GLI STATI UNITI TELECOMANDATI DALLO STATO PROFONDO SIONISTA SI STANNO CACCIANDO IN PESSIME ACQUE....DIFENDERE LE DEMOCRAZIE DEGLI ALTRI PAESI DIVENTA UN AFFARE PLANETARIO, AL CONTRARIO, SIAMO TUTTI CONDANNATI ALLA SCHIAVITU' DELL'IMPOSIZIONE DEL NUOVO ORDINE MONDIALE SATANISTA/SIONISTA CHE VUOLE PORRE LE SUE BASI IN EUROPA!
CONTROINFORMAZIONE E PAGINE DI UTILITA' SOCIALE
"Vorrei che tutti leggessero,
non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo"
Gianni Rodari
"Io non posso insegnare niente a nessuno, io posso solo farli pensare"
Socrate
sabato 2 febbraio 2019
La Polonia rifiuta di dispiegare missili nucleari USA sul suo territorio
ASSURDO PENSARE E DICHIARARE CHE LE ARMI POSSANO GARANTIRE LA PACE. E' UNA PURA CONTRADDIZIONE IN TERMINI!!
Il ministero degli esteri polacco smentisce l’intenzione di voler dispiegare i missili nucleari statunitensi sul proprio territorio, come in precedenza affermato dalla rivista tedesca Der Spiegel.
© AP PHOTO / ALIK KEPLICZ
Lo Spiegel ha pubblicato un articolo titolato: "Il ministro degli esteri polacco chiede il dispiegamento dei missili nucleari americani in Europa".
"Il ministero degli esteri smentisce con decisione il fatto che in un'intervista allo Spiegel il ministro Jacek Czaputowicz ha chiesto il piegamento di missili nucleari americani in Europa", si legge nella nota del ministero polacco.
La nota afferma che, il ministero degli esteri ha spiegato che, riferendosi a un'intervista sul trattato INF, Czaputowicz ha affermato che "l'Europa ora si basa sulla deterrenza nucleare garantita dall'Alleanza del Nord Atlantico". Ma alla domanda sulla possibilità di schierare armi nucleari sul territorio polacco, il ministro ha risposto che "non lo vogliamo assolutamente".
Il ministro, spiega la nota, non ha escluso che in futuro le armi nucleari possano garantire la pace in Europa, e ha aggiunto che il dispiegamento di queste armi è "competenza esclusiva della NATO".
Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati: ” la Russia, ha un ruolo essenziale per la stabilizzazione delle varie aree di conflitto”
L'OTTIMO DISCORSO IN RUSSIA DEL PRESIDENTE DEL SENATO CASELLATI CHE PONE L'ITALIA IN UN'OTTICA DI DIALOGO E CONDIVISIONE DELLA LINEA DI POLITICA ESTERA CON LA RUSSIA. PURTROPPO, I RAPPORTI TRA USA E RUSSIA VANNO DETERIORANDOSI RENDENDO VANI GLI SFORZI DI AMICIZIA E DIALOGO DELLA DIPLOMAZIA ITALIANA CON LA RUSSIA. A COMPLICARE IL TUTTO, ANCHE LA PRESENZA DELLE BASI NATO SUL TERRITORIO ITALIANO CHE FANNO DELL'ITALIA, VOLENTE O NOLENTE, UN PAESE BELLIGERANTE....
Il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati è intervenuta lo scorso mercoledì 30 gennaio nella seduta plenaria del Consiglio della Federazione Russa, la Camera alta del sistema parlamentare russo formata da rappresentanti delle entità territoriali che compongono la Federazione, presieduta da Valentina Matvienko. È stata la prima volta che a un Presidente del Senato della Repubblica italiana è stata riservata la possibilità di prendere la parola nell’aula del Consiglio. Qui di seguito, riportiamo il testo del discorso.
“Signora Presidente, signori membri del Consiglio della Federazione, è con particolare emozione che prendo la parola oggi in quest’aula così illustre e autorevole, per portare il saluto del mio Paese e dell’istituzione che ho l’onore di presiedere. Il Senato della Repubblica nell’ordinamento italiano è un’assemblea rappresentativa che svolge una funzione in qualche modo analoga alla vostra, specialmente per quanto riguarda la specifica vocazione alla rappresentanza dei territori, pur nelle profonde differenze fra gli ordinamenti costituzionali e i meccanismi elettorali dei due paesi.
