mercoledì 24 aprile 2019

CROCE DI FUOCO A PARIGI: CHI DI LIBIA FERISCE, DI NOTRE DAME PERISCE


NELLA FRANCIA ATEISTA E GUERRAFONDAIA
IL ROGO NELLA CATTEDRALE SIMBOLO
ALLA VIGILIA DI SANTA BERNADETTE
PATRONA DEI SOFFERENTI A LOURDES
NELL’OMONIMA BASILICA FRANCESE

«Sentirete di guerre e di notizie di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché queste cose devono accadere, ma non è ancora la fine. Infatti nazione combatterà contro nazione e regno contro regno,+ e ci saranno carestie e terremoti in un luogo dopo l’altro. Tutte queste cose sono solo l’inizio di grandi sofferenze. Quindi vi perseguiteranno e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le nazioni a causa del mio nome. E allora molti si allontaneranno dalla fede, e si tradiranno e si odieranno gli uni gli altri. Compariranno tanti falsi profeti, che inganneranno molti; e a causa dell’aumento della malvagità l’amore della maggioranza si raffredderà. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato».
Vangelo di Matteo 24, 6-11

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

La croce di fuoco delle navate in fiamme della Basilica di Notre Dame fotografata da una veduta aerea è la più inquietante di tutte. Perché in sé unisce la portata della devastazione al segno mistico prodigioso. Non è di quelli di cui parla il Vangelo, per fortuna, perché altrimenti significherebbe che sono rimasti pochi giorni, poche settimane prima della predetta catastrofe, prima che l’ira di Dio giunga “come un ladro nella notte”. E’ però un simbolo che merita una riflessione approfondita soprattutto perché avvenuto in luoghi e tempi molto particolari. Troppo per essere frutto di una semplice coincidenza e non di un monito soprannaturale e divino.


LA SCIENZA SENZA TROPPE RISPOSTE

A chi dinnanzi a questa frase anziché corrugare la fronte preoccupato sorride inebriato del suo raziocinio scientista chiedo di rispondermi se sa quali siano l’eziologia (la causa) di due delle più diffuse patologie umane contemporanee: Alzheimer ed artrite reumatoide, entrambe occulte malattie come il male oscuro del XX e XXI secolo ovvero la depressione contro la quale nemmeno la più stragrande ricchezza può nulla inducendo la follia medica a scegliere la più facile strada del consenso all’eutanasia. Nei giorni in cui l’uomo girovaga nello spazio, con alterni successi come insegna la navicella d’Israele schiantatasi sul suolo lunare nonostante il suo nome biblico (o forse proprio per averlo usato invano), sperimenta su bambini autistici i farmaci per la transizione di sesso, abbatte alberi per fare spazio alle antenne della pericolossissima rete di connessione mobile 5G, argomento di guerra politica per timori di spionaggio digitale più che per i rischi di danni cerebrali, nessuno sa ancora spiegare cosa causa l’artrite reumatoide. O forse la scienza “non vuole” spiegarlo perché magari dovebbre riconoscere che c’entrano qualcosa, come nella celiachia, i raggi Gamma con cui furono bombardate le sementi di grano duro italiano per l’esperimento della tipologia Creso: un progetto Cnen-Enea del 1956, approvato da Iaea e Fao in una sconcertante simbiosi tra energie atomiche e l’organizzazione Onu per Alimentazione e Agricoltura, di cui fu “cavia” l’Italia come oggi è capofila internazionale nella vaccinazione obbligatoria esavalente per volontà della Global Health Security Agenda (GHSA) e del Governo Gentiloni (PD): il quale avrebbe dovuto occuparsi solo di una dignitosa riforma elettorale per mandato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ma se in quello fallì riuscì invece di dare un senso al pianficato raddoppio degli stabilimenti vaccinali Glaxo in Italia. Questa multinazionale del farmaco è divenuta strapotente con l’inglobamento della compromessa SmithKline, colta con le mani sulla tangente all’ex ministro Francesco De Lorenzo per rendere obbligatorio il vaccino contro l’Epatite B: mentre oggi c’è carenza nel commercio mutuabile di farmaci terapeutici contro l’Epatite C, come rilevato da una professoressa universitaria nella discussione in Senato sulla diffusione a spese del Sistema Sanitario Nazionale della Triptorelina, la medicina per bambini Transgender. Potrei continuare a rovesciare carichi di letame sulla tanto osannata scienza… E lo farò certamente in trattazione scientifica a parte come già fatto per alcuni degli argomenti citati.



DALLA FEDE DEI FRANCHI ALL’ATEISMO GIACOBINO

Esecuzione di emigrati condannati alla ghigliottina nel 1993

Invito pertanto i raziocinanti estremi, di cui adessso si sarà catturata l’attenzione, a leggere più avanti per future riflessioni sulle certezze matematiche di empirismi imperfetti quando le loro esistenze fragilmente umane cozzeranno contro qualche imprevisto personale o familiare imponderabile o inspiegabile dalla scienza. “Una docile fibra dell’universo” così si riconobbe Giuseppe Ungaretti nela poesia I Fiumi prima di descrivere la vita come una “corolla di tenebre”. Ed oggi tutto il mondo tiene nel cuore le tenebre squarciate dalla croce di fuoco che ha illuminato il cielo sopra Parigi. In un luogo non casuale come detto. E’ la Cattedrale dell’Arcivescovo Metropolita Primate di quella Francia nata per il dominio dei barbari Franchi e devota al Cristianesimo fin dal 496 quando il re Clodoveo si convertì al Cattolicesimo, cui era fedele sua moglie Burgunda, emulando l’imperatore Costantino con una sorta di ordalia (affidamento al giudizio divino): fece cioè voto di conversione se avesse vinto la guerra contro gli Alemanni, neopagani celtici druidici. Ciò avvenne! E da allora la nazione atlantico-mediterranea rimase fortemente cristiana per quasi 1300 anni: finchè la Massoneria anglo-tedesca s’inventò i giacobini anticlericali ed ateisti della Rivoluzione Francese e li armò contro l’ultimo monarca Luigi XVI, che per opportunismo politico si era fatto ungere dall’Arcivescovo di Reims ma al tempo stesso aveva giurato fedeltà ai massoni covando in seno al suo regno le serpi che lo uccisero. Tra esse crebbe Maximilien de Rodespierre, grande protagonista del Regime del Terrore e decapitato dagli stessi carnefici da lui fomentati soltanto un anno dopo il re nella stessa Place della Concorde. Una concordia mal riposta… Fraternità, Uguaglianza e Libertà c’erano solo per chi comandava copo aver parlato al ventre molle del popolo bue con perle di filosofia profetica come Voltaire (al secolo François-Marie Arouet): «Ho appena riletto alcune pagine della Bibbia. Davvero, questo libro non è più per il nostro tempo. Ci sono voluti dodici uomini per diffondere il cristianesimo, l’errore cristico. Io dimostrerò che uno solo è sufficiente per distruggerlo; e fra cento anni, la Bibbia sarà l’almanacco dell’anno scorso». Venticinque anni dopo la sua morte, la sua stessa casa e le sue presse tipografiche furono usate dalla Società Biblica di Ginevra per stampare e diffondere la Parola di Dio che oggi ha raggiunto una diffusione di circa 200 miioni di copie. Le mai rinnegate radici rivoluzionarie-ateistiche-anticlericali, messe a dura prova dalle molteplici apparizioni mariane capaci di fare della Francia una metà internazionale di pellegrinaggi di cui parliamo più avanti, hanno consentito la proliferazione di una società multietnica e multireligiosa che, secondo recenti studi, diventerà però a maggioranza islamica nell’arco di 25 anni: sarà il primo paese d’Europa a tagliare questo traguardo, felice o infelice che sia.



LA GUERRA IN LIBIA PRIMA DEL ROGO

Manovre militari ed esplosioni in questi giorni nei pressi di Tripoli in Libia

Ma se ciò è avvenuto è anche e soprattutto a causa di quelle politiche mondialiste guerrafondaie particolarmente care agli ultimi presidenti della Repubblica Francese: il paese che nel 2011 guidò la guerra alla Libia di Muhammar Gheddafi, formalmente in appoggio ai rivoluzionari e per la difesa delle loro aspirazioni democratiche, come in tutte le Primavere Arabe nelle infami guerre appoggiate di paesi Nato dagli anni Novanta in poi; sostanzialmente per una mancata commessa militare francese da 4 miliardi di dollari, annullata dal dittatore libico, ma soprattutto per stroncare sul nascere il progetto del dinaro d’oro quale valuta monetaria che consentisse l’indipendenza economica ai 14 paesi africani ancora oggi sotto la dominazione del colonialismo del Franco Francese. Vedremo in un altro articolo le gravissime reponsabilità delle lobbies europee delle armi e dell’Italia che oggi cerca di fare da mediatrice. Resta il fatto che proprio nei giorni scorsi il presidente Emmanuel Macron, lo stesso che ieri notte lacrimava pelosa commozione davanti al rogo di Notre Dame, ha ufficialmente dato il suo placet all’iniziativa militare con cui il generale Khalifa Belqasim Haftar, tenente generale del Consiglio internazionale di Transizione Libico, l’organizzazione di coordinamento rivoluzionario anti-Gheddafi apoggiata dagli stessi francesi, vuole conquistare Tripoli per spodestare il premier libico Fayez al-Sarraj: il presidente riconosciuto dalla Comunità internazionale ma da poche forze nel paese: frammentato in molteplici rivalità tribali e destinato a riproporre uno scenario simile all’Afghanistan e all’Iraq. Non mi soffermo ad analizzare i motivi di questa offensiva bellica in continua escalation. Mi limito a registrare la coincidenza temporale per cui nella Settimana Santa della Pasqua cristiana, a pochi giorni dall’inizio delle operazioni militari appoggiate da Macron (come il suo predecessore Nicolas Sarkozy sostenne quelle del 2011) si scatena un rogo in uno dei monumenti simbolo del Cristianesimo in Europa e nel mondo. «Devi anche sapere che negli ultimi tempi verranno momenti difficili. Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanitosi, orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, senza religione, senza amore, sleali, maldicenti, intemperanti, intrattabili, nemici del bene, traditori, sfrontati, accecati dall’orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore. Guardati bene da costoro!». Le frasi sono espunte dalla II Lettera a Timoteo di San Paolo e ben descrivono quel “collasso morale” denunciato dal Papa Emerito Benedetto XVI di cui la Francia è esempio internazionale proprio per lo sfruttamento dell’Africa, non soltanto attraverso i paesi coloniali ma anche grazie a quel Gruppo Havas (padrone di Vivendi) che ha sostenuto i regime-chance in molti stati del Continente Nero per poi accaparrarsi la gestione dei porti commerciali: lucrosa e strategica per l’importazione ed esportazione di qualsiasi cosa…


