sabato 14 marzo 2020

1918 INFLUENZA SPAGNOLA – INFLUENZA KILLER O ASPIRINA KILLER?




1918: MORTI PER ASPIRINA BAYER PIU' CHE PER INFLUENZA. RICORDIAMO CHE LA BAYER (EX IG FARBEN) ERA LA CASA FARMACEUTICA DEL GAS ZYCLON B DURANTE L'OLOCAUSTO NAZISTA. OGGI 2020 L'"ASPIRINA" SI CHIAMA VACCINO. IN PRATICA, QUELLI CHE SI SONO VACCINATI PER L'INFLUENZA SI STANNO AMMALANDO ANCHE DI COVID 19! E' IL SOLITO MANTRA, MA ORA ABBIAMO CAPITO A CHE GIOCO VOGLIONO GIOCARE, E NON CI PIACE AFFATTO....  



Durante l’influenza del 1918 non erano disponibili terapie antivirali specifiche. Questo è ancora largamente vero oggi. La maggior parte delle cure mediche per l’influenza mira a sostenere i pazienti, piuttosto che curarli.



Un’ipotesi suggerisce che molti decessi per influenza potrebbero in realtà essere attribuiti all’avvelenamento da aspirina. Le autorità mediche dell’epoca raccomandavano grandi dosi di aspirina fino a 30 grammi al giorno. Oggi, circa quattro grammi sarebbero considerati la massima dose giornaliera sicura. Grandi dosi di aspirina possono peggiorare i sintomi.


Aspirin Misuse May Have Made 1918 Flu Pandemic Worse, scriveva il SCIENCE DAILY nel 2009. Leggi qui

In 1918 Pandemic, Another Possible Killer: Aspirin sul New York Times nel 2011

“Dato che i milioni di morti del 1918-1919 appaiono correlati a un’applicazione errata della panacea farmaceutica di allora (aspirina) e che i vaccini sono la panacea farmaceutica di oggi, e in caso di pandemia verrebbero resi obbligatori per legge, conoscere la situazione del 1918-1919 è essenziale.” 


Questo è un articolo pubblicato sulla rivista NEXUS New Times n° 106 edizione italiana ottobre-novembre 2013


Di J. Holcombe, D. Jacobson e T. Ruhl © 2011 Dal sito Food Freedom

Ci sono due ipotesi accreditate circa l’altissima mortalità dell’influenza spagnola: l’aspirina e i vaccini. Una non esclude l’altra, anzi si potrebbe pensare a una sinergia negativa.
L’aspirina e la pandemia di influenza del 1918 – 1919

“I milioni di decessi della cosiddetta pandemia di influenza del 1918-1919 non furono causati da un virus, ma da un’estesa infezione batterica esacerbata dall’uso esteso di un farmaco immunosoppressore tossico assunto ad alti dosaggi: l’aspirina.”

Da quasi un secolo il mondo crede che nel 1918-1919 un virus sconosciuto e virulento fosse spuntato dal nulla uccidendo milioni di persone. Per mettere a tacere per sempre questo falso mito sono state pubblicate due relazioni: la prima nel 2008 e la seconda nel 2009.

La prima relazione è stata diffusa con un comunicato stampa del 19 agosto 2008 dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (NIAID) [e citata nell’articolo di D. M. Morens e all. su The Journal of Infectious Diseases]:

“I risultati batteriologici e istopatologici delle serie di autopsie pubblicate implicavano in modo evidente e coerente una polmonite batterica secondaria causata da comuni batteri delle vie aeree superiori nella maggior parte delle vittime dell’influenza.” Le persone erano state uccise da un batterio comune che si trova nel tratto respiratorio superiore, secondo le ricerche rivelate da F. William Engdahl (cfr. http://tinyurl.com/ljekg5y):

“I decessi della grande pandemia di influenza del 1918 – da 20 a 40 milioni in tutto il mondo – NON erano dovuti all’‘influenza’ o a un virus, ma alla polmonite causata da un’estesa infezione batterica.”

Il comunicato stampa del NIAID non precisa che cosa causò le infezioni batteriche, ma lo fanno le ricerche della Dott.ssa Karen Starko (http://tinyurl. com/n8uatj9). A suo avviso si tratta dell’aspirina, ipotesi che combacia perfettamente con le ricerche del NIAID sulla polmonite causata da infezioni batteriche estese, e prosegue spiegando anche l’estrema rapidità dei decessi: “La mortalità era indotta da due sindromi clinico-patologiche che si sovrapponevano: inizialmente una grave condizione simile al distress respiratorio acuto (ARDS), che si stima abbia causato il 10-15% dei decessi (mancano dati da serie di autopsie sequenziali), e in seguito una ‘superinfezione’ polmonare batterica aggressiva, che era presente nella maggior parte dei decessi.”

Osservando i dati sui deceduti, Starko ha notato che risultavano evidenti due gruppi che si distinguevano in base a un arco temporale molto significativo fra l’inizio della malattia e la morte:

1. Persone morte di polmonite a causa di un’infezione batterica, che si ammalavano e si aggravavano progressivamente fino al decesso;

2. Persone colte da sintomi improvvisi che portavano a una morte rapidissima, spaventoso emblema dell’“influenza” del 1918: perfettamente sane il mattino, morivano nel giro di poche ore.

In entrambi i gruppi, è l’aspirina, il probabile fattore causativo. Per il primo gruppo, quello della polmonite, l’aspirina sopprimeva il sistema immunitario, consentendo alle infezioni batteriche di attecchire. I medici dell’epoca correlavano i casi di polmonite con l’uso dell’aspirina. Per il secondo gruppo, in cui la morte giungeva rapidamente, i sintomi erano coerenti con il sovradosaggio da aspirina, accompagnato da morte rapida. Starko spiega: “Un rapporto da Camp Dix notava: ‘La malattia era una vera e propria epidemia. La straordinaria tossicità, la marcata spossatezza, la cianosi estrema e la rapidità dello sviluppo caratterizzano questa malattia come un’entità clinica distinta che finora non è stata descritta completamente…’.

La tossicità del salicilato spesso viene sottovalutata perché è presente un’altra condizione, perché la dose è considerata irrilevante e perché i sintomi (iperventilazione, vomito, sudorazione, mal di testa, sonnolenza, confusione, dispnea, agitazione, epistassi, vertigini, edema polmonare, emorragia) sono aspecifici. Nel 1918, era quasi impossibile differenziare, dal punto di vista patologico o clinico, un’intossicazione progressiva da salicilato da un’infezione: ‘La dispnea dura da poche ore a un giorno […] seguita da collasso respiratorio, collasso circolatorio, convulsioni e morte.’

“Riassumendo, appena prima del picco di mortalità del 1918, l’aspirina veniva raccomandata in regimi oggi noti come potenzialmente tossici e causativi di edema polmonare, e dunque potrebbe aver contributo alla mortalità generale della pandemia e a molti dei suoi misteri.

La mortalità nei giovani adulti si potrebbe spiegare con la maggiore disposizione a usare le nuove terapie consigliate e con la presenza di giovani in situazioni di trattamento standardizzate (ambienti militari). La bassa mortalità fra i bambini si può spiegare come conseguenza del minore uso di aspirina. Il principale testo di pediatria del 1918 raccomandava l’idroterapia, e non il salicilato, per la febbre; l’edizione del 1920 condannava la pratica di somministrare ‘prodotti contenenti catrame’ per fare abbassare la febbre […]. Il diverso utilizzo dell’aspirina potrebbe anche contribuire alle differenze di mortalità fra gli ambienti urbani e gli accampamenti militari.” Capire la causa dei milioni di decessi del 1918-1919 non è solo una questione di rilevanza storica.

Da quel momento in poi, le autorità mediche, le agenzie sanitarie e i governi internazionali hanno attribuito la mortalità a un virus spaventosamente virulento. La loro opinione ha posto le basi per creare la fobia di una grande minaccia: la prospettiva di future pandemie di pari virulenza, in grado di uccidere milioni di persone in tutto il mondo. Sono nate nuove agenzie, sono stati sviluppati piani internazionali e leggi d’emergenza per pandemia (http:// tinyurl.com/lunsggq) con tanto di supporto militare. Miliardi, se non addirittura bilioni, di dollari sono stati investiti per trovare un vaccino che protegga il mondo da una possibile ricomparsa dell’Influenza spagnola del 1918.

