venerdì 15 marzo 2019

LE PROFEZIE DI PIO XII

Le rivelazioni di Gesù al pontefice sul futuro dell'umanità

LE PROFEZIE DI PIO XII


Il tempo della ricostruzione 6°

/ Papi verranno da lontano
«Saranno necessari ancora due o tre Papi... e poi
il vicario di Cristo verrà da lontano...».

Nel 1953 Pio XII riuscì a formare quello che venne chiamato «il mappamondo vivente». Riuscì cioè a superare la tradizione secondo la quale la maggioranza dei cardinali doveva essere italiana.
Il Pontefice nominò difatti diversi cardinali stranieri. E così i piatti della bilancia cambiarono posizione: alcuni decenni prima si contavano settanta cardinali italiani e solamente sedici stranieri. Con le ultime nomine di Pio XII si era invece arrivati a quarantaquattro cardinali stranieri e ventisette italiani.
Fra i nuovi cardinali italiani c'era anche il Nunzio di Francia, monsignor Roncalli, che succederà a Pio XII.
E vennero anche nominati cardinali due presuli che non ebbero la possibilità di presenziare alle cerimonie: l'arcivescovo di Varsavia, monsignor Wyszynski, e l'arcivescovo di Zagabria, monsignor Stepinac.
«Ho aperto le porte al mondo», disse allora Pio XII «perché la Chiesa è universale... la tradizione del Papa italiano non potrà certamente esaurirsi in breve tempo; saranno necessari ancora due o tre Papi. E poi il Vicario di Cristo verrà da lontano...».
Il vaticinio si è già avverato. Dopo la scomparsa di Pio XII, sono stati eletti tre Pontefici: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I. E il quarto successore arrivò dalla «martoriata Polonia» e assunse il nome di Giovanni Paolo II.
Al termine del Concistoro del 1953, un vaticanista scrisse che «il Pontefice si era intrattenuto soprattutto con il neocardinale Roncalli». Ma non era stato possibile conoscere l'oggetto del «prolungato dialogo con Sua Santità».
Forse Pio XII aveva intuito che il cardinale Roncalli, appena nominato, sarebbe stato il suo successore.


NON AVRETE PIÙ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE
«L'uomo onesto diventerà una rarità, perché la
corruzione finirà per abbracciare il mondo...».

«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero...».
Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio.
«Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione... La democrazia finirà per diventare un paravento... per nascondere malefatte di ogni genere. Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica. Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia...».
E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa... Il decadimento politico
porterà inevitabilmente al decadimento morale... Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».
Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici. Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo. E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo.
Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «... Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando... E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».
In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia... E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».


L'uomo sarà ridotto a puro oggetto della società
«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno
cresceranno inevitabilmente nel tempo...».

Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze».
Su questa strada, proseguiva il messaggio, «... non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».
Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice. Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «... i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale... ma cresceranno inevitabilmente nel tempo. E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto... E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».
E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea... l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto...».
In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto».
«Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità... Il consumismo farà dell'uomo un oggetto. Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo... Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno... O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».
E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».


Gli uomini parleranno con gli angeli
«Arriverà un giorno in cui l'uomo parlerà con gli
angeli... E in quel giorno proverà una gioia tale che
nessuna parola al mondo può descriverla».

Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi.
«I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l'uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene... Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l'uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno... Bisogna allargare gli orizzonti dell'uomo... Bisogna far capire all'uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra. E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli...».
Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti». E, probabilmente, si sentiva avvolto in un'atmosfera soprannaturale.
«Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza...».
Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a «sentire».
Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata».
In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni...».
E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male. «Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale.
Saranno gli angeli a vincere. E, da quel momento in poi, l'uomo imparerà a parlare con gli angeli.
Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.


Arriverà il tempo dei falsi profeti
«II tempo dei falsi profeti è vicino...
Saranno vestiti da politici o da scienziati...
e lasceranno alle spalle la desolazione».

Anche nel Vangelo di Matteo si profetizza l'evento dei «falsi profeti». «Guardatevi... perché verranno a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci».
C'è quindi l'inganno, perché gli uomini «saranno presi con false parole di amore e di giustizia, per poi essere condannati a vivere nell'odio e nell'ingiustizia».
Pio XII, analizzando i tempi in cui sta vivendo l'umanità, «vede» i falsi profeti nei politici corrotti o negli scienziati che stravolgono le leggi naturali.
C'è in proposito una frase significativa, pronunciata da Pio XII nel 1952: «Si sta avvicinando il tempo dei falsi profeti... inganneranno facilmente i puri di cuore, perché si presenteranno nella veste di uomini di grandi capacità e di grande cuore, invece saranno politici corrotti e scienziati senza scrupoli...».
Nel giorno dei falsi profeti siamo già entrati.
L'operazione «mani pulite» ne è una conferma eloquente. Ma è solamente l'inizio, perché arriverà un momento in cui tutti coloro che si avvicinano alla politica saranno dei ««falsi profeti», in quanto il loro scopo non sarà quello di servire la società, ma di utilizzare la società, per scopi più o meno leciti.
Ai politici corrotti e corruttori si aggiungono gli scienziati che mirano unicamente a strabiliare il mondo con le loro ricerche.
E qui troviamo al primo posto i ricercatori nel campo della genetica, con gli uteri in affitto e le inseminazioni ibride.
E le ricerche sono appena iniziate.

ANTONIO SOCCI , LA PROFEZIA DI BENEDETTO XVI SULLA FINE DEL MONDO: COSA SA IL PAPA EMERITO


Pubblichiamo di seguito un estratto dall’ ultimo libro di Antonio Socci “Il segreto di Benedetto XVI (Perché è ancora papa)”, Rizzoli.

