martedì 5 marzo 2019

La guerra del Tempio: escatologia del conflitto mediorientale. E non solo

E SE L'ORO DEI PAESI ALLEATI DI ISRAELE, ANZICHE' COME RISERVA A BENEFICIO DEL POPOLO, SERVISSE ALL'EREZIONE DEL TERZO TEMPIO?



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A Gerusalemme, lo scorso mese di dicembre, è stato dedicato, in una curiosa cerimonia, l’altare per il Terzo Tempio. Un segnale di come la questione israelo-palestinese, spesso analizzata solo da un punto di vista politico o geopolitico, presenti in realtà sfaccettature ben più complesse e, per certi aspetti, addirittura teologiche. Sfaccettature di cui parla, nel suo ultimo libro, Gianluca Marletta, scrittore e ricercatore e già autore e co-autore di notevoli saggi controcorrente come “Governo globale”, “Unisex” e “La fabbrica della manipolazione” e ora di questo nuovo e interessantissimo lavoro: “La guerra del Tempio. Escatologia e storia del conflitto mediorientale”, pubblicato da Irfan Edizioni, con prefazione del giornalista e scrittore Maurizio Blondet e postfazione di Carlo Corbucci.

“Il libro – spiega Marletta, raggiunto da chi qui scrive per parlare della sua ultima fatica – parla di come si è giunti, al giorno d’oggi, sull’orlo di uno scontro globale che dal Medio Oriente può infiammare tutto il mondo: ma non lo fa solo a partire dalla cronaca e dall’attualità, bensì risalendo alle radici remote di certi eventi. Si tratta di un saggio di attualità e di storia al tempo stesso (e storia delle religioni in particolare). In esso sono sussunti 2000 anni di vicende, elaborazioni teologiche ed eventi riguardanti l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam: dalla distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. all’esilio ebraico, dalla risposta rappresentata dal Cristianesimo all’apocalittica, dalle attese escatologiche dell’ebraismo medievale a quelle dell’Islam, dalle varie forme di ‘messianismo politico’ nate in età moderna fino allo sviluppo del sionismo, del protestantesimo fondamentalista, del wahhabismo, dell’ideologia neoconservatrice. Da questo punto di vista, credo possa essere uno strumento importante per permettere al lettore di capire i tempi in cui viviamo e, forse, per intuire qualcosa di ciò che ci attende nel prossimo futuro”.

La religione, è noto, ha un ruolo importante nella lunga vicenda della questione mediorientale, che non si può per l’appunto ridurre ai canoni della realpolitik.

“Nella realtà concreta – spiega al proposito l’autore – le cause dei fenomeni sono sempre molteplici e sarebbe ingenuo e fuorviante ridurle solo ad un determinato ambito o punto di vista. Per quanto riguarda la situazione israelo-palestinese e, più in generale, mediorientale, se da un lato sarebbe assurdo negare certi fattori geopolitici ed economici, dall’altro è impossibile districare la matassa ignorando una serie di ragioni che nel libro abbiamo definito ‘non strettamente correlate all’immagine della politica ‘contingente” a cui normalmente si rifanno i politologi. Parliamo di ragioni –spesso ignorate dal grande pubblico e ‘sottaciute’ dai media- che potremmo definire, in senso lato, teologiche. Tali ragioni determinano, più spesso di quanto si creda, scelte politiche foriere di grandi conseguenze; scelte che, da un punto di vista meramente strategico, sarebbero incomprensibili. Stiamo parlando, ad esempio, di buona parte della politica americana verso il Medio Oriente. Nel concreto: vi è oggi una corrente ideologica di tipo messianico-apocalittico, molto diffusa e influente non solo in Israele ma soprattutto negli Stati Uniti, che tende a caricare la questione mediorientale di significati e finalità che trascendono del tutto il piano contingente politico-economico. Uno dei punti di fermi di questa ideologia è che sia necessario che ‘ogni centimetro quadrato’ della Terra Santa sia riconquistato dagli ebrei e che il Tempio ebraico sia ricostruito sulla spianata di Gerusalemme (previa la distruzione delle moschee presenti che sono uno dei luoghi più sacri al mondo per l’islam), al fine di ‘accelerare la fine dei Tempi’ e quindi la venuta del Cristo. Tale teologia, detta ‘dispensazionalista’, coinvolge negli Stati Uniti e non solo decine di milioni di persone, gente che spesso ‘passa all’azione’ finanziando le colonie ebraiche in Cisgiordania, facendo ‘lobby’ verso Israele in ogni modo possibile, influenzando i politici soprattutto in America, inviando ogni anno milioni di dollari in Israele per finanziare i gruppi più estremisti del sionismo ebraico. A tale corrente ‘teologica’ sono appartenuti personaggi come George Bush e, per arrivare ai tempi nostri, importanti figure che orbitano attorno al presidente Trump e persino all’interno della sua famiglia”


Trump in particolare e il mondo anglosassone e protestante in generale (soprattuto le fazioni più conservatrici), hanno sempre dimostrato di avere una relazione speciale con Israele.

“Come abbiamo detto – prosegue Marletta – esiste un’importante corrente ideologico-religiosa filo-sionista attiva nel mondo anglo-sassone almeno da due secoli (quindi ben prima della fondazione dello Stato d’Israele e della stessa nascita del sionismo ‘ebraico’ – il quale, almeno nelle sue prime manifestazioni, era un movimento strettamente laico). Non si possono capire certi atteggiamenti e certe scelte della politica occidentale dell’ultimo secolo e mezzo –soprattutto britannica e americana- ignorando questa realtà. Lo stesso trattato Balfour firmato dagli Inglesi con il banchiere sionista Rothschild, che dava il via libera all’immigrazione ebraico-sionista in Palestina, non era dovuto solo a considerazioni strategiche (si era in piena Grande Guerra), ma anche a ragioni d’altro tipo. Lo stesso Winston Churchill, tra i firmatari del Trattato e protestante fondamentalista, era convinto che il ritorno del ebrei in Palestina fosse un momento fondamentale per inaugurare quei “tempi finali” che avrebbero visto il ritorno di Cristo…”


Tra gli alleati regionali degli USA, oltre a Israele, ci sono anche i Paesi dell’Islam wahhabita (Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti). Stupisce sempre il fatto che, mentre verso l’Iran e Paesi laici come la Siria, sia Israele che la Casa Bianca siano sempre stati intransigenti, verso questi Stati la mano sia sempre stata più docile, fino a considerarli come alleati strategici.

“Il legame – racconta ancora lo scrittore - solo in apparenza sorprendente tra Occidente anglo-americano, Israele e islam wahhabita si struttura a vari livelli. C’è innanzitutto una ragione storica: gli inglesi e gli americani hanno sempre sostenuto la setta wahhabita in Arabia, prima come alleato militare contro gli ottomani durante la Prima guerra mondiale, poi come socio in affari per via del petrolio (il legame finanziario tra wahhabiti arabi e americani è strettissimo e trasversale e interessa sia le grandi ‘dinastie’ repubbliche sia quelle democratiche; basti pensare ai rapporti tra i sauditi e famiglie come i Bush, i Clinton e i Trump).Ma vi sono anche ragioni di tipo politico: USA e Israele sono determinati a distruggere l’influenza iraniana e sciita in Medio Oriente (oltre che quella russa) e gli wahhabiti sono i più implacabili nemici dell’Iran e degli Sciiti (visti come ‘eretici’ da cancellare dal mondo islamico). Da questa ‘inusitata alleanza’ sono nati gruppi come ISIS, che persino importanti figure americane hanno pubblicamente riconosciuto essere creazioni miste USA-sauditi generate per combattere l’Iran e poi, dicitur, ‘sfuggite di mano’. Inoltre, a mio parere, esiste anche una sintonia antropologica che unisce in qualche modo protestanti fondamentalisti, sionisti e wahhabiti. Tutti questi gruppi, infatti, sono portatori di una religiosità rigidamente letteralistica, nemica delle rispettive tradizioni (ebraiche, cristiane o islamiche) ripudiate in nome di un’idealizzata ‘religione originaria’. C’è molto di ‘protestantico’, mi si passi il termine, nell’islam wahhabita: letteralismo estremo, distruzione iconoclasta dei luoghi sacri, odio verso il culto dei santi e persino una certa, “calvinistica” identificazione del successo economico come segno di ‘divina predestinazione’”.

