martedì 15 gennaio 2019

Non valgo nulla, faccio schifo”. Da chi vengono e come scacciare i pensieri neri?

SE VOSTRO FIGLIO PRESENTA QUESTI PROBLEMI PROVATE ANCHE CON LA FEDE. INSTILLARE LA FEDE NEI FIGLI PUO' SIGNIFICARE SALVARGLI LA VITA!

In un libro che raccoglie alcune catechesi di padre Maurizio Botta troviamo utili risposte per fronteggiare il dialogo cattivo che sentiamo dentro

“Non valgo nulla”, “La mia vita non ha senso”, “Faccio schifo”, “Meglio morire che vivere così”, “Sono inutile”, “Va tutto male”, “Niente cambierà”…
A tutti, chi più chi meno, è capitato in alcuni momenti di essere invasi dentro al cuore e nella mente da parole brutte su sé stessi e sugli altri, pensieri neri che come calamite potentissime ne attraggono mille altri, uno dietro l’altro in un vortice pazzesco che toglie energie, appesantisce l’animo e – aspetto più inquietante – fa rimanere concentrati solo su se stessi. Il mondo non esiste, le persone che hai intorno perdono importanza, esisti tu e il tuo malessere, tu e le cose che non funzionano come dovrebbero, tu e il tuo batticuore, tu e la tua ansia, tu e la tua infelicità.
Ricordo che il primo anno di nozze mi capitava, dopo aver discusso con mio marito, di essere assalita da pensieri tremendi che mi immobilizzavano sul divano a rimuginare e piangere. Pensieri scollegati e incontrollabili che arrivavano a mettere in dubbio tutto e a gettare fango sul matrimonio, il mio sposo, me stessa, la mia vita. Qualcosa dentro di me assolutizzava e drammatizzava quella incomprensione, appiccando fuoco ad ogni cosa.
LACRIMA, OCCHIO, TRISTEZZA
Ma quei pensieri negativi, da dove venivano fuori? Chi è che parlava dentro di me?

Un giorno confidai a mia madre questa mia tristezza e lei, consolandomi, mi suggerì di non prestare ascolto a quelle “voci” che di certo non venivano da Dio: “fatti il segno della croce, bevi tre sorsi (Padre, Figlio e Spirito Santo) di acqua benedetta e prega, recita l’Ave Maria”. Io obbedii e mi accorsi di stare subito meglio, il saggio consiglio di mia mamma, teologa senza laurea, funzionava. Se non le avessi dato retta però non lo avrei mai saputo. Perché se non chiediamo aiuto a Dio, se non gli domandiamo lo Spirito Santo, come possiamo riceverlo? Mia madre mi suggeriva spesso in quei momenti di stare in compagnia e tenermi impegnata in attività manuali: piegare i panni, preparare la cena. Anche questo mi fu molto utile. Riuscii ad “imparare” in breve tempo un modo per fronteggiare la tristezza e il flusso negativo interno che di tanto in tanto occupava il mio cuore.
Recentemente ho letto il bel libro: “Sto benissimo soffro molto”, di padre Maurizio Botta per i tipi Edizioni studio domenicano che raccoglie alcune delle sue catechesi tenute all’interno del ciclo di incontri “Cinque passi al mistero”, di cui avevamo già parlato qui.
Nel quinto capitolo dal titolo “Senso di colpa che uccide. Quando paura e ansia ti tolgono la gioia”, l’autore spiega molto bene questo incessante catapultarsi nella mente di parole, frasi, pensieri, immagini negative e offre dei consigli, partendo dalla sua esperienza personale e dai passi del Vangelo, per contrastarle.