La profezia di Fatima su questo nostro tempo è eloquente e fa riflettere. Ma forse c’ è ancora di più che è rimasto nell’ ombra e che è davvero inquietante. C’ è un “dettaglio” che emerge dopo tanti anni (). È noto che Giacinta e Francesco morirono poco dopo le apparizioni per la febbre spagnola che divampò in tutta Europa. () Giacinta fu particolarmente legata alla figura di un papa, evidentemente un papa futuro rispetto agli anni della sua vita.

Nella terza memoria scritta da Lucia – in data 31 agosto 1941 – si trova riportata una visione della piccola Giacinta (oggi canonizzata dalla Chiesa) che fa pensare a Benedetto XVI. Ma nella documentazione sulle apparizioni di Fatima è contenuta anche una frase della Madonna che Giacinta riferisce a chi la interroga (). Una frase breve, ma terribile, pronunciata dalla Vergine durante l’ apparizione del 13 ottobre 1917, quella in cui si verifica il “miracolo del sole” (uno spaventoso vorticare del sole nel cielo) davanti a 70.000 persone, compresi diversi giornalisti. () Ne sono venuto a conoscenza quando un amico padovano, pellegrino a Fatima, me l’ ha segnalata girandomi il testo di un corso sui messaggi della Madonna tenuto nel 2017 al santuario portoghese. Il suo titolo: “Curso sobre a Mensagem de Fátima ‘O triunfo do amor nos dramas da História’ “.()

DIROMPENTE
Nella parte finale, quella della documentazione storica, si riportano tutte le apparizioni e al capitolo sull’apparizione del 13 ottobre 1917, alla pagina 40, si legge testualmente: “E assumendo un aspetto più triste, : ‘Non offendano più Nostro Signore che è già molto offeso! Se il popolo si emenderà, finirà la guerra, se non si emenderà, finirà il mondo'”. Non avevo mai letto questa espressione così dirompente nei testi ufficiali che si trovano in libreria. Infatti, nelle “Memorie di suor Lucia” () l’ apparizione del 13 ottobre 1917 si trova raccontata due volte, ma quella frase non c’ è. Egualmente negli altri libri o nelle interviste o nelle lettere di suor Lucia.
Chi, dunque, aveva riferito quelle parole della Madonna? E quando? Dov’ è la fonte? Sono parole attendibili?

LE PAROLE DI GIACINTA
In nota c’ è, fra l’ altro, un rimando all'”interrogatorio del Dr. Formigão, in ‘Documentação Crítica de Fátima, I, p.
142′”. Ovvero quei volumi (), che raccolgono gli interrogatori ai veggenti e gli altri documenti relativi alle apparizioni.
() Da una ricerca non esaustiva sui volumi I e III della serie “Documentação Crítica de Fátima”, volumi che coprono l’ anno 1917 (): nell’ interrogatorio del 19 ottobre 1917, tenuto da padre Manuel Nunes Formigão a casa Marto, quelle parole (che non vengono riferite da Lucia) si trovano testualmente e sono pronunciate da Giacinta, nella sua ottava risposta. Nello stesso giorno anche padre José Ferreira de Lacerda interroga i bambini. E il resoconto è un documento in cui risulta che alla ventiduesima domanda (“O que disse N. Senhora?”), Giacinta risponde di nuovo con quel concetto: “Se la gente non si emenderà, finirà il mondo” (). Fra i documenti raccolti in quei volumi si trova infine una lettera di padre Manuel Pereira da Silva che era presente a quell’ apparizione del 13 ottobre 1917 a Cova da Iria e riferisce al suo amico padre António Pereira de Almeida – da testimone oculare e auricolare – che ha sentito i bambini parlare di “fine del mondo” se l’ umanità “non fa penitenza e non cambia vita”. () Non è chiaro perché la piccola Giacinta riferisce di aver sentito quelle parole e Lucia no.
Tuttavia, è vero che ci sono ancora tante pagine inedite di Lucia che potrebbero contenere queste parole e molto altro.
Del resto, diverse volte – nel corso degli anni successivi – suor Lucia prospetterà qualcosa di simile al contenuto della frase che Giacinta attribuì alla Madonna. Per esempio, nel clamoroso colloquio del 26 dicembre 1957 con il padre Agostino Fuentes, a quel tempo postulatore della causa di beatificazione di Francesco e Giacinta.

Lì troviamo espressioni molto inquietanti. Tra le quali, per esempio: “La punizione del Cielo è imminente” e “molte volte la Santissima Vergine ha detto, ai miei cugini Francesco e Giacinta e a me, che molte nazioni scompariranno dalla faccia della Terra”. Oppure: “Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti alla fine dei tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo”. E ancora: “Padre, la mia missione non è quella di indicare al mondo il castigo materiale che certamente lo attende, se non si converte per tempo alla preghiera e alla penitenza. No! La mia missione è di ricordare a ciascuno di noi il pericolo di perdere le nostre anime immortali, se ci ostineremo nel peccato”. () Le cose che dice Lucia non prospettano un futuro molto migliore.

La frase riferita da Giacinta impressiona perché nel 1917 tre pastorelli di un remoto villaggio portoghese non potevano immaginare che di lì a pochi anni sarebbero state davvero “inventate” e realizzate armi atomiche effettivamente capaci di scrivere la parola “fine” sul mondo e sulla storia dell’ umanità.

