venerdì 1 febbraio 2019

Materiale altamente infettivo smaltito illegalmente. ONG brava gente

LA PROVA CHE SALVINI HA AGITO NELL'INTERESSE NAZIONALE  DA QUESTO INTERESSANTE REPORT:


Scabbia, AIDS, meningite, sifilide e tubercolosi fra le malattie che viaggiano con i migranti. Uno su quattro è infetto. E le ONG smaltiscono il materiale altamente infettivo fra i normali rifiuti solidi urbani.


Un comunicato della Guardia di Finanza mette in luce l’emergenza sanitaria che accompagna i migranti e il disinvolto comportamento delle ONG. Mettendo a rischio la salute pubblica, smaltivano il materiale altamente infettivo (sanitario e non) come fosse normale “rifiuto solido urbano indifferenziato”

Il comunicato della Guardia di Finanza parla chiaro. Insieme ai migranti sbarcano scabbia, meningite, tubercolosi, AIDS e sifilide.

Nel periodo gennaio 2017 – maggio 2018, su 21.326 migranti sbarcati dalle ONG, 5.088 casi sanitari a rischio infettivo. Quasi il 25% dei migranti che sbarcano costituiscono pericolo di emergenza sanitaria.

Infatti, nel periodo gennaio 2017 – maggio 2018 venivano rilevati n. 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, AIDS e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati.

Proprio di questa emergenza avevo già scritto in “Malaria a Trento: Negare l’evidenza aggiunge rabbia al panico“. Materiale altamente infettivo smaltito come rifiuto urbano indifferenziato

Al fine di riscontrare il già grave quadro indiziario, le Fiamme Gialle etnee, in data 10 maggio 2018, al termine dello sbarco di 105 migranti dall’AQUARIUS, verificavano e sottoponevano a sequestro il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore diretto presso il deposito della società cooperativa “La Portuale II”.

In tale circostanza si accertava che tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal Comandante dell’AQUARIUS quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo consistenti in indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti.

Infatti, si legge nel comunicato,

gli indagati qualificavano, conferivano e smaltivano fraudolentemente, in modo indifferenziato, i rifiuti derivati dall’attività di salvataggio in mare (gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati agli stessi, nonché, i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica) eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva (in ragione della quale gli stessi andavano classificati come pericolosi, sanitari e non, ad alto rischio infettivo)..

Coinvolta l’ONG Medici Senza Frontiere

Attualmente, la contestazione del reato è limitata a MSF (“Medici senza frontiere – Operational Centre Belgium – Missione Italia”, “Medici senza frontiere – Operational Centre Amsterdam”).

Gli inquirenti hanno posto sotto sequestro anche la nave “Aquarius”.

Medici Senza Frontiere “condanna” il sequestro e lo definisce “strumentale attacco per bloccare l’azione salvavita in mare”

Condanniamo il sequestro della nave per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Ennesimo strumentale attacco per bloccare l’azione salvavita in mare di



Quindi implicitamente sostiene che la Guardia di Finanza stia mentendo quando scrive:


in data 10 maggio 2018, al termine dello sbarco di 105 migranti dall’AQUARIUS, verificavano e sottoponevano a sequestro il carico di rifiuti appena trasbordato dalla nave e trasportato da un autocarro compattatore diretto presso il deposito della società cooperativa “La Portuale II”

[…]


tra i 15 metri cubi di rifiuti dichiarati dal Comandante dell’AQUARIUS quali rifiuti alimentari e speciali indifferenziati (carta e plastica), erano presenti 2 metri cubi (80 kg) di rifiuti pericolosi a rischio infettivo consistenti in indumenti dismessi dai migranti potenzialmente contaminati da virus ed altri agenti patogeni, nonché rifiuti sanitari a rischio infettivo derivanti dall’attività di assistenza medico-sanitaria prestata a bordo ai migranti

In cosa mentirebbe? Il 10 maggio non era la Aquarius a sbarcare 105 migranti?

Oppure non è vero che ha sequestrato il carico di rifiuti e/o non c’erano 2 metri cubi di rifiuti a rischio sanitario su 15 complessivi?

LITURGIA E PROPONIMENTO DI OGGI


LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -







 PRIMA LETTURA 

Eb 10,32-39
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena,
e colui che deve venire, verrà e non tarderà.
Il mio giusto per fede vivrà;
ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima.


 SALMO 

Sal 36
La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.

Il Signore rende sicuri i passi dell’uomo
e si compiace della sua via.
Se egli cade, non rimane a terra,
perché il Signore sostiene la sua mano.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.


 VANGELO 

Mc 4,26-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.


