giovedì 15 novembre 2018

“Francesco” sopprime le nostre interceditrici

Vaticano distrugge altra comunità: 90% delle suore se ne va

34 delle 39 suore delle Piccole Sorelle di Maria hanno chiesto di essere dispensate dai loro voti. Fondate nel 1949, gestiscono quattro case di cura nella diocesi di Laval e Tolosa (Francia). Le suore utilizzano il Novus Ordo in latino. Nel 2012 sono tornate al “vetus ordo”
La comunità ha subito due visite canoniche nel 2016 e nel 2018 ed è stata accusata di “eccessivo settarismo”. Le suore hanno definito il rapporto emesso dopo la seconda visita “una caricatura” e un “pregiudizio”.
La madre superiora e la maestra delle novizie sono state esiliate in monasteri distanti e sostituite con tre commissarie moderniste. Tutti gli appelli canonici e le richieste di misericordia sono state ignorate.
Una commissaria, suor Geneviève Médeviellem, insegna nell’Istituto Cattolico di Parigi e afferma che la fornicazione è giustificabile.
Il 17 settembre, il cardinale Braz de Aviz, a capo della Congregazione per i Religiosi, ha ordinato alle suore di accettare il commissariamento “senza riserve” per non essere allontanate.
Dalla loro parte si è presto costituito una sorta di comitato di sostegno, di cui fa parte lo stesso Sindaco del paese, Serge Launoy, pronto ad assicurare che le Piccole Sorelle di Maria non hanno nulla a che vedere con l’integralismo fanatico, ma anche dettosi pronto a battersi al loro fianco «in nome della giustizia».
34 suore hanno annunciato il 7 novembre di aver deciso in coscienza di chiedere lo scioglimento dei loro voti.
In passato, il Vaticano ha già distrutto le suore ad Auerbach (Germania), le suore contemplative di Saint John (Francia) e le Suore Francescane dell’Immacolata (Italia). Tutte erano benedette da molte vocazioni.
Qui sotto posto il video in cui  “Francesco”, praticamente appena eletto nell’ottobre 2013 , ha apostrofato le suore di clausura. Si noti l’ostilità malcelata verso di loro, l’odio per  la contemplazione stessa che gli sembra spiritualismo falso ed esagerato; e la piatta, rozza   banalità dei “consigli”  che impartisce   a queste sacrificate, da cui dipendiamo tutti perché incessantemente intercedono per noi.

Questa ostilità l’ha poi riversata esplicitamente, El Papa, nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo (19 marzo 2018).  Dove a un certo punto  si legge: “Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio. Tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo, ed entra a far parte del cammino di santificazione. Siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione, e ci santifichiamo nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione” (n. 26).
Ciò ha fatto scrivere al vaticanista – e credente – Aldo Maria Valli:
Ciò che colpisce è la confusione unita alla superficialità, il tutto condito con il livore. Come sarebbe a dire che “non è sano amare il silenzio”? E come si può pensare che amare il silenzio voglia dire “desiderare il riposo”? E come si può pensare che “ricercare la preghiera” sia qualcosa da contrapporre al servizio? E perché mettere “l’incontro con l’altro” in cima a tutto quando, semmai, ciò che conta è l’incontro con Dio?


In due seguenti articoli, Valli ha documentato che la soppressione dei contemplativi e della contemplazione è un progetto deliberato, scientificamente perseguito da “Francesco”.



Con lo sguardo rivolto al mondo, non a Dio. Ovvero come snaturare la vita contemplativa