I pastorelli non potevano saperlo. Invece Colei che parlava loro e che pronunciò quelle parole sapeva. Che – in questa epoca – sia diventato purtroppo realistico parlare di “fine del mondo” o quantomeno considerare questa tragedia apocalittica nel novero delle possibilità concrete, lo dice la ragione stessa e lo conferma la cronaca.

Tanto che già un grande papa come Paolo VI, negli anni Settanta, ne parlava seriamente con l’ amico Jean Guitton: “C’ è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: ‘Quando il Figlio dell’ Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?’. Rileggo talvolta il Vangelo della fine dei tempi, e constato che in questo momento emergono alcuni segni di questa fine. Siamo prossimi alla fine? Questo non lo sapremo mai. Occorre tenersi sempre pronti, ma tutto può durare ancora molto a lungo”.
Per tornare alla “profezia” riferita da Giacinta bisogna poi considerare che si tratta di rivelazioni private e che questa è una profezia condizionata, cioè indica ciò che può accadere se l’ umanità non si pente e non cambia vita. È davvero arduo affermare che questa cosa si sia verificata. Parrebbe l’ esatto contrario: si è presa la strada opposta.

STRUMENTO DI DIO
Tuttavia, a Fatima si insiste molto sulla Russia, sulla consacrazione e la conversione della Russia. Suor Lucia diceva, in quel dialogo del 1957, che “la Russia sarà lo strumento scelto da Dio per punire il mondo intero, se prima non otterremo la conversione di quella disgraziata nazione”. E in questo caso bisogna riconoscere che qualcosa di grandioso è davvero accaduto: non solo il crollo (incruento) del comunismo, del regime dell’ ateismo ideologico che aveva tentato di cancellare Dio e la fede dal mondo, ma addirittura un cambiamento così radicale per cui oggi la Russia è uno dei grandi Paesi dove la religione cristiana è più importante nella vita sociale e non è osteggiata e combattuta come in Europa occidentale.

Ecco che qui si vede la grandezza del disegno di Benedetto XVI: in un momento storico folle, in cui l’ Occidente, sempre più scristianizzato, ha assurdamente respinto e aggredito la Russia (questa Russia finalmente libera e tornata cristiana) e ha cercato di emarginarla, riconsegnandola all’ isolamento asiatico o all’ abbraccio della Cina comunista, il dialogo che il papa aveva intrapreso con la Chiesa ortodossa russa puntava a realizzare il sogno di Giovanni Paolo II: un’ Europa di popoli uniti dalle loro radici cristiane dall’ Atlantico agli Urali.

Quello piantato da Benedetto XVI – e oggi innaffiato dalla sua potente preghiera – è un seme evangelico che davvero potrà far germogliare qualcosa di meraviglioso. Non solo per la cristianità, ma per tutta l’ Europa e per il mondo intero. Per scongiurare una folle fine della storia.

di Antonio Socci



"Satana colpirà al cuore la società..." – del tutto sconosciute, le straordinarie profezie di Papa Pio XII!...



L'avverarsi di alcune rivelazioni di papa Pacelli (1876-1958), come il crollo dell'Unione Sovietica e l'elezione di un pontefice polacco, rende credibili e talora allarmanti le "ispirazioni profetiche" che riguardano il nostro futuro. La liberazione del popolo cinese, il crollo del capitalismo, l'ingovernabilità dell'Italia, l'invasione dei popoli provenienti dall'est e dai Paesi africani diverranno realtà?

ALCUNE DELLE PIÙ RILEVANTI PROFEZIE DEL "PASTOR ANGELICUS"

1. IL GRANDE PROBLEMA SARÀ LA CINA

«La Cina è una bomba demografica e quando finirà per esplodere, metterà in crisi il mondo intero».

«Quando cadranno gli idoli di Mosca, inizieranno a scricchiolare anche gli idoli di Pechino… All'esaltazione subentrerà l'anarchia e milioni di cinesi cercheranno rifugio in tutto il mondo, aggravando spesso la situazione già precaria di altri Paesi…».

«Il primo, grave pericolo del terzo Millennio sarà la Cina… E sarà coinvolta anche l'Europa, anche l'Italia…».

«Quando si presenterà il problema cinese, non ci sarà più al mondo una potenza in grado di fronteggiarlo; e non ci sarà un Paese in grado di costituire una catena di solidarietà… Sarà un quadro estremamente preoccupante».

«Un numero sempre maggiore di asiatici, soprattutto di cinesi, premerà alle frontiere dei Paesi industrializzati, soprattutto europei, mettendo in crisi economie che un tempo erano fiorenti».

«Le grandi emigrazioni della fine del Millennio turberanno il mondo. La maggior parte dei Paesi non sarà preparata ad ospitare un numero sempre maggiore di persone… La civiltà orientale conviverà con la civiltà occidentale».

«Sarà la fine di un tempo, sarà la fine degli isolamenti tradizionali della civiltà occidentale…».

Sono frasi che Pio XII ha pronunciato tra il 1946 e il 1952. Sono visioni profetiche, sulla Cina e sull'emigrazione dei popoli poveri verso i Paesi industrializzati. Questa preveggenza si sta già avverando, seppur in modo lento. Quando crollerà anche il regime cinese – come profetizzato dal Pontefice – emergerà il problema, in tutta la sua drammaticità.

2. LE DIFFICOLTÀ DELLA NUOVA GENERAZIONE SARANNO MOLTE

«Il pericolo che corre la prossima generazione sarà quello di crescere senza i due supporti fondamentali: la fede e l'umiltà… Se mancano questi due cardini, la vita sarà difficile; e alle prime difficoltà, l'uomo si fletterà su se stesso, rinunciando a lottare…».

