mercoledì 3 luglio 2019

I PIU' GRANDI POETI DEL PANORAMA ITALIANO ED INTERNAZIONALE (IN ALLESTIMENTO)

LA MIGLIORE POESIA DEL PANORAMA ITALIANO E INTERNAZIONALE LA TROVATE QUI. I PIU' GRANDI AUTORI DI TUTTI I TEMPI DA ALDA MERINI A EMILY DICKINSON, DA PABLO NERUDA A HEMINGWAY, DA GIUSEPPE UNGARETTI A GARCIA LORCA. PER SOGNARE E PER DEDICARE UN PENSIERO SPECIALE A CHI AMATE. BENVENUTI!



ALDA MERINI 


Lasciando adesso che le vene crescano
Lasciando adesso che le vene crescano
in intrichi di rami melodiosi
inneggianti al destino che trascelse
te fra gli eletti a cingermi di luce…
In libertà di spazio ogni volume
di tensione repressa si modella
nel fervore del moto e mi dissanguo
di canto “vero” adesso che trascino
la mia squallida spoglia dentro l’orgia
dell’abbandono. O, senza tregua più,
dannata d’universo, o la perfetta
nudità della vita,
o implacabili ardori riplasmanti
la già morta materia: in te mi accolgo
risospinta dagli echi all’infinito.
( da “La presenza di Orfeo” – 4 ottobre 1950)


I versi sono polvere chiusa
I versi sono polvere chiusa

di un mio tormento d’amore,
ma fuori l’aria è corretta,
mutevole e dolce ed il sole
ti parla di care promesse,
così quando scrivo
chino il capo nella polvere
e anelo il vento, il sole,
e la mia pelle di donna
contro la pelle di un uomo.
(da “La Terra Santa”)


Spazio
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio 
per dolcissima muovermi ferita: 
voglio spazio per cantare crescere 
errare e saltare il fosso 
della divina sapienza. 
Spazio datemi spazio 
ch’io lanci un urlo inumano, 
quell’urlo di silenzio negli anni 
che ho toccato con mano.
(da “Vuoto d’amore”)




Ho buttato il mio verbo come Iddio
Ho buttato il mio verbo come Iddio
(l’amore fa di questi prepotenti
e nuovissimi doni) ed ho creato 
proprio col soffio identico iniziale
con cui Dio ha fatto l’uomo.
Solo che l’uomo che da me ho gettato
non è guasto di terra ma portato
da un suo nuovo magnifico splendore.
Come sei tu, mio vero, vigoroso
tanto che mi attanagli nella pelle
con fortissime unghie e mi rilasci
a misurare dopo nel silenzio
tutta la mia disfatta di poeta.
(da “Tu sei Pietro. Anno 1961”)


Non ti dispiaccia.
Non ti dispiaccia che parli il tuo nome;
non ti dispiaccia che io porti pietra
e che con essa tutta mi ragioni, 
io sono nell’inferno e ora faretra
reggo d’amore ed ora sinfonia;
fa’ che io per te nel canto non m’arretra
ma colpirmi di sì dolce armonia
che al sol si sciolga questa triste pietra
che alla morte mi porta e mi ci avvia.
(da “Le rime petrose”)




Potresti anche telefonarmi
Potresti anche telefonarmi
e dirmi in un soffio di vita
che hai bisogno del mio racconto:
favole di una bimba che legge i sospiri,
favole di una donna che vuole amare,
una donna che cerca un prete
per avere l’estrema unzione.
(da “La volpe e il sipario” – 1997)

La mia poesia è alacre come il fuoco
La mia poesia è alacre come il fuoco,
trascorre tra le mie dita come un rosario.
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnananna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce
(da “La volpe e il sipario” – 1997)


Tu te ne sei andata
Tu te ne sei andata
hai lasciato dietro di te 
il chiaro profumo dell’ombra,
o fiore di questo mio corpo
o specie martoriata di figlia,
tu te ne sei andata
uno spazio di vento
che ha indurito il mio cuore.
(da “Destinati a Morire. Poesie vecchie e nuove”)



