lunedì 23 settembre 2019

L’indagine di Vincenzo Tufano, ricercatore e scrittore su una creatura”RETTILIANA”


RETTILIANI LUNGO IL PO

CONFRONTATE QUESTI VIDEO: IL PRIMO SUGLI AVVISTAMENTI E TRACCE NELLA ZONA DEL PO, IL SECONDO SUGLI AVVISTAMENTI E TRACCE NELLA ZONA DEL CASERTANO


Un gigantesco oggetto triangolare paragonabile a un TR3-B ha solcato i cieli di Alvignanello, ( Caserta) la sera del 12 Febbraio 2019.


Nel buio della notte il velivolo è stato visto e fotografato da un cittadino del posto, riuscendo ad immortalarlo con alcuni scatti fotografici. Nelle analisi l’ Ufo triangolare appare ben delineato nella sua forma, con i tre vertici chiari e netti sormontati da un’ intensa luce rossa.


Questo però è soltanto l’ultimo di una serie di eventi anomali. Dai primi di Febbraio qualcosa di strano e di inspiegabile sta operando nei territori casertani in modo silenti, senza però creare panico o destare paura.

L’ultima indagine di Vincenzo Tufano, ricercatore e scrittore, riguarda il rinvenimento, avvenuto il 5 febbraio 2019, di orme ungulate a 3 artigli in seguito a una segnalazione da parte di un uomo della zona, accortosi di insolite orme che procedevano con un passo simile a quello di un uomo ma distanziate di circa 1, 70 cm l’una dall’altra, in direzione del fiume Volturno, partendo da una zona molto paludosa e boschiva di Alvignanello-Castel Campagnano.

Tufano: ricordo ancora le sue parole, trafitte da un velo di paura e ansia:
<< Vincenzo, Corri in Via Castel Campagnano, quel punto che circoscrive il Fiume, mi sono imbattuto casualmente in delle orme spaventose e abominevoli, che non ho mai visto prima!>>. Così recandosi sul posto ha potuto constatare la presenza di queste tracce anomale e la silhouette di un’orma artigliata di 30/35 cm, seguita da altre due molto più grandi di circa 60 cm. 



Il resoconto ancora superficiale di un primo veterinario parlava di possibili orme appartenenti in apparenza a un anfibio di qualche specie rettile, ma vista la sagoma dell’intera impronta molto grande, almeno per ora non è stato possibile identificarla con precisione. Una di queste, la prima rinvenuta di circa 30 cm, era molto differente rispetto alle altre due, e questo particolare inficiò nei veterinari un dubbio che potesse trattarsi non di una zampa ma delle tracce di una mano o comunque uno degli arti superiore del presunto criptide, nel tentativo di deambulare come un quadrupede. Nell’ampio scenario della criptozoologia ”aliena” molte specie, ad oggi non classificabili, avrebbero nel proprio DNA la capacità di deambulare alternativamente sia su quattro che su due zampe. E ciò spiegherebbe il dettaglio di cui sopra.

Un secondo zoologo invece, osservando attentamente le orme ha attestato la natura artigliata delle stesse, ma date le dimensioni non è stato possibile per ora associarle a qualche animale della zona.

Ma il fattore che sconcertò di più la ricerche di Vincenzo Tufano, oltre alle dimensioni non umane delle orme, fu una sostanza quasi fluorescente che rinvenne a pochi metri dalle tracce ”aliene”. Di cosa si trattava? Chi le aveva lasciate? Sembravano i resti di una gelatina melmosa. Per ora resta un mistero. Vincenzo Tufano decise così di recuperare i calchi in gesso di tutte le impronte per custodirle e magari sottoporle in futuro ad analisi più approfondite.

Un passo a ritroso nel tempo. 

In questo contesto è opportuno menzionare un inedito avvenimento che coinvolse un giovane ragazzo, un amico del testimone di cui sopra che segnalò le orme verosimilmente ricollegabile alle medesime tracce al suolo. Erano gli anni Ottanta, e il giovane testimone stava pescando sulle rive del fiume Volturno, era all’imbrunire, quando notò un singolare movimento nell’acqua. A circa 20 metri, come da un vortice, fuoriuscì la sagoma scura di un umanoide alto circa 2 metri, descritto come se indossasse una tuta aderente e una maschera. Non aveva capelli e i suoi occhi erano color rosso fuoco, al loro interno si intravedeva la fenditura oculare tipica dei rettili. 
Il testimone terrorizzato lanciò via la canna da pesca e urlando scappò. Quest’ultimo inedito caso potrebbe dare ancor di più una forte spinta alla ricerca della verità. Una verità celata forse tra le pieghe di un passato antico, ma ricco di sorprese.

Orme di Entità rettiliane?

