martedì 24 settembre 2019

UFO E ALIENI NEL RINASCIMENTO ITALIANO

O Raffaello non sapeva disegnare i fulmini, oppure nei suoi dipinti voleva dirci qualcosa


Giordano Bruno restò fermamente convinto che i mondi sono infiniti e che non siamo soli nell’universo anche mentre il suo corpo bruciava e il fumo nero lo soffocava. L’abiura di quella grave certezza gli avrebbe salvato la vita, ma lui scelse il fuoco. Le sue ceneri furono gettate nel Tevere e oggi si sono dissolte nel mare da un bel pezzo. Qualcuno però ha interpretato il pensiero del filosofo in maniera un po’ troppo radicale, arrivando alla conclusione che nel Medioevo e nel Rinascimento l’avvistamento di UFO e di presenze extraterrestri fosse abitudine ricorrente. Le prove? Le opere d’arte di quell’epoca sarebbero zeppe di indizi e di tracce aliene.

Questo filone di ricerca pseudoscientifica rientra in una macrodisciplina detta criptoarcheologia o archeologia misteriosa, la quale interpreta reperti archeologici e più in generale opere antiche con metodi non scientifici, affidandosi ad associazioni e conclusioni alternative. Dunque Raffaello e altri avrebbero visto oggetti incomprensibili o avrebbero saputo di misteri inquietanti, per poi riportarli nei loro dipinti. Queste rappresentazioni controverse e apparentemente oscure sono sparse nei musei e nelle chiese di tutta Europa e una piccola percentuale la si può scovare anche in Italia. Questa estate quindi si può facilmente tracciare un viaggio tra i seguenti itinerari per fare il primo vero tour del paranormale nel Rinascimento italiano.

UFO e madonne

Madonna con bambino e San Giovannino – autore incerto (fine ‘400), Firenze, Palazzo Vecchio


Madonna con bambino e San Giovannino – autore incerto (fine ‘400), Firenze, Palazzo Vecchio

Quello che ci interessa di questo dipinto appare qualche chilometro dietro la veste blu scura della Vergine. Su una scogliera ripida e rocciosa un pastore e il suo cane guardano qualcosa nel cielo. Il dettaglio della scena è suggestivo; l’uomo scherma la luce con la mano puntando il volto verso l’alto e la bestia, resa con pochi semplici tratti, è chiaramente eccitata e uggiolante, con le orecchie appiattite e la bocca che ansima. Sopra di loro c’è un disco luminoso che galleggia nel cielo. Chi non è abituato a interpretare i simbolismi arcaici che andavano rispettati nella Firenze di Savonarola può rimanere legittimamente di sasso, infatti quest’opera custodita nella sala di Ercole del Palazzo della Signoria è universalmente conosciuta come «Madonna dell’UFO», un punto di riferimento per i complottisti di tutto il mondo. Andando a consultare il Vangelo di Luca però possiamo farci un’idea più razionale di quello che sta accadendo nel quadro. L’evangelista scrive: «C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo”». Era appena nato Gesù, evidentemente.

Quella nube dorata appare in moltissime altre rappresentazioni del genere, a volte accompagnata dalla presenza di un angelo, altre volte, come in questo caso, spoglia e isolata come un globo luminoso. La forza di questo dipinto è nel suo mood realistico e misterico, con l’avvistamento spostato sul fondale, quasi nascosto a un primo sguardo, con la solitudine del pastore e del suo cane con i quali entriamo subito in empatia. L’oggetto sospeso nel cielo ci turba perché è muto e apparentemente incomprensibile. A un uomo di seicento anni fa avrebbe probabilmente trasmesso il Mistero della Fede; a noi arriva filtrato da secoli di cultura pop, che lo incoronano subito come un inno al paranormale.

Gesù tornerà sulle nubi del cielo.....

Independence Day


Fondazione di Santa Maria Maggiore – Masolino da Panicale (1423-1428), Napoli, Museo nazionale di Capodimonte

Fondazione di Santa Maria Maggiore – Masolino da Panicale (1423-1428), Napoli, Museo nazionale di Capodimonte

Questa pala d’altare ha messo in allarme gli ufologi di tutto il mondo fin dai primi anni Settanta per due motivi molto precisi. Il primo riguarda la forma e la disposizione delle nuvole nel cielo. La stilizzazione e il tentativo di dare una prospettiva a questi oggetti non è esattamente realistico e ha portato molti osservatori a fantasticare su un esercito di dischi volanti pronto alla colonizzazione del pianeta, guidati da due figure che a questo punto perdono ogni caratteristica umana. L’altra questione che fa infuocare i dietrologi è la tradizione a cui fa riferimento l’opera che narra di una sorprendente nevicata avvenuta il 5 agosto del 352 d.C., la quale avrebbe disegnato i contorni della basilica di Santa Maria Maggiore, indicando ai fedeli dove gettare le fondamenta. La teoria del complotto a questo punto unisce i puntini e spiega questo miracolo come voluto da esseri che non appartengono a questo mondo (inteso come pianeta).

Nella tavola vediamo Papa Liberio che si appresta a scavare il solco per la prossima costruzione della basilica, mentre una folla di astanti lo osserva all’opera. Tutti tranne una donna vestita di rosso che fissa il cielo senza espressione. Vista da questa prospettiva quest’opera non può non ricordare la locandina di Independence Day, con l’enorme astronave che si avvicina dalle profondità del cielo e un fascio di luce che scende sulla città inconsapevole. Nel film di Emmerich però le chiese non vennero costruite ma disintegrate.

Nuvole from Outer Space


Esaltazione della Croce – Piero della Francesca (1458-1466), Arezzo, basilica di San Francesco

Esaltazione della Croce – Piero della Francesca (1458-1466), Arezzo, basilica di San Francesco

Ho scoperto che la pittura rinascimentale è studiata a fondo da chi sostiene l’esistenza delle scie chimiche per capire che forma avessero le nuvole in antichità. In un periodo in cui, secondo chi crede in questa teoria, il mondo era ancora al sicuro dai tentativi di condizionamento psicologico tramite agenti psicoattivi propagati nell’atmosfera. L’unico pittore a turbare un po’ gli animi e a generare dubbi è Piero della Francesca. L’artista toscano non rappresentava le famose strisce bianche nel cielo, ma un tipo di nube comunque molto particolare, allungata ai lati e rotonda nella parte centrale, che tecnicamente potrebbe essere categorizzata come nube lenticolare. La possiamo vedere sempre uguale in tante sue celebri opere, come nella Flagellazione di Cristo o nella Resurrezione. La forma di questa nuvola incuriosisce da sempre studiosi e appassionati, ma soprattutto mette l’acquolina in bocca agli ufologi, perché in effetti somiglia alla classica iconografia dell’UFO.

In quest’opera custodita ad Arezzo troviamo la massima espressione di questo effetto. Mentre la croce dove è morto Cristo viene riportata a Gerusalemme per iniziare l’adorazione, sopra gli alberi e le torri sembra aspettare in parziale occultamento una flotta di astronavi aliene. L’imperatore Eraclio solleva il simbolo della passione del Messia e con un po’ di fantasia pare voler scacciare gli invasori.

Dita aliene


Sposalizio della Vergine – Raffaello (1504), Milano, Pinacoteca di Brera

Sposalizio della Vergine – Raffaello (1504), Milano, Pinacoteca di Brera

Per accedere al mistero che si nasconde dietro questo capolavoro di Raffaello bisogna necessariamente fare un ripasso delle famiglie extraterrestri riconosciute dagli ufologi. Gli alieni detti «grigi» provengono dal sistema stellare binario Zeta Reticuli, sono piccoli, glabri, hanno la testa grande e gli occhi enormi completamente neri. Gli alieni detti «rettiliani» provengono dalla costellazione del Dragone, sono una specie umanoide per metà rettile e si sono mischiati alla razza umana per dominarla in segreto fin dagli albori delle civiltà terrestri. Gli ultimi sono meno famosi e sono detti «pleiadiani» o «nordici», sono alti e dalle fattezze angeliche e sono indistinguibili dagli umani se non per il fatto che hanno 6 dita invece di 5.