Come vivere questa Parola?
Il granellino di senapa era considerato il più piccolo di tutti i semi. Si tratta probabilmente della sinapis nigra, appartenente alle piante erbacee annuali, che germoglia in breve tempo, raggiungendo anche l’altezza di tre metri. Gesù, da buon osservatore, ancora una volta si serve di immagini naturali per comunicare il suo messaggio di vita. Il seme diventa un albero grande. Un albero che non si gloria della sua altezza, ma si apre all’accoglienza degli uccelli del cielo, che vanno a “riposarsi alla sua ombra”. Infatti Dio non solo dona la vita e la crescita al minuscolo granello di senapa che diventa così un grande albero, ma gli dà la possibilità di divenire il luogo di una fecondità moltiplicata.
E ancora, con questa breve parabola, Gesù ci comunica che il regno di Dio non è un rifugio, un riparo, ma il luogo dell’avventura, del rischio di trasmettere la vita. Tuttavia, tale fecondità è soprattutto nelle mani del Signore ed è frutto della fedeltà quotidiana al suo Vangelo.
Il regno di Dio, infatti, è già tra noi, nelle piccole realtà di ogni giorno, nel microcosmo della nostra esistenza, e noi stessi, pur piccoli e fragili, possiamo crescere e annunciare, attraverso la nostra vita, il regno della misericordia e della pace se ci abbandoniamo alla speranza.
Nei momenti di silenzio e di preghiera che oggi mi regalerò, chiederò al Signore di far crescere il piccolo seme della mia vita con la sua Parola, che cercherò di conservare nel mio cuore, perché diventi frutto.


Parole di un biblista

Il seminatore non avrebbe gettato il seme se non fosse stato sicuro che, malgrado tutti gli ostacoli, quei chicchi di grano esposti a tanti rischi avrebbero finito per produrre una buona messe. Dal momento che Gesù è uscito a seminare, dal momento che ha donato la propria parola e la propria vita con tanta prodigalità nonostante le opposizioni, significa che ha in sé un’energia capace di venire a capo di tutte le resistenze: la potenza del regno di Dio.

J. Guillet



Accoglierò con amore anche il punto di vista dell'altro per poter aderire sempre più alla Volontà di Dio.
  

giovedì 31 gennaio 2019

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ARCANGELO GABRIELE. L'ANNUNCIAZIONE

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POSSANO I VOSTRI SOGNI ESSERE LIEVI COME IL VOLO DI UN ANGELO

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BUONANOTTE BIMBI

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Venezuela: la catena di comando è chiara e Guaidó ha paura di passare da eroe a martire voluto


La catena di comando è chiara: i falchi al comando di Washington, Juan Guaidó e i complici del gruppo di Lima si conformano, pronti a spartirsi il bottino venezuelano. Tutto questo con un attacco mortale dai social network e media egemonici per creare l’immaginario collettivo da dare un popolo sottomesso. Questo è il motivo per cui è necessario montare le violenze di strada ed avere “patrioti” disposti a qualsiasi cosa per sbarazzarsi del “tiranno”, costruire un’epopea in modo che Unione europea e Gran Bretagna decidano di sostenere l’usurpatore Guaidó, che il 4 febbraio potrebbe raggiungere concreti accordi coll’incontro dei complici del Grupo de Lima. Nonostante i prevedibili fallimenti diplomatici, gli Stati Uniti dovevano articolare i diversi attori in ogni spazio regionale e internazionale. Ora avanzano coi fatti compiuti e necessitano di maggiore consenso per intraprendere i prossimi passi economici, politici e militari. Andare contro Russia e Cina? Andare contro la Citgo e la compagnia dello Stato venezuelano PDVSA dove la Russia ha quasi la metà delle azioni? “Li stiamo aspettando, stiamo aspettando i violenti, i mercenari e chi vuole entrare in Venezuela”, aveva dichiarato Vladimir Padrino López, Ministro della Difesa. “Questo è un assedio, una sceneggiatura, osserviamo il modello applicato in Libia e vediamo generare gli stessi atti”, aggiungeva. “La situazione è pronta e quando gli USA vorranno, inizierà la guerra in Venezuela”, prediceva l’analista francese Thierry Meyssan in un video nel maggio 2017. Luis Almagro, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (OAS), rivolgeva un messaggio ai venezuelani assicurando “Non siete soli; la democrazia tornerà nel Paese. Non siamo mai stati così vicini come adesso”. Mercenari, paramilitari, “consiglieri” israeliani per l’occupazione dei territori e la destabilizzazione interna. Ed “aiuti umanitari” che l’opposizione dice farà entrare nel Paese sicuramente uno scenario creato da diplomatici e ONG per le telecamere, forse al confine con la Colombia, con la protezione di paramilitari e bande criminali con cui il governo di Bogotà è affettuoso.
Gli Stati Uniti non sono interessati a negoziati e mediazione, ma a imporre le loro politiche e a saccheggiare il petrolio venezuelano. Ecco perché non parlano nemmeno della proposta del Messico e dell’Uruguay, o del Papa stesso. L’attacco al Venezuela non ha precedenti in altri Paesi della regione, ma è legato a fattori come paramilitarismo colombiano o narcotraffico messicano-colombiano-nordamericano, all’interno di una strategia che replica le chiavi usate in Medio Oriente. Sono al comando dell’Operazione nientemeno che Donald Trump, John Bolton, Mike Pence, Mike Pompeo, Elliot Abrams, Marco Rubio, i comandanti del Southern Command, cioè i vettori del neo-conservatorismo nordamericano legati alle trame più oscure degli interventi diretti o occulti nel mondo.