Calles, l’eradicatore messicano della fede
Sono misure di eradicazione della fede cattolica,  del suo  più intimo cuore, che  emulano quelle  del  massone e dittatore del Messico Plutarco Elias Calles  fra il 1926 e 1929, o  quelle degli anarco-comunisti in Spagna nel 1936, o quelle dei  giacobini ogni volta che presero il potere anche in Italia.
Ma questa volta, scrive il blogger e sacerdote don Elia, “questa volta l’attacco vi giunge dai vertici della Chiesa stessa, cioè da quelle autorità che hanno sempre accuratamente protetto la vostra preziosa vocazione in quanto ausilio indispensabile alla buona salute di tutto il Popolo di Dio;  al punto che fino a cinquant’anni fa, nella cerimonia di consacrazione delle vergini, il vescovo pronunciava una terribile maledizione contro chiunque attentasse alle monache o ai loro beni. Ora è proprio colui che occupa il Soglio di Pietro ad aver decretato la vostra fine: come ben sapete, la Costituzione Apostolica  Vultum Dei quaerere (29 giugno 2016), con l’istruzione applicativa Cor orans (1° aprile 2018), vi impone di rinunciare all’autonomia dei vostri monasteri, ad una formazione specifica e alla clausura stessa, mentre l’Esortazione Gaudete et exsultate (19 marzo 2018) condanna senza mezzi termini l’amore del silenzio e della preghiera (cf. § 26).
“Ovviamente tutto ciò è stato disposto – come si assicura a parole – per il vostro bene, per ravvivare lo spirito della vostra vocazione e per aiutare le comunità che fatichino ad avere una vita dignitosa a rinnovarsi o a… sparire.
“Entro appena un anno dalla promulgazione dell’istruzione applicativa tutti i monasteri dovranno essere entrati in una federazione la cui presidente avrà praticamente diritto di vita e di morte su di essi e di fatto esautorerà le vostre badesse, per non parlare delle visite canoniche con cui persone ostili (magari una di quelle suore moderniste, di una rigidità mentale pazzesca, che vivono non di realtà, ma di ideologia) verranno a ficcare il naso tra le vostre mura per decidere che cosa vada “riformato” e persino dove le singole monache debbano essere spedite…
“Ora, non avete certo bisogno che sia io a ricordarvi gli impegni sacri e irreversibili da voi assunti: i vostri voti, pur essendo regolati da normecanoniche e riconosciuti dalla gerarchia ecclesiastica, sono stati fatti direttamente a Dio; pertanto nessuna autorità umana vi può costringere a venir meno alla loro osservanza né tanto meno annullarli, se non siete voi a richiederne la dispensa per cause gravi. Le religiose espulse dai giacobini continuarono a rispettarli, nella misura del possibile, nelle case private che le avevano accolte, così come le monache russe portarono avanti la vita regolare in condizioni di fortuna, finché qualcuna di loro, quasi centenaria, una volta caduto il regime poté rientrare in monastero con la massima onorificenza del  grande abito. Piegare l’inflessibile volontà di una donna è già cosa ben ardua; piegare quella di eroiche donne di fede consacrate a Dio è praticamente impossibile.
“La consegna comune, allora, non può essere se non questa: resistere. Se il vostro monastero è indipendente, rifiutatevi di entrare in una federazione; se già ne fa parte, non acconsentite a ulteriori ingerenze che provocherebbero danni peggiori di quelli già fatti, come conflitti di autorità, abusi di potere e alterazioni dell’ordine stabilito dalle costituzioni. Per essere più forti, collegatevi semmai tra monasteri della resistenza. Mantenete la formazione interna delle candidate e declinate con garbo ogni invito a corsi, riunioni, assemblee che, obbligandovi a lasciare regolarmente la clausura, snaturerebbero la vostra vocazione, esponendovi oltretutto a un insidioso indottrinamento. Qualora decidano di sottomettervi con la coercizione, sbarrate le porte a presidenti e visitatori senza neppure lasciarli entrare. Se attaccano le vostre proprietà, ricorrete al foro civile. In una parola, preparatevi alla guerra.
“Non dimenticate che l’obbedienza al Papa non può sovvertire quanto esige l’obbedienza a Dio, né l’accondiscendenza alla gerarchia offuscare il primato dei diritti divini. Come non si può obbligare un sacerdote a dare l’assoluzione, se in coscienza è convinto che non ci siano le condizioni per impartirla, così non si può costringere una monaca a rituffarsi in quel mondo che ha lasciato non per abbandonarlo al suo destino, ma per poter contribuire alla sua salvezza con la preghiera e l’offerta di tutta la propria esistenza in una forma di vita ben precisa, che nel mondo non è praticabile e richiede costitutivamente la separazione da esso. Se poi c’è qualche monaca a cui la clausura sia diventata stretta o che voglia proprio togliersi il gusto di fare shopping o di andare in spiaggia, non deve far altro che cambiare istituto, senza pretendere di stravolgere la vita monastica; ne risponderà lei allo Sposo, non tutta la sua comunità.
“Se dovessero fallire tutti i mezzi di resistenza umana, potete sempre ripescare, care spose di Cristo, l’anatema cui poc’anzi accennavo. È vero che è riservato al vescovo, ma certe badesse, un tempo, portavano mitra e pastorale e, anche oggi, dimostrano di avere gli attributi ben più di molti prelati. Come vedrete, che le monache fossero sposate al Signore era un fatto preso estremamente sul serio, quando i Pastori avevano la fede. Se però non volete arrivare a tanto, ci sono pur sempre i salmi imprecatori, i quali, nel breviario evirato per forgiare preti evirati dalla spiritualità evirata sono stati purgati, ma che voi, rispettando il testo sacro, recitate integralmente. Visto che il vostro esecutore chiede sempre preghiere, applicateli a lui – o per la sua conversione o per la sua dipartita. Ricordate l’esempio di Giuditta: potreste liberare tutti noi.

ATTENTATO A MACRON. False Flag. BERLINO SCOPRE CELLULA MILITARE NAZISTA…la UE è in pericolo.

