sabato 4 maggio 2019

Il vero significato della pedofilia globale – di Roberto Dal Bosco ed Elisabetta Frezza

STATI UNITI D'EUROPA? NO, NAZIONI PEDOFILE UNITE. IL DISEGNO OCCULTO DEL MONDIALISMO


La pedofilia, ormai, è all’ordine del giorno nelle cronache secolari e non: anzi, è il mondo ecclesiale ad offrire sul tema ampia casistica, sintomo della dissoluzione più grande. Emerge una realtà diffusa in cui il tipo criminologico del pedofilo appare infiltrato nel tessuto sociale in modo capillare.
Nonostante la sua diffusione, lo spettatore però resta ancora sconvolto: ancora non è disposto, per grazia di Dio, a digerire una condotta che esprime il peggio della (dis)umana depravazione. Significa che Overton non fila via liscio come dovrebbe, perché l’elastico tende a rimbalzare verso la ripulsa del primo stadio, dove il fenomeno resiste come impensabile nel comune sentire. Il popolare, nonostante tutto, è lontano.
La finestra di Overton, si sa, è il modello di ingegneria sociale che dimostra per tabulas come qualsiasi tabù possa essere infranto e gradualmente liberato nella società, purché lo si incanali attraverso uno spettro di passaggi progressivi, che per il politologo Overton sono sei: impensabile, radicale, accettabile, sensato, diffuso, legalizzato.
Se per la pedofilia accade che la progressione overtoniana si inceppi e lo scandalo persista, è per la oggettiva difficoltà di guidare verso l’obiettivo segnato la macchina della propaganda nel campo minato delle pulsioni più belluine e delle reazioni più umane, dove il Male e il Bene si incrociano nella loro versione sommamente cruda, estrema, scarnificata.
Bisogna comprendere cosa muove sotto i fatti che escono sulla ribalta mediatica e che ci vengono rovesciati addosso un po’ intenzionalmente un po’ per errore del sistema di controllo.
Occorre distinguere, cioè, lo strato superficiale della pedofilia operativa, dallo strato più profondo della pedofilia programmata: due falde distinte, che rispondono a regole diverse e si muovono per tempi non sincronizzati. Sopra tutto, insiste un disegno ben definito, in via di rapida realizzazione, il cui significato va oltre la dimensione sociale, politica, giuridica, e impone una lettura metafisica.
Della grande rete pedofila globale – di suoi brandelli e di suoi attori, vittime e comprimari – parlano in molti, ma senza mostrare la maschera e il volto del mostro.
Ecco perché vogliamo provare qui a tracciare la morfologia di un fenomeno tanto raccapricciante quanto tentacolare, per svelarne la natura e gli intenti.
Vogliamo provare a cartografarlo, per offrire una specie di prima piccola mappa.
Andiamo con ordine.
Nazioni Pedofile Unite
Abbiamo letto, il mese scorso, che un ex consulente UNICEF attivista dei diritti dei bambini è stato condannato a più di sei anni di reclusione per aver abusato sessualmente di un dodicenne negli anni Sessanta.
Si tratta di Peter Newell, 77 anni.
Il suo contributo principale è il Manuale di attuazione dell’UNICEF per la Convenzione sui Diritti del Bambino che, tra le altre belle cose, esorta i genitori a non sculacciare i figli. Il sito web dell’Ufficio dell’Alta Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite in un post del 2013 identifica Newell come «il Coordinatore dell’Iniziativa Globale per porre fine a tutte le punizioni corporali dei bambini».
Ricordiamo che mentre promuove – chissà perchè.. – i «diritti dei bambini» alla libertà di coscienza, religiosa, di pensiero, a non subire interferenze nella propria vita privata (anche sessuale), l’elefantiaco apparato onusiano di cui Newell è parte lancia in giro per il mondo iniziative abortiste, beneficiando talvolta del supporto della Chiesa cattolica definitivamente convertita alla nuova religione universale dei diritti umani.
Nell’aprile 2017, l’Associated Press se ne esce con un’inchiesta dal Paese più povero e disgraziato del mondo: Haiti. Luogo, per inciso, noto per essere losca zona di traffico della Fondazione Clinton.
Pare che le forze di pace cingalesi avessero messo in piedi un traffico pedofilo di bambini nemmeno adolescenti pagati, per le loro prestazioni, in centesimi di dollaro o in biscotti.
«Non avevo nemmeno il seno», dice una ragazzina, conosciuta come V01 (che sta per Vittima n.1) che nei tre anni dai 12 ai 15 anni ha fatto sesso con quasi 50 forze di pace, tra cui un «Comandante» che le ha dato in cambio 75 centesimi.
Ma si tratta solo della punta dell’iceberg.
In 12 anni (tra il 2004 e il 2016), secondo l’inchiesta, sarebbero state quasi 2.000 le accuse di abusi sessuali e sfruttamento da parte dei peacekeepers e altro personale delle Nazioni Unite, in tutto il mondo. Solo ad Haiti 150.
«Più di 300 delle accuse riguardavano i bambini – sostiene l’AP – tuttavia solo una frazione dei presunti colpevoli ha scontato il carcere».
Il pedofilo ONU, insomma, la fa quasi sempre franca.
Sempre lo scorso mese, pochi giorni prima del caso Newell, un’altra piccola bomba scoppia sul tabloid britannico Sun.
Andrew MacLeod, ex capo delle operazioni del Centro di Coordinamento delle emergenze delle Nazioni Unite, nell’intervista dichiara che gli operatori delle Nazioni Unite negli ultimi dieci anni hanno violentato 60.000 persone, abusando della propria posizione verso le persone vulnerabili che in teoria avrebbero dovuto proteggere.
McLeod sostiene altresì che 3.300 pedofili lavorano per le agenzie delle Nazioni Unite.

«I reati di stupro minorile vengono inavvertitamente finanziati in parte dai contribuenti del Regno Unito», dice l’ex alto funzionario ONU al quotidiano britannico.
E dai contribuenti dello Stato italiano, aggiungiamo noi.
«Ci sono decine di migliaia di operatori umanitari in tutto il mondo con tendenze pedofile, ma se indossi una maglietta dell’UNICEF nessuno ti chiederà cosa stai facendo», continua.
«Hai l’impunità di fare tutto ciò che vuoi».

Questo problema è «endemico nel settore degli aiuti di tutto il mondo».
Ne esce un’immagine dell’ONU non proprio edificante: un covo di pedofili incalliti, che approfittano del loro proprio lavoro per consumare la più sporca perversione nelle disperazioni del Terzo Mondo.
Pare di leggere Bersagli Mobili, un vecchio libro pressoché introvabile di tale Marc Saudade, pseudonimo di Furio Colombo, giornalista di origine ebraica e fiduciario degli Agnelli negli USA, eterno figurante in RAI, all’Unità, sul Fatto Quotidiano, sul New York Times, nel Parlamento PDS, alla presidenza nazionale di «Sinistra per Israele», a fianco di Joan Baez, Pasolini, Pannella e varia umanità.
Jet-setter, goscista, intellettuale, esemplare pressoché perfetto di radical chic. Un piccolo funzionario dell’élite transnazionale.
Una quarantina di anni fa, quando stava a New York e curava le pubbliche relazioni di FIAT negli USA, Marc Saudade pubblicò tre romanzetti pornografici per i tipi di Mondadori, «con sesso, sadismo e un pizzico di pedofilia», come scrive un vecchio articolo de Il Giornale.
«Il più noto, Bersagli mobili, parlava di funzionari ONU coinvolti in traffici di bambini laotiani e cambogiani. C’erano frasi tipo: «Da queste parti, una bambina pelle e ossa è considerata un’ottima merce». Libri che potevano passare per denuncia, ma in cui prevaleva un losco erotismo. Cosa spingesse Saudade a scriverli è ignoto. Forse sublimava in letteratura una certa primordialità, a volte latente anche negli uomini più raffinati».
Il libro, ribadiamo, ha quasi quarant’anni. Parla di cose di oggi.
Pedofili all’ONU per soddisfare i loro mostruosi appetiti? Con la tacita approvazione dell’élite internazionale?
In realtà, è più complesso di così.

Hollywood e dintorni: la pedofilia overtonizzata
In verità, la marcia della pedofilia mondiale parrebbe aver subìto una battuta di arresto.
Sulla scorta dello scandalo Weinstein – il produttore punito per aver fatto quello per cui uno vuole fare il produttore – è emersa, sia pure in maniera goffa, la coda squamosa del mostro pedofilo globale.
Nella rete di questa improvvisa vampata di neopuritanismo (a Hollywood Babylonia!), finisce  anche Kevin Spacey, denunciato per essersi approfittato di aspiranti attori quattordicenni.
Il celeberrimo divo cerca di difendersi, annuncia al mondo di essere gay. Emergono dettagli del traumatico rapporto con il padre. La reazione del pubblico è di rigetto totale, forse anche perché la pazzesca dichiarazione punta verso il tabù dei tabù LGBT: la correlazione tra omosessualità e pedofilia.
Hollywood e il suo pubblico – cioè il mondo intero – parrebbero aborrire la pedofilia.
Sarà vero?
Lo scandalo della pedofilia ad Hollywood è sempre lì lì per detonare.
Vi sono diversi punti caldi: il regista Snyder (X-MenSuperman) e le sue orge drogate con ossuti minorenni; il caso di Corey Feldman (il bambino dei Goonies) che accusa tutti ma – a parte il defunto Michael Jackson e qualche Carneade –  fa pochi nomi; il manager di boy band (tra cui quella di Justin Timberlake) Lou Pearlman, ora morto anche lui.
E poi, candidato a diversi Oscar quest’anno, un film italiano del furbo regista-socialite Luca Guadagnino, Chiamami con il tuo nome. Trama: uomo maturo (Armie Hammer, nipote dell’oscuro miliardario che faceva da tramite tra Washington e l’URSS) seduce un minorenne, e viceversa.
Ma nonostante gli sforzi, la pubblica reazione di disgusto verso la pedofilia persiste ed è innegabile.
Spacey, capro sacrificale, è ufficialmente bandito dal regno dell’audiovisivo.
Cosa è successo?
Semplice: la Finestra di Overton, per la pedofilia, non è ancora completa, si inceppa in fase di apertura.
Prima che qualcosa sia legalizzato, bisogna che divenga popolare, e prima ancora sensato, e prima ancora accettabile.
Le fasi precedenti – impensabile radicale – sono già superate: basti pensare alla presenza di gruppi organizzati – come il famoso partito olandese – che predicano apertamente la pratica pedofila, o alla indimenticata conferenza scientifica all’Università di Cambridge (2014) che stabilì che «l’interesse pedofilo è naturale e normale per il maschio umano».
Sulle tappe dell’accettabile e del sensato hanno lavorato di fino i giornali, con le incredibili difese d’ufficio e confessioni di pedofili «innocenti» comparse sul New York Times («Pedofilia, un disordine non un crimine») e sull’Huffington Post («Sono un pedofilo, ma non un mostro»).
Tuttavia il momento dello sfondamento verso il popolare, nonostante tutto, nonostante gli Oscar, non è ancora arrivato.
Quindi, si può dire che c’è un problema di fretta?
Che vogliono non solo sdoganare, ma legalizzare in toto la pedofilia prima ancora che la proposta appaia ricevibile dalla gente comune?
Le prove documentali di questo push legislativo – all’ONU, alla UE, all’OMS – in verità abbondano.