La mia presenza qui oggi si inserisce nel quadro degli eccellenti rapporti che legano il vostro paese al mio: politici economici, culturali ai quali ritengo che la diplomazia parlamentare possa dare un utile contributo.
Sono relazioni che affondano le loro radici nella storia: non solo nei frequentissimi scambi fra letterati, pensatori, artisti dei due paesi, ma anche sul piano dei rapporti strettamente politici.
Se mi consentite una notazione di carattere personale, a tali rapporti sono in qualche modo costretta a pensare ogni mattina quando vado nel mio ufficio a Palazzo Giustiniani. È un palazzo storico di Roma nel quale furono scritte pagine importanti della storia italiana, nel quale fu promulgata la Costituzione della Repubblica, e che oggi ospita la Presidenza del Senato. Ebbene, salendo le scale del palazzo ogni giorno mi accoglie una lapide, scritta in russo e in latino, che ricorda che in quel palazzo soggiornò lo Zar Nicola I, in visita a Roma nel 1845, dal papa Gregorio XVI; due anni dopo, nel 1847, lo Zar sottoscrisse un concordato con lo Stato Pontificio, uno fra i primi nella storia per un paese non cattolico.
La tradizione di visite e incontri al più alto livello è dunque antica, precedente addirittura all’Unità nazionale italiana, e deve le sue origini alla comune appartenenza a una cultura, una civiltà, un sistema di valori che vorrei definire semplicemente europeo.
Mi permetto di dirlo proprio da rappresentante istituzionale di uno Stato membro dell’Unione Europea, un paese nel quale, voglio sottolinearlo con soddisfazione, è praticamente unanime fra le forze politiche la convinzione della necessità di un rapporto più costruttivo fra l’UE e l’Alleanza Atlantica da un lato e la Federazione Russa dall’altro, del ripristino delle condizioni che consentano il superamento di un sistema sanzionatorio dannoso per entrambe le parti, in nome di un dialogo basato sul tanto che ci unisce e non su ciò che ci divide.
Ne sono convinta per due ragioni profonde, che illustrerò rapidamente.
La prima ragione sta nel fatto che la Russia è parte integrante dell’identità europea. Certo, il vostro è un grande paese, il più grande del mondo, si estende in due continenti ed è profondamente integrato nella realtà di entrambi.
Non vi è dubbio però che esiste non un semplice legame, ma un insieme di tratti d’identità comune fra la Russia e l’Europa: non si può davvero parlare di civiltà europea, di cultura europea, senza la Russia.
Che cosa sarebbe la letteratura europea senza Puskin, Tolstòj, Bulgàkov, che cosa sarebbe la musica senza Cajkovskij, Rachmaninov, che cosa sarebbe la pittura senza le memorabili icone di Andrej Rublév, senza Siskin, senza Brjullov che tanto visse e lavorò anche nel nostro paese?
C’è di più: che cosa sarebbe l’Europa senza il decisivo contributo della Russia alla sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale? Il tanto sangue versato e le innumerevoli sofferenze del popolo russo nella “Grande Guerra Patriottica” sono stati decisivi per liberare l’Europa dal totalitarismo nazista.
Per questo voglio rendere omaggio commossa ai milioni di russi, in particolare ai ragazzi e alle donne in divisa, che hanno dato la vita per la loro patria e per la vittoria degli alleati.
Mi consentirete, signori senatori, di rendere nel contempo omaggio – da Presidente del Senato – ai tanti soldati italiani caduti, feriti, prigionieri in quella guerra sul fronte russo. Combattevano una guerra ingiusta, che non avevano deciso loro, ma seppero battersi con valore e con onore, spesso scrivendo pagine di autentico eroismo con profondo amor di patria e commovente spirito di sacrificio.
Ai caduti dell’una e dell’altra parte dobbiamo una promessa e un impegno: mai più la guerra. Mai più conflitti fra popoli che possono essere fratelli, che in larga parte sono uniti dalle comuni radici cristiane, che nel rispetto delle diversità delle proprie variegate componenti sono chiamati dalla storia a un destino di amicizia e non di conflitti.
La seconda ragione per la quale consideriamo fondamentale una stretta collaborazione fra Russia e Italia, fra Russia ed Europa, fra Russia ed occidente è la consapevolezza del ruolo fondamentale che il Vostro paese svolge nei delicati equilibri mondiali, un ruolo che può essere decisivo di fronte ai grandi pericoli per la pace mondiale.