Fioramonti, guru 5 Stelle, tra Rothschild, Soros e Rockefeller

PER QUELLI IN ITALIA CHE HANNO LA MEMORIA CORTA


Caro Di Maio, sei sicuro di sapere con chi te ne vai a spasso, a Londra? E voi, grillini militanti e simpatizzati, avete idea di chi sia, davvero, il vostro nuovo guru in materia di economia? Sembra di leggere “Alice nel paese delle meraviglie”, e invece è la pagina Facebook di Nicolas Micheletti, attivista sovranista vicino a Paolo Barnard. Fioramonti, chi è costui? I veri uomini del grande potere, secondo Barnard, sbucano sempre dal nulla: o meglio, hanno alle spalle anni di carriera in istituzioni finanziarie di vertice, ma restano a lungo nell’ombra, al riparo dai riflettori. Da lì lavorano sodo, in modo formidabile e spesso con un unico obiettivo: mettere in ginocchio gli Stati, imponendo il rigore neoliberista che impoverisce il 99% arricchendo solo l’élite. Come? Con il solito sistema: tagliare la spesa pubblica e alzare le tasse. Ne è un esempio l’Italia uscita con le ossa rotte dalla “cura” Monti, secondo la dottrina dell’avanzo di bilancio: lo Stato che incamera più soldi, dai contribuenti, di quanti ne spenda per i cittadini (sotto forma di deficit postivo). E in piena crisi, col paese allo stremo proprio a causa dell’austerity, chi vanno a pescare i 5 Stelle? Lorenzo Fioramonti, autorevole esponente della scuola più dogmatica, quella del super-rigore.
«Ho cercato per giorni di capire da dove cavolo fosse spuntato fuori il punto programmatico del M5S di tagliare il rapporto debito/Pil del 40% in 10 anni», scrive Micheletti sulla sua pagina Facebook: «Ho chiesto in giro, ovunque». Amputare la spesa Lorenzo Fioramontipubblica del 4% ogni anno? Secondo gli economisti keynesiani è l’autostrada per l’inferno, spacciata per “comportamento virtuoso”: da una parte lo Stato con “i conti in ordine”, dall’altra aziende che licenziano e chiudono, e famiglie alla canna del gas dopo aver bruciato i risparmi di una vita. Uno schema monotono: il teorema “teologico” neoliberista. «I grillini dicono sempre che il programma è tutto scelto dagli attivisti, ma io non ho trovato da nessuna parte alcuna prova (e so cercare bene le info)», scrive Micheletti. «Non sembra essere esistita alcuna votazione al riguardo di questo punto del programma: è chiaramente un punto preso e messo lì dall’alto», quindi «non molto nello stile democratico di cui parlano tanto». Poi, la scoperta: l’obiettivo del massimo rigore ammazza-Italia «l’ha messo lì Fioramonti». Ebbene sì: «Tra tutti gli economisti italiani che il Movimento 5 Stelle poteva scegliere, ha scelto proprio lui». Ma chi è, il professor Fioramonti? Micheletti lo definisce «un simpatico personaggio con un passato molto interessante», in una geografia punteggiata da nomi che tutti conoscono, dalla casata Rothschild a George Soros.
Ordinario di economia politica a Pretoria, Sudafrica, Fioramonti insegna «in una università il cui capo è Wiseman Nkuhlu, chairman dei Rothschild» (e il cognome Nkulu, ironizza Micheletti, «è pertinente alla nostra situazione politica»). Noto per gli Di Maio con Fioramontistudi sull’innovazione della governance e per la critica al Pil, da sostituire con altri indicatori di salute, Fioramonti è presidente, nonché unico professore, del progetto Jean Monnet, con specializzazione in studi sull’Ue, in Africa (brutto nome, Monnet: sinonimo di rigore europeo imposto ideologicamente dai padrini storici dell’attuale oligarchia, nemica della democrazia sociale e del benessere diffuso). Non solo: la prefazione dei libri di Fioramonti, continua Micheletti, è a cura di Enrico Giovannini, esponente del Club di Roma e dell’Aspen Institute, due santuari dell’élite finanziaria mondialista. Libri, peraltro, «recensiti dalla London School (Evelyn Rothschild)». In più, aggiunge ancora Micheletti, Fioramonti scrive articoli per la “Open Democracy” di Soros. «E per far felici anche gli immigrazionisti, ha una cattedra in “Integrazione regionale, Migrazione e libera circolazione delle persone”». Chi manca? Rockefeller. «Per chiudere in bellezza», chiosa Micheletti, il buon Fioramonti «ha lavorato anche per la Fondazione Rockefeller. Insomma, un personaggio libero e indipendente da ogni vincolo e intrallazzo con il potere».