Leggi pedofile in tutto il mondo
 In sostanza, c’è un doppio livello: i cooperanti e gli onusiani – dicono le cronache sopra riportate – vivono una pedofilia già operativa nella predazione sessuale del Terzo Mondo, dove i bambini sono tanti e sono a buon mercato.
Si tratta della parte più superficiale della rete pedofila, quella degli utilizzatori finali che consumano e che lavorano all’ONU e nelle ONG, così come i loro omologhi di basso livello fanno i bidelli o gli allenatore dei pulcini.
Vi è però un cerchio più profondo, quello che del progetto globale costituisce la matrice legislativa: qui operano gli architetti della fine del penultimo tabù, ovvero coloro che scrivono i documenti utili a incrementare, liberalizzare, depenalizzare i rapporti sessuali con i minori.
Costoro stanno lavorando alacremente da decenni, al di fuori dai radar della gente comune e al riparo dei paraventi umanitari, per preparare il terreno favorevole alla libera pratica pan-sessualista (e quindi anche pedofila), da promuovere pedagogicamente a grandi e piccini in versione paludata e sterilizzata, come cosa bella, buona e giusta nel mondo nuovo dei liberi&uguali.
Sono la mens di questa manovra diabolica di programmatico stupro dell’innocenza.
Hanno puntato, frigido pacatoque animo, sul lungo periodo e messo, uno a uno, i mattoncini di una struttura normativa destinata a produrre compiutamente i suoi frutti quando la dissoluzione fosse abbastanza compiuta.
Oggi che i germi libertari si sono propagati a dovere nel corpo sociale tutto, e hanno aggredito anche i luoghi del sacro, tanta produzione legislativa o para-legislativa affastellata negli anni può ben essere decifrata secondo il suo vero significato, strumentale e scellerato.
È a partire dal secondo dopoguerra che gli organismi sovranazionali attivi sul fronte del controllo delle nascite – Planned Parenthood, SIECUS, OMS e satelliti vari gravitanti nell’orbita ONU – si prodigano per «educare obbligatoriamente i bambini alla sessualità», sin dalla più tenera età. Allo scopo, dichiarato, di sradicare dalle giovani menti ogni principio morale assorbito, soprattutto, in famiglia.
La funzione della cosiddetta «educazione alla sessualità» (ora arricchita dell’additivo rassicurante della «affettività» per renderla digeribile anche ai più sospettosi) è quella di disinibire i piccoli inducendoli ad abbattere la soglia del pudore, sì che vincano ogni resistenza morale ed educativa e si predispongano ad elaborare positivamente ogni istinto, e quindi ad assecondarlo: il sesso deve essere presentato loro come unico vero orizzonte, totalizzante, e ogni comportamento e/o tendenza sessuale come ugualmente buono.
I protocolli di educazione sessuale «globale» – secondo la dicitura in voga nei documenti internazionali (vedi ad esempio Risoluzione Rodrigues del settembre 2015) – diramati dall’OMS (Standards europei per l’educazione sessuale, 2010) o recentissimamente dall’UNESCO (Guida tecnica per l’educazione sessuale, 2018), declassano la famiglia a «fonte informale» di educazione, per definizione inattendibile; erigono la scuola, debitamente riformata, a «fonte formale» di insegnamenti scientifici, neutrali, veritativi, somministrati per il tramite di «esperti» certificati.
Per altro verso, e in parallelo, la martellante campagna planetaria di promozione dei Children’s Rights chiude il cerchio, consolidando nel ben-pensiero collettivo la bontà dell’idea della emancipazione del fanciullo, sul presupposto della sua capacità di autodeterminarsi.
Anche qui, l’etichetta attraente quanto capziosa dei “diritti dei bambini”, che evoca l’idea nobile e benemerita della protezione dell’infanzia indifesa sotto l’usbergo dell’Istituzione, ha giocato un ruolo determinante per l’affermarsi, nel palcoscenico politico e mediatico, di un sistema di pensiero per cui tutto quanto il bambino fa liberamente, assecondando i propri desideri, è per lui buono – fosse anche il rapporto sessuale con adulti di vario numero e genere – se e in quanto sia fondato sul suo «consenso»: il fanciullo tutelato dalle Carte ONU è infatti il fanciullo autodeterminato, titolato dall’autorità a perseguire in autonomia il proprio “interesse” soggettivo.
Guarda caso il movimento per i diritti del bambino, nato in ambiente femminista radicale (abortista, divorzista, genderista), ha trovato una delle sue più ferventi paladine in Hillary Clinton, che arrivò a sostenere profeticamente nel suo libro Children’s Rights: Contemporary Perspectives (1979) che «Le decisioni riguardo alla maternità e all’aborto, alla scuola, alla chirurgia estetica, ai trattamenti di malattie veneree, di lavoro o altro, la scelta o la mancanza di queste, che segneranno significativamente il futuro del bambino, non dovrebbero essere prese unilateralmente dai genitori».
Esattamente ciò che si sta verificando oggi: di fronte a determinati «interessi» del minore considerati prevalenti – ad esempio quello ad avviare terapie ormonali in vista della c.d. riassegnazione di sesso – le prerogative dei genitori in campo educativo si dissolvono, al punto che una loro eventuale reazione o opposizione alle scelte del figlio debba essere segnalata ai servizi sociali.
In Canada, vincitore del trofeo di paese tra i più child-friendly del pianeta, succede esattamente così.
Lo slittamento della pederastia verso la piena normalizzazione deve quindi compiersi, agghiacciante paradosso, nel nome dei «diritti dei bambini», in esecuzione del disegno criminoso che sfrutta il supposto «consenso» del minore quale elemento legittimante ogni genere di rapporto con l’adulto depravato.
Con queste premesse, si può comprendere appieno la micidiale portata eversiva di norme di indirizzo quale quelle contenute nella Risoluzione del Comitato dei Ministri dell’Unione Europea 5/2010 – fonte ispiratrice determinante della produzione legislativa e amministrativa interna in tema di «discriminazione» – che esortano gli Stati membri ad abrogare le disposizioni penali «che stabiliscano una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali».
Norma che, in un colpo solo, mentre contiene un invito esplicito alla legalizzazione della pedofilia, certifica la smaccata contiguità tra omosessualismo e pederastia nell’orizzonte «culturale» dell’UE.

Distruzione della Famiglia
Non è difficile scorgere come il vero significato profondo del progetto pedofilo globale sia la distruzione definitiva del concetto di famiglia, ultima isola di libertà e di autonomia morale fondata sul legame di sangue tra i suoi componenti.
Laddove cada il tabù del sesso con i minori, cade anche il tabù dell’incesto.
Si passa così dal penultimo all’ultimo tabù: quello su cui si regge, praticamente, ogni comunità umana.
La rivoluzione sessuale si arricchisce, all’ultimo stadio, dello sfondamento della barriera edipica, katechon della liberazione sessuale totale.
Memento Shulemith Firestone, corifea del femminismo radicale lesbico, morta suicida, che già una cinquantina di anni fa, nel suo Dialectics of Sex scriveva del «ritorno ad una incontrastata pansessualità, il “perverso-polimorfo” di Freud, [che] probabilmente sostituirà l’etero/omo/bisessualità».
Prevedeva la conseguente abolizione della famiglia e l’istituzione di una vera società socialista, per la cui istituzione serve «una conquista del controllo della riproduzione (…), una conquista del controllo sulla fertilità umana» finché «la tirannia della famiglia biologica sarà distrutta».
Il pansessualismo apre alla riproduzione zootecnica dell’uomo. E la riproduzione zootecnica dell’uomo –  lo vediamo proprio ora con la fecondazione in vitro inserita nei LEA e pagata dal contribuente – apre la strada all’incesto genetico: è molto facile che fratelli genetici (persone che hanno per padre un unico donatore seriale) si possano incontrare ed accoppiare, più o meno coscienti del legame biologico che li unisce.
Ma al di là della biotecnologia e della fabbricazione in laboratorio di esseri umani, un’anteprima di questo mondo di sessualità sfrenata e di incesto sistemico ce lo ha presentato il Forteto, la cooperativa «catto-comunista» della Toscana di Don Milani dove i bambini erano costretti a intrattenere rapporti sessuali con i genitori affidatari dello stesso sesso, mentre gli apparati dello Stato – la magistratura, i partiti, i servizi sociali – per decenni fornivano carne fresca a questo laboratorio satanico di ingegneria sociale.