In tutte queste realtà la Russia, ha un ruolo essenziale per la stabilizzazione delle varie aree di conflitto così come nella lotta al terrorismo in tutte le sue molteplici manifestazioni.
Ritengo fondamentale che grandi potenze mondiali come la Russia e gli Stati Uniti – insieme con altri grandi soggetti politici mondiali come l’Unione Europea – sappiano collaborare in modo costruttivo e cordiale per la stabilità e la sicurezza planetaria e per contrastare i pericoli vecchi e nuovi che possono insidiare la pace e la libertà dei popoli, per garantire lo sviluppo delle aree più deboli del pianeta, disinnescando problemi drammatici e complessi come quelli legati ai flussi migratori in fuga dall’Africa e dal Vicino Oriente.
Il mio paese, lo rivendico con orgoglio, ha svolto in diversi momenti una funzione importante in questo senso: voglio ricordare l’accordo di Pratica di Mare, quando nel 2002, venne sottoscritto uno storico accordo di collaborazione rafforzata tra la Federazione Russa e l’Alleanza Atlantica con la creazione del Consiglio Nato-Russia che suggellava simbolicamente la fine di mezzo secolo di guerra fredda. Lo spirito di Pratica di Mare sfortunatamente negli anni successivi è in buona parte venuto meno, io però ritengo che a quello spirito si debba tornare nell’interesse dei nostri popoli e del mondo intero.
Signora Presidente, signori membri del Consiglio,
il dialogo fra le nostre assemblee non è solo una utile occasione di conoscenza reciproca, è uno strumento efficace per compiere progressi sulla strada di un rapporto sempre più stretto e sempre più cordiale fra le nostre nazioni e i nostri popoli.
Ogni passo in questa direzione è un passo verso la pace, verso la sicurezza e la prosperità in Europa e nel mondo.
Sono certa che questa sia la volontà del Parlamento e del Popolo russo come lo è di quello italiano.
Due grandi Popoli, due grandi civiltà con tanti aspetti in comune, hanno nel loro destino di incontrarsi, come è avvenuto tante volte nella storia, di conoscersi sempre meglio, di collaborare in modo costruttivo.
Oggi io spero e credo che abbiamo compiuto un altro passo in questa direzione. Vi ringrazio”.
RED
Sea Watch: da quando le cazzate degli avvoltoi di mare superano il diritto internazionale?
UN APPELLO AGLI AFRICANI SFRUTTATI E USATI PER LOSCHI GUADAGNI DALLE ONG. RIBELLATEVI A TUTTO QUESTO! VI STANNO SOLO USANDO!!! ORGANIZZATE RIVOLTE SULLE NAVI ONG CHE VI MENTONO E POI VI ABBANDONANO IN PAESI CHE NON POSSONO PIU' ACCOGLIERVI!!! RIBELLATEVI CONTRO I VOSTRI AGUZZINI SCAFISTI!!! LE ONG FANNO SOLO FINTA DI TRATTARVI BENE A BORDO, MA POI VI LASCIANO AD UN TRISTE DESTINO DI SFRUTTAMENTO E PERICOLOSI TRAFFICI DAI QUALI RICAVANO LAUTI GUADAGNI!!!
È storia di questi giorni in cui la Nave Tedesca battente bandiera olandese, non solo non si è attenuta alle direttive Europee riguardanti il carico dei migranti nel mare antistante la Libia, dove il porto ritenuto sicuro per sbarcare i migranti è neanche a dire un altro porto qualsiasi Libico, ma molto probabilmente inebriati dal business che l’immigrazione comporta, una volta avuto accesso al porto di Siracusa dove gli è stato dato accesso per sbarcare gli assegni… ehmm immigrati, e questi poi destinati alle varie Nazioni Europee che se ne sono fatte carico di prenderseli, per bocca della portavoce di Sea Watch in Italia Giorgia Linardi, ci fa sapere che per quanto li riguarda «Nessun blocco, per noi valgono le leggi olandesi» peccato che le leggi Olandesi abbiano valore in mare olandese e decadono quando si è in acque internazionali, pur rimanendo la nave una giurisdizione Olandese a tutti gli effetti, in quanto se un marinaio dovesse compiere un furto questi sarebbe giudicato con leggi ovviamente olandesi, altra cosa invece è, se si da uno sguardo alle giurisdizioni in acque internazionali, dove poi tale nave opera.