Sono parole pronunciate da Pio XII nel 1950. Si tratta di una visione profetica. E la conferma la troviamo nelle recenti dichiarazioni di un noto educatore che, analizzando «il problema droga», arriva a questa preoccupante conclusione: «… abbiamo una generazione fragile; una generazione con poche speranze, perché priva di fede… Una generazione con mille problemi, coinvolta in una competizione frenetica, devastante, nella quale non ha alcun posto l'umiltà…».

Parlando a un gruppo di madri cattoliche, nel 1950, il Pontefice ricordava anche: «… che i giovani vanno educati a vivere una vita interiore; vanno educati alla preghiera e alla meditazione, perché l'uomo che nei momenti difficili non riesce a rifugiarsi nella preghiera, vive male e non riesce a donare la pace alle persone che gli sono vicine…».

Anche qui Pio XII aveva «visto» giusto. La conferma ci viene data anche da Giovanni Paolo II, che rivolgendosi soprattutto ai giovani, ha ripetutamente dichiarato che: «… oggi si vive male, perché non si è più capaci di vivere una vita interiore». Tutto è all'insegna dell'esteriorità. Nel mondo serpeggia una specie di culto blasfemo per le cose materiali, per i piaceri della carne. Manca la fede, manca la spiritualità, manca l'umiltà: ecco la tragedia della nuova generazione. Una tragedia che Pio XII aveva profetizzato. Una tragedia che coinvolgerà, purtroppo, un numero sempre maggiore di giovani, spingendoli spesso sulla strada disperata della droga.

3. LA SCIENZA NON PUÒ SOSTITUIRSI A DIO

«Ci sono dei limiti che la scienza non può valicare… Alcune premesse lasciano scorgere inquietanti ricerche scientifiche… Si cercherà di sostituire Dio con le equazioni matematiche».

Pio XII sapeva vedere lontano, difatti in queste parole profetiche, pronunciate all’inizio degli anni Cinquanta, si riflettono le ricerche scientifiche, soprattutto nel campo della biologia e della fisica, dei nostri giorni.

Oggi, con la Theory of Everything, «la teoria del tutto», si ha la presunzione di svelare il mistero dell’universo, per arrivare a sostituire Dio con una formula matematica.

In altre parole, non più «Dio Redentore», ma «Massimo Matematico». Questa ricerca scientifica, priva di etica, la troviamo anche in altri vaticini. Un messaggio della fine Ottocento, attribuito a una suora di clausura, dice che:

«Alla fine del Millennio, l’uomo si sentirà potente, al punto tale da violare i grandi misteri dell’Eterno… Ma l’uomo che si sentirà potente sarà più fragile di sempre perché questo sarà il tempo in cui le forze della natura si scateneranno per riportare il Creato alla sua bellezza originale… Perché alla fine del Millennio… la terra sarà avvelenata e l’uomo si dibatterà in una ragnatela di difficoltà e di dolori. Alla fine, risorgerà l’umiltà. E l’uomo, nella disperazione dei cieli fumosi, ritornerà a rivolgersi a Dio… Perché i disastri provocati dall’uomo potranno essere sanati solamente con un intervento divino…».



4. A PROPOSITO DI COSTITUZIONE ITALIANA: "DI CRISTIANO HA SOLO L'INVOLUCRO"

«È una Costituzione che non diventerà longeva. Di cristiano ha solamente l'involucro… ».

Nel 1943 un gruppo di laureati cattolici elaborava a Camaldoli un codice di etica sociale ispirato al messaggio evangelico che, in un secondo tempo, verrà considerato dai «padri della Costituzione».

I primi appunti di questo codice etico d'ispirazione evangelica vennero sottoposti al Pontefice, il quale fece un commento molto significativo: «L'amore per il prossimo e la giustizia devono essere i cardini di una Costituzione degna di essere ispirata ai principi cristiani…».

E quando, quattro anni dopo, la Costituzione venne approvata, alcuni giornali attribuirono a Pio XII un giudizio che provocò alcune polemiche: «Di cristiano ha solamente l'involucro…».

Sull'onda di questo giudizio, scaturì un vaticinio, sempre attribuito a Pio XII: «È una Carta Costituzionale che non diventerà longeva… cinquant'anni, un po' meno o un po' più».

Quarantanove anni dopo — la Costituzione è stata approvata il 27 dicembre 1947 — s'inizia a parlare di un nuova Costituente, perché la Costituzione «non corrisponde più alle esigenze politiche del nostro tempo».

Sono parole che farebbero rabbrividire l'onorevole Terracini, già presidente dell'Assemblea Costituente, il quale, in una intervista del 1947 dichiarava che: «La nuova Costituzione è quanto di meglio possa essere dato a un popolo civile, moderno e democratico… È una Costituzione che coinvolgerà certamente più generazioni». Pio XII non era dello stesso parere, perché sentiva che, nella migliore delle ipotesi, la Costituzione del 1947 avrebbe coinvolto una generazione.

5. LA MINACCIA DELLE ACQUE

«La catastrofe del Polesine dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».

Nel novembre 1951 il Po ruppe gli argini allagando oltre centomila ettari di terreno. Molte furono le vittime, mentre i danni vennero valutati intorno a ventisette miliardi, che per quel tempo era una cifra da capogiro.

Pio XII volle che la Chiesa si applicasse in ogni modo per aiutare le persone che erano rimaste senza casa, senza mezzi. E soprattutto per la ricostruzione.
In quelle giornate di dolore, Pio XII invitò più volte a pregare, «… affinchè il flagello delle acque non ritorni a minacciare l’uomo».