A proposito di Trump, l’autore non rinuncia a una riflessione su fenomeni politici di maggiore prossimità geografica per l’Italia e l’Europa, come quello del sovranismo.

“Il cosiddetto ‘sovranismo’ , a mio parere – spiega lo scrittore - nasce innanzitutto dalla spontanea e legittima reazione dei popoli verso le politiche disumane perpetrate dalle élite di ispirazione ‘liberal’. Politiche che hanno unito ad una devastante azione economico-sociale tesa a fare a pezzi le classi popolari e quelle medie, una delirante imposizione di modelli ideologici distopici e disumani (ideologia gender, imposizione di un immigrazionismo selvaggio e incontrollato, ecc.). Il pericolo concreto, naturalmente, è che tale e forse prevedibile reazione popolare possa essere alla lunga nuovamente strumentalizzata e persino neutralizzata dai soliti ‘poteri forti’ che hanno sede soprattutto oltreoceano. Da questo punto di vista, è abbastanza evidente l’azione di personaggi come Steve Bannon, l’ex sceneggiatore di Hollywood e gestore della campagna elettorale di Trump, attivissimo in Europa nella sua opera di coalizzare e forse controllare i movimenti di protesta sovranisti. D’altronde, questo lavorio teso a ricondurre ogni legittima protesta verso la ‘dittatura liberal’ sotto il controllo della geopolitica americana sta interessando, negli ultimi mesi, anche quella parte del mondo cattolico comprensibilmente scandalizzata dalla dissoluzione della ‘chiesa in uscita’, si veda il progetto di Bannon di impiantare una ‘scuola’ politico-religiosa nell’abbazia di Trisulti. Di fatto, c’è il pericolo concreto che si riproponga il vecchio progetto dei neoconservatori americani di ‘addomesticare’ i movimenti conservatori europei (e persino quelli cattolici) appoggiandoli e ‘compiacendoli’ riguardo ad alcune tematiche per poi, in cambio, poterli ‘arruolare’ nella geopolitica americana e, perché no, nelle guerre che gli USA hanno in progetto per il prossimo futuro”.

Algeria, scontri e proteste per il quinto mandato di Bouteflika

algeria-bouteflikaLe proteste e gli scontri, in vista delle elezioni del prossimo aprile, sono iniziati lo scorso dicembre. In piazza con i manifestanti c’erano anche alcuni politici e altri candidati alla presidenza del Paese, tra loro anche l’ex primo ministro Ali Benflis. Il bilancio degli scontri ad Algeri è stato di decine di feriti; una quarantina gli arresti. L’Algeria è stato il primo Paese che ha dovuto fare i conti con il terrorismo a partire dagli anni ‘90, ma è stato messo in ginocchio proprio dal governo del Fronte di Liberazione Nazionale guidato da Bouteflika. In quegli anni vinse le elezioni, dichiarate poi non valide: quindi si crearono i presupposti per una guerra civile che insanguinò il Paese. Il Presidente è in carica dal 1999. Nel 2014 è arrivata la modifica costituzionale che gli permise di ricandidarsi, una scelta che alimenta ancora oggi il risentimento di parte della popolazione.
Le manifestazioni contro il quinto mandato sono state partecipatissime nelle principali città del Paese, con decine di migliaia di persone in piazza a Orano, Costantina, Batna, Skikda, Annaba e tante altre. Variegata anche la composizione delle proteste sotto le insegne del 5 sbarrato, dagli avvocati di Bejaia agli ultras dell’Usma e del JSK, dagli universitari di Algeri ai tuareg di Tamanrasset. Folla anche nel capoluogo cabilo di Tizi Ouzou, teatro di sanguinosi episodi di repressione statale negli anni ’90 e 2000, culminati nella Primavera Nera del 2001.
Importanti attestati di solidarietà sono arrivati da oltre confine: è stata fatta circolare una lettera di sostegno ai manifestanti di Nasser Zefzafi, leader delle sollevazioni repubblicane del Rif marocchino in carcere da due anni per la sua opposizione alla monarchia del Makhzen di Mohammed VI. Organizzate a tempo di record mobilitazioni dalla diaspora algerina in varie città della Francia (legatesi anche ad alcune piazze dei gilet gialli) e in altre metropoli come Barcellona, Londra, Milano e Tunisi (in quest’ultimo contesto reoresse dalle locali forze di sicurezza).
Ora gli occhi sono puntati sulla Commissione Elettorale, con la scadenza dei termini di presentazione dei candidati presidenziali e la decisione di legittimità delle candidature entro una decina di giorni. Un primo, insufficiente segnale è stato dato dall’estromissione di Abdelmalek Sellal (ex-primo ministro e potente esponente della cricca presidenziale) dal comitato della campagna presidenziale di Bouteflika, dopo la diffusione di intercettazioni telefoniche in cui censurerebbe le proteste assieme al miliardario Ali Haddad. Ma il messaggio della piazza è chiaro.
L’appoggio di Macron a Bouteflika
Il presidente francese Macron in questi giorni ha convocato l’ambasciatore francese in Algeria per riferire con urgenza al ministro degli Esteri. Una bomba ad orologeria pronta a detonare per l’innesco provocato dalla farsa elettorale che l’Algeria sarebbe sul punto di mettere in scena il prossimo 18 aprile. Una farsa non più tollerabile da una parte della popolazione, quella più giovane, acculturata, emancipata, quella che vive nei maggiori centri urbani e frequenta i social media, che in queste ore appaiono in fermento. Non solo. Anche i giornalisti di Entv, la televisione pubblica, rivendicano il diritto di esercitare il proprio mestiere: informare, finalmente liberi da censure.
Un Paese destabilizzato, o peggio ancora un regime ostile, rappresenterebbe una grave minaccia non solo per la Francia, ma anche per l’Europa, su cui incombe, a fine maggio, il verdetto delle elezioni. Certo è che, se non saranno le prossime elezioni politiche, il naturale decesso dell’ottuagenario presidente, in pessime condizioni di salute, potrebbe mettere fine a breve termine ad uno status quo ventennale. E allora una strategia per il futuro dell’Algeria non sarà più rinviabile.
Intanto, giova ricordare che lo scorso 25 febbraio anche a Parigi erano in tanti a sfilare in Place de la République contro il quinto mandato di Bouteflika. Questa volta non erano i “soliti” gilets jeunes, ma francesi, algerini, franco-algerini che vorrebbero riavviare l’Algeria saccheggiata dai satrapi della nomenklatura incistata intorno al clan Bouteflika. Clan che tra il 2000 e il 2015, quindi prima del crollo dei prezzi, ha “sperperato” 600 miliardi di dollari provenienti dalla vendita di idrocarburi, in ”deflussi“ di diverse centinaia di miliardi di dollari, più oltre 100 miliardi di dollari spesi “a discrezione dei governi”, eufemismo delicato che maschera l’opacità della loro destinazione. Nessuno vorrà rivendicare una tale eredità, nessuno vuole associare il suo nome con decenni di implementazione delle risorse pubbliche a servizio di un clan familiare; la rottura è quindi annunciata. A beneficio di chi? Il futuro ormai prossimo lo dirà.
di Cinzia Palmacci
Scrittrice e blogger

Protocolli dei savi anziani di Sion





PROF. SERGYEI NILUS L'INTERNAZIONALE GIUDAICA
PROTOCOLLI DEI "SAVI ANZIANI" DI SION
VERSIONE ITALIANA CON APPENDICE
ROMA - LA VITA ITALIANA - RASSEGNA MENSILE DI POLITICA
Via dell'Unità, 25 - 1921



SE AVETE LETTO LA 3^ PARTE VI SARETE ACCORTI CHE, VERI O FALSI, QUESTI PROTOCOLLI, IDEATI E PUBBLICATI A CAVALLO DEL NOVECENTO, IPOTIZZAVANO FANTASCIENTIFICHE SITUAZIONI SOCIALI E POLITICHE CHE STIAMO VIVENDO IN QUESTI GIORNI .....