A seguire sono gli accordi internazionali firmati, che valgono per tutti nessuno escluso
IL MARE TERRITORIALE: è, secondo il diritto consuetudinario, sottoposto alla sovranità dello Stato così come i territori di terra ferma. L’acquisto della sovranità è automatico: la sovranità esercitata sulla costa implica la sovranità sul mare territoriale.
L’art 2 della Convenzione di Montego Bay stabilisce che: “La sovranità dello Stato si estende, al di là del suo territorio e delle sue acque interne…a una zona di mare adiacente alle coste denominata mare territoriale”.
Esso, ai sensi dell’art 3 della stessa Convenzione, può estendersi fino ad un massimo di 12 miglia marine dalla costa.
Secondo una dottrina formatasi nel periodo tra le due guerre, lo Stato costiero avrebbe il diritto di esercitare poteri di vigilanza doganale in una zona contigua al mare territoriale. Tale dottrina venne recepita dall’art 24 della Convenzione di Ginevra del 1958 e poi trasferita nell’art 33 della Convenzione di Montego Bay il quale recita: in una zona d’alto mare contigua al suo mare territoriale, lo Stato costiero può esercitare il controllo necessario, in vista
- di prevenire la violazione delle proprie leggi di polizia doganale, fiscale, sanitaria e di immigrazione
- di reprimere le violazioni alle stesse leggi, qualora siano commesse sul suo territorio o nel suo mare territoriale.
Lo stesso art. 33 fissa a 24 miglia marine la larghezza massima della zona contigua.
Per quel che riguarda l’Italia, la legge 24.08.1974 n. 359, articolo unico ha modificato l’art 2 del codice della navigazione estendendo il nostro mare territoriale a 12 miglia.
Ovviamente il diritto internazionale sul mare indica anche dell’altro…
LA NAVIGAZIONE MARITTIMA
Il principio generale è che ogni nave è sottoposta esclusivamente al potere dello Stato di cui ha nazionalità: lo Stato di bandiera o Stato nazionale ha diritto all’esercizio esclusivo del potere di governo sulla comunità navale e esercita siffatto potere attraverso il comandante (considerato come organo dello Stato).
Vediamo ora le eccezioni che tale principio incontra allorché una nave si avvicini alle coste di un altro Stato:
- Acque internazionali. La nave pirata può essere catturata da qualsiasi Stato e sottoposta a misure repressive. Lo Stato nel cui territorio è in corso una guerra civile può visitare e catturare qualsiasi nave che si proponga di recare aiuto (in armi o armati) agli insorti.
- Zona economica esclusiva. Lo Stato costiero può visitare e catturare navi e relativo carico per infrazioni alle proprie leggi sulla pesca o allo sfruttamento delle risorse sottomarine.
- Mare territoriale. Rilevano i principi già analizzati del diritto di passaggio inoffensivo e della sottrazione alla giurisdizione penale dello Stato costiero dei fatti puramente interni alla nave
Le navi da guerra o comunque destinate a servizi pubblici possono inseguire una nave straniera che abbia violato le loro leggi purché l’inseguimento sia continuo e abbia avuto inizio almeno nelle acque contigue al mare territoriale. Se la nave inseguita entra nelle acque territoriali di un altro Stato l’inseguimento cessa.
Diventa cosi altresì evidente che la Nave Sea Watch ha stracciato non uno ma più articoli inerenti la Legge Internazionale sul mare e ci aspettiamo che la Magistratura faccia il suo dovere cosi come è richiesto di farlo ad ogni cittadino italiano, che non adeguandosi alla Legge dello Stato o internazionali che siano, questi in caso di insubordinazione viene poi giustamente punito, quindi la Magistratura, essendo una componente dello Stato faccia altrettanto col natante Sea Watch, dando dignità e imperio alla Nazione come ci si aspetta che sia.
Domenico Proietti
SABATO 2 FEBBRAIO FLASH MOB PRESSO LA SARAS A SARROCH CAGLIARI
INVITO A TUTTE LE AMICHE E AMICI PER SABATO 2 FEBBRAIO ORE 10,30 SARROCH, #SARAS, PRESSO STADIO FLASH MOB PER CAMBIARE IL NOSTRO FUTURO:
CARO-VITA, RISCHI MORTALI E RECESSIONE FINALMENTE L’ EUROPA AMMETTE :
DALLE CRISI NON SI ESCE CON SOLO AUSTERITÀ, LA STAGNAZIONE DEI CONSUMI NON CONVIENE NEANCHE AL FISCO.