Abuso infantile: segni e sintomi – Definizione Psicopedia

QUESTO ARTICOLO PUO' AIUTARE I GENITORI A CAPIRE QUANDO E' IL CASO DI RIVOLGERSI ALLO SPECIALISTA SE QUESTI SINTOMI NEL GIOVANE ABUSATO COMINCIANO A MANIFESTARSI. IN QUESTI CASI, INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E CLINICAMENTE E' FONDAMENTALE. 

Secondo il documento approvato dal CISMAI (semeiotica medica nell’abuso sessuale dei bambini prepuberi) l’abuso sessuale presenta una compagine di segni e sintomi specifici da non essere rilevabili se non in un contesto clinico anche se la rilevazione e la diagnosi costituiscono problemi complessi in cui si intrecciano fattori medici, psicologici, sociali e giuridici che rende indispensabile il coinvolgimento di più figure professionali.
In virtù di questo, la diagnosi di abuso sessuale rappresenta una diagnosi multidisciplinare. Una diagnosi solo medica raramente è possibile: nella letteratura internazionale è riportato che il 50%-90% dei minori vittime di abuso sessuale accertato presenta reperti genitali e/o anali normali o non specifici. Risulta doveroso per tutti i colleghi che operino in tali contesti considerare con preoccupazione alcuni indizi:
Segnali di una sessualizzazione traumatica:

– disegni e/o racconti sessualmente espliciti, inappropriati all’età;

– interazione a carattere sessuale con altre persone;

– masturbazione coatta o introduzione di oggetti in vagina;

– disagio o rifiuto a spogliarsi per visite mediche o attività

sportive;

– inibizione e preoccupazione relativa ad argomenti sessuali;

– messa in atto di precoci forme di seduzione.

Affermazione spontanea del bambino di aver subito molestie sessuali:
• Disturbi della sfera alimentare;
• Disturbi del controllo sfinterico;
• Disturbi dell’umore;
• Presenza di fobie;
• Esibizionismo;
• Difficoltà relazionali con entrambi i sessi;
• Enuresi;
• Inibizione, assenza di slancio vitale, stanchezza cronica, demotivazione;
• Caduta del rendimento scolastico o frequenti e prolungate assenze.

Negli adolescenti in particolare un aumentato interesse relativo alla sessualità è normale, tuttavia ci sono alcuni segnali che possono indicare un abuso sessuale: 

– promiscuità sessuale (partners multipli);

– prostituzione adolescenziale;

– gravidanze precoci;

– tentativi di suicidio;

– insolito allontanamento dalla famiglia;

– abuso di sostanze stupefacenti e alcool.

Indicatori di violenza assistita:
– Più alta incidenza di disturbo post-traumatico da stress complesso (Herman)
– Instabilità affettiva
– Impulsività
– Difficoltà nella modulazione della rabbia
– Preoccupazioni suicide
– Autolesionismo
– Amnesia
– Ricordi intrusivi degli episodi traumatici
– Impotenza – vergogna-colpa
– Accettazione della violenza quale regola delle relazioni affettive
– Somatizzazione
– Disturbi dell’attaccamento
– Problemi scolastici
– Depressione e ansia
Come si opera in questi casi? Occorre tener presente, previa valutazione interdisciplinare in equipe, considerare un processo d’intervento suddiviso in 4 fasi:
– la rilevazione: individuazione dei segnali di malessere dei minori ed i rischi per la loro crescita, connessi alle condotte pregiudizievoli degli adulti;
– la protezione: intervento volto ad arrestare il comportamento maltrattante/abusante, modulato in relazione alla gravità dello stesso che nei casi più gravi;
– la valutazione: percorso teso a valutare il quadro complessivo della situazione traumatica nei suoi aspetti individuali e relazionali;
– il trattamento: intervento finalizzato a ripristinare sufficiente condizione di benessere per il minore.


