giovedì 7 marzo 2019

Sta arrivando il vaccinazismo?

Leggo di polemiche per un cartellone del movimento politico SìAmo che affianca un bambino in pigiama a strisce da campo di concentramento con un bambino non vaccinato oggi in Italia.
Una esagerazione? No, per niente.
Anzitutto, la “colpa” ebraica era affermata in termini *scientifici*. Si usava la scienza per giustificare ipotetiche scale di "purezza genetica" degli esseri umani.
Esattamente come oggi si inventano epidemie immaginarie e si fa riferimento a fantasiosi numeri magici di protezione da ogni male. Ora come allora, si abusa della scienza per legittimare la violazione di diritti. Sfruttare enunciati di "elevata sapienza" per giustificare abusi e violazioni di ogni tipo è uno schema ricorrente per i regimi, specialmente nella loro fase di formazione. Aiuta le popolazioni ad accettare ogni nefandezza, nel nome di un sapere a loro precluso, di cui però "occorre fidarsi". Se lo dicono i dotti, i sapienti, chi sei tu per contestare?
Ma quel che si scorda facilmente è che il nazismo non ha iniziato con campi di sterminio: ha iniziato diffondendo odio irrazionale e attribuendo colpe immaginarie agli ebrei. La Germania era in crisi? Colpa degli ebrei ladri e traditori. Venivano presentati come una minaccia per lo Stato e per i cittadini "normali", e poco importava che la logica non confermasse nulla di tutto ciò.
Esattamente come vengono attribuite colpe irrazionali e immaginarie ai non vaccinati, etichettati spregiativamente come no-vax e fatti oggetto di derisione e insulto pubblico, ripetuto e sostenuto dai media e persino da personaggi delle istituzioni, in totale spregio di ogni diritto.
Se ti ammali, sei stato "infettato da un no-vax". Anche se ti sei vaccinato, e dunque dovresti esser protetto, il no vax ti minaccia lo stesso. Ma come? Non si sa, non conta: conta che è cattivo e pericoloso e va perseguitato. Come fa un bambino del tutto sano a minacciare la salute pubblica? Non si sa, non conta. La logica se ne va in vacanza quando si scatena il fanatismo, insieme ai neuroni di chi aderisce alla crociata.
I nazisti hanno iniziato diffondendo un odio insensato, rendendolo endemico. Non ancora “legale” ma diffuso: rendendolo "normale".
Hanno iniziato emarginando gli ebrei.


E oggi i sostenitori dell'obbligo festeggiano "cene di compleanno in cui non vengono invitati i no vax". Perché, sono forse malati? E gli altri invitati, quelli vaccinati, forse non si ammalano, forse non trasmettono malattie? Non conta, non importa, i colpevoli sono comunque i "no vax", vanno isolati.

Hanno iniziato escludendo i bambini ebrei dalle scuole.
Escludendoli dai negozi, come la gelateria ligure. E col sostegno di persone nelle istituzioni, come ha fatto l'ex presidente del CSS Walter Ricciardi riguardo al meschino gesto della gelateria ligure, o ancora peggio come Lorenzo Guzzetti, Sindaco di Uboldo, che ha scritto che i genitori dubbiosi sulle vaccinazioni devono venire "arsi vivi in piazza".
Hanno iniziato teorizzando di cancellare loro dei diritti fondamentali.


Esattamente come viene scritto di voler togliere il voto a chi non si vaccina. O l'assistenza del Servizio Sanitario, anche se l'assistenza sanitaria è per principio universale, cioè per tutti, in qualsiasi caso e condizione. Incluso chi cade e si rompe le ossa scalando montagne a mani nude per divertimento, o chi fuma e si becca un tumore, o chi si fa male commettendo reati anche tremendi, come assassini o stupratori o rapinatori feriti durante una rapina, anche se il welfare lo pagano anche i no vax con le loro tasse.