All’interno del vasto panorama UFO-Alienologico si manifesta in modo sempre più palese la figura di una creatura bipede, dalle fattezze di un rettile-sauroide. Un gigantesco sauropode che lascerebbe orme definite in gergo tecnico ”tre-ungulate”, molto grandi, a testimoniare in modo incontrovertibile la sua spaventosa statura, che oscillerebbe tra i tre e i cinque metri nei casi limite. Questo ”essere anfibioide” è stato molte volte associato da molti ricercatori a un bio-robot con finalità di monitoraggio, una macchina rilasciata per scopi di ricerca in varie località boschive, sotto una stretta libertà vigilata. Secondo i pochi elementi a disposizione la sua matrice potrebbe essere ”aliena”, oppure terrestre-militare. Queste gigantesche tracce munite di tre artigli sono apparse in vari luoghi d’Italia dalla metà degli anni Ottanta, non solo al Sud Italia come occorso ad Alvignanello, ma anche nel Polesine e nella Valtellina, ma non mancano casi molti più datati, che sembrano affondare le proprie radici in epoche protostoriche. Quest’ultimo dettaglio, non di poco conto, testimonierebbe la firma di una presenza molto più antica di quanto si pensi, recondita e dominante nella controversa storia della razza umana.



La creatura di Piana di Monteverna

Alcuni giorni dopo il rinvenimento delle orme ungulate ad Alvignanello, Vincenzo Tufano ebbe modo di indagare un ulteriore caso, avvenuto a pochi km dal sito di ritrovo delle ”tracce aliene”. Fu a Piana di Monteverna che la notte del 2 Febbraio Saverio visse l’esperienza più sconcertante della sua vita: l’uomo disse di aver visto la notte del 2 Febbraio, lungo una strada casertana una creatura aberrante con un groviglio di vene tipo tendini che percorrevano tutto il suo corpo, non più bassa di 4/5 metri, assolutamente non minacciosa, immobile al centro della strada.


”Buongiorno Signor Vincenzo Tufano, sono Saverio S., e la contatto per informarla di un evento ai limiti dell’immaginabile che mi ha coinvolto e sconvolto nello stesso tempo. Vi dico subito che ho reperito il vostro account email su Internet e su un numero della rivista Mistero. Non vorrei dilungarmi troppo quindi procedo nel raccontare ciò che mi è successo la notte del 2 Febbraio intorno alle 2.00, sarebbe quindi meglio dire la mattina del 2 Febbraio. Ecco, io stavo percorrendo la strada Piana di Monte Verna dopo la rotonda in direzione Caiazzo. Ad un tratto in lontananza vedo come una gigantesca sfera o palla al centro della strada. Era così grande che occupava anche le due corsie. Quindi rallentai l’auto fino a fermarmi a circa 15,20 metri. Misi gli abbaglianti e cominciai a suonare forte. Intorno a me non c’era un’ anima viva, nessuna auto. Così stufo della situazione (sto sintetizzando) scesi dalla vettura portando con me il cellulare e attivando una specie di ”effetto torcia”. Sinceramente credevo, ero certo che si trattasse di un bidone della spazzatura magari gettato lì dal vento. Ma non appena arrivai a circa 10 metri ”questo coso” si alzò mostrandomi due enormi zampe. Realizzai così che era tipo un uomo gigantesco, ma non era umano. La zona era buia e a malapena illuminata dalla mia pseudo torcia. Cominciai a sudare freddo e il cuore era in gola. In quel momento potei solo constatare la sua altezza, e le dico Vincenzo che io sono alto quasi due metri, sono un giocatore amatoriale di basket, e questa sottospecie di umano gli arrivavo a livello delle ginocchia, un po' sotto i quadricipidi. Quindi sono certo se le dico che superava abbondantemente i 5 metri di altezza. In quei pochi secondi constatai un altro elemento prima di scappare, cioè le zampe artigliate simili a quelle dei rettili e le gambe leggermente divaricate. Appurato ciò scappai in fretta rientrando nella mia auto che misi a folle. Giunto dentro l’essere era ancora lì fermo, come una statua. Così la curiosità mi spinse a dare un’ ultima occhiata alla creatura puntandogli i fari contro. Riuscii a veder la sua pelle verdastra tipo un’armatura, tutta rugosa e squamata con delle spine o creste lungo tutto il corpo. Gli occhi erano grandi e rossi come i caimani e le mani erano grandi e le dita molto lunghe. Il terrore non mi impedì di ricordare questi dettagli, così fortunatamente quando stavo facendo retromarcia, l’essere lentamente si incamminò verso un boschetto posto alla sua sinistra e sparì nel buio.


Ero pronto, sgommai e attraversai quel tratto con il cuore e il fiato in gola. La notte non dormii, come potevo, fu l’esperienza più brutta della mia vita che non auguro a nessuno, nonostante questa creatura non credo che avesse intenzioni ostili”.

L’inchiesta proseguirà nei prossimi giorni e dovrà appurare molti lati oscuri di questa storia controversa.

Resta inoltre un secondo fattore X da appurare, quante basi militari ci sono in Campania? E quante sono sotto il Top Secret? Ci sono basi ”aliene miste” sotterranee? Ci sono creature che vengono prodotte e detenute qui sulla Terra e poi liberate sotto una stretta vigilanza controllata.




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