CROCE DI FUOCO SULLA CHIESA DELLA CROCIATA

La foto aerea mostra il rogo immane che ha devastato le navate interne di Notre Dame di Parigi

Ma la croce di fuoco sulla Cattedrale di Parigi assume valenze simboliche alla luce di ulteriori importanti correlazioni storiche. Dagli stessi Franchi cattolici germogliò la stirpe dei Carolingi da cui discese Carlo Martello, al quale va il merito, il 25 ottobre 732, di aver arrestato a capo dell’esercito in qualità di maggiordomo di palazzo dei Re Merovingi, l’avanzata delle milizie musulmane arabe-berbere di Al Andalus dopo che queste avevano già conquistato Bordeaux. Ma proprio a Notre Dame, nel 1185, nel corso della prima celebrazione all’interno della basilica gotica, il Patriarca di Gerusalemme Eraclio di Cesarea convocò la Terza Crociata: la cosiddetta Corciata dei Re perché vide protagonisti Filippo II di Francia e soprattutto Riccardo Cuor di Leone d’Inghilterra (ma duca di Normandia e Aquitania). Fu lui a conquistare dopo cuente battaglie i dominii franco-cristiano di Tiro (vicino a Beirut in Libano) e Giaffa (oggi nell’area urbana di Tel Aviv in Israele) ottenenendo dal temibile avversario Saladino, Al-‘Adil I, il sultano curdo musulmano d’Egitto, l’unico benefit di un accesso dei pellegrini cristiani disarmati al Santo Sepolcro. Fu tacciato di “ricevere dai pagani, come un favore, ciò che non era stato in grado di ottenere con l’aiuto di Dio” dal cronista Riccardo di Devizes, e ciò oscurò per sempre il suo motto “Dio e il mio diritto” confermando che prima di combattere in nome di Dio bisogna sempre andarci molto cauti. Soprattutto quando ci si confronta con quei musulmani che nemmeno l’umiltà e carità di San Francesco d’Assisi seppero convertire. Nel suo tentativo di evangelizzazione del nuovo Sultano di Egitto perpetrato in occasione della V Crociata, infatti, portò a casa la pelle, la stima del despota islamico ma non la sua conversione. In questo retroscena storico assume una valenza che si presta ad innumerevoli interpretazioni la politica interventista francese in Libia, fomentate da quele lobbies massoniche che vantano discendenze esoteriche dai templari, e questo devastante incendio che per certi versi sarebbe stato meno inquietante se risultasse conseguenza di un atto terroristico che al momento sembra escluso come la matrice dolosa. Un attentato troverene infatti spiegazione nell’ancestrale malvagità umana e nell’ormai sempre più aperto contrasto tra le religioni voluto dalla Jihad sunnita, la guerra santa contro gli infedeli (cristiani come islamici sciiti), sostenuta non da tutti ma da molti paesi musulmani del mondo e spesso alimentata dai governi mediorientali ed occidentali per sordidi giochi geopolitici.


IL CROLLO DI PARIGI RICORDA L’ABBAZIA DI NORCIA

La Basilica di San Benedetto a Norcia prima e dopo il crollo

L’incidente in un luogo sacro dove dovrebbe confluire tutta l’energia protettiva della Madre Santissima Vergine Maria, la Nostra Signora cui è dedicato, è assai sconcertante anche per il credente più razionalista. Almeno quanto lo fu il crollo dell’Abazia di San Benedetto a Norcia, patrono di quell’Europa senza dignità in Cristo: non va infatti dimenticato che le radici cristiane dell’Unione Europea, sebbene acclarato sotto il profilo storico dai casi sopracitati di Carlo Martello e delle Crociate e dal Sacro Romano Impero, non furono riconosciute nella Costituzione Europea sottoscritta il 29 ottobre 2004 con il Trattato di Roma, dove sgorgò il primo sangue italico dei martiri seguaci di Gesù Risorto divenendo seme di quel Monachesimo grazie al quale fiorirono capolavori artistici come la stessa Basilica norcina e quella di gotica di Parigi. «Notre Dame come a San Benedetto ci dice che i monumenti simbolo della nostra Europa sono fragili e occorre un maggiore impegno quotidiano per difenderli e preservarli, perché non possiamo più permetterci di perdere altri pezzi di identità e valori che sono patrimonio di tutti». Il Sindaco di Norcia Nicola Alemanno azzecca le parole anche senza volerlo. Nella sua velleità di buon amministratore si fa paladino degli scientisti per cui qualsiasi incidente non voluto può essere scongiurato con la tecnologia. Ovviamente refrattari al racconto biblico (ampiamente accreditato sotto il profilo storico) del Diluvio Universale può darsi che ipotizzino la fuga su Marte a bere acqua magari ricca di polonio radioattivo in caso di un’eventuale nuova glaciazione o una produzione seriale di case frigorifero per difendersi dal surriscaldamento della terra. Dopo trent’anni di cronaca nera mi fa amaramente sorridere chi è certo di trovare una spiegazione a tutto. Ma Alemanno dice parole corrette: Notre Dame e l’Abbazia di Norcia sono fragili perché sempre più mète di turisti atei o tiepidi credenti intenti ad accendere le candele per superstizione più che per reale devozione. Sono fragili perché furono gemme preziose create dalla gratitudine umana al Dio di Israele e Gesù Cristo che scampò italiani e francesi dalle orde barbariche e dalle epidemie pestilenziali ed oggi sono ridotte al rango di un ammasso di acciaio come la tour Eiffel. Con ciò sono ben lungi dal dire che non vadano tutelati e protetti e che, almeno nel caso di Notre Dame, ci sia indubbiamente una concausa umana ad un evento che reuto soprannaturale. Ma sorrido ironicamente al pensiero di vedere colate di cemento armato o di acciaio interno alle basiliche medievali per preservarle da un eventuale imprevedibile terremoto…


LA MISTERIOSA CONNESSIONE CON NOTRE DAME DI LOURDES

L’imponente complesso di chiese sovrapposte del Santuario di Notre Dame de Lourdes

I drammi dell’umanità per millenni si sono prevenuti con un’arma più portentosa e miracolosa: come insegna Notre Dame, ma più di quella parigina l’altra omonima cattedrale francese, quella di Lourdes, edificata sulla base delle visioni di una ignorante pastorella e divenuta santuario internazionale per le decine di migliaia di guarigioni prodigiose avvenute nelle Grotte di Massabielle e nelle piscine dell’acqua sorgiva che fuoriesce dalla roccia. Non credo di turbare nei lidi celesti monsignor Franco Degrandi (presidente Oftal, canonico di Lourdes e al suo rientro nell’Arcidiocesi di Vercelli mio confessore) nel chiamare quel luogo mariano alle pendici dei Pirenei come la “lotteria di Dio”. Ognuno può partecipare grazie ad un un biglietto gratuito quello della Fede nel Cristo Risorto e nella Madre di Dio da cui nacque, sperando di ottenere risposta alle sue domande o ai suoi problemi, a volte semplici, emotivi e psicologici, a volte gravissimi e fisici. Tutti ricevono in premio una grazia: alcuni sono capaci di vederla, altri no. Ma per alcuni è talmente eclatante da ottenere l’approvazione di miracolo dall’Office of Medical Observations Sanctuary of Lourdes, il Comitato scientifico composto da specialisti di varie branche mediche che fino ad oggi ha accertato 70 guarigioni scientificamente assolutamente inspiegabili sebbene quelle ritenute straordinarie siano migliaia e migliaia. Se oggi questo sito si chiama Gospa News è grazie a Lourdes come si può leggere nel mio racconto sul mio viaggio da reporter nel 2004 in occasione del pellegrinaggio di Giovanni Paolo II. E in quelli successivi a Medjugorie dalla Gospa (Madonna in croato).

Un'immagine della quattordicenne Bernadette Soubirous

Per questo, e per motivi più personali, sono divenuto assai devoto a Santa Bernadette Soubirous (nata il 7 gennaio 1844), la veggente che testimoniò le 18 apparizioni della Vergine Maria iniziate l’11 febbraio 1858, quando lei aveva quattordici anni, mentre era in cerca di legno secco sulla riva del Gave, a Massabielle. Il rumore del vento tra i pioppi attirò la sua attenzione… Nel cavo della roccia Bernadette scorge una “Signora vestita in bianco” che le parla: “Volete farmi la grazia di venire qui per quindici giorni” e poi la invita ad andare a bere ad una fontana nascosta dalla terra nelle pareti dell’antro. Soltanto il 25 marzo, alla sedicesima apparizione, la Madre Celeste rivelerà la sua identità: “Que soy era Immaculada Concepciou” (“Io sono l’Immacolata Concezione”). Bernadette non aveva la più pallida idea del significato di quelle parole, ma ripetendole continuamente per paura di dimenticarle, va di corsa dal parroco e tutto d’un fiato ripete quelle parole misteriose. Il Dogma dell’Immacolata Concezione era stato promulgato soltanto 4 anni prima e non era ben conosciuto nemmeno dai più devoti e colti parrocchiani. Bernadette dovette combattere contro la resistenza di tutte le autorità, da quella paterna a quelle religiosi e civili che per lei mobilitarono magistratura e polizia proprio come nel 1981 capitò ai veggenti di Medjugorie. Ma mentre più i responsabili della comunità cercavano di perseguire i suoi racconti più i fedeli aumentavano e guarivano grazie alla sorgente della grotta.