Ieri sera nel basso dentro la gioconda osteria
Ieri sera nel basso dentro la gioconda osteria
un uomo trangugiava il suo vino
con una voluttà bacchica e assente,
io guardavo la sua gola turgida
di vino e dimenticanza
e mi chiesi come mai mi tenessi in cuore una spina
senza chiedere aiuto a Bacco.
(da “Le satire della Ripa”)




Non voglio dimenticarti, amore
Non voglio dimenticarti, amore,
né accendere altre poesie:
ecco, lucciola arguta, dal risguardo dolce,
la poesia ti domanda
e bastava una inutile carezza
a capovolgere il mondo.
La strega segreta che ci ha guardato
ha carpito la nudità del terrore,
quella che prende tutti gli amanti
raccolti dentro un’ascia di ricordi.
(da “Titano amori intorno” 1993)


EMILY DICKINSON





Temo un uomo di poche parole

Temo un uomo di poche parole
temo un uomo che tace
l'arringatore - posso superarlo
il chiacchierone - posso intrattenerlo
ma colui che pondera
mentre tutti gli altri spendono tutto ciò che hanno
di questo diffido
temo che egli sia grande.


Non conosciamo mai la nostra altezza

Non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura.

L'eroismo che allora recitiamo
sarebbe quotidiano, se noi stessi
non c'incurvassimo di cubiti
per la paura di essere dei re.

Restai insaziata tutti i miei anni.
Arrivato il pomeriggio, tremante
avvicinai il tavolo per mangiare
e assaggiai un vino strano,
quello che avevo visto sulle tavole
quando affamata - tornando a casa -
guardavo attraverso i vetri la ricchezza
che non speravo di possedere mai.

Non conobbi l'abbondanza del pane -
era diversa la briciola
che avevo divisa con gli uccelli
nella sala da pranzo della natura.

Il troppo mi urta - è così insolito.
Mi sentivo a disagio, spaesata -
come una bacca ai fratta montana
trapiantata sulla strada.

E non avevo fame. Allora capii
che la fame è un istinto
di chi guarda le vetrine dal di fuori.
L'entrare, la disperde.



Il vederla è un quadro
Sentirla una canzone
Conoscerla un eccesso
Innocente come giugno
Non conoscerla una pena
Averla per amica
Un calore tanto vicino come se il sole
Ti splendesse in mano.





Fammi un quadro del sole
posso appenderlo in camera mia
e fingere di scaldarmi
mentre gli altri lo chiamano "Giorno!".

Disegna per me un pettirosso - su un ramo -
così sognerò di sentirlo cantare
e quando nei frutteti cesserà il canto -
ch'io deponga l'illusione.

Dimmi se è vero che fa caldo a mezzogiorno -
se sono i ranuncoli che "volano"
o le farfalle che "fioriscono".
E poi, sfuggi il gelo sopra i prati
e la ruggine sugli alberi.
Dammi l'illusione che questi due - ruggine e gelo -
non debbano arrivare mai!



Ho vissuto di paure.

Per coloro che conoscono l'invito
offerto dal pericolo - ogni altro stimolo
è indifferente - senza vita.

Come uno sprone nell'anima -
la paura lo spingerà dove
procedere senza uno spettro al fianco
sarebbe sfida alla disperazione.




Sarei forse più sola
senza la mia solitudine.
Sono abituata al mio destino.
Forse l'altra - la pace -

potrebbe spezzare il buio
e riempire la stanza -
troppo stretta per contenere
il suo sacramento.

La speranza non mi è amica -
come un'intrusa potrebbe
profanare questo luogo di dolore -
con la sua dolce corte.

Potrebbe essere più facile
affondare - in vista della terra -
che giungere alla mia limpida penisola
per morire - di piacere.


Piangere è una piccola cosa -
cosa tanto breve un sospiro.
Ma cose di tale grandezza
uccidono uomini e donne.


Molta follia è suprema saggezza
per un occhio che capisce -
molta saggezza, la più pura follia.
Anche in questo prevale la maggioranza.
Conformati, e sei saggio - 
dissenti, e sei pericoloso. 
Un matto da legare. 

Non sento mai la parola "fuga"
senza un colpo al cuore.
Un'improvvisa attesa -
un impulso al volo.