La catto-pedofila
Non ci sono difese dinanzi al montare del piano pedofilo globale.
Come ormai arcinoto dopo una ventina di anni di scandali conclamati (senza contare il sommerso), la pedofilia – e non solo nella variante efebofila tipica di certi appetiti omosessuali – è incistata negli stessi apparati ecclesiali, ove alberga non occasionalmente ma in pianta stabile.
Torniamo qui al punto di partenza: se i pedofili di primo livello (quelli «operativi») amano nascondersi nelle società di cooperazione internazionale, si capisce come la Chiesa con le sue strutture (parrocchie, seminari, scuole, missioni) offra in tal senso enormi possibilità di consumo agevolato, essendosi totalmente trasformata in quella che Bergoglio negava essa fosse: «una ONG pietosa».
E tuttavia la stessa chiesa comprende anche una organizzazione di secondo livello, di tipo programmatico, impegnata a overtonizzare la pedofilia.
Così come l’ONU, la UE e l’OMS, anche la Chiesa ha dimostrato di avere in agenda la normalizzazione della pedofilia.
Basti considerare il recente, eclatante caso Don Milani.
Nume tutelare della sinistra pretesca e dell’educazione sessantottina votata all’ignoranza egualitaria, il curato di Barbiana viene dipinto apertis verbis, in un libro edito da Rizzoli, come pedofilo.
Il clamore è tale che la cosa finisce nella prima pagina dei maggiori giornali nazionali: mentre tutti i soloni interpellati smentiscono l’audace illazione, dai carteggi di Milani emergono dichiarazioni dirimenti, del tipo: «E chi potrà amare i ragazzi fino all’osso senza finire di metterglielo anche in culo, se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l’Inferno?».
Lo scandalo, incredibilmente, non fa desistere nessuno dalle celebrazioni.
L’Opera Omnia di Don Milani, curata dal catto-progressista Melloni per I Meridiani Mondadori, esce in pompa magna alla fiera del libro, accompagnata dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli in carne ed ossa e da Bergoglio in videomessaggio. Don Milani, dice l’argentino, era «innamorato della Chiesa, anche se ferito».
Quella ferita, par di capire, è compatibile con la vita ecclesiastica, così come da dottrina Ricca: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». Ricordiamolo per l’ennesima volta: la frase è stata pronunziata in aereo di ritorno dal Brasile in risposta a una precisa domanda della giornalista Ilze Scamparini sullo scandalo del «prelato della Lobby Gay» Battista Ricca; in pratica, la giustificazione papale della mafia sodomita vaticana.
Poche settimane dopo la presentazione del Meridiano Mondadori, è lo stesso Bergoglio che, apparentemente incurante del cortocircuito di senso ingenerato con la decantata «lotta alla pedofilia» condotta dal suo papato materiale, si reca in pellegrinaggio devozionale sulla tomba di Don Milani: «l’esempio di Don Milani possa guidarmi».
Don Milani, nel frattempo, è celebrato nelle scuole di ogni ordine e grado, e in chiese, oratori, accademie, quale eroe nazionale della pedagogia illuminata. Un eroe bifronte: educatore modello e sacerdote “ferito”.
Difficile pensare che un’operazione così eclatante e poderosa da coinvolgere in simultanea tutto l’apparato mediatico che conta, non sia strategicamente teleguidata: che non si tratti, cioè, visto lo straordinario spiegamento di forze, di un caso apparecchiato ad hoc per intraprendere un processo di de-radicalizzazione della pedofilia persino all’interno della chiesa.
Lo stesso Bergoglio, del resto, non è estraneo a vicende non del tutto limpide. Quella della Casita de Dios, per esempio, con diecine di bambini sordomuti abusati per anni nell’Argentina di cui fu primate.
O, ultimamente, la goffa copertura (con tanto di menzogna papale!) di Barros-Karadima, e della rete catto-pedofila cilena.
Sorge spontaneo il confronto tra queste ultime esibizioni e il trattamento draconiano riservato contemporaneamente al cardinale Pell.
Forse potremmo chiedere lumi a Mary Collins, alto membro della Commissione vaticana sugli abusi, dimessasi anzitempo per le «resistenze» incontrate nel suo lavoro.
Insomma, vien da dire che a questo punto, se così è, non si tratta più di capire che esista una lobby pedofila nella chiesa, fatto notorio e  incontrovertibile; si tratta di capire che essa comanda.
La Chiesa fa parte a tutti gli effetti della rete della pederastia internazionale.
Di più ancora: essa è coinvolta nel cambio di paradigma planetario che porta la pedofilia sulla via della normalizzazione.

Il significato ultimo della pedofilia globale
Il significato ultimo della pedofilia globale non è, abbiamo visto, la soddisfazione degli appetiti perversi di quanti meriterebbero solo cure drastiche e galera.
Non è nemmeno (solo) quello di approntare la legislazione necessaria alla trasformazione dei fanciulli in oggetti sessuali.
Più in profondità, è quello di avanzare l’umanità verso il pansessualismo più sfrenato, il quale può reggersi solo con la riproduzione artificiale.
Riassumendo: il sesso pedofilo, come quello omosessuale da cui deriva, è per lo più sterile.
Una società in cui la sessualità è distaccata dalla riproduzione al punto da divenire pura indicibile perversione è una società che può popolarsi (poco) solo tramite la riprogenetica: fecondazione in vitro, imminente eugenetica a mezzo CRISPR, uteri surrogati o – a brevissimo – artificiali.
Tutte tecniche già considerate, e celebrate, dalla comunità omosessuale.
«Gratta l’omosessuale e trovi la provetta (e l’utero in affitto)» continua in: «gratta il pedofilo e trovi la provetta e (l’utero artificiale)».
Ma vi è forse un significato ancora più profondo, ed è l’ultimo livello possibile.
Nella pedofilia, e nell’incesto che ne è diretta conseguenza, si realizza l’umiliazione definitiva della Sacra Famiglia, cioè il luogo nel quale Dio ha deciso di venire al mondo.
La pedofilia non è solo una violenza al bambino, è un attacco diretto al Bambino. All’immagine e alla carne innocente del Figlio di Dio.
Un attacco alla stessa struttura della Santissima Trinità, perché il padre divora il figlio.
Simbolicamente, e non solo simbolicamente, è calpestato così l’inizio della storia della salvezza dell’Uomo.
L’uomo nuovo, incapace di scorgere la scintilla divina e la strada del Bene, è lanciato a tutta velocità verso la propria autodistruzione.
E convinto di essere dio, invertendo l’ordine del Creato, costruisce l’inferno sulla terra.
Ecco il vero satanico significato di questa rete tentacolare, subdola e beffarda, stesa sul pianeta a ghermire l’innocenza.

“La privatizzazione finale dello Stato”

Può suonare paradossale ma è una seria e certa realtà giuridica: lo Stato italiano non è la Repubblica italiana voluta dalla Costituzione del 1948. È in radicale antitesi e contrapposizione con la Costituzione e con i fondamenti della medesima. Forse più di quanto lo sarebbe un ordinamento di tipo fascista. Perché in Italia siamo alla proprietà privata dello Stato e dei poteri politici.


L’articolo 1° della Costituzione afferma «L’Italia è una repubblica democratica. La sovranità appartiene al popolo». Al contrario, nello Stato italiano la sovranità economica, la sovranità monetaria, appartiene interamente ai privati. Ai finanzieri privati proprietari della Banca d’Italia. Sì, la Banca d’Italia non è degli italiani, non è dello Stato: è di finanzieri privati.
La sovranità economica sull’Italia appartiene anche alla Banca Centrale Europea, che, in base al Trattato di Maastricht, è un’istituzione autocratica sopranazionale, esente da ogni controllo democratico e persino giudiziario, gestita da un direttorio nominato dal sistema delle banche private. I suoi direttori sono esonerati da ogni responsabilità e decidono nel segreto. Una vera e propria potenza straniera, alla quale i paesi dell’Eurozona sono sottomessi.

Chi ha il controllo della moneta e del credito ha il controllo della politica e incassa il signoraggio sulla produzione della moneta e del credito – per l’Italia si tratta di circa 800 miliardi di Euro l’anno. Chi ha il potere di fissare il tasso di interesse, di dare e togliere liquidità al mercato, ha il potere di dare e togliere forza all’economia, di far saltare i bilanci delle aziende private e degli Stati. Di costringere questi ultimi ad aumentare le tasse. Di ricattare parlamenti, governi, società. Come sta avvenendo. Come è sempre avvenuto, ad esempio, in America Latina. Bene: questo potere è in mano a privati che lo esercitano in totale esenzione da ogni responsabilità e sorveglianza. Dicono che ciò sia bene perché lo esercitano meglio dei politici che sono corrotti e demagogici. Sì, meglio – ma per se stessi, non per la gente. Non per quelli che non riescono più a pagare il mutuo e che perdono la casa, mandata all’asta dai banchieri che la ricomprano attraverso loro società-schermo. Non per le imprese che chiudono o falliscono. Non per i contribuenti, non per i risparmiatori regolarmente truffati ad opera di banchieri privati (che poi forse ritroviamo azionisti di Banca d’Italia, da Parmalat a Enron a Cirio a Halliburton ai credit derivatives).