Papa Giovanni Paolo II nella Grotta di Massabielle durante il suo primo viaggio pastorale a Lourdes nell’agosto 1983


LA PASTORELLA IGNORANTE DIVENTATA SANTA



Il messaggio di Papa Pio XI per la proclamazione della Santità di Bernadette Soubirous

La pastorella, esempio di umiltà che ringraziò la Madonna per la sua “ignoranza” e “stupidità” come si può leggere nella sua struggente preghiera, accettò la sua missione di sofferenza, prima psicologica per le persecuzioni che non terminarono mai, poi anche tragicamente fisica, preannunciata da quella frase della Madre Celeste: “Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell’altro”. Ammalata di asma, tubercolosi e tumore osseo, morì a soli 35 anni a Saint-Gildard, nella casa madre della Congregazione delle Suore della Carità di Nevers, dove si era ritirata cercando rifugio dalla curiosità popolare. Fu proclamata Santa l’8 dicembre 1933 da Papa Pio XI e dopo 140 anni proprio grazie al Santuario di Notre Dame di Lourdes la devozione verso la pastorella ignorante è ormai diffusa in tutto il mondo tanto da farla entrare nell’orbita dei santi più amati e famosi della Cristianità. Soprattutto oggi: 16 aprile, giorno della sua morte e della sua nascita al Cielo. Giorno della ricorrenza della festa cattolica a lei dedicata in cui si celebra un’umile eroina del dolore. Quello che oggi affligge la comunità cristiana francese e internazionale per la devastazione patita da quell’altra Notre Dame, proprio alla vigilia della festa di Bernadette. Da credente in Cristo mi è assai semplice ritenere che quella croce di fuoco scolpita nel cielo dalle navate della Cattedrale di Parigi sia un eloquente monito alla Francia, all’Europa ed alla Cristianità tiepida che convive e spesso si fa soggiocare dagli usi e costumi atei o neopagani. E a chi non riesce a ritenerlo possibile ricordo proprio le parole della Santa di Lourdes pronunciate a chi si burlava di lei o la confutava: “Sono incaricata di dirvelo, non di farvelo credere”. Ascoltatela.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio

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SRI LANKA: JIHADISTI NASCOSTI E INTRIGHI DELL’AFFARISTA ISLAMICO



IL MASSACRO DI CRISTIANI ANNUNCIATO
NEL RAPPORTO DEGLI 007 OCCULTATO:
MINISTRO ED EX GENERALE DELL’AVIAZIONE
INCOLPANO IL PRESIDENTE DELLO STATO
IMPLICATO CON IL MECENATE MUSULMANO
CHE EVADE IL FISCO SULLE SIMCARD LYCAMOBILE
PER FINANZIARE L’ONG MUSLIM AID, HAMAS
E IL PARTITO INGLESE DI CAMERON E MAY
INSABBIATORI DI UN DOSSIER SUL TERRORISMO

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

Aleggiano le ombre di un intrigo internazionale sugli attentati nello Sri Lanka che hanno fatto una strage di cristiani e turisti. Al momento il bilancio è di 290 morti ma pare destinato ad aggravarsi per i circa 500 feriti. Un olocausto che sarebbe stato evitabile secondo la denuncia del ministro della Salute e di un ex generale dell’Aviazione che citano una segnalazione dell’intelligence non presa in sufficiente considerazione dal presidente dello Stato tanto da non averne fatto menzione al primo ministro ed al suo esecutivo. Esse riguardavano il gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath, un’organizzazione radicale musulmana sunnita che lo scorso anno aveva danneggiato statue buddiste nell’isola. Secondo le segnalazioni di servizi segreti stranieri questi terroristi erano intenti a preparare un’ondata di attentati contro le chiese e la sede diplomatica dell’India. Ma di ciò sarebbe rimasto all’oscuro il governo a causa del tormentato clima politico.una statua della Madonna rotta dall’esplosione

Va infatti ricordato che il masacro compiuto attraverso 9 esplosioni (una decima è stata sventata oggi dalla polizia) giunge in un momento politico molto delicato nel paese che vede in totale rotta di collisione il premier Ranil Wickremesinghe ed il presidente Maithripala Sirisena, dopo che quest’ultimo cercò di sostituire con un golpe politico lo stesso Wickremesinghe per insediare al suo posto l’ex presidente Mahinda Rajapaksa, ritenuto in stretta connessione con il tycoon anglo-cingalese musulmano Allirajah Subaskaran. Quest’ultimo è noto per essere stato finanziatore dei Conservatori dell’ex premier britannico David Cameron che insieme al suo allora ministro Teresa May sostenne varie iniziative socioeconomiche dall’Islamic Sharia Council e pure allora sarebbe avvenuto l’occultamento di un dossier sul terrorismo musulmano. Ma Subaskaran è anche il magnate della Lycamobile, la rete di telefonica virtuale assai diffusa tra i migranti asiatici e africani, soprattutto perché anche in Italia fornisce SimCard anonime (vietate dalle leggi antiterrorismo in molti paesi), che finì sotto inchiesta a Roma per evasione dell’Iva e in Francia per riciclaggio di denaro. Anche grazie ai soldi evasi al Fisco l’imprenditore cingalese è diventato mecenate con la Gnanam Foundation, che ha appena definito due importanti progetti con il presidente dello Sri Lanka e da tempo finanzia Muslim Aid, la principale ong musulmana sospettata di legami con organizzazioni terroristiche come Hamas. Correlazioni più che leggittime, ovviamente, in assenza di reati, che diventano assai sospette quando si scopre che proprio Sirisena avrebbe nascosto al governo l’allarme terroristico sulle stragi di oggi. Ma vediamo nel dettaglio ogni connessione.



IL RAPPORTO DELL’INTELLIGENCE NASCOSTO

Sacerdoti e soccorritori guardano impietriti la scenda di devastazione con il corpo di una delle vittime riverso sulla panca della Chiesa di San Sebastiano a Negombo

Nella migliore delle ipotesi il massacro è stato favorito da una “manipolazione della gestione della difesa superiore” e del Consiglio di sicurezza nazionale per motivi di rivalità politica: un’accusa lanciata dal Colombo Telegraph al presidente Sirisena. Alle peggiori ipotesi, invece, non vi è ovviamente limite… Chiunque, esperto di sicurezza, giornalista e uomo della strada, ha subito pensato che i nove attentati esplosivi avvenuti quassi in conteporanea con pianificata premeditazione fossero stati progettati da una ben articolata rete del terrore: ora è un ministro cingalese a rimarcarlo rivelando l’esistenza di un dossier dei segreti che già segnalava il rischio. Nella segnalazione c’erano già addirittura i nomi dei jihadisti pericolosi del National Thowheed Jamath: tra i quali alcuni dei 24 islamisti oggi arrestati e quelli dei 7 kamikaze che si sono suicidati innescando le bombe del massacro in alcuni siti. Ad accendere la miccia di una dinamite politica è uno degli stessi componenti dell’amministrazione nazionale dello Sri Lanka. «Il 4 aprile, 14 giorni prima che accadessero questi eventi, eravamo stati informati di questi incidenti. Ma il primo ministro non è stato informato da queste lettere e rivelazioni» ha detto il ministro della Salute Rajitha Senaratne ai giornalisti durante la conferenza stampa a Temple Trees, la residenza ufficiale del premier, come riportato da Euronews. Ma questa informazione non è stata condivisa con il primo ministro. «Il 9 aprile, il capo dell’intelligence nazionale ha scritto una lettera e in questa lettera, molti dei nomi dei membri dell’organizzazione terroristica sono stati riferiti» ha aggiunto Senaratne gettando benzina sul fuoco delle tensioni tra il premier Ranil Wickremesinghe e il presidente Maithripala Sirisena che in quanto Capo dello Stato. «Non stiamo cercando di eludere la responsabilità, ma questi sono i fatti. Siamo rimasti sorpresi nel vedere questi rapporti» ha precisato il ministro della Salute riferendo che il governo non credeva che gli attacchi fossero stati effettuati da «un gruppo di persone che erano confinate in questo paese» mentre «esisteva una rete senza la quale questi attacchi non avrebbero potuto avere successo». Il riferimento è ai 24 sospettati arrestati dalla polizia e ritenuti islamici jihadisti del National Thowheed Jamath.



COPRIFUOCO E INTERRUZIONE DEI SOCIAL

Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena

Al momento nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità degli attacchi anche se i sospetti erano subito caduti sulle Tigri Tamil, la milizia armata indipendentista marxista-comunista dell’omonima regione che ha insaguinato il paese per 26 anni con un’interminabile guerra civile protrattasi fino al 2009 prima della sua definitiva resa. Tale gruppo è espressione della minoranza etnica del paese a volte discriminata dalla maggioranza Cingalese. La popolazione di lingua Tamil, pur essendo frammentata in diverse religioni, è quella che accomunca quasi tutti i musulmani dello Sri Lanka (12 % del paese), in prevalenza sunniti e perciò più predisposti alla radicalizzazione fondamentalista verso la Jihad contro gli infedeli. Quella già manifestata dai fondamentalisti del National Thowheed Jamath. Il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha detto in un tweet: «Condanno fermamente gli attacchi vigliacchi contro il nostro popolo e invito tutti gli Sri Lanka in questo tragico momento a rimanere uniti e forti. Per favore evita di diffondere resoconti e speculazioni non verificate: il governo sta prendendo provvedimenti immediati per contenere questa situazione». Mentre la polizia ha fatto brillare il decimo veicolo bomba sistemato accando ad una chiesa di Colombo (nell’operazione avvenuta in sicurezza è prutroppo rimasto ferito da una scheggia il reporter italiano di Repubblica Raimondo Bultrini) il presidente ha disposto il coprifuoco fino alle 4 di martedì 23 aprile e l’interruzione di tutti i servizi di accesso ai social media ed ai servizi di messaggistica. Ma è proprio lui a finire nel mirino dei media cingalesi.