BIBLIOGRAFIA:
  • O.M.S.Consultation on Child Abuse and Prevenzion1999  
  • Malacrea M. (2004). Il “buon trattamento”: un’alternativa multiforme al maltrattamento infantile, Cittadini in crescita, 1, 1-17. DOWNLOAD
  • Saunders, B.E., Berliner, L., Hanson, R.F. (2001). Guidelines for the psychosocial treatment of intrafamilial child physical and sexual abuse, Charleston (SC). DOWNLOAD
  • Malacrea, M. (2005). Da: Herman J. L. (1992). Trauma and recovery, Basic Books. Tr. It. (2005). Guarire dal trauma, Edizioni MAGI, Torino. 
  • Malacrea, M. (2007). Esperienze traumatiche infantili e adozione, Minorigiustizia, 2/2007, 185-195. 
  • Malacrea M., & Lorenzini S. (2002). Bambini abusati. Linee guida nel dibattito internazionale, Raffaello Cortina, Milano. ACQUISTA ONLINE
  • Bianchi, D., Moretti E. (a cura di). Vite in bilico. Indagine retrospettiva su maltrattamenti e abusi in età infantile, Quaderni del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, Questioni e documenti 40, Istituto degli Innocenti, Firenze. 
  • Cirillo S., & Di Blasio P. (1989). La famiglia maltrattante, Raffaello Cortina, Milano. ACQUISTA ONLINE


“Gilet gialli? È stato Putin”: riecco il grande alibi delle élite che hanno sbagliato tutto

CI RISIAMO! "HA STATO PUTINA" COLPISCE ANCORA. PATETICI.....


Fonte: Fulvio Scaglione


Ma che sciocchi a non averci pensato, era così evidente! In Francia c'è un po' di confusione, i gilet gialli danno l'assalto all'Eliseo e nei ritagli di tempo abbattono i portoni dei ministeri perché glielo dicono i russi. La capacità europea di farsi del male abbaiando alla luna mentre brucia la casa sta raggiungendo livelli quasi sublimi. Da settimane la Francia è sconvolta da manifestazioni imponenti come non si vedevano da quasi cinquant'anni, una specie di nuovo Sessantotto guidato dalla piccola borghesia e dai pensionati invece che dagli studenti, animato da gente che non vuol dare la scalata al cielo ma continuare a frequentare il macellaio. E la reazione qual è? Spiegar loro che stanno benone ma non lo capiscono. E a noi che sono dei poveracci che si fanno intortare da qualche post su Facebook.

Il bello è che questa specie di sanculottismo del terzo millennio si produce in un sacco di posti diversi, in condizioni economiche diverse, in culture diverse, e noi sempre a farci le pippe con gli hacker russi. C'è la Brexit nel Regno Unito? È stato Putin. La Catalogna si rivolta? Vedi mai che non siano gli hacker russi. Nasce il Governo giallo-verde in Italia? Il Cremlino. Eleggono Donald Trump negli Usa? Russiagate. In Francia, poi, dove questa volta non possono nemmeno attaccarsi alle banlieue e ai terza generazione non integrati, il pericolo cosacco arriva come il cacio sui maccheroni. Grazie a Dio i sovranisti nazionalisti populisti che governano da anni la Polonia detestano la Russia e i russi, altrimenti avremmo ripetuto le nostre sciocchezze anche lì.


C'è la Brexit nel Regno Unito? È stato Putin. La Catalogna si rivolta? Vedi mai che non siano gli hacker russi. Nasce il Governo giallo-verde in Italia? Il Cremlino. Eleggono Donald Trump negli Usa? Russiagate. Grazie a Dio i sovranisti nazionalisti populisti che governano da anni la Polonia detestano la Russia e i russi, altrimenti avremmo ripetuto le nostre sciocchezze anche lì.


Si capisce bene quanto è difficile rammendare uno squarcio così profondo del tessuto sociale. Ci sono i tagli inferti dalle difficoltà economiche ma anche gli strappi prodotti da una radicale crisi di sfiducia che colpisce sia l'usato sicuro della politica tradizionale (vedi Merkel) sia il giovanilismo rampante e un po' spietato dei vari Renzi e Macron. C'è l'usura generata dal bisogno di conferme identitarie in un mondo in frenetico mutamento, venata di paure, come ben dimostra l'ossessione europea per i migranti. E c'è il logorio di una società che invecchia (età media in Italia 45 anni, in Germania 46,3, negli Usa 37,7, in Niger 15 anni) e si sente tanto debole sia quando le prende l'acciacco sia quando arriva la botta di spleen.