UN BENE VITALE PER TUTTI. ANCHE LADDOVE, DELL’ IMMENSA RICCHEZZA, PRIVATA E FISCALE, CHE (CON RISCHI TERRITORIALI LETALI), SI TRATTA E TRASPORTA,
SE NE TENGA UNA PARTE , A GARANZIA REALE DA EVENTUALI DISASTRI O CALAMITA’ SUL GOLFO, CON TRAFFICI D’ ARMI, PETROLIERE (CON GASOLIO E BENZINA) E TRAGHETTI CON GRAVE PREGIUDIZIO ALL’IMMAGINE PULITA DELL’ ISOLA NEL MONDO QUI’ PERO’ NON SI HA RISCONTRO DI CAUZIONI O FIDEJUSSIONI, NE AGEVOLAZIONI IN ATTESA DI TUTELE CHE SALVAGUARDINO DA OGNI CRITICITÀ L’ INTERO CONTESTO, PER UN MIGLIOR RAPPORTO RISCHI-BENEFICI COL FONDO SERVENTE, CHIEDIAMO INTANTO ALLA POLITICA, DI LIMITARE I PREZZI AL CONSUMO LOCALE DI CARBURANTI E ACCISE ;
SABATO 2 MATTINA A #SARROCH, TRA STADIO E MERCATO, RAPPRESENTANTI DI ASSOCIAZIONI, COI GILET GIALLI E CITTADINI, CHIEDONO PROVVEDIMENTI ALLA POLITICA
E DA DOMENICA, UN IMPEGNO, SUL TEMA, AI CANDIDATI A GOVERNATORE
I problemi sono molti , ma partiamo dal costo delle benzine per aggregarci e iniziare un percorso per la liberazione di tutti gli uomini e donne di buona volontà.
LITURGIA E PROPONIMENTO DI OGGI
LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -
PRIMA LETTURA
Ml 3,1-4
Dal libro del profeta Malachìa
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
Dal libro del profeta Malachìa
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
SALMO
Sal 23
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.
SECONDA LETTURA
Eb 2,14-18
Dalla lettera agli Ebrei
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Dalla lettera agli Ebrei
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo.
Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
VANGELO
Lc 2,22-40
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
COMMENTO AL VANGELO
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE (Lc 2,22-40)
Come vivere questa Parola?
Con quanta gioia Maria e Giuseppe si recano al tempio per presentare a Dio il loro Bambino, anche loro, pur conoscendo la straordinarietà di quel bambino, devono imparare a poco a poco ciò che lo riguarda. Alle parole di Simeone non possono che rimanere stupiti.
Ogni bambino è una novità, porta in sé una promessa, un progetto che i suoi genitori possono solo conoscere di giorno in giorno.
Prendendo il bambino in braccio, Simeone intuisce il dramma del suo popolo, che sarà profondamente lacerato dalla parola viva e tagliente del redentore. Maria ne rappresenta il percorso: deve affidarsi, ma attraverserà dolori e oscurità, lotte e silenzi angosciosi.
La storia del Messia sofferente sarà lacerante per tutti, anche per la Madre: non si segue la nuova luce destinata al mondo intero, senza pagare il prezzo, senza essere provocati a scelte rischiose, senza rinascere sempre di nuovo dall'alto e in novità.
La festa della presentazione del Signore, portato in braccio dai suoi genitori sia un'occasione di preghiera per tanti bambini che nascono e non hanno genitori che accolgano nell'abbraccio di una famiglia, tanti bimbi non desiderati che sono segnati dal rifiuto e dall'abbandono, ma che hanno un posto nel cuore di Dio perché attraverso loro si sveleranno i pensieri e le azioni di molti cuori. Cosa posso fare io di fronte al dolore di tanti piccoli violentati, vittime di ingiustizie, violenze, dolore, guerra?
Signore, tu conosci il nostro cuore, Tu sai anche quello che ognuno porta nella sofferenza e nel dolore, è proprio nella nostra piccolezza che puoi far brillare la tua Luce d'Amore e farci risposta di salvezza uniti a Te per dare vita agli altri. Speriamo in Te, Gesù.
La voce di San Giovanni Paolo II
Ci ricorda che "quello di Simeone appare come un secondo annuncio a Maria, poiché le indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell'incomprensione e nel dolore"
"Redemptoris Mater" n. 16
Casa di Preghiera San Biagio FMA
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venerdì 1 febbraio 2019
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