Eppure il NIAID ha detto che non ci sono prove che si trattasse di influenza e che invece il responsabile era un comune batterio respiratorio. Il lavoro della Starko supporta questa idea e offre una prospettiva scientifica su come sia stata probabilmente l’aspirina a causare i due tipi di decessi ricorsi nel 1918-1919, ovvero uno lento e uno incredibilmente rapido.

Nel frattempo, il governo degli Stati Uniti, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità trattano i decessi rapidi come una delle spaventose caratteristiche di un virus “misterioso” e, dunque, procedono con lo sviluppo di un vaccino.

Dato che i milioni di morti del 1918-1919 appaiono correlati a un’applicazione errata della panacea farmaceutica di allora (aspirina) e che i vaccini sono la panacea farmaceutica di oggi, e in caso di pandemia verrebbero resi obbligatori per legge, conoscere la situazione del 1918-1919 è essenziale. 



Il New York Times del 12 ottobre 2009 riportava (http:// tinyurl.com/yko5v2l): “Nel febbraio 1917, Bayer perse il brevetto sull’aspirina per l’America, aprendo le porte di un redditizio mercato farmaceutico a molti altri produttori. Bayer reagì con una campagna pubblicitaria insistente che celebrava la purezza del marchio, proprio quando l’epidemia stava raggiungendo il picco.

”Secondo Karen Starko: “La reclamizzazione dell’aspirina nell’agosto 1918 e una serie di raccomandazioni ufficiali per l’uso dell’aspirina a settembre e all’inizio di ottobre, precedettero il picco di mortalità dell’ottobre 1918.

“Il numero di decessi negli Stati Uniti aumentò bruscamente, con un primo picco fra gli uomini della Marina alla fine di settembre, poi fra quelli dell’Esercito all’inizio di ottobre e, infine, fra la popolazione generale alla fine di ottobre.”

Una frase scritta da Starko è particolarmente significativa: “Gli omeopati, che consideravano l’aspirina un veleno, contavano pochi decessi fra i loro assistiti.”

Questa affermazione si staglia contro uno sfondo di milioni di morti causate da Bayer e dall’industria farmaceutica dell’epoca. Lo stesso articolo del New York Times diceva anche: “Venivano prodotte confezioni di aspirina che non recavano avvertenze sulla tossicità e fornivano poche indicazioni di utilizzo. Nell’autunno del 1918, di fronte a una diffusissima malattia mortale per cui non si conoscevano cure, il Chirurgo Generale dell’Esercito degli Stati Uniti raccomandò l’aspirina come trattamento sintomatico, e i corpi militari acquistarono grosse quantità del farmaco.

“Il Journal of the American Medical Association suggeriva una dose di 1.000 milligrammi ogni tre ore, l’equivalente di quasi 25 compresse standard di aspirina da 325 milligrammi in 24 ore. È circa il doppio del dosaggio giornaliero che oggi viene considerato sicuro.”

L’omeopatia rappresentava una minaccia per i profitti dell’industria farmaceutica. Peggio ancora, i medici omeopati criticavano tutta la classe dei farmaci sintetici a base di catrame, vera e propria base dell’industria farmaceutica.

Per contro, usando solo sostanze naturali (e quindi non brevettabili), gli omeopati salvarono le vite di quasi tutti i pazienti che si erano rivolti a loro durante la calamità del 1918-1919.

Questo dato minacciava di svelare che le nuove medicine sintetiche a base di catrame (derivate dalla potente industria petrolifera), la base stessa di un nuovo gigantesco settore di investimenti, erano in realtà disastrose dal punto di vista medico. Bisognava evitarlo.

Nell’articolo “La storia del cartello farmaceutico” (cfr. http:// tinyurl.com/mrmr9f6), la Rath, Health Foundation riportava che nel 1918:

“La Fondazione Rockefeller [di lì a poco collegata alla Bayer; cfr. http://tinyurl.com/mhuwe85] usò l’epidemia di Influenza spagnola – insieme ai mass media (di cui all’epoca aveva già il controllo) – per iniziare una caccia alle streghe contro ogni forma di medicina che non fosse coperta dai propri brevetti.”

Nel suo affidavit presentato in risposta a una causa legale (http://tinyurl.com/lw7r27x) che lo accusava falsamente di distribuire medicinali non registrati in Sudafrica, il Dott. Mathias Rath notò nella sezione intitolata “Storia dell’industria farmaceutica” (http://tinyurl.com/mhuwe85):

“La Fondazione Rockefeller era l’organizzazione di facciata per una nuova iniziativa di business globale… Questa nuova iniziativa prese il nome di business degli investimenti farmaceutici. Le donazioni della Fondazione Rockefeller andavano solo alle scuole di medicina e agli ospedali, che erano diventati evangelizzatori dei farmaci brevettati, sviluppati da una nuova razza di compagnie il cui prodotto erano i farmaci sintetici e brevettati […]

Questa fu anche l’epoca in cui vennero scoperte le prime vitamine. Diventò ben presto evidente che queste molecole naturali avevano proprietà benefiche in grado di salvare delle vite e potevano prevenire diversi disturbi cronici.

“Tali molecole naturali di recente scoperta avevano solo uno svantaggio: non erano brevettabili. Così, già nei primi decenni della sua esistenza, il business degli investimenti farmaceutici affrontava una minaccia mortale: le vitamine e altri micronutrienti pubblicizzati dai programmi per la salute pubblica avrebbero impedito lo sviluppo di qualsiasi grosso business di investimento basato su farmaci sintetici brevettati.

“Per promuovere l’accettazione pubblica della sua ‘nuova medicina’ come ombrello filantropico per il recente settore degli investimenti farmaceutici in medicinali brevettati, i media controllati dai Rockefeller usarono l’epidemia di Influenza spagnola del 1918 per lanciare una campagna contro tutte le forme di medicinali senza brevetto e screditarle come ‘non scientifiche’. Nei successivi 15 anni, praticamente tutte le scuole di medicina degli USA, tutti gli ospedali importanti e, soprattutto, la ‘American Medical Association’ diventarono parte di questa strategia per allineare l’intero settore sanitario sotto il controllo del business degli investimenti farmaceutici.”

Questa caccia alle streghe, in cui Bayer riveste un ruolo di spicco, ha una storia lunga e cruenta e continua ancora oggi, mentre il settore farmaceutico ricorre a misure draconiane come la messa al bando di tutti i rimedi erbori- stici in Europa (http://tinyurl.com/27xyaha) a partire dal maggio 2011; passando per la battaglia per rinchiudere in prigione un medico che offre cure naturali per il cancro al cervello; ai tentativi di criminalizzare gli omeopati e tutti gli specialisti in medicina naturale nella Carolina del Nord; fino al divieto, del dicembre 2010, di produrre vitamina C per somministrazione endovena (http://tinyurl.com/33qpycp) (è un trattamento efficace ma non aggressivo per il cancro) e al piano per bandire in Australia migliaia di comuni piante da giardino (http://tinyurl. com/6j2bo6g).

Vista l’epica battaglia che l’industria farmaceutica ha ingaggiato contro i rimedi naturali, è chiaro che miri anche a occultare la verità sulla pandemia del 1918-1919: ovvero che l’industria farmaceutica ha ucciso milioni di persone e che le cure naturali hanno salvato molta gente.

I vaccini e la montatura dei CDC

Nel 2005, i Centri per il controllo delle malattie (CDC) dichiararono di aver ricostruito il virus “virulento” del 1918 (http://tinyurl.com/bpxr68d): “I ricercatori dei CDC e i loro colleghi sono riusciti nel compito di ricostruire il virus dell’influenza che causò la pandemia di influenza del 1918-1919, uccidendo fino a 50 milioni di persone in tutto il mondo.” Ora, qualunque cosa avessero ricostruito i CDC, non poteva essere la stessa che aveva ucciso milioni di persone nel 1918-1919.

Apparentemente i CDC non si sono accorti del fatto che l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive ha dimostrato che non si trattava di un virus o di influenza, ma di un comune batterio delle vie aeree superiori, che si era trasformato in un’infezione diffusa e poi in polmonite letale grazie all’effetto immunosoppressore dell’aspirina.

È stata l’aspirina a uccidere, e non un virus.

La questione, però, è: perché mai vengono reclamizzati dei vaccini per una pandemia “simile all’influenza del 1918” se i decessi non erano stati causati da un’influenza?