Quindi, no: il paragone non è affatto una esagerazione. Nel metodo, il fanatismo vaccinale sta ricalcando passo per passo quel che ha fatto il nazismo ai suoi esordi.
Finora il vaccinazismo si è fermato alla pubblica denigrazione, all'emarginazione da feste di compleanno, dalle gelaterie, all'esclusione dalle scuole materne, a violare diritti e diffondere un odio del tutto irrazionale.
Oggi si parla di realizzare una anagrafe vaccinale che diventa da strumento di controllo della sicurezza dei farmaci a schedatura dei renitenti, e si parla di un "passaporto vaccinale", che renderebbe di fatto i cittadini dei reclusi nel loro Stato.


Schedatura dei cittadini e restrizione degli spostamenti. Anche questi passi ricalcano le leggi speciali del Terzo Reich.

Vedremo se anche i passi successivi saranno identici al loro bel precedente storico.

Carrellata di idiozie agghiaccianti pro vax:

I bambini no vax non devono entrare in questa gelateria.” Iniziativa orgogliosamente rilanciata dall’allora Presidente dell’ISS Ricciardi:


Cancellazione dei diritti. Niente voto per i no vax:


I genitori obbiettori vanno arsi vivi in piazza, lo dice il Sindaco:


Qui non servono commenti:

Anguera: I nemici pianificano e agiranno (20/2/2019)


Cari figli, i nemici pianificano e agiranno per indebolire la Chiesa del Mio Gesù, ma voi potete vincere i nemici con la forza della preghiera. L'amore e la difesa della verità saranno la vostra arma di difesa. Non permettete che il seme del male continui a crescere nella Casa di Dio. Ritornate a Mio Figlio Gesù. In Lui è la vostra vittoria. CercateLo nell'Eucaristia per essere grandi nella fede. Sono la vostra Madre Addolorata e soffro per quello che viene per voi. Qualunque cosa accada, non vi allontanate dalla verità. Nelle lezioni del passato troverete forze per il vostro cammino nella difesa della verità. Coraggio. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace. 4.761 – Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 20/02/2019

Ondata di condanne contro atrocità del regime israeliano

La commissione di indagine dell’Onu sulle violazioni del regime israeliano nel conflitto palestinese ha riferito la scorsa settimana che l’uccisione dei manifestanti palestinesi sul confine della Striscia di Gaza da parte delle forze israeliane rappresenta l’ennesimo crimine di guerra di Israele. Per questo motivo, ha chiesto il rinvio a giudizio della sicurezza israeliana e dei capi militari. Il rapporto, pubblicato il 2 febbraio da un comitato di investigatori delle Nazioni Unite, afferma che i cecchini dell’esercito israeliano e alcuni comandanti hanno deliberatamente preso di mira pacifici manifestanti palestinesi durante la “Marcia del Ritorno“, che non rappresentavano una minaccia per la sicurezza degli israeliani. Il rapporto indica che i soldati israeliani hanno deliberatamente preso di mira anche giornalisti, squadre di soccorso e bambini, in chiara violazione delle convenzioni internazionali.
Marcia-del-ritorno“Trentacinque bambini, due giornalisti e tre paramedici” chiaramente contrassegnati “erano tra quelli uccisi dalle forze israeliane, in violazione del diritto internazionale umanitario“, ha dichiarato l’agenzia di stampa Reuters citando il rapporto, aggiungendo che gli investigatori invieranno questi risultati all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, che dovrà condividerli con la Corte penale internazionale. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, dall’avvio della “Grande Marcia del Ritorno”, il 14 maggio scorso, a seguito del trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv ad Al-Quds (Gerusalemme), 260 dimostranti palestinesi sono stati uccisi dal fuoco degli israeliani con oltre 26mila feriti. Tuttavia, le cifre della Commissione d’inchiesta dell’Onu mostrano numeri molto più bassi: 189 morti e 6.100 feriti.
Subito dopo il rilascio dei risultati dell’indagine, i funzionari israeliani, come sempre, hanno respinto il rapporto e messo in discussione la qualifica e l’indipendenza degli investigatori selezionati a livello internazionale. Nella prima reazione, Yisrael Katz, il ministro degli Esteri del regime israeliano, ha definito il rapporto “ostile, ingannevole e prevenuto”, affermando che nessuno dovrebbe mettere in discussione il diritto israeliano all’autodifesa. Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rigettato i risultati dell’indagine.
“Il consiglio sta stabilendo nuovi record nell’ipocrisia e nelle bugie, dall’odio ossessivo verso Israele”, ha dichiarato Netanyahu, aggiungendo che il regime di Tel Aviv resta “l’unica democrazia in Medio Oriente“. A dicembre dello scorso anno, Nikkei Haley, la dimissionaria inviata americana alle Nazioni Unite, ha ammesso che il numero delle risoluzioni anti-israeliane delle Nazioni Unite approvate dal Consiglio per i diritti umani contro Tel Aviv erano le più numerose di tutte le risoluzioni e relazioni dell’Hrc mai emesse contro vari Paesi in tutto il mondo.
L’ondata globale di condanna delle misure atrocemente repressive del regime israeliano contro i palestinesi ha innescato la risposta di Tel Aviv riducendo il numero dei rappresentati nell’Hrc. La decisione è arrivata solo due giorni dopo che gli Stati Uniti hanno lasciato l’organo delle Nazioni Unite. Le mosse delle due parti hanno ricevuto una condanna totale in tutto il mondo, con molti analisti che sostengono che Washington e Tel Aviv vogliono continuare la loro violenza contro i palestinesi senza contestazioni da parte della legge internazionale.

