Prima dell'articolo mi corre l'obbligo di rinfrescare la memoria ai più audaci della censura indiscriminata:
L’articolo 21 della Costituzione italiana:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”
Articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”
Articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.”
Articolo 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici
“Ogni individuo ha diritto a non essere molestato per le proprie opinioni.
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta.”
Articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE
“Libertà di espressione e d'informazione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.”
Sentenza della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana del 7 dicembre 1994 n° 420, dichiarò che è necessario “garantire il massimo di pluralismo esterno al fine di soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all’informazione"
IL PARERE DEL COMITATO NAZIONALE PER LA BIOETICA
Il parere del Comitato Nazionale per la Bioetica a proposito del dibattito sulle vaccinazioni obbligatorie e facoltative, sottolinea l’importanza che questa pratica può avere nei confronti della salute individuale e collettiva. A detta del Comitato infatti: "L’obbligo di vaccinazione, in questo senso, non si fonda soltanto sul diritto alla salute (art. 32 della Costituzione), ma anche sui doveri di solidarietà (art. 2 della Costituzione). Le vaccinazioni hanno un valore preventivo e anche terapeutico per alcune malattie, con un rapporto favorevole tra costi e benefici, oltre che tra rischi e benefici, sia per il singolo che per la collettività. Tuttavia, i problemi maggiormente avvertiti dall’opinione pubblica riguardano la possibilità di effetti collaterali negativi, in particolare reazioni allergiche, disturbi neurologici e infezioni. Queste difficoltà richiedono maggiore precauzione ed una attenta valutazione medica qualora si tratti di vaccinazioni su minori, più esposti agli effetti indesiderati del trattamento medico e incapaci di decidere e di assumersi il rischio derivante dalla mancata immunizzazione. Il documento sottolinea l’esigenza di garantire una corretta informazione sui rischi e i benefici delle vaccinazioni, che è necessaria anche nei trattamenti sanitari obbligatori e contribuisce a ridimensionare la percezione del pericolo, che a volte porta al rifiuto ingiustificato della vaccinazione, soprattutto per quanto riguarda la popolazione infantile.
Nel parere vengono manifestati dubbi sulla legittimità dell’obiezione di coscienza nei confronti delle vaccinazioni obbligatorie, quando esse siano richieste per la tutela della salute individuale e collettiva e non vi siano altri metodi per tutelare questo bene. Si richiede comunque che lo Stato si faccia carico in via ‘oggettiva’ degli eventuali danni derivanti dalle vaccinazioni obbligatorie, prevedendo rapidi procedimenti risarcitori. Infine, il Comitato auspica un incentivo alla promozione della cultura della salute, che in prospettiva potrebbe portare all’abolizione della obbligatorietà delle vaccinazioni, nel caso in cui l’adesione spontanea della popolazione lo consentisse".
LE PERPLESSITA' SUL PARERE DEL COMITATO PER LA BIOETICA
Il Comitato richiama gli articoli 32 e 2 della Costituzione. L'articolo 32 sancisce il sacrosanto diritto alla salute, ma il dovere di solidarietà dell'articolo 2 desta qualche perplessità:
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Per costringere dolcemente il popolo italiano a farsi vaccinare si richiama ad un generico "dovere di solidarietà sociale" per evocare un vago sentimento di responsabilità verso la cura e la difesa della salubrità dei membri di una comunità che interagiscono con gli altri in un rapporto di interdipendenza reciproca. Ma nell'articolo 2 si parla anche di doveri di solidarietà politica ed economica che sempre più spesso vengono disattesi. Ogni giorno assistiamo a decisioni politiche ed economiche che si fanno beffa del dovere di solidarietà sancito dalla Costituzione, svuotando di contenuto e di vigenza il predetto principio. Allora o la legge è uguale per tutti senza figli e figliastri, politici compresi, o la Costituzione democratica di questo paese è già stata surclassata ma tirata in ballo per convenienza, o peggio, "ad minchiam" (si scusi il latinismo). In questo periodo di pandemia da COVID19 in cui non si parla d'altro che di contagiati e positivi come se tutti indistintamente fossero stati "appestati", mentre perfino chi non è medico sa bene che le persone sane e con un sistema immunitario efficiente sono da considerarsi immuni, cioè di sana e robusta costituzione fisica. Ragione per la quale non sono pericolosi né per gli altri né gli altri possono contagiarli. Inoltre, questo continuo richiamo ai vaccini come soluzione univoca senza prima aver fatto uno screening serio e attendibile di tutti quelli che hanno contratto il virus in modo grave da essere stati in pericolo di vita, agitando lo spauracchio dei vaccini come soluzione per tutti è antiscientifico e idiota oltre che profondamente anticostituzionale. Perché, oltre al generico dovere di solidarietà, è la libertà di cura e di autodeterminazione che deve essere riconosciuta e garantita come diritto inviolabile fondamentale.