Quest’ultima nozione è quella che ci interessa, perché andando a guardare il piede di Giuseppe, che nell’opera è rappresentato frontalmente, vediamo chiaramente un mignolo biforcato in due piccole estremità. Giuseppe è stato rappresentato con 6 dita nel piede. Perché? Andando a vedere lo Sposalizio della Vergine del Perugino, che fu di enorme ispirazione per questo dipinto, notiamo la stessa cosa nel piede sinistro della donna scalza accanto a Maria. Il tema dell’esadattilia (6 dita per l’appunto) non è così raro nella pittura religiosa, possiamo vederlo persino nel piedino di Gesù nella Madonna di Casa Santi, sempre di Raffaello, a Urbino.


Per gli ufologi questo tipo di caratterizzazione nascosta dei personaggi indicherebbe la consapevolezza per i maestri dell’epoca della non-umanità di quelle figure, poiché nascere con 6 dita non può essere semplicemente una malformazione (l’evoluzione l’avrebbe eliminata, secondo loro), ma sarebbe la prova di un intervento alieno nei nostri geni. L’altra spiegazione è invece che l’esadattilia, anomalia genetica congenita non così rara, fosse considerata segno di unicità e nobiltà, e in alcuni casi di vicinanza al demonio, come lascia intendere la Bibbia nel Secondo Libro di Samuele (21,20). Hannibal Lecter è affetto da polidattilia per intenderci.

Invasione extraterrestre a Foligno

Madonna di Foligno – Raffaello (1511-1512), Roma, Pinacoteca Vaticana


Madonna di Foligno – Raffaello (1511-1512), Roma, Pinacoteca Vaticana

Un boato assordante squarcia la notte tranquilla e fresca di Foligno. Il frastuono è talmente potente e inaspettato che tutti escono in strada pallidi e stravolti. Qualcosa ha colpito l’abitazione di Sigismondo de’ Conti, un uomo molto importante che in quel momento è il segretario di papa Giulio II. Ma cosa diavolo è stato? Qualcuno dice lo scoppio di una bombarda, cioè sostanzialmente una cannonata, altri diranno un fulmine globulare oppure una meteora. Forse una cometa? Sicuramente qualcosa è caduto dal cielo. In ogni caso il palazzo di Sigismondo è miracolosamente intatto, forse è stato solo sfiorato dall’oggetto volante. La prima cosa di cui si preoccupa il segretario, naturalmente, è di ringraziare la Madonna di Foligno, commissionando un’opera a questo ventottenne molto capace che risponde al nome di Raffaello Sanzio.

Come vedete il pittore compone la scena con la Madonna in alto e al centro, avvolta dalle nuvole che salendo prendono la forma di angeli. Sulla sinistra mette San Giovanni Battista e San Francesco, mentre a destra San Girolamo e Sigismondo, vestito di tutto punto e in ginocchio. Se guardate bene, in mezzo alla cerchia dei personaggi e sopra il volto innocente del putto in primo piano, c’è una piccola traccia arancione che sbuca dalle nuvole diretta sul tetto di una costruzione. È proprio la fotografia dell’episodio, una frazione di secondo prima dell’esplosione. Raffaello rappresenta il misterioso oggetto come una sorta di sfera infuocata che scende in picchiata dalle nubi, al di sotto di un grande arco luminoso che presumibilmente rappresenta l’influenza protettiva della Vergine sulla cittadina. Sul sito della Pinacoteca Vaticana c’è scritto che si tratta di un fulmine, ma a me non sembra ci assomigli neanche lontanamente… O forse vogliamo dire che Raffaello non sapeva disegnare i fulmini?


Satelliti seicenteschi


Esaltazione dell’Eucarestia – Ventura Salimbeni (1600), Montalcino, Chiesa di San Lorenzo in San Pietro

Il 4 gennaio del 1958 il primo satellite mai mandato in orbita intorno alla Terra brucia gloriosamente nell’atmosfera, dopo 70 milioni di chilometri percorsi. Oggi una replica dello Sputnik è osservabile al National Museum of the United States Air Force di Dayton (ironica localizzazione). Questo primo satellite sovietico era una sfera di alluminio di 58 centimetri, contenente due trasmittenti, due batterie e un termometro. Da questo globo partivano quattro antenne di 2 metri e mezzo. Per intenderci era più o meno uguale all’oggetto che sta tra Dio e Gesù in quest’opera di oltre tre secoli prima.

Capite con i vostri occhi l’impressione che fa questa immagine a una persona vissuta dopo la guerra fredda. La superficie sembra sferzata dalle tipiche screziature opache del metallo, con linee verticali e orizzontali che fanno pensare a delle saldature. In basso a sinistra c’è una parte nera che sembra fuoriuscire come una sorta di capsula di chiusura e infine, in alto, le due antenne, perfettamente posizionate. Anche qui per non cadere nella trappola dell’Ufo bisogna approfondire le simbologie religiose dell’epoca. Quasi tutte le rappresentazioni della Trinità sono affiancate dal «Globo del creato» o «Sfera celeste» che rappresenta il potere divino su tutto ciò che esiste. Il Padre e il Figlio impugnano rispettivamente due scettri; sul globo sono accennate le fasce zodiacali che dividono la sfera in tre parti e al suo interno sono rappresentati il sole (in alto) e la luna (in basso a sinistra). Insomma mi dispiace ma Dio e Gesù non controllano un satellite: controllano l’universo.


Rettiliani, i vicini della porta accanto


RETTILIANI: EVIDENZE STORICO-SCIENTIFICHE DELLA LORO ESISTENZA TRA NOI 

I rettiliani sono sulla terra - La storia di Credo Mutwa - ALIENI


Secondo la Bibbia Adamo ed Eva coabitavano nell'Eden con un'altra specie più o meno antropomorfa che poi, dopo la condanna divina, fu condannata a "strisciare in terra" come i serpenti. Creature che, secondo l'esegesi del caso, hanno iniziato la specie umana alla conoscenza


L’umanità sembra convivere sullo stesso pianeta, dall’antico Eden ad oggi, con un’altra specie misteriosa, più antica, intelligente e più evoluta dell'uomo. Le teorie del complotto rettiliano dell’epoca moderna. Le facoltà mutaforma dei rettiliani e il caso inaspettato della tradizione cristica

di Giancarlo Barbadoro


Il mistero dei rettiliani

Leggendo la narrazione biblica del mito dell’antico Eden, contenuta nei versetti nel libro della Genesi, si evince facilmente che Adamo ed Eva non erano i soli inquilini del “Paradiso Terrestre”, ma che con loro coabitava un’altra specie creata dagli Elohim, nome ebraico che ha il significato plurale di "dèi" e che secondo la tradizione druidica corrisponde alla figura di Fetonte.

La tradizione biblica riporta infatti che i nostri progenitori a un certo punto incontrarono una creatura con le sembianze di un serpente che li iniziò alla conoscenza, contraddicendo, secondo l’interpretazione ebraica, il volere dei loro creatori.

Un serpente ben strano, visto che doveva possedere gambe e braccia come Adamo ed Eva in quanto avrebbe perso, sempre secondo la Bibbia, questa caratteristica solo dopo che gli Elohim l’avrebbero punito per l’aiuto dato agli esseri umani.

Si direbbe quindi che i nostri progenitori avessero coabitato nell’antico Eden, culla di molte delle specie viventi attuali, con creature rettiloidi che erano comparse sul pianeta molto tempo prima di loro.

Secondo i vari miti europei e aborigeni, al momento della grande catastrofe ambientale che milioni di anni fa sconvolse il pianeta con le sue glaciazioni, le creature rettiloidi e i progenitori dell’umanità abbandonarono insieme l’antica “Terra Imperitura”. I primi per rifugiarsi in grandi caverne sotterranee e i secondi per disperdersi su tutta la superficie del pianeta. Rimase nelle viscere della terra coperta dai ghiacci, sempre secondo le varie tradizioni, una esigua rappresentanza delle due specie a celebrare il ricordo dell’antico focolare.

Se così fosse realmente avvenuto, oggi non dovremmo avere la sola presenza sul pianeta degli esseri umani e delle altre specie animali conosciute, ma anche quella delle creature rettiloidi che in qualche modo convivrebbero con l’umanità condividendo la Terra.

La creatura rettiloide, alta sui tre metri, incontrata nel dicembre 1978 dal metronotte genovese Piero Zanfretta

Questo significa che dovremmo avere l’occasione di sentir parlare di creature rettiloidi nelle cronache del nostro tempo e attraverso le testimonianze degli antichi popoli.