Sempre in quel periodo, Pio XII dichiarò che: «La catastrofe del Polesine dovrebbe essere un insegnamento… dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme… invece la minaccia delle acque diventerà sempre più preoccupante».

Sono parole dal contenuto profetico, che vennero ricordate dodici anni dopo, quando nel 1963, si registrò la tragedia del Vajont. Un paese intero – Longarone – venne cancellato dalle acque. Duemilacinquecento furono i morti. E anche questa volta la Chiesa si mise al servizio delle persone maggiormente colpite dalla tragedia.

La minaccia delle acque, in seguito anche all’irresponsabile abbandono delle campagne e al disboscamento, continuò negli anni futuri. Alcuni ecologisti sostengono, a questo proposito, che il vero «flagello delle acque» deve ancora venire. E, forse, si tratta di quel «flagello» per il quale Pio XII aveva invitato a pregare già nel 1951.

6. QUANDO IL PONTEFICE SARÀ ITINERANTE

«Arriverà un giorno in cui il Pontefice sarà itinerante… raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate…».

La tradizione esigeva che il Segretario di Stato rimanesse costantemente a fianco del Pontefice. Ma quando il cardinale Pacelli divenne Segretario di Stato, questa tradizione radicata nel tempo cambiò completamente.

Il cardinale Pacelli, dopo le sue esperienze di Nunzio Apostolico in Germania, era fermamente convinto dell’efficacia del «contatto diretto» con le persone che affrontavano i grandi problemi della politica e con il popolo, con la gente, con i fedeli sparsi nel mondo, che mai avrebbero avuto la possibilità d’incontrare il Pontefice.
Così, il cardinale Pacelli, avviò quella che negli ambienti vaticani veniva chiamata «la rivoluzione itinerante».

Quale Delegato Pontificio, rappresentò il Pontefice in Francia, in Brasile, negli Stati Uniti d’America. E in tante altre parti del mondo. Pio XI aveva ben accolto «questo nuovo modo di gestire i rapporti con l’estero», anche alla luce degli ottimi risultati che si raccoglievano ovunque.

Rientrando dal Congresso Eucaristico Internazionale di Buenos Aires il cardinale Pacelli, che Pio XI chiamava bonariamente «l’oratore di Pentecoste», nell’entusiasmo del momento, disse che: «… arriverà un giorno nel quale il Pontefice sarà itinerante, raggiungerà le terre più lontane e più abbandonate, incontrerà i fedeli e i capi di Stato… e questa semina finirà per dare frutti abbondanti e preziosi».

E così è avvenuto, soprattutto per il pontificato di Giovanni Paolo II, durante il quale il Pontefice ha visitato, come aveva profetizzato Pio XII, «le terre più lontane e più abbandonate».

7. LA DISOCCUPAZIONE ESPLODERÀ ALLA FINE DEL MILLENNIO

«II grave problema della disoccupazione ricomparirà in tutta la sua drammaticità, alla fine del Millennio…».

In tutti i discorsi elettorali del dopoguerra, il complicato, grave problema della disoccupazione veniva posto al primo piano. I sindacati parlavano di «mina vagante», i politici parlavano di «problema centrale». Ma gli indici della disoccupazione, soprattutto giovanile, continuavano a crescere, soprattutto al sud, dove si considerava che almeno la metà dei giovani si trovasse senza un lavoro.

Le cose migliorarono sensibilmente al nord, con l'opera di ricostruzione. E si iniziò a parlare di benessere. Alcuni politici, con una visione limitata della realtà italiana, iniziarono allora a parlare della disoccupazione come di «un problema che ci si sta lasciando alle spalle… un problema superato».

Ma Pio XII non era dello stesso parere. Il Pontefice «era capace di vedere molto lontano», e dichiarava: «La disoccupazione è un problema tutt'altro che risolto… anzi riemergerà drammaticamente alla fine del Millennio, quando le macchine sempre più sofisticate sostituiranno l'uomo e il benessere sarà all'ultima frontiera…».

Questa preveggenza si sta avverando ai nostri giorni. I dati statistici presentano difatti percentuali di disoccupati in continuo aumento. Un terzo dei giovani è senza lavoro. Mentre il lavoro nero è una piaga che sta dilagando. In alcune località del Meridione, si supera abbondantemente la percentuale del 50 per cento dei disoccupati. II benessere, come aveva profetizzato il Santo Padre, non ha sconfitto la disoccupazione, che riemerge «in tutta la sua drammaticità».

8. IL TEMPO DEI FALSI PROFETI

«II tempo dei falsi profeti è vicino… Saranno vestiti da politici o da scienziati… e lasceranno alle spalle la desolazione».

Anche nel Vangelo di Matteo si profetizza l'evento dei «falsi profeti». «Guardatevi… perché verranno a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci». C'è quindi l'inganno, perché gli uomini «saranno presi con false parole di amore e di giustizia, per poi essere condannati a vivere nell'odio e nell'ingiustizia».

Pio XII, analizzando i tempi in cui sta vivendo l'umanità, «vede» i falsi profeti nei politici corrotti o negli scienziati che stravolgono le leggi naturali. C'è in proposito una frase significativa, pronunciata da Pio XII nel 1952: «Si sta avvicinando il tempo dei falsi profeti… inganneranno facilmente i puri di cuore, perché si presenteranno nella veste di uomini di grandi capacità e di grande cuore, invece saranno politici corrotti e scienziati senza scrupoli…».