Dato che si trattava di un batterio comune, le seguenti dichiarazioni dei CDC non hanno senso: “Questo rapporto descrive la riuscita ricostruzione del virus dell’influenza A (H1N1) responsabile per la pandemia del 1918 di ‘Influenza spagnola’ e offre nuove informazioni sulle proprietà che hanno contribuito alla sua eccezionale virulenza […]”

“Secondo le stime, la pandemia di influenza del 1918- 1919 uccise da 20 a 50 milioni di persone in tutto il mondo, molte di più rispetto alle successive pandemie del XX secolo. Le proprietà biologiche alla base della virulenza dei virus influenzali delle pandemie non sono ancora state sufficientemente comprese. Per indagare sui meccanismi della virulenza potrebbero essere importanti delle ricerche mirate a comprendere meglio come abbiano contribuito al processo patologico i singoli geni del virus influenzale della pandemia del 1918.”

I CDC stanno diffondendo una versione dei fatti completamente fantascientifica sui decessi del 1918-1919, che non corrisponde né ai dati storici né a quelli biologici. E poi la versione del “virus virulento” non tiene conto degli interrogativi più persistenti riguardo al 1918-1919: perché morivano molti giovani, o perché le morti avvenivano così rapidamente. Entrambi trovano risposta con il lavoro di Karen Starko sull’uso e sovradosaggio di aspirina nel 1918-1919.

Anche se nessun virus era responsabile dei decessi, per i CDC c’è un altro problema. Non ci sono neppure mai state delle prove che dimostrassero la ricostruzione del virus. Il virologo tedesco Stefan Lanka punta il dito contro le fonti che sostengono la ricostruzione e, in un’intervista del 2005 (http://tinyurl.com/mr9ptwg), rivela che al virus mancano dei pezzi:

“Il Dott. Jeffery Taubenberger, la fonte che ha segnalato la presunta ricostruzione del virus della pandemia del 1918, è un dipendente dell’Esercito degli USA e ha lavorato per oltre 10 anni alla produzione, sulla base di campioni di diversi cadaveri umani, di brevi frammenti di sostanza genetica attraverso la tecnica di moltiplicazione biochimica PCR. Fra la moltitudine di frammenti prodotti, ha selezionato quelli risultati più simili al modello di sostanza genetica ideale di un virus influenzale, e li ha pubblicati. “In nessun cadavere, però, era stato visto o isolato un virus, né da esso è stato isolato un frammento di sostanza genetica. Per mezzo della tecnica PCR sono stati prodotti dal nulla dei frammenti di sostanza genetica di cui non si può dimostrare una precedente esistenza nel cadavere. Se fossero stati presenti dei virus, sarebbe stato possibile isolarli, e da essi si sarebbe potuta isolare anche la relativa sostanza genetica; nessuno avrebbe avuto necessità di produrre laboriosamente, attraverso la tecnica PCR – con chiare intenzioni ingannevoli – un modello rattoppato di sostanza genetica ideale di un virus influenzale.”

L’intervistatore ha poi domandato come un profano potesse verificare tutto questo, e Lanka ha risposto:

“Riguardo a questi brevi frammenti di sostanza genetica, che non sono completi in senso genetico e non sono neppure sufficienti per definire un gene, si presuppone che insieme formino l’intera sostanza genetica di un virus influenzale.

“Per accorgersi del raggiro, basta poter sommare la lunghezza dei frammenti pubblicati per rendersi conto che la somma delle lunghezze dei singoli frammenti, che a quanto si è detto compongono l’intera sostanza genetica virale del presunto virus influenzale, non corrisponde al… genoma del modello del virus influenzale.

Evitando di considerare l’infezione batterica o il ruolo dell’aspirina nelle morti del 1918-1919 e perpetuando il falso mito del “virus virulento”, i CDC stanno promuovendo la necessità di farmaci antivirali (che sono menzionati per nome) oltre allo sviluppo di vaccini; tuttavia nulla di tutto questo sarebbe appropriato per combattere ciò che uccise tante persone nel 1918.

I CDC continuano a pubblicizzare falsamente che le morti del 1918-1919 erano dovute a influenza, ignorando i batteri respiratori comuni che invece ne erano all’origine, come dimostrato dal NIAID, e il grande abbaglio della medicina costituito dall’aspirina, che è tossica:

“Gli attuali antivirali e vaccini sono efficaci contro il virus del 1918?

“Sì. Due tipi di farmaci antivirali, la rimantadina (Flumadine) e l’oseltamivir (Tamiflu), si sono dimostrati efficaci contro virus dell’influenza simili al virus del 1918. I vaccini contenenti l’HA del 1918 o altre proteine HA di sottotipi di H1 sono stati efficaci nel proteggere i topi contro il virus del 1918. Infatti, l’attuale vaccino per l’influenza ha prodotto nei topi un certo grado di protezione contro il virus del 1918.

“Sono in corso di studio nuove misure profilattiche e terapeutiche contro il virus del 1918?

“La ricostruzione del virus del 1918 permetterà ai CDC di impegnarsi nello sviluppo di virus di riferimento per un candidato vaccino che fornirebbe la protezione ottimale contro questo virus o virus simili.”

La caratterizzazione, ad opera dei CDC, del 1918 come un anno in cui un virus virulento minacciò tutta l’umanità è palesemente falsa. E questa falsa concezione è stata utilizzata da George W. Bush per instillare il terrore (http://tinyurl.com/mww7mfu) che un nuovo virus virulento – associato al virus del 1918 – sarebbe comparso di nuovo uccidendo milioni di persone.

Perché i CDC persistono con questa mistificazione nonostante le prove dimostrino il contrario?

Anche volendone rifiutare le motivazioni, si potrebbero suggerire alcuni effetti prodotti dalla diffusione della spaventosa falsa idea che questo virus ucciderebbe milioni di persone.

1. La distrazione dall’effettiva realtà per cui nel 1918 furono efficaci solo i trattamenti naturali;

2. La copertura della responsabilità di Bayer, dell’aspirina e dell’industria farmaceutica per i decessi;

3. La vendita di miliardi di farmaci antivirali e lo sviluppo di vaccini;

4. Il maggior potere finanziario dell’industria farmaceutica per controllare i media e influenzare la politica;

5. L’aumento delle malattie e dei decessi dovuti ad agenti chimici farmaceutici, uno dei maggiori fattori di rischio;

6. La spaventosa dipendenza dalle “autorità mediche esperte” e dalle “soluzioni” complesse e costose per salvare le persone;

7. Il conferimento di autorità illimitate alle agenzie regolatrici statali per “proteggere” il pubblico dai prodotti naturali;

8. L’uso dello spettro di milioni di morti come giustificazione per annullare dei diritti umani per “proteggere” il pubblico;

9. Il potenziamento dell’industria farmaceutica verso un monopolio globale incontestato della salute (vita e morte);

10. L’industrializzazione, commercializzazione e militarizzazione della “malattia”;

11. Una porta aperta per l’uso di una “emergenza pandemia” per giustificare la legge marziale

“Evitando di considerare l’infezione batterica o il ruolo dell’aspirina nelle morti del 1918-1919 e perpetuando il falso mito del “virus virulento”, i CDC stanno promuovendo la necessità di farmaci antivirali oltre allo sviluppo di vaccini.” (http://tinyurl. com/lavwten).

La verità – che le autorità mediche usando l’aspirina Bayer (e l’aspirina generica) hanno ucciso tanti milioni di persone, tanto che queste morti sono diventate uno degli eventi più terrificanti della storia dell’umanità – fondamentalmente minaccia un settore globale degli investimenti da bilioni e bilioni di dollari costruito intorno al mai discusso “parere dei medici” e all’uso dei farmaci sintetici.

Medicina industriale vs. medicina naturale

La versione completa della verità contiene qualcosa di ancor più terribile per l’industria farmaceutica dei “soli” milioni di decessi che ha causato, perché in realtà accadde anche un altro fatto molto significativo: la medicina non industriale, utilizzando sostanze naturali, salvò diverse persone dalla morte.

L’anno 1918 costituì un gigantesco test in cui si potevano confrontare milioni di persone: quelle che venivano curate con la medicina industriale e quelle che venivano curate con la medicina naturale.

Nel primo gruppo il tasso di mortalità era incredibilmente alto.

Nel secondo gruppo, sopravvissero quasi tutti.

Questa realtà emerge con chiarezza nel 1918, e attira l’attenzione mondiale sul periodo storico in cui si era affermata l’industria dei farmaci chimici sintetici, mentre un tempo l’umanità utilizzava soltanto la natura.

L’aspetto che spicca è il fallimento nonché la tossicità di uno dei più antichi e fidati prodotti di quest’industria, l’aspirina, con proporzioni devastanti.