Non sento di prigioni smisurate 
abbattute da soldati, senza scuotere 
le sbarre della mia - come un bambino - 
per fallire una volta ancora.


Alcuni dicono che (Some say)

Alcuni dicono che
quando è detta,
la parola muore.
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere.


Così s'incontrano, così si separano
gli sguardi in una folla –
per sempre impressi possono restare –
tanto può un'espressione

senza un sol cenno – accogliere e ospitare –
un altro volto –
scomparso – appena colto -.


Più degna di vederlo, potrò essere
Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me -
Con Estati, e con Inverni, farà crescere,
Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà

Da farmi la più bella della Terra -
l'Attesa - allora - apparirà così preziosa
Che attribuirò una pena dimezzata
Alla colpa di esser stata scelta - allora -

è tempo di pregustare il Suo Sguardo -
Dapprima - Delizia - e poi - Sorpresa -
Quel volgersi ripetuto al mio volto
Per Accertare che sia la Grazia -

Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore
Da cercare la Prova, che Quella - sia Questa -

Io devo solo non diventare così nuova
Da farlo sbagliare - e chiedere di me
a me - quando subito verso la Porta
Andrò - per non andare più Altrove -

Io devo solo non tramutarmi in così bella
Da farlo sospirare - "l'Altra - Lei - Dov'è?"
L'Amore, tuttavia, m'istruirà a dovere
Sarò perfetta - ai Suoi occhi -

Se Egli percepirà l'altra Verità -
In una più Eccellente Gioventù -

Com'è dolce non essersi privata Invano -
Ma guadagnare - con la perdita - Col Dolore - ottenere -
La Bellezza che Lo compensi al meglio -
La Bellezza della Domanda - Acquietata.

La bellezza non ha causa: esiste.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.
Sai afferrare le crespe del prato,
quando il vento vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
perché non ti riesca.


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Io non sono nessuno

Io non sono nessuno! E tu chi sei?
Nessuno pure tu?
Allora siamo in due, ma non lo dire!
Potrebbero bandirci, e tu lo sai!
Che grande noia, essere qualcuno!
Quanto volgare dire il nome tuo
Per tutto giugno-come fa la rana-
a un pantano che ti ammira.


Se le mie pene future in una volta
venissero ad affliggermi quest'oggi,
sono così felice che - son certa-
si allontanerebbero ridendo.

Se le mie gioie future in una volta
venissero ad invadermi quest'oggi,
non potrebbero essere così grandi
come questa che mi possiede adesso.



Io non l'ho detto ancora al mio giardino
Per non perdermi d'animo.
E non mi sento ancora tanto forte
Da rivelarlo all'ape.

Non ne farò parola nella strada,
Perfino le botteghe stupirebbero ch'io
Timida ed ignorante come sono,
Abbia l'audacia di morire.

Non devono saperlo le colline
Dove tanto ho vagato,
Né posso dire ai miei boschi diletti
Il giorno dell'addio.


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AFORISMI E BELLE FRASI DI EMILY DICKINSON


“Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta.”


“Perché nasca una prateria, bastano un trifoglio, un'ape e un sogno. E se non ci sono le api e il trifoglio, può bastare anche il sogno.” 


“Sono tutto e il contrario di tutto.” 


“Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto - di altre invece ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno.” 


“Fai che per te io sia l'estate anche quando saran fuggiti i giorni estivi.”


“Per un istante d'estasi
Che prezzo d'angoscia paghiamo 
Nella stessa misura fremente 
Di quell'istante d'estasi. 
Per un'ora che fu la più cara 
Quali aspri compensi per anni, 
Che amari spiccioli contesi 
E che scrigni colmi di lacrime.” 



“Non c'è bisogno di essere una stanza per sentirsi infestati dai fantasmi, non c'è bisogno di essere una casa. La mente ha corridoi molto più vasti di uno spazio materiale ed è assai più sicuro un incontro a mezzanotte con un fantasma esterno piuttosto che incontrare disarmati il proprio io in un posto desolato.” 


“I cani sono migliori degli esseri umani perché sanno ma non dicono.” 


“La fortuna non è dovuta al caso ma alla fatica, il costoso sorriso della buona sorte si deve guadagnare.” 