Nel giorno dei falsi profeti siamo già entrati. Arriverà un momento in cui tutti coloro che si avvicinano alla politica saranno dei ««falsi profeti», in quanto il loro scopo non sarà quello di servire la società, ma di utilizzare la società, per scopi più o meno leciti. Ai politici corrotti e corruttori si aggiungono gli scienziati che mirano unicamente a strabiliare il mondo con le loro ricerche. E qui troviamo al primo posto i ricercatori nel campo della genetica, con gli uteri in affitto e le inseminazioni ibride. E le ricerche sono appena iniziate.



9. L'ISLAM SARÀ SEMPRE PIÙ PRESENTE IN EUROPA

«Sarà costruito un grande tempio islamico nella culla del cattolicesimo…».

C’è una profezia del XVII secolo che prevede «La grande moschea, nel cuore del cattolicesimo». «… L’ombra dell’Islam», dice il messaggio «segnerà le gradinate di San Pietro… nel tempo in cui sarà prossimo un grande evento».

Anche Pio XII aveva previsto la costruzione del «grande tempio islamico, nella culla del cattolicesimo». E, se analizziamo alcune sue parole, riportate dai biografi del Pontefice, dobbiamo dire che si può scorgere un vaticinio «sul rinnovarsi delle guerre di religione». Perché sarà soprattutto «l’islamismo che cercherà d’invadere l’Europa, per genuflettere la civiltà cristiana».

La prima parte di questi vaticini si è già avverata. Mercoledì 21 giugno 1995 è stata difatti inaugurata la grande moschea di Roma. E, com’era profetizzato, si tratta di «un grande tempio». Vennero impiegati difatti quasi vent’anni per costruirla. E oggi, con la sua possibilità di contenere oltre duemila persone, è considerata la più grande moschea d’Europa. Va messo poi in risalto il fatto che non si tratta della prima moschea in Italia, perché ne esistono già una cinquantina, con oltre duecento posti di aggregazione.

È il primo passo verso la conquista islamica dell’Europa? I messaggi profetici sembrano rispondere positivamente. Anche se una parte del mondo cattolico è convinta della pacifica convivenza tra cristianesimo e islamismo. L’infiltrazione islamica sarà, forse, facilitata da questa spaccatura tra coloro che considerano possibile la convivenza tra cristiani e islamici e coloro che la rigettano completamente.

10. L'UOMO SARÀ RIDOTTO A PURO OGGETTO DELLA SOCIETÀ

«I pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno cresceranno inevitabilmente nel tempo…».

Nel radiomessaggio natalizio del 1952, Pio XII esternava le sue preoccupazioni per la spersonalizzazione dell'uomo moderno «che la società riduce a puro oggetto; vittima di una meccanizzazione delle coscienze». Su questa strada, proseguiva il messaggio, «… non troveranno posto che l'ingiustizia e il disagio, con tutte le immaginabili sciagure provocate dalla fame e dalla disoccupazione».

Questo grave problema era motivo di costante preoccupazione, da parte del Pontefice. Un giorno, parlando con un gruppo di collaboratori dichiarò: «… i pericoli della spersonalizzazione dell'uomo moderno sono ancora allo stato embrionale… ma cresceranno inevitabilmente nel tempo. E, quando l'uomo sarà spersonalizzato, sarà considerato come un oggetto… E sarà acquistato e usato, come si usa un oggetto».

E ancora: «La società dei consumi non accetta l'uomo con una sua idea… l'uomo capace di difendere le sue convinzioni; perché l'uomo dev'essere solamente uno strumento di lavoro, di produzione, di profitto…».

In alcuni discorsi, pronunciati dal Pontefice nel 1954 e 1955, emerge ancora questa sua preoccupazione per «l'uomo spersonalizzato», per «l'uomo oggetto»: «Il costo che l'uomo dovrà pagare per un illusorio benessere materiale è troppo alto, perché dovrà spesso sacrificare la sua personalità e la sua dignità… Il consumismo farà dell'uomo un oggetto. Ma le conseguenze non si vedranno a breve distanza di tempo… Sarà necessario almeno mezzo secolo prima che l'uomo si renda conto dell'inganno… O meglio, che alcuni uomini si rendano conto dell'inganno, perché la massa, formata dall'uomo-oggetto, non si renderà conto di questa tragica realtà».

E c'è una frase ancora più significativa, pronunciata dal pontefice in occasione del radiomessaggio natalizio del 1955: «La politica consumistica è un mezzo per ridurre in schiavitù l'uomo».

11. LA FAMIGLIA IN CRISI

«Satana colpirà nel cuore la società, distruggendo la famiglia… E quando si distrugge la famiglia, si distrugge l'uomo…».

Queste parole vennero pronunciate dal Pontefice nel 1951. Pio XII aveva esternato in più occasioni le sue preoccupazioni «per i pericoli ai quali andava incontro la famiglia».

Un giorno, parlando a un gruppo di genitori disse: «Diffidate di coloro che parlano molto della famiglia e del tempo in cui s'inventeranno nuovi sostegni per la famiglia, perché sarà questo il tempo in cui la cellula della società entrerà in crisi… in agonia».

E qui è significativo ricordare un recente «Studio sulla famiglia italiana», condotto dal CSS (Centro Studi Sociali): «La parola famiglia entra con sempre maggiore frequenza nelle pagine dei giornali. I progetti di legge a sostegno della famiglia sono stati triplicati nel giro di cinque anni, mentre il numero delle famiglie che si sciolgono continua ad aumentare…».

Pio XII «vedeva» pertanto bene. E «vedeva» bene anche quando dichiarava che: «… Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano la famiglia fondata su leggi naturali, cristiane… Perché si cercherà un surrogato della famiglia tradizionale, tanto da trasformare il focolare domestico in una comunità d'interessi, priva d'amore…».