Però che tristezza questa ricerca di un capro espiatorio qualunque che non ci dia da pensare, che ci lasci credere che senza gli hacker andrebbe tutto così bene. O forse non erano gli hacker ma i rettiliani, i terrapiattisti, gli adoratori di Google, i vegani... Perché no, i residui tifosi del Torino come me. In fondo, che differenza fa? 
La malinconia del tutto si misura, tra l'altro, con la facilità con cui ci facciamo abbindolare pur di trovare consolazione. La storia degli hacker russi che manovrano i gilet gialli è stata rimestata da due fonti. La prima è l'inglese The Times (una volta si diceva in automatico “l'autorevole Times”, adesso c'è un sacco di pesce da incartare), che si è rifatto a uno “studio” di New Knowledge.Questa a sua volta è una giovane società americana di social media marketingdiventata famosa per i suoi pasticci. Si è fatta sgamare dal New York Times e dal Washington Post per aver influenzato le elezioni suppletive in Alabama nel 2017, facendo eleggere per poche migliaia di voti il democratico Doug Jones sul favorito repubblicano Roy Moore. Una delle azioni intraprese da Jonathan Morgan, capo appunto di New Knowledge, fu di far credere che una serie di troll russi sostenessero Moore, per sputtanarlo nel generale clima di caccia all'hacker. Missione compiuta, Jones ha vinto, l'Alabama non aveva un governatore democratico da decenni.

L'altra fonte è Bloomberg, che si è fidato delle affermazioni di Alliance for Securing Democracy. Si tratta di una congrega di russofobi guidata da personaggi come John Podesta (capo della campagna presidenziale di Hillary Clinton), Toomas Ilves (ex presidente dell'Estonia, prima ministro degli Esteri e prima ancora ambasciatore negli Usa), Bill Kristol (alto funzionario della Casa Bianca di George W. Bush nonché esponente di punta del Progetto per il Nuovo secolo americano che fece da piattaforma alla politica neocon), Mike Chertoff (ministro degli Interni con George W. Bush e uno degli estensori del famigerato Patriot Act), oltre a un mazzo di ex spie e agenti dei servizi americani. 
Roba forte, affidabile, disinteressata. Per fortuna ci sono stati studiosi francesi, loro sì veri e seri, che hanno rimandato al mittente la spazzatura. Solo che adesso mi è venuto un dubbio. A me i gilet gialli stanno pure un po' simpatici, che vorrà dire? Forse sono un troll di Putin e non me n'ero accorto.

LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Eb 2,5-12
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, non certo a degli angeli Dio ha sottomesso il mondo futuro, del quale parliamo. Anzi, in un passo della Scrittura
qualcuno ha dichiarato:
«Che cos’è l’uomo perché di lui ti ricordi
o il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli,
di gloria e di onore l’hai coronato
e hai messo ogni cosa sotto i suoi piedi».
Avendo sottomesso a lui tutte le cose, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Al momento presente però non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. Tuttavia quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo:
«Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
in mezzo all’assemblea canterò le tue lodi».


  SALMO  

Sal 8
Hai posto il tuo Figlio sopra ogni cosa.

O Signore, Signore nostro,
quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.


 VANGELO 

Mc 1,21-28
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafarnao,] insegnava. Ed erano stupìti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

lunedì 14 gennaio 2019

A TUTTI I BIMBI DEL MONDO

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BUONANOTTE

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“Battisti mollato dai francesi: e ora tenteranno di ucciderlo”