Veniamo alla Banca d’Italia. Fino al 12 dicembre 2006, essa era un ente di diritto pubblico con uno statuto emanato per legge dello Stato e questo statuto, al suo articolo 3, stabiliva che la proprietà della Banca d’Italia doveva essere per la maggioranza in mano pubblica, aveva la struttura legale di una società di capitali privati, di una s.p.a., ma una norma – l’art. 3 – stabiliva che la maggioranza del capitale dovesse essere in mano pubblica e che nessuna cessione di quote potesse avvenire se non a soggetti pubblici. In realtà, questa norma era sempre stata violata: la grande maggioranza delle quote della Banca d’Italia era in mano ai finanzieri privati (banchieri e assicuratori) e quando Prodi eseguì le privatizzazioni delle tre banche di Stato (BNL, CREDIT e Banca Commerciale) proprietarie di quote di Banca d’Italia, non trattenne quelle quote allo Stato, ma le cedette ai privati. Operazione contraria all’articolo 3, o perlomeno elusiva, a cui nessuno di oppose, a suo tempo. Berlusconi, verso la fine della scorsa legislatura, sollevò la questione della proprietà della Banca d’Italia, che doveva essere pubblica e propose un piano per renderla tale. Ma il mondo bancario e per esso Mario Draghi, nuovo governatore di Banca d’Italia, pose un secco veto: la Banca d’Italia deve restare privata. Un altro esponente del mondo e degli interessi bancari, Romano Prodi della Banca Goldman Sachs, andato al governo assieme al suo collega della Banca Centrale Europea, Tommaso Padoa Schioppa, si mise subito all’opera: se la legge è violata perché la proprietà della Banca d’Italia è al 95% privata anziché in maggioranza pubblica, non bisogna – sarebbe un sacrilegio – mettere la proprietà in regola con la legge, bensì, al contrario, mettere la legge in regola con la proprietà. Così si è fatto col decreto del 12 dicembre 2006, firmato da Napolitano, Prodi, Padoa Schioppa. Già! Prodi e Padoa Schioppa è ovvio che lo firmino – sono fiduciari dei banchieri. Ma che lo firmi Napolitano, un vecchio comunista, uno che era comunista nel 1948, quando essere comunisti significava essere stalinisti, intransigenti fautori della proprietà collettiva dei mezzi di produzione – che lo firmi Napolitano, è davvero il colmo! Dov’è il suo comunismo? Dov’è la difesa della Costituzione, per la quale doveva dare, se necessario, la vita? Dov’è la difesa del supremo principio della sovranità popolare? E del lavoro come fondamento della Repubblica, del lavoro che invece viene sacrificato all’usura? Napolitano doveva semplicemente rifiutarsi di firmare per far salvi principi essenziali della Costituzione che giurò di difendere.
In realtà, chi conosce i “comunisti” (non la base ingenua e idealista, ma i capi freddi e lucidi – non i Rubashov, cioè, ma i Gletkin del romanzo di Arthur Köstler, Buio a Mezzogiorno), sa che essi non sono comunisti, non gli importa nulla di socialità etc. – i capi “comunisti”, da Stalin in poi, hanno come scopo la conquista e la gestione del potere fini a se stesse. Non hanno un’identità ideologica: per questo fine, essi si servono di tutto, di ogni idea, di ogni uomo, dello Stato, dei principi, come di un puro mezzo, strumenti sostituibili. Sono tecnici della manipolazione sociale. Tutto il resto, per loro, è puerile romanticismo. Va bene per il popolino. Paris vaut bien une messe. 
E i partiti della sinistra? Ebbene, si è visto anche nella vicenda Consorte: i partiti della sinistra seguono i finanzieri e si occupano di allineare la società agli interessi dei banchieri.

PROPONIMENTO DEL GIORNO


Prometto di impegnarmi a ringraziare il Signore ogni mattina e ad offrirgli gioie e dolori del nuovo giorno che mi ha donato.


DEVOZIONI DEL MESE E LITURGIA DEL GIORNO


DEVOZIONI DEL GIORNO


 Mese di Maggio dedicato a MARIA SANTISSIMA

  SANTO ROSARIO  da recitare on-line 


  VANGELI 




LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
   



 PRIMA LETTURA 

At 6,1-7
Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.
Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».
Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.


 SALMO 

Sal 32
Su di noi sia il tuo amore, Signore.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.


 VANGELO 

Gv 6,16-21
Dal Vangelo secondo Giovanni

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

venerdì 3 maggio 2019

Cristiani sionisti

LA REALTA' E' PIU' COMPLESSA DI QUANTO SI CREDA....IL SIONISMO CRISTIANO SUONA COME UN PARADOSSO   



John Charles Hagee (nato il 12/4/1940) è il fondatore della “Cornerstone Church” di San Antonio, in Texas, una mega chiesa carismatica con più di 19.000 membri attivi. Egli è anche il direttore esecutivo di una corporazione no-profit chiamata “Global Evangelism Television” (GETV) oltre che presidente e direttore della “John Hagee Ministries”, che trasmette via radio e televisione negli USA su 160 stazioni televisive e 8 network – inclusi “The Inspiration Network” (INSP), “Trinity Broadcasting Network” (TBN) e “Inspiration Now TV”.


Le sue trasmissioni arrivano settimanalmente in 99 milioni di case, non solo in America ma anche in Africa, Europa, Australia, Nuova Zelanda e in gran parte delle nazioni del Terzo Mondo.


Pur professando le tradizionali dottrine pentecostali come il “battesimo dello Spirito Santo”, la “assoluta autorità delle Scritture”, il battesimo per immersione e l’evangelismo, Hagee ha creato un significativo dibattito all’interno della cristianità ufficiale per via delle sue controverse convinzioni e dei suoi commenti a proposito di Israele.


Nel febbraio del 2006, Hagee ha ridato vita ad un movimento incentrato sul sostegno al sionismo. Ha invitato i leader cristiani d’America ad unirsi a lui in questa nuova iniziativa. Più di 400 leaders, ognuno di essi in rappresentanza di una diversa denominazione, mega-chiesa, ministero mediatico o università cristiana hanno manifestato il loro appoggio ed è stata così creato il movimento CUFI = Christians United for Israel. In realtà il movimento fu originariamente fondato da David Lewis nel 1992. Dopo un periodo di stasi, Hagee chiese ed ottenne da Lewis il permesso di usare lo stesso titolo per la sua organizzazione. Basata in San Antonio, Texas, la CUFI ha come missione la necessità di stabilire più forti legami tra le denominazioni cristiane d’America e lo stato di Israele. Oggi CUFI è la più vasta organizzazione pro-Israele esistente negli USA con più di 900.000 membri. CUFI sostiene di trovare le proprie giustificazioni nella Bibbia cristiana. Sotto la leadership di Hagee, fornisce una struttura nazionale attraverso cui chiese, organizzazioni parareligiose e semplici individui possono sostenere Israele sia politicamente che finanziariamente. CUFI sostiene che durante l’Olocausto troppi cristiani sono rimasti in silenzio e che i cristiani attuali devono esprimere il loro sostegno ad Israele e proteggere dal prossimo olocausto i 6 milioni di ebrei in Israele: “Stavolta dobbiamo fare la cosa giusta. La nostra fede ce lo richiede. I tempi ce lo richiedono. Il silenzio non è più un opzione.” Poichè il territorio oggi noto come Israele, Gaza e la West Bank fu governato dai Turchi Ottomani prima della 1° guerra mondiale, poi controllato dagli Inglesi e infine spartito per mandato delle Nazioni Unite, Hagee sostiene che la terra non appartiene agli arabi e che il nome “Palestina” (derivato da quello degli antichi Filistei) fu imposto dall’imperatore romano Adriano per punire gli ebrei per la loro rivolta contro l’impero romano.

Il “fondamento biblico” della posizione del CUFI

Gli appartententi al CUFI sostengono di trovare il fondamento delle proprie posizioni nelle Sacre Scritture citate qui di seguito:


“Benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:3)


Nella loro lettura, Eloah avrebbe promesso di benedire ogni uomo o nazione che abbia benedetto il popolo eletto. La storia proverebbe fuori da ogni dubbio che le nazioni che hanno benedetto il popolo ebraico hanno ricevuto la benedizione di Eloah, mentre quelle che lo hanno maledetto sono state maledette.


Paolo scrive in Romani 15:27 che “se gli stranieri sono stati fatti partecipi dei loro (= degli ebrei) beni spirituali, sono anche in obbligo di aiutarli con i beni materiali”.


La cristianità dunque avrebbe quindi un debito di eterna gratitudine verso gli israeliti per il loro contributo alla nascita della fede cristiana. Lo stesso Messia ha detto: “La salvezza è degli ebrei!” (Giovanni 4:22). Il popolo ebraico ha dato alla cristianità:


a) le Sacre Scritture
b) i Profeti
c) i Patriarchi
d) Maria, Giuseppe e Yahushua di Nazareth
e) i Dodici Discepoli
f) gli Apostoli


Mentre i cristiani cercano di negare il legame tra Yahushua di Nazareth e gli ebrei del mondo, lo stesso Yahushua non ha mai negato la propria appartenenza al popolo ebraico. Ebreo di nascita, fu circonciso all’età di otto giorni secondo la tradizione ebraica, ebbe il suo Bar Mitzvah al tredicesimo compleanno, indossò il velo da preghiera che Mosè aveva comandato a tutti gli ebrei di indossare, morì in croce sotto l’iscrizione “Re degli ebrei”.Yahushua considerava gli ebrei la sua famiglia. 


“In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli (gli ebrei. I pagani non furono mai chiamati suoi fratelli), l’avete fatto a me” (Matteo 25:40)


“Pregate per la pace di Gerusalemme! Quelli che ti amano vivano tranquilli.” (Salmo 122:6)


Sempre secondo la logica del CUFI, il motivo per cui Yahushua sarebbe andato a casa del centurione Cornelio a Cafarnao per guarire il suo servo moribondo, fu il fatto che costui era considerato un benefattore del popolo ebraico.


“Perchè ama la nostra nazione ed è lui che ha costruito la sinagoga.” (Luca 7:5)


Il messaggio sarebbe che questo pagano meritò la benedizione di Eloah per avere amato la nazione ebraica e fatto qualcosa di pratico in suo favore. E ancora: perchè Eloah avrebbe scelto la casa di Cornelio di Cesarea come prima casa pagana a ricevere l’annuncio della Buona Notizia e lo Spirito Santo? La risposta sarebbe contenuta in Atti 10.


“Quest’uomo era pio e timorato di Eloah con tutta la sua famiglia, faceva molte elemosine al popolo e pregava Eloah assiduamente.” (Atti 10:2)


A quale popolo Cornelio faceva le sue elemosine? Al popolo ebraico. La stessa cosa è ripetuta in Atti 10:4 e Atti 10:31, cioè per ben tre volte nello stesso capitolo. Tutte queste Scritture dimostrerebbero quindi che la prosperità (Genesi 12:3 e Salmo 122:6), la guarigione (Luca 7:1-5) e il dono dello Spirito Santo furono concessi a coloro tra i pagani che avevano benedetto il popolo e la nazione di Israele in maniera materiale.