Ed è proprio la famiglia tradizionale che si sta disgregando. Al suo posto si cercano di legittimare «fantasiose unioni di persone», che possono anche avere interessi comuni, ma non sono vincolate dall'amore. Tutto questo Pio XII lo aveva profetizzato. E le amare conseguenze si vedranno nei prossimi anni.

12. E NON AVRETE PIÙ LA DEMOCRAZIA MA LA CORRUZIONE

«Quando il Millennio sarà alla fine, l'uomo onesto diventerà sempre più raro, perché la corruzione finirà per abbracciare il mondo intero…».

Nei messaggi di Pio XII, come in questo caso, si scorge la preoccupazione maggiore per i tempi che riguardano «la prossima generazione», cioè per un tempo che va collocato appunto tra la fine e l'inizio del Millennio. «Anche l'Italia», disse un giorno il Pontefice «sarà presa nel vortice della corruzione… La democrazia finirà per diventare un paravento… per nascondere malefatte di ogni genere. Uomini disonesti, guidati da Satana, saliranno nei posti più alti della politica. Inganneranno il popolo e rovineranno l'economia…».

E ancora: «Arriverà un tempo in cui non esisterà Paese senza scandali; senza una storia vergognosa… Il decadimento politico porterà inevitabilmente al decadimento morale… Arriverà un tempo in cui la corruzione sarà legge di vita».

Questa preoccupante, tragica premonizione, la troviamo anche in altri messaggi profetici. Si potrebbe parlare di un mosaico che si sta componendo. E ormai mancano poche tesserine per avere il quadro completo. Nei vaticini del Monaco Olivetano si dice a questo proposito che: «… Il Millennio finirà nella corruzione e nell'odio, ladri e impostori occuperanno i posti di comando… E gli ordini saranno impartiti da Satana; perché questo sarà il tempo di Satana».

In altri vaticini del XVII secolo si dice ancora che: «Quando morirà il Millennio, moriranno l'onestà e la giustizia… E sarà necessaria almeno una generazione prima che le piante velenose possano essere completamente sradicate».



13. IN ITALIA ASSISTERETE AL DISFACIMENTO DI UNA CLASSE POLITICA

«La classe politica di domani farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini al ritorno di una dittatura. .. ».

Alla fine degli anni Quaranta, iniziarono a delinearsi delle «incomprensioni» tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa. Mentre De Gasperi, nei suoi discorsi, continuava a ribadire che la Democrazia Cristiana non costituiva una emanazione dell'autorità ecclesiastica, Pio XII sosteneva che la Chiesa aveva il diritto-dovere d'intervenire «per garantire il giusto equilibrio tra dovere e obbligo, da una parte, tra diritto e libertà dall'altra».

Con la morte di De Gasperi, avvenuta nel 1954, le preoccupazioni di Pio XII aumentarono. «Finisce un tempo…», esclamò un giorno Pio XII «e non vediamo un futuro roseo… soprattutto la classe politica di domani avrà molti problemi. Porterà il Paese alla rovina… E farà una fine ingloriosa, lasciando ampi margini per il ritorno di una dittatura…».

Sono parole profetiche che si riferiscono al nostro tempo. La Democrazia Cristiana, a quarant'anni dalla morte di De Gasperi, si è «sciolta come neve al sole». Il Partito Socialista è finito proprio miseramente. E parecchi parlamentari sono passati dal banco di Montecitorio al banco degli accusati. L'Italia, con i suoi debiti che superano il milione di miliardi, è sull'orlo della bancarotta.

Questo quadro estremamente preoccupante, così profeticamente descritto da Pio XII, lascia ampi margini per il ritorno di una dittatura. E sarà la dittatura «di chi sciupa il pane… che finirà per razionare il pane a chi ne ha sempre avuto poco».
Ma anche questo è necessario che avvenga, per preparare le coscienze al grande rinnovamento.

14. DALLA CIVILTÀ DEL MATERIALISMO ALLA CIVILTA’ DELLO SPIRITO

«Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione di pace…».

«La politica del grande consumismo finirà per disorientare l’uomo, che si aggrapperà ancora di più ai beni materiali e ai piaceri della vita, trascurando i contenuti profondi della vita stessa… Assistiamo all’attuazione di un progetto inquietante, perché si tende a condizionare l’uomo a un tipo di vita superficiale, rivolta esclusivamente all’esterno».

Sono parole pronunciate dal Pontefice nel 1952. Parole che meritano una riflessione. E la stessa cosa si può dire per altre «considerazioni», questa volta dal contenuto profetico, che risalgono allo stesso periodo: «Si vuole orientare l’uomo a vivere un’esistenza materialistica… dove contano solamente i beni materiali. Su questa strada, la vita finirà per diventare un’angoscia senza fine».

Nelle «visioni» del Santo Padre c’è però, probabilmente, «qualcosa» che invita alla speranza. E questo traspare in alcune «considerazioni»: «Un giorno l’uomo conoscerà la civiltà dello spirito. E imparerà a vivere in una dimensione diversa… Sarà in quel tempo che nuovi valori saranno considerati… Sarà in quel tempo che s’impareranno ad apprezzare le cose che non si vedono, perché sono eterne».

Ma prima di approdare «alla spiaggia dello spirito» dovranno certamente passare alcune generazioni. Questo si può capire, leggendo altri messaggi profetici. Nelle lettere profetiche della Monaca di Dresda si dice, a questo proposito, che: «…Giungerà un tempo in cui lo spirito guiderà il mondo… E grandi saranno gli uomini, se sapranno vivere di umiltà e di fede». Per arrivare alla civiltà dello spirito sarà necessario però distruggere la civiltà della materia: la civiltà che ha prodotto l’angoscia collettiva.

