori di esso in quanto è l'unica attività che non ha alcuna responsabilità nei suoi confronti.


Parlando in modo esplicito, quando Exter si rivolse alla Società economica del Sudafrica a Johannesburg il 16 novembre 1966, disse ( fonte ):
L'oro è il nocciolo duro del nostro sistema monetario internazionale.
Il "Bedrock" (Weidmann) e "hard core" (Exter) sono simili, ed entrambi indicano la forza dell'oro e ciò che può portare. Un elemento essenziale del capitalismo è l'investimento - diretto, indiretto, tramite obbligazioni o azioni - che comporta rischi. Maggiore è il rischio, maggiore è il rendimento. Più basso è il rischio, più basso è il rendimento. Ciò che non rientra nel regno degli investimenti ha rischio zero e nessun ritorno, ma fornisce la base che porta il sistema del debito. Questo rifugio sicuro è l'oro, l'unico rifugio di attività che non presenta rischi di controparte.
Nel Manuale sulla bilancia dei pagamenti e sulla posizione patrimoniale sull'estero ( BPM6 ) redatto dal Fondo monetario internazionale (FMI), leggiamo:
Le attività finanziarie sono attività economiche che sono strumenti finanziari. Le attività finanziarie includono crediti finanziari e oro monetario detenuto sotto forma di lingotti d'oro ... Un credito finanziario è uno strumento finanziario che ha una passività di contropartita. Lingotto d'oro non è un credito e non ha una responsabilità corrispondente. È trattato come un'attività finanziaria, tuttavia, a causa del suo ruolo speciale come mezzo di scambio finanziario nei pagamenti internazionali da parte delle autorità monetarie e come attività di riserva detenuta dalle autorità monetarie.
Il FMI ​​considera tutte le attività finanziarie a rischio di controparte, tranne l'oro.
A pagina 112 del BPM6 il FMI elenca tutte le attività di riserva internazionali in ordine decrescente. L'incoronazione è l'oro fisico, seguito da contanti, titoli di debito, azioni e infine derivati. Quasi una copia esatta della piramide di Exter.

Un'altra apparizione della piramide può essere trovata sul sito web della banca centrale olandese, De Nederlandsche Bank (DNB). Da aprile 2019 la pagina informativa sull'oro di DNB riporta:
Un lingotto d'oro conserva sempre il suo valore, con crisi o nessuna crisi. Questo crea un senso di sicurezza. Azioni, obbligazioni e altri titoli non sono privi di rischio e i prezzi possono scendere. Ma un lingotto d'oro conserva il suo valore, anche in tempi di crisi. Questo è il motivo per cui le banche centrali, tra cui DNB, hanno tradizionalmente detenuto notevoli quantità di oro. L'oro è il salvadanaio perfetto: è l'ancora della fiducia per il sistema finanziario. Se il sistema crolla, lo stock di oro può servire come base per ricostruirlo. L'oro rafforza la fiducia nella stabilità del bilancio della banca centrale e crea un senso di sicurezza.
La piramide di Exter dappertutto. Si prega di notare la somiglianza tra i commenti di DNB e BuBa sull'oro che forniscono la fiducia essenziale nei loro bilanci. Ciò dimostra che queste due banche centrali hanno una lunga storia di cooperazione.
Ho twittato sull'approccio schietto di DNB lo scorso aprile (pochi mesi dopo, è diventato virale ).




Continuiamo con un'altra citazione, questa volta dalla Bank of Finland 
( BOF ):
Oro - La base di un sistema monetario
L'oro è chiamato l'eterno strumento di pagamento ed è stato usato come mezzo di scambio per migliaia di anni. L'oro è un mezzo di pagamento veramente globale che ha mantenuto il suo valore nel corso della storia.
Ancora uno, dalla Banque de France ( BDF ):
Aspetti principali
L'oro è un metallo prezioso molto ricercato, considerato l'ultimo negozio di valore.
Tutte le banche centrali quotate concordano che l'oro conserva il suo potere d'acquisto nel tempo.
Prepararsi al piano B
Accanto alle dichiarazioni forti delle banche centrali, stanno agendo di conseguenza. Poco dopo la Grande Crisi Finanziaria (GFC), le banche centrali come settore sono diventate acquirenti netti; e Germania, Paesi Bassi, Austria, Ungheria e Turchia, tra gli altri, rimpatriarono l'oro. Principalmente dalla Banca d'Inghilterra a Londra e dalla Federal Reserve Bank di New York.