I servizi segreti francesi hanno “mollato” Cesare Battisti, perché la loro responsabilità (nel coprirlo) è stata portata bruscamente sotto i riflettori. Lo afferma Gianfranco Capeoro, il primo – lo scorso 16 dicembre – a dirsi convinto che l’ex terrorista dei Pac, Proletari Armati per il Comunismo, ricercato per omicidio, fosse stato infiltrato in Italiadall’intelligence di Parigi negli anni di piombo, periodo in cui il nostro paese era ricattato dalla violenza quotidiana della stratregia della tensione. Un mese dopo, di fronte alla cattura di Battisti in Bolivia, sempre in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”, Carpeoro rilancia i suoi sospetti: vista la sovraesposizione mediatica, dopo la sua denucia del presunto legame tra Battisti e i servizi francesi, questi ultimi non hanno potuto fare a meno di sbarazzarsi del loro ex agente, divenuto troppo ingombrante. Battisti era improvvisamente scomparso dal Brasile, dove il nuovo governo di Jair Bolsonaro (su richiesta di Salvini) aveva annunciato di apprestarsi a estradarlo in Italia. Ma poi, superato il confine con la Bolivia, evidentemente è stato abbandonato dai suoi “angeli custodi”. Secondo la stampa è stato arrestato il 12 gennaio a Santa Cruz, dopo esser stato individuato dagli 007 italiani dell’Aise, che l’avrebbero segnalato all’Interpol. Carpeoro teme che ora Battisti sia in pericolo: una volta estradato potrebbe essere ucciso, nel timore che riveli quello che sa.
Carpeoro (vero nome, Pecoraro) ha alle spalle una lunga carriera di avvocato. Era vicino al leader del Psi, Bettino Craxi. «Un motivo di attrito fra Craxi e il presidente francese François Mitterrand, socialista pure lui, era la legge con cui la Francia dava Cesare Battisti arrestato in Boliviaprotezione a terroristi italiani», ricorda Carpeoro, fuoriuscito dalla massoneria e iper-critico verso le attuali “obbedienze”. L’avvocato è autore del recente saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che svela il ruolo occulto della “sovragestione” (massonica, di marca Cia) dietro al neo-terrorismo odierno, che proprio in Francia ha utilizzato la manovalanza islamista dell’Isis per colpire nel mucchio, spaventando la popolazione per indurla ad accettare pesanti restrizioni delle libertà personali. Proprio nella politica della Francia, Carpeoro individua le maggiori responsabilità dell’attuale destabilizzazione geopolitica nel Mediterraneo, dalla Libia alla Siria. Spesso è l’Italia a finire nel mirino delle trame francesi, se è vero che partirono proprio da Parigi – come rivelato sempre dall’avvocato milanese – le indebite pressioni per tentare di bloccare l’elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai.
A “Border Nights”, Carpeoro riferì che fu l’eminenza grigia Jacques Attali, “padrino” di Macron, a interpellare nientemeno che Giorgio Napolitano per ottenere l’appoggio di Berlusconi, tramite Antonio Tajani, in modo da far mancare i voti necessari Carpeoroall’elezione di Foa. Dopo la clamorosa rivelazione, poi, il veto su Foa è caduto. Nel caso di Battisti sembra che lo schema si sia ripetuto: prima l’accusa alla Francia, indicata come protettrice occulta dell’ex terrorista, e quindi la sua cattura. Diceva Carpeoro, un mese fa: «Non è accettabile che la Franciaprotegga sottobanco un suo ex agente come Battisti, mentre da noi Alberto Torregiani ha trascorso la vita su una sedia a rotelle, reso paraplegico durante la rapina in cui Battisti uccise suo padre, Pierluigi, a Milano, il 16 febbraio 1979». Una denuncia precisa, da parte di Carpeoro: «Mi assumo la piena responsabilità di quello che dico. E insisto: Roma dovrebbe richiamare l’ambasciatore francese e chiedergli spiegazioni sull’operato dei servizi segreti transalpini, anche a costo di incrinare le relazioni diplomatiche con la Francia». E ora, appunto, la notizia dell’arresto di Battisti, sulla cui sorte Carpeoro avanza fondati timori: estradato in Italia, dice, la sua vita potrebbe essere in pericolo. Qualcuno potrebbe metterlo a tacere, prima che possa rivelare l’identità di chi lo ha protetto, in tutti questi anni, e chiarire il vero movente dei suoi “sovragestori”: pilotare il terrorismo per indebolire l’Italia.

« Dove arriverà zio Peppuccio, il renziano-prodiano che guida il Governo gialloverde »

Zio Peppuccio è pericoloso?