“Se leggo un libro e questo rende il mio intero corpo così freddo che nessun fuoco potrà mai scaldarlo, so che è poesia.” 


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LITURGIA DEL GIORNO

 

LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
  
  



 PRIMA LETTURA 

Ef 2,19-22
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù.
In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.


  SALMO  

Sal 116
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.

Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode.

Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.


 VANGELO 

Gv 20,24-29
Dal Vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Mercoledì 03 Luglio 2019

martedì 2 luglio 2019

Come si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino

Si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino: vigilanza sui piccoli, educazione al pericolo, attenzione alle esche e sorveglianza sociale. Questi alcuni presidi di sicurezza anti-pedofilia.

Qualunque sia la classificazione patologica della pedofilia, indipendentemente dalle aberranti ragioni che inducono il pedofilo a compiere le sue violenze, una mamma – e in generale ogni adulto – deve saper riconoscere gli atteggiamenti e i comportamenti – potenzialmente pericolosi – di quegli adulti che si muovono con l’intento di adescare i bambini. Come si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino? E’ questa la domanda chiave.


Il pedofilo circuisce la vittima con dolcezza, la porta a sé, cerca di carpirne la sua fiducia. Questo atteggiamento può indurre in inganno i più piccoli; complice l’ingenuità dei bambini, non è difficile ammansirli, affascinarli, stimolare in loro interesse e curiosità tali da “conquistarli”.
Come si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino?

COME SI PUÒ RICONOSCERE UN PEDOFILO CHE TENTA DI ADESCARE UN BAMBINO?


Riconoscere un pedofilo è difficile, se non impossibile, per il bambino stesso che è senza malizia; diversamente dovrebbe essere semplice, se non intuitivo, per l’adulto capace di identificare i comportamenti sospetti.

Se uno sconosciuto avvicina i bambini, fa loro complimenti, offre loro attenzioni, tende ad appartarsi con loro, li osserva con meticolosa attenzione e si sforza di conquistarne l’interesse, è già compito dell’adulto osservare e monitorare la situazione.

I BAMBINI VANNO VIGILATI, È QUESTA LA PRIMA REGOLA DI PRUDENZA A TUTELA DELLA LORO INCOLUMITÀ.


I genitori hanno sui figli un importante dovere di vigilanza, sebbene talvolta debba essere “passiva”, ovvero non invasiva e rispettosa dello spazio di azione, dell’autonomia e dell’interazione sociale dei bambini.

Quest’estate mi sono accorta nella pratica vita quotidiana di quanto sia sottovalutato il dovere di vigilanza. Troppo spesso l’adulto stabilisce che a una data età il figlio è “in grado di badare a se stesso”, questa capacità potenziale del bambino si scontra però con alcuni pericoli concreti ed estrinsechi.

Nel residence dove villeggio (da 36anni ormai) sono diversi i genitori che lasciano i bambini “liberi di muoversi da soli”, io no.
I limiti che ho scelto prudenzialmente di dare ai miei figli si fondano sul principio della vigilanza che è in sé prevenzione del pericolo:
in realtà si tratta di un residence molto grande diviso in corpi abitativi che arrivano sino alla lettera H, uniti da stradine affollate di macchine e pullulanti di piccoli appartamenti (una quarantina per ogni lettera); infine il complesso abitativo da un lato si affaccia su una trafficata strada statale, dall’altro confina con una vastissima area di montagna.

Il mio residence e la libertà che dai 7 anni in poi molti genitori assegnano ai figli in quel luogo mi sono venuti in mente osservando un esperimento sociale anti-pedofilia girato da Fanpage a Napoli.

COME SI PUÒ RICONOSCERE UN PEDOFILO CHE TENTA DI ADESCARE UN BAMBINO E DOVERE DI VIGILANZA SUI PIÙ PICCOLI.

I due protagonisti diretti del video di Fanpage sono una bambina di 8 anni e un attore che si finge pedofilo; la protagonista indiretta è l’indifferenza della gente.