Il sostegno di CUFI ad Israele deriva anche dal fatto che tutte le altre nazioni furono create dall’uomo, mentre solo Israele fu creata da Eloah! (Genesi 12:1-3, 13:14-18, 15:1-21, 17:4-8, 22:15-18, 26:1-5 e Salmo 89:28-37).
La storia del sionismo cristiano 


Il sionismo può essere definito come: “il movimento nazionale a favore del ritorno del popolo ebraico nella sua terra e la restaurazione del dominio ebreo nel territorio di Israele”. Nella sua forma più elementare, il termine “sionismo cristiano” significa il sostegno cristiano al sionismo. I sionisti cristiani credono che Dio abbia una permanente “relazione speciale” ed un “patto inscindibile” con il popolo ebreo, al di fuori della chiesa e che il popolo ebraico abbia un diritto divino al possesso della terra di Israele/Palestina. Tutto ciò è basato su una interpretazione letterale e futurista della Bibbia e sulla convinzione che le profezie dell’Antico Testamento riguardanti il popolo ebraico si stiano realizzando ai nostri giorni ed attraverso l’attuale stato secolare di Israele. I cristiani sionisti sono quindi difensori e apologeti dello stato di Israele, il che presuppone la giustificazione dell’occupazione ebraica e degli insediamenti nella Striscia di Gaza, nel Golan e nella West Bank su una base biblica. Il sionismo cristiano ebbe la sua origine tra i protestanti in Gran Bretagna e più tardi tra quelli statunitensi. Nel 1621, il parlamentare inglese Sir Henry Finch scrisse “The World’s Great Restoration”, un libro in cui incoraggiava le rivendicazioni ebree della Terra Santa. Nel 1799, Napoleone fece un proclama in cui prometteva di restituire la Palestina agli ebrei. In seguito il sostegno cristiano si spostò di nuovo in Inghilterra, dove i suoi seguaci inclusero Lord Lindsay, Lord Shaftesbury Lord Palmerston, Lord Manchester, George Eliot, Holman Hunt, Sir Charles Warren, Hall Caine e altri tra cui il ministro Disraeli (ebreo di nascita ma battezzato nella Chiesa Anglicana in giovane età).


Fu Lord Shaftesbury a dire: “C’è un’identità indistruttibile tra razza ebrea e mente ebrea che prosegue fino ai nostri giorni; ma la grande rinascita può avere luogo solo in Terra Santa”. A lui è anche attribuita la frase: “Una terra senza una nazione per una nazione senza una terra”, che più tardi divenne uno slogan del sionismo. Pur riconoscendo il diritto degli attuali Palestinesi al possesso di un territorio accanto ad Israele, bisogna ammettere che storicamente i palestinesi non furono diversi da altri popoli arabi sotto l’impero Ottomano. Più tardi, sotto il controllo britannico della Palestina, alcuni di questi sarebbero divenuti giordani ed altri palestinesi, senza distinzione a quel tempo.


Il sionismo cristiano ha anche un potente influsso su una corrente teologica detta “dispensazionalismo”. Si veda l’immagine seguente:




Il fondatore di questa dottrina fu John Nelson Darby. Una componente chiave del “Dispensazionalismo” è l’idea che il Creatore abbia un rapporto separato con la Chiesa da un lato e con il popolo ebraico dall’altro. Praticamente secondo Darby, Eloah avrebbe “due popoli eletti”, la Chiesa ed Israele. Coloro che aderiscono alla visione dispensazionalista, credono che ci troviamo ora nell’”Età della Chiesa”, un tempo cioè in cui Dio avrebbe temporaneamente sospeso i suoi rapporti con il popolo ebraico per poter lavorare con i pagani attraverso la Chiesa. Alla “fine dei tempi”, Dio “rapirebbe” poi la Chiesa, mettendo fine all’età attuale e poi riprenderebbe a perseguire i propositi divini attraverso il popolo ebraico. La teoria del dispensazionalismo divenne ancora più diffusa a seguito di una serie di viaggi di Darby negli Stati Uniti e personaggi come Dwight L. Moody e Cyrus I. Scofield furono profondamente influenzati da Darby. La “Scofield Reference Bible” divenne una delle più vendute versioni della Bibbia di ogni tempo e conteneva molte delle note personali di Scofield ad interpretazione dei passaggi su Israele e sulla fine dei tempi. Piuttosto che stampare un commentario separato, Scofield scelse di inserire le sue note direttamente nei testi biblici. Oggigiorno, gli insegnamenti di cristiani sionisti come Hal Linsey, Tim Lahaye, Mike Evans e altri si rifanno direttamente a Darby e Scofield.
Un dilemma per la cristianità 


Il dilemma che si presenta a molti studiosi delle profezie bibliche riguarda il fatto che, nonostante gli Stati Uniti siano un paese la cui origine e storia sono profondamente influenzate dalla massoneria, esiste ancora una forte tendenza culturale a considerare gli USA una grande nazione cristiana i cui leader sono cristiani “rinati” con conoscenze e fondamenta evangeliche. E che il ruolo del paese sia di proteggere Israele e gli ebrei durante gli “ultimi giorni”. Il sionismo cristiano è un elemento integrante di questa scuola di pensiero religioso. 


Il movimento conservatore evangelico sta diventando il settore in più rapida crescita all’interno delle chiese cristiane americane; gli evangelici sono stimati in 100-130 milioni, di cui il 20-25% potrebbe essere considerato fondamentalista – circa 20-26 milioni di americani. Tra i fondamentalisti, la maggior parte – ma non tutti – sono inclini a sostenere le posizioni del sionismo cristiano. Un sondaggio di diversi anni fa indica che il 58% degli evangelici crede nella Battaglia di Armageddon, un indicatore della loro predisposizione al sionismo cristiano.


Oggigiorno, i sionisti cristiani formano la più vasta base di sostegno per gli interessi pro-Israele negli USA. Fin dagli anni ’70, la lobby pro-Israele non ha cessato di mobilitare il sostegno politico ed economico per Israele tra i fondamentalisti cristiani. Ad esempio, l’organizzazione ‘Stand for Israel’ si è fatta notare negli ultimi 5 anni per le sue azioni in favore delle politiche di Ariel Sharon.


I gruppi pro-Israele e quelli fondamentalisti cristiani hanno fatto notevoli pressioni sul Congresso e sulla Presidenza americani. La loro difesa di Israele è indefessa e solitamente supportata da citazioni bibliche ben selezionate. Politiche come quelle dell’incremento degli insediamenti israeliani, dell’assassinio preventivo dei leader palestinesi, del dominio israeliano su tutta la Palestina storica (specialmente su Gerusalemme), troverebbero un pronto sostegno nella destra cristiana, e soprattutto nel movimento capeggiato da Hagee.


L’Organizzazione Sionista d’America (Zionist Organization of America o ZOA) ha lodato molto John Hagee. In un discorso di diversi anni fa, il rabbino Presidente Nazionale della ZOA ha detto: “Alla fine, quando Israele sarà sotto enorme pressione senza difensori e sostenitori, il supporto del pastore John Hagee sarà fondamentale. Egli manda un messaggio al presidente, al congresso e ai media per dire che gli ebrei non sono soli, grazie a Dio. Egli prende sul serio la nostra Torah. Noi ebrei dovremmo forse criticarlo per questo? Ed ha risvegliato il cuore e lo spirito dei cristiani per far loro comprendere che la terra santa di Dio è stata data agli ebrei, il suo popolo eletto. Essi ci amano – e noi li amiamo.” 
La ricostruzione del Tempio e i tempi ultimi 


I sionisti cristiani credono ciecamente che la ricostruzione del Tempio sia imminente e sostengono attivamente coloro che la stanno compiendo. La credenza relativa alla ricostruzione del Tempio sta alla base della controversia sulla rivendicazione del diritto di Israele al dominio assoluto su Gerusalemme oltre che all’espansione dei confini dello stato, fino ad includere non solo la Palestina, ma – in una lettura letterale di Genesi 15:18 – la maggior parte del Medio Oriente dall’Egitto all’Eufrate.


Non dovremmo dimenticare che il fine ultimo del rimpatrio degli esiliati e della fondazione del nostro stato è la costruzione del Tempio. Il tempio è al vertice della piramide. Si tratta di una questione di dominio. Chi controlla il Monte del Tempio controlla Gerusalemme. E chi controlla Gerusalemme controlla la terra di Israele. Usando l’analogia di tre cerchi concentrici per illustrare l’agenda sionista, la terra rappresenta l’anello più esterno (conquistato nel 1948), Gerusalemme il cerchio centrale (ottenuto nel 1967) e il Tempio il cerchio più interno ancora da conquistare. Negli ultimi 19 secoli, gli ebrei hanno pregato tre volte al giorno: “Sia Tua volontà che il Tempio venga presto ricostruito ai nostri tempi.” Randall Price sostiene che la Torah obbliga la nazione ebraica a ricostruire il Tempio non appena ciò sia possibile (Esodo 25:8). Una semplice ricerca in Internet digitando “Temple Mount” fornisce circa 25 milioni di pagine. Se si aggiunge “cristiano” si avranno ulteriori 3 milioni di pagine. Tra i sionisti cristiani contemporanei che hanno scritto sulla ricostruzione del Tempio ci sono Thomas Ice e Randall Price, Grant Jeffrey, Hal Lindsey, Tim LaHaye e Dave Hunt. Le loro vendite a livello globale in 50 diverse lingue superano i 70 milioni di dollari. Le loro visioni sono quindi influenti e non possono essere liquidate come marginali o esoteriche. Sono condivise da alcuni dei maggiori collegi teologici ed istituzioni missionarie oltre che da una significativa porzione dei cristiani evangelici, carismatici, pentecostali e fondamentalisti di tutto il mondo. 


I sionisti cristiani ed ebrei sono uniti dalla convinzione che il Duomo della Roccia musulmano deve essere distrutto, che il terzo Tempio ebraico deve essere edificato, che i sacerdoti devono essere riconsacrati e i sacrifici nuovamente istituiti per adempiere alle profezie bibliche e per affrettare l’avvento del Messia. I sionisti cristiani vedono nella fondazione dello stato di Israele del 1948 e nella presa di Gerusalemme del 1967 il segno della fine dell’esilio durato duemila anni e la fine dei “tempi dei pagani”. Hal Lindsey è considerato il padre del moderno movimento profetico biblico ed una delle figure prominenti tra i sionisti cristiani. Egli sostiene che il Monte del Tempio è “il pezzo di terreno più conteso del pianeta” e che dall’esito di questa contesa dipende lo stesso destino della Terra.


Con o senza ostacoli, è comunque sicuro che il Tempio sarà ricostruito. Le profezie lo richiedono. Con la rinascita dello Stato d’Israele in terra di Palestina, l’antica Gerusalemme di nuovo sotto il totale controllo ebreo per la prima volta in 2600 anni e la prospettiva della ricostruzione del Tempio, il segno più importante dell’avvento del Messia. E’ come trovare il pezzo più importante di un puzzle … per tutti quelli che hanno fede nel Messia tanto atteso è un momento fortemente elettrizzante.


