C'è solo un modo per risolvere i problemi quando sono questi che ci espongono al rischio di venirne sommersi, e il verbo "sommergere" nel caso della spazzatura a Roma è proprio il termine giusto. A Roma ormai è emergenza rifiuti. E di vera emergenza si tratta perché il cattivo odore, i percolati e miasmi vari rappresentano una vera allerta sanitaria. Il sindaco Raggi sembra letteralmente annaspare in un oceano di spazzatura, indifferenza e negligenza grave della sua amministrazione e dell'AMA, l'azienda che da anni si occupa della raccolta dei rifiuti a Roma e provincia. A questo punto al sindaco di Roma non basta più l'atteggiamento vittimista e rassegnato tenuto finora. Una famosa frase dice: "Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare", quindi è arrivato il momento di dimostrare sul campo se si è capaci di tenere il punto della situazione o sarebbe meglio cedere il passo. E' necessario uno scatto in avanti per prendere la situazione in mano e farsi sentire. Insomma, è arrivato il momento delle maniere forti.
Il servizio giornalistico delle Iene di Italia uno che mostra alcuni netturbini che se ne vanno in giro con il badge a far finta di fare il proprio dovere, è qualcosa che grida vendetta al cospetto di migliaia di cittadini onesti che svolgono diligentemente il proprio lavoro in maniera seria e responsabile, e in Italia ce ne sono ancora molti, per fortuna. Sono questi gli atteggiamenti che fanno storcere il naso all'estero quando si nomina l'Italia nei consessi che contano. Ma i netturbini dell'AMA non ci stanno, e propongono una trovata geniale: multare i cittadini di Roma troppo sporcaccioni! Ammesso che, in effetti, girando Roma tra i rifiuti si trova di tutto. Più che una discarica a cielo aperto, un mercatino dell'usato come nuovo. Frigoriferi, materassi, assi da stiro, computer, componentistica varia ecc....Di tutto, di più. Indubbiamente si tratta di un comportamento scorretto oltre che incivile, perché alcuni rifiuti ingombranti e "speciali" non andrebbero gettati tra i cassonetti, ma esistono ditte specializzate che raccolgono questi materiali in apposite "isole ecologiche" cittadine. L'ignoranza non è ammessa quando si tratta della salute e della pubblica incolumità. Ma è anche vero che quando i cassonetti sono già sommersi da pattume vario, un rifiuto in più o in meno non fa troppa differenza. Allora le soluzioni per cominciare a spargere un po' di sano terrore in giro sono essenzialmente: l'inasprimento delle ammende per chi viene sorpreso a gettare rifiuti ingombranti che non rispettano gli standard, la pronta denuncia alle autorità preposte di cittadini indisciplinati anche con l'ausilio di video e foto che accertano la flagranza del reiterato comportamento errato (il sentirsi "spiati" e il timore del vicino antipatico che gioca a James Bond quando ci si avvicina furtivi al cassonetto, funzionano sempre). Oltre all'inasprimento delle ammende e alle "spie" con licenza di denunciare e filmare, un altro forte deterrente riguarda proprio i dipendenti dell'AMA. In Italia i dipendenti pubblici si sentono spalleggiati da un sistema criminal politico che conosciamo ormai come un fatto di costume tutto italico: il "voto di scambio". Carriere assicurate, posti di lavoro che fioccano solo se dentro i seggi si "vota bene" e ci si dimostra "riconoscenti". Anche questo deve cambiare: i netturbini dell'AMA devono sapere che con le migliaia di immigrati che sbarcano ogni giorno in Italia, la concorrenza si fa sempre più insidiosa. Molti sono i migranti che farebbero carte false per essere assunti a stipendio mensile fisso, tredicesime e quattordicesime comprese. E sono anche molto diligenti e onesti, perché capiscono l'importanza di integrarsi onestamente. Un esempio? Un cartello scritto a Roma da alcuni immigrati: “Gentili signore e signori, desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza chiedere l’elemosina! Da oggi terrò pulite le vostre strade. Vi chiedo soltanto un contributo di 50 centesimi per il mio lavoro. Buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia sono ben accetti. Grazie”. Segue foto, con i mucchietti di spazzatura raccolti e ordinati. Si tratta di un ragazzo, straniero, che tiene pulite le strade del Fleming, uno dei quartieri più snob di Roma (Nord). Anzi, in realtà non è un ragazzo, sono quattro. A via Nitti i netturbini modello sono: Abbas, ha 21 anni, e viene dalla Sierra Leone, Benjamin di 19 anni, e arriva dalla Nigeria. Tutti e due sono venuti in Italia su un barcone e vivono nel campo di Castelnuovo di Porto. Si sono inventati questa cosa perché si vogliono rendere utili, non chiedere soldi e basta. Accanto a loro, una scuola. Di fronte ci sono una sartoria, un bar, un negozio di vendita e assistenza computer. Tutto ordinatissimo, asettico. Qualche romano ha commentato: “Sono bravi, non disturbano, tengono pulito. Dovrebbero mandare sempre loro! Sono utili!”.
Direi che per i "fanatici" del posto fisso tutti sindacato e ferie pagate c'è di che cominciare a preoccuparsi. Le frontiere dei lavoratori "di domani" sono sempre più aperte e "accoglienti", anche grazie a quella stessa politica che li faceva sentire sicuri, anche troppo....
CINZIA PALMACCI