15. GLI UOMINI PARLERANNO CON GLI ANGELI

«Arriverà un giorno in cui l’uomo parlerà con gli angeli… E in quel giorno proverà una gioia tale che nessuna parola al mondo può descriverla».

Nel 1956, dopo il soggiorno estivo a Castelgandolfo, Pio XII parlò a un gruppo di seminaristi francesi: «I tempi», disse il Pontefice «tendono ad allontanare l’uomo dalla spiritualità, per renderlo schiavo delle cose terrene… Il vostro compito sarà pertanto quello di riavvicinare l’uomo alle cose eterne, alle cose che non si vedono, ma che esistono, ed esisteranno in eterno… Bisogna allargare gli orizzonti dell’uomo… Bisogna far capire all’uomo che non è solo, perché legioni di angeli sono sulla terra. E verrà giorno in cui gli uomini parleranno con gli angeli…».

Era il tempo in cui il Pontefice aveva avuto «visioni celesti». E, probabilmente, si sentiva avvolto in un’atmosfera soprannaturale: «Gli angeli», disse un giorno «sono così vicini a noi che, nei momenti di pace profonda, riusciamo a sentire la loro presenza…».

Il Pontefice viveva in una dimensione mistica, che solamente i grandi spiriti riescono a «sentire». Molti vaticini parlano delle «presenze angeliche sulla terra», soprattutto nel tempo in cui «la terra sarà aperta per essere lavata e purificata». In un vaticinio del XVI secolo, ritrovato in una chiesa della Lorena dopo la rivoluzione francese, si dice che «alla fine del Millennio, legioni di angeli scenderanno sulla terra, per contrastare la strada ai demoni…».

E gli uomini «sentiranno» la battaglia tra le forze del bene e le forze del male. «Sentiranno», ma non «vedranno» la battaglia finale. Saranno gli angeli a vincere. E, da quel momento in poi, l’uomo imparerà a parlare con gli angeli. Perché le distanze tra il cielo e la terra saranno accorciate.



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PARLAMENTO EUROPEO: LA BAYER-MONSANTO FINANZIA IL PARTITO ALDE. ECCO QUALI SONO I VERI “BURATTINI”


Alle 20 ore dell’11 marzo, la emittente France 2 ha confermato l’informazione di Marine Le Pen secondo cui Bayer-Monsanto finanzia l’ALDE, alleata del futuro partito di Emmanuel Macron al Parlamento europeo.
Il 7 marzo, la RTL, Le Pen aveva assicurato che le lobby finanziano i partiti al Parlamento europeo, prendendo l’esempio della Monsanto, che finanzia il gruppo liberale ALDE. “Le lobby finanziano i partiti politici europei e finanziano l’ALDE, il partito di Emmanuel Macron al Parlamento europeo.
Il partito politico dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE) è finanziato dalla Bayer Monsanto ” , ha affermato il presidente del Rassemblement National . Nella sua edizione dell’11 marzo, anche alle 20 ore di France 2, hanno condotto le sue indagini sull’argomento. Come ricorda successivamente, sarebbe impossibile per una società in Francia finanziare i partiti politici. Nel Parlamento europeo, d’altra parte, tale procedura è consentita.

ALDE finanziato da Microsoft, Google, Bayer …
In questo contesto, ci si chiede, sono possibili conflitti di interesse? Nel mese di novembre 2018, ALDE ha organizzato un congresso a Madrid (Spagna). Un congresso finanziato in parte da grandi aziende come Microsoft, Google e persino Bayer, il creatore del glifosato dall’acquisizione di Monsanto. Un prodotto al centro delle polemiche per i suoi effetti nocivi e cancerogeni testati da varie inchieste indipendenti ma diffuso anche in Europa grazie alla potente lobby di interesse che ne promuove l’utilizzo.
Secondo il Parlamento europeo, dalle ultime elezioni del 2014, le aziende hanno donato oltre 425.000 euro ad ALDE. France 2 specifica che questi finanziamenti sono legali fino a 18 000 euro all’anno e per azienda. ” Questo finanziamento è un’altra possibilità per loro di influenzare la politica. Può sviare la democrazia ” , spiega Margarida Silva, responsabile della campagna presso l’Osservatorio Corporate Europe. (Fonte: valeursactuelles.com )

Guy Verhofstadt dell’ALDE

Nota: Uno degli europarlamentari più autorevoli dell’ALDE è il signor Guy Verhofstadt, il quale è molto conosciuto anche in Italia per aver lanciato accuse, poco tempo fa, contro il premier italiano Giuseppe Conte. In particolare, nel corso di un suo intervento, parlando in italiano, il leader dell’Alde Verhofstadt sostenne che il politico italiano fosse un ‘burattino’ dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Adesso diventa notevole la rivelazione di quanto i parlamentari dell’ALDE siano a tutti gli effetti finanziati da potenti lobby quali Bayer /Monsanto, Microsoft, Google e si intuisce quindi a quali interessi facciano riferimento, certamente non a quelli dei popoli europei che dovrebbero rappresentare. Queste rivelazioni spiegano il funzionamento del Parlamento Europeo e le oscure lobby di interessi che ne promuovono le decisioni.
A questo punto il premier Conte potrebbe ritorcere le accuse ricevute dall’ineffabile mr. Verhofstadt e chiedergli chi è il vero burattino, certamente lui ed i suoi compari di merende che siedono al Parlamento Europeo.

Nota di Luciano Lago