PROTOCOLLO XIX

Sarà proibito a tutti di lasciarsi coinvolgere in faccende politiche; ma d'altra parte incoraggeremo ogni genere di rapporti e di petizioni sottoponenti all'approvazione del Governo proposte relative a miglioramenti della vita sociale e nazionale. Con questi mezzi conosceremo gli errori del nostro governo e le aspirazioni dei nostri sudditi. Risponderemo a questi suggerimenti accettandoli, oppure, se non saranno accettabili, confutandoli con validi argomenti per dimostrare che la loro realizzazione è impossibile e basata sopra una concezione miope degli affari.
La sedizione non ha più importanza dell'abbaiare di un cane contro un elefante. In un governo bene organizzato dal punto di vista sociale, ma non dal punto di vista della sua polizia, il cane abbaia contro l'elefante senza comprenderne la forza, ma basta che l'elefante gliela dimostri dandogli una buona lezione, perché tutti i cani smettano di abbaiare.
Per togliere al colpevole politico la sua corona di eroismo, lo metteremo al livello degli altri delinquenti, alla pari con i ladri, gli assassini ed i più ripugnanti malfattori. Abbiamo fatto il possibile per impedire ai Gentili di adottare questo sistema.
Per raggiungere lo scopo ci siamo serviti della stampa, di discorsi in pubblico e di libri scolastici di storia ingegnosamente compilati; abbiamo così fatto nascere l'idea che ogni assassino politico sia un martire, morto per l'ideale del benessere umano. Una "reclame" così estesa ha moltiplicato il numero dei liberali e ha ingrossato le file dei nostri agenti di migliaia di Gentili.

PROTOCOLLO XX

Oggi mi occuperò del nostro programma finanziario, che ho riservato per la fine della mia relazione, in quanto è il problema più difficile ed anche perché costituisce la clausola finale dei nostri piani. Prima di discuterlo, vorrei rammentarvi ciò che vi ho già accennato, e cioè che tutta la nostra politica si riduce ad una quistione di cifre.
Quando assumeremo il potere, il nostro governo autocratico eviterà, per il suo interesse personale, di imporre al popolo delle tasse pesanti e terrà sempre presente la parte che deve rappresentare; quella cioè, di un padre, di un protettore. Ma siccome l'organizzazione del governo assorbirà vaste somme di denaro, sarà tanto più necessario di procacciare i mezzi necessari per mantenerla. Quindi dovremo studiare e risolvere questo problema con la massima cura, procurando che il peso delle imposte sia distribuito equamente.
Per mezzo di una finzione legale il nostro sovrano sarà proprietario di tutti i possedimenti dello Stato (ciò si mette in pratica colla massima facilità). Egli potrà prelevare quelle somme di denaro che saranno necessarie per regolare la circolazione monetaria del Paese. Quindi il metodo più adatto per soddisfare le spese governative sarà la tassazione progressiva della proprietà.
Così le imposte saranno pagate senza l'oppressione e la rovina del popolo, e l'ammontare relativo dipenderà dal valore di ciascuna proprietà individuale. I ricchi dovranno comprendere che hanno il dovere di dare una parte della loro soverchia ricchezza al governo, perché questo garantisce loro il possesso sicuro del rimanente, ed inoltre dà loro di diritto di guadagnare del denaro onestamente. Dico onestamente, perché il controllo della società impedirà i furti sul terreno legale.
Questa riforma sociale deve essere la prima e più importante del nostro programma, essendo la garanzia principale della pace. Essa non ammette indugi di sorta.
La tassazione dei poveri è l'origine di tutte le rivoluzioni e produce sempre un grave danno al governo, perché questo, sforzandosi di estorcere denaro dal popolo, perde l'occasione di ottenerlo dai ricchi. La tassazione del capitale farà diminuire le ricchezze dei privati, nelle cui mani le abbiamo lasciate accumulare sino ad ora appositamente, perché i plutocrati agissero da contrappeso ai governi dei Gentili e alle loro finanze.
La tassazione progressiva applicata proporzionalmente alle fortune individuali, produrrà assai più del sistema attuale di tassare tutti egualmente. Questo sistema è, al momento attuale (1901) essenziale per noi, perché genera il malcontento fra i Gentili [Si noti che questa conferenza fu tenuta nel 19O1. (Nota del T. inglese)]. Il potere del nostro sovrano si baserà principalmente sul fatto, che egli sarà garante dell'equilibrio del potere e della pace perpetua del mondo.
Quindi, per ottenere questa pace, i capitalisti dovranno rinunciare ad una parte delle loro ricchezze, salvaguardando così l'azione del governo. Le spese dello Stato devono essere pagate da coloro che sono meglio in grado di sostenerle e col denaro che si potrà togliere ad essi. Tale misura farà cessare l'odio delle classi popolari per i ricchi, perché esse vedranno in costoro i necessari sostegni finanziari del governo, riconosceranno in essi, inoltre, i sostenitori della pace e del benessere pubblico. Le classi povere comprenderanno che i ricchi forniscono i mezzi per i benefizi sociali.
Per evitare che le classi intelligenti, vale a dire i contribuenti, si lagnino soverchiamente del nuovo sistema di tassazione, daremo ad esse dei resoconti particolareggiati, esponendo chiaramente il modo come il loro denaro viene speso; eccettuato, si capisce, quella parte che sarà impiegata per i bisogni privati del Sovrano e per le esigenze dell'amministrazione.
Il Sovrano non avrà alcuna proprietà privata, perché tutto ciò che è nello Stato gli apparterà. Se al Sovrano fosse concesso di possedere privatamente, sembrerebbe che non è di sua proprietà tutto ciò che è nello Stato.
I congiunti del Sovrano, eccettuato il Suo erede, il quale sarà anche mantenuto a spese del governo, dovranno servire come funzionari governativi, oppure lavorare, allo scopo di conservare il diritto di possedere: il privilegio di essere di sangue reale non concederà loro il diritto di vivere alle spalle dello Stato.
Vi sarà una tassa di bollo progressiva su tutte le vendite e compere, nonché tasse di successione. Qualunque contratto senza il bollo necessario sarà considerato illegale, ed il proprietario antecedente sarà obbligato a pagare al Governo una percentuale sulla tassa dal giorno della vendita. Ogni documento di garanzia del trasferimento di un diritto di una proprietà, ecc., da una persona ad un'altra, dovrà essere portato ogni settimana all'ispettore locale delle tasse, unendovi una dichiarazione con nome e cognome del possessore attuale e del precedente, nonché l'indirizzo permanente di ambedue.
Simile procedura sarà necessaria per i trasferimenti sorpassanti un certo valore; eccedenti cioè l'ammontare della spesa media giornaliera. La vendita delle cose più necessarie sarà soggetta soltanto ad una marca da bollo di valore stabilito.