La bambina viene adescata dal finto pedofilo grazie ad un’esca: un cane. Di fatto il “corteggiamento” ha luogo sotto gli occhi di moti adulti, in un parco pubblico, ma tutti sottovalutano il pericolo eccetto una coppia: dopo 5 giorni di riprese, solo una coppia si è insospettita sino al punto di monitorare la bimba e impedire che il pedofilo la portasse via con sé.

Ecco il video:
Di fatto il girato dimostra che si può riconoscere un pedofilo che tenta di adescare un bambino, è possibile farlo esercitando la debita vigilanza sui più piccoli, evitando di lasciarli soli e quindi esposti ai pericoli, educandoli a reagire alle situazioni di emergenza. Soprattuto il video attesa che la vera protagonista di molte tragedie della modernità è l’indifferenza:
per quattro volte, dopo essere stata adescata e corteggiata dal finto pedofilo, questa bambina è uscita dal parco insieme a lui e senza che nessuno intervenisse. 
L’intervento della giovane coppia nell’ultimo giorno di riprese rappresenta una speranza e insieme un monito: i bambini, anche quelli che non sono nostri, meritano attenzione e rispetto, tutela e protezione!

Ricchi, famosi, “solidali”: ecco l’elenco dei vip che finanziano le Ong pro-migranti

TUTTI I VIP "SOLIDALI" CON LA "SOCIETA' APERTA" DI SOROS


C’è anche Richard Gere nell’elenco dei facoltosi vip che finanziano le Ong pro-migranti. L’organizzazione sostenuta dalla star hollywoodiana è la spagnola Open arms. Insieme all’attore, tra i benefattori, compare anche una società calcistica il Manchester city.
Attori, alti prelati, politici, rockstar e chi più ne ha più ne metta: è decisamente variopinto il mondo dei sostenitori delle associazioni che si danno da fare per rovesciare schiere di migranti nei bei porti italiani. Come si legge su il Giornale, tra i finaziatori della Sea Watch c’è pure il cardinale Reinhard Marx. «Lo scorso anno -si legge- Sea Watch aveva raccolto 1.797.388,49 euro spendendo oltre il 55%, ovvero 784.210 euro per la sua nave già sequestrata tre volte dall’Italia e da Malta, che sta ciondolando davanti a Lampedusa con una quarantina di migranti a bordo. I principali sostenitori, che ci mettono la faccia, pubblicata sul bilancio della Ong estremista tedesca, sono un gruppo variegato di personaggi molto noti in Germania. Uno dei più attivi è il capogruppo dei Verdi nel Parlamento di Berlino, Hofreite, deputato dal 2005. Al suo fianco per aiutare Sea Watch il discusso Gregor Gysi, leader riformista alla fine della Germania Est sopravvissuto al crollo del muro di Berlino. Anche l’attrice tedesca Katja Hannchen Leni Riemann e il gruppo rock di Amburgo, Revolverheld, sono testimonial e finanziatori di Sea Watch. Una delle sostenitrice più influenti è Barbara Lochbihler, europarlamentare dal 2009 fino a quest’anno ed ex segretario di Amnesty international in Germania. A Strasburgo ha fatto proseliti: Elena Ethel Schlein è stata eletta eurodeputata del Pd nell’ultima legislatura, anche se nel 2015 ha lasciato il partito per aderire al movimento di Giuseppe Civati».
E in Italia? «La pseudo Ong Mediterranea» cita come supporter i «sindaci Leoluca Orlando di Palermo e Luigi de Magistris di Napoli, Greenpeace Italia e Fondo Fuocoammare creato sulla scia del successo del film che ha vinto l’Orso d’oro a Berlino nel 2016. Non mancano Comitato Addiopizzo, la Cgil, i Giuristi democratici, la Lega coop sociali Friuli-Venezia Giulia e Potere al Popolo di Palermo, orfani del comunismo duro e puro».