La Grande Marcia del Ritorno

La Grande Marcia del Ritorno che ha visto il suo 49° round la scorsa settimana, si svolge sul confine strettamente sorvegliato tra Gaza e territori occupati. Le marce sono ora un enorme incubo per i leader israeliani che non sanno come reprimere i raduni pacifici senza attirare critiche internazionali. L’influenza delle proteste pacifiche palestinesi sulla consapevolezza dell’opinione pubblica occidentale della natura repressiva e bellica israeliana, in un’epoca in cui i social media difficilmente consentono un’efficace censura, è stata di una misura tale che persino gli alleati occidentali di Tel Aviv non riescono più a gestire efficacemente l’onda occidentale di riprovazione per i crimini israeliani. L’Occidente, sotto la pressione dell’opinione pubblica, critica occasionalmente le azioni israeliane, qualcosa che rende furiosi i leader di Tel Aviv.
Le posizioni filo-palestinesi non sono limitate al pubblico. Dopo il rapporto di Gaza dell’Onu, Jeremy Corbyn, leader del Partito laburista britannico, in un post su Twitter ha messo in evidenza il massacro dei palestinesi da parte degli israeliani e ha invitato il governo a congelare i contratti di armi con Tel Aviv.
Il fallimento israeliano incoraggia i palestinesi a intensificare le loro proteste contro l’occupazione e chiede il ritorno alla loro madrepatria. Ahmad al-Mudalal, alto funzionario del Movimento del Jihad Islamico in Palestina, ha espresso soddisfazione per il rapporto dell’Hrc e ha affermato che questo è stato solo l’inizio di una commissione che negli ultimi mesi ha alzato la voce contro l’occupazione israeliana. “Gli occupanti che uccidono i bambini, le donne e gli anziani sono i veri criminali. I crimini contro il popolo palestinese sono crimini contro l’umanità. I criminali dovrebbero essere assicurati alla giustizia”, ha dichiarato Al-Mudalal, sottolineando la volontà di continuare la Grande Marcia del Ritorno fino a quando gli obiettivi finali dell’assedio di Gaza si infrangeranno e si realizzerà il ritorno degli sfollati palestinesi.
di Cinzia Palmacci
Scrittrice, blogger e web writer verainformazionerealtime.blogspot.com

“Rape Day”, nasce un videogioco dove stuprare e uccidere le donne. E’ polemica



CARI GENITORI ATTENTI AI VIDEOGIOCHI DEI VOSTRI FIGLI. DOVEROSO ATTIVATE IL PARENTAL CONTROL

A TUTTO STUPRO....

Ha sollevato un polverone il lancio di un videogioco per pc, “Rape Day”, dove in uno scenario apocalittico l’utente può interpretare uno zombie che stupra e uccide le donne a morsi. Dopo l’ondata di polemiche, il gioco è stato momentaneamente sospeso dalla piattaforma Steam dove era disponibile.


