POLO GGB è un centro di alta specializzazione nel campo delle Scienze della Vita e ospita il laboratorio di Genomica e Bioinformatica in Toscana (Siena) presso il bioincubatore della Fondazione Toscana Life Sciences e i laboratori di Ecologia e Genetica e di Immunologia in Umbria (Terni).
Lyssavirus
Notizia di oggi di un caso in Toscana di Lyssavirus isolato su un gatto. Il Ministero istituisce gruppo tecnico scientifico per approfondimenti. Il virus isolato appartiene a Lyssavirus, tipici dei pipistrelli e diverso dal virus della rabbia classica. Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo. A titolo precauzionale, le persone che sono state a contatto con il gatto sono state comunque sottoposte a profilassi. Come spiega la Regione Toscana in una nota: “Prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo. La Rabbia classica è generalmente trasmessa dai carnivori domestici e selvatici e gli ultimi casi erano stati segnalati in Italia nella volpe rossa, dal 2008 al 2011. L’Italia è ufficialmente indenne dal 2013”.
Se prima d'ora questo tipo di virus non era mai stato capace di infettare animali domestici e l'uomo ci si deve chiedere: cosa è cambiato in natura e qual'è la causa di questo anomalo spillover? Oppure la natura non c'entra? I pipistrelli mangiano le zanzare, e se queste fossero state geneticamente modificate avrebbero potuto infettare anche i loro predatori.
E' legittimo farsi affiorare qualche ragionevole dubbio sull'esistenza di "untori" prezzolati che spargono virus infettando insetti ed animali domestici per poi trasferire la malattia all'uomo. Dopo il COVID19 tutto è possibile. Qualcuno taccerebbe tali sospetti di complottismo, e non a torto, se non esistesse la prova certa di ricerche pericolose già condotte nel laboratorio cinese di Wuhan promosse da Anthony Fauci e Francis Collins. Si tratta di pericolosi studi di ”gain of function” sui virus. Tali studi, che cercano di rendere i virus infettivi in nuove specie di mammiferi e persino nell’uomo, sono stati condotti nell’Istituto di Virologia di Wuhan, l’origine sospetta dell’epidemia di COVID-19 che ora sta dilagando in tutto il mondo, e sono stati fatti in parte con i finanziamenti dei National Institutes of Health, così come dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti.
Fauci sostiene da tempo che il modo principale per rispondere alle epidemie è quello di produrre vaccini e altri farmaci per la malattia. Questo lo ha portato a spingere per una ricerca controversa sui virus universalmente riconosciuta come altamente pericolosa, ancor più delle precedenti ricerche che hanno portato a epidemie e pandemie. La ricerca “Gain of Function” intende prendere i virus animali da pipistrelli, uccelli e altri portatori di virus non umani e modificarli geneticamente per alterarne il meccanismo di azione, consentendo loro di diventare infettivi in altre specie animali, anche nell’uomo. I ricercatori medici hanno ripetutamente espresso preoccupazione per tali esperimenti, sostenendo che potrebbero inavvertitamente causare nuove pandemie.
Questo nuovo campo di sperimentazione è stato avviato alla fine degli anni 2000 da Ron Fouchier, un ricercatore dell’Università Erasmus in Olanda, in risposta a focolai di un altro virus, un “virus dell’influenza aviaria” della varietà H5N1 che poteva infettare le persone ma non poteva essere trasmesso da persona a persona. Fouchier voleva sapere se una mutazione poteva permettere al virus H5N1 di diventare trasmissibile nei mammiferi, così lo modificò e cercò di farlo passare attraverso una popolazione di furetti. Ha avuto successo, ha annunciato i suoi risultati nel 2011 e li ha pubblicati su Science nel 2012. Un altro scienziato, Yoshihiro Kawaoka dell’Università del Wisconsin-Madison, ha pubblicato risultati simili lo stesso anno su Nature, dopo aver infettato i furetti con un virus ibrido creato nel suo laboratorio.
In risposta alla contestazione, il dottor Fauci e il suo superiore, il dottor Collins, sono intervenuti in difesa della discussa nuova ricerca nel dicembre 2011, in un articolo pubblicato dal Washington Post, in cui hanno ammesso che gli studi erano stati in parte finanziati dai National Institutes of Health. Nel pezzo, i due hanno fornito un’appassionata difesa degli studi di “Gain of Function”. Il titolo della dichiarazione era esplicito fino al punto di affermare: “Un rischio di virus influenzale che vale la pena di correre“.
“Informazioni e intuizioni importanti possono venire dalla generazione di un virus potenzialmente pericoloso in laboratorio”, hanno scritto i due, insieme a Gary Nabel, direttore del Vaccine Research Center della NIAID.
Per quanto riguarda i controversi studi di Gain of Function, il gruppo ha osservato che “i rischi di incidenti con ‘potenziali agenti patogeni pandemici’ di nuova creazione sollevano nuove e gravi preoccupazioni. La creazione in laboratorio di ceppi di virus pericolosi altamente trasmissibili e inediti, soprattutto ma non solo per quanto riguarda l’influenza, comporta rischi sostanzialmente maggiori. Un’infezione accidentale in un simile contesto potrebbe scatenare focolai che sarebbero difficili o impossibili da controllare. Storicamente, i nuovi ceppi di influenza, una volta stabilita la trasmissione nella popolazione umana, hanno infettato un quarto o più della popolazione mondiale nel giro di due anni”.
Tuttavia, i sostenitori della ricerca sul gain of function alla fine hanno prevalso quando il Department of Health and Human Services degli Stati Uniti ha iniziato a permettere il finanziamento di tali esperimenti nel 2018, una decisione che è stata pubblicamente applaudita da Anthony Fauci, il cui NIAID ha iniziato a pagare per la ricerca in una struttura statunitense. L’approvazione, che figura nel documento “Guiding Funding Decisions about Proposed Research Involving Enhanced Potential Pandemic Pathogens”, ha permesso esplicitamente la creazione di virus che potrebbero causare una pandemia, cioè un “agente patogeno pandemico potenziale” (PPP), persino uno la cui potenza è stata rafforzata artificialmente, qualora vengano soddisfatti determinati criteri.
La presenza di bio laboratori in Italia a Siena e Terni finanziati dalla Bill e Melinda Gates può essere un altro indizio? Due indizi costituiscono una prova.
Cinzia Palmacci