Dunque, la salute è un bene troppo prezioso per imporre una cura richiamandosi ad un aleatorio dovere di solidarietà. Inoltre, esistono studi scientifici seri e dettagliati sulla pericolosità dei vaccini contro l'influenza e altri virus che testimoniano i danni irreversibili arrecati ad un considerevole numero di pazienti in tutto il mondo. Questo studio, che qui verrà riportato integralmente, esiste ma è stato ignorato in malafede dall'OMS e da una larga parte della comunità scientifica solidale con Big Pharma di Bill Gates. Non solo, Big Pharma si sta muovendo contro associazioni che difendono la libertà di cura come Corvelva citandola in giudizio per non meglio identificati motivi. Sotto viene riportato l'articolo di Corvelva su questa spiacevole e giuridicamente irrilevante seccatura.
Questo lo studio "segreto" sui danni da vaccino ma riportato sul sito ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità:
Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi
(Articolo pubblicato su “Il Tempo” di martedì 8 gennaio 2019, pagina 6)
Poco più di 400 casi di encefalomielite acuta disseminata. Casi avversi provocati da “vaccino”. Un numero che non può di certo essere sottaciuto. E che invece, chissà perché, in tutto questo tempo, è stato tenuto ben “riposto” nel classico cassetto di turno, a cinque anni di distanza dallo studio che pure ha portato alla luce tali evidenze scientifiche.
Non si tratta dei soliti “No Vax” ma di uno studio finanziato con soldi pubblici e lasciato cadere nell’incuria e nell’oblio. Nel frattempo le ricerche sui vaccini, già programmate ed avviate all’Istituto Superiore di Sanità, sono state interrotte dopo il discutibile allontanamento del presidente dott. Fabrizio Oleari, nominato con concorso dal governo Monti, e la sua sostituzione – tutta politica – con il prof. Walter Ricciardi, il quale ben si era guardato dal partecipare al quel bando di concorso, salvo poi accettare il doppio incarico di commissario dello stesso Istituto per chiara fama secondo i voleri dell’allora ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Tornando al tema diciamo che si tratta del primo report (“Analisi delle segnalazioni internazionali di encefalomielite acuta disseminata post vaccinazione”) che descrive, in maniera capillare, le caratteristiche epidemiologiche della encefalomielite acuta disseminata post-vaccinica. Autore dello studio, pubblicato nel 2013 su “EpiCentro” – il portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità – il dott. Paolo Pellegrino dell’Unità di Farmacologia clinica (Dipartimento di scienze biomediche e cliniche) dell’Azienda Ospedaliera Luigi Sacco (Università di Milano).
Epicentro, per quanti non lo sapessero, fa parte del Vaccine Safety Net (Who Vsn), la rete di siti nata nell’ambito della Global Vaccine Safety, iniziativa a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), ideata per fornire ad operatori sanitari, istituzioni di salute pubblica e pubblico in generale, un facile accesso a informazioni scientificamente corrette ed affidabili sulla sicurezza vaccinale, nelle varie lingue dei diversi Paesi. I portali della rete, dopo un attento percorso di valutazione, vengono certificati dall’Oms stessa poiché adempiono a tutti i criteri di buona pratica in materia d’informazione sulle vaccinazioni. Insomma, lo avrete capito: non proprio il “circolo del dopolavoro”. Ma addirittura l’Oms e, per quanto concerne i fatti di casa nostra, l’Istituto presieduto, fino a non molti giorni fa, dal dimissionario Walter Ricciardi.
Ebbene, cosa è spuntato fuori da questa ricerca? È presto detto. Partiamo dai numeri. Sono stati ben 199 i casi rilevati dal VAERS (il reporting database americano) e 205 quelli evidenziati da EudraVigilance (il sistema di monitoraggio sulla sicurezza dei farmaci in Europa).
Casi di encefalite acuta disseminata, s’intende. Una patologia caratterizzata da un processo infiammatorio e demielinizzante che investe il sistema nervoso centrale e che, negli “episodi” passati al setaccio nello studio del professor Pellegrino, sarebbero derivati dai vaccini antimorbillo, dall’esavalente, dall’antiepatite B, dall’antimeningococco, ma soprattutto dai vaccini antinfluenzali e anti-HPV.
“In questo studio – scrive il gruppo di ricerca dell’Azienda Ospedaliera Luigi Sacco – abbiamo descritto, per la prima volta, le caratteristiche epidemiologiche della encefalomielite acuta disseminata post-vaccinica. A differenza degli studi precedenti riguardanti i casi di ADEM post infettiva, abbiamo osservato che questa patologia può riguardare ogni età. Abbiamo osservato che il vaccino anti-influenzale e anti-HPV siano quelli più comunemente associati a questa reazione avversa”.
Inoltre, sempre a leggere con attenzione le conclusioni della ricerca, si sottolinea ancora come i casi di encefalite post-vaccinica sarebbero stati sottostimati (“under-reporting”) a causa di “una riduzione dell’interesse per questo evento avverso”.
Ogni altro commento è superfluo ma una domanda sorge quanto mai spontanea: che ne era stato, finora, di questo interessantissimo studio, pure in bella evidenza sul sito dell’ISS e come mai stampa ed addetti ai lavori, solitamente sempre così vigili, lo hanno praticamente ignorato per tutti questi anni? Quando nelle azioni si intravede la malafede tutto il resto diventa risibile, soprattutto la presunta difesa della salute pubblica che i grandi cartelli farmaceutici non disdegnano di sacrificare sull'altare del profitto.
Cinzia Palmacci