Il lancio definitivo era previsto per aprile anche se la sua anteprima è rimasta a disposizione degli “appassionati” di videogiochi per circa tre settimane. L’ideatore del gioco, per bocca dello sviluppatore Desk Plant, ha dichiarato. «Il gioco è rivolto al quattro per cento della popolazione, i sociopatici, contenti di interpretare un minaccioso assassino seriale durante un’apocalisse di zombie».


Nel gioco le vittime preferite sono le donne, molestate, stuprate e poi uccise. «Potete Infastidire, uccidere e stuprare le donne mentre continuate la vostra storia – ha proseguito – È un mondo pericoloso senza leggi. Gli zombi si divertono a divorare la carne delle donne e a violentarle brutalmente. Tu sei lo stupratore più pericoloso della città». Su twitter alcuni screenshot mostrano l’aspetto inquetante del videogioco. Donne sottomesse a energumeni pronti a sfogare tutta la loro violenza.






PROPONIMENTO DEL GIORNO



Oggi per amore di Gesu' e di Maria voglio obbedire prontamente ai miei superiori (confessore, genitore, maestro, dirigente, capo...) senza ribattere parola e vedendo solo il Santo Volere di Dio in tutti i loro ordini, espressi o taciuti.


LITURGIA DI OGGI



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -




 PRIMA LETTURA 

Dt 30,15-20
Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo e disse:
«Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso.
Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano.
Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».


  SALMO  

Sal 1
Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,
ma la via degli empi andrà in rovina.


 VANGELO 

Lc 9,22-25
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».


mercoledì 6 marzo 2019

BUONANOTTE BIMBI

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BUONANOTTE

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ANGELI ACCANTO

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GLI INNOCENTI CADUTI NELL’INFERNO DELLE SETTE




Bambini e adolescenti finiscono in gruppi dove subiscono abusi di ogni tipo, come dimostrano le drammatiche testimonianze che abbiamo raccolto. Ma quasi nessuno parla e quando lo fa di norma non viene creduto. Pubblichiamo un estratto dell'inchiesta uscita su Famiglia Cristiana n.26 del 1°luglio 2018.

Don Aldo Buonaiuto e il vicequestore Francesca Romana Capaldo sono in prima linea nella lotta contro le sette. «Le indagini sono sempre molto difficili, ma noi siamo sempre più preparati. Il contributo di chi sa qualcosa resta però fondamentale».


Le due storie che leggerete sono molto edulcorate. Non solo per preservare la riservatezza di chi ce le ha raccontate, ma perché le vicende vissute dai minori finiti nell’abisso delle sette sono così sconvolgenti che conoscerle fino in fondo creerebbe solo repulsione. D’altra parte è proprio questa indicibilità che fa sì che gran parte di questi casi non venga mai alla luce, anche se sono molto più frequenti di quanto si pensi.


«La cultura prevalente è negazionista», spiega lo psicoterapeuta Claudio Foti, già giudice onorario al Tribunale dei minori di Torino, direttore del Centro studi Hansel e Gretel, collaboratore del Gruppo Abele e coautore del recente saggio Curare i bambini abusati. «La realtà che questi piccoli raccontano o disegnano è così raccapricciante che gli operatori, dalle forze dell’ordine ai magistrati, agli stessi psicologi, fanno molta fatica ad accettarla». Eppure, proprio qui in Italia, in provincia di Varese, ha operato tra il 1998 e il 2004 una delle sette più spietate, le Bestie di Satana, responsabile della morte di quattro ragazzi, tra cui il sedicenne Fabio Tollis. Due persone seguite dal dottor Foti, sotto la garanzia dell’anonimato, hanno accettato di raccontarci la loro storia, entrambe motivate dal desiderio di rompere questo muro di omertà e di incredulità.



Giuseppe, papà di un bambino finito in una setta, di spalle, con il dottor Claudio Foti


Un padre separato racconta come il suo bambino sia finito in una setta. E la sua battaglia per tirarlo fuori dall’incubo.

