SE NON CREDETE CHE DIETRO QUESTA PSEUDO PANDEMIA CI SIA UN PIANO DIABOLICO SACRIFICALE DI VITE UMANE, ALLORA DOVETE CONOSCERE QUANTO SCOPRI' L'ANTROPOLOGA CECILIA GATTO TROCCHI MORTA MISTERIOSAMENTE E APPARENTEMENTE PER "SUICIDIO" NEL 2005 DOPO AVER PARTECIPATO A DIVERSE TRASMISSIONI TELEVISIVE, DOVE ESPONEVA IL RISULTATO DELLE SUE INDAGINI E STUDI SULL'OCCULTO E I SUOI PARTECIPANTI....
Donna molto eclettica, antropologa molto conosciuta, Cecilia Gatto Trocchi fu anche tra i fondatori della “Società Italiana per lo Studio di Psicopatologia e religione”, nonché consulente scientifica della “Rivista di Psichiatria Psicosomatica delle differenze Psiche Donna”. Ma tra i suoi vari interessi c’erano anche le tradizioni del Lazio, sulle quali aveva scritto diversi libri.
Cecilia Gatto Trocchi era molto battagliera, spesso ospite al “Maurizio Costanzo Show” e a “Porta a Porta”. Aveva studiato sul campo i fenomeni legati alle sette e alla diffusione delle pratiche magiche ed occulte. Il suo metodo consisteva proprio nella “osservazione partecipante”, ossia nel fingersi collega di sedicenti maghi e sensitivi. Partecipò così a molte cerimonie d’iniziazione e da queste sue esperienze dirette scrisse molti libri sull’occultismo, l’esoterismo, le nuove religioni, i miti e le leggende.
Questa prassi condusse l’antropologa a scoperchiare il classico vaso di Pandora: l’universo dell’occultismo non era solo popolato da ciarlatani, ma anche da tenebrosi proseliti di sette molto influenti e nefande. La studiosa restò attonita, quando venne a sapere che i vertici di questi circoli sono occupati da personaggi “politici” di spicco, da intellettuali e da professionisti di fama. Sono individui che ostentano un razionalismo oltranzista: essi, però, dietro le quinte, si dedicano anima e corpo alla denigrata (a parole) magia.
Fu proprio lei, per prima, ad accusare apertamente la Massoneria, durante una puntata di “Porta a Porta”, della copertura e degli omicidi del mostro di Firenze. Fu certamente una donna straordinaria, impegnata con tutta se stessa nella lotta contro il sèttarismo satanico.
E’ stata protagonista di numerose ricerche «sul campo» in Africa, America Latina, India, verificando le tematiche magico-simboliche, le mitologie e i rituali ed ha analizzato con il metodo dell’osservazione partecipante i gruppi magico-esoterici e le forme di sincretismo religioso, pubblicando decine di studi e analisi sul pensiero simbolico, l’etnomedicina, le religioni, l’arte, la magia. Impostasi in campo scientifico con “Viaggio nella magia” (Laterza, 1993), raccolta di saggi in cui la studiosa racconta un decennio di esperienze vissute in prima persona, con interviste a maghi ed esponenti dell’occulto, Cecilia Gatto Trocchi ha firmato moltissimi libri, da “Nomadi spirituali” (Mondadori, 1998) fino a “Civiltà e Culture” (Franco Angeli, 2003), che le hanno dato fama e successo tra addetti ai lavori e non, ma anche minacce di morte, con telefonate intimidatorie e bamboline voodoo lanciate nel giardino di casa.
La tragica fine
Circa la sua morte, così riportava perentoriamente “La Repubblica.it” del 13 luglio 2005:
“ROMA – Ha passato una vita intera a lottare contro satanisti, maghi e santoni, è stata minacciata, insultata, perseguitata dalle sette esoteriche, ma quando il figlio è morto in un incidente stradale ha perso la voglia di vivere. Cecilia Gatto Trocchi, 66 anni, docente di antropologia culturale e noto personaggio televisivo, si è uccisa la sera di lunedì lanciandosi nella tromba delle scale del palazzo di via Eusebio Chini 69, dove abitava da molti anni. Tra le mani stringeva una foto del figlio, scomparso nel giugno dell’anno scorso. Già a febbraio la professoressa aveva tentato il suicidio con i barbiturici ed era stata ricoverata al Cto per diversi giorni. La tragedia si è consumata verso le 21.30. Cecilia Gatto Trocchi viveva al piano terra, in un appartamento circondato da un piccolo giardino. La studiosa è salita fino al quinto piano in ascensore, lo ha bloccato e si è lanciata nella tromba delle scale. Morte istantanea. Sono stati gli uomini del 118 a ritrovare la foto del ragazzo che aveva tra le mani. La salma verrà sottoposta comunque all’autopsia ma la polizia non ha dubbi sul fatto che non si è trattato di un omicidio”. E ancora: “aveva viaggiato In Africa, India e America Latina per compiere ricerche su riti magici e religioni tribali. Negli ultimi anni si era dedicata agli studi “sul campo” di esoterismo e satanismo, si era “affiliata” a decine di sette e aveva frequentato, in incognito, studi di maghi, astrologi e stregoni. Minacce di morte e di sortilegi erano ordinaria amministrazione ma lei aveva sempre reagito con ironia. Poi la morte del figlio e la depressione che l’ha portata al suicidio”.
Si è trattato davvero di suicidio?
Quindi una donna ritenuta di carattere forte, ironica e polemica, nel giro di poco tempo va in depressione e si suicida, senza, ovviamente, lasciare alcun biglietto.
L’insano gesto parve del resto evidente dal fatto che la studiosa, al momento della caduta fatale, tenesse tra le mani la foto dell’adorato figlio Massimiliano, scomparso a soli 30 anni nel giugno del 2003 in seguito ad una leucemia fulminante, che equivaleva ad un biglietto d’addio, ma anche sul ritrovamento di questa foto davvero tra le sue mani ci sono parecchi dubbi. Del resto, la donna poteva avere in mano la foto anche per altre ragioni o potrebbe avergliela messa tra le mani qualcun altro e, ovviamente, non venne effettuato nessun rilievo per cercare eventuali impronte digitali diverse da quelle della donna.
Proprio il figlio Massimiliano, non molto tempo prima, era uscito miracolosamente vivo da uno spaventoso incidente stradale. La Gatto Trocchi, straziata dal dolore per la perdita, aveva però saputo reagire, come fecero notare alcuni attenti osservatori. Infatti il 27 febbraio 2004 la dottoressa fu ospite nella trasmissione “Enigma” in onda su Rai3 e apparve estremamente combattiva. Non certo in preda a quella depressione che l’avrebbe portata a tentare, dicono, il suicidio già nel febbraio del 2005 tramite barbiturici e, poi, a luglio dello stesso anno.
Dubbi vennero espressi anche circa l’incidente a cui era scampato il figlio, al quale aveva anche fatto intitolare un premio legato al tema della solidarietà. Singolare dinamismo, per una persona depressa e un po’ troppi dubbi.
Una morte che potrebbe aver fatto comodo a qualcuno? Certo una fine “tempestiva”, ben spiegabile secondo una facile lettura degli eventi, ma che potrebbe avere non pochi punti oscuri se si valuta nel complesso la vita e l’attività di questa donna. Una vicenda questa, però, nella quale nessuno ha la voglia, o il coraggio, di mettere davvero il naso.