Un gruppetto di estremisti di destra stava preparando un attentato  alla vita del  presidente Macron. Per fortuna  la DGSI (sicurezza interna), sotto la guida del suo nuovo capo,  ha sventato il delitto – ormai imminente – arrestando sei francesi: “un gruppo paramilitare di estrema destra”.  Questo scrivevano i media due giorni fa.  Oggi mentre scrivo, il Canard Enchainé esce in edicola spiegando che l’attentato era un false flag, architettato dal nuovo  capo del DGSI: Nicolas Lerner, 40 anni, macroniano di ferro  (è uscito dall’ENA nello stesso anno di lui, sono amiconi).


(L’articolo del Canard sul false flag)

Secondo  il Canard, non è nemmeno una novità. Appena arriva un nuovo capo, gli agenti della sicurezza interna (sono 4 mila) gli fanno un “regalo di benvenuto” del genere. Un successo politico da far  parlare i media, scolpito in convergenza con l’ideologia del nuovo capo.
Stavolta hanno preso quattro “survivalisti” che sorvegliavano da mesi. Il loro “capo”, di 62 anni,   che comunicava coi complici sui social, è stato beccato mentre partiva da casa sua nell’Isère  con la sua Peugeot 408. Nell’auto il capo “nascondeva”: tre sacchi a pelo,   un materassino gonfiabile da campo, guanti neri, e un coltello da cucina in ceramica: eccola, l’arma con cui i congiurati neri stavano per uccidere Macron!


Nicolas Lerner, il nuovo capo del DGSI.

Stiamo in attesa di sviluppi. Ciò che però dà un senso inquietante alla faccenda, è la strana coincidenza: anche  in Germania è stato scoperto un   gravissimo complotto di estrema destra, sventato all’ultimo momento,che prevedeva l’assassinio di Claudia Roth (j), la capessa dei Grunen, il ministro degli esteri Heiko Maas e l’ex presidente Joachim Gauck.  Oltre a vari leader  di organizzazioni di accoglienza dei clandestini.

Scoperta cellula nazi nell’esercito  tedesco…

E mica paramilitari, in Germania. No, militari, elementi di corpi speciali (KSK) e  veterani – almeno 200 – che stavano “cercando di creare cellule naziste nelle forze armate”, avevano  segretamente  accumulato “armi, munizioni e carburante”  per il Giorno X, e  allestito “campi di addestramento al confine con l’Austria e la Svizzera”.


La cosa sembra strana anche Strategic Foundation, il sito filo-russo, che ci crede:   da sempre  l’esercito tedesco seleziona le sue reclute  e non arruola elementi di estrema destra; le procedure  di filtraggio sono severe.  E adesso  si s copre che addirittura un tenente colonnello dei servizi, un militare  di carriera, proteggeva i congiurati e li avvertiva delle perquisizioni che stavano per arrivare.  Peggio: questi 200 erano  collegati con i Reichsbürger,   membri di quella balzana organizzazione che rigetta ogni legittimità allo stato federale, ritenendo che  abbia usurpato il potere  legittimo de  Kaiser. Il gruppo esiste da 40 anni ed era considerato innocuo: oggi  si scopre che è forte di 16 mila  individui, e sono armati.
Insomma, la repubblica  è in pericolo. Estremo. Le istituzioni europeiste e  merkeliane sono minacciate dalla forze neofasciste  armate. Bisogna dunque procedere per la salvezza dello stato.
E vedete la coincidenza? Friedrich Merz, il capo  in Germania  della   BlacKrock, la più grande finanziaria del mondo, quello che aspira di più a prendere il posto di cancelliere appena Angela lo lascerà, ha appena dichiarato che Alternative  fuer Deutschland  (AfD) è “apertamente nazonal-socialista” , macchiata di “toni antisemiti”.


Merz of BlackRock

Pensate, proprio gli esponenti AfD che si fanno fotografare con la bandiera israeliana ed ammirano apertamente  Israele per come tratta gli immigrati, ed hanno ottimi rapporti col Mossad.

Ma il fatto che stiano portando via voti alla  CDU giustifica una accusa, che in Germania è molto  seria: un partito  se “nazionalsocialista”  potrà essere sciolto d’autorità.



Nazisti e antisemiti.