Giuseppe arriva dal Veneto nella sede del Centro studi Hansel e Gretel, alle porte di Torino. È abituato a viaggiare perché fa il camionista. «Ora sono tranquillo perché so che Matteo è a casa, al sicuro. Ma mi tormenta sempre il pensiero di non essere stato presente quando aveva bisogno di me…».

Il dottor Foti gli porta un caffè e lui inizia il suo racconto della separazione dalla moglie avvenuta nel 2013, quando il bambino aveva cinque anni. «I giudici lo affidarono a lei, che però fece di tutto per non farmelo vedere. Così, anche a causa del mio lavoro, solo dopo sei mesi sono riuscito ad averlo un weekend tutto per me. Al momento di tornare dalla mamma, si mise a piangere disperato perché non voleva lasciarmi. Diceva che io lo coccolavo di più. Ero dispiaciuto, ma ovviamente non potevo accontentarlo. Solo che, da allora, ogni volta al ritorno la scena si ripeteva».

Al momento delle vacanze estive Giuseppe ottiene di stare con Matteo per 15 giorni: «Andammo da mia madre in Sicilia e un giorno lui le raccontò di strani balletti che le faceva fare la mamma, in cui lui doveva abbassarsi le mutandine alla presenza di uomini che poi lo toccavano». Sconvolto, Giuseppe torna al suo paese e va dai carabinieri. «Il maresciallo mi ascoltò, mi disse che avrebbe convocato mia moglie per interrogarla e che poi tutto sarebbe passato alla magistratura». Da quel momento, però, non accade nulla. «Matteo continuò a stare con sua madre. Io ero preoccupato, ma ripetevo anche che forse si era inventato tutto per poter stare con me. O che la mamma gli aveva fatto vedere un film dove c’era una scena di ballo paurosa e lui credeva di averla vissuta davvero...».

Arriva così l’estate del 2015 e Matteo torna con il papà dalla nonna. «Quando la sera la mamma lo chiamava, scoppiava a piangere. Finché, il giorno prima della partenza, non ce l’ha fatta più..». Giuseppe fa un lungo sospiro e riprende: «Ci ha raccontato che ogni tanto con un furgone veniva portato con altri bambini in una casa buia, illuminata solo da alcune candele nere. Lì c’erano degli uomini con delle maschere da lupo. Loro su un tavolo dovevano ballare mentre quegli uomini facevano delle cose strane prima alla mamma e poi ai bambini, lui compreso. Mia madre a quel punto ha avuto la prontezza di chiedergli se riusciva a disegnare quello che aveva detto».

Giuseppe tira fuori un foglio che a vederlo lascia sgomenti. Matteo, con una lucidità impressionante, ha raffigurato l’orrore che ha subìto, indicando anche i nomi dei bambini e delle bambine che erano con lui. In cima al foglio c’è la madre, pure lei mascherata. Più in basso, c’è lui che piange. In fondo, c’è una frase che strazia il cuore: «Avevo quattro anni».

Giuseppe riprende il suo racconto: «Tornati in Veneto, con Matteo siamo subito stati ricevuti dal pubblico ministero, alla presenza di una psicologa. Matteo ha ripetuto tutto, ha mostrato il disegno e alla fine il Pm ha emesso un provvedimento di affido esclusivo a me. La madre avrebbe potuto vederlo solo in una struttura protetta, con i tempi indicati dal bambino, che però si è sempre rifiutato». Nel frattempo, Matteo dalla psicologa continua a parlare e a disegnare. Giuseppe tira fuori un altro foglio. Anche questo descrive con precisione sconcertante cosa avveniva all’interno della setta dove la madre lo aveva introdotto.

Spicca un particolare: un uomo che riprende tutto con una telecamera. «Tra gli scopi di queste organizzazioni c’è il tornaconto economico che deriva dalla diffusione di materiale pedopornografico», spiega il dottor Foti. Eppure presto Giuseppe comprende che la psicologa ha un orientamento preciso: «Capivo che non mirava a indagare su cosa era successo al bambino, ma a fargli capire che la mamma in fondo gli voleva bene. Con me è arrivata a insinuare che forse i disegni erano il frutto di un mio condizionamento per metterla in cattiva luce. Allo stesso tempo, però, ha stabilito che mia moglie ha una personalità gravemente disturbata. Alla fine ha prodotto una relazione sulla base della quale il magistrato ha deciso di archiviare il caso. Con il mio legale ci siamo opposti».