Calcolate quante volte il valore di una simile tassazione sorpasserà la rendita dei governi Gentili.
Lo Stato dovrà tenere in riserva una certa quota di capitale, e nel caso che la rendita proveniente della tassazione venisse a sorpassare questa somma specificata, la somma risultante in più dovrà essere rimessa in circolazione. Queste somme in eccesso saranno spese organizzando ogni sorta di lavori pubblici.
La direzione di questi lavori dipenderà da un dipartimento governativo, e quindi gli interessi delle classi operaie saranno strettamente collegati a quelli del governo e del loro Sovrano. Una parte di questo denaro soverchio sarà destinato a premiare le invenzioni e le produzioni.
È di prima importanza d'impedire che la moneta rimanga inattiva nelle banche dello Stato, al disopra di una somma specificata che possa essere destinata a qualche scopo speciale; perché il denaro è fatto per circolare, e qualunque congestione di denaro ha sempre un effetto disastroso sul corso degli affari dello Stato, giacché la moneta agisce quale lubricante del meccanismo statale, e se il lubricante si condensa, il funzionamento della macchina si arresta in conseguenza.
Il fatto che le cartelle di rendita hanno sostituito la moneta in gran parte, ha creato una congestione simile a quella ora descritta. Le conseguenze di questo fatto sono abbastanza evidenti.
Istituiremo pure un dipartimento per la revisione dei conti, sicché il Sovrano possa a qualunque momento ricevere un rendiconto completo delle spese del governo e delle sue rendite. Ogni rendiconto sarà tenuto rigorosamente al corrente, fuorché quelli del mese in corso e del precedente. L'unica persona che non avrebbe alcun interesse a derubare la banca dello Stato è il suo proprietario - il Sovrano -. Per questa ragione il suo controllo impedirà qualunque possibilità di perdite o di spese non necessarie.
Saranno aboliti i ricevimenti di etichetta, che sciupano il tempo prezioso del Sovrano, e ciò per dargli maggiori opportunità di attendere agli affari dello Stato. Sotto il nostro governo il Sovrano non sarà circondato da cortigiani, i quali generalmente si pavoneggiano intorno alla sua persona soltanto per vanità, e si preoccupano esclusivamente dei propri interessi, trascurando, come fanno, il benessere dello Stato.
Tutte le crisi economiche da noi combinate con tanta astuzia nei paesi dei Gentili, sono state determinate ritirando il denaro dalla circolazione. Lo Stato si è trovato nella necessità per i suoi prestiti di fare appello alle grandi fortune che sono congestionate pel fatto che la moneta è stata ritirata dal governo. Questi prestiti hanno imposto dei pesanti carichi sui governi, obbligandoli a pagare interessi, e così sono legati mani e piedi.
La concentrazione della produzione nelle mani del capitalismo ha prosciugato tutta la forza produttrice del popolo insieme alle ricchezze dello Stato. La moneta, al momento attuale, non può soddisfare i bisogni della classe operaia, perché non è sufficiente per tutti.
L'emissione della moneta deve corrispondere all'aumento della popolazione, e bisogna considerare i bambini come consumatori di moneta fino dal giorno della loro nascita. Una verifica della moneta di tanto in tanto è una quistione vitale per il mondo intero.
Sapete, io credo, che la moneta aurea è stata la distruzione di tutti gli Stati che l'hanno adottata, perché non poteva soddisfare ai bisogni della popolazione; tanto più che noi abbiamo fatto del nostro meglio, perché fosse congestionata e tolta dalla circolazione.
Il nostro governo avrà una moneta basata sul valore della potenza di lavoro del paese; essa sarà di carta, e magari anche di legno. Emetteremo una quantità di moneta sufficiente per ogni suddito, aumentandone la quantità alla nascita di ogni bambino e diminuendola per la morte di ogni individuo. I conti governativi saranno tenuti da governi locali separati e da uffici provinciali. Per evitare ritardi nei pagamenti delle spese governative, il Sovrano in persona emetterà ordini regolanti i termini di pagamento di dette somme, mettendo così fine ai favoritismi usati qualche volta dai ministri delle finanze ad alcuni dipartimenti.
I resoconti degli introiti e delle spese dello Stato saranno tenuti insieme, perché si possa sempre confrontarli.
I piani che faremo per la riforma delle istituzioni di finanza dei Gentili saranno applicati in maniera tale che essi non se ne accorgeranno mai. Metteremo in evidenza la necessità di riforme, come se siano dovute allo Stato disordinato raggiunto dalle finanze dei Gentili.
Dimostreremo che la prima ragione di questa cattiva condizione finanziaria, sta nel fatto che essi principiano il loro anno finanziario facendo un calcolo approssimativo pel bilancio annuo governativo, l'ammontare del quale aumenta di anno in anno, e per la ragione seguente: si riesce a stento a far durare le somme assegnate al bilancio governativo annuale sino alla metà dell'anno; quindi si presenta un nuovo bilancio governativo riveduto, e la somma relativa viene spesa generalmente in tre mesi. Dopo questo viene votato un bilancio supplementare, e alla fine dell'anno i conti sono sistemati mediante un bilancio di liquidazione.
Il bilancio di un anno è basato sulla spesa totale dell'anno precedente, quindi in ogni anno avviene una deviazione di circa il 50 per cento sulla somma nominale, ed il bilancio annuo alla fine di un decennio è triplicato. Grazie a simile procedura, tollerata dai Gentili negligenti, le loro riserve sono state prosciugate. Quindi, quando giunse il periodo dei prestiti, questo periodo vuotò le banche statali, portandole sull'orlo del fallimento.
Potete facilmente comprendere, che un'amministrazione delle finanze di questo genere, che abbiamo indotto i Gentili a seguire, non può essere adottato dal nostro governo. Ogni prestito dimostra la debolezza del governo e la sua incapacità a comprendere i suoi diritti. Ogni prestito, come la spada di Damocle, pende sulla testa dei governanti, che invece di prelevare certe somme direttamente dalla nazione per mezzo di una tassazione temporanea, vanno dai nostri banchieri col cappello in mano.
I prestiti all'estero sono come sanguisughe che non si possono distaccare dal corpo del governo, finché non cascano da sé, o finché il governo non riesce a sbarazzarsene. Ma i governi dei Gentili non desiderano di togliersi di dosso queste sanguisughe; al contrario ne aumentano il numero, ed è perciò che il loro Stato è destinato a morire dissanguato e per colpa loro. Perché, cosa è un prestito all'estero se non un sanguisugo? Un prestito è una emissione di carta governativa che implica l'impegno di pagare un interesse ammontante ad una certa percentuale della somma totale di denaro preso in prestito.
Se un prestito è al cinque per cento, in venti anni il governo avrà inutilmente pagato una somma equivalente a quella del prestito per coprirne la percentuale. In 40 anni avrà pagato due volte ed in 60 anni tre volte la somma iniziale, ma il prestito resterà sempre un debito non pagato.
Da questo calcolo è evidente che simili prestiti, dato l'attuale sistema di tassazione (1901), toglieranno fino l'ultimo centesimo al povero contribuente per pagare gl'interessi ai capitalisti stranieri, dai quali lo Stato ha preso in prestito il denaro invece di raccogliere dalla nazione, per mezzo di tasse, la somma necessaria libera di interessi.
Fin tanto che i prestiti erano interni, i Gentili non facevano che trasferire il denaro dalle tasche dei poveri in quelle dei ricchi; ma da quando riuscimmo, corrompendo chi di ragione, a far sostituire prestiti all'estero a quelli all'interno, tutte le ricchezze degli Stati affluirono nelle nostre casseforti, e tutti i Gentili principiarono a pagarci ciò che si può chiamare tributo.
A causa della loro trascuratezza nella scienza del governo, o a causa della corruzione dei loro ministri, o della loro ignoranza in fatto di finanza, i sovrani Gentili hanno reso i loro paesi debitori delle nostre banche ad un punto tale, che non potranno mai redimere le loro ipoteche. Dovete comprendere quante fatiche e quante pene abbiamo sopportato per riuscire a produrre un simile stato di affari.
Nel nostro governo avremo grande cura che non succeda una congestione di danaro e quindi non avremo prestiti di Stato, eccezione fatta di buoni del Tesoro all'uno per cento, per impedire che il pagamento della percentuale esponga il paese ad essere succhiato dalle mignatte.
Il diritto di emettere obbligazioni sarà concesso esclusivamente alle ditte commerciali, le quali non avranno alcuna difficoltà a pagare le percentuali con i loro profitti, perché prendono in prestito il denaro per imprese commerciali. Ma il governo non può trarre profitto da denaro preso in prestito, perché si rende debitore unicamente per spendere ciò che si è fatto imprestare.
Il nostro governo compererà anche azioni commerciali, diventando così un creditore invece di esser come ora un debitore e pagatore di tributi. Questa misura metterà fine all'indolenza e alla negligenza, che ci furono utili fintanto che i Gentili furono indipendenti, ma sarebbero dannose al nostro governo. La vacuità del cervello puramente animale dei Gentili è dimostrata dal fatto, che quando prendevano denaro ad imprestito da noi con interessi essi non riuscirono a capire, che ogni somma così ottenuta avrebbero dovuto in ultima analisi farla uscir fuori dalle risorse del loro paese, insieme coi relativi interessi.
Sarebbe stato assai più semplice di prelevare senz'altro tale danaro dal popolo, senza doverne pagare gli interessi ad altri. Questo dimostra il nostro genio ed il fatto che il nostro è il popolo eletto da Dio. Siamo riusciti a presentare ai Gentili il problema dei prestiti sotto una buona luce così favorevole, che essi hanno persino creduto di ricavarne profitto.
I nostri conti presuntivi, che produrremo al momento opportuno, che sono stati elaborati coll'esperienza dei secoli, e che ponderavamo mentre i Gentili governavano, differiscono da quelli di costoro per la loro straordinaria lucidità, dimostreranno quanto siano benefici i nostri piani. Questi metteranno fine ad abusi come quelli per mezzo dei quali siamo diventati i padroni dei Gentili e che non possono essere permessi nel nostro regno.
Il nostro bilancio governativo sarà sistemato in modo tale che nessuno, dal regnante in persona all'impiegato più insignificante, potrà stornarne la più piccola somma e servirsene per qualsiasi altro uso diverso da quello primieramente prestabilito, senza essere scoperto. È impossibile governare con successo senza un piano definitivamente prestabilito. Persino i cavalieri e gli eroi muoiono, quando prendono una strada senza sapere dove conduca e quando partono per un viaggio senza essere bene equipaggiati.
I sovrani dei Gentili, che furono, anche col nostro aiuto, indotti a trascurare l'adempimento dei loro doveri governativi per mezzo di rappresentazioni, divertimenti, pompe ed altri svaghi, non furono altro che dei paraventi per nascondere i nostri intrighi.
Le relazioni dei nostri seguaci, che venivano mandati a rappresentare il Governo nei suoi doveri pubblici, furono compilate dai nostri agenti. In ogni occasione queste relazioni riuscirono gradite alle menti poco accorte dei Sovrani, perché erano sempre accompagnate dai vari suggerimenti per future economie. Essi avrebbero potuto domandarsi come fosse possibile far economie mettendo nuove tasse; ma essi non chiesero nulla.
Voi sapete in quali condizioni di caos finanziario si sono ridotti per colpa loro, con la loro negligenza. Essi hanno finito per fallire malgrado le ardue fatiche dei loro sudditi.