Della Luna: l’Eurolager è una banda di ladri, denunciamoli

«Il governo Conte fa bene a piegarsi alle richieste di Bruxelles e ad evitare la procedura di infrazione (che comporterebbe un esproprio delle funzioni politico-economiche in favore degli eurocrati). E’ il male minore, oggi». Lo sostiene l’avvocato Marco Della Luna, acuto saggista euroscettico. «L’euro ha un effetto tecnico inevitabile: deindustrializzare l’Italia trasferendone le risorse e gli assets migliori a paesi più efficienti e dominanti entro la Ue: lo scopo fondativo dell’Ue è esattamente questo, e non solo nei confronti dell’Italia», scrive Della Luna nel suo blog. «Se l’Italia resta nell’euro e nell’Ue è destinata a una fine certa e miseranda, ma non a un tracollo immediato, perché – mentre è in corso il suo svuotamento – viene mantenuta in vita finanziariamente». Psicologia: «La gente non si ribella perché ha paura dei tracolli e dei sacrifici immediati e non pensa al lungo termine. Ed è per questo che la si può portare dove si vuole, quindi le si concede la “democrazia”». Aggiunge Della Luna: «Rompere la gabbia dell’euro e dell’Ue sarebbe pertanto un obiettivo da perseguire anche a costo di sacrifici, ma può farlo soltanto un governo unito, guidato da grandi economisti, sostenuto dal consenso popolare. Un governo capace di resistere alle pressioni, ai ricatti e alle ritorsioni dell’Ue, e al contempo di rimpiazzare l’euro e di ricollegare l’economia nazionale ai fornitori e clienti esteri di cui necessita, essendo la nostra un’economia di trasformazione molto dipendente dagli scambi internazionali».


Oggi, al contrario, abbiamo «un governo disunito, balordo e demagogico in economia, privo di veri statisti soprattutto economici, sostenuto dalla maggioranza di un popolo che però non vuole uscire dall’euro». Soprattutto, l’esecutivo gialloverde «è tenuto sotto la spada di Damocle da un Quirinale che è garante della Ue, che vieta di nominare ministri dell’economia eurocritici imponendo invece l’europeista Tria, e che – a detta delle malelingue – avrebbe precedenti di golpe su ordine germanico». Ovviamente, con siffatte premesse, «non si può andare allo scontro con gli interessi europeisti, per quanto siano rovinosi per l’Italia». Quindi, propone Della Luna, «cerchiamo di archiviare il reddito di cittadinanza, la Quota 100, il salario minimo, le chiusure domenicali, lo shock fiscale». Il taglio delle tasse «fa ripartire la domanda e gli investimenti solo in un quadro di stabilità, di sicurezza, di futuro ragionevolmente buono e di umore diffusamente positivo», mentre oggi «il quadro è di instabilità, di debolezza e divisione del governo, di futuro preoccupante, e l’umore generale è negativo». Non funzionerebbe nemmeno una distribuzione di denaro alla popolazione: per tornare a consumare, gli italiani avrebbero bisogno di prospettive rassicuranti, viceversa metterebbero da parte il denaro in più, come scorta di sicurezza per ripararsi dagli scossoni in arrivo.

Infatti, sostiene Della Luna, «oggi sta aumentando la propensione al risparmio perché le aspettative sono giustamente fosche». Meglio quindi usare le risorse disponibili per fare investimenti pubblici infrastrutturali, nell’immediato. Ma nel medio-lungo periodo? Il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: il rapporto con l’Ue. «L’Italia attuale, a causa anche delle regole finanziarie europee e dell’euro (oltre che dell’incompetenza economica dei suoi governi), ha una cattiva tendenza in quanto a Pil, rapporto deficit/Pil, rapporto debito/Pil, andamento della produttività (competitività)». Dal canto suo, «l’Ue reagisce e continuerà a reagire imponendo misure recessive e proibendo il ricorso a rimedi come i minibot». La combinazione di questi due fattori farà sì che il contrasto con Bruxelles «continuerà ad aggravarsi, a farsi sempre meno gestibile e ricomponibile». Della Luna ipotizza esiti preoccupanti. Il peggiore? «Colpo di Stato europeista del Quirinale, sottomissione dell’Italia, sua grecizzazione, sua spoliazione totale (se si riuscirà a inibire la protesta popolare e a reprimere le forze che la esprimeranno) e africanizzazione (colonia franco-tedesca)».