«Questo racconto presenta due elementi tipici di questi casi», commenta il dottor Foti. «Da un lato le indagini sono difficilissime perché le sette hanno una grande capacità di nascondere le tracce della loro attività; dall’altro c’è il totem della bigenitorialità dominante nella psicologia forense, secondo il quale mantenere un rapporto sia con la mamma che con il papà è un valore superiore a ogni altro».

E così, dopo oltre tre anni Matteo ha da poco rivisto in una struttura protetta la madre: «È tornato a casa piangendo e mi ha detto che “la signora” – non l’ha chiamata “mamma” – lo voleva abbracciare, ma lui non ha voluto. Il grande errore che con il mio avvocato abbiamo commesso è stato non aver prodotto una perizia di parte, oltre a quella della psicologa incaricata dalla Procura. Ma ora c’è il dottor Foti».

Il quale precisa: «Noi ci batteremo per far riaprire il caso, prima di tutto per Matteo. La mente umana aspira sempre alla verità, tanto più quella di un bambino. Se questo non accadrà, Matteo rischia di perdere per sempre la fiducia negli altri».

Poi Foti si rivolge a Giuseppe: «So che per lei è dura sentirselo dire, ma lei è stato fortunato perché suo figlio è un bambino molto forte, che ha trovato il coraggio di parlare. E poi ha trovato un maresciallo, un magistrato e una psicologa che almeno hanno avuto il forte dubbio che i racconti e i disegni fossero veri e quindi Matteo è stato affidato a lei. Di norma, non accade così: i bambini non parlano e quando lo fanno non vengono creduti».


Il quadro Lo sguardo sull'orrore della pittrice Eva Strazzullo, ispirato alla sua esperienza vissuta da piccola in una setta satanica

Oggi è una donna sposata con figli. Ma la terribile esperienza vissuta da piccola continua a condizionare la sua vita

Appena incontriamo Lorenza, le porgiamo la mano per stringere la sua. Ma lei fa finta di niente. Dopo capiremo perché. Per ora, si siede mantenendo una certa distanza e dice solo: «Mi viene da piangere prima ancora di iniziare». Accanto a lei c’è lo psicoterapeuta Claudio Foti che con una collega la segue da quasi dieci anni: «Lorenza è una sopravvissuta. Sta compiendo un percorso molto coraggioso. In casi simili, di solito le persone si perdono per sempre».

Siamo a casa sua, in una città pugliese. Lorenza inizia il suo racconto: «Sono nata da una relazione extraconiugale di mia madre, che aveva già due figli. Lei era sempre concentrata su sé stessa, mentre per me c’erano solo botte. La vedevo come la matrigna di Biancaneve».

A 11 anni, la madre le presenta un uomo, dicendole che è suo zio. «Era molto conosciuto in città. Abbiamo iniziato a vederci spesso, finché un giorno mi ha detto: “Se ancora non l’hai capito, io sono tuo padre”. Io mi misi a piangere e quando ci lasciò a casa, gli dissi per la prima volta: “Ciao, papà”». Un papà che però presto rivela il suo vero volto: «Mentre eravamo in macchina noi tre, iniziò a toccarmi e mia madre non disse nulla ». È solo l’inizio: «Da quel momento ogni sabato mi veniva a prendere e ogni incontro si concludeva con un abuso. E quando si arrabbiava, faceva un gesto che mi terrorizzava: univa le dita delle mani a formare una croce e poi la rovesciava».

Questo rapporto va avanti dagli 11 ai 17 anni. «Dopo iniziammo a vederci sempre meno, perché io ero cresciuta e lui si era ammalato di cuore. Finché, dopo qualche anno, morì». Lorenza, così, inizia faticosamente a costruirsi una vita. Trova un lavoro, si sposa e ha due bambini. Ma capisce che i conti con il suo passato non sono chiusi, anzi. «Non sapevo spiegarmi perché mentre con mia figlia ero affettuosa, con mio figlio no: mi costava fatica avere un contatto fisico con lui. Allora iniziai a cercare uno psicoterapeuta».