E’ dagli anni ’60 che viene scritto e dichiarato da molti che la parte più cruciale delle profezie che si deve ancora adempiere riguarda la ricostruzione del Tempio. Venticinque anni fa, la sola idea che gli ebrei potessero ricostruire il loro sacro Tempio suonava bizzarra e inverosimile. Oggi, questa nozione non provoca più ilarità in nessuno. Delle tre posizioni escatologiche – amillenarista, postmillenarista e premillenarista – è quest’ultima, con la sua credenza in un regno messianico letterale e fisico in terra della durata di mille anni, con a capo Gerusalemme, che ha sostenuto la convinzione di un futuro Tempio ebraico. All’inizio del 19° secolo, la posizione escatologica dominante tra gli evangelici era postmillenarista, con la credenza che la Chiesa avrebbe trionfato sul male e avrebbe gradualmente convertito il mondo prima del ritorno di Yahushua. Gradualmente l’influenza delle visioni apocalittiche di Edward Irving e il dispensazionalismo di J. N. Darby portarono ad una rinascita del pensiero premillenarista, che entro la metà del 20° secolo si era quasi totalmente identificato con il dispensazionalismo.


La convinzione che il Tempio debba essere ricostruito si basa sulla premessa che le profezie dell’Antico Testamento che non si sono ancora compiute letteralmente, parola per parola, dovranno compiersi nel futuro. Come insisteva Scofield “Non esiste un solo caso di un’adempimento ‘spirituale’ o figurativo di una profezia. Gerusalemme è sempre Gerusalemme, Israele è sempre Israele, Sion è sempre Sion”. Le profezie possono essere spiritualizzate, ma rimangono sempre letterali.


John Walvoord, cancelliere del Dallas Theological Seminary, riassume in questo modo la posizione dei dispensazionalisti premillenaristi che “prendono alla lettera” quello che dicono gli autori della Bibbia:


“Da molti anni gli ebrei ortodossi pregano per la ricostruzione del Tempio. In questa aspettativa, hanno avuto il sostegno dei premillenaristi, che interpretano le profezie scritturali in maniera testuale quando queste si riferiscono ad un futuro Tempio a Gerusalemme. Il mondo nel suo insieme, oltre che la maggioranza della chiesa, ha sbagliato a considerare questa aspettativa come un’interpretazione troppo letterale della profezia. Walvoord sostiene che la stessa storia ha dato ragione ai premillenaristi. Il fatto che Israele sia ora organizzata come nazione nel suo antico territorio e i sensazionali fatti recenti che hanno messo Gerusalemme stessa nelle mani di Israele hanno dimostrato largamente che le premesse sia degli amillenaristi che dei postmillenaristi erano errate. Le aspirazioni religiose dei sionisti ebrei e cristiani volte alla ricostruzione del Tempio hanno chiare ramificazioni politiche che minacciano di destabilizzare l’intero Medio Oriente. Hal Lindsey suggerisce che un Tempio ebreo potrebbe essere costruito accanto al santuario musulmano e divenire «la più grande attrazione turistica al mondo». Nei suoi scritti precedenti, Lindsey aveva dichiarato che la disputa che avrebbe innescato la battaglia di Armageddon sarebbe sorta a proposito del Monte del Tempio e della vecchia Gerusalemme (Zaccaria 12:2-3), l’appezzamento di terreno più contestato e strategico al mondo.

L’influenza massonica su Israele 

Abbiamo esaminato fin qui il favore che molti esperti di profezie bibliche nutrono nei confronti dello stato di Israele e della sua ambizione di ricostruire il Tempio. Ma c’è una domanda fondamentale che ci dobbiamo porre:


“Come mai nessuno di questi esperti di profezie bibliche menziona mai il fatto che i finanziamenti a favore della ricostruzione del Tempio provengono in larga parte dalla massoneria? Si tratta solo di una coincidenza? C’è grande enfasi sulla restaurazione del sacerdozio Levitico e sulle ceneri della giovenca rossa, ma nessuno di questi scrittori nota il fatto che la ricostruzione del Tempio del Re Salomone è anche alla base della massoneria. Così pure nessuno menziona il fatto che la maggior parte dei politici che fanno parte del governo israeliano sono membri di logge massoniche segrete il cui fervore religioso non è fondato sulla Torah di Mosè, ma piuttosto sul Talmud Babilonese con le sue influenze cabalistiche ed esoteriche“.



Sembrerebbe che la letteratura profetica ufficiale abbia visto solo un lato della medaglia. Si, Israele è un popolo per cui il patto di Abramo rimane ancora valido, ma in questo momento Israele è in uno stato di cecità spirituale in cui i suoi leader hanno stretto un patto con la morte. Per capire quale sia per la massoneria il significato legato alla ricostruzione del Tempio, dobbiamo esaminare un pò di storia. Nel 1099, i Cavalieri Templari stabilirono il loro quartier generale a Gerusalemme nella Chiesa del Sacro Sepolcro. Secondo quanto scritto in “Holy Blood, Holy Grail”: “i cavalieri e i monaci che occupavano la Chiesa del Sacro Sepolcro, sotto la guida di Goffrédo conte di Buglione furono costituiti in un ‘ordine’ ufficiale – l’Ordine del Sacro Sepolcro”. Due secoli più tardi, entro il 1291, i crociati occidentali furono cacciati dalla Terra Santa dai saraceni e l’Impero Romano perse il Regno Latino di Gerusalemme. I templari, che avevano assorbito il cabalismo esoterico del Medioriente e lo avevano introdotto in Europa, caddero in disgrazia presso il Sacro Romano Impero e nel 1309 Papa Clemente V e re Filippo IV di Francia sciolsero l’ordine. Il Gran Maestro Jacques De Molay fu giustiziato nel 1314 e i cavalieri dell’ordine furono anch’essi giustiziati o abbandonarono l’Europa per salvarsi. In Scozia, un rifugiato templare, Robert the Bruce, fece voto di andare a Gerusalemme e reclamare la città dalle mani dei saraceni. Tuttavia egli morì nel 1329, ma prima di morire aveva espresso il desiderio che il suo cuore fosse estratto dal suo corpo, messo in uno scrigno e sepolto nella Chiesa del Sacro Sepolcro. Da questo “rito satanico” [???] provengono i simboli e le famose immagini del cuore sacro in mano a quel personaggio che in verità è l’uomo Cristico o Anticristo !! [???] Il cuore di Robert the Bruce non arrivò mai a Gerusalemme e fu in seguito riportato in Scozia, dove sembra fu sepolto nell’Abbazia di Melrose. I Templari tennero vivo il suo sogno di rivendicare il possesso della Terra Santa ed è perciò plausibile che il cuore di Alisdair Sinclair abbia sostituito quello di Robert the Bruce. La sepoltura nella Chiesa del Sacro Sepolcro avrebbe simbolizzato la rivendicazione dei Sinclair, come capi della dinastia Merovingia (nota anche come la linea di sangue del Cristo), ad essere i legittimi eredi del trono di Gerusalemme. Il libro “Traitors and Carpetbaggers in the Promised Land”, di Barry Chamish, comprende un capitolo sul controllo massonico di Gerusalemme e spiega la vera ragione della presenza massonica: “I massoni concupiscono il Monte del Tempio, sede del Tempio di Re Salomone, perchè secondo la loro mitologia l’organizzazione sarebbe stata fondata da un certo Hiram Abiff, il massone che avrebbe costruito quello stesso tempio 3000 anni fa” . Nella Bibbia, il re Salomone “superava tutti i re della terra in ricchezze e saggezza”. Figlio di re David e di Batsheba, Salomone (in ebraico, Shlomo) governò Israele all’incirca dal 960 al 922 a. C. e costruì a Gerusalemme un magnifico tempio che ospitava l’Arca dell’Alleanza. Si dice che Salomone avesse centinaia di mogli e di concubine, inclusa la figlia del faraone d’Egitto. Ebbe anche un famoso incontro con la regina di Saba, che, dopo aver visto la sua ricchezza e saggezza, lo ricoprì di doni.


Storicamente Salomone è ritenuto l’autore biblico del “Cantico dei Cantici” e dell’ “Ecclesiaste”, sebbene molti studiosi ritengano che quest’ultimo fu scritto dopo la sua morte. Sulla sommità del Monte Moriah, Salomone costruì un tempio meraviglioso dedicato al Dio degli Israeliti, un progetto che suo padre David non aveva intrapreso per varie ragioni. Nella creazione del tempio Salomone sfruttò i servigi di un certo Hiram Abiff, un abile artigiano di Tiro, per realizzare i calchi e i più preziosi arredi del Tempio. In cambio del suo lavoro, Salomone pattuì di inviare a Hiram ogni anno 4.400 chili di grano, 4.400.000 chili di orzo, 440.000 litri di vino e 440.000 litri d’olio. 

I re che seguirono, compreso Ezechia che adornò il Tempio, usarono i suoi tesori per comprarsi il favore degli alleati o per pagare tributi e allontanare gli invasori. Poi seguirono re idolatri che desecrarono il Tempio e lo lasciarono cadere in abbandono. Al tempo di Giosia, tre secoli dopo la sua costruzione, il Tempio necessitava di sostanziali riparazioni, che dovettero essere finanziate con contributi dei fedeli. Infine, Nabucodonosor saccheggiò e distrusse il Tempio nel 587 a.C. quando prese Gerusalemme e condusse in esilio a Babilonia gli Israeliti. Il Tempio fu ricostruito per la seconda volta quando gli Israeliti tornarono dall’esilio, ma poi fu nuovamente distrutto nel 70 d. C. . 


I templari e i Cavalieri di San Giovanni si votarono alla ricostruzione del Tempio di re Salomone, come oggi fanno i massoni che sono i discendenti di sangue dei templari. La ricostruzione del Tempio non è solo un lavoro di muratura, ma anche un simbolo ideale, che corrisponde al Sacro Graal, un simbolo del Paradiso Ritrovato in Terra. Ai tempi di Salomone, quando il Tempio era ancora intatto, le tribù di Israele erano prosperose e vivevano armoniosamente in uno stato di ordine perfetto, come sotto un governo divino. 