Oppure: «Uscita dall’Italia dall’euro e dell’Ue, verso un futuro incerto ma condizionato dall’essere un sistema-paese inefficiente, con una classe politica scadente, e molto dipendente da fornitori e clienti – quindi un futuro tendente al Terzo Mondo». Terza ipotesi: «Una riforma organica della Ue che sostituisca le regole finanziarie errate e infondate con regole aderenti alla realtà, limitando lo strapotere e l’approfittamento franco-tedesco, e consentendo l’introduzione dei minibot o di altre misure per rimonetizzare l’economia reale italiana che oggi ristagna anche per carenza di liquidità e la diffusa insolvenza». Della Luna vede anche in teoria l’uscita dall’euro e dalla Ue da parte della Germania e di altri paesi, se non addirittura lo scioglimento della stessa Ue. Cosa conviene all’Italia? Per evitare l’ipotesi più pericolosa – il commissariamento – occorre «cercare un forte alleato esterno», cioè gli Usa o l’Eurasia russo-cinese, cercando di «riformare l’istituto della Presidenza della Repubblica per limitare i suoi poteri di ingerenza». Se possibile, aggiunge Della Luna, bisognerebbe eleggere al Colle, appena possibile, «un personaggio non di parte euro-bancaria». Mattarella? «Potrebbe essere costretto a dimettersi dallo scandalo della magistratura, dato che per ben cinque anni è stato presidente del Csm, quindi conosceva bene e non denunciava ciò che ora, costretto dalle rivelazioni pubbliche, denuncia con enfatica prosopopea».

Lo sbocco numero due sarebbe l’Italexit. «Dato che la struttura e gli effetti tecnici pianificati di euro e Ue sono di sottomettere e spogliare l’Italia, bisogna uscire». Sennonché, rileva Della Luna, per uscire dall’euro e dall’Ue «bisogna avere un governo coeso, con ministri competenti, indipendente dal Quirinale, in grado di sostenere lo scontro contemporaneo con questo, con la Ue e con la Bce». E anche capaci di gestire «la fase di transizione verso un nuovo assetto», risolvendo enormi problemi. Esempio: con che valuta pagare le materie prime? Come convertire la produzione industriale oggi integrata nella Ue? Come difendersi dalle ritorsioni? «Dato che queste condizioni allo stato mancano, non bisogna cercare di uscire ora, né andare ora allo scontro, che probabilmente finirebbe con un nuovo golpe», come quello che nel 2011 portò il “macellaio” Monti a Palazzo Chigi. Quanto al terzo ipotetico sbocco, cioè la riforma democratica dell’euro-sistema, per Della Luna sarebbe di gran lunga l’esito più desiderabile. Ma è anche assai difficile da attuare, «perché l’attuale assetto euro-comunitario è conforme ai piani e agli interessi dei potentati bancari che controllano l’Ue». Per Della Luna «vale la pena in ogni caso di tentare», anche perché il tentativo può portare alla “fuga” della Germania o al suicidio dell’Ue.

Per tentare di costringere l’Ue ad adottare finalmente regole democratiche, secondo Della Luna «bisogna guadagnare qualche mese», periodo in cui «sostituire Mattarella e dotarsi di un governo coeso e competente con un idoneo ministro dell’economia», nonché «revocare i provvedimenti costosi e improduttivi in termini di Pil, emettendo invece provvedimenti sani e intelligenti (in modo che Bruxelles non possa imputare il malandare dell’economia italiana a misure economiche sbagliate e demagogiche». Bisognerebbe anche «smascherare e criticare a fondo le falsità, le aberrazioni, le iniquità e i conflitti di interesse nell’Ue, nella Bce e nei rapporti tra grande finanza e governi, insistendo fino a ottenere la messa in comune del debito pubblico, l’approvazione degli eurobot e dei minibot, il livellamento dell’extra-surplus commerciale tedesco, l’eguaglianza di tutti i paesi comunitari rispetto alle regole comuni». Quelle falsità, iniquità, aberrazioni e incompatibilità di interessi «sono tanto gravi, strutturali e oscene, che una campagna di informazione e denuncia ben fatta potrebbe avere effetti delegittimanti e devastanti per eurocrati ed eurobanchieri, perciò costituirebbe uno strumento forte per negoziare l’uscita dall’Eurolager».