A questo aggiungiamo la reclamizzazione globale da parte di Bayer di questo prodotto tossico grazie all’influenza della politica e dei media: la loro azione combinata aumentò le perdite di vite umane a livelli mai visti prima.

Il prodotto di Bayer causò così tanti milioni di morti che potremmo equiparare l’aspirina alla peste nera: da 20 a 50 milioni di morti nel biennio 1918-1919 rispetto ai 25-75 milioni di morti nel corso di tanti anni di peste bubbonica.

Tuttavia, questo singolo prodotto farmaceutico sintetico ormai ha di gran lunga sorpassato per mortalità la più famigerata malattia della storia, dato che i decessi non sono tuttora terminati e raggiungono proporzioni epidemiche. Coloro che salvavano vite nel 1918-1919, mentre l’aspirina uccideva, erano i fautori della medicina naturale.

Oggi la politica, sotto l’influenza della Bayer e di altre compagnie farmaceutiche, sta bloccando l’accesso ai rimedi naturali, che hanno letalità nulla e hanno salvato delle vite nel 1918-1919, a favore di vaccini prevedibilmente letali, considerati necessari in base a un falso mito estremamente fuorviante: l’idea che il colpevole fosse l’influenza (un virus) che in realtà non era la causa.

Al di là delle morti che Bayer ha causato con la sua aspirina, negli anni Ottanta la compagnia vendette consapevolmente “farmaci anticoagulanti agli emofiliaci per milioni di dollari: medicinali con un elevato potenziale di contagio dell’AIDS”, come riportato nel 2003 nel Sydney Morning Herald (http://tinyurl.com/lsp36zr).

Il medicinale era stato sviluppato utilizzando il plasma di donatori portatori di HIV. “Di conseguenza – notava la CBS nel 2009 – migliaia di emofiliaci furono infettati con l’HIV.” (http://tinyurl.com/efw78). Riguardo a questo, la MSNBC ha trasmesso un video che accusa Bayer senza mezzi termini (http://tinyurl.com/yqamee). Alla luce dei milioni di decessi del 1918-1919 dovuti all’invenzione di Bayer dell’aspirina, un farmaco sintetico a base di catrame, e dei recenti vaccini sintetici di Bayer (potenzialmente contaminati con qualsiasi cosa), si è innescata una naturale rivalutazione del naturale rispetto al sintetico nelle cure mediche. In questa rivalutazione, la posta in gioco è la vita o la morte dell’umanità.

La mortalità dell’aspirina e dei FANS

Nel 1918 si trovano diverse testimonianze di prima mano di medici che accusavano l’aspirina come causa delle polmoniti. Raccogliendo queste testimonianze, l’omeopata Julian Winston notò nel 1998 (http://tinyurl.com/c3r3ex): “Leggendo i resoconti sull’epidemia sembra che la maggior parte delle morti fosse stata causata da una polmonite virulenta che fu particolarmente devastante nei soggetti il cui organismo era stato depresso dagli analgesici, e il più comune di questi era l’aspirina.” Ecco uno dei resoconti, che citava:

“Mi fu consegnato un pacco contenente 1.000 compresse di aspirina, e 994 erano di troppo. Credo di averne somministrate una mezza dozzina […] I miei rimedi erano pochi. Quasi sistematicamente somministravo Gelsemium e Bryonia. Se riuscivo ad arrivare per primo, i miei pazienti sopravvivevano quasi sempre, a meno che qualcuno non li avesse prima mandati in farmacia a comprare l’aspirina: quando accadeva in genere mi trovavo fra le mani un caso di polmonite.”

– Dott. J. P. Huff, Kentucky Winston aggiungeva: “Il medico che mi impartì le prime nozioni di omeopatia, il Dott. Raymond Seidel, raccontava che aveva deciso di diventare un medico omeopatico durante l’epidemia di influenza, quando lavorava come fattorino per un omeopata del New Jersey […] Diceva:

‘Mi ero accorto che le persone che prendevano l’aspirina morivano, e invece quelli che ricevevano rimedi omeopatici sopravvivevano’.”

L’aspirina fu il primo degli antinfiammatori non steroidei (FANS), e non ce ne furono altri fino al 1955, quando fu messo in vendita il Tylenol (http://tinyurl.com/kjqq4yx).

Sono i farmaci di uso più comune sul mercato, venduti con o senza ricetta medica.

Per Bayer e l’industria farmaceutica, sono le basi indiscusse del loro business.

Eppure, uccidono sistematicamente.

Citando articoli tratti da varie riviste mediche nel suo fondamentale studio del 2002, “FANS tossici e letali: un rapporto investigativo”, l’investigatore indipendente Roman Bystrianyk dichiara (http:// tinyurl.com/m86mqrh):

“Ogni anno oltre 100.000 persone vengono ricoverate per emorragie gastrointestinali, e di queste 16.500 muoiono.

Fra l’altro, queste stime sono considerate ‘prudenti’, e le cifre tengono conto solo dei FANS su ricetta usati solo per trattare l’artrite e solo negli Stati Uniti.

Se si contassero i ricoveri e decessi relativi a FANS su ricetta e da banco non solo per l’artrite, ma per ogni disturbo e in tutto il mondo, i numeri sarebbero sicuramente altissimi. Se prendiamo queste cifre e le applichiamo ai tanti anni di circolazione di questi farmaci fin dagli anni Settanta, i numeri sono spaventosi.

Eppure, finora nessuno studio ha mai cercato di quantificarli.” I dati provengono dal Centro nazionale di statistica sanitaria e dal Sistema informativo medico per artrite, reumatismi e invecchiamento.”

L’aspirina, primo farmaco appartenente a questa classe, esiste fin dall’Ottocento. Quante persone ha ucciso questo farmaco da solo? Bystrianyk. Aggiunge:

“Un’altra osservazione importante è che, prima di finire in ospedale in gravi condizioni, la maggior parte dei soggetti non presenta segnali d’allarme che indichino i danni interni causati dai farmaci. E come abbiamo visto dalle statistiche, circa il 10% di questi ricoveri termina con la morte […]

“Persino l’aspirina, il primo FANS sintetizzato oltre un secolo fa da Felix Hoffman per le industrie Bayer, non è esente da rischi. E considerando che l’aspirina è tra i farmaci più consigliati per ridurre l’incidenza delle cardiopatie, dobbiamo tenere conto anche dei danni gastrointestinali che causa.”

Bystrianyk quindi cita l’articolo di J. Weil e all. nel British Medical Journal, “L’aspirina a scopo preventivo e i rischi di ulcera peptica con emorragie”. “Abbiamo scoperto che le dosi di aspirina comprese fra 75 e 300 mg al dì, attualmente usate nella profilassi cardiovascolare, non sono sicure in quanto potenziali cause di emorragie da ulcere gastriche o duodenali. In alcuni casi anche i dosaggi molto bassi di aspirina (75 mg) hanno causato emorragie gastriche nei volontari […] Una riduzione generale delle dosi di aspirina (75 mg) non eliminerebbe il rischio […]

Come se non bastasse, aggiunge Bystrianyk: “Purtroppo il rischio di ricoveri ospedalieri e morte non è l’unica possibilità quando si assumono farmaci di questo tipo. Altri studi indicano che quando si assumono FANS è elevato anche il rischio di scompenso cardiaco congestizio. Un autore indicava che la mortalità si può equiparare a quella dei pazienti con emorragie gastrointestinali. Se è così, il numero dei decessi attribuiti ai FANS supererebbe drasticamente la già drammatica cifra di 16.500.”

La sua fonte è l’articolo del 2000 di J. Page e D. Henry su Archives of Internal Medicine, “Il consumo di FANS e lo sviluppo di scompensi cardiaci congestizi nei pazienti anziani”.

La seguente dichiarazione di Bystrianyk riguardo a tutti i FANS (compresa l’aspirina Bayer) si può estendere facilmente a ciò che accadde nel 1918-1919, compreso il silenzio totale attorno all’aspirina di Bayer (e alle versioni generiche) che è implicata nell’uccisione di milioni di persone nel 1918:

“I FANS sono davvero un’epidemia silenziosa che ha seminato dolore e morte in proporzioni terribili. Il pubblico non sa praticamente nulla di questa tragedia, dato che un’enorme quantità di informazioni scritte esiste principalmente nei santuari delle biblioteche mediche. Le compagnie farmaceutiche continuano a vendere e promuovere in tutto il mondo queste sostanze tossiche e le agenzie governative non hanno fatto nulla di rilevante per allertare il pubblico.”