E in effetti se sfogliamo le varie cronache del presente e del passato non mancano testimonianze dell’incontro con creature antropomorfe simili a dei grandi rettili. Ne parlano le cronistorie medievali e le testimonianze del nostro tempo date dai contadini del delta del Po, in Italia.

Un caso particolare è quello controverso di Piero Zanfretta, il metronotte di Genova che nel dicembre 1978 sarebbe stato testimone dell'incontro con una di queste creature. Stando al suo racconto e assecondando la veridicità della sua testimonianza, del resto supportata da fatti e da testimonianze di altre persone coinvolte nell'evento, si può ipotizzare con ragione che i rettiloidi possano essersi evoluti in maniera più avanzata del genere umano, da sempre ipotecato da guerre e da ideologie religiose, dimostrando di possedere esempi di tecnologia avanzatissima.


I rettiliani e le teorie della cospirazione

L’esperienza emblematica di Zanfretta apre a prospettive che vanno al di là del campo della “criptozoologia”. La sua vicenda dimostrerebbe che queste creature rettiloidi non solo esistono, ma sembrano essere in grado di possedere un’avanzata tecnologia che permette loro di fare ciò che vogliono senza essere contrastate dagli esseri umani.

E forse sta in questo fatto l’accanimento con cui molti studiosi, tra cui noti ufologi, hanno sottoposto Zanfretta a un linciaggio morale senza precedenti, messi di fronte ad una realtà scomoda che se fosse vera toglierebbe all’uomo il primato di creatura privilegiata da Dio e sconvolgerebbe la storia che conosciamo, come ci è stata raccontata sino ad ora. Se Zanfretta, come tanti altri, avesse parlato di aver incontrato i “piccoli grigi” sarebbe stato lasciato in pace e non avrebbe perso il lavoro, la famiglia e gli amici.

Del resto, non per nulla religioni come quella cattolica hanno demonizzato la figura del drago e quindi dei rettiloidi al fine di mantenere in piedi la loro primogenitura teologica basata su Adamo ed Eva.

Viene addirittura da pensare che possano essere questi stessi rettiloidi a lasciare di tanto in tanto un loro messaggio simbolico a testimonianza della loro presenza planetaria, tracciando nei campi di tutti i Paesi della Terra i misteriosi agroglifi noti come Cerchi nel Grano o Crop Circles. Quelli veri, realizzati con l'impiego di forti emissioni di microonde, nei campi di grano. Senza dimenticare gli inspiegabili fenomeni elettromagnetici che dal 2003 avvengono a Caronìa, in Sicilia, e persistono tuttora, anch’essi legati al fenomeno dei crop circles e definiti, alla conclusione dei lavori della Commissione di indagine promossa dal Governo Italiano, come una manifestazione di “forze aliene”.

Secondo una leggenda aborigena nelle viscere dell'Antartide dimorerebbe la “tribù segreta”, conosciuta anche come la “tribù scomparsa” o i “fratelli segreti”, che sarebbe la capostipite di tutte le altre tribù del continente australiano. La comunità sarebbe costituita da aborigeni e da creature rettiloidi dagli sgargianti piumaggi

Nel corso della fine del secolo, a seguito delle testimonianze sui rettiloidi, o rettiliani, sono nate alcune correnti culturali che, per dare loro un posto nella storia, propongono varie "teorie della cospirazione". Teorie che sostengono come queste creature, grazie alla loro abilità e alle loro conoscenze scientifiche, siano i veri padroni della Terra e gestiscano le redini dello scacchiere socioeconomico dell’intero pianeta.

Alcune di queste teorie si riferiscono ad una origine terrestre dei rettiliani, altre invece portano ad ipotizzare che queste creature provengano dallo spazio. Tutte le teorie della cospirazione sono comunque concordi nell'affermare che queste creature sarebbero in grado mutare la loro forma, tanto da assumere un aspetto antropomorfo, e quindi di potersi confondere tra gli esseri umani senza essere scoperte.

Una di queste teorie cospirazionistiche, la più attuale, cerca addirittura di far coesistere la presenza dei rettiliani con le recenti scoperte della scienza e le teorie fantascientifiche del film Matrix. Questa teoria moderna sull'esistenza e sul ruolo dei rettiliani porterebbe a spiegare la teoria dell'universo olografico, che vuole che l'universo non sia a tre dimensioni come lo percepiamo, bensì piatto a due dimensioni, come l'esito di una proiezione cerebrale che proprio i rettiliani indurrebbero negli individui con la loro tecnologia attivando una rappresentazione olografica cerebrale.


La teoria della cospirazione di John Rhodes

John Rhodes è un criptozoologo statunitense che dal 1990 ha sviluppato una sua specifica ricerca sul caso della manifestazione dei rettiliani.

Negli USA è molto conosciuto ed è autore di conferenze e di workshop sull’argomento dei rettiliani ed ha rilasciato numerose interviste e conferenze sui media nazionali e internazionali.

Una statuetta sumera che mostra un Anunnaki o Nefilim, creatura rettiloide citata dall'archeologo Zecharia Sitchin a seguito dei suoi studi sulla cultura sumera. Queste creature dall'aspetto rettiloide operavano anticamente sulla Terra a fianco degli Elohim celesti, la versione ebraica del mito di Fetonte, che diedero origine alla specie umana nell'Eden

La sua ipotesi comporta che i rettiliani avrebbero origine sulla Terra e sarebbero evoluti tecnologicamente, tanto da essere in grado di viaggiare nello spazio. Secondo la sua teoria, milioni di anni fa gli antenati degli attuali rettiloidi si sarebbero rifugiati in caverne sotterranee per sfuggire ai cataclismi ambientali sofferti dalla Terra, dentro alle quali avrebbero continuato a vivere e a evolversi sino ad oggi. I loro attuali discendenti possiederebbero la conoscenza di un’alta tecnologia non ancora sviluppata dall’umanità e starebbero intrattenendo rapporti segreti con enti militari e civili delle varie Nazioni della Terra.

Secondo John Rodhes i rettiliani sarebbero alti circa tre metri, come quello visto da Zanfretta, rivestiti di pelle squamata, con tre dita e pollice opponibile, senza ombelico, con grandi occhi neri e distanziati tra loro, con la testa allungata, la bocca sottile e alle volte con canini pronunciati, senza orecchie e con due creste ossee sul cranio come fossero delle corna. Sulla schiena si allungherebbe una coda dalle svariate misure.

I rettiloidi, sempre secondo John Rhodes, avrebbero creato la specie degli alieni conosciuti come “piccoli grigi”, quelli di Roswell, che si troverebbe ad essere una via di mezzo tra incroci genetici con umani e androidi intelligenti.

Nella cosmologia rettiliana di John Rhodes ci sarebbero diverse descrizioni dell'aspetto dei rettiloidi, che a seconda del colore della loro epidermide, rivestono varie posizioni nella scala gerarchica della loro specie.

John Rodhes è convinto che le creature rettiliane vivano attualmente in tre aree.

La prima area è quella dei rettiliani che vivrebbero sotto la superficie della Terra, in città e in villaggi situati in grandi caverne sotterranee esistenti sotto il suolo di regioni selvagge del pianeta o di alcuni grandi parchi statali, sia negli USA sia in altri Paesi.

A questa convinzione si può associare una leggenda degli Aborigeni australiani, relativa al Bunyip Park nello stato del Victoria in Australia. Essa narra dell'esistenza del “Bunyip”, una creatura rettiloide che vi abiterebbe e che difenderebbe il proprio habitat spaventando gli occasionali visitatori. In effetti in quest’area, molto bella e verdeggiante, stranamente non ci furono insediamenti dei colonizzatori europei e da allora è rimasta disabitata, tanto da essere destinata all’uso di parco nazionale. Un’altra leggenda Aborigena riguarda la “tribù segreta”, conosciuta anche come la “tribù scomparsa” o la comunità dei “fratelli segreti”, considerata come la capostipite di tutte le altre tribù del continente australiano. Questa tribù si nasconderebbe in una città sotterranea nel continente antartico, là dove la Chiesa e le Società iniziatiche medievali avevano collocato l’antico Eden. In questo modo questa tribù sarebbe riuscita a custodire gli antichi segreti del popolo Aborigeno e a garantire il loro ritorno alla libertà.

Il libro "cospirazionista" di David Icke. Secondo questo autore la Terra sarebbe controllata in gran segreto da creature rettiloidi che, essendo in grado di mutare la propria forma in quella umana, occuperebbero i posti chiave, economici e militari, del pianeta.