Solo misure precauzionali contro Guaidó
La Corte Suprema di Giustizia del Venezuela (TSJ) approvava una serie di misure precauzionali contro il deputato Juan Gerardo Guaidó, proclamatosi “presidente in carica”, includendo il divieto di lasciare il Paese e il congelamento dei suoi conti, indagato per “usurpare” le funzioni del Presidente Nicolás Maduro. Sab spiegava che le misure fanno parte dell’indagine ordinata dal TSJ il 23 gennaio quando Guaidó si proclamò “presidente in carica” in una piazza pubblica, azione che “provocava violenze, dichiarazioni di governi stranieri e congelamento” di beni della Repubblica Bolivariana all’estero, che implicheranno gravi reati in violazione dell’ordine costituzionale”. Questa decisione arrivava il giorno dopo che la Casa Bianca annunciava sanzioni contro la compagnia petrolifera statale Petróleos de Venezuela, la prima fonte di entrate del Paese, e accreditava Guaidó al controllo dei beni della nazione all’estero. Nel frattempo, l’Assemblea Naciomale (decaduta) approvava la nomina di diplomatici in nazioni che hanno riconosciuto Guaidó: Stati Uniti, Argentina, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Honduras, Panama e Perù, inoltre, nominava il primo il presidente del parlamento Julio Borges, rappresentante nel gruppo di Lima, che con l’eccezione del Messico non riconosceva Maduro.

Un piano premeditato
Gli eventi, rimossi dalla sfera politica, accelerarono all’inizio del 2017, quando gli Stati Uniti ordinavano ai rappresentanti dell’opposizione di non firmare gli accordi del Tavolo di Dialogo tenutosi nella Repubblica Dominicana (trasmesso da Julio Borges), scartando allo stesso tempo la via elettorale. L’annuncio dato dalla Casa Bianca nella notte del 21 gennaio mostrava che si facevano progressi su un piano strutturato. Innanzitutto, l’immagine eroica di Juan Guaidó fu creata dai social network. Guaidó era un totale sconosciuto ai venezuelani e la sua assunzione a presidente dell’Assemblea generale era dovuta dalla rotazione delle cariche. I capi dell’opposizione avevano perso ogni credibilità per i continui fallimenti. Poi un’ondata di violenze partiva da quartieri popolari, molto ben sfruttati. Seguendo il calendario, ogni evento fu usato al massimo per creare il clima che la situazione non avesse un punto di ritorno: l’auto-proclamazione di Guaidó (nessuno sa dove sia il governo o quale sia il gabinetto di tale “presidente ad interim”), l’incontro dell’OAS, l’appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: fallimenti diplomatici ma utili per creare un immaginario collettivo di un mondo preoccupato dall’ascesa di Maduro e del virus bolivariano. E arrivavano gli annunci dei colpi all’economia, trasformandosi in pirateria e rapina, con John Bolton e Steve Mnuchin in prima fila: bloccavano sette miliardi di dollari dei fondi della compagnia petrolifera statale PFVSA negli Stati Uniti e annunciavano che le entrate dagli acquisti di petrolio venezuelano andranno a Guaidó. Non è più solo un blocco, ora è una rapina, pirateria diretta TV e diffusa sui social network. I danni arrivano già a 23 miliardi di dollari. I pirati inglesi trattengono 1,2 miliardi di oro venezuelano, 7 miliardi di dollari della PDVSA, a cui aggiungere gli 11 miliardi generati da tali nuovi attacchi, secondo Bolton. L’urgenza di Trump e dalla banda dei Mike (Pence e Pompeo) per porre fine a Maduro e alla rivoluzione bolivariana e impadronirsi del petrolio venezuelano, ha una sola spiegazione. Intuiscono, alla fine, che la spada sguainata da Hugo Chavez 20 anni fa potrebbe rivelarsi, alla fine, più affilata di quella sollevata dai fedeli dell’Islam, dice José Steinsleger a La Jornada. Le minacce continuano e continueranno ogni giorno. “Qualsiasi atto di violenza e intimidazione nei confronti del personale diplomatico degli Stati Uniti, del capo democratico del Venezuela Juan Guaidó o dell’Assemblea nazionale rappresenterebbe un serio attacco alla legalità e sarà seguito da una risposta significativa”, aveva detto John Bolton. Di conseguenza, si potrebbe interpretare che in caso di bisogno di un martire, Guaidó potrebbe essere ucciso dai suoi mentori.