PROTOCOLLO XXI

Aggiungerò ora qualche parola a ciò che vi dissi alla nostra ultima assemblea, e vi farò una spiegazione dettagliata dei prestiti all'interno. Ma non discuterò ulteriormente i prestiti all'estero, perché essi hanno riempito i nostri forzieri di denaro tolto ai Gentili ed anche perché il nostro governo universale non avrà vicini esteri dai quali esso possa prendere a prestito.
Ci siamo serviti della corruzione degli amministratori e della negligenza dei sovrani Gentili per raddoppiare e triplicare il denaro imprestato da noi ai loro governi e del quale in realtà non abbisognavano. Chi potrebbe fare altrettanto a noi? Quindi mi occuperò soltanto dei prestiti all'interno.
Quando il governo annunzia un prestito di questo genere, apre una sottoscrizione per i certificati relativi. Questi, perché siano alla portata di tutte le borse, saranno di tagli piccolissimi. I primi sottoscrittori possono comprare sotto alla pari. Il giorno seguente il prezzo dei titoli viene alzato, per dare l'impressione che tutti desiderano comprarli.
Nel corso di pochi giorni le casseforti dell'erario sono colme con tutto denaro che è stato sottoscritto in più. (Perché continuare ad accettare denaro per un prestito già soverchiamente sottoscritto?). La sottoscrizione ha evidentemente sorpassato di molto la somma richiesta; in questo consiste tutto il risultato; evidentemente il pubblico ha fiducia nel governo.
Ma quando la commedia è finita, rimane il fatto che vi è un grosso debito, e che per pagarne gli interessi il governo deve ricorrere ad un nuovo prestito, il quale alla sua volta non annulla il debito dello Stato; ma anzi lo aumenta. Quando la capacità governativa di prendere in prestito è esaurita, gli interessi dei nuovi prestiti debbono essere pagati con nuove tasse; le quali non sono altro che nuovi debiti contratti per coprirne altri.
Allora viene il periodo di conversione dei prestiti; ma dette conversioni non fanno che diminuire la quantità dell'interesse da pagare, senza cancellare il debito. Inoltre si possono fare solamente col consenso dei creditori. I Governi quando danno l'avviso di queste conversioni, accordano ai creditori il diritto di accettarle, o di essere rimborsati dei loro denari se non desiderano di accettarle; ma se ognuno reclamasse il proprio denaro, i Governi sarebbero presi nella propria rete e non potrebbero rimborsare tutto il denaro.
Fortunatamente i sudditi dei governi Gentili non si intendono molto di finanza, ed hanno sempre preferito di subire un ribasso nel valore dei loro titoli ed una diminuzione di interessi, piuttosto che rischiare un nuovo investimento. Così hanno spesse volte dato la possibilità ai loro governi di sbarazzarsi di un debito, che probabilmente ammontava a parecchi milioni.
I Gentili non oserebbero fare una cosa simile con i prestiti all'estero, ben sapendo che in tal caso noi tutti richiederemo il rimborso del nostro denaro.
Con un'azione simile il governo dichiarerebbe apertamente il suo fallimento, e ciò dimostrerebbe chiaramente al popolo che i suoi interessi non hanno nulla di comune con quelli del suo governo.
Desidero di fermare la vostra attenzione in modo speciale su quanto ho detto, ed anche sul seguente fatto, che attualmente tutti i prestiti all'interno sono consolidati dai cosiddetti prestiti temporanei; vale a dire, da debiti a breve scadenza, formati dal denaro depositato nelle Banche dello Stato e nelle Casse di Risparmio. Questo denaro, essendo a disposizione del Governo per un periodo di tempo considerevole, serve a pagare gli interessi dei prestiti all'estero, ed il Governo deposita nelle Banche, invece di esso, dei titoli di Stato, i quali coprono tutti i deficit nelle casseforti statali dei Gentili.
Quando il nostro sovrano sarà sul suo trono mondiale, tutte queste scaltre operazioni finanziarie svaniranno.
Distruggeremo il mercato dei valori pubblici, perché non permetteremo che il nostro prestigio sia scosso dal rialzo e ribasso dei nostri titoli, il cui valore sarà stabilito per legge alla pari, senza possibilità alcuna di qualsiasi variazione di prezzo. Il rialzo origina il ribasso, ed è per mezzo dei rialzi che abbiamo cominciato a discreditare i titoli pubblici dei Gentili.
Alle Borse sostituiremo enormi organizzazioni governative, che avranno il dovere di tassare le imprese commerciali in quel modo che il governo crederà opportuno. Queste istituzioni saranno in grado di gettare sul mercato milioni e milioni di azioni commerciali, o di comperarle in un sol giorno. Quindi tutte le imprese commerciali dipenderanno da noi, e vi potete immaginare quale forza sarà la nostra.