Secondo BuBa, il loro piano di rimpatrio aveva tre obiettivi: efficienza dei costi, sicurezza e liquidità. L'efficienza dei costi riguarda i costi di archiviazione in ogni sede. La sicurezza implica la sicurezza dei caveau e dove si trovano i caveau. La tendenza attuale è quella di avere una frazione significativa dell'oro sul suolo nazionale a causa dell'ambiente geopolitico. La liquidità consiste nel possedere lingotti che aderiscono agli standard di settore prevalenti e si trovano in mercati liquidi come Londra, ovvero per effettuare pagamenti nei tempi dei cambiamenti nel sistema finanziario. Quest'ultimo aspetto merita un'attenzione particolare.
Come abbiamo visto, le autorità monetarie occidentali menzionano l'oro come "l'ancora della fiducia per il sistema finanziario", "il fondamento della stabilità per il sistema monetario internazionale" e "un mezzo di pagamento veramente globale". stiamo anche dicendo che "se il sistema crolla, lo stock di oro può servire come base per ricostruirlo di nuovo". Ci si chiede se queste entità si stiano preparando per un nuovo tipo di standard internazionale con oro. Lo vedono come un possibile risultato, come negli ultimi anni, diverse banche centrali hanno aggiornato le loro riserve auree agli attuali standard del settore dell'oro, noto anche come London Good Delivery .


Nel corso della storia, lingotti con diversa purezza sono stati scambiati nei mercati all'ingrosso. Nel 1954 ogni nuovo lingotto accettato nel London Bullion Market - il centro del commercio dell'oro dal 18° secolo - doveva essere almeno 995 parti per mille ammende e pesare tra 350 e 430 once di oro fino. Sebbene non tutte le vecchie barre/lingotto siano state prontamente aggiornate. Alcuni rimasero com'erano, nei caveau a Londra e in altri luoghi. Queste barre ora vengono scambiate con uno sconto, generalmente pari al costo di aggiornamento e, se necessario, di trasporto a Londra.
Dopo la GFC, molte banche centrali detenevano le barre che erano state emesse prima del 1954, che attualmente non è liquidità nei mercati all'ingrosso. In risposta, la Banca centrale francese, svedese e tedesca, che conosco l'aspetto, hanno aggiornato le proprie riserve auree per risolvere il problema di liquidità.
Dal 2009, la Banque de France è impegnata in un ambizioso programma per migliorare la qualità delle sue riserve auree. L'obiettivo è garantire che tutti i suoi lingotti siano conformi agli standard LBMA [London Bullion Market Association] in modo che possano essere scambiati su un mercato internazionale. 
Dalla Riksbank svedese :
Per garantire che Riksbank disponga della riserva d'oro più liquida possibile, nel 2017 Riksbank ha aggiornato parte della sua riserva d'oro che non soddisfaceva lo standard LGD [London Good Delivery] sostituendo questi lingotti con nuovi lingotti d'oro che soddisfano lo standard.
Non ho un preventivo dalla stessa BuBa per l'operazione di aggiornamento. Tuttavia, collegando alcuni punti si scopre quando e come lo hanno fatto. BuBa ha pubblicato un elenco delle barre nel 2015 rivelando che tutto il loro oro era 995 ppm o superiore. Nel libro Germany's Gold, viene visualizzata una barra/lingotto a pagina 110 con l'abbonamento:
Nel corso del trasferimento [rimpatrio] di riserve d'oro nel 2013 e 2014, questa barra ... è stata fusa da vecchie barre conservate presso la Fed e di nuova fabbricazione. La rifusione servì ad ottenere un quadro dettagliato della finezza delle barre prodotte da varie raffinerie in diversi anni. Sono tra i nuovi lingotti d'oro della Bundesbank.