Dopo la scoperta dei 200 militari che volevano rovesciare la repubblica  insieme ai 16 mila nostalgici del Kaiser,  sarei pronto a giurare  che non solo Macron e non solo  Berlino, ma anche l’Unione Europea si difenderà con tutti i mezzi, legali e illegali, dall’assalto fascista che sta attentando   alle sue illuminate istituzioni.  Specie que4i criminali politici che si sono espressi, o manifestano, contro l’immigrazione, si scoprirà che sono terroristi neri e nascondono in casa o in garage delle armi.
Sono mesi del resto che in Germania, media e indagini sociali si sforzano di dimostrare che “quasi un terzo ei tedeschi concorda con dichiarazioni xenofobe, del tipo “gli stranieri vengono qui solo per godere del nostro stato sociale”, frase approvata dal 37 per cento, e  “i politici sono solo burattini nelle mani dei veri poteri”,  (30%). E’ ovvio che quelli che pensano così tendono ad essere “nazisti” – e dunque magari ad essere scontenti di un governo CDU-Grunen, molto pro-euro.  Si veda ad esempio questo articolo della TAZ:
E mica solo i nazi crescono in Germania, né gli attentatori di Macron in Francia. Anche nella repubblica ceca si è scoperto un gruppo di 2 mila anti-immigrati, che si autodefiniscono Guardia Nazionale Interna, e “ricevono armi dalla Libia”.   La BBC ha rivelato l’esistenza di due gruppi in Slovacchia che “avevano iniziato ad allenarsi presso una base paramilitare che conteneva blindati e carri armati”. I colpevoli dicono che si tratta  di un museo della seconda guerra mondiale.  Ma   per  la  BBC il gruppo è sospettato di utilizzare la base per addestrare i separatisti ucraini pro-Russia  e altri gruppi paramilitari dell’Europa orientale”. Il caso Skripal ha insegnato alla BBC. E’ stato Putin.
Insomma l’Europa legale ha scoperto che il fascismo  avanza dappertutto coi suoi tentacoli, e bisognerà applicare pressione e leggi speciali contro i “neri “ che avanzano dalla Gran Bretagna all’Italia. Me lo dice la mia esperienza di vecchio cronista che ha visto la strategia della tensione. Non mi stupirei  se Forza Nuova, Casa Pound, persino Salvini e i suoi anti-euro si scoprissero collegati con il fascismo tentacolare che avanza e minaccia le sane istituzioni europee. Da vecchio, direi di stare attenti alle provocazioni, di non  cascare nelle trappole. Ci si mette niente a trovare un caricatore nell’auto di uno di voi.

C’E’ DI NUOVO LA FRANCIA DIETRO LA GUERRA IN LIBIA! Così l’amante delle vecchiette fomenta le bande rivali per boicottare, ancora una volta l’Italia su petrolio e immigrazione