* Sociologo venezuelano, Co-direttore dell’Osservatorio sulla comunicazione e la democrazia e Centro latinoamericano per l’analisi strategica (CLAE)

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Big One: la subduzione della Cascadia si prepara al Mega Terremoto


La zona di subduzione della Cascadia si configura come un margine convergente o distruttivo, dove la crosta oceanica delle placche minori,  Juan de FucaExplorer e Gorda, “subducono” al di sotto della più vasta placca nordamericana, con una velocità di 3-4 cm all’anno.
Juan de Fuca, segna il punto di divergenza fra la placca tettonica omonima e la placca pacifica. La zona di subduzione della Cascadia si congiunge a sud con la famosa faglia di Sant’Andrea e con la faglia di Mendocino : lungo la zona di subduzione, e nelle sue vicinanze, si manifestano caratteristiche comuni ad altre zone di subduzione nel mondo, come terremoti di ipocentro molto profondo, e numerose risalite di magma da vulcani attivi.
Secondo alcuni esperti il “Big One” è un terremoto di magnitudo 9.0 che distruggerà la maggior parte della regione nord-occidentale degli Stati Uniti con enormi onde di tsunami alte 30 metri: Kenneth Murphy, direttore della FEMA , ha dichiarato che questo disastro naturale potrebbe avvenire, proprio  lungo la zona di subduzione della Cascadia, uccidendo circa 13.000 persone e ferendone altre 2.500. Ciò ha spinto il team di esperti  a elaborare piani urgenti per il possibile scenario apocalittico che potrebbe verificarsi.
Yumei Wang, dell’Oregon Geology and Mineral Industries, ha affermato che il “grande terremoto” è in ritardo di oltre 50 anni. Lo stato è ora impegnato a promuovere una campagna di emergenza, affinché le persone si preparino ad essere autosufficienti per le 2 settimane. Steve Robinson, il presidente di Cascadia Prepared, ha dichiarato:
 Le  persone devono rendersi conto , che ci saranno migliaia di guasti  e che non ci sarà carburante liquido, elettricità o comunicazioni in corso. L’acqua corrente potrebbe fermarsi e potrebbero essere necessari diversi giorni prima che i soccorritori inizino ad aiutare con i soccorsi e le evacuazioni.
La ricerca ha dimostrato che questa faglia ha generato un grave terremoto (oltre la magnitudo 7.5) almeno 40 volte negli ultimi 10.000 anni, il che significa che si verificano ogni 250 anni. L’ultimo terremoto, avvenuto il 26 gennaio  1700, precisamente 316 anni fa, di magnitudo 9, colpì violentemente la West Coast degli attuali Stati Uniti d’America. In particolare il terremoto si generò in una zona compresa fra la California del nord e il sud dello stato di Washington.
L’evento tellurico risulta essere il quarto più potente mai verificatosi a memoria d’uomo: il terremoto si è generato dal  già citato meccanismo di subduzione, con uno spostamento del terreno nella zona enorme, secondo alcuni studi superiore ai 20 metri. Fortunatamente il territorio era disabitato all’epoca.
Un terremoto di tali dimensioni, oggi, nella stessa zona, sarebbe in grado di provocare un numero elevatissimo di morti e danni immensi alle coste di Messico, California, Washington, Oregon, Canada e Hawaii.
Il Governatore dell’Oregon, Kate Brown, ha dichiarato:
 Quando il prossimo terremoto della zona di subduzione di Cascadia colpirà il Pacifico nord-occidentale, l’Oregon dovrà affrontare la più grande sfida della nostra vita.
 Il terremoto previsto dovrebbe durare solo quattro minuti con una magnitudine fino a 9.2 : questo non solo causerà frane, ma alcune di esse avverranno sotto l’oceano, il che causerà un enorme spostamento di acqua. L’acqua salirà su una collina imponente e da un lato andrà verso il Giappone, mentre l’altro muro liquido alto 70 piedi, si dirigerà verso la costa nord-occidentale, per arrivare quindici minuti dopo l’inizio del terremoto.
La FEMA prevede che circa un milione di persone saranno sfollate dopo l’evento e circa due milioni e mezzo di persone avranno bisogno di rifornimenti di cibo e acqua.