Tutto ciò dipendeva dal Tempio e dal ciclo di rituali che venivano celebrati dentro e attorno ad esso. Quando il Tempio fu distrutto, dicono, il mondo è caduto nel disordine e niente è andato più bene da allora. Secondo le leggende massoniche provenienti dalla scienza cabalistica babilonese che ruotano attorno al tempio, esso era lo strumento di una scienza mistica, sacerdotale, una forma di alchimia attraverso cui elementi di carica opposta nella terra e nell’atmosfera venivano uniti e ritualmente sposati. Il prodotto della loro unione era uno spirito che benediceva e santificava il popolo di Israele. Si narra inoltre a seguito di questi insegnamenti occulti e cabalistici che nel ‘Santissimo’ (il luogo più interno e sacro dove risiedeva la presenza di YHVH) dimorava la “Shekinah.” Era la sua stanza matrimoniale, in cui in certe stagioni entrava lo sposo. Il nome di questo era la Gloria del Dio di Israele ed Egli veniva da Est, dal Monte degli Olivi da dove Egli entrava nel Santissimo. 


“Hiram Abiff, insegna la massoneria, era l’unico sulla Terra che conoscesse ‘i segreti di un maestro massone’, incluso il segreto più importante di tutti, ’la Grande Parola Massonica’, il nome di Dio (il ‘nome ineffabile’). Questo Hiram aveva promesso di rivelare tutti questi segreti una volta ultimata la costruzione del Tempio e di rendere gli stessi Muratori dei Maestri Massoni, capaci di essere loro stessi Maestri (poichè al momento erano solo ‘fratelli’). Un giorno Hiram, come era sua abitudine, entrò nel Santissimo ancora in via di costruzione a mezzogiorno, a pregare e a disegnare i suoi progetti per gli operai per il giorno seguente … mentre usciva dal Tempio fu avvicinato da tre furfanti, in successione, che pretendevano che lui gli rivelasse i segreti immediatamente (senza aspettare il completamento del Tempio). Fu maltrattato dal primo furfante (Jubela), ma fuggì. Ripreso e maltrattato dal secondo (Jubelo), di nuovo rifiutò di divulgare i segreti e di nuovo scappò. Il terzo furfante (Jubelum) gli si avvicinò e quando Hiram rifiutò ancora di rivelare i segreti, lo uccise con un colpo di mazza in fronte. Il corpo fu nascosto in fretta sotto alcuni detriti nel Tempio fino a mezzanotte, poi portato fuori fu sepolto sul fianco di una collina …” Il riferimento ad Hiram Abiff come“figlio della vedova” è un’allusione esoterica alla stirpe di Ruth, nella quale sarebbe nato il Cristo. Il pronipote di Ruth fu il re David ed uno dei suoi pro-pronipoti fu Salomone. Hiram Abiff, l’architetto del tempio di re Salomone, era un alchimista ermetico– descritto come un artigiano dei metalli, nella massoneria Hiram Abiff è identificato come il “Figlio della Vedova” – e nella leggenda del Sacro Graal “Parsifal” viene chiamato esattamente con lo stesso epiteto. La vedova originaria della linea di sangue del Graal era Ruth la Moabita (eroina del libro di Ruth) che sposò Boaz per diventare la bisnonna di David. I suoi discendenti furono chiamati Figli della Vedova.

Il significato esoterico e spirituale del Tempio per la massoneria 

Le tradizioni e le leggende del Tempio di re Salomone sono di grande interesse per chi legge la Bibbia. Ma per i massoni esse hanno un’importanza trascendentale. Il Tempio è un simbolo primario nella massoneria e la storia leggendaria della sua costruzione è la base fondamentale per la regola e la condotta nella vita. [The Holy Bible: The Great Light In Masonry”, King James Version, Temple Illustrated Edition, A.J. Holman Company, 1968].


Il termine “transcendente” è usato da molti appartenenti alla cristianità per descrivere Dio stesso. Proprio come spiega il dizionario, Dio è realmente “trascendente”, “oltrepassa il limite comprensibile dalla mente umana” ed “esiste oltre e indipendentemente dall’esperienza materiale dell’universo”. In altre parole, il Tempio di Salomone è per il massone ciò che Dio è per il cristiano sionista! Credere nel Tempio di Salomone trascende la massoneria stessa.


Perciò la massoneria ha posto la sua fede in qualcosa che il vero Dio ha distrutto non una sola volta ma per ben due volte! 


Sempre dalla Temple Illustrated Edition Bible, leggiamo:


“… In tutto il ricco simbolismo della massoneria antica predominano due simboli o temi. Uno è la ricerca della luce; l’altro è il lavoro di costruzione. La fonte di luce è la Bibbia e la grande rappresentazione dell’arte di costruire è il Tempio di Salomone … è naturale che i massoni sentissero un’affinità con i costruttori di tutte le epoche, ed è anche naturale che provassero un’attrazione particolare per la più famosa e gloriosa delle opere costruite, il Tempio e la Cittadella di Re Salomone … oggi il tempio di Salomone è la casa spirituale di ogni massone”. Forse l’interesse massonico crebbe anche a partire da un livello più o meno accidentale per giungere a considerare il Tempio un simbolo dell’uomo spirituale. Spiega Albert Mackey: “Per il maestro massone, il Tempio di Salomone è indubbiamente il simbolo della vita umana … diviene un calzante simbolo della ricerca umana della verità divina, che non può essere trovata in nessun luogo…”. 


Dietro le quinte: chi sono i “costruttori”?


Alla fine del 1800 il massone Edward Waite dichiarò che esiste un piano segreto all’interno della massoneria per “costruire un altro Tempio a Gerusalemme”. I lavori di ricostruzione del Tempio ebreo a Gerusalemme sono stati largamente influenzati dai gruppi che seguono.

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra (UGLE)

La Gran Loggia Unita d’Inghilterra è la madre di tutte le logge massoniche del mondo. Fu formata unendo le due forme di massoneria esistenti nel 1813 (il rito scozzese e il rito di York). I membri del “Club delle Isole” occupano i più alti ranghi della Gran Loggia Unita d’Inghilterra. L’intera gerarchia massonica si basa sul rango e sulla ricchezza. Il primo Gran Maestro fu il Duca di Sussex; l’attuale Gran Maestro – e quindi in qualche modo il capo della massoneria mondiale – è Edward, il Duca di Kent.L’Assistente Gran Maestro dell’UGLE è Lord Northampton, Spencer Douglas David Compton, il 7° marchese di Northampton (è lui che coordina e dirige i piani per la ricostruzione del Tempio di Salomone). Il suo bisnonno fu William Bingham Baring, capo della Baring Bank, discendente di Francis Baring, il direttore della British East India Company. La BEIC introdusse l’Inghilterra nel lucroso commercio internazionale dell’oppio, un affare tuttora monopolizzato dalla Famiglia Reale Inglese e dai suoi agenti. Nel 1987 Lord Northampton tenne a Londra una conferenza finanziata dalla sua stessa fondazione “Hermetic Research Trust” per commemorare il centesimo anniversario della “Golden Dawn” (altra nota società occulta ermetica). Lord Northampton riveste la carica di Assistente Gran Maestro dal 1995 ed è stato nominato Vice Gran Maestro nel 2001. Lord Northampton, che è stato sul Monte del Tempio a fare “degli studi”, ha ammesso candidamente in alcune interviste di essere un seguace dell’israelismo britannico, il quale sostiene che l’oligarchia britannica possiede poteri mistici, perchè l’Inghilterra fu colonizzata da una delle tribù perdute di Israele. Infatti egli ha affermato: “Penso che la tradizione della cabala sia molto forte in Inghilterra perchè una delle tribù perdute venne in questo paese. E credo che la discendenza si possa individuare piuttosto chiaramente nelle vecchie famiglie inglesi. Arrivarono prima in Irlanda, poi nel nord del Galles e infine in Inghilterra. Da loro derivano alcune delle nostre più antiche famiglie.”


Nella visione di Lord Northampton, anche l’America fu colonizzata da un’altra delle tribù perdute. Come ha detto in un’intervista: “Credo che l’America e l’Inghilterra nacquero dalle Due Tribù Perdute ed è questo il motivo per cui, in un modo molto ebraico ed intellettuale, questi due paesi hanno poi preso il controllo del mondo!” Lord Northampton ha anche ammesso di praticare i rituali della Golden Dawn dell’occultista satanista Aleister Crowley. Il braccio destro di Lord Northampton nel progetto del Monte del Tempio è Giuliano De Bernardo, Gran Maestro della Massoneria Regolare Italiana.

La Quatuor Coronati Lodge (La loggia delle Quattro Corone)

Questa loggia fu fondata come speciale loggia di ricerca dal Gran Maestro dell’UGLE, il Principe di Galles re Edoardo VII nel 1884. La loggia fu poi ufficialmente varata nel 1886, con un discorso inaugurale intitolato “La massoneria vista alla luce della cabala.” La loggia avrebbe dovuto focalizzarsi sulla Palestina, sulla cabala, sull’istituzione di uno stato ebraico e sulla ricostruzione del Tempio di Salomone. Sir Charles Warren fu il primo Gran Maestro della Loggia QC. Fu anche il presidente del Fondo per l’Esplorazione della Palestina e due anni prima era stato il direttore degli scavi britannici sul Monte del Tempio. Sir Walter Besant fu uno dei membri fondatori della Loggia QC ed il tesoriere del Fondo per l’Esplorazione della Palestina. Besant era il cognato di Annie Besant, che fu presidentessa della “Società teosofica” dopo Helena Blavatsky. Il Fondo per l’Esplorazione della Palestina fu fondato nel 1865 con finanziamenti della Corona Inglese, dell’UGLE, degli Illuminati Rothschild legati al Vaticano e della Chiesa d’Inghilterra. L’evento a commemorazione della sua fondazione è stato diretto dall’Arcivescovo di York, il quale ha dichiarato che la Terra Santa è per diritto divino proprietà inglese. 