Naturalmente, le nuove ricerche non fanno che evidenziare i rischi dei FANS. Un sito che segnala le ricerche più recenti è Pain-Topics.org. Nel maggio 2011, il ricercatore e assistente medico Stewart B. Leavitt ha scritto (http:// tinyurl.com/k97hozy):

“I risultati delle nuove ricerche indicano che anche l’uso a breve termine di questi antidolorifici non è sicuro per i pazienti [cardiopatici] con dolori.”

Nuovi interrogativi sulla pandemia del 1918-1919

Senza dubbio i decessi della pandemia di “influenza” del 1918-1919 – da 20 a 50 milioni – rappresentano la più grande catastrofe iatrogena nella storia umana.

La pandemia non ha solo rivelato l’estrema tossicità del principale farmaco di Bayer, l’aspirina, ma anche qualcosa di più profondo: il vile fallimento dell’industria dei farmaci sintetici a base di catrame nel curare le malattie. Con questa informazione sorgono nuovi interrogativi, non più semplicemente medici, ma che riguardano anche il potere e il profitto.

L’influenza non fu la causa delle morti del 1918-1919. Anche se questo articolo si è concentrato sulle prove mediche che indicano che un sovradosaggio di aspirina è la spiegazione più plausibile per i decessi terribili e rapidi, e anche se l’uso di aspirina appare responsabile delle diffuse infezioni batteriche che hanno prodotto polmoniti letali, c’è una causa che viene ancor prima dell’aspirina stessa: il desiderio di guadagno della Bayer.

Mentre milioni di persone morivano durante l’“influenza” del 1918-1919, quanti soldi ha guadagnato Bayer?

Questi nuovi interrogativi devono trovare una risposta.∞

Nota di redazione:

Questo articolo è tratto da “Bayer and Death: 1918 and Aspirin”, di J. Holcombe, D. Jacobson e T. Ruhl, pubblicato sul sito Food Free- dom: http://foodfreedom.wordpress.com. L’articolo originale completo, diviso in cinque parti, è scaricabile alla pagina http://tinyurl.com/ kboj8p5.

NOTA BENE: nel 1920 circa la metà dei medici praticava l’omeopatia o altre metodiche tradizionali, e l’altra metà la medicina chimica.

Nel 1918 imperversò una pandemia letale: la cosiddetta influenza spagnola

LA PANDEMIA DI SPAGNOLA CHE CAUSO' 50 MILIONI DI VITTIME PARTI' DA UNA BASE USA  DEL KANSAS. LA STORIA SI RIPETE?....


La devastante febbre spagnola del 1918, una pandemia che fece da 25 a 50 milioni di morti nell'autunno del 1918, alla fine della prima guerra mondiale, in realtà fu importata in Europa dai soldati americani provenienti dal Kansas, secondo i risultati di un recentissimo studio appena pubblicato dall'Accademia americana delle scienze. L'aggettivo «spagnola» l'influenza se lo guadagnò perchè fu la Spagna per prima a parlare pubblicamente di questo virus mortale, senza per questo rivelare un segreto militare.


Ospedale militare d'emergenza durante l'influenza spagnola 1918


Cent’anni fa scoppiò un’influenza devastante che si stima abbia mietuto tra 20 e 50 milioni di vittime. È stata più letale della Prima guerra mondiale ed è considerata la peggiore pandemia del secolo scorso. Stiamo parlando dell’influenza spagnola.
Origine e diffusione

L’influenza spagnola non partì, come suggerisce il nome, dalla penisola iberica, ma molto probabilmente dal Midwest degli Stati Uniti. I primi casi furono descritti in Kansas nel marzo del 1918. Da lì, il patogeno arrivò presumibilmente in Europa con le truppe americane. Tuttavia, le prime notizie sull’insorgenza dell’influenza giunsero dalla Spagna poiché questo Paese non era coinvolto nella Prima guerra mondiale e non c’era quindi una censura.

La pandemia si manifestò in tre ondate. La seconda, che si diffuse a partire da metà agosto del 1918, è quella che causò il maggior numero di vittime. In Svizzera, l’influenza spagnola colpì circa due milioni di persone e fu la più grave catastrofe demografica della Svizzera nel XX secolo.

Il contagio tramite goccioline e contatto fu favorito da diversi fattori: cattive condizioni igieniche, sfinimento e malnutrizione della popolazione dopo una lunga ed estenuante guerra, ampi movimenti di truppe provenienti da tutti i continenti in combinazione con esodi di civili, censura della stampa e ignoranza sulla natura virale della malattia.
Virus influenzale

L’influenza spagnola si distingue da altre epidemie influenzali per due caratteristiche in particolare: l’elevata mortalità, e il fatto che colpì soprattutto persone tra i 20 e i 40 anni. La maggior parte dei decessi furono conseguenza di una polmonite batterica. Gli storici della medicina presumono che il virus abbia indebolito così tanto l’organismo che il corpo non era più in grado di difendersi da ulteriori attacchi microbici. Ne conseguì una cosiddetta superinfezione, dove un’infezione virale crea le premesse per un’ulteriore infezione batterica. Tutte le terapie conosciute fallirono.

Il virus influenzale fu scoperto solo nel 1933 e i ricercatori riuscirono a isolare l’agente patogeno del 1918 solo negli Anni novanta, designandolo «H1N1, sottotipo A». Un discendente di questo virus è l’a-gente patogeno dell’influenza aviaria H5N1.
Provvedimenti

Le autorità riconobbero la gravità della situazione solo durante la seconda ondata influenzale. Vennero quindi introdotti sistemi d’allarme per i casi d’influenza, ordinate quarantene nei porti e nelle stazioni ferroviarie e creati reparti d’isolamento negli ospedali.


Ai passeggeri di un tram viene chiesto di indossare una mascherina.

Si applicò il principio di «distanza sociale» per evitare assembramenti di massa. Scuole, teatri, sale cinematografiche, osterie, mercati e chiese furono temporaneamente chiusi. L’uso di mascherine e disinfettanti fu raccomandato o addirittura imposto dalla legge per frenare il contagio.

Per il timore di altre pandemie analoghe, nel 1952 l’OMS istituì il Global Influenza Surveillance and Response System (GISRS). Sin dalla fondazione di questa rete, laboratori di tutto il mondo collaborano alla sorveglianza dei virus influenzali.

La Svizzera si prepara sistematicamente alle pandemie influenzali dal 1995. Il primo piano svizzero contro le pandemie influenzali è stato elaborato nel 2004 sotto la guida della Commissione federale per la preparazione e la risposta alle pandemie (CFP). Questo piano è stato poi aggiornato negli anni successivi.
Intervista a Marc Strasser, capo della sezione Biologia del Laboratorio Spiez (nome che è tutto un programma).


Marc Strasser lavora presso il Laboratorio Spiez dal 2002, dove in seno alla sezione Biologia ha creato il gruppo Virologia che ha diretto fino alla fine di agosto del 2015. Quale sostituto del capo progetto, ha partecipato alla realizzazione del nuovo laboratorio di biosicurezza. Da settembre del 2015 dirige la sezione Biologia. Una pandemia delle proporzioni dell’influenza spagnola del 1918 è ancora possibile oggi?

Considerata la natura dei virus, è uno scenario fondamentalmente ipotizzabile. Tuttavia, oggi viviamo in condizioni molto diverse rispetto al 1918. Le condizioni igieniche sono migliori di quanto lo fossero all’e-poca. Oggi disponiamo inoltre di vaccini e di una migliore conoscenza dei virus. Una situazione identica a quella del 1918 non si verificherà presumibilmente più.

Quali sono oggi le sfide in questo contesto?

Una sfida centrale è la rapida alterazione (spostamento antigenico o deriva antigenica) dei virus dell’influenza. Inoltre, i viaggi globali possono favorire una rapida diffusione dei virus in tutto il mondo. Un vantaggio decisivo è però il fatto che i vaccini esistenti possano essere adattati rapidamente ai nuovi tipi di virus e in questo modo reagire contro il ceppo virale corrispondente.

Quali misure verrebbero adottate oggi?

Le misure sarebbero fondamentalmente simili a quelle del 1918: evitare assembramenti di massa, distribuire mascherine e sensibilizzare sulla disinfezione delle mani. Un vantaggio rispetto al 1918 è che oggi siamo meglio informati su come comportarci in caso di un’epidemia influenzale. Le attuali terapie mediche per curare le infezioni conclamate sono molto più efficaci. Come profilassi è inoltre possibile vaccinare i gruppi di persone più vulnerabili.