TRIPOLI BEL SUOL DI GUERRA! I RIBELLI SONO SEMPRE PIÙ VICINI AI CENTRI DEL POTERE DELLA CAPITALE: SARRAJ SOTTO ASSEDIO. DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA – LE MILIZIE VOGLIONO “RIPULIRE” LA CITTÀ DAI GOVERNATIVI: È SCOMPARSO IL CAPO DELLE FORZE ARMATE – IL VOLTO MODERATO DEL POST GHEDDAFI PUÒ CONTARE SOLO SULL’APPOGGIO DELL’ITALIA. L’OMBRA DELLA VOLPE DELLA CIRENAICA KHALIFA HAFTAR E GLI INTERESSI DELLA FRANCIA, CHE FORMALMENTE CONDANNA L’ESCALATION MA…
1 – SARRAJ SOTTO ASSEDIO I RIBELLI PUNTANO AL CENTRO DI TRIPOLI
Giordano Stabile per “la Stampa”
Il premier libico Fayez al Sarraj è sotto assedio a Tripoli, dopo una settimana di scontri che hanno portato le milizie ribelli sempre più vicine ai centri del potere. Ieri sera il consiglio presidenziale libico, guidato dallo stesso al Sarraj, ha proclamato lo stato di emergenza.
Il governo non controlla la parte meridionale della città, l’ aeroporto è chiuso perché a portata dei razzi degli insorti, e non è più scontata la fedeltà dei combattenti di Misurata, un alleato strategico del governo di «accordo nazionale» che doveva condurre alla pacificazione del Paese.
L’ ex ingegnere, il volto moderato della Libia post-Gheddafi, può contare ancora sull’ appoggio dell’ Italia, mentre gli altri alleati occidentali sono più defilati e la Francia, nei fatti, ostile. Roma ha confermato che la sua ambasciata resta aperta, nonostante il colpo di mortaio, o razzo, che ieri ha colpito l’ hotel dove alloggia parte del personale.
La Settima Brigata
Sabato Stati Uniti ed Europa avevano chiesto alle milizie di moderarsi ma ieri Abdel Rahim Al-Kani, comandante della cosiddetta Settima Brigata, una formazione con base nella cittadina di Tarhouna, 60 chilometri a Sud di Tripoli, ha annunciato l’ assalto decisivo.
Al-Kani ha dichiarato che «continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata». Le sue forze, ha precisato, «sono posizionate lungo la strada per l’ aeroporto» e si apprestano ad attaccare il quartiere di Abu Selim, la porta di accesso al centro storico. Se prende Abu Salim il comandante ribelle potrebbe piombare sulla zona dei ministeri, fino alla base navale di Bu Sitta, l’ estremo fortino del governo.
I soldi degli aiuti
Al-Kani ha già minacciato di «ripulire» la città dalle milizie rivali, accusate di essere «l’ Isis dei soldi pubblici», perché si accaparrano la maggior parte dei fondi pubblici che derivano dagli introiti petroliferi, ma anche i finanziamenti che arrivano dall’ Unione europea.
Il capo della Shura degli anziani, Mohamed al-Mubshir, una figura rispettata, ha lanciato il tentativo di mediazione per arrivare a un cessate il fuoco. A disinnescare la battaglia lavora soprattutto però la diplomazia italiana. La nostra ambasciata ha comunicato, su Twitter, che resterà aperta: «Continuiamo a sostenere l’ amata popolazione di Tripoli in questo difficile momento», anche se i rischi sono sempre più alti perché l’ ambasciatore Giuseppe Perrone è inviso al grande avversario di Al Sarraj, il generale Khalifa Haftar.
La strategia di Haftar
Haftar sta corteggiando il comandante di Tarhouna da mesi, così come i capi di una altra potente tribù, i Warfalla. La rivolta si sta trasformando in un confronto fra milizie pro o contro Al Sarraj. Tutti inviano rinforzi dalle aree limitrofe alla capitale. Al Sarraj può contare su pochi alleati certi: le Brigate rivoluzionarie di Tripoli, guidate dal signore della guerra Haithem al-Tajouri, la «Rada» di Abdul Rauf Kara, boss dell’ aeroporto Mitiga, la Brigata Abu Selim agli ordini del controverso Abdul Ghani al-Kikli, e la Brigata Nawassi.
Più defilata è la Brigata 301 di Misurata, un alleato strategico. Sabato il premier ha inviato proprio a Misurata il generale Mohammed Al-Haddad, capo delle forze armate governative a Tripoli, per chiedere ai leader locali di inviare rinforzi.
Il generale avrebbe avuto uno scontro con quelli restii a impegnarsi. Nella serata di sabato la sua macchina è stata ritrovata vuota alla periferia della città. Nessuno ha rivendicato il sequestro: forse è stato ucciso. Un altro brutto segnale.
2 – L’ ITALIA NON STA A GUARDARE PRONTA UNA TASK FORCE PER DIFENDERE IL PREMIER
Grazia Longo per “la Stampa”
Una task force italiana in difesa di Fayez al Sarraj, sempre più accerchiato dalle milizie rivali a sostegno di Khalifa Haftar, grazie alla collaborazione tra il ministero della Difesa, quello degli Esteri e l’ Aise, l’ agenzia dei servizi segreti esteri.
Al momento i nostri soldati dei gruppi speciali non sono schierati in Libia e l’ attività principale per monitorare il pericolo di un rovesciamento del governo di unità nazionale di Al Sarraj, sostenuto dall’ Onu, viene svolta dalla nostra intelligence.
Ma, considerato l’ allarme crescente, si sta valutando l’ opportunità di un intervento da parte dei corpi speciali. È ancora prematuro stabilire se questi verranno coinvolti in una missione sul territorio libico, ma il tema sarà posto anche all’ attenzione del Cofs, il Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali.
E intanto, oggi pomeriggio, a Palazzo Chigi è previsto un summit per fare il punto della situazione.
Parteciperanno il presidente del consiglio Giuseppe Conte, la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, il titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi e il numero uno dell’ Aise Alberto Manenti (in via di sostituzione).
I corpi speciali che potrebbero essere coinvolti in un’ operazione in Libia sono il Gruppo di intervento speciale dei carabinieri, il 9° Reggimento d’ assalto paracadutisti «Col Moschin», il Gruppo operativo incursori del comsubin e il 17° Stormo incursori dell’ Aeronautica militare.
Al momento tuttavia, ribadiscono fonti della Difesa e degli Esteri, non è stato ancora stabilito un dispiegamento delle nostre forze militari d’ élite e il dossier Libia resta sostanzialmente in mano all’ intelligence.
Non è neppure escluso, del resto, un nostro impegno sul fronte libico dal punto di vista sociale e sanitario. Nel frattempo la linea di Roma è orientata verso l’ intesa con le altre forze internazionali che hanno condannato gli attentati a Tripoli.
Il nostro governo, insieme a Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, sabato scorso, ha diffuso un comunicato congiunto in cui viene «condannata fermamente la continua escalation di violenza a Tripoli e nei suoi dintorni, che ha causato molte vittime e che continua a mettere in pericolo la vita di civili innocenti».
La cooperazione tra le forze internazionali è tuttavia uno spaccato più complesso di quanto possa apparire. Un conto, infatti, sono le dichiarazioni ufficiali, un altro la trama politico-economica che viene tessuta sullo sfondo.
Non a caso i nostri 007, in sinergia con il ministero della Difesa, sono impegnati anche a scandagliare le reali intenzioni della Francia. Si cerca cioè di capire quali siano gli effettivi interessi del governo Macron. «È in atto un tentativo di decontestualizzare gli attentati dal ruolo di Haftar – spiegano dalla Difesa – mentre è sempre più evidente che le milizie ribelli lo sostengono a piene mani».
Gli scontri a Tripoli e il tentativo di destabilizzare il governo di unità nazionale continuano a restare prioritari nell’ agenda del nostro esecutivo. La nostra leadership nella questione libica è stata peraltro riconosciuta anche dal presidente degli Usa Donald Trump, durante la visita americana del premier Giuseppe Conte.
E a sostenere l’ ipotesi di uno schieramento militare c’ è l’ allarme Isis: con la caduta di Al Sarraj e l’ assenza di una stabilità politica, la Libia potrebbe diventare il fulcro del terrorismo islamico, alimentato anche dai trafficanti di esseri umani.