L’’EX UFFICIALE ACCUSA IL PRESIDENTE PER IL DOSSIER OCCULTATO


 

Arun Kumaresan, ex generale e vice maresciallo dell’aria dell’Aviazione dello Si Lanka, oggi opinionista del Colombo Telegraph

«La più alta gestione della difesa della Nazione è affidata al Consiglio di sicurezza nazionale. Comprende, oltre a voi, il Primo Ministro, i Ministri della materia di Finanza, Legge e Ordine e Affari Esteri, Segretari in materia di Difesa, Finanza, Giurisprudenza e Affari Esteri, Responsabili dei Servizi e IGP. Quando richiesto, i responsabili dei servizi di intelligence sono chiamati per specifici briefing per fare il punto sulle minacce alla sicurezza nazionale. Questo è il modo in cui le questioni relative alla più alta gestione della difesa sono condotte e le linee d’azione formulate in ogni nazione democratica. Tuttavia molte volte tali incontri sono stati condotti in assenza del PM e di altri Ministri UNP dal 2015. Inoltre, sono state date istruzioni anche ai partecipanti che sono stati autorizzati a partecipare a tali incontri, per mantenere segreto il tempo e il luogo, per proteggerlo dal PM e dagli altri Ministri UNP». E’ il Colombo Telegraph a lanciare queste pesanti accuse al presidente Maithripala Sirisena attraverso l’editoriale dell’opinionista Arun Kumaresan, già generale e vice “maresciallo dell’aria” dell’Aviazione militare srilankese. Ed è sempre lui a sintetizzare, attraverso domande retoriche pubbliche, lo scontro politico tra il capo di stato e il primo ministro Wickremesinghe che era stato rimosso. «Dopo aver violato intenzionalmente la Costituzione e nominato il signor Mahinda Rajapaksa primo ministro, lei ha rilevato il tema della Legge e dell’ordine sotto il ministero della Difesa. Anche dopo la sconfitta del colpo di stato politico iniziato, avete continuato a tenere questo Dicastero sotto la vostra competenza – scrive Kumaresan – Quindi, l’intero apparato di sicurezza della Nazione era sotto il tuo totale controllo e comando. È ora di pubblico dominio che vi è stato un pre-allarme da parte dei Servizi d’Intelligence secondo cui gli attacchi sarebbero stati pianificati da un gruppo fondamentalista religioso che avrebbe preso di mira i cristiani, specialmente durante la Pasqua. Il primo ministro Ranil Wickremesing ha notato che sebbene le unità di intelligence avessero fornito informazioni su un possibile attacco, non sono state prese precauzioni adeguate per prevenirlo. Ha inoltre aggiunto che lui e i ministri non sono stati informati di questo. Ciò dimostra che questioni così gravi che riguardano la sicurezza nazionale sono state tenute lontane dal Primo Ministro che è un membro legittimo del Consiglio di sicurezza nazionale e rafforza la precedente affermazione della condotta delle riunioni illegittime del Consiglio di sicurezza nazionale sotto la vostra amministrazione».



RIVALITA’ E ALLEANZE TRA PRESIDENTI

Il primo ministro Ranil Wickremesinghe del partito UNP

Per comprendere la situazione bisogna ricordare come si formò il consenso al presidente accusato dell’occultamento del dosssier: «Sirisena si è guadagnato il sostegno di personaggi politici rilevanti e di circa 40 partiti e gruppi politici: c’è per esempio il principale partito di opposizione United National Party; c’è il Jathika Hela Urumaya, partito guidato dai monaci buddisti, e c’è lo Sri Lanka Muslim Congress che riunisce i voti della comunità musulmana del paese; c’è la Tamil National Alliance che rappresenta la minoranza induista e di lingua tamil: musulmani e tamil insieme costituiscono quasi un quarto della popolazione con diritto di voto. Con Sirisena c’è, soprattutto, anche una parte della United People’s Freedom Alliance, UNP, coalizione del premier Ranil Wickremesinghe, a cui appartiene anche lo Sri Lanka Freedom Party, il partito del presidente uscente. Dei 161 parlamentari che fanno parte dell’alleanza, 23 hanno dichiarato il loro sostegno a Sirisena». Scriveva Il Post nel riferire della vittoria del presidente contro Mahinda Rajapaksa. L’ex presidente, sebbene sconfitto, fu però poi chiamato a fare da premier nell’ottobre scorso, quando Sirisena aveva rotto con l’UNP e volle liberarsi di Wickremesinghe; ma restò in carica fino a dicembre quando si dimise dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la sua nomina. Rajapaksa era stato al centro di grandi polemiche per l’accusa di aver provocato la morte di decine di migliaia di civili nella sua repressione del gruppo separatista delle Tigri Tamil e di aver organizzato omicidi politici. Ciò nonostante è ritenuto molto vicino proprio ad un imprenditore di fama internazionale originario proprio del Tamil: il musulmano Subaskaran Allirajak.



MILIONI DALLO SRI LANKA ALL’INGHILTERRA PER LA SHARIA

L’ex presidente dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa, sospettato di essere in affari con j Subaskaran Allirajah

E’ un vecchio articolo del 21 giugno 2016 dello stesso Colombo Telegraph a citare l’amicizia tra il produttore televisivo Allirajah e l’ex presidente in merito ad una brutta vicenda. «Gli uffici della Lycamobile, di proprietà di Sri Lankan, Subaskaran Allirajah, sono stati perquisiti da parte della polizia francese, che ha arrestato 19 persone che lavoravano per la compagnia in relazione a una questione fiscale di svariati milioni di sterline e allo scandalo del riciclaggio di denaro. Lycamobile è il più grande donatore del partito conservatore del Regno Unito, e Allirajah è accusato di essere un socio dell’ex presidente Mahinda Rajapaksa. Lycamobile, il colosso multinazionale delle telecomunicazioni, che ha dato almeno 2,2 milioni di sterline al partito del primo ministro David Cameron dal 2011, tra cui mezzo milione solo lo scorso anno, ha anche permesso a Boris Johnson di utilizzare uno dei loro call centre durante la sua campagna di successo del 2012 diventare sindaco di Londra – scrisse il Colombo Telegraph – Secondo le accuse Allirajah sarebbe coinvolto nell’apropriazione indebita di milioni di dollari dallo Sri Lanka attraverso soci che erano vicini a Rajapaksa. Secondo BuzzFeed News, le autorità dello Sri Lanka stanno esaminando un accordo in cui la compagnia di telecomunicazioni statale è stata costretta a pompare circa $ 10 milioni in un’impresa “completamente fallimentare” di proprietà congiunta di un parente di Rajapaksa e di una società offshore della rete commerciale Lycamobile».


LA LONDON SHARIA DI DAVID CAMERON

David Cameron in una comunità islamica di Londra

Non guasta ricordare a questo punto i favori concessi dal Governo Cameron all’Islamic Saharia Council, un’organizzazione benefica con potere giuridico in Inghilterra da cui nacquero le Corti della Sharia prima e poi il Mat – Muslim Abritration Tribunal: l’ente che si occupa di risoluzione delle controversie interne alla comunità musulmana perlopiù di natura familiare e riguardanti il ripudio delle mogli e la violenza in famiglia, sovente tollerata nella cultura islamica per finalità educative. Tali enti islamici hanno ottenuto diritto giuridico grazie ad alcune clausole della British Arbitration Act e dell’Alternative Dispute Resolution, come ben spiegato dal giornalista Giulio Meotti nel suo articolo London Sharia per Il Foglio, in cui si rimarcano i benefit concessi dall’amministrazione di David Cameron: «Quattro dipartimenti del governo (Lavoro e pensioni, Tesoro, Fisco e dogane, ministero dell’Interno) hanno riconosciuto la poligamia. Nonostante la pratica sia illegale in Inghilterra e Galles dal 1604, ovvero dai tempi di re Giacomo, i poligami islamici del Regno Unito beneficiano di privilegi sociali riconosciuti dagli enti pubblici. Questo a causa, come ha detto la baronessa Warsi, della “sensibilità culturale” dei politici inglesi. Così un uomo può ricevere 92,80 sterline a settimana a sostegno del reddito della prima moglie e ulteriori 33,65 sterline per ognuna delle successive consorti. Pertanto, se ha quattro mogli – il massimo consentito dagli insegnamenti islamici – un musulmano può godere di quasi 800 sterline al mese dal contribuente britannico. E’ una norma approvata dal Department for Work and Pensions. Un poligamo ha anche diritto a generosi sussidi per gli alloggi e ad avere grandi case popolari che riflettano le dimensioni della sua famiglia». A ciò si può aggiungere anche un’interpretazione di diritto per impedire che nei testamenti l’eredità per gli infedeli ed altre amenità simili. Tra i ministeri coinvolti in queste manovre di adeguamento legale alla cultura islamica ci fu anche quello dell’Interno guidato da Theresa May che si rese protagonista di qualcosa di ancor più clamoroso…


IL DOSSIER SUL TERRORISMO INSABBIATO DALLA MAY

Il primo ministro britannico e leader del Partito Conservatore inglese Theresa May, già ministro con Davide Cameron