La loggia di Gerusalemme

Due settimane dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, che vide la conquista di Gerusalemme e del Monte del Tempio da parte di Israele, a Londra ci fu il più grande incontro massonico della storia, per celebrare i 250 anni dalla fondazione dell’UGLE ed il suo primo Gran Maestro il Duca di Kent. Subito dopo, la Loggia Quatuor Coronati inviò un suo membro, il medico ebreo Dr. Asher Kaufman, ad iniziare degli studi sulla originaria esatta collocazione del Tempio. A questo periodo risale anche l’istituzione ad opera di Stanley Goldfoot della “Temple Mount Faithful”, attualmente retta da Gershon Solomon. Nel dicembre del 1995, un mese dopo l’assassinio di Rabin, fu fondata la Loggia di Gerusalemme, nella sotterranea Grotta di Re Salomone adiacente al Monte del Tempio, con la missione di lavorare per la ricostruzione del Tempio. La loggia lavorò fianco a fianco con le reti clandestine di fondamentalisti ebrei e cristiani per fomentare una sanguinosa guerra religiosa per il controllo del Monte del Tempio. Che una simile loggia venisse istituita subito dopo i trattati di pace tra Israele e Palestina ad Oslo e a poche settimane dall’assassinio del Primo Ministro Israeliano Yitzhak Rabin, che di quella pace era stato un artificio, non è certamente una coincidenza. La loggia di Gerusalemme fu fondata dal Gran Maestro della Massoneria Regolare Italiana, Giuliano Di Bernardo. Nella cerimonia inaugurale, Di Bernardo ha dichiarato “la ricostruzione del Tempio è al centro dei nostri studi.” Nel giugno 1996, Di Bernardo ha pubblicato un’edizione italiana del suo libro “Rebuilding The Temple”, pubblicato in inglese dalla Loggia QC. Nelle interviste, Di Bernardo ha candidamente ammesso di aver costruito un complesso sistema di fede irrazionalistico e “utopico” incentrato sul rilancio del cabalismo ebraico e sulla ricostruzione del Tempio”. 


La maggior parte dei cristiani, quando sentono parlare di sionismo, pensano a Gerusalemme, ma questo è un astuto piano degli adoratori di Satana per confondere la terminologia della loro agenda politica, tenere la gente addormentata e indurla al consenso verso le loro politiche perchè “suonano bene”. Il sionismo è un progetto politico, ma quando i cristiani sentono questa parola credono che sia riferita alla Sion ed alla Gerusalemme della Bibbia. Alcuni dei più accreditati ricercatori della storia degli Illuminati e del loro piano segreto per il controllo del mondo credono che il sionismo divenne un progetto politico degli Illuminati bolscevichi per insediare i loro leaders nell’area di Gerusalemme. In effetti, il loro piano prevede il dominio del mondo da Gerusalemme. 


Secondo le Sacre Scritture, nella battaglia di Armageddon l’Anticristo radunerà tutti gli eserciti della Terra in una battaglia finale di opposizione al ritorno del Messia Yahushua. In quel momento il trono dell’Anticristo sarà proprio a Gerusalemme. Autori come Henry Makow e Texe Marrs credono che questo piano risalga al tempo in cui gli ebrei bolscevichi edomiti finanziarono l’ascesa al potere di Hitler per creare le condizioni utili a stabilire la loro nazione in Israele per il governo degli Illuminati, e che questa sia la vera genesi dell’olocausto nazista. Essi credono che dietro l’olocausto ci furono proprio gli ebrei edomiti, perchè la loro intenzione è sempre stata quella di sterminare gli ebrei fedeli alla Torah e di stabilire in Israele una nazione per gli ebrei seguaci del Talmud babilonese.


Le prove suggeriscono che è questo ciò che abbiamo oggi: un dominio degli ebrei apostati seguaci del Talmud, che sostengono l’agenda del Nuovo Ordine Mondiale e degli Illuminati per predisporre il paese al dominio dell’Anticristo. Possibile che gente del calibro di John Hagee ed altri fondamentalisti cristiani siano così sprovveduti da non comprendere più in profondità i piani degli Illuminati? Ad esempio, lo sa Hagee che Benjamin Netanyahu fa parte di una importante loggia massonica il cui obiettivoteologico e strategico messianico non ha niente a che vedere con quello della Bibbia in cui Hagee professa di credere?


Benjamin Netanyahu ha dichiarato pubblicamente (nella rivista israeliana “Shishi”, primavera 1994) che fu introdotto nella loggia massonica durante il suo soggiorno negli Stati Uniti. Il quotidiano “La Repubblica” ha confermato che l’ex primo ministro Yitzak Rabin fu attivo nella massoneria, e stima che ci siano almeno 4.000 massoni in Israele, divisi in 76 logge. La maggior parte dei giudici e delle figure religiose in Israele sono legati alla massoneria. 


L’Università Ebraica di Israele finanziata dai Rothschild ha eretto un obelisco egiziano, simbolo della massoneria, nel suo cortile, e all’interno della nuova Corte Suprema Israeliana c’è una biblioteca progettata in forma di piramide.


Per non parlare del controverso memoriale massonico che sorge in mezzo all’unica strada che conduce da Eilat a Taba, sul confine egiziano. Come al solito, il simbolismo ha un ruolo fondamentale in questa organizzazione. Le due colonne rappresentano i due pilastri del Tempio di Salomone. Erigere un simbolo come questo su un confine strategico di ingresso in Israele è qualcosa che i massoni hanno fatto perchè si sentono ben saldi alle redini del potere e vogliono ostentarlo all’esterno.


Alcuni credono che chiunque stia attualmente lavorando per sostenere gli ebrei in Israele stia solo facendo il gioco degli Illuminati e suggeriscono che dovremmo lasciare che i Rothschild e gli ebrei sionisti compiano i disegni dell’Eterno, perchè la loro condanna è già segnata dal fatto che non hanno riposto le loro speranze nel vero Regno di Yahuveh attraverso Yahushua, l’unico maestro.


Il 3 maggio del 1996, la polizia di Tel Aviv fece irruzione in un appartamento accompagnata da reporter televisivi. Trovarono una scena bizzarra. I muri erano coperti di scritte in latino, sugli scaffali erano in mostra teschi e tibie, due spade incrociate erano montate dietro ad un altare. C’erano cinque porte che conducevano ad altrettanti passaggi segreti monitorati. Il giorno seguente i notiziari riportavano:“Gli appartamenti erano usati per cerimonie della massoneria, un organizzazione che vanta tra i suoi membri ministri di gabinetto e ufficiali di alto rango delle forze armate”. Ci sono le prove che 8 dei 13 primi ministri d’Israele sono stati membri di società segrete massoniche:


David Ben-Gurion – Massone
Moshe Sharett 
Levi Eshkol
Yigal Allon 
Golda Meir – Co-Massone
Yitzhak Rabin – Massone
Shimon Peres* – Massone e istruito dai Gesuiti (Chiesa Cattolica Romana)
Menachem Begin 
Yitzhak Shamir
Benjamin Netanyahu – Massone
Ehud Barak – Massone
Ariel Sharon – Massone
Ehud Olmert** – Massone


Secondo il giornalista investigativo Barry Camish, per diciotto anni lo stato di Israele è stato “sotto il dominio” di membri di un ordine mondiale segreto che secondo molti studiosi biblici ospiterà infine l’Anticristo massonico, detto anche l’anti-Messia. In ogni attuale elezione in Israele, gli unici candidati sono quelli“ammessi e manipolati” dalla massoneria.


Per comprendere la storia, dobbiamo anche sapere che la Rivoluzione Americana scoppiò per via della visione messianica dei massoni di rito scozzese, che erano agenti dell’anti-Messia Shabbatai Zevi; Jacob Frank e la setta ebraica Dolmeh Islamica, i protetti di Shabbatai Zevi, gli ebrei Rothschild che hanno una vasta influenza geo-politica ed economica in ogni continente e Adam Weishaupt, il fondatore dell’Ordine Bavarese degli Illuminati allevato dai Gesuiti.


Solo due dei primi ministri israeliani, Menachem Begin (al potere dal 17 giugno 1977 al 10 ottobre 1983) e Yitzhak Shamir (dal 10 ottobre 1983 al 14 settembre 1984, e dal 20 ottobre 1986 al 13 luglio 1992) furono difensori di una Israele Biblica, la cui esistenza è da attribuire al Mandato Divino trasmesso agli antichi profeti, secondo cui la Casa di Giuda sarebbe tornata alla “Terra Promessa” prima della “fine dei tempi”. 


Conclusione


Quale dovrebbe essere allora la posizione di coloro che credono nel vero Padre Yahuveh nei confronti di Israele? Dovremmo ancora credere – come fa Hagee – che dobbiamo continuare a difendere Israele dalla tirannia islamica e arabica che la circonda? Dovremmo chiudere un occhio sulla montagna di prove che dimostrano fino a che punto l’attuale stato di Israele si sia allontanato dalle radici spirituali fondate dal patto con Abramo? Pur senza condividere la causa palestinese e la sua strategia del terrore verso Israele, dovremmo però difendere il trattamento che gli israeliani riservano ai palestinesi, trattandoli come animali o assassinando degli innocenti? Dobbiamo chiudere un occhio su tutto? Non sarebbe forse meglio che Hagee ed i suoi pari passassero più tempo ad avvertire la nazione di Israele della totale apostasia in cui è precipitata? O ad ammonire i leader israeliani ad abbandonare i patti che hanno stretto con la massoneria per tornare all Dio dei loro padri? I cristiani pro-sionismo devono continuare a ignorare che i fondi che stanno raccogliendo a sostegno di iniziative come la restaurazione del sacerdozio levitico vengono in realtà usati da gruppi massonici per costruire un Tempio che con il sacerdozio levitico non ha nulla a che fare, ma incarna piuttosto quella che Yahushua chiamò: “abominazione della desolazione”? Come fanno gli studiosi di profezie bibliche a vedere solo una faccia della medaglia? Il motivo è l’inganno! La massoneria cavalcherà l’onda del fervore religioso per i suoi propositi e per portare avanti i suoi piani, cioè coinvolgerà i gruppi cristiani – convinti di fare la volontà di Dio sostenendo Israele – ma ignari che il loro silenzio sulla grande apostasia di Israele favorirà il compimento del disegno massonico, l’avvento di un falso Messia che tutti crederanno il vero. Ma allora sarà troppo tardi, perchè Dio si servirà di questo per compiere il suo giudizio su Israele e il mondo intero per il suo patto con la morte e riportare tutto l’universo alla consapevolezza di chi Egli è davvero:

La vostra alleanza con la morte sarà annullata,
e il vostro patto con il soggiorno dei morti non reggerà;
quando l’inondante flagello passerà,
voi sarete da esso calpestati.
(Isaia 28:18)