Sempre secondo le tradizioni aborigene questa comunità sarebbe costituita da creature rettili dagli sgargianti piumaggi e da aborigeni che convivrebbero pacificamente insieme. Parlerebbero una lingua segreta per impedire che la loro esistenza venga scoperta dai colonizzatori invasori e praticherebbero riti legati al mito del "serpente piumato" o "serpente arcobaleno". Gli ingressi che consentirebbero di raggiungere la città subantartica sarebbero mantenuti segreti e custoditi da pochi iniziati.

La seconda area della teoria di John Rodhes è quella che vede una parte di altri rettiliani dimorare su alcuni dei pianeti, e dei loro satelliti, del nostro sistema solare.

La terza area è quella dei rettiliani dislocati in altre dimensioni spaziotemporali a cui la loro elevata tecnologia consentirebbe di accedere.

Gli Anunnaki di Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin, nato a Baku in Azerbaijan nel 1922 e vissuto successivamente a New York, è stato uno scrittore azero autore di numerosi libri di divulgazione sulla cosiddetta archeologia misteriosa, ed è stato un sostenitore della "teoria degli antichi astronauti colonizzatori" come spiegazione dell'origine dell'uomo.

Nei suoi lavori attribuisce la creazione dell'antica cultura dei Sumeri ad una presunta razza aliena, detta Nefilim in ebraico o Anunnaki in sumero. Secondo la sua interpretazione rappresentava una specie rettiloide che proveniva, nella mitologia sumera, dal pianeta Nibiru, un ipotetico nono pianeta del sistema solare, dal periodo di rivoluzione di circa 3600 anni, presente nella mitologia babilonese. Sitchin afferma anche che in corrispondenza della fascia principale degli asteroidi del sistema solare si sarebbe trovato anticamente un pianeta che i Sumeri chiamavano Tiamat.

Zecharia Sitchin afferma di aver individuato in tavolette sumere che la razza aliena rettiloide degli Anunnaki avrebbe creato la razza umana come frutto di esperimenti di ibridazione genetica mischiando i propri geni con quelli dell'Homo Erectus, allo scopo di utilizzare gli uomini come schiavi nelle sue miniere in Africa.

Odino, il re degli dei Asi, celebrato dalla mitologia nordica come il trionfatore sul dominio dei giganti, era anch'esso di natura rettiloide e aveva la facoltà di mutare il suo aspetto a seconda del bisogno

Gli Anunnaki, da sempre, abiterebbero il pianeta Nibiru, trasformato in una specie di "nave spaziale", convivendo con le altre razze aliene.

Secondo Sitchin le tavolette su cui ha studiato attesterebbero che il popolo Sumero dalla "testa nera" sarebbe stato creato da questi esseri mescolando "l'essenza di vita" di "uomini e bestie".

L'esistenza di uomini serpente secondo Sitchin sarebbe provata dalla concezione di regalità e dal suo collegamento alla figura del drago, definita in Babilonia come 'Sir' o dragoni, ossia "grande serpente", dal sanscrito “sarpa,” parola che originariamente descriveva il grande "Dio-Dragone", creatore e governatore della antichissima cultura dravidica.

Alle teorie di Sitchin si è unito Sir Laurence Gardner, scrittore e esoterista inglese, secondo il quale esisterebbe una "Linea del Sangue dei Dragoni", la “Bloodline of the Holy Grail”, una variante dell’epopea del Sacro Graal in questo caso collocata nell'antica Mesopotamia e che avrebbe avuto inizio quando gli Anunnaki sarebbero discesi nella regione creando una linea di sangue reale attraverso le loro manipolazioni genetiche.


La teoria del complotto di David Icke

David Icke è certamente il più famoso dei divulgatori moderni della manifestazione dei rettiliani sul pianeta. Ex giornalista della BBC ed ex deputato verde inglese, è autore di molti libri a sfondo politico e si è fatto conoscere con il suo libro “The Biggest Secret: The Book That Will Change the World” pubblicato nel 1999 ha affrontato approfonditamente il tema dei rettiliani. A differenza di John Rodhes non si è limitato a un lavoro di criptozoologia, ma ha anche sviluppato una complessa teoria del complotto che prevede come i rettiliani siano in grado di dominare il mondo.

Quasi ventun anni dopo l’avventura dell’abduction subita e testimoniata da Piero Zanfretta, e sul filo di alcune leggende nordiche, Icke propone l’idea che i rettiliani siano creature alte tre metri, originarie della Terra e costituiscano i precursori della specie umana. Una specie sconosciuta alla storia che, giunta all’apice della sua evoluzione tecnologica e soggetta ad una estinzione di specie, avrebbe abbandonato il pianeta per cercare un riparo nello spazio in uno dei mondi del nostro sistema solare.

Ritornerebbero sulla Terra per fornirsi di vari beni e materiali che possono servire ai loro bisogni e per controllare, secondo l’autore, la specie umana anche a livelli di alta politica allo scopo di preservare l’accesso indisturbato delle risorse di materie prime che loro utilizzano.

Le leggende medievali del Piemonte citano spesso le "masche", streghe che avevano la facoltà di trasformarsi all'occorrenza in animali

Nel suo libro “Figli di Matrix” pubblicato nel 2001 ha sviluppato il tema dei rettiliani aggiungendo come il mondo occidentale sia occultamente dominato da una élite occulta, costituita in parte da rettiliani malvagi e in parte da umani corrotti, in grado di guidare gli Stati e i grandi organismi internazionali come ONU, la Banca Mondiale, le Banche centrali e ovviamente la stampa e le televisioni delle varie nazioni. Questa élite, dice Icke, sarebbe di indole satanista e pedofila, praticando sacrifici umani ed esprimendosi con simbologie esoteriche come i grandi attentati degli ultimi anni.

Per fortuna dell'umanità, secondo quanto l'autore è andato a correggersi negli ultimi tempi, esisterebbe anche una élite di rettiliani benevoli che sarebbero intenti a contrastare l'azione dei rettiliani malvagi.

L'ipotesi di David Icke è esplosa in maniera mediatica dal 1995 coinvolgendo migliaia di appassionati. Per la cronaca, Piero Zanfretta che denunciò la sua avventura nel 1978, all’epoca non poteva prevedere questa forte corrente mediatica futura e la constatazione a posteriori porta inevitabilmente a valutare la veridicità dell'avventura vissuta dal metronotte genovese. Un’avventura che in seguito ha travalicato ogni aspettativa e che tutto sommato, probabilmente, ha aperto la strada alle ipotesi sociopolitiche di Icke.

Le creature mutaforma tra scienza e leggenda

Rimane un interrogativo relativo alle proprietà mutaforma dei rettiliani come ha avanzato David Icke. Esistono per davvero rettiloidi che possono mutare la loro forma?

Possiamo ricordare come per molte delle divinità rettiloidi del passato, da Zeus a Odino, esisteva la credenza che fossero in grado di mutare la loro forma in quella di animali o di altre persone.

Ma l’idea della possibilità di mutare l’aspetto del corpo non è attribuibile solamente alle creature rettiliane di Icke.

In Piemonte esistono infatti le leggende popolari medievali delle “masche”, le streghe che erano ritenute in grado di mutare la loro forma trasformandola in varie tipologie di animali. Ma possiamo citare anche le leggende sui vampiri che erano ritenuti in grado di trasformarsi in animali di vario genere, compresi rettili volanti e pipistrelli.

Un polipo mutaforma fotografato dopo aver preso l'aspetto di roccia marina. La singolare specie venne rilevata dal biologo marino Mark D. Norman del Museo Victoria di Melbourne, Australia

Tuttavia, al di là delle leggende dobbiamo prendere atto che esistono concretamente delle creature in grado di mutare il loro aspetto e anche la loro forma. Come ad esempio i camaleonti, che mutano il colore della loro pelle a seconda dell’ambiente, gli insetti foglia che prendono il colore e la strutture di foglie e di rametti, oppure le lucertole che si fanno ricrescere la coda quando viene strappata via.

Esistono anche alcune nuove specie di cefalopodi, molluschi che sono notoriamente dotati della capacità di modificare la forma e il colore del loro corpo allo scopo di assumere l'aspetto di altre creature, ad esempio in forma di pesci o di formazioni rocciose.