La porta di Palazzo Chigi si aprì e non entrò nessuno: era Giuseppe Conte. Così – parafrasando Fortebraccio – si potrebbe sintetizzare la narrazione dei media sull’arrivo alla presidenza del Consiglio dell’attuale premier. È letteralmente balzato fuori dall’anonimato, da un giorno all’altro, come un coniglio dal cilindro del mago, senza aver fatto nulla che potesse caratterizzarlo in qualche modo (come docente universitario era poco conosciuto perfino a Firenze dove insegnava).
Essendo stato scelto proprio per una neutra mediazione fra M5S e Lega, sembrava un uomo senza passato, senza idee e senza identità. Ma non senza qualità. Perché – bisogna riconoscerlo –nessuno aveva capito il personaggio e quello che avrebbe fatto. Era stato del tutto sottovalutato.

Per alcuni mesi infatti è stato rappresentato (e pure spernacchiato) come il vaso di coccio fra i due vasi di ferro (Salvini e Di Maio), come l’incolore riempitivo dell’esecutivo gialloverde. Come lo zero che – nella previsione del deficit del DEF, quella approvata dalla UE – si è frapposto fra il 2 e il 4. Una specie di lubrificante, destinato solo a diminuire gli attriti.
CONTE ZIO
Era il perfetto “Conte Zio”dei “Promessi sposi”, come aveva acutamente intuito Marcello Veneziani. E infatti si adattava perfettamente alla sua attività di premier, la descrizione manzoniana di quel personaggio: “Sopire, troncare, troncare, sopire” perché “quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagatella, e vanno avanti, vanno avanti…”.
A confronto delle dichiarazioni dirompenti dei due vicepremier,  il Conte Zio praticava – per riprendere il Manzoni – “un parlare ambiguo, un tacere significativo, un restare a mezzo, uno stringer d’occhi che esprimeva: non posso parlare”.
Nella compagine governativa gialloverde, dava l’impressione di essere – ricorro ancora ai Promessi sposi – “come quelle scatole che si vedono ancora in qualche bottega di speziale, con su certe parole arabe, e dentro non c’è nulla; ma servono a mantenere il credito alla bottega”.
ZIO PEPPINO
Si era autodefinito “Avvocato del popolo”, ma questa bellicosa espressione di sapore rivoluzionario era immediatamente neutralizzata dalla sua antropologia forlaniana.
In effetti la sua bonomia democristiana, la mitezza, l’eleganza, la gentilezza dei modi sono parsi molto rassicuranti e lo hanno fatto crescere sempre più negli indici di popolarità. Quello che doveva essere l’Avvocato del popolo è diventato lo Zio degli italiani. Zio Peppino, l’affabile zio avvocato che fa sempre comodo in famiglia.
Tuttavia, pian piano, si è creato uno spazio politico rilevantissimo perché il momento storico vede la contrapposizione fra il governo e le élite(l’establishment).
Così la mediazione da metodo è diventata Conte-nuto ed è emersa la cifra democristiana del premier. O meglio (ribadisco): forlaniana. Il coniglio uscito dal cilindro è diventato un “coniglio mannaro”.
Fu appunto Arnaldo Forlani, valente leader dc, a vedersi affibbiata per primo, da Gianfranco Piazzesi, questa definizione bacchelliana – tratta dal “Mulino del Po” – che allude all’astuzia politica e alle capacità che possono celarsi dentro un carattere mite.
LA SVOLTA
La trasformazione di Conte, da Peppiniello nostro a statista forlaniano, si è appalesata nella drammatica trattativa con la Commissione europea sul DEF che ha condotto in prima persona e che al tempo stesso gli ha permesso di conseguire un successo storico(dal momento che tutti prospettavano uno scontro dirompente fra Roma e Bruxelles) e di accreditarsi – presso la nomenklatura della Ue– come l’unico vero interlocutore del governo italiano.