http://direttanfo.blogspot.com/2018/11/ce-di-nuovo-la-francia-dietro-la-guerra.html

RICORDATE LA SOCIAL CARD PER I DISOCCUPATI DEL 2014? OGGI HA CAMBIATO NOME

RICORDATE LA SOCIAL CARD DI BERLUSCONIANA MEMORIA? ANCHE LA SOCIAL CARD ERA "DESTINATA AL REINSERIMENTO LAVORATIVO" DI CHI NE USUFRUIVA. OGGI LA SOCIAL CARD HA CAMBIATO NOME: REDDITO DI CITTADINANZA, CHE SI FONDA SUGLI STESSI PRINCIPI E FINALITA', MA A DIFFERENZA DELLA SOCIAL CARD, E' STATO CRITICATO E AVVERSATO DAGLI STESSI PROMOTORI DELLA STESSA CARTA ACQUISTI IN VIGORE NEL 2014. ENTRAMBI, SIA REDDITO DI CITTADINANZA CHE SOCIAL CARD, EVOCANO UN "INSERIMENTO LAVORATIVO" CHE IN ITALIA CONTINUA A RIMANERE UN MIRAGGIO

Arriva la Social card 2014, una carta acquisti particolare, da non confondere assolutamente con la classica social card. Al momento in Italia circolano due differenti carte acquisti: c’è la social card sperimentale e la social card ordinaria. Per quanto riguarda la prima, ovvero la social card straordinaria, questa è ancora in fase di sperimentazione dallo scorso anno e nel corso del 2014 è stata estesa a tutto il Sud Italia oltre che a dodici città tra le quali Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona dove è già attiva dallo scorso 2013.

La nuova special card, si differenzia dalla card normale in quanto obbliga coloro i quali ne usufruiscono ad un percorso di reinserimento lavorativo. Con questa card, si dispone mensilmente di un importo che varia dai 231 euro per i nuclei familiari da due persone fino ad un massimo di 400 euro. 
Di seguito elencheremo i requisiti di reddito per poter usufruire della social card straordinaria 2014, ovvero:
- essere cittadino italiano o comunitario oppure straniero in possesso del permesso di soggiorno, che sia residente nel Comune in cui presenta domanda da almeno 1 anno
- reddito ISEE, inferiore o uguale a 3.000 euro
- per chi è proprietario dell’abitazione, il valore ai fini dell’ICI della casa di residenza inferiore a 30.000 euro patrimonio mobiliare inferiore a 8.000 euro
- il valore complessivi di altri aiuti economici, di natura previdenziale, indennitaria e/o assistenziale inferiore a 600 euro mensili
- non possedere alcun veicolo immatricolato nei 12 mesi antecedenti la richiesta
- non essere in possesso di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc nonchè motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc. immatricolati nei tre anni antecedenti
- presenza nel nucleo famigliare di almeno un componente di età minore di 18 anni
- nessun componente del nucleo familiare deve prestare attività lavorativa al momento della richiesta del contributo e almeno un componente deve aver cessato un rapporto di lavoro, oppure almeno un componente deve avere un rapporto di lavoro il cui reddito percepito nei 6 mesi antecedenti la richiesta, non sia superiore a 4.000 euro
- verrà data precedenza, a parità di altre condizioni, a famiglie che presentino un disagio abitativo, famiglie con un solo genitore con figli minorenni, genitore con figli disabili, famiglie con 3 o più figli.
Per poter richiedere la card, bisogna recarsi presso il proprio Comune di Residenza dove la sperimentazione è stata avviata, solo nel periodo tra luglio e agosto.



social.card.2014

Panico a RaiTre in diretta tv: l’economista francese frega tutti e fa i complimenti alla linea dura del governo contro Bruxelles!