Uno di questi molluschi è una specie di polipo mai osservato prima che manifesta elaborate capacità di trasformismo. Mark D. Norman del Museo Victoria di Melbourne, in Australia, ha dichiarato che le prime osservazioni di questa creatura risalgono ad alcune fotografie sottomarine, alcune delle quali rimangono ancora oggi aperte a numerose interpretazioni, tanto da dichiarare: "All'inizio sembrava aver preso la forma di un pianoforte, poi di un divano, quindi di una roccia e anche di un pesce".

Il polipo mutaforma, è una scoperta recente e non possiede ancora un nome scientifico, si conosce il suo habitat nelle distese melmose dove i fiumi finiscono nel mare dell'Indonesia. Si è osservato come il polipo vada in cerca di cibo in pieno giorno e in posti dove ci sono pochi luoghi in cui nascondersi. Una tale baldanza potrebbe derivare dalla sua abilità nel cambiare forma, colore e movimenti, che lo rende in grado di "impersonare" altri animali, magari velenosi o pericolosi. Oppure creature di piccole dimensioni come felini domestici, cani e anche bambini.

Molti di questi polipi mutaforma assumono il colore della corteccia o della sabbia per mimetizzarsi con l'ambiente circostante e giungono addirittura a confondersi così perfettamente con l'ambiente che sembrano svanire.

La creatura mutaforma di Steytlerville, una cittadina sudafricana a circa 200 chilometri nell’entroterra da Port Elizabeth, nella zona della provincia dell'Eastern Cape


Tom Tregenza dell'Università inglese di Leeds riferisce che la capacità di impersonare specie così diverse tra loro è del tutto nuova: "La cosa straordinaria è che il fenomeno si sviluppa in maniera molto più performante di quanto sia stato osservato negli altri animali mimetici".


Un mutaforma tra la gente di Steytlerville

Steytlerville è una tranquilla cittadina a circa 200 chilometri nell’entroterra da Port Elizabeth, Sud Africa, nella zona della provincia dell'Eastern Cape, dove non era mai accaduto nulla di particolarmente inconsueto.

Solo dopo un funerale, all'inizio del 2011, a cui aveva partecipato la maggior parte dei suoi abitanti avrebbe fatto la sua prima apparizione una misteriosa creatura dalle facoltà di mutaforma. In seguito, per oltre un mese, molti testimoni hanno asserito di aver incontrato la strana creatura che aveva mutato la sua forma sotto i loro occhi. E gli incontri con la creatura si sono moltiplicati. Più testimoni affermano di aver visto con i loro occhi un uomo in giacca e cravatta trasformarsi all'improvviso in un maiale oppure in un pipistrello.

Era anche apparso nei dintorni della chiesa e più di una volta i fedeli in preghiera lo hanno scorto mentre guardava incuriosito all’interno attraverso i vetri, ma una volta corsi al di fuori la creatura era scomparsa.

Negli ultimi giorni della sua apparizione la strana creatura è stata vista soprattutto nei pressi del pub locale. Le cronache dei quotidiani locali riportano il caso di due persone che stavano camminando tranquillamente quando hanno notato uno sconosciuto con una giacca nera, e mentre si avvicinavano si sono accorti che non aveva la testa. Quando lo hanno visto tramutarsi in una grande cane rabbioso i due sono fuggiti, ma altri testimoni che erano lì presenti affermano di averlo visto diventare in seguito una grande scimmia, una sorta di gorilla, per poi sparire.

La comunità Steytlerville, anche se sembra che il "mostro" non abbia mai aggredito passanti o animali domestici, è rimasta tuttavia inquietata dalla sua sconcertante presenza.

La polizia del luogo per ora non ha fatto altro che raccogliere i resoconti dei cittadini, che dichiarano che la creatura cambia forma nel momento in cui la si guarda. L’ufficiale preposto ha chiesto a lungo e invano alla gente di scattare delle foto del mostro, per avere delle prove. Ma l'unica fotografia lo ritrae mentre sta riposando in forma di una sorta di cane sotto un albero e l’immagine, una volta sviluppata, evidenzia solo la presenza di un animale sconosciuto.

Il manoscritto in lingua copta rinvenuto nel monastero di Saint Michel vicino all'attuale al-Hamuli nel deserto egiziano. Il testo risalente ad almeno 1500 anni fa riporta la credenza che Gesù Cristo possedesse facoltà di un mutaforma, modificando all'occorrenza il suo aspetto in giovinetto, in adulto e in altro ancora

La comunità è sconcertata e spaventata, ma allo stesso tempo è incuriosita e ha deciso di chiamare la creatura che coabita nella stessa cittadina con il nome di "Bawokozi", cioè "fratellastro".

Un mutaforma dalle origini divine

Ma le sorprese sulla proprietà dei mutaforma non mancano di stupire per il suo coinvolgimento di un personaggio considerato di origine divina come quello del Cristo.

La notizia proviene dalla biblioteca del vecchio monastero di Saint Michel, vicino all'attuale al-Hamuli nel deserto egiziano, dove alcuni archeologi avrebbero reperito, nella primavera del 1910, cinquanta manoscritti in lingua copta vecchi di almeno 1200 anni. Uno dei testi riporta la dicitura che rivela essere un regalo dell'Arciprete Padre Paul, considerato con tutta probabilità come lo stesso autore.

Viene stimato che il monastero sia stato chiuso intorno all'inizio del IX o X secolo e la serie di manoscritti è stata ritrovata per pura casualità mentre la gente del posto stava cercando di liberare i suoi ruderi dalla sabbia del deserto.

Uno di questi testi si è rivelato particolarmente interessante poiché rivela l'inaspettata credenza a cui, 2000 anni fa, veniva data fede dai monaci che vi dimoravano e dai fedeli che frequentavano all'epoca quel luogo, reputato sacro dai cristiani copti.

Questo testo contiene, in maniera esplicita, la testimonianza che Gesù era in grado di modificare a volontà la sua forma apparente, di cambiare il proprio aspetto e di rendersi invisibile a seconda delle sue necessità.

Il testo, scritto in lingua copta e nel nome di San Cirillo di Gerusalemme, un teologo vissuto intorno al 313-386 d.C., ha portato in luce una parte della storia della crocifissione del Cristo assolutamente inedita e canonicamente poco usuale.

Una parte del testo, decifrato e tradotto Roelof Van den Broek dell’Università di Ultrecht in Olanda, riporta infatti affermazioni che mostrano in maniera esplicita la natura mutaforma del Cristo: "Allora gli ebrei dissero a Giuda: Come possiamo andare a catturarlo [Gesù], perché non ha una unica forma, ma può cambiare di apparenza. Talvolta, è biondo, talvolta, è bianco, talvolta, è rosso, talvolta, è di colore del grano, talvolta, è pallido come gli asceti, talvolta, è un giovane, talvolta è un vecchio uomo."

Secondo Roelof Van den Broek una simile descrizione mutaforma di Gesù sembra trovare conferma in un manoscritto dell'anno 200 d.C., scritto dal teologo Origène, in un lavoro intitolato "Contro Celso". In questo testo,Origène avrebbe dichiarato che "per tutti quelli che vedevano Gesù, non sembrava che il suo aspetto fosse sempre simile alla stessa immagine e totalmente visibile per tutti".

Il manoscritto in questione, parecchi mesi più tardi dopo il suo rinvenimento, nel dicembre del 1911, è stato acquistato da J.P. Morgan che poi ne ha fatto dono al Morgan Library, un ente legato al Museo di Storia Naturale di New York, dove è tuttora custodito.



lunedì 23 settembre 2019

LITURGIA DEL GIORNO

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Messa del Giorno
S. PIO DA PIETRELCINA – SACERDOTE, MEMORIA
Grandezza Testo A A A
Colore Liturgico Bianco

Antifona

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice;
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi meravigliosi,
magnifica è la mia eredità. (Sal 15,5-6)

Colletta

Dio onnipotente ed eterno, per grazia singolare
hai concesso al sacerdote san Pio (da Pietrelcina)
di partecipare alla croce del tuo Figlio,
e per mezzo del suo ministero hai rinnovato
le meraviglie della tua misericordia;
per sua intercessione, concedi a noi,
uniti costantemente alla passione di Cristo,
di giungere felicemente alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima LetturaChiunque appartiene al popolo del Signore, salga a Gerusalemme e costruisca il tempio del Signore.

Dal libro di Esdra
Esd 1,1-6

Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: "Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d'Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme"».
Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d'argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 125 (126)R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.

Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro. (Mt 5,16)

Alleluia.


VangeloLa lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.


Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,16-18

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Parola del Signore

Sulle offerte

O Padre misericordioso, che in san Pio
hai impresso l'immagine dell'uomo nuovo,
creato nella giustizia e nella santità,
concedi anche a noi di rinnovarci nello spirito,
per essere degni di offrirti il sacrificio di lode.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione

In verità vi dico: voi che avete lasciato tutto
e mi avete seguito riceverete cento volte tanto
e avrete in eredità la vita eterna. (Mt 19,28-29)


Dopo la comunione

O Dio onnipotente, che in questi sacramenti
ci comunichi la forza del tuo Spirito,
fa' che sull'esempio di san Pio impariamo
a cercare te sopra ogni cosa, per portare in noi
l'impronta del Cristo crocifisso e risorto,
che vive e regna nei secoli dei secoli.

Papa Francesco invita i leader politici a firmare il "Patto globale". "Reinventare l'alleanza educativa globale"



BERGOGLIO: un nuovo patto educativo per la cura del creato



IL PAPA INVITA POTENTI E GIOVANI A CONTRIBUIRE ALLA DEMOLIZIONE DEFINITIVA DEL DISEGNO DIVINO SULL'UMANITA'. LA SUA ISPIRATRICE? HILLARY CLINTON.... 

Segna ulteriormente la sua accettazione del globalismo durante un'epoca di accresciuto nazionalismo, Papa Francesco ha ora invitato i leader a firmare un "Patto globale" per creare un "nuovo umanesimo".

"L'evento globale, che si svolgerà in Vaticano il 14 maggio 2020, è incentrato sul tema: Reinventare l'alleanza educativa globale", riferisce LifeSiteNews . "Il Papa sta invitando rappresentanti delle principali religioni, organizzazioni internazionali e varie istituzioni umanitarie, nonché figure chiave del mondo della politica, dell'economia e del mondo accademico e importanti atleti, scienziati e sociologi a firmare un "Patto globale sull'istruzione come tramandare alle giovani generazioni una casa comune unita e fraterna".
Il 12 settembre, il Santo Padre ha affermato in un videomessaggio che la "solidarietà universale" può essere raggiunta solo attraverso un "patto di educazione globale".

LifeSiteNews ha osservato che papa Francesco ha emesso un "messaggio straordinariamente secolare" sul patto che conteneva solo un riferimento a Dio e ha persino fatto eco alla frase preferita dell'ex First Lady Hillary Clinton: "Ci vuole un villaggio per crescere un bambino".

"Questo [Patto globale] si tradurrà in uomini e donne che sono aperti, responsabili, preparati ad ascoltare, dialogare e riflettere con gli altri e in grado di intrecciare relazioni con le famiglie, tra generazioni e con la società civile, e quindi creare un nuovo umanesimo ", ha detto papa Francesco.
Il Papa ha aggiunto che deve essere formata una "alleanza" tra gli abitanti della terra e la nostra "casa comune", di cui siamo tenuti a prenderci cura e rispetto. Un'alleanza che genera pace, giustizia e ospitalità tra tutti i popoli della famiglia umana, così come il dialogo tra le religioni ".
L'invito del Papa a un "Patto globale" fa eco alla sua recente dichiarazione che il "bene comune è diventato globale" mentre critica lo stato-nazione per non essere in grado di soddisfare questo bisogno umano. Tuttavia, non ha lanciato un appello per un governo mondiale.

"Nell'attuale situazione della globalizzazione non solo dell'economia ma anche degli scambi tecnologici e culturali, lo stato-nazione non è più in grado di procurarsi da se stesso il bene comune della sua popolazione ", ha detto Papa Francesco alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali a maggio . "Mentre, secondo il principio di sussidiarietà, le singole nazioni devono avere il potere di operare per quanto possono, d'altra parte, gruppi di nazioni vicine - come già accade - possono rafforzare la loro cooperazione attribuendo l'esercizio di determinate funzioni e servizi alle istituzioni intergovernative che gestiscono i loro interessi comuni ".
In quella che fu vista come una critica velata alla posizione del papa, il cardinale Raymond Burke in seguito disse al Rome Life Forum che la legge naturale consente il patriottismo "in accordo con l'ordine scritto sul cuore umano" e "non rende giusto e legittimo un unico governo globale ".

"Prima delle sfide del nostro tempo, ci sono quelli che propongono e lavorano per un singolo governo globale, cioè per l'eliminazione dei singoli governi nazionali, in modo che tutta l'umanità sia sotto il controllo di una singola autorità politica", ha detto Burke. "Per coloro che sono convinti che l'unico modo per raggiungere il bene comune sia la concentrazione di tutto il governo in un'unica autorità, la lealtà verso la propria patria o il patriottismo è diventato un male".

Nota di SD 

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

PER IL LANCIO DEL PATTO EDUCATIVO


Carissimi,
nell’Enciclica Laudato si’ ho invitato tutti a collaborare per custodire la nostra casa comune, affrontando insieme le sfide che ci interpellano. A distanza di qualche anno, rinnovo l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente.
Per questo scopo desidero promuovere un evento mondiale nella giornata del 14 maggio 2020, che avrà per tema “Ricostruire il patto educativo globale”: un incontro per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna.
Il mondo contemporaneo è in continua trasformazione ed è attraversato da molteplici crisi. Viviamo un cambiamento epocale: una metamorfosi non solo culturale ma anche antropologica che genera nuovi linguaggi e scarta, senza discernimento, i paradigmi consegnatici dalla storia. L’educazione si scontra con la cosiddetta rapidación, che imprigiona l’esistenza nel vortice della velocità tecnologica e digitale, cambiando continuamente i punti di riferimento. In questo contesto, l’identità stessa perde consistenza e la struttura psicologica si disintegra di fronte a un mutamento incessante che «contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica» (Enc. Laudato si’, 18).
Ogni cambiamento, però, ha bisogno di un cammino educativo che coinvolga tutti. Per questo è necessario costruire un “villaggio dell’educazione” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte. Un proverbio africano dice che “per educare un bambino serve un intero villaggio”. Ma dobbiamo costruirlo, questo villaggio, come condizione per educare. Il terreno va anzitutto bonificato dalle discriminazioni con l’immissione di fraternità, come ho sostenuto nel Documento che ho sottoscritto con il Grande Imam di Al-Azhar ad Abu Dhabi, il 4 febbraio scorso.
In un simile villaggio è più facile trovare la convergenza globale per un’educazione che sappia farsi portatrice di un’alleanza tra tutte le componenti della persona: tra lo studio e la vita; tra le generazioni; tra i docenti, gli studenti, le famiglie e la società civile con le sue espressioni intellettuali, scientifiche, artistiche, sportive, politiche, imprenditoriali e solidali. Un’alleanza tra gli abitanti della Terra e la “casa comune”, alla quale dobbiamo cura e rispetto. Un’alleanza generatrice di pace, giustizia e accoglienza tra tutti i popoli della famiglia umana nonché di dialogo tra le religioni.
Per raggiungere questi obiettivi globali, il cammino comune del “villaggio dell’educazione” deve muovere passi importanti. In primo luogo, avere il coraggio di mettere al centro la persona. Per questo occorre siglare un patto per dare un’anima ai processi educativi formali ed informali, i quali non possono ignorare che tutto nel mondo è intimamente connesso ed è necessario trovare - secondo una sana antropologia - altri modi di intendere l’economia, la politica, la crescita e il progresso. In un percorso di ecologia integrale, viene messo al centro il valore proprio di ogni creatura, in relazione con le persone e con la realtà che la circonda, e si propone uno stile di vita che respinga la cultura dello scarto.
Un altro passo è il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità. L’azione propositiva e fiduciosa apre l’educazione a una progettualità di lunga durata, che non si arena nella staticità delle condizioni. In questo modo avremo persone aperte, responsabili, disponibili a trovare il tempo per l’ascolto, il dialogo e la riflessione, e capaci di costruire un tessuto di relazioni con le famiglie, tra le generazioni e con le varie espressioni della società civile, così da comporre un nuovo umanesimo.
Un ulteriore passo è il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. Il servizio è un pilastro della cultura dell’incontro: «Significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e comprensione, come Gesù si è chinato a lavare i piedi agli apostoli. Servire significa lavorare a fianco dei più bisognosi, stabilire con loro prima di tutto relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà».[1] Nel servizio sperimentiamo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr Atti degli Apostoli 20,35). In questa prospettiva, tutte le istituzioni devono lasciarsi interpellare sulle finalità e i metodi con cui svolgono la propria missione formativa.
Per questo desidero incontrare a Roma tutti voi che, a vario titolo, operate nel campo dell’educazione a tutti i livelli disciplinari e della ricerca. Vi invito a promuovere insieme e attivare, attraverso un comune patto educativo, quelle dinamiche che danno un senso alla storia e la trasformano in modo positivo. Insieme a voi, faccio appello a personalità pubbliche che a livello mondiale occupano posti di responsabilità e hanno a cuore il futuro delle nuove generazioni. Ho fiducia che accoglieranno il mio invito. E faccio appello anche a voi giovani a partecipare all’incontro e a sentire tutta la responsabilità nel costruire un mondo migliore. L’appuntamento è per il giorno 14 maggio 2020 a Roma, nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Una serie di seminari tematici, in diverse istituzioni, accompagnerà la preparazione dell’evento.
Cerchiamo insieme di trovare soluzioni, avviare processi di trasformazione senza paura e guardare al futuro con speranza. Invito ciascuno ad essere protagonista di questa alleanza, facendosi carico di un impegno personale e comunitario per coltivare insieme il sogno di un umanesimo solidale, rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio.
Vi aspetto e fin d’ora vi saluto e benedico.
Dal Vaticano, 12 settembre 2019