L’operazione gli ha permesso anche di guadagnarsi definitivamente la fiducia del presidente Mattarella. Conte – che si è costruita una sua tela di rapporti personali a livello internazionale, in particolare con Trump e la Merkel– si è fatto ricevere in udienza privata pure da Papa Francesco, il 15 dicembre, probabilmente esibendo non solo la sua fede cattolica (cosa che a Bergoglio interessa molto relativamente), ma soprattutto la sua provenienza giovanile da quella “Villa Nazareth”che è stata il punto d’incontro della potente corrente cattoprogressista vaticana e anche di “cattolici democratici” come Prodi, Scalfaro, Scoppola, Leopoldo Elia e lo stesso Mattarella (da lì viene anche l’attuale Segretario di Stato vaticano, Parolin).
L’ANTI SALVINI
Cosa si siano detti Conte e Bergoglio in quel colloquio non è dato sapere. Fatto sta che a pochi giorni di distanza, il presidente del Consiglio – sul caso dei 49 migranti, che tanto interessava al papa – ha preso la clamorosa posizione che sappiamo, pubblicamente contrapposta a Matteo Salvini“se non li faremo sbarcare li vado a prendere io con l’aereo”.  Poi si è addirittura intestato la “soluzione” di questo caso (la ripartizione dei migranti), ancora una volta in accordo con la UE.
D’improvviso si è materializzato un Conte imprevisto, un vero “anti Salvini”, capace di batterlo sul terreno dove il vicepremier da sempre trionfa (quello dell’emigrazione).
Era inevitabile che in questa veste Conte raccogliesse simpatie a Sinistra. Di sicuro ha catalizzato l’interesse degli ambienti catto-vaticani in cerca di rappresentanza nella crociata migrazionista anti-Salvini.
A questo punto d’improvviso tutti si sono accorti che Conte da comparsa era diventato un protagonista. Con quali prospettive? Il suo passato sembrava incolore. Ma lo era davvero?
PRODIANO/RENZIANO
L’antica collaborazione col suo famoso maestro Guido Alpa non lo caratterizzava politicamente. Gli erano state attribuite, per il passato prossimo, vaghe simpatie renziane e un’amicizia con la Boschi, ma anche questo non sembrava una cosa significativa.
Poi lui stesso ha rivelato di aver “votato per l’Ulivo di Prodi e Pd fino al 2013”. E Renziha sarcasticamente fatto sapere: “Conte me lo ricordo, quando ci mandava i messaggini tutto contento e entusiasta delle riforme che facevamo, della Buona Scuola, del referendum…”.
In sostanza, quel Conte che sembrava senza identità, si rivela invece il classico moderato, catto-progressista, di area PD, che probabilmente non era proprio del tutto sconosciuto – anche al Quirinale – quando Mattarella gli ha dato l’incarico di formare il nuovo governo.
Certo, il fatto che per la guida del loro primo governo i “rivoluzionari” grillini abbiano scelto un democristiano, di area Pd, strappa più di un sorriso. Ma la cosa non va letta con ironia. E’ un fatto emblematico che spiega molte cose.
Renzi, dopo aver ricordato quei precedenti di Conte, lo ha polemicamente pizzicato aggiungendo: “A suo tempo, nel 2015, aveva tutta un’altra posizione sullo sforzo riformatore del Governo Renzi. È legittimo cambiare idea, specie se ti offrono incarichi importanti. Io penso che le idee valgano più delle poltrone”.
Ma siamo proprio sicuri che il Conte prodian-renziano abbia avuto un’improvvisa folgorazione grillina sulla via (non di Damasco, ma) di Palazzo Chigi?
E se – diversamente da quanto pensa Renzi – Conte in realtà rappresentasse proprio una soluzione “istituzionale”per disinnescare e, alla fine, “normalizzare il M5S?
Fabio Martini, sulla “Stampa”, ha scritto che Mattarella “probabilmente avrebbe gradito che il Pd entrasse a far parte di una maggioranza incardinata sui Cinque Stelle con Conte premier”.
A quel tempo fu proprio Renzi a mettersi di traverso. Ma se con i nuovi assetti del Pd, ridimensionato Renzi, per una crisi dell’attuale governo si ripresentasse questo scenario, non sarebbe proprio Conte il più adattoa d assumere la guida di un nuovo esecutivo M5S-PD, benedetto da Mattarella, da Bergoglio e dalla UE?
Non è detto che ciò accada. Ma le prospettive politiche che si aprono davanti a Conte sono anche altre. E lo potrebbero “consacrare” definitivamente come il vero anti-Salvini. Come il Prodi del XXI secolo. I conti in Italia non tornano mai, ma Conte sì, tornerà.
Antonio Socci
Da “Libero”, 13 gennaio 2019
Sito: “Lo Straniero
Twitter: @Antonio Socci1