Questa mattina ad Agorà hanno invitato il grande economista francese Jean Paoul Fitoussi. Come sempre lo scopo era che parlasse male del governo e aiutasse i conduttori rossi ad alimentare le solite balle su spread, manovra e palle varie.


Invece prima ha caricato a pallettoni Bruxelles, dicendo che mai e poi mai avrebbero dovuto bocciare il nostro governo, poi si è lanciato in un ragionamento prettamente sovranista, gettando il panico tra i parassiti presenti in studio. Ecco un piccolo estratto:


 

http://direttanfo.blogspot.com/2018/11/panico-raitre-in-diretta-tv-leconomista.html

“ADESSO ENTRIAMO IN GUERRA PER VINCERLA” SAVONA, LANCIA LA SFIDA ALL’EUROPA DEI BUROCRATI AL SERVIZIO DELLE BANCHE

”ABBIAMO LANCIATO IL GUANTO DI SFIDA ALLA VECCHIA EUROPA. ORA DOBBIAMO VINCERE LA GUERRA, PERCHÉ GUERRA SARÀ”. QUESTO HA SCRITTO IL MINISTRO PER GLI AFFARI EUROPEI PAOLO SAVONA A DANIELE LAZZERI (DIRETTORE DE ‘IL NODO DI GORDIO’) – INSOMMA MATTARELLA LO HA BOCCIATO COME MINISTRO DELL’ECONOMIA MA IL RISULTATO NON CAMBIA: ”CON LA FORTE VOLONTÀ POLITICA” DI SALVINI E DI MAIO ALLA FINE E' PASSATA LA MANOVRA ‘SAVONIANA’


Oggi sulla bacheca Facebook di Daniele Lazzeri, direttore del think tank e rivista ”il Nodo di Gordio”, è apparso questo post:
Questa mattina mi ha scritto il Ministro Savona:
“Senza una forte volontà politica non si sarebbe potuto fare nulla. Abbiamo lanciato il guanto di sfida alla vecchia Europa, ora dobbiamo vincere la guerra, perché guerra sarà. Grazie e buon lavoro. Paolo”.
Grande Professore!

Squadroni Della Morte e Truppe Speciali Naziste, Per Omicidi Politici Sono Uno "Spaccato" Della Scena Tedesca




Questa storia ha a che fare con 1) negazione, 2) cospirazione e /o 3) copertura. In una qualsiasi delle precedenti, o in una loro combinazione, il principio sottostante alla guida di questo vuoto  non evento mediatico è la codardia.


Iniziando con un flashback a un altro caso che riguardava l'estrema destra tedesca, dove c'erano prove iniziali, forti, circostanziali, la polizia tedesca radicalizzata fu coinvolta nell'assassinio di una poliziottaMichèle Kiesewetter, da una cellula terrorista nazista ideologicamente simile (aiutò a coordinare il suo omicidio ) e il caso è stato sepolto dopo che:

"Heinz Fromm, allora presidente del BfV [FBI tedesco], si è dimesso volontariamente nel 2012 dopo che si è saputo che i file relativi alla NSU erano stati distrutti poco dopo che l'esistenza del gruppo era diventata pubblica. Qualsiasi file BfV rimanente sulla NSU è stato redatto o rimane sotto chiave. Alcuni altri sono stati distrutti, anche dopo l'inizio dell'indagine "1 ]
I terroristi della NSU sono stati una seria cellula killer che bersagliava gli immigrati in tutta la Germania, ma con questa poliziotta ha fatto un'eccezione clamorosa:

"Il tabloid  Bild ... ha riferito che i due terroristi del NSU, Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos, erano rimasti per giorni in agguato per l'ufficiale di polizia invano, perché aveva improvvisamente deciso di trascorrere una vacanza con sua madre. Ma il 25 aprile 2007, Kiesewetter telefonò al dipartimento dove lavorava a Heilbronn, chiedendo di essere messa di pattuglia. Secondo il registro di servizio, avrebbe dovuto essere fuori.
"Böhnhardt e Mundlos hanno successivamente prolungato il contratto di affitto nella loro roulotte. Il giornale ha chiesto: "Hanno ricevuto una soffiata?". Potrebbe essere arrivato dai due agenti di polizia con legami con il [capitolo tedesco] Ku Klux Klan, uno dei quali era il capo di Kiesewetter? "2 ]



Tutto ciò avvolto è stato ordinatamente sepolto dalla BfV di Angela Merkel (polizia federale), i due poliziotti di ultra-destra tedeschi, che potrebbero avere (probabilmente) assistito nell'omicidio del loro collega, hanno mantenuto il loro posto di lavoro dopo che i relativi file investigativi erano stati distrutti; arriviamo alla storia di oggi che era stata interrotta poco dopo la mezzanotte o alle 00:25 di venerdì mattina dell'Europa centrale dall'edizione online di FOCUS Magazine [ 3 ] dove è riportata (questa parte dell'articolo tradotta in inglese)



