Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Bianco
Antifona d'ingresso
Francesco, uomo di Dio,
lasciò la sua casa e la sua eredità,
si fece piccolo e povero:
e il Signore lo prese al suo servizio.
Colletta
O Dio, che in san Francesco d’Assisi, povero e umile,
hai offerto alla tua Chiesa
una viva immagine del Cristo,
concedi anche a noi
di seguire il tuo Figlio nella via del Vangelo
e di unirci a te in carità e letizia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.
Parola di Dio
Rit: Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Per intercessione di Francesco d'Assisi, fratello universale ed esempio di santità, rivolgiamo al Padre la preghiera della Chiesa e del mondo. Diciamo insieme:
Benedici il tuo popolo, Signore.
Tu sei santo, Signore, e operi cose meravigliose; rinnova ancora la tua Chiesa con la santità di molti che vivano con semplicità e letizia il vangelo. Preghiamo:
Tu sei protettore, custode e difensore nostro: difendi questo nostro mondo da ogni male e custodiscilo nella pace. Preghiamo:
Tu sei bellezza, umiltà e pazienza: rendi ogni uomo fratello tra fratelli, con tutte le creature canti la tua gloria. Preghiamo:
Tu sei nostra speranza, nostra fede e carità: insegnaci ad amare il tuo Cristo crocifisso nel volto degli emarginati del nostro tempo. Preghiamo:
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene: aiuta i movimenti, le persone, le istituzioni che si ispirano a san Francesco, ad amarti sopra ogni cosa. Preghiamo:
Tu sei trino e uno, Signore Dio degli dei: aiuta la nostra comunità a spogliarsi del superfluo, vivendo con fiducia la tua parola. Preghiamo:
Signore, che nel nome di Francesco d'Assisi anche oggi doni alla Chiesa e al mondo la speranza dell'amore e della pace, ravviva la fede nel tuo Cristo, perchè tutte le creature ti benedicano e ti servano con grande umiltà. Per Gesù, immagine del tuo volto, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Preghiera sulle offerte
Accogli i nostri doni, Signore,
e prepara il tuo popolo a celebrare il mistero della croce,
che segnò l’anima e il corpo di san Francesco.
Per Cristo nostro Signore.
Prefazio dei santi I,
oppure Prefazio dei santi II,
oppure Prefazio dei santi religiosi.
Antifona di comunione
Beati i poveri in spirito:
di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)
Preghiera dopo la comunione
O Dio, che ci hai accolti alla tua mensa,
fa’ che sentiamo in noi la fiamma viva del tuo amore
e, imitando la carità
e il fervore apostolico di san Francesco,
ci consacriamo al servizio dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Commento
San Francesco ha veramente realizzato il Vangelo che la liturgia ci fa proclamare nella sua festa: ha ricevuto la rivelazione di Gesù con il cuore semplice di un bambino, prendendo alla lettera tutte le parole di Gesù. Ascoltando il passo evangelico nel quale Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare il regno, ha sentite rivolte a sé quelle parole, che diventarono la regola della sua vita. Ed anche a quelli che lo seguirono egli non voleva dare altra regola se non le parole del Vangelo, perché per lui tutto era contenuto nel rapporto con Gesù, nel suo amore. Le stimmate che ricevette verso la fine della sua vita sono proprio il segno di questo intensissimo rapporto che lo identificava con Cristo. Francesco fu sempre piccolo, volle rimanere piccolo davanti a Dio e non accettò neppure il sacerdozio per rimanere un semplice fratello, il più piccolo di tutti, per amore del Signore.
Per lui si sono realizzate in pieno le parole di Gesù: "il mio giogo è dolce e il mio carico leggero". Quanta gioia nell'anima di Francesco, povero di tutto e ricco di tutto, che accoglieva tutte le creature con cuore di fratello, che nell'amore del Signore sentiva dolci anche le pene!
Anche per noi il giogo del Signore sarà dolce, se lo riceviamo dalle sue mani.
Nella lettera ai Galati san Paolo ci dà la possibilità di capire meglio alcuni aspetti di questo giogo con due espressioni che sembrano contradditorie ma sono complementari. La prima è: "Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo". I pesi degli altri: questo è il giogo del Signore. San Francesco l'aveva capito agli inizi della sua conversione. Raccontò alla fine della vita: "Essendo io in peccato, troppo amaro mi sembrava vedere i lebbrosi, ma lo stesso Signore mi condusse fra loro ed io esercitai misericordia con loro". Ecco il giogo, che consiste nel caricarsi del peso degli altri, anche se farlo ci sembra duro. E continua: "E partendomene, ciò che mi era apparso amaro mi fu convertito in dolcezza nell'anima e nel corpo". Per chi se ne è veramente caricato, il giogo diventa dolce.
Poche righe più avanti troviamo la seconda frase di san Paolo: "Ciascuno porterà il proprio fardello". Si direbbe in contrasto con la prima, ma nel contesto il significato è chiarissimo: si tratta di non giudicare gli altri, di essere pieni di comprensione per tutti, di non imporre agli altri i nostri modi di vedere e di fare, di guardare ai propri difetti e di non prendere occasione dai difetti altrui per imporre alle persone pesi che non sono secondo il pensiero del Signore. San Francesco si preoccupava di questo e nella sua regola scrive: "Non ritenersi primo fra i fratelli": essere umili; "Non si considerino mai come padroni": non imporre pesi agli altri; e aggiunge: "Chi digiuna non giudichi chi mangia". E la delicatezza della carità, che se vede il fardello degli altri non li critica, non li giudica, ma piuttosto li aiuta.
Prendiamo così su di noi il giogo di Cristo. Carichiamoci dei pesi degli altri e non pesiamo su di loro con critiche e giudizi privi di misericordia, perché possiamo conoscere meglio il Figlio di Dio che è morto per noi, e in lui conoscere il Padre che è nei cieli, con la stessa gioia di san Francesco.