È possibile fare previsioni sulle future epidemie influenzali?

Prevedere un’epidemia influenzale è un concetto puramente teorico. Non tutti gli esseri umani e gli animali sono sensibili ai virus allo stesso modo. Per esempio, la trasmissione di agenti patogeni dai suini agli esseri umani è, a causa di recettori simili, molto più probabile della trasmissione dagli uccelli agli esseri umani. Visto che oggi i virus sono sorvegliati molto bene, è possibile riconoscere una nuova epidemia influenzale e prevenirla in una fase precoce.

Coronavirus, Iss: “in Italia finora i decessi per causa del Covid-19 sono solo 2”

SOLO DUE MORTI DI COVID 19. MA ALLORA DI CHE STIAMO PARLANDO? DI "PAURA DA PERDITA DI POLTRONE"?.....  



ISTITUTO SUPERIORE DELLA SANITA' NESSUN DECEDUTO PER CORONAVIRUS

Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa di questo pomeriggio, ha precisato che su 1.266 morti, soltanto 2 sono deceduti senza patologie pregresse. Brusaferro afferma: “dobbiamo ancora analizzare le loro cartelle cliniche. Tutti gli altri avevano numerose patologie croniche, molti più di due o tre, in modo particolare diabete, obesità, malattie cardiovascolari. L’età media delle vittime è di oltre 80 anni, in prevalenza maschi. Soltanto 2 persone tra i morti avevano meno di 40 anni, ma avevano un tumore e altre patologie gravi“.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Sabato 14 Marzo 2020
Sabato della II settimana di Quaresima

Risultato immagini per In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore per tutti,
e la sua misericordia
si estende a tutte le sue creature. (Sal 145,8-9)

Colletta
O Dio, che per mezzo dei sacramenti
ci rendi partecipi del tuo mistero di gloria,
guidaci attraverso le esperienze della vita,
perché possiamo giungere alla splendida luce
in cui è la tua dimora.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Mi 7,14-15.18-20)
Il nostro Dio viene a salvarci.


Dal libro del profeta Michèa

Pasci il tuo popolo con la tua verga,
il gregge della tua eredità,
che sta solitario nella foresta
tra fertili campagne;
pascolino in Basan e in Gàlaad
come nei tempi antichi.
Come quando sei uscito dalla terra d’Egitto,
mostraci cose prodigiose.
Quale dio è come te,
che toglie l’iniquità e perdona il peccato
al resto della sua eredità?
Egli non serba per sempre la sua ira,
ma si compiace di manifestare il suo amore.
Egli tornerà ad avere pietà di noi,
calpesterà le nostre colpe.
Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà,
ad Abramo il tuo amore,
come hai giurato ai nostri padri
fin dai tempi antichi.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 102)
Rit: Misericordioso e pietoso è il Signore.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.

Canto al Vangelo (Lc 15,18)
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te.
Lode e onore a te, Signore Gesù.

VANGELO (Lc 15,1-3.11-32)
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.


+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore, padre buono e misericordioso, perdona tutti i nostri peccati. Convertiti dal suo abbraccio amoroso, rivolgiamogli la nostra supplica, dicendo:
Signore, pietà.

Per la Chiesa che ha la missione di riconciliare con Dio la comunità degli uomini: sperimenti in se stessa la riconciliazione evangelica e si presenti al mondo lacerato dal peccato, segno credibile di conversione e di unità. Preghiamo:
Per coloro che non comprendono la tenerezza di Dio verso i peccatori o ritengono impossibile il perdono: i cristiani siano per essi una concreta attuazione della parabola evangelica. Preghiamo:
Per la famiglia, che è irradiazione della paternità e maternità di Dio: educhi i figli al perdono e alla comunione nella gioia. Preghiamo:
Per le persone disorientate dalle proposte negative della società: trovino nel progetto di Dio sull'uomo il riferimento sicuro per la propria vita. Preghiamo:
Per noi che abbiamo ascoltato il vangelo della misericordia: esso ci dia la forza di alzarci e di incamminarci verso la riconciliazione pasquale. Preghiamo:
Perchè accogliamo l'invito a perdonare per essere perdonati.
Per i giovani che anche oggi si allontanano da casa.

O Padre che ci converti, non minacciando castighi ma rivelandoci la tua bontà e misericordia, fa’ che, rifiutato il cibo immondo del peccato, ci alimentiamo al banchetto dell'eucaristia quaresimale per esser trasformati in Cristo, che è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera sulle offerte
Da questo sacrificio che ti offriamo,
Signore,
venga per noi una forza di redenzione,
che ci salvi dai cedimenti umani
e ci prepari a ricevere i doni della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI QUARESIMA II
La penitenza dello spirito

È veramente giusto renderti grazie,
è bello cantare la tua gloria,
Padre Santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai stabilito per i tuoi figli
un tempo di rinnovamento spirituale,
perché si convertano a te con tutto il cuore,
e liberi dai fermenti del peccato
vivano le vicende di questo mondo,
sempre orientati verso i beni eterni.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode: Santo...


Antifona di comunione
“Rallegrati, figlio mio,
perché tuo fratello era morto
ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato”. (Lc 15,32)


Preghiera dopo la comunione
La comunione al pane di vita eterna, o Dio,
agisca profondamente nel nostro spirito,
e ci renda partecipi
della forza di così grande sacramento.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Oggi Gesù dice una parabola per ciascuno di noi: noi tutti siamo quel figlio che il peccato ha allontanato dal Padre, e che deve ritrovare, ogni giorno più direttamente, il cammino della sua casa, il cammino del suo cuore. La conversione è esattamente questo: questo viaggio, questo percorso che consiste nell’abbandonare il nostro peccato e la miseria nella quale esso ci ha gettati per andare verso il Padre.
Ciò che ci sconvolge in questa parabola, e la realtà la sorpassa di molto, è il vedere che di fatto il nostro Padre ci attende da sempre. Siamo noi ad averlo lasciato, ma lui, lui non ci lascia mai. Egli è “commosso” non appena ci vede tornare a lui. Talvolta saremmo tentati di dubitare del suo perdono, pensando che la nostra colpa sia troppo grande. Ma il padre continua sempre ad amarci. Egli è infinitamente fedele. Non sono i nostri peccati ad impedirgli di darci il suo amore, ma il nostro orgoglio. Non appena ci riconosciamo peccatori, subito egli si dona di nuovo a noi, con un amore ancora più grande, un amore che può riparare a tutto, un amore in grado in ogni momento di trarre dal male un bene più grande. Il suo perdono non è una semplice amnistia, è un’effusione di misericordia, nella quale la tenerezza è più forte del peccato.
Gesù vuole che noi abbiamo la stessa fiducia anche nei confronti degli altri. Nel cuore di ogni uomo vi è sempre una possibilità di ritorno al Padre, e noi dobbiamo sperarlo senza sosta. Quando vediamo fratelli e sorelle convertiti di recente che ricevono grazie di intimità con Dio, spesso davvero straordinarie, esultiamo senza ripensamenti, e partecipiamo alla gioia del Padre.

venerdì 13 marzo 2020

Mezzi militari sulle strada nel Veronese Social in fermento, ma è un'esercitazione

SOLO UN'ESERCITAZIONE? LE ESERCITAZIONI SI FANNO PER PREPARARSI A QUALCOSA, O NO?..... 

Militari per le strade di Veronella


Mezzi militari in transito questa mattina da Arcole e Veronella: erano i "Ranger" del 4° Reggimento alpini paracadutisti di stanza alla caserma "Duca" di Verona impegnati in una esercitazione di routine programmata da tempo nella zona di Cologna Veneta.

Il transito per le vie centrali dei paesi dell'Est veronese dei "Ranger" (forza speciale del Comfose, Comando forze speciali dell'esercito italiano), immortalato da alcune delle poche persone che in quel momento si trovavano per la strada, ha creato moltissimo panico e ha scatenato, sui social, il diluvio di post. Non è bastato qualche intervento di chiarimento da parte del sindaco Loris Rossi, che ha risposto a qualche post: il fatto che si tratti di attività programmata non ha fatto altro che far crescere il disappunto tra molti cittadini convinti che la popolazione dovesse essere avvisata.