"Nel caso investigativo di [luogotenente] Franco A. l'Ufficio federale di polizia criminale (BKA) ha apparentemente sviluppato prove di una più ampia rete di cospiratori radicali, cioè di persone che si preparano a una possibile fine del mondo, all'interno dell'esercito tedesco. FOCUS riferisce e fa riferimento ai fascicoli investigativi del BKA. 
"In effetti, sembrano esserci numerose connessioni a un'associazione per soldati d'élite e membri del comando delle forze speciali (KSK). Secondo testimoni oculari, in gruppi di chat e in veri e propri incontri di sopravvivenza, c'erano piani concreti per un cosiddetto "Giorno X", "per inviare politici impopolari in un luogo per le esecuzioni". 
"Inoltre, sono stati creati depositi di armi segrete e stoccaggio di carburante, riferisce FOCUS. Con una lista di morte non ancora trovata, il leader del Partito della Sinistra nel Bundestag, Dietmar Bartsch, dovrebbe esserne al vertice. Nell'ambito dell'inchiesta dello scorso anno è stata perquisita la casa di un politico e avvocato locale di Rostock. Il tenente colonnello [controspionaggio militare] ostruì le indagini "



Mentre sto scrivendo, sono passate quasi 72 ore dall'evento. È stato ripreso dalla stampa britannica e russa [ 4 ], [ 5 ], [ 6 ], [ 7 ]  oltre 48 ore fa, ma apparentemente non da pubblicazioni tedesche diverse da FOCUS, che ha infranto la storia. Al momento nelle edizioni inglesi di domenica di Deutsche Welle, Handelsblatt, The Local e The Munich Eye, non si fa menzione della storia in cui una cellula con circa 200 soldati d'élite tedeschi hanno una struttura parallela, fornita e armata, quindi composta da (identificati) ufficiali e sottufficiali d'alto livello fino al grado di colonnello; con la missione di massacrare immigrati e politici.

Tutti i titoli di cronaca sono sull'armistizio della prima guerra mondiale che copre i discorsi politici della politica ignorando la necrosi che infetta le loro istituzioni che hanno portato a incredibili bagni di sangue del passato, e questa abitudine aveva preceduto sia la prima guerra mondiale che i successivi nazisti, ad esempio con il massacro tedesco dei Namibiani. [ 8 ]

Quindi, qual è il ritardo per la segnalazione? Troppo imbarazzante rovinare le visite di Merkel ai cimiteri, con le lapidi dei soldati,  fin dove si può vedere? La grande stampa tedesca è in attesa di qualche indicazione, ad esempio il governo di Merkel deve prima incontrarsi e decidere in merito? Non degno di nota immediata? Oh, e anche se questo caso che scopre la cellula militare ha più di un anno con il caso del colonnello (molto tranquillamente) davanti a un tribunale, la relativa supervisione parlamentare non è mai stata informata? Questo ha certamente un cattivo odore.

A giudicare dal modo in cui l'omicidio di Michèle Kiesewetter è stato gestito, fa trattenere il respiro sulle istituzioni segrete naziste [ 9 ] che il governo di Angela Merkel  elimineranno questa necrosi. Dopotutto, questo investigatore (veramente) ha consegnato ciò che riguardava il capitolo europeo dell'attuale capo di Gladio [ 10 ] (una tonnellata di intelligence usabile che è stata soppressa) sul piatto della polizia tedesca, e gli attori politici al vertice sembra che abbiano semplicemente ricucito quella testa sul corpo dell'organizzazione criminale. [ 11 ]

Il bianco e nero è che, la Germania non ha mai perso i suoi riferimenti nazisti altrimenti questa cellula terrorista militare sarebbe stata eliminata molto tempo fa. Peccato che gli onesti poliziotti di basso e medio livello siano alla fine indeboliti e soppressi al vertice, in circostanze in cui la giumenta delle Fiandre Merkel fatica e non ha il coraggio di licenziare le persone che la circondano e di portare le forze dell'ordine oneste a eradicare il male.

La lezione di questo? Possiamo accreditare Napoleone per unificare gli stati tedeschi, consentendo a Bismarck di istruire tutti i tedeschi in veri prussiani che, apparentemente messi al loro posto dopo la seconda guerra mondiale, possono comunque impiegare i loro servizi di intelligence per contribuire al caos in Siria e Ucraina ... nel frattempo Merkel non dice nulla quando Macron parlando,  adora il collaboratore nazista Marshal Petain. [ 12 ]

Questo è un problema in Europa, e se non vedi il marciume, anche quando ne senti l'odore, è perché la materia  dell'etica dei leader europei è celata e morta come fosse una questione d'abitudine. Il fatto che la Merkel sia figlia di un pastore con una laurea in fisica non può conferire anima.