FRANCESCO

L’indagine di Vincenzo Tufano, ricercatore e scrittore su una creatura”RETTILIANA”


RETTILIANI LUNGO IL PO

CONFRONTATE QUESTI VIDEO: IL PRIMO SUGLI AVVISTAMENTI E TRACCE NELLA ZONA DEL PO, IL SECONDO SUGLI AVVISTAMENTI E TRACCE NELLA ZONA DEL CASERTANO


Un gigantesco oggetto triangolare paragonabile a un TR3-B ha solcato i cieli di Alvignanello, ( Caserta) la sera del 12 Febbraio 2019.


Nel buio della notte il velivolo è stato visto e fotografato da un cittadino del posto, riuscendo ad immortalarlo con alcuni scatti fotografici. Nelle analisi l’ Ufo triangolare appare ben delineato nella sua forma, con i tre vertici chiari e netti sormontati da un’ intensa luce rossa.


Questo però è soltanto l’ultimo di una serie di eventi anomali. Dai primi di Febbraio qualcosa di strano e di inspiegabile sta operando nei territori casertani in modo silenti, senza però creare panico o destare paura.

L’ultima indagine di Vincenzo Tufano, ricercatore e scrittore, riguarda il rinvenimento, avvenuto il 5 febbraio 2019, di orme ungulate a 3 artigli in seguito a una segnalazione da parte di un uomo della zona, accortosi di insolite orme che procedevano con un passo simile a quello di un uomo ma distanziate di circa 1, 70 cm l’una dall’altra, in direzione del fiume Volturno, partendo da una zona molto paludosa e boschiva di Alvignanello-Castel Campagnano.

Tufano: ricordo ancora le sue parole, trafitte da un velo di paura e ansia:
<< Vincenzo, Corri in Via Castel Campagnano, quel punto che circoscrive il Fiume, mi sono imbattuto casualmente in delle orme spaventose e abominevoli, che non ho mai visto prima!>>. Così recandosi sul posto ha potuto constatare la presenza di queste tracce anomale e la silhouette di un’orma artigliata di 30/35 cm, seguita da altre due molto più grandi di circa 60 cm. 



Il resoconto ancora superficiale di un primo veterinario parlava di possibili orme appartenenti in apparenza a un anfibio di qualche specie rettile, ma vista la sagoma dell’intera impronta molto grande, almeno per ora non è stato possibile identificarla con precisione. Una di queste, la prima rinvenuta di circa 30 cm, era molto differente rispetto alle altre due, e questo particolare inficiò nei veterinari un dubbio che potesse trattarsi non di una zampa ma delle tracce di una mano o comunque uno degli arti superiore del presunto criptide, nel tentativo di deambulare come un quadrupede. Nell’ampio scenario della criptozoologia ”aliena” molte specie, ad oggi non classificabili, avrebbero nel proprio DNA la capacità di deambulare alternativamente sia su quattro che su due zampe. E ciò spiegherebbe il dettaglio di cui sopra.

Un secondo zoologo invece, osservando attentamente le orme ha attestato la natura artigliata delle stesse, ma date le dimensioni non è stato possibile per ora associarle a qualche animale della zona.

Ma il fattore che sconcertò di più la ricerche di Vincenzo Tufano, oltre alle dimensioni non umane delle orme, fu una sostanza quasi fluorescente che rinvenne a pochi metri dalle tracce ”aliene”. Di cosa si trattava? Chi le aveva lasciate? Sembravano i resti di una gelatina melmosa. Per ora resta un mistero. Vincenzo Tufano decise così di recuperare i calchi in gesso di tutte le impronte per custodirle e magari sottoporle in futuro ad analisi più approfondite.

Un passo a ritroso nel tempo. 

In questo contesto è opportuno menzionare un inedito avvenimento che coinvolse un giovane ragazzo, un amico del testimone di cui sopra che segnalò le orme verosimilmente ricollegabile alle medesime tracce al suolo. Erano gli anni Ottanta, e il giovane testimone stava pescando sulle rive del fiume Volturno, era all’imbrunire, quando notò un singolare movimento nell’acqua. A circa 20 metri, come da un vortice, fuoriuscì la sagoma scura di un umanoide alto circa 2 metri, descritto come se indossasse una tuta aderente e una maschera. Non aveva capelli e i suoi occhi erano color rosso fuoco, al loro interno si intravedeva la fenditura oculare tipica dei rettili. 
Il testimone terrorizzato lanciò via la canna da pesca e urlando scappò. Quest’ultimo inedito caso potrebbe dare ancor di più una forte spinta alla ricerca della verità. Una verità celata forse tra le pieghe di un passato antico, ma ricco di sorprese.

Orme di Entità rettiliane?

All’interno del vasto panorama UFO-Alienologico si manifesta in modo sempre più palese la figura di una creatura bipede, dalle fattezze di un rettile-sauroide. Un gigantesco sauropode che lascerebbe orme definite in gergo tecnico ”tre-ungulate”, molto grandi, a testimoniare in modo incontrovertibile la sua spaventosa statura, che oscillerebbe tra i tre e i cinque metri nei casi limite. Questo ”essere anfibioide” è stato molte volte associato da molti ricercatori a un bio-robot con finalità di monitoraggio, una macchina rilasciata per scopi di ricerca in varie località boschive, sotto una stretta libertà vigilata. Secondo i pochi elementi a disposizione la sua matrice potrebbe essere ”aliena”, oppure terrestre-militare. Queste gigantesche tracce munite di tre artigli sono apparse in vari luoghi d’Italia dalla metà degli anni Ottanta, non solo al Sud Italia come occorso ad Alvignanello, ma anche nel Polesine e nella Valtellina, ma non mancano casi molti più datati, che sembrano affondare le proprie radici in epoche protostoriche. Quest’ultimo dettaglio, non di poco conto, testimonierebbe la firma di una presenza molto più antica di quanto si pensi, recondita e dominante nella controversa storia della razza umana.



La creatura di Piana di Monteverna

Alcuni giorni dopo il rinvenimento delle orme ungulate ad Alvignanello, Vincenzo Tufano ebbe modo di indagare un ulteriore caso, avvenuto a pochi km dal sito di ritrovo delle ”tracce aliene”. Fu a Piana di Monteverna che la notte del 2 Febbraio Saverio visse l’esperienza più sconcertante della sua vita: l’uomo disse di aver visto la notte del 2 Febbraio, lungo una strada casertana una creatura aberrante con un groviglio di vene tipo tendini che percorrevano tutto il suo corpo, non più bassa di 4/5 metri, assolutamente non minacciosa, immobile al centro della strada.