Oltre alla situazione contingente ad alimentare la preoccupazione è l'imminente esercitazione della NATO Defender Europe 2020, che non coinvolge l'Italia nè le forze armate italiane, ma che sta portando oltre 20 mila soldati americani, attraverso sei porti europei, sul confine orientale dell'Europa dove l'esercitazione si concluderà a fine maggio. Proprio ieri, stante l'emergenza sanitaria in atto, l'esercito americano ha comunicato la riduzione del numero di militari impiegati e l'Italia ha confermato la mancata partecipazione.

Elicotteri privi di contrassegni e scie chimiche



E' noto che le attività clandestine di aerosol coincidono con una frenetica attività di elicotteri non identificati, i quali hanno funzioni non ancora definitivamente accertate. Mentre negli anni passati, all'inizio delle attività chimico-biologiche sul nostro territorio, era più frequente avvistare mezzi del tutto assimilabili ad aeromobili di tipo militare (in genere si trattava di Agusta-Bell AB 212 in livrea mimetica, sebbene anch'essi privi di targhe di riconoscimento), ora è consuetudine registrare soprattutto la presenza di elicotteri dalle solo apparenti fogge civili.

Ultimamente abbiamo potuto più volte osservare velivoli con livrea del tutto assimilabile a quella dei Vigili del Fuoco, ma, come nel caso di tutti gli altri aeromobili ripresi, questi sono sempre privi di coccarde identificative. Appare evidente l'intenzione di ingannare un osservatore non attento ridipingendo con fogge "familiari" gli aeromobili che, invece, hanno evidentemente scopi di sorvolo del tutto estranei a quanto ingenuamente qualcuno potrà pensare. Se così non fosse, per qual motivo si adottano tali espedienti? E' chiaro che il gran numero di elicotteri impegnati in voli sui centri abitati non rientra assolutamente nella norma e costituisce un'attività illegale occupare i cieli di qualsiasi paese con velivoli non muniti di contrassegni identificativi. Non ultimo, sappiamo che a Sanremo è stato realizzato un eliporto sul cui reale uso (non viene a quanto pare impiegato né da eliambulanze né dalla protezione civile) le persone interrogate appaiono reticenti ed evasive. Ma allora... chi autorizza questi voli? Gli enti preposti al controllo aereo (E.N.A.C. ed E.N.A.V.) e, in special modo, il Ministero della "Difesa", dovrebbero fornirci delle risposte esaurienti e definitive.

Vano auspicio.


REGOLAMENTO “MARCHE DI NAZIONALITA’ E DI IMMATRICOLAZIONE DEGLI AEROMOBILI CIVILI”

Articolo 5


Le marche di nazionalità e di immatricolazione devono essere dipinte sull’aeromobile oppure apposte con qualsiasi altro mezzo che assicuri un equivalente livello di integrità nel tempo. Le marche devono essere tenute pulite e visibili.



Il 27 settembre 2008, come è noto, si sono svolti gli ultimi febbrili negoziati Alitalia-C.A.I., mentre i voli chimici si erano diradati in tutta Italia nella settimana precedente. Inconsueto ed abnorme è stato il numero di elicotteri privi di contrassegni identificativi in sorvolo su Sanremo ed altre città. Firmata l’intesa, però, si è assistito ad una spaventosa recrudescenza delle attività, soprattutto nelle ore notturne, con decine di sorvoli di aerei spesso in formazione, per lo più, a bassa quota e con la ricomparsa (la sera stessa del 27 settembre) e dopo un black out di oltre dieci giorni, degli MD-80 che, casualmente, sono tra i velivoli in dotazione alla compagnia di bandiera. Il sospetto che i piloti Alitalia abbiano avuto un anomalo potere contrattuale superiore agli altri comuni lavoratori è legittimo.

Il filmato che vi proponiamo si riferisce a quel giorno.


MONDO, NON E' FORSE ORA DI SVEGLIARSI? (SIAMO TUTTI COLLEGATI)

UN MOMENTO DI CRESCITA SPIRITUALE PER ESSERE MENO EGOISTI E APRIRCI DI PIU' ALLE ESIGENZE DELL'ALTRO. I NOSTRI GESTI E PENSIERI INDIVIDUALI SI RIVERBERANO NELLA VITA DI CIASCUNO NEL BENE E NEL MALE PERCHE' SIAMO TUTTI COLLEGATI, SIAMO TUTTI "UNO".... 


BY Zelaschi

Un giorno stavo attraversando le strisce pedonali e mi accorsi che la macchina che si era fermata poco lontano da me non riusciva più a ripartire, di conseguenza i clacson iniziarono il loro concerto. Rallentai il passo e volsi lo sguardo indietro per vedere se riusciva a rimettersi in marcia. Ero combattuto, avrei voluto chiedere subito alla persona al volante se le serviva una mano…


Praticamente nello stesso istante quella simpatica donna di colore, accortasi che la stavo guardando, mi chiese se potevo mettermi al posto di guida e far ripartire la macchina per lei, visto che si era agitata ed in quel momento non ci riusciva.
Mi divertii a portare un centinaio di metri quella macchina familiare traboccante di sgargianti colori al suo interno. Tirai il freno a mano e rimisi nelle sue mani il mezzo, visto che ormai si era tranquillizzata. E ringraziandomi mi salutò.

Quest’interessante racconto ci fa pensare a: quand’è che ci siamo dimenticati della ricchezza che ci può tornare dall’aiutare gli altri? Quand’è che abbiamo iniziato a girarci dall’altra parte quando un essere umano, che potremmo benissimo essere noi, si trova in difficoltà?
Quand’è che la paura, i condizionamenti, le differenze culturali, ci hanno resi aridi nei confronti delle vita e delle persone?

Bisogna iniziare ad invertire questo circolo vizioso, sforzandosi ed uscendo dai condizionamenti di ciò che la maggior parte della gente pensa e fa (perché se non cambiamo modo di agire le cose andranno sempre peggio). Tutto il mondo è vittima di una tremenda ignoranza… e non si tratta di un’ignoranza di tipo intellettuale.

Quello che la nostra cultura considera ignoranza, in realtà sono cose abbastanza insignificanti. L’ignoranza con la “I” maiuscola non è non sapere qual è la capitale della Germania o non sapere che cosa è un link o chi è il personaggio più popolare di Amici. Una delle grandi ignoranze che purtroppo crea una profonda povertà interiore, è non rendersi conto e non sapere che la nostra famiglia non si limita a nostro padre, nostra madre e i nostri fratelli ma è costituita dagli ormai sette miliardi di persone che popolano il pianeta e dalle trentadue milioni di specie che lo abitano.

Un’altra grande ignoranza è non capire che le guerre, gli scontri e le continue battaglie di potere, non fanno altro che impoverire e disperdere dell’energia preziosa che potrebbe essere utilizzata ed indirizzata verso fini, invece, costruttivi. Un’altra grande ignoranza deriva dalla non corretta interpretazione riguardo ad espressioni di rabbia, chiusura, insicurezza, ecc… La persona, o l’essere, che ci sta mostrando ciò, in realtà nella maggior parte dei casi non vuole ferire noi ma sta solo esprimendo il suo dolore e il suo malessere. Ogni espressione di emozioni negative sta ad indicare che l’essere vivente che le sta manifestando in quel momento particolare sta soffrendo. Anche l’apatia e l’indifferenza (che forse sono i mali peggiori) indicano sofferenza ed infelicità. La nostra vera natura, quella più sana, è di condividere, poiché siamo animali sociali. In che modo e in che misura è soggettivo.

Anche le azioni che vogliono ferirci direttamente sono legate in modo stretto alla sofferenza. Proviamo a pensare: quando siamo davvero felici e quando siamo soddisfatti di noi, quando amiamo la nostra vita, quando ci sentiamo parte del tutto, quando siamo in apertura, abbiamo forse voglia di ferire qualcuno o qualcosa?? Ovviamente no, perché sarebbe come ferire noi stessi; e questa è la chiave di tutto il discorso.

Nel nostro mondo in realtà vediamo delle cose il cui significato è esattamente l’opposto di ciò che il mondo stesso ci sta effettivamente mostrando.

Ancora un’altra grande ignoranza è avere l’errata concezione di essere separati dall’esistenza… purtroppo, la lista potrebbe andare avanti molto.

Se, al contrario, procedessimo d’ora in poi, tenendoci per mano “come un solo mondo che ha un solo scopo… che posto meraviglioso diventerebbe questa Terra!”.