«Non è decisamente un buon periodo per Theresa May. Ora è finita al centro delle polemiche per il suo rifiuto di rendere pubblico un dossier sui finanziamenti al terrorismo, preparato nel 2015 dal ministero da lei retto all’epoca, dal quale – secondo l’opposizione – emergerebbe un ruolo piuttosto ambiguo dell’Arabia Saudita, nazione con la quale la Gran Bretagna intrattiene rapporti sempre più stretti e cordiali. Come se non fossero bastate le rivelazioni secondo le quali i servizi segreti inglesi, negli anni dell’invasione franco-britannica della Libia, avrebbe consentito a rifugiati libici sospetti di jihadismo di rimpatriare per ingrossare le fila della rivolta contro Gheddafi». Comcinciava così un articolo pubblicato nel luglio 2017 dall’Agi, agenzia giornalistica Italia. Il rapporto era stato commissionato da Cameron e approvato da May su richiesta degli allora alleati liberaldemocratici, in cambio del sostegno di questi ultimi alla partecipazione di Londra ai raid in Siria. Il leader del partito liberaldemocratico, Tim Farron, aveva spiegato in campagna elettorale che l’ex premier si era impegnato a rendere pubblico il dossier entro la primavera 2016. «Oltre un anno dopo rimane secretato e il ministero degli Interni, scrive il Guardian, potrebbe non rivelarne mai il contenuto in quanto “troppo sensibile”. Alla Camera dei Comuni gira la voce, sempre più insistente, che le carte si concentrerebbero sul ruolo di Riad, lasciata finanziare con troppa disinvoltura centri culturali islamici e moschee poi diventate brodo di coltura per futuri jihadisti» aggiungeva l’Agi rimarcando poi l’incontro tra l’allora ministro e il re saudita Salman: «L’Arabia Saudita era stata uno dei primi Paesi visitati da May nell’aprile 2017, ovvero dopo aver avviato formalmente la Brexit. La premier tornò con la borsa piena di nuove commesse militari targate Riad, che dalla britannica Bae Systems riceve gli aerei da guerra con i quali bombarda i ribelli sciiti in Yemen. Secondo l’Indipendent, dall’inizio del conflitto in Yemen, i ricavi della vendita di armamenti “made in England” ai sauditi ha superato i tre miliardi di sterline». Non va dimenticato quando già riportato da Gospa News in un precedente articolo circa le correlazioni dei sauditi con Al Qaeda: «La famiglia reale saudita ha letteralmente fondato Al Qaeda. Questo è un dibattito che nessuno vuole affrontare ma che bisogna affrontare. La responsabilità saudita è attestata da tempo» scrisse sul suo profilo Twitter la deputata americana musulmana Ilhan Omar postando il link su un dossier. Era sempre stato questo webmedia, invece, a mettere in evidenza le attività poco trasparenti dell’islamico britannico-cingalese Subaskandar Allirajah in Italia e nel mondo.



LE SIM ANONIME VIETATE IN ITALIA DALL’ANTITERRORISMO

Una delle schede Sim Lycamobile reperibili senza alcuna registrazione di identità

Ci limitiamo qui a sintetizzare quanto riferito nell’articolo Il kit per terroristi fantasma da Gospa News. Lycamobile di Allirajah in Italia finì sui media non certo per meriti. In un articolo de Il Sole 24Ore si riferì del sequestro di 3 milioni di euro per evasione dell?iva sugli incassi delle ricariche telefoniche mentre su altri media ebbe risalto per le SimCard della stessa compagnia anonime, acquistabili senza la necessità di documenti in violazione delle leggi anti terrorismo vigenti in Italia e in altri paesi Ue (ma non tutti per una grave carenza della normativa internazionale che analizzeremo in un altro reportage). «La Lycamobile è un operatore di telefonia mobile online, le cui schede sono soprattutto in possesso dei migranti che giungono in Italia – scrivevamo su Gospa News– L’azienda ha circa 15 milioni di clienti in 21 paesi e risulta avere un fatturato, al 2014, di circa 1,5 miliardi di euro. La società sotto inchiesta è la filiale italiana del gruppo multinazionale, il quale costituisce uno dei più grandi operatori mobili virtuali (Mvno) internazionali, specializzato nell’offerta su scala mondiale di servizi voce e dati a basso costo nonché di servizi finanziari e di viaggio». Essendo un operatore virtuale non ha una sua rete di ripetitori ma si appoggia a quella di Vodafone. E come quest’utltima ha sede in Inghilterra essendo di proprietà del miliardario anglo-cingalese Subaskaran Allirajah, titolare della casa di prouzione televisiva indiana Lyca Productions. Costui è conosciuto nel mondo della filantropia per la sua fondazione Gnanam creata con la madre e la moglie per aiutare la popolazione povera dello Sri Lanka dopo la guerra civile per la quale ha realizzato infrastrutture ed abitazioni. L’impero finanziario del magnate delle telecomunicazioni proprio grazie a Lycamobile è nel frattempo cresciuto al punto da consentirgli di sostenere economicamente molteplici altre iniziative umanitarie in particolare per le ong British Asian Trust, Children’s Hunger Relief e la controversa britannica Muslim Aid, al centro di numerosi inchieste nel Regno Unito, in Bangladesh ed in Pakistan in quanto ritenuta finanziatrice di gruppi estremisti islamici come Hamas: nonostante le ripetute insinuazioni non sono comunque mai stati provati collegamenti con il terrorismo fondamentalista. Ma i sospetti diventano davvero pesanti se si scopre che lo stesso Allirajah oltrechè con l’ex presidente dello Sri Lanka è in affari con l’attuale Sirisena.



I PROGETTI DEL TYCOON ISLAMICO NELLO SRI LANKA

Subaskaran Allirajah fondatore della produzione televisiva Lyca e di Lycamobile

«Le recenti decisioni del governo in Sri Lanka sottolineano che il Gabinetto dei ministri dello Sri Lanka guidato dal presidente Maithripala Sirisena e dal primo ministro Ranil Wickremesinghe ha approvato una proposta di Rauff Hakeem, ministro della pianificazione urbana, approvvigionamento idrico e istruzione superiore per attuare un progetto e stipulare accordi con il gruppo Lyca del Regno Unito che ha accettato di costruire un edificio di sei piani con una superficie di 6.500 mq con attrezzature moderne con un investimento di Rs.740 milioni e assegnare il premio all’università di Jaffna attraverso il Gnanam Fondazione dello Sri Lanka». Il resoconto è pubblicato sul website cingalese d’informazione Bizenglish.adaderana.lk che ovviamente accoglie come positiva la notizia: «La Gnanam Foundation è stata fondata nel dicembre 2010 dal miliardario Subaskaran Allirajah, presidente della Lycamobile insieme alla madre Gnanambikai Allirajah e la co-fondatrice, la signora Prema Subaskaran, per fornire aiuto alle comunità emarginate e a coloro che sono stati dimenticati in base» riporta l’articolo riferendo sia altri interessi imprenditoriali internazionali del mecenate Subaskaran sia i finanziamenti di Lycamobile all’ex partito del primo ministro britannico David Cameron dal 2011 al 2015. Si sottoliNEa infine la grande crescita della Facoltà di Medicina dell’Università di Jaffna, avviata nell’anno 1978, che dai 65 studenti iniziali è passata ai 937 dell’ultimo anno. Non è dato sapere quanti di essi siano musulmani. Mentre si sa che la maggior parte dei Foreign Terrorist Fighters originari dell’Arabia Saudita era rappresentata da studenti universitari: come evidenziato da Gospa News in un precedente reportage sul dossier del del Centre for the Study of Radicalisation (ICSR) del Department of War Studies del King’s College di Londra. Ovviamente questo piccolo promemoria non implica la pu minima connessione. Mentre evidenzia in modo macroscopico le correlazioni tra Allirajah e l’attuale presidente Sirisena che quando rimosse il premier Wickremesinghe scelse proprio l’ex presidente Mahinda Rajapaksa amico di Subaskaran, il quale è ormai diventato uno degli imprenditori più influenti dell’Asia e della finanza internazionale musulmana.



SUBASKARAN SULLA COVER DELLA RIVISTA ISLAMICA IS-FIRE

Subaskaran Allirajah sulla copertina della rivista finanziaria musulmana ISFIRE dal nome ambiguo

Allirajah Subaskaran, nato il 2 marzo 1972, è un imprenditore tamil dello Sri Lanka, già colonia britannica. È il fondatore e presidente della Lycamobile, una compagnia di telecomunicazioni. È anche produttore di film Tamil attraverso la sua holding di intrattenimento Lyca Productions, con sede a Chennai, in India, e ha iniziato con il suo primo film Kaththi (2014). Ha prodotto il thriller di fantascienza 2.0 (2018), che è stato il film più costoso dell’India e il nono più costoso film non in lingua inglese al momento della sua uscita. Nell’ottobre del 2011 Lycatel si è classificata al 1 ° posto nel Sunday Times 250 tra le principali società private di medio mercato. Allirajah ha ricevuto una medaglia d’oro per la migliore impresa gobale nel 2010 alla cerimonia del premio Asian Achievers Award per l’impatto che ha avuto sulla comunità asiatica nel Regno Unito. La Asian Voice Political e Public Life ha assegnato a Allirajah nel 2011 il premio “Imprenditore internazionale dell’anno”. Nel 2012 gli Asian Asian Business Awards hanno conferito a Allirajah il premio “Power of the Year 2011”, riconoscendo la crescita del business Lycamobile a livello globale. Tutti questi riconoscimenti mondiali gli hanno consentito di finire sulla copertina della Islamic Financial Review ISFIRE che nel suo acronimo assume un nome d’inquietante doppio senso: IS – Islamic State e Fire – fuoco!!! Scrisse lo statista italiano Giulio Andreotti, celebre per le implicazioni nella Loggia P2 e nello scandalo dell’organizzazione paramilitare Gladio – Stay Behind in Italia: «A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina». Scrivo in un sito d’informazione cristiana e perciò non posso far peccato pensando male… Né di Allirajah. Né del dossier insabbiato dalla May. Né del rapporto dell’intelligence nascosto al governo dello Sri Lanka dal presidente Sirisena sugli attentati terroristici con 290 morti perlopiù cristiani.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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SRI LANKA: STRAGE DI 27 BAMBINI. MISTERI SULL’IMAM ISIS



I MUSULMANI DENUNCIARONO L’ISLAMICO
CHE PREDICAVA L’UCCISIONE DEGLI INFEDELI:
I RAPPORTI 007 NON SONO BASTATI A FERMARLO
ORA NON SI SA SE SIA MORTO KAMIKAZE O LIBERO
TROPPI GIALLI NELLE FALLE DELL’INTELLIGENCE

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

I due volti dell’orrore tremendo che ha travolto lo Sri Lanka in una Pasqua di Sangue sono tutti in due immagini: quella del malvagio fondatore del gruppo jihadista srilankese National Thowheed Jamath che giura davanti alla bandiera dell’Isis e quella della piccola Tarushi di soli 2 anni, il nome è di fantasia ma è molto diffuso tra le bambine dell’isola e significa coraggio. In due foto c’è tutto il dramma assurdo di una violenza torva ed atroce soprattutto perché premeditata quanto bestiale: capace di strappare la vita anche ad almeno 27 bambini (una è dispersa) tra le 310 vittime accertate in un crescendo del bilancio sempre più angosciante per la terribile circostanza dei circa 500 feriti. Un odio sanguinario versato dai musulmani sunniti jihadisti contro i cristiani in particolare e contro gli occidentali infedeli in generale: in un oceano di misteri inquietanti sul fallimento dell’intelligence allertata dagli stessi musulmani dello Sri Lanka. Dubbi che i 24 fondamentalisti islamici arrestati dalla polizia dopo le nove esplosioni (3 chiese, 4 alberghi, 1 supermarket e 1 casa privata) non bastano a fugare il fondato timore che siano finiti in carcere solo i gregari e i pesci piccoli di una potente ed articolata rete del terrore capace di procurarsi chili di esplosivi, uomini e veicoli per compiere il suo diabolico piano. Non bastano a spiegare perché la presunta mente, l’imam fedele all’Isis, non sia stata fermata prima pur essendo a tutti nota la sua pericolosità, segnalata persino da altri islamici.