PROTOCOLLO XXII

Con tutto quello che ho detto sino ad ora, ho cercato di farvi un quadro dal vero del mistero degli avvenimenti attuali nonché dei passati, i quali scorrono tutti nel fiume del destino, e se ne vedranno le conseguenze nel futuro prossimo. Vi ho mostrato i nostri piani segreti, per mezzo dei quali agiamo sui Gentili, nonché la nostra politica finanziaria: devo aggiungere ancora solo poche parole.
Nelle nostre mani è concentrata la più grande potenza del momento attuale, vale a dire la potenza dell'oro. In due soli giorni possiamo estrarre qualsiasi somma dai depositi segreti dei nostri tesori.
È ancora necessario per noi di provare che il nostro regno è voluto da Dio? È possibile che, possedendo così vaste ricchezze, non riusciamo a dimostrare che tutto l'oro da noi ammassato in tanti secoli, non aiuterà la nostra vera causa per il bene, cioè per il ripristinamento dell'ordine sotto il nostro regime? Forse bisognerà ricorrere in certa misura alla violenza; ma tale ordine sarà certamente ristabilito. Dimostreremo di essere i benefattori che hanno restituito la libertà e la pace al mondo torturato.
Offriremo al mondo questa possibilità di pace e di libertà, ma certamente ad una condizione sola, e cioè che il mondo aderisca strettamente alle nostre leggi. Inoltre faremo chiaramente comprendere a tutti, che la libertà non consiste nella dissolutezza, né nel diritto di fare ciò che si vuole. Dimostreremo pure che né la posizione, né il potere, dànno ad un uomo il diritto di propugnare principi perniciosi, come ad esempio la libertà di religione, l'uguaglianza, o idee simili. 
Renderemo inoltre ben chiaro, che la libertà individuale non dà il diritto a chicchessia di eccitarsi o di eccitare altri facendo dei discorsi ridicoli alle masse turbolenti. 
Insegneremo al mondo che la vera libertà consiste unicamente nell'inviolabilità di persona, di domicilio e di proprietà per chiunque aderisce onestamente a tutte le leggi della vita sociale. Insegneremo che la posizione di un uomo sarà in relazione al concetto che egli ha dei diritti altrui, e che la sua dignità personale deve vietargli fantasticherie circa sé stesso.
La nostra potenza sarà gloriosa, perché sarà immensa e regnerà e guiderà e certamente non darà ascolto ai caporioni popolari, o a qualunque altro oratore vociferante parole insensate alle quali si attribuisce l'altosonante titolo di "principii elevati", mentre non sono altro che utopie.
La nostra potenza sarà l'organizzatrice dell'ordine in cui consiste la felicità dei popoli. Il prestigio di questa potenza sarà tale, che avrà l'adorazione mistica, nonché la soggezione di tutte le nazioni. Una potenza vera non si piega ad alcun diritto, neanche a quello di Dio. Nessuno oserà avvicinarsi ad essa allo scopo di toglierle sia pure un briciolo della sua forza.
PROTOCOLLO XXIII

Perché il popolo si abitui all'ubbidienza, deve essere educato alla modestia e alla moderazione; quindi diminuiremo la produzione degli oggetti di lusso. Con questi mezzi introdurremo per forza la moralità, che ora viene corrotta dalla continua rivalità nel campo del lusso. Patrocineremo le industrie casalinghe, per danneggiare le fabbriche private. La necessità di tali riforme è anche nel fatto che i padroni di grandi fabbriche private spesse volte incitano, forse anche inconsciamente, i loro operai contro il governo.
La popolazione impiegata nelle industrie locali non conosce il significato delle parole: "senza lavoro" ; e questo fa sì che essa è attaccata al regime esistente e la invoglia ad appoggiare il governo. La disoccupazione è il più grande pericolo per il Governo; essa avrà servito al nostro scopo appena, per mezzo suo, saremo giunti al potere.
L'ubriachezza sarà pure proibita e considerata un delitto contro l'umanità e come tale punita, perché sotto l'influenza dell'alcool l'uomo somiglia alla bestia.
Le nazioni si sottomettono ciecamente soltanto ad una potenza forte che sia totalmente indipendente da esse e nelle cui mani esse vedano scintillare una spada che serva come arma di difesa contro tutte le insurrezioni sociali. Perché dovrebbero desiderare che il loro sovrano abbia l'anima di un angelo? Anzi, esse devono vedere in lui la personificazione della forza e della potenza.
Deve sorgere un regnante che sostituisca i governi esistenti, viventi sopra una folla che abbiamo demoralizzato colle fiamme della anarchia. Questo regnante dovrà anzitutto spegnere queste fiamme, che senza tregua sprizzano da ogni lato. Per raggiungere questo scopo, egli dovrà distruggere tutte le società che possono dar origine a queste fiamme, anche a costo di versare il suo proprio sangue. Egli dovrà costituire un esercito bene organizzato, che lotterà energicamente contro l'infezione anarchica che può avvelenare il corpo del governo.
Il nostro Sovrano sarà prescelto da Dio e consacrato dall'alto allo scopo di distruggere tutte le idee influenzate dall'istinto e non dalla ragione, da principî brutali e non dall'umanità. Al momento attuale questi concetti prevalgono con grande successo, e le conseguenze sono i furti e la violenza compiuti sotto lo stendardo del diritto e della libertà.
Queste idee hanno distrutto tutte le organizzazioni sociali, conducendo così al regno del Re di Israele. Ma la loro azione nefasta sarà finita appena il regno del nostro Sovrano comincerà. Allora le spazzeremo via tutte, perché sulla strada del nostro Sovrano non possa esservi del fango.
Allora potremo dire alla nazione: "Pregate Iddio e prosternatevi a Colui che porta il segno della predestinazione del mondo, di Cui Iddio in persona ha guidato la stella affinché nessuno fuorché Lui potesse liberare l'umanità da ogni peccato".

PROTOCOLLO XXIV

Ora parlerò del mezzo di cui ci serviremo per rafforzare la dinastia del Re Davide, affinché essa possa durare fino al giorno del giudizio finale.
Il nostro modo di render sicura la dinastia consisterà, in massima, nell'applicazione dei medesimi principii che hanno posto il maneggio degli affari del mondo nelle mani dei nostri savi; cioè la direzione e l'educazione dell'intera razza umana. Diversi membri del seme di David prepareranno i Re ed i loro Successori, i quali saranno eletti non per diritto ereditario, ma per la loro capacità individuale. Questi successori saranno iniziati ai nostri misteri segreti politici ed ai nostri piani di governo avendo massima cura perché nessun altro possa averne conoscenza.
Queste misure saranno necessarie perché tutti sappiano che sono degni di regnare solamente gli iniziati ai misteri dell'alta politica. Solo a tali uomini sarà insegnata l'applicazione pratica dei nostri piani, servendosi dell'esperienza di molti secoli. Saranno iniziati alle conclusioni dedotte dalle osservazioni sul nostro sistema politico ed economico, nonché a tutte le scienze sociali. Insomma, apprenderanno il vero spirito delle leggi che sono state stabilite dalla natura stessa per governare l'umanità.
I successori diretti del Sovrano saranno scartati, se durante la loro educazione daranno prova di essere frivoli o di cuore mite, oppure qualora mostrino qualche altra tendenza che potrebbe essere deleteria al loro potere, che potrebbe renderli incapaci di governare, o anche essere pericolosa al prestigio della corona.
Solamente agli uomini capaci di governare con fermezza, benché forse con crudeltà, saranno affidate le redini del governo dai nostri anziani.
In caso di malattia, o di perdita di energia, il nostro Sovrano sarà costretto a cedere le redini del governo a quelli della sua famiglia che avranno dimostrato di essere più capaci di lui. I progetti immediati del Re, e tanto più quelli per il futuro, non saranno conosciuti neanche dai suoi più intimi Consiglieri.
Solamente il nostro Sovrano ed i Tre che lo avranno iniziato, conosceranno il futuro. Nella persona del Sovrano, che regnerà con una volontà incrollabile, controllando sé stesso come l'umanità, il popolo vedrà - per così dire - il destino personificato e le sue vie umane. Nessuno conoscerà i fini dei Sovrano quando emetterà i suoi ordini, quindi nessuno oserà ostacolare il suo misterioso cammino.
S'intende che il Sovrano dovrà essere capace di eseguire i nostri piani. Quindi non salirà al trono fino a che la sua intelligenza non sia stata accertata dai nostri savi.
Perché tutti i sudditi amino e venerino il loro Sovrano, egli dovrà spesso parlare in pubblico. Questo farà armonizzare le due potenze, vale a dire, quella della popolazione e quella del regnante, che abbiamo scisso nei paesi gentili, facendo sì che si temessero vicendevolmente questo noi facemmo perché queste due potenze, una volta scisse, cadessero sotto la nostra influenza.
Il Re di Israele non deve essere sotto l'influenza delle sue passioni e specialmente di quelle dei sensi. Egli non deve permettere agli istinti animali di avere il sopravvento sullo spirito. La sensualità, più di qualunque altra passione, distrugge sicuramente tutte le forze mentali e di preveggenza; essa distrae il pensiero degli uomini verso il lato peggiore della natura umana.
Il Sostegno dell'Universo nella persona del Regnante Mondiale, germogliato dal Seme Santo di Davide, deve rinunciare a tutte le passioni personali per il bene del suo popolo.
Il nostro Sovrano deve essere irreprensibile.