Mentre BuBa afferma che questa barra è stata fusa per scopi di analisi, in realtà, faceva parte del fatto che l'intero stock fosse almeno di 995 ppm. Uno, perché non richiede la fusione di un'intera barra per il test del dosaggio. Due, l'11 novembre 2017, il Financial Times ha pubblicato un articolo su come BuBa ha rimpatriato il suo oro. L'articolo afferma:
più di 4.400 barre trasferite da New York sono state portate in Svizzera, dove due fonderie hanno rimodellato il lingotto in barre che soddisfano gli standard del Good Delivery di Londra per facilitarne la movimentazione.
Proprio come una barra non è stata fusa per "ottenere un quadro dettagliato della finezza", ulteriori 4.399 barre non sono state fuse "per facilità d'uso". Sono stati tutti perfezionati per un motivo: soddisfare i criteri di Good Delivery di Londra e rendere le riserve auree della Germania totalmente liquide.
Conclusione
Secondo John Exter, quando la piramide del debito è cresciuta in eccesso e diventa instabile, scoppiano le bolle. Gli investitori, in cerca di sicurezza, scenderanno lungo la scala fino a quando non troveranno un terreno solido (la roccia fresca). Questa fondazione è l'oro, che non può essere inadempiente o essere arbitrariamente svalutato.
Il GFC è stato causato da un debito eccessivo (un abbuffo di credito). Quando Lehman cadde e il castello di carte si sgretolò, la soluzione più rapida a cui le autorità potevano pensare, ironicamente, era più debito. Siamo passati da "estendere e fingere" a "ritardare e pregare". L'intervento della banca centrale può essere efficace, per un po, fino a quando il problema di fondo riappare ma con vendetta. Attualmente il mondo è più indebitato rispetto a prima del GFC. L' Institute of International Finance stima che il debito globale verso il PIL sia ora del 320%.
Quando si leggono i media mainstream, si può essere persuasi a pensare che tutte le banche centrali siano disposte a "stampare" denaro all'infinito e abbassare i tassi di interesse il più possibile - o lanciarne una varietà - spingendoci ulteriormente nell'abisso. Alcuni di loro, tuttavia, non sono così ignoranti e si stanno attivamente preparando per quando le valute cartacee sono costrette a essere svalutate dal peso del debito emesso in tali valute.
C'è un altro sviluppo in una banca centrale occidentale che mi piace condividere. La Banque de France - i cui caveau erano una parte vibrante del mercato globale dell'oro durante il classico gold standard - non solo ha affinato il suo metallo ma ha anche migliorato la sua intera infrastruttura di caveau dal GFC. 
Da BDF :
Dalla crisi finanziaria del 2008, i gestori delle riserve hanno rinnovato l'interesse per l'oro. 
Oltre ad aggiornare le sue scorte, la Banque de France sta facendo vari altri passi per assicurarsi che soddisfi i criteri LBMA [questi standard si applicano per il commercio in tutto il mondo] ... Il rinnovamento dei caveau storici che ospitano le riserve auree è quasi completato: il pavimento sarà in grado di sopportare pesanti carrelli elevatori e scaffali intermedi sono stati inseriti tra gli scaffali esistenti per garantire che l'oro sia impilato solo a cinque barre di altezza, facilitando la movimentazione. Presto saranno disponibili altre strutture di stoccaggio: caveau robusti per riporre barre nude sugli scaffali o ampi caveau per riporre pallet sigillati, e facilitare la movimentazione, il trasporto e l'auditing. Entro la fine dell'anno, sarà istituito un nuovo sistema IT per migliorare la nostra capacità di rispondere alle esigenze delle operazioni di mercato e ad altri servizi di custodia.
Quindi, dopo la GFC, non solo le banche centrali occidentali hanno cambiato il loro modo di parlare dell'oro, ovvero sono diventate più oneste riguardo alla funzione dell'oro come un porto sicuro, ma, come settore, le banche centrali sono anche diventate acquirenti netti. Molte banche centrali hanno ridistribuito il loro oro, considerando attentamente tutti i possibili rischi e sviluppi futuri. Alcune banche centrali hanno aggiornato il loro oro agli attuali standard del settore per poter operare senza attriti sui mercati internazionali. Una banca centrale, BDF, ha persino migliorato la sua intera infrastruttura di deposito. E questo si basa solo su informazioni pubblicamente disponibili.
Conosciamo fin troppo bene le banche centrali orientali che acquistano apertamente oro, stimolando i cittadini a comprare oro, istituendo nuovi scambi di oro e de-dollarizzano. In Occidente, questi argomenti sono più sensibili per motivi politici. Di conseguenza, dal GFC, le banche centrali occidentali hanno iniziato delicatamente a spostarsi verso l'oro, per non provocare shock sul mercato. Nel 2015, ho definito questo " il lento sviluppo verso l'oro " e continua ancora.
Lo scopo di questo articolo è oltre il discutere di ogni probabile sviluppo monetario internazionale e attribuire una probabilità percentuale a ciascuno di essi. Penso che sia chiaro, tuttavia, che molte banche centrali si stanno preparando affinché l'oro svolga un ruolo decisivo e fondamentale nella futura finanza globale. Perché altrimenti acquistare, ridistribuire e aggiornare l'oro, accanto a migliorare le strutture di trading, aumentare la trasparenza e quindi pubblicizzare le caratteristiche finanziarie dell'oro? Ricorda molto ciò che Pericle disse intorno al 500 a.C., "la chiave non è predire il futuro ma prepararsi ad esso".
Attualmente, Exter's Pyramid è diventato troppo grande ed è instabile. Nel momento in cui cade la piramide, "l' oro farà il suo lavoro ". La storia ci insegna che l'oro protegge i suoi proprietari attraverso tutti i tipi di tempo, e le banche centrali lo sanno. Vi siete mai chiesti perché praticamente ogni banca centrale possiede oro? Perché l'oro è fisico. Immutabile, ma divisibile. Indipendente e senza rischio di controparte. È l'ultimo deposito di valore - poiché mantiene il suo potere d'acquisto nel tempo - e funziona come uno strumento di pagamento eterno.