Alcune delle vittime nella chiesa di Negombo

Nella chiesa di Negombo, sono in programma ben 18 funerali oggi, mercoledì 23 aprile, giornata di lutto nazionale indetta dal presidente su cui fioccano le accuse per non aver allertato il governo circa le segnalazioni dei servizi segreti stranieri e nazionali riguardo all’imminente ondata di attacchi dei jihadisti National Thowheed Jamath. E’ stato il ministro alle Telecomunicazioni Harin Fernando a pubblicare sul suo profilo Twitter la segnalazione dei Servizi Segreti dell’11 aprile che il presidente Maithripala Sirisena avrebbe girato alla Polizia senza però metterne a conoscenza il primo ministro con cui è in conflitto politico. Un comportamento censurato da vari membri del Governo come da un ex generale del’Aviazione (vedi precedente articolo sui Jihadisti nascosti) tale da motivare la richiesta di dimissioni del capo della polizia da parte del Ministro della Salute Rajitha Senaratne come riportato dal DailyMail che si focalizza sulla figura della presunta mente degli attentati:


IL MISTERO DELL’IMAM FEDELE ALL’ISISMoulvi Zahran Hashim, l’imam fondatore dei miliziani jihadisti del National Thowheed Jamath, davanti alla bandiera nera Isis

«Moulvi Zahran Hashim, il fondatore di NTJ che si riferiva a se stesso come Abu Ubaida, è stato nominato la presunta mente dietro gli attentati suicidi di domenica di Pasqua nelle chiese e negli hotel di lusso» scrive la giornalista Larisa Brown, esperta di Difesa e Sicurezza. E’ la stessa reporter però a mettere in luce il mistero che aleggia intorno alla sua persona: «I media locali hanno affermato che il predicatore estremista, che aveva giurato fedeltà allo Stato islamico, era uno dei bombaroli che hanno attaccato l’Hotel Shangri-La a Colombo, ma questo è stato in seguito contestato». Se non si è fatto saltare insieme ad altri kamikaze lì durante la colazione che fine ha fatto? E’ riuscito a fuggire? Una domanda che certo sta togliendo il sonno all’intelligence dello Sri Lanka che mantiene il più stretto riserbo sulla vicenda. E’ invece l’Imam Tawhidi, sciita iracheno, noto per la sua battaglia contro gli islamici terroristi (perlopiù sunniti) per difendere la faccia pulita dei musulmani moderati, a descrivere con due eloquenti video di predicazione ed incitazione all’odio chi era (o è se è vivo) Zahram.

Moulvi Zhmar davanti alle bandiere occidentali in fiamme

«Passiamo ore a mostrare estremisti ogni giorno – scrive Tawhidi che ha creato anche una fondazione per contrastare il fenomeno – Questo video e il suo background sono passati inosservati a causa delle barriere linguistiche. Se fosse stato esposto e portato all’attenzione delle autorità, avrebbe potuto essere fermato. Terrorista #SriLanka: (traduzione breve): nell’Islam ci sono tre tipi di persone: un musulmano, un non musulmano che è d’accordo con i musulmani, e un non musulmano che deve essere ucciso. Chiunque non sia d’accordo con i musulmani dovrebbe essere ucciso. Questo è Zahran Hashim, uno dei terroristi identificati come responsabili di almeno uno degli attentati nello Sri Lanka. Qui è lui che predica con uno sfondo di paesi non musulmani in fiamme, dicendo: “L’Islam non consente di difendere la bandiera nazionale. Indù, cristiani, buddisti come non credenti. Allah ha creato questa terra per i musulmani; I kafir hanno il diritto di vivere, solo i musulmani hanno il diritto di governare. La lealtà dei musulmani dovrebbe essere solo per la nazione governata dai musulmani. È un peccato vivere in Occidente, terra di incredulità. Anche se un miscredente fa cose buone, lo odio, perché è un non credente”». Del gruppo National Thowheed Jamath parlò anche Anne Speckhard, direttore del Centro internazionale per lo studio dell’Estremismo Violento, durante una conferenza a febbraio: ha riferito ad Associated Press che in quell’occasione fu avvicinata da un funzionario dell’intelligence dello Sri Lanka che gli rivolse una domanda imbarazzante. Era preoccupato per quel gruppo locale jihadista che “sarebbe semplicemente scomparso” quando il governo avrebbe cercato di individuarlo e chiese alla studiosa cosa ne pensasse…


I SOSPETTI DIETRO AL FALLIMENTO DELL’INTELLIGENCE
La segnalazione di pericolo inviata al presidente dagli 007 dello Sri Lanka ed ora diffusa dal ministro delle Telecomunicazioni

Com’è possibile che un Imam che predicava simili cose fosse libero di parlare e muoversi a piacimento nel suo paese, colonia britannica? Domanda che diventa ancor più agghiacciante alla luce delle testimonianze raccolte dal Daily Mail: «Hilmy Ahamed, vicepresidente del Consiglio musulmano dello Sri Lanka, ha dichiarato di aver avvertito i funzionari dell’intelligence militare del gruppo e dei suoi leader. Parlando da Colombo, Ahamed ha dichiarato: “Puntare la comunità non musulmana è qualcosa che incoraggiano – dicono che devi ucciderli in nome della religione. “Ho consegnato personalmente tutti i documenti tre anni fa, fornendo nomi e dettagli di tutte queste persone. Si sono seduti su di essi. Questa è la tragedia”». Com’è possibile che in presenza di un fanatico così pericoloso denunciato dagli stessi musulmani le segnalazioni dell’intellegence non siano state sufficienti ad allertare il governo ma soprattutto a catturarlo? Gospa News ha cercato di spiegare nell’articolo di ieri le oscure trame che si annidano nei rapporti tra politica, affaristi islamici, governi ed organizzazioni terroristiche. In precedenti reportage abbiamo evidenziato le troppo evidenti e strette correlazioni tra i miliziani qaedisti di Al Nusra e White Helmets, l’ong di presunto soccorso fondata da un ex ufficiale dell’iintelligence militare del Regno Unito, così come le operazioni dell’Us Army per liberare, in cambio di tonnellate d’oro, i capi Isis anche con un blitz in una prigione afghana controllata dai Talebani. Il campo di rifugiati di Al Rukban che sarebbe luogo di nascondiglio di terroristi Isis dove fu addestrato Brenton Tarrant, l’attentatore di Christchurch, sospettato di essere vicino al Mossad, il servizio segreto di Israele, paese dove fu accertata la sua presenza. Oppure l’allarme del presidente americano Donald Trump sugli ottocento Foreign Terrorist Fighters occidentali ma il suo silenzio totale sugli altrettanti dell’Arabia Saudita. Notizie di cronaca puntualmente documentate dagli articoli di Gospa News e successivamente riportate anche dal sito americano di geopolitica militare Veterans Today, fondato da reduci de Vietnam digustati dalle politiche guerrafondaie e dalle troppe implicazioni del Pentagono con varie organizzazioni terroristiche islamiche. Informazioni verificate non semplici ipotesi o opinioni. Nonostante ciò i massacri continuano ad accadere come se si stessa riproponendo su scala internazionale la strategia del terrore divenuta famosa negli Anni Ottanta per le misteriose stragi su cui aleggiava l’ombra dell’organizzazione paramilitare Gladio – Stay Behind. Ci occuperemo in altri articoli di quella che abbiamo già definito Triade Massonica anglo-sionista-americana che governa attraverso il sempre più menzionato Deep State al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ora è il momento di piangere i morti. A causa dell’interruzione dell’accesso ai social e ai servizi di messaggistica disposto dal presidente dello Sri Lanka insieme al coprifuoco è molto difficile avere informazioni sulle vittime di nazionalità srilankese mentre emergono molti particolari su quelle internazionali. Onde evitare di distinguere vittime di serie A e di serie B in relazione alla notorietà ci limiteremo a riferire degli almeno 27 bambini rimasti uccisi: un calcolo assolutamente approssimativo attinto dalle uniche fonte che li menzionano.