Entra in scena così il dottor Foti. Grazie a lui, Lorenza ha scoperto che l’abisso di orrore in cui era cresciuta ne nascondeva un altro, ancora più atroce: «Pian piano nella mia mente sono emersi delle immagini di quando avevo 4 o 5 anni. Ero con mio padre in un palazzo antico. Entravamo in un salone con un gruppo di uomini. E dopo un po’ arrivava il loro capo, io lo chiamavo “il cerimoniere”. Portava un vestito nero con dei bottoncini rossi. Mi faceva tanta paura...». Lo psichiatra interviene per chiederle come sta, per domandarle se se la sente di proseguire.

Allora Lorenza chiude gli occhi e quello che accade mette davvero i brividi. La sua voce cambia, diventa quella di una bambina: nella sua mente è tornata a essere una piccola indifesa, sprofondata all’inferno. «Accendevano delle candele e vedevo altri bambini come me, solo che stavano chiusi in una specie di gabbia. Io cercavo di prendere la mano di mio padre, ma lui non voleva e mi rimproverava: “Non devi avere paura!”».

Dalla mente di Lorenza affiora un altro ricordo: «C’era un altare e un bambino con i capelli corti stava disteso lì sopra. Gli uomini passavano intorno, sentivo dei rumori e dopo ogni rumore il bambino urlava. Anche mio padre si è avvicinato e così ho notato che tutti nelle mani avevano come degli artigli che usavano per graffiarlo. Mio padre ha costretto anche me a fargli male. Poi tutti si passavano un calice che conteneva un liquido scuro e lo bevevano».

Il dottor Foti interviene di nuovo: «Ciò che Lorenza racconta è tipico delle sette sataniche: c’è il rovesciamento della Comunione cristiana. Al posto del corpo e del sangue di Gesù c’è il corpo di un bambino inerme su cui esercitare violenza. E le vittime non possono limitarsi ad assistere al rito, ma devono parteciparvi per poter diventare a loro volta devoti di Satana». Lorenza non ha subìto la stessa sorte del bambino. Ma sull’altare c’è stata pure lei: «Ci legavano e poi a turno venivamo violentati. Non bisognava mai piangere, perché altrimenti si scatenavano ancora di più, specie il cerimoniere. Allora in quei momenti per resistere immaginavo di essere da un’altra parte o fissavo alcuni buchi sul muro…».

Basta così. Lentamente, Lorenza riapre gli occhi e ascolta il dottor Foti: «Cosa fa un essere umano, e a maggior ragione un bambino, quando subisce qualcosa che oltrepassa la capacità di sopportazione? Si dissocia. Una parte di sé resta legata a quel ricordo terribile, ma un’altra ha bisogno di distanziarsi per riuscire a sopravvivere. Grazie a questa parte dissociata, Lorenza non ha riconosciuto suo padre quando si è rifatto vivo quando aveva 11 anni». «Dai miei ricordi, credo di essere stata nella setta per almeno 3 anni», aggiunge lei.

Adesso va molto meglio, tranne nei periodi delle principali feste religiose: «Specie durante la Quaresima, mi viene di tutto: problemi ai reni, agli occhi, coliche. Passata la Pasqua, sto benissimo». «Gli incontri della setta avvenivano proprio in quei giorni e quindi in lei scatta una riattivazione traumatica», spiega lo psichiatra.

Lorenza non ha denunciato quanto ha subìto perché suo padre ormai è morto e non vuole sconvolgere la vita ai familiari, a cui ha raccontato solo degli abusi subìti da lui e non della setta. «Ora so che anche prima di iniziare la psicoterapia sapevo dentro di me quello che mi era successo. Ma sentivo che non potevo parlare perché ero legata a un patto con la setta. E ho capito che il taglio profondo che ho sulla mano è il simbolo di questo patto».

E aggiunge: «Ho accettato di parlare con voi per un solo motivo: chi è vittima di una setta o sa qualcosa, vada subito dalla polizia».