Firmato dai rappresentanti di Sion - anziani savi del 33° grado

Qua termino la 4^ parte della traduzione integrale dei Protocolli così come pubblicata nel 1921: di Sergyei Nilus,"L'Internazionale sionista". Protocolli dei "savi anziani" di Sion. Versione italiana con appendice, Studio Bibliografico Cordero, anno 1921, edito originariamente da: La Vita Italiana. Rassegna mensile di politica, Roma.
Firmato dai rappresentanti anziani di Sion del 33° grado.

FORMAZIONE UFO IN MINNESOTA (2/3/2019)


Formazione di 12 UFO comparsi lo scorso 2 marzo nel cielo notturno di St. Louis Minnesota USA

PROPONIMENTO DEL GIORNO

  

Farò un digiuno compatibile col mio stato in onore dei dolori sofferti da Maria nella passione di Gesù, suo figlio.

LITURGIA DEL GIORNO


  



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -






 PRIMA LETTURA 

Sir 35,1-15
Dal libro del Siràcide

Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi ricambia un favore offre fior di farina,
chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
perché tutto questo è comandato.
L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.
Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.


  SALMO  

Sal 49
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.

«Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio».
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica.

«Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele!
Io sono Dio, il tuo Dio!
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

Offri a Dio come sacrificio la lode
e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio».


 VANGELO 

Mc 10,28-31
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

lunedì 4 marzo 2019

L'ARISTOCRAZIA NERA E LA SIMBOLOGIA DEL LEONE NEGLI STEMMI

NEL PRIMO VIDEO DELLA CONFERENZA SULL'ARISTOCRAZIA NERA TROVIAMO UNA BRILLANTE SPIEGAZIONE DELLE  ANTICHE ORIGINI DELLA REGIONE VENETO. DA QUI I MOTIVI DELLA RIVENDICAZIONE DI "REGIONE AUTONOMA". LA REGIONE VENETO E' STATA FONDATA DAL REGNO DELLA KAZARIA, UN'ANTICA STIRPE GIUDAICA DALLA QUALE DISCENDONO I ROTHSCHILD





(L'aristocrazia nera) RiccardoTristano Tuis al VI° Convegno Poteri Forti 2.04.2017

Interessante excursus sulle casate, famiglie, consorterie, ceppi, lobbies e congregazioni varie che controllano da secoli la cultura, la guerra, il culto e l'economia del pianeta. L'aristocrazia nera, gli oscuri burattinai del nuovo Ordine Mondiale è il titolo completo scelto dal secondo oratore del VI° Convegno sui Poteri Forti svoltosi il 2 aprile 2017 nella sala Forum di Curtarolo (Padova) dall'Associazione Realtà allo Specchio di Santa Giustina in Colle. Nel tempo questi Poteri prendono le sembianze delle famiglie di banchieri europei legati alla Chiesa e ad alcune specifiche casate reali euroasiatiche che iniziarono a spartirsi gli Stati europei ma non solo, fino a giungere all'attuale Nuovo Ordine Mondiale con il suo occulto controllo tramite una rete di organi direttivi sovranazionali, potenti congregazioni religiose, corporazioni economiche e di comunicazione di massa che applicano i dettami di questa eterogenea aristocrazia nera. Il conferenziere è uno scrittore e ricercatore indipendente, ha recentemente pubblicato il libro. L'aristocrazia nera, appunto il tema di questo video, dove sono presentati i suoi studi sul simbolismo, la storia occulta, psicostoria e antropologia religiosa.


Contro il male fatto ai bambini

Molti bambini in tutto il mondo sono oggetto di violenze e abusi di ogni genere. Vengono rapiti e immessi, per esempio, in sette sataniche dove vengono uccisi per essere sacrificati a Satana, in circuiti pedofili e pedopornografici, e nel mercato degli d’organi e in quello delle adozioni illegali. In merito a quest’ultimo va detto che talvolta i bambini vengono fatti rapire dai genitori stessi o da uno dei genitori e venduti a famiglie che desiderano avere un bambino. Noi discepoli di Cristo Gesù condanniamo questi rapimenti e il male che viene fatto a questi bambini dopo essere stati rapiti, ed avvertiamo coloro che si rendono colpevoli di questi atti malvagi contro i bambini che per certo la vendetta di Dio si abbatterà sul loro capo, e quando moriranno se ne andranno nelle fiamme dell’inferno (Ades) e nel giorno del giudizio saranno gettati da Dio nel fuoco eterno dove saranno tormentati per l’eternità. Fratelli, non tacete, ma parlate contro i rapimenti dei bambini che vengono compiuti da organizzazioni criminali che si muovono liberamente grazie alla complicità di uomini delle istituzioni governative e militari che invece dovrebbero reprimere queste organizzazioni criminali e impedire loro di operare, e parlate pure contro il male che viene fatto ai bambini dopo essere stati rapiti.
Giacinto Butindaro

La cerimonia di induzione e il giuramento gesuita.

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RADICE E CAUSA DEL MALE IN TERRA. L'ORIGINE ANTICRISTICA DEI GESUITI

Il seguente è il testo di ‘Jesuit Extreme Oath of induction’ (Estremo giuramento gesuita di induzione) come registrato nei giornali del 62° congresso, 3° sessione, dei registri del congresso degli Stati Uniti (House Calendar N° 397, registro N° 1523, 15 febbraio, 1913, pp.3215-1316), dal quale è stato successivamente strappato. Il giuramento è anche citato da Charles Didier nel suo libro Roma sotterranea (New York, 1843), tradotto dall’originale francese. Il Dr. Alberto Rivera, il quale scappò dall’ordine gesuita nel 1967, conferma che la cerimonia dell’induzione e il testo del giuramento gesuita che lui prese parte sono identici a quello che citeremo di seguito.

Quando un gesuita di rango minore sta per essere elevato al comando, viene condotto in una cappella del convento dell’ordine, dove ci sono solamente tre persone presenti. Il superiore principale sta in piedi davanti all’altare. In tutti e due i lati ci sono due monaci in piedi, uno dei quali tiene una bandiera gialla e bianca, che sono i colori papali, e l’altro una bandiera nera con una daga e una croce rossa sopra un teschio e ossa, con la parola INRI, e sotto di loro le parole IUSTUM NECAR REGES IMPIUS. Il significato del quale è: si tratta di sterminare ed annichilire i re, governi o sovrani empi ed eretici.

Sopra il pavimento c’è una croce rossa davanti alla quale il candidato si prostra. Il superiore gli porge un piccolo crocifisso nero, che il candidato prende nella sua mano sinistra e lo preme sul suo cuore, e il superiore nello stesso tempo gli presenta una daga, che lui afferra dalla lama e punta contro il suo cuore; il superiore mantenendo la daga ancora dal manico, si indirizza verso il candidato:

(Il superiore dice:)