LA STRAGE DI BAMBINI IN CHIESE E HOTELBambini in preghiera con la catechista nella chiesa di Sion colpita da una delle esplosioni

E’ il giornalista Giulio Meotti de Il Foglio nel suo profilo Facebook a porre attenzione alla Chiesa di Sion a Batticaloa sulla costa orientale. Da lì arrivano le immagini festose di bambini che si stanno preparando al rito solenne della Pasqua leggendo brani liturgici e cantando insieme ai loro catechisti. Tra loro ci sono le 22 vittime dell’esplosione. Tra loro ci sono i numerosi feriti che non si sa se sopravviveranno. Non si sa invece quanti fanciulli siano morti chiesa di Sant’Antonio a Colombo e nella chiesa di San Sebastiano a Negombo e percià il conteggio finale dei bambini deceduti è assolutamente incerto.
I bambini in festa prima della Messa di Pasqua nella chiesa di Sion

Resta una sola certezza: hanno vissuto tutti un trapasso glorioso che nell’istante della loro morte li ha trasfigurati in piccoli martiri cristiani. Sono ora i più vicini a Dio proprio perché anime innocenti esi sono guadagnati un posto accanto ai Cherubini ed ai Serafini nel più alto dei cieli dove i loro cori di umani defunti si uniranno a quelli degli angeli.
La piccola di circa 2 anni morta in uno degli attentati nelle chiese

Di loro quasi nessuno ha parlato. I siti web occidentali sono tutti impegnati a raccontare la storia di quelle altre vittime mediaticamente più importanti perché consanguinei di personalità famose come tre dei quattro figli del patron danese della multinazionale dell’abbigliamento Asos, il miliardario Anders Holch Povlsen che si trovava in vacanza con la moglie Anne Storm e tutti i bambini. Pochi giorni fa la figlia più grande, l’adolescente Alma, aveva pubblicato su Instagram una foto dei tre fratelli Astrid, Agnes e Alfred, di spalle a bordo di una piscina srilankese. Non si sa chi si sia salvato. Ma anche tre di loro non sono sfuggiti al terribile destino scritto dai jihadisti con la negligenza (o forse complicità) dell’intelligence locale e probabilmente anche internazionale. Tra i 37 stranieri morti di 12 differenti nazioni (nessun italiano finora risulta deceduto o ferito ad eccezione di un giornalista colito di striscio da una scheggia mentre la polizia faceva brillare un camioncino imbottito di tritolo inesploso).Kieran Shafritz de Zoysa fotografato con la mamma

Sempre il Dalily Mail riferisce che tra le vittime c’è pure il ragazzino americano 13enne Kieran Shafritz de Zoysa, tra gli scolari del quinto anno nella prestigiosa scuola Sidwell Friends a Washington DC frequentata da Sasha Obama. «Appassionato di apprendimento, adorava i suoi amici ed era incredibilmente eccitato riguardo al ritorno a Sidwell Friends nel prossimo anno scolastico» lo ha ricordato il preside della scuola Mamadou Guèye in una e-mail diffusa dalla CNN. Non è chiaro se qualcun altro della famiglia sia rimasto ferito, tra cui la madre con cui stava viaggiando ed è stato fotografato. Un’altra mamma, invece, è morta insieme al figlio con cui stava facendo colazione in uno degli alberghi bersagliati dai kamikaze.


Alle 8,30 del mattino di Pasqua hanno perso la vita i britannici Alex Nicholson, 11 anni, e sua madre, Anita, 42 anni, nel bar della Table One al secondo piano dell’hotel Shangri-La, nella capitale del paese Colombo, come riporta da The UK Telegraph. Il padre Ben Nicholson è sopravvissuto all’esplosione ma la figlia della coppia è misteriosamente scomparsa. Un mistero che si ammanta di grave inquietudine essendo avvenuto in una nazione nota per il traffico di minori da destinare alle adozioni clandestine o ai mercati illeciti di esseri umani (prostituzione – trapianto di organi). Tra i morti, secondo quanto riferito da The Sun, anche la studentessa londinese Nisanga Mayadume e la sua mamma-cuoca televisiva Shantha Mayadume.La commovente statua di Gesù insanguinata nella chiesa di San Sebastiano a Negombo

Sono tutte altre vittime innocenti che diventano martiri dinnanzi a Dio: a differenza dei sette kamikaze che agendo nel nome di Allah per la Jihad hanno creduto di guadagnarsi lo Janna, il paradiso islamico, ma sono senza ombra di dubbio finiti subito all’inferno. Quello della loro anima rimasta rinchiusa nel buio eterno del rimorso orima ancora che nella Geenna.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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Sri Lanka. «L’Occidente si vergogna dei cristiani, non riesce neanche a nominarli»


Intervista a Gian Micalessin: «La mano dell’Isis nella strage di Pasqua era evidente. Solo la nostra cultura laicista ha paura di difendere i cristiani. E anche la Chiesa ha le sue colpe»


«Gli esecutori degli attacchi di domenica contro cittadini di paesi della coalizione e cristiani sono combattenti dello Stato islamico». Due giorni dopo il massacro di Pasqua, l’Isis ha rivendicato gli attentati che hanno colpito tre chiese e tre hotel internazionali nelle città di Colombo, Negombo e Baticaloa attraverso il canale jihadista Amaq. «Aspettavo la rivendicazione», dichiara Gian Micalessin, inviato di guerra del Giornale a tempi.it. «Gli attentati sono stati preparati in modo meticoloso da una mano esperta, l’esplosivo utilizzato non era artigianale ma tritolo di tipo militare».

L’intelligence dello Sri Lanka era stata più volte allertata da servizi di sicurezza stranieri a inizio mese sul rischio attentati. Un ministro cattolico del governo ha dichiarato di aver evitato chiese affollate dopo essere stato informato del rischio di attacchi. Il cardinale arcivescovo di Colombo, Malcolm Ranjith, ha dichiarato che la tragedia «poteva essere evitata». Perché le forze di sicurezza del paese asiatico hanno ignorato il pericolo?
Sappiamo che il governo è diviso da una profonda crisi politica. L’anno scorso il presidente Maithripala Sirisena ha tentato di sostituire il primo ministro, Ranil Wickremesinghe, con un altro candidato. La Corte Suprema ha poi reintegrato il premier, ma il Consiglio dei ministri era diviso. La superficialità del governo, del resto, è cominciata molto prima.

Quando?

A gennaio è stato scoperto nel paese un campo di addestramento dell’Isis, sono stati trovati decine di chili di tritolo. Le autorità si sono lasciate scappare una cinquantina di terroristi che si addestravano al campo, non hanno arrestato i jihadisti rientrati dalla Siria dopo la caduta del Califfato. Ecco perché non ho mai creduto alla possibilità che i responsabili fossero solo membri del gruppuscolo islamista National Thowheed Jamath.

Le autorità dello Sri Lanka però hanno attribuito al Ntj la paternità degli attacchi. Tutti gli attentatori kamikaze hanno colpito il loro bersaglio in modo coordinato. A giudicare dal numero delle vittime disponevano di esplosivo non artigianale, ma militare. I giubbotti esplosivi, poi, sono stati confezionati da mano esperta. Questa non è opera di un gruppo che pensa a sfregiare le statue buddiste. Qui si vede la lunga mano dell’Isis, che dopo la sconfitta in Siria usa i suoi reduci per compiere attentati.

Il governo ha parlato di una possibile vendetta per gli attacchi alle moschee di Christchurch del 15 marzo. È possibile, anche se questi attentati vengono pianificati sicuramente da molto tempo.

I terroristi islamici volevano ancora una volta colpire i cristiani, come confermato dal comunicato dell’Isis. Eppure illustri politici occidentali, da Barack Obama a Hillary Clinton, non sono riusciti neanche a pronunciare la parola «cristiani», sostituendola con «Easter worshippers», cioè «celebranti della Pasqua».
La parola “cristiano” oggi è equiparata a un insulto. La cultura del politicamente corretto è ormai devastante e considera difendere i cristiani, cioè il gruppo religioso più perseguitato al mondo, come un insulto verso i musulmani.

C’è una sorta di timore reverenziale anche nel definire “islamici” gli attentatori. La dinamica dell’attentato aveva una chiara matrice islamica. Non c’era bisogno della rivendicazione dell’Isis per individuare un legame con il fondamentalismo islamico. Eppure sono addirittura state incolpate le Tigri Tamil, sconfitte nel 2009, si è data la colpa agli induisti. Tutto pur di non pronunciare il termine “islamico”.

Eppure dopo la strage di Christchurch nessuno ha avuto problemi a esprimere le proprie condoglianze a tutti i musulmani.
Certo perché il mondo occidentale, affetto da un insopportabile laicismo e dall’ideologia del politicamente corretto, ritiene sconveniente parlare di “cristiani”. Si vergogna a riferirsi ai valori della propria tradizione. Lo abbiamo già visto con la guerra in Siria e la Chiesa ha le sue responsabilità.

Cioè?

Dispiace dirlo, ma anche i vertici della Chiesa cattolica sembrano a volte preoccuparsi più dei migranti che dei cristiani perseguitati. È un paradosso ma in questi anni abbiamo visto come i rifugiati musulmani abbiano ricevuto un trattamento di favore rispetto ai rifugiati cristiani. L’Occidente ha paura di difendere i cristiani e i valori del cristianesimo. Questa è la realtà.


PROPONIMENTO DEL GIORNO


Oggi cercherò di fare qualche favore o gentilezza al mio prossimo per amore di Gesù e Maria.


CONTROLLO MENTALE… E SE TUTTO QUESTO FOSSE STATO CREATO PER COPRIRE QUALCOSA DI PIÙ GRAVE?


Dopo l’interrogatorio a Tripoli di un miliziano egiziano delle forze di Haftar catturato dall’esercito del governo legittimo di Al Serraj emergono informazioni inquietanti sulla responsabilità della guerra civile scatenatasi in Libia. Il prigioniero ha confessato di essere stato arruolato in Egitto insieme ad altri 30 commilitoni per appoggiare le milizie di Haftar e di essere stati inviati all’attacco di Tripoli alla presenza di 6 consiglieri militari francesi.





Notre Dame de Paris. CONTROLLO MENTALE... E SE TUTTO QUESTO È STATO CREATO PER COPRIRE QUALCOSA DI PIU' GRAVE?

https://www.movimentoriscattonazionale.it/news/controllo-mentale-e-se-tutto-questo-e-stato-creato-per-coprire-qualcosa-di-piu-grave/

QUELLO CHE NON TI HANNO DETTO SULLA DONAZIONE DEGLI ORGANI

Non ti hanno detto che l'espianto di organi quali cuore, fegato, polmoni, reni, ecc., si effettua da persona in coma, sottoposta a ventilazione mediante intubazione, e non da un morto in arresto cardio-circolatorio-respiratorio, come tutti intendiamo. La persona viene incisa dal bisturi mentre il suo cuore batte, il sangue circola, il corpo è roseo e tiepido, urina, può muovere gambe, braccia, tronco, ecc... Le donne gravide portano avanti la gravidanza.



Non è vero che prima si interrompe la ventilazione e che poi, a cuore e respiro fermi da 20 minuti, si inizi il prelievo, ma è proprio l'opposto.