”Buongiorno Signor Vincenzo Tufano, sono Saverio S., e la contatto per informarla di un evento ai limiti dell’immaginabile che mi ha coinvolto e sconvolto nello stesso tempo. Vi dico subito che ho reperito il vostro account email su Internet e su un numero della rivista Mistero. Non vorrei dilungarmi troppo quindi procedo nel raccontare ciò che mi è successo la notte del 2 Febbraio intorno alle 2.00, sarebbe quindi meglio dire la mattina del 2 Febbraio. Ecco, io stavo percorrendo la strada Piana di Monte Verna dopo la rotonda in direzione Caiazzo. Ad un tratto in lontananza vedo come una gigantesca sfera o palla al centro della strada. Era così grande che occupava anche le due corsie. Quindi rallentai l’auto fino a fermarmi a circa 15,20 metri. Misi gli abbaglianti e cominciai a suonare forte. Intorno a me non c’era un’ anima viva, nessuna auto. Così stufo della situazione (sto sintetizzando) scesi dalla vettura portando con me il cellulare e attivando una specie di ”effetto torcia”. Sinceramente credevo, ero certo che si trattasse di un bidone della spazzatura magari gettato lì dal vento. Ma non appena arrivai a circa 10 metri ”questo coso” si alzò mostrandomi due enormi zampe. Realizzai così che era tipo un uomo gigantesco, ma non era umano. La zona era buia e a malapena illuminata dalla mia pseudo torcia. Cominciai a sudare freddo e il cuore era in gola. In quel momento potei solo constatare la sua altezza, e le dico Vincenzo che io sono alto quasi due metri, sono un giocatore amatoriale di basket, e questa sottospecie di umano gli arrivavo a livello delle ginocchia, un po' sotto i quadricipidi. Quindi sono certo se le dico che superava abbondantemente i 5 metri di altezza. In quei pochi secondi constatai un altro elemento prima di scappare, cioè le zampe artigliate simili a quelle dei rettili e le gambe leggermente divaricate. Appurato ciò scappai in fretta rientrando nella mia auto che misi a folle. Giunto dentro l’essere era ancora lì fermo, come una statua. Così la curiosità mi spinse a dare un’ ultima occhiata alla creatura puntandogli i fari contro. Riuscii a veder la sua pelle verdastra tipo un’armatura, tutta rugosa e squamata con delle spine o creste lungo tutto il corpo. Gli occhi erano grandi e rossi come i caimani e le mani erano grandi e le dita molto lunghe. Il terrore non mi impedì di ricordare questi dettagli, così fortunatamente quando stavo facendo retromarcia, l’essere lentamente si incamminò verso un boschetto posto alla sua sinistra e sparì nel buio.


Ero pronto, sgommai e attraversai quel tratto con il cuore e il fiato in gola. La notte non dormii, come potevo, fu l’esperienza più brutta della mia vita che non auguro a nessuno, nonostante questa creatura non credo che avesse intenzioni ostili”.

L’inchiesta proseguirà nei prossimi giorni e dovrà appurare molti lati oscuri di questa storia controversa.

Resta inoltre un secondo fattore X da appurare, quante basi militari ci sono in Campania? E quante sono sotto il Top Secret? Ci sono basi ”aliene miste” sotterranee? Ci sono creature che vengono prodotte e detenute qui sulla Terra e poi liberate sotto una stretta vigilanza controllata.




INCONTRI RAVVICINATI CON ESSERI RETTILOIDI IN ITALIA

UN VIDEO PER CAPIRE MEGLIO LE DINAMICHE MESSE IN ATTO DALLE STIRPI RETTILIANE

RETTILIANI LUNGO IL PO

Rettiliani sono rettili umanoidi di origine extraterrestre con un'altezza molto diversificata, proprio come noi terrestri; tuttavia, tale altezza potrebbe anche essere imputata all'evolversi di un essere che nasce, cresce e muore. I Rettiliani sarebbero dotati di una forza notevole, avrebbero un corpo interamente squamoso, con toni dal verdino al marrone, una testa priva di capelli ma con diverse protuberanze, naso ed orecchi ridotti a piccole fessure e, infine, enormi occhi rossi con pupille verticali. I Rettiliani, detti anche draconiani, provengono dai pianeti della costellazione del Drago.
Le più antiche leggende, in ogni parte del mondo, hanno sempre raccontato dell'esistenza di questi esseri rettiloidi, intesi perlopiù come divinità e, come tali, rappresentati attraverso statue, dipinti o disegni.
Negli anni '80 è stato realizzato un programma televisivo denominato "VISITORS", che ha giocato la sua parte nell'individuazione di questa presunta razza aliena. Tuttavia, vi sono testimonianze abbastanza accreditate della loro esistenza, sia nel mondo che in Italia. Ne ha parlato la cantante Jazz americana Pamela Stonebrooke, dichiarando di aver avuto addirittura dei rapporti sessuali veri e propri con alcuni di essi. Nel 2005 è poi stata data alle stampe la pubblicazione del prof. Di Gennaro Sebastiano, fondatore e presidente dell'associazione ufologica denominata USAC (Ufological Studies Academy Centre) e situata a Santa Maria Maddalena (Rovigo). Secondo tale studioso, ben cinque testimoni avrebbero avvistato questi esseri o nell'atto di uscire dall'acqua o nell'atto di entrarvi o nell'atto, infine, di camminare lungo la riva dei più grandi corsi d'acqua compresi fra le province di Ferrara, Rovigo e Bologna (vedi anche esperienze di avvistamenti al Volturno in Campania di Vincenzo Tufano https://www.youtube.com/watch?v=J-lV-ri9-Co). Poiché gli avvistamenti si sono susseguiti nel corso degli anni c'è sicuramente di che riflettere sulla possibile esistenza di questi strani esseri.
David Icke
Nel 1999, Icke scrisse e pubblicò The Biggest Secret: The Book That Will Change the World, nel quale affermò che il pianeta fosse controllato da un Nuovo Ordine Mondiale, manovrato da una razza di umanoidi rettiliani chiamati la "Fratellanza di Babilonia" ("Babylonian Brotherhood"). Scrisse:« Le mie ricerche [nota: scritto "resaerch" nel testo originale] suggeriscono che sia da un'altra dimensione, la quarta dimensione inferiore ("lower fourth dimension"), che il controllo e la manipolazione sono orchestrati. Altre persone sanno che è dalla dimensione astrale ("lower astral dimension"), la leggendaria casa dei demoni e delle entità [nota: scritto "antities" nel testo] nei loro rituali di magia nera... »(D. Icke, The Biggest Secret: The Book That Will Change the World)
Secondo Icke, il DNA "ibrido rettile-umano" dei rettiliani permetterebbe loro di cambiare dalla forma originaria a quella umana se questi consumano del sangue umano. Icke stese un parallelo con la miniserie TV degli anni ottanta V - Visitors in cui la Terra è conquistata da rettiloidi alieni camuffati da umani.
Il gruppo rettiliano secondo Icke comprenderebbe molti personaggi importanti e in pratica ogni leader mondiale dalla defunta Regina Madre inglese a George H.W. Bush, Bill Clinton, Harold Wilson, Tony Blair, e persino Bob Hope. Queste persone o sono essi stessi rettiliani, o lavorano per loro in quella che Icke chiama "sindrome dalla personalità multipla simile a schiavitù":« I Rothschild, i Rockefeller, la Famiglia Reale inglese e le famiglie dominanti della politica e dell'economia negli USA e nel resto del mondo vengono dalle STESSE discendenze. Non è perché sono snob, è per mantenere al meglio la loro struttura genetica: il DNA rettiliano-mammifero che gli permette di cambiare forma ("shape-shifting")». (D. Icke)
Icke ha scritto che la famiglia Rothschild avrebbe pianificato l'ascesa al potere di Adolf Hitler, e che lo stesso Hitler era un Rothschild.
I personaggi rettiliani, secondo Icke sarebbero dediti a sacrifici umani, avidi di sangue umano e di violenze carnali su dei minorenni e manipolerebbero la gente con riti satanisti e con ingegneria sociale.
Icke descrisse lo "shape-shifting" come un "Fenomeno riportato da testimoni che hanno visto persone (molto spesso in posizioni di potere) trasformarsi di fronte ai loro occhi, da una forma umana a una forma rettiliana e poi ritornare a quella originale". Icke in una intervista affermò che Christine Fitzgerald, una confidente della Principessa Diana confidò a lui che Diana stessa credeva che la Famiglia Reale inglese fosse collegata ai rettiliani e che loro stessi fossero in grado di trasformarsi.
Icke da allora ha pubblicato un gran numero di altri testi sugli stessi temi. I suoi ultimi lavori vedono in George W. Bush, anch'egli un rettiloide, uno dei ruoli centrali in quella che Icke definisce la Cospirazione dell'11 settembre ("9/11 conspiracy").