Ed è proprio vero, “Siamo ciò che facciamo e non ciò che diciamo”. Nel mondo del lavoro come nella vita, “dobbiamo prima impersonare il cambiamento che vogliamo si verifichi”. Questo lo diceva proprio Gandhi, e non era di certo l’unico. In altre parole, se desideriamo la pace non possiamo continuare a crocifiggere la guerra (questa è un’altra grande ignoranza). E’ molto meglio non lamentarsi di quello che non vogliamo faccia parte della nostra vita perché lamentandoci gli stiamo dando attenzione ed energia, lo stiamo nutrendo, e quindi lo stiamo rendendo più reale.
Forse è un po’ come la pubblicità, se la gente smette di guardarla, prima o poi viene eliminata o viene sostituita con un’altra in grado di catturare attenzione.

Dunque, se continuiamo a pensare “Non vedo l’ora che passi questa crisi-non la voglio-non la voglio-deve finire-è sbagliato che ci sia…” in realtà il messaggio che le stiamo dando è proprio quello di restare. Potremmo invece cercare di accettare la situazione senza giudicarla (la crisi) (e non è sicuramente facile) cercando di “nominarla” e focalizzandoci su di lei solo in modo costruttivo.

Quindi, se il mondo del lavoro così com’è non ci piace, è inutile e controproducente lamentarsene o passivamente farsi schiacciare annullando la nostra personalità e diventando infelici, e divenendo a forza parte di un gigantesco ingranaggio che crea sofferenza. Una delle cose migliori da farsi, forse, è creare delle anomalie nell’ingranaggio, rompendo lo schema (ormai obsoleto) del suo funzionamento, portando qualcosa di nuovo.

C’è una frase di Einstein che recita “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare la stesse cose”. Questa grandissima crisi che sta mettendo tutti a dura prova (in un modo o nell’altro) potrebbe essere sfruttata come un opportunità per rendere la situazione migliore di com’è ora, smantellando le fondamenta (dato che già si stanno sgretolando da sole) di un mondo del lavoro che si basa su falsi presupposti e grandi ignoranze. 

Ed ancora, “ogni individuo che incontriamo sta combattendo una battaglia di cui non sappiamo nulla”.

Sarebbe bello provare a tenere a mente questo concetto, sia nei rapporti personali che di lavoro, portando comprensione là dove non ce n’è e sforzandoci di essere gentili (ovviamente un atteggiamento di questo genere funziona e produce “del buono” solo quando la lezione del rispettare ed amare se stessi è stata imparata bene, poiché in questo caso la gentilezza che verrà donata risulterà disinteressata e pura, come la ciliegina su di una torta di un benessere che è già preesistente).

In conclusione e riallacciandosi al titolo di apertura… Mondo, non è forse ora di svegliarsi? Siamo tutti collegati…


LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Venerdi 13 Marzo 2020
Venerdì della II settimana di Quaresima

Risultato immagini per In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola 

Antifona d'ingresso
In te mi rifugio, Signore, 
che io non resti confuso in eterno; 
mi salverai dalla rete che mi hanno teso i nemici, 
perché tu sei la mia difesa. (Sal 31,2.5) 

Colletta
Dio onnipotente e misericordioso, 
concedi ai tuoi fedeli 
di essere intimamente purificati 
dall’impegno penitenziale della Quaresima, 
per giungere con spirito nuovo 
alle prossime feste di Pasqua. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA (Gen 37,3-4.12-13.17-28)
Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo!

Dal libro della Gènesi

Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente. 
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!». 
Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre. 
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. 
Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di rèsina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto. 
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

Parola di Dio 

SALMO RESPONSORIALE (Sal 104)
Rit: Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie. 

Il Signore chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi. 

Canto al Vangelo (Gv 3,16) 
Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù. 

VANGELO (Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo! 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Parola del Signore 

Preghiera dei fedeli
La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli rivela la volontà del Signore di capovolgere in bene il male fatto contro gli innocenti. La sua compassione, per chi soffre senza colpa ci incoraggia a rivolgergli la nostra preghiera dicendo insieme: 
Ascoltaci, o Signore. 

Perchè il Papa, i vescovi e i sacerdoti, ai quali è affidata la Chiesa, vigna del Signore, non vengano meno alla missione di far fruttificare il regno di Dio tra gli uomini. Preghiamo: 
Perchè l'esperienza di Giuseppe rafforzi nelle persone deluse e scoraggiate la convinzione che Dio trae il bene anche dal male. Preghiamo: 
Perchè soprattutto i cristiani, incontrando uno straniero immigrato nel nostro paese, si ricordino che nessuno è straniero davanti a Dio, e che a tutti Dio dona la sua terra. Preghiamo: 
Perchè il dolore dei profughi e degli esiliati sia mitigato dalla pronta accoglienza dei paesi ospitanti. Preghiamo: 
Perchè la tenerezza paterna di Dio, frequentemente sperimentata nei sacramenti e nella preghiera, ci aiuti a rimanere sereni e fiduciosi nelle prove della vita. Preghiamo: 
Per chi si allontana da Dio perchè colpito da qualche disgrazia. 
Per chi, per disperazione, non chiede più aiuto a nessuno. 

O Dio, padre buono, che metti a fondamento della tua Chiesa la pietra scartata dagli uomini, Cristo tuo Figlio, fa’ che noi, accogliendo gli ultimi e condividendo la loro sofferenza, testimoniamo la tua predilezione per i deboli e i poveri. Per Cristo nostro Signore. Amen. 

Preghiera sulle offerte
La tua misericordia, o Dio, 
ci prepari a celebrare i santi misteri 
e a viverli con la fede e con le opere. 
Per Cristo nostro Signore. 

PREFAZIO DI QUARESIMA II 
La penitenza dello spirito 

È veramente giusto renderti grazie, 
è bello cantare la tua gloria, 
Padre Santo, 
Dio onnipotente ed eterno. 
Tu hai stabilito per i tuoi figli 
un tempo di rinnovamento spirituale, 
perché si convertano a te con tutto il cuore, 
e liberi dai fermenti del peccato 
vivano le vicende di questo mondo, 
sempre orientati verso i beni eterni. 
Per questo dono della tua benevolenza, 
uniti agli angeli e ai santi, 
con voce unanime 
cantiamo l’inno della tua lode: Santo... 

Antifona di comunione
Dio ci ha amati 
e ha mandato il suo Figlio, 
vittima di espiazione per i nostri peccati. (1Gv 4,10) 

Oppure: 
La pietra scartata dai costruttori 
è divenuta testata d’angolo. (Mt 21,42) 

Preghiera dopo la comunione
Il pegno dell’eterna salvezza, 
che abbiamo ricevuto in questi sacramenti, 
ci aiuti, Signore, 
a progredire nel cammino verso di te, 
per giungere al possesso dei beni eterni. 
Per Cristo nostro Signore. 

Commento
In questo venerdì la Chiesa ha scelto di farci leggere due testi che ci preparano al mistero del Venerdì Santo, nel quale Gesù viene ucciso per salvare noi. 
Abele, ucciso dal suo fratello geloso, è la prima immagine di Gesù nell’Antico Testamento. Viene poi la figura di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli. Questi passi della Genesi mettono in piena luce la ferita che colpisce il cuore di tutti gli uomini dopo il peccato originale e che ostacola il sorgere dei sentimenti fraterni. La gelosia può assumere molte forme, vi sono modi più o meno eleganti di sbarazzarci di qualcuno che ci infastidisce e bisogna riconoscere che si tratta di una tentazione molto frequente, anche in una comunità cristiana. Abbiamo bisogno di chiedere continuamente a Dio una purificazione più profonda, per non accettare mai volontariamente nei nostri cuori il più piccolo sentimento di ostilità nei confronti di un fratello. L’ostilità diventa così facilmente odio... 
La parabola dei vignaioli assassini è indirizzata ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo. Ci fa comprendere una particolare sofferenza del cuore di Gesù, e al tempo stesso ci fa penetrare nel mistero della sua Chiesa. Gesù ha sofferto per tutti i nostri peccati, ma in particolar modo ha sofferto per essere stato ripudiato e infine ucciso dai pastori del popolo eletto. 
Quando consideriamo la storia della Chiesa e del mondo, vediamo che spesso gli uomini hanno veramente voglia di conservare l’eredità del cristianesimo: una nuova visione dell’uomo e della sua dignità personale, un senso della giustizia, della condivisione... Ma essi vogliono sopprimere l’Erede. Si accontentano di una spiritualità senza Dio! Durante questa Quaresima, chiediamo la grazia di attaccarci con fermezza non solo al messaggio, ma anche alla persona di Gesù, e che la nostra unione con lui sia il centro della nostra vita.