Gli organi vengono tolti da persona che ha perso la coscienza, dichiarata d'autorità in "morte cerebrale", le cui reazioni alla sofferenza prodotta dall'espianto sono impedite da farmaci paralizzanti o da anestetici.


Prof. Dr. Massimo Bondì, L.D. Pat. Chir. e Prop. Clin. Univ. La Sapienza Roma, chirurgo generale e patologo generale: “La morte cerebrale è ascientifica, amorale e asociale” (Audizione Commissione sanità 1992).
Dr. David W. Evans, Fellow Commoner of Queens’ College Cambridge, cardiologo dimessosi dal Papworth Hospital per opposizione alla “morte cerebrale”: “C'è grande differenza tra essere veramente morto ed essere dichiarato clinicamente in morte cerebrale” (Audizione Commissione sanità 1992).
Dr. Robert D. Truog, Dr. James C. Fackler, Harvard Medical School Boston: “Non è possibile accertare la cessazione irreversibile di tutte le funzioni del cervello" [Critical Care Medicine, n° 12, 1992, “Rethinking Brain Death” (Ripensamento sulla morte cerebrale)].
Prof. Peter Singer, Presidente dell'Associazione Internazionale di Bioetica: “...la morte cerebrale non è altro che una comoda finzione. Fu proposta e accettata perché rendeva possibile il procacciamento di organi” (Congresso di Cuba 1996). 
Dr. Cicero Galli Coimbra, Head of Department neurology and neurosurgery, Univ. Sau Paulo, Brasil: “...i protocolli diagnostici per dichiarare la morte cerebrale (test dell’apnea) inducono un danno irreversibile su pazienti che potrebbero essere salvati” (Convegno internazionale Roma 19/2/2009).

IL DIBATTITO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE E' ROVENTE, MA IN ITALIA CONTINUA LA CENSURA.

QUELLO CHE DEVI SAPERE 

È in vigore la Legge n. 91 del 1° aprile ’99, detta del silenzio-assenso, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import. Essa va a sommarsi alla L. 578/93, al D.M. 582/94 e D.M. Turco 11/04/08 che impongono concetto e dichiarazione della “morte cerebrale” in 6 ore per tutti, neonati ed adulti. 
Questa legge prevede che il Ministro della Sanità emani un decreto attuativo con 10 direttive per la schedatura dei cittadini in donatori e non-donatori: come e quando le ASL dovranno inviare notifica documentata a ciascun cittadino affinché si presenti per la dichiarazione di volontà. Solo dopo tale notifica, quanti non avranno risposto all'ASL, verranno d'ufficio considerati donatori. 
ATTENZIONE! Da più di 18 anni si attende tale decreto (art. 5): il Ministro inadempiente invece ha emesso un decreto temporaneo (8 Aprile 2000) contrario alla legge nello spirito e nella lettera, aprendo le porte a raccolte illegali e abusive presso Asl, ospedali, ambulatori, associazioni pro-trapianto, anagrafi comunali e siti web..., poi travasate nella totale assenza di garanzie nel database illegale del Centro Nazionale Trapianti. Questo è pericolosissimo per i non-donatori: abbiamo diffidato tutte le ASL, i Ministri della Salute e presentato ricorso al TAR.

IN ATTESA DEL DECRETO VIGONO DISPOSIZIONI TRANSITORIE

1) Diritto della persona di opporsi all'espianto di organi/tessuti/cellule con dichiarazione autografa, per es. la CARTA-VITA da noi emessa.
2) Diritto dei parenti di presentare opposizione scritta per coloro che non si sono espressi. I parenti sono esclusi in presenza di documentata volontà favorevole del malato (Attenti ai tesserini fasulli!).
3) Senza una forma scritta d’opposizione “è consentito procedere al prelievo di organi, tessuti e cellule”. 
È illegale che i medici chiedano ai parenti la firma di donazione, crudele ed immorale “donare” un altro. È illegale e criminale espiantare un non-donatore col menzognero alibi dell'autopsia.

DIFFIDA DELLE ISTITUZIONI CHE FANNO PROPAGANDA PER INCREMENTARE I TRAPIANTI

QUELLO CHE PUOI FARE CON NOI

Volere che sia abrogata la Legge 578/93 che impone in 6 ore la dichiarazione di “morte cerebrale” in presenza di respirazione ausiliata, circolazione sanguigna e cuore che batte autonomamente.

In tale attesa:

Volere corretta informazione: non va nascosto che l'espianto degli organi è a cuore battente mentre il prelievo di tessuti può essere dopo arresto respiratorio e cardio-circolatorio di 20 minuti. 

Volere che da subito sia introdotto il diritto all'obiezione di coscienza per medici che non credono nella morte del cervello mentre il corpo è vivo.

Volere che sia abrogata la L. 91/99, detta del silenzio-assenso, che espropria con inganno i cittadini, nonché le varie schedature illegali.

Volere che la schedatura sia contemplata solo per i donatori che abbiano personalmente dichiarato all'ASL la propria volontà di donare a cuore battente, come in Inghilterra. Volere sempre il rispetto dell'opposizione della famiglia.

Volere che i medici non spengano d'autorità la ventilazione e la vita ai non-donatori, impedendo consulti di medici di fiducia e terapie alternative. 

Volere che le associazioni “pro-morte a cuore battente” e “pro-espianto/trapianto” non penetrino nelle scuole a condizionare bambini e ragazzi indifesi. 

Volere che non si nascondano la sofferenza, le gravi patologie e l'alto tasso di mortalità dei trapiantati. 

Volere che si ponga fine al business istituzionale della macellazione umana e al conseguente commercio degli organi, legale e illegale.

4 nuovi pericoli:

1) Indagini strumentali invasive e dannose quali l’angiografia cerebrale per cercare segni di morte e non di vita; 

2) Espianto a cuore non battente da 1 a 5 minuti;

3) Proposta di Legge per mantenere vivi i "morti cerebrali" per esercitazioni chirurgiche, chimiche e radiologiche; 

4) Donazioni da viventi sani (rene, parte di fegato e in fieri polmone, pancreas, intestini).

OCCORRE PROMUOVERE UN REFERENDUM PER ABROGARE LA FINTA MORTE CEREBRALE


NIHON UNIVERSITY: “TERAPIA DELLA IPOTERMIA CEREBRALE CONTROLLATA”
Neurochirurghi giapponesi hanno salvato 14 pazienti su 20 con ematoma subdurale acuto associato a danno cerebrale diffuso e 6 su 12 con ischemia cerebrale globale da arresto cardiaco da 30 a 47 minuti, riportandoli a normale vita quotidiana, con pieno ristabilimento delle capacità di comunicazione verbale.
“Una dichiarazione affrettata di cosiddetta ‘morte cerebrale’ senza che sia stata tentata tale terapia potrebbe ben costituire omicidio o, come minimo, premeditata omissione di soccorso e malpractice” (Yoshio Watanabe MD; Cardiac Transplantation: Flaws In The Logic Of The Proponents. JPN Heart J, Sept 1997 - Hayashi N, MD, Brain Hypothermia Therapy, JPN Med J, July 6, 1996).

Prof. Lodovico Bergamini, docente di neurologia all'Università di Torino scrive: “Un tracciato elettroencefalografico può essere normale anche se piatto, cioè privo di ritmo visibile: ad esempio soggetti adulti ansiosi o soggetti neonati possono avere un tracciato piatto che di per sé non è assolutamente definibile patologico” (Manuale di neurologia clinica).

Espianto a cuore non battente da 1 a 5 minuti
Non bastano gli organi espiantati a cuore battente da persone dichiarate in "morte cerebrale" e così i falsari dei trapianti hanno sviluppato "contro legge" un protocollo autoritario da applicare a persone con attacco cardiaco reputate "precocemente" senza speranza. I falsari la chiamano "donazione a cuore fermo" per convincerci che sono morti, ma così non è. 
A livello internazionale è definita "donazione a cuore non battente" (Non Heart Beating Donor NHBD) ma cervello vivo. Si tratta di non applicare la rianimazione, anche se il cuore potrebbe riprendere, e dell'uso della circolazione extra-corporea per ossigenare reni e fegato, ostacolando l'afflusso di sangue al cervello. Se chiami il 118 per segnalare un attacco cardiaco, sappi che come primo atto telefoneranno al Coordinatore dei prelievi e avvieranno subito trattamenti per effettuare l'espianto allo scadere dei 20 minuti previsti dalla legge per la dichiarazione di morte cardiaca.

MOLTI MEDICI ILLUSTRI HANNO ESPRESSO PUBBLICA CONDANNA E CHIESTO MORATORIA

Alcuni oppositori tra i tanti:
Prof. Dr. Nicola Dioguardi, emerito di medicina interna, Università di Milano; 
Prof. Dr. Edoardo Storti, emerito di clinica medica, Università di Pavia;
Prof. Dr. Paolo Puddu, direttore dell'Istituto di patologia speciale medica e metodologia clinica, Università di Bologna;
Dr.a Maria Luisa Robbiati, anestesista-rianimatrice, già dell'ospedale S. Camillo e del Policlinico Gemelli di Roma; 
Dr. Giuseppe Bertolini, anestesista-rianimatore, già degli Ospedali Riuniti di Roma; 
Dr.a Stefania Dente, anestesista-rianimatrice, già all'ospedale C.T.O. di Napoli, anestesista all’Osp. di Bolzano; 
Dr. Dario Miedico, specialista medicina legale, Milano; 
Dr. Paolo Bavastro, cardiologo, primario medico alla Filderklinik, Stoccarda; 
Prof. Giuseppe Sermonti, ordinario di genetica, Università di Palermo e di Perugia;
Dr. Dario Sepe, specialista malattie del fegato, Roma; 
Prof. Dr. Rocco Maruotti, primario chirurgo, Milano; 
Prof. Dr. Gerardo Ciannella, docente in medicina lavoro Univ. Napoli, Dirigente medicina preventiva Osp. Monaldi; 
David J. Hill, M.A., FRCA emeritus consultant anaesthetist, Cambridge, UK; ...