L'ORA DI SATANA DI PADRE LIVIO FANZAGA I PARTE
II PARTE
BABY SQUILLO, MINORENNI ALCOLIZZATI, BULLISMO, PEDOFILIA, PORNOGRAFIA IN CHAT ECC....LA SOCIETA' GIOVANILE MODERNA DEI SENZA DIO. I GIOVANI VULNERABILI E PRIVI DI VALORI SONO LE PRIME VITTIME DEL DEMONIO CHE LI ATTIRA VERSO IL SATANISMO E LA MORTE.
Siamo dinanzi a dei giovani che hanno ormai perso molti valori morali, nei decenni scorsi indispensabili. Ma qualcuno che continua a mantenere saldi punti di riferimento c’è. Sono i ragazzi che si impegnano e partecipano attivamente alle attività sociali. Ragazzi nei quali albergano ancora il senso e la voglia di aiutare il prossimo, di fare del bene. E noi riponiamo ogni speranza futura su di loro e su genitori ed educatori vigilanti e zelanti nel bene.
“Pornobimbe, cosi ci chiamano i ragazzi”, affermano Caterina e Francesca (pseudonimi di convenienza), quattordicenni romane, mentre sono impegnate a “messaggiare” con il loro telefonino di ultima generazione. Alzano appena lo sguardo, quasi in segno di sfida. Verso chi hanno di fronte e verso il mondo.
Non è il titolo di un nuovo film hard di Tinto Brass. Ma, come racconta una delle giovanissime, “un soprannome ambito”. Appena la smette di martellare il suo cellulare, si scusa dicendo che “avendo postato un selfie su Instagram, volevo controllare il numero di like ottenuti”.
Le vedi a Ponte Milvio, a Vigna Clara e a Piazza Euclide. Riconoscerle è semplice: atteggiamento da donne vissute, truccate in maniera vistosa, tacco 12 cm, borsa firmata, così come tutti i vestiti. Sembrano grandi, a guardarle. Ragazze molto belle, provocanti nella maggior parte dei casi. Donne a tutti gli effetti. Ma ad osservarle meglio, dietro tutto quel mascara e quel fard, sono delle bambine. Bambine che giocano a fare le adulte, con vizi ed atteggiamenti da non credere. Degrado più totale ed abitudini perverse. Dal sesso alla droga, passando per alcool e tatuaggi. Ad aver contribuito a creare questo “mostro” è stata sicuramente la serie di “Romanzo Criminale”. Molte giovani sono così affascinate da quella fiction e da quel modo di vivere, che vogliono a tutti i costi diventare una sorta di giovane Patrizia per farsi conquistare dal Dandi di turno.
Non basta avere l’armadio “giusto” per essere degna di un soprannome del genere: “prima di tutto se sei una porno bimba, sicuramente sarai fighissima, perciò i ragazzi ti chiameranno per fare delle orge. Se vuoi essere una di loro devi accettare e devi fare sesso di gruppo. Di solito due amici più te”. Fa una pausa, quasi per vedere l’espressione sul viso del suo interlocutore. Riparte con lo sconcertante racconto…
Le orge
Partiamo da qui, dalla cosa probabilmente più incredibile e impensabile. Ebbene si, molte ragazze minorenni partecipano a delle orge sessuali. E se domandi loro cosa pensano dello scandalo “baby squillo”, Caterina e Francesca ti rispondono che non ci vedono nulla di così osceno, che di ragazze così ce ne sono moltissime. Che è un fenomeno diffuso.
Il sesso molto spesso lo praticano con ragazzi più grandi, ogni tanto, ma non così di rado maggiorenni. Ed in gruppo. Una ragazzina e due uomini. Due ragazzine e tre uomini…Di tutto, di più. “Si inizia perché la cosa è trasgressiva, accattivante e ci fa sentire più adulti”. La voce poi si inizia a spargere, la cosa piace sempre di più e gli incontri sono più frequenti. “Diventa praticamente un’abitudine”, continuano le giovani. Il tutto accompagnato da cocaina, che si sposa perfettamente con il sesso. “Quella non può mancare mai nei giochi più erotici”. Ma le ragazze sono tutte minorenni? “Nella maggior parte dei casi si. Se non lo sono, hanno compiuto i 18 anni da poco”.
“Al diciottesimo di una mia amica è arrivata una torta incredibile, a forma di fallo gigante”, le parole di una delle due Pornobimbe. “Gliel’abbiamo organizzata noi questa sorpresa, ovviamente i genitori erano d’accordo”, il racconto choc di una di loro. E di fronte allo scetticismo ti danno la prova provata.