“Figlio mio, ti è stato insegnato ad AGIRE DA DISSIMULATORE; di essere un cattolico romano tra i cattolici romani, e di essere una spia fra i tuoi confratelli; di credere a nessun uomo, di fidarti di nessun uomo, di essere un riformista tra i riformisti; un ugonotto tra gli ugonotti; un calvinista tra i calvinisti, di essere generalmente UN PROTESTANTE tra i PROTESTANTI. Ed acquisendo la loro fiducia, di chiedere di parlare PERSINO DAI LORO PULPITI e di denunciare, con tutta la veemenza della tua natura, la nostra sacra religione e il Papa; ed anche di cadere così in basso da essere un giudeo tra i giudei; che ti sia concesso di raccogliere tutta l’informazione, per il beneficio del tuo ordine e come fedele soldato del Papa. Ti è stato insegnato di piantare insidiosamente i semi della gelosia e dell’odio tra gli stati in pace, ed incitarli ad imprese di sangue, coinvolgendoli in guerre l’uno contro l’altro, e di creare rivoluzioni e guerre civili nelle comunità, province e nazioni una volta indipendenti e prospere, e che coltivano le arti e le scienze, godendo le benedizioni della pace. Di prendere parte con i combattenti e di agire segretamente in accordo con il tuo fratello gesuita che potrebbe essere impegnato nella fazione opposta, ma apertamente in contrasto con ciò a cui sei connesso, che infine sia vincitore la Chiesa soltanto, nelle condizioni dettate nei trattati di pace…e che IL FINE GIUSTIFICHI I MEZZI. Ti sono stati impartiti i tuoi doveri da spia, di raccogliere tutte le statistiche, i fatti e le informazioni in tuo potere, da ogni fonte; di INGRAZIARTI LA FIDUCIA DEL CIRCOLO FAMIGLIARE DEI PROTESTANTI e degli eretici di ogni classe e carattere, cosi come quello del mercante, del banchiere, dell’avvocato, fra le scuole e le università, nei parlamenti e nelle legislature, nelle magistrature e nei consigli di stato, e di ‘essere ogni cosa per tutti gli uomini’ per la causa del Papa, i cui servi noi siamo fino alla morte. Hai ricevuto fin qui tutte le istruzioni come novizio, un neofita, ed hai servito come coadiutore, confessore e prete, ma non sei ancora stato investito di tutto ciò che è necessario per comandare nell’esercito di Loyola, nel servizio del Papa. Devi prestarti al tempo appropriato come strumento ed esecutore, così come INDICATO DAI TUOI SUPERIORI; poiché nessuno qui può comandare senza avere CONSACRATO i propri lavori CON IL SANGUE DELL’ERETICO; poiché ‘senza spargimento di sangue nessun uomo può essere salvato’. Pertanto, per adattarti al tuo lavoro ed assicurarti la salvezza, dovrai, in aggiunta al tuo precedente giuramento di obbedienza al tuo ordine e di lealtà al Papa, ripetere dopo di me:

(Ho trascritto soltanto una parte del testo del giuramento: )

“[…].Inoltre, prometto e dichiaro che, quando si presenterà l’opportunità, farò ed intraprenderò implacabile guerra, segretamente o apertamente, contro tutti gli eretici, PROTESTANTI e liberali cosi come indicatomi; di ESTIRPARLI E STERMINARLI dalla faccia della terra; e che non RISPARMIERO’ NE’ ETA’, NE’ SESSO o condizione, e che IMPICCHERO’, BRUCERO’, DEVASTERO’, BOLLIRO’, STRONCHERO’, STRANGOLERO’ E SEPPELIRO’ VIVI QUESTI ERETICI INFAMI, SQUARTERO’ GLI STOMACI E I GREMBI DELLE LORO DONNE E FRANTUMERO’ CONTRO I MURI LE TESTE DEI LORO BAMBINI, così da annichilire per sempre la loro razza esecrabile. E quando ciò non potrà eseguirsi apertamente, USERO’ SEGRETAMENTE LA COPPA CHE AVVELENA, LA CORDA CHE STRANGOLA, L’ACCIAIO DEL PUGNALE O LA PALLOTTOLA DI PIOMBO, incurante di onore, rango, dignità o autorità della persona o delle persone, qualsiasi la loro condizione di vita, pubblica o privata, così come, in qualunque momento, mi sarà ordinato, da qualunque agente del Papa o Superiore della fratellanza della Santa Fede, la compagnia di Gesù. In conferma del quale, io con la presente, dedico la mia vita, la mia anima, e tutti i poteri corporali, e con la daga che ora ricevo io sottoscriverò il mio nome scritto con il mio sangue in testimonianza di ciò. E se mi dimostrassi falso, o debole nella mia determinazione, possa la mia fratellanza e i soldati della milizia del papa tagliare le mie mani e miei piedi e la mia gola da orecchio a orecchio, la mia pancia sia aperta e il zolfo bruci ciò che è all’interno con tutte le punizioni che possono essere inflitte su di me in questa terra, e la mia anima sia torturata dai demoni nell’inferno per sempre. […] “



(lui scrive il suo proprio nome con la punta della daga intinta del suo proprio sangue preso dal suo cuore)

Il superiore dice ancora altre cose e alle fine dice:

“Vai, pertanto, in tutto il mondo e prendi possesso di tutte le terre nel nome del Papa. Chi non lo accetterà come vicario di Gesù e come il suo vice-reggente sulla terra, lasciate che sia maledetto e sterminato”.



E adattato da: Haiaty Varotto


Come potete vedere, i gesuiti sono delle persone malvagie, crudeli, spietate e capaci di fare qualsiasi cosa. Non vi lasciate ingannare pensando che siano brave persone o pensando che facciano del bene. Magari possono con la dissimulazione far sembrare che siano umili, buoni e che aiutano le persone ma la realtà è che sono persone malvagie a servizio di Satana, disposte a qualsiasi cosa e che hanno l’obiettivo di istituire un unica religione mondiale e un unico governo mondiale. Riprovate pubblicamente il loro operare e denunciateli affinchè le loro opere malvagie siano manifeste. Non abbiate paura.


Haiaty Varotto


VEDI ANCHE: 



Il Giuramento e la confessione dei gesuiti 


I Gesuiti: Riccardo Tristano Tuis


Riccardo Tristano Tuis autore del libro "Gesuiti" (Uno Editori) "In quest’opera andremo a conoscere l’origine dei gesuiti, chi realmente furono gli artefici della loro fondazione e diffusione e il loro reale scopo fin dall’inizio attraverso il passaggio della fiaccola del potere proveniente dai templari e da Ordini e consorzi di famiglie ancora più antiche. Analizzeremo come i gesuiti da agenti segreti con licenza di uccidere della Chiesa e delle famiglie dietro ad essa operarono clandestinamente sia nei Paesi cristiani che in quelli protestanti o anglicani al punto che ai nostri giorni i servizi segreti deviati europei, nordamericani, del Commonwealth e d’Israele sono delle espressioni di un’unica regia: i servizi segreti del Vaticano. Scopriremo come l’alta finanza, le più grandi banche del mondo e il cartello bancario che ha dato vita al moderno signoraggio bancario siano il prodotto della millenaria opulenza e forza della Chiesa di Roma che grazie all’Ordine dei gesuiti dall’Ottocento in poi ha in mano l’economia globale attraverso le famiglie dei banchieri internazionali ai cui vertici ci sono i guardiani del tesoro papale: i Rothschild. Indagheremo sull’oscuro mondo delle società segrete e circoli magici di matrice satanico/luciferina e cristiana e le loro reciproche e insospettate connessioni attraverso i gesuiti di alto livello, gli incogniti superiori del 4° voto che muovono anche le fila dei potenti e stratificati cavalieri di Malta e di Colombo e della massoneria internazionale, dando vita all’esercito di grigi burocrati dell’Unione Europea e del Congresso americano che promuovono la criminale operazione su vasta scala denominata Agenda 21. Presenteremo specifici eventi storici in cui i due più famosi dittatori europei, Napoleone Bonaparte e Adolf Hitler, sono saliti al potere grazie ad operazioni clandestine dei gesuiti e degli Illuminati che da secoli lavorano a fianco a fianco nell’instaurazione della secolare agenda mondialista La Nuova Atlantide meglio conosciuta come Nuovo Ordine Mondiale". Riccardo Tristano Tuis è scrittore, compositore, ricercatore indipendente e autore del metodo Zenix e della neuro-tecnologia Neurosonic Programming. Da oltre venticinque anni segue un percorso di ricerca che lo ha portato a studiare e praticare diversi indirizzi che spaziano dalle scuole di sviluppo umano alla meccanica quantistica e alle neuroscienze, dallo Zen alla psicologia del profondo con indirizzo transpersonale, fino agli studi sulla coscienza e sul paradigma olografico. L’autore si interessa allo sviluppo delle potenzialità umane attraverso lo studio dei programmi mentali che strutturano la consapevolezza e la percezione e all’interazione tra mente e materia e ai relativi codici di modellamento della realtà, portandolo a creare un metodo denominato Zenix con cui aver accesso ai propri programmi mentali consci e inconsci per risolverli e pervenire a un nuovo livello di mente più avanzato con cui riprogrammare i propri potenziali e la propria realtà.