Spaccio
Se le orge delle quattordicenni non fossero elemento sufficiente per scandalizzarsi, basta sentirne parlare alcune di queste quattordicenni. Basta fare loro alcune domande, ed il “tema caldo” dello spaccio esce subito fuori. Molte di loro, forse non vendono il corpo, ma certamente spacciano per comprarsi vestiti firmati e apparire più grandi. Altre lo fanno “perché fa figo”, o perché “tanto siamo donne e a noi non ci beccano mai”. E quando chiedi se i genitori sanno qualcosa ti rispondono di no, che non sanno nulla. Allora viene spontaneo domandare come facciano i familiari, sapendo che la loro figlia non lavora, e di conseguenza nemmeno guadagna, a non sospettare nulla. “Se lo sanno non chiedono, fanno finta di nulla”. Preferiscono non fare domande, dunque. Molti di questi genitori hanno problemi a relazionarsi con i loro ragazzi. Adulti piegati da una evidente sudditanza psicologica nei confronti di chi è appena adolescente. Non riescono ad imporsi e a dettare delle regole. “In quel momento capiamo che abbiamo la situazione in pugno”, raccontano le ragazzine intervistate.
Slogan
Usano i termini più incredibili, più stravaganti, più assurdi ed incomprensibili. Forse è lì che capisci la loro giovane età. E ci rimani di stucco. “Ti devo dire una cosa full”, lo usano quando bisogna comunicare tra loro una cosa importante. Oppure “quel ragazzo è proprio un taps”, indica un giovane troppo preso e innamorato di una ragazza. Poi ci sono i vari “sei una scesa” e “scialla”. Come non menzionare, inoltre, la celebre frase “stasera se tiramo pellaria” (rigorosamente tutto attaccato) per indicare le intenzioni “bellicose” della pariolina di turno di fare serata, con droga e alcool. Sembra davvero una storia di fantasia, ma purtroppo è la realtà. Un contesto di degrado sociale dove i genitori assistono da spettatori passivi alle abitudini devastanti dei propri figli. Senza far nulla, un po’ impotenti e un po’ ignavi.
Bestemmie e tatuaggi
Basta assistere ad una telefonata tra amiche per rendersi conto che la situazione è più seria di quanto si possa scrivere. Si comunica con le bestemmie, usate con cadenza regolare quasi fossero segni d’interpunzione tra una frase e l’altra. Sentire una bestemmia in generale può dar fastidio a chiunque, sentirla da una ragazzina è qualcosa di disgustoso. “Si usa tra di noi bestemmiare, anche per le cose più stupide, è da sfigati non farlo”.
Si impreca per ogni cosa, è di moda e fa grande. Come è da sfigati non farsi i tatuaggi quando sei minorenne. Quelli “old school” sono i più frequenti sulla pelle delle pornobimbe, ma è facile imbattersi in una ragazza, come Francesca e Caterina, nate nel 2000 (sic!) con le scritte più assurde incise sulla pelle. Come le lettere “shhh” sul dito, per intendere di dover restare in silenzio. Oppure “iperattiva” sul polso. La domanda a questo punto sorge spontanea. Ma non bisogna essere maggiorenni per tatuarsi? Non serve altrimenti l’autorizzazione di un genitore? Per le ragazze “bene” di Roma Nord, evidentemente no.
Una giornata tipo
Il sabato mattina praticamente non esiste. “Si dorme tutto il giorno e se vai a scuola sei un poraccio”, ti rispondono così. Questo perché il venerdì si fa serata al Goa in discoteca, si beve e di conseguenza il giorno dopo non ci si sveglia. Per la scuola non è un problema, perché nella maggior parte dei casi si è stati bocciati e si “studia” in istituti parificati che ti permettono di fare due, tre, ma anche quattro anni in uno. “Il sabato pomeriggio si va rigorosamente a Villa Ba (intendono Villa Balestra, ndr) a fumare”. Poi si ‘cazzeggia’ fino a sera e si decide in che locale andare a ballare. E, a seconda della serata, come vestirsi. “Tacchi e minigonna se andiamo in qualche discoteca”, “leggins e scarpe “Dr Martens” se decidiamo di stare a Piazza Euclide o Ponte (inteso Ponte Milvio, ndr)”. Qualunque sia la fatidica scelta, l’alcool non può mai mancare. “In alcuni posti la birra costa un euro, quindi con dieci euro sei praticamente ubriaca”. E i documenti? “Ma te quanti anni me dai? Me lo chiederesti mai il documento per prendere un cocktail?”.