venerdì 11 gennaio 2019

Nuovo sgarro all’Italia: Parigi e Berlino bocciano Fincantieri





La Commissione Europea ha accolto la domanda presentata da Francia e Germania, che la invitavano a esaminare – alla luce del regolamento sulle concentrazioni – la proposta di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri. In particolare, scrive Paolo Annoni sul “Sussidiario”, la Germania si è associata alla richiesta di rinvio trasmessa dalla Francia. E questo, nonostante il progetto di acquisizione non raggiunga le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue che norma le concentrazioni industriali, per le operazioni che devono essere notificate alla Commissione a causa della loro dimensione europea. La questione è chiara e, secondo Annoni, si può riassumere in questi termini: l’acquisizione strategica di un’azienda francese da parte di una italiana – Fincantieri – verrà con ogni probabilità bloccata, dopo due anni di affannosi tentativi, perché non c’è più il necessario “supporto politico”. In pratica, la Francia (che aveva dimostrato fin da subito un enorme fastidio per l’operazione, già con Renzi primo ministro) ha ora deciso di volerla “smontare”, come probabilmente accadrà.
Di certo, rileva Annoni, l’Italia ha consegnato negli anni alla Francia asset e imprese di grandissimo valore economico e strategico. Una delle ultime (particolarmente fastidiose per il sistema) è stato il risparmio gestito di Unicredit, Pioneer, destinato ad alimentare il campione nazionale francese Amundi. Per Annoni, è l’ennesima espressione di “cupio dissolvi” del nostro sistema-paese. «In tutti questi casi si è usato come “scusa” o l’Europa o il mercato, con una dimostrazione di ipocrisia o dabbenaggine incredibili, perché la Francia presidia i propri campioni con gelosia e in barba a qualsiasi afflato europeo o di mercato». Esempi infiniti: dal settore auto al nucleare, con gli italiani di Enel sbattuti fuori dalla grande partita dell’energia. Nel caso delle trattative per i cantieri navali, oggi l’Eliseo approfitta delle pessime relazioni col governo italiano per mandare a monte l’accordo. «Teniamo presente che noi facevamo affari con un paese che bombardava la Libia, i nostri “impianti” e gli interessi nazionali – scrive Annoni – mentre Dio solo sa cosa vedono e cosa lasciano passare, i militari francesi, dei migranti e dei flussi migratori che arrivano in Italia».

Infatti, nonostante gli accordi, «i nostri soldati l’Africa subsahariana non l’hanno potuta vedere neanche con il binocolo». Ma a pesare è anche «il rapporto malato che abbiamo noi italiani con l’Europa», nel senso che «la narrazione sull’Europa che si sente in Italia non ha paragoni al di là delle Alpi». Per tutti gli altri, sottolinea Annoni, l’Ue resta uno strumento che «coincide più o meno chiaramente con i propri interessi o con un ben definito blocco di potere». Noi invece «diciamo Europa, ma in realtà dovremmo dire asse franco-tedesco», con tutte le conseguenze che questa equazione ha sui rapporti tra istituzioni europee. È curioso, aggiunge Annoni, che proprio ora Francia e Germania abbiano annunciato un nuovo incontro per rafforzare la loro alleanza economica. «Non è un caso del destino cinico e baro che più della metà delle banche tedesche non applichi gli stessi standard contabili di quelle italiane. È il frutto di una difesa accorta e persistente dei propri punti deboli».
Naturalmente, prosegue l’analista, adesso «qualcuno avrà il coraggio di dirci che il “deal” salta perché in Italia ci sono i populisti, oppure per le dichiarazioni di Di Maio sui Gilet Gialli», quando invece «è chiaro anche ai ciechi che la Francia era due anni che provava a far saltare l’operazione», non gradendo l’ingresso di Fincantieri. «Ma l’aspetto più grottesco è un altro», aggiunge Annoni: «Negli imprevedibili sviluppi della politica, che a volte sfuggono di mano anche ai “grandi fratelli” e alle élites più élite che ci sono, nessuno ci assicura che i populisti francesi o tedeschi di domani saranno migliori di quelli italiani di oggi». Sperarlo, secondo Annoni, è indice di provincialismo italico. «L’unica cosa certa è che i nostri populisti li possiamo eventualmente spegnere noi alle elezioni, mentre quelli francesi o tedeschi no». E in attesa di un’unione politica europea (di cui nessuno sa quando e come potrebbe nascere, «visto che il blocco di potere che dà le carte e ricatta tutti non ha alcun interesse a promuoverla»), l’unica certezza è che gli altri faranno solo i loro interessi. La vera questione, conclude Annoni, è come l’Italia «riesca a uscire dal buco in cui si è infilata e dallo stato di subordinazione e ricatto in cui nei fatti si ritrova».

L’austerity, con la sua applicazione arbitraria, è solo un sinonimo di questo stato “coloniale”, mentre «neanche il migliore governo che possiate immaginare può fare molto, rispetto a uno stato di cose che, senza modifiche, è un circolo vizioso». Certo, ammette Annoni, uscirne ha un costo enorme: ma rimanerci? «È un dibattito che noi non possiamo fare, se no lo spread sale, mentre in Germaniadiventa dibattito tra economisti». I tedeschi sanno che, in questi anni, l’euro è costato carissimo all’Italia. Che fare, adesso? «Bella domanda. Però bisognerebbe porsela e avere bene in testa le alternative, senza edulcorazioni europeiste o sovraniste che siano». Di certo, chiosa Annoni, è davvero surreale farsi “fregare” così incredibilmente dai cugini d’oltralpe, sull’affare-cantieri, proprio mentre «ci rimandano indietro i migranti con le scarpe tagliate, tra il tripudio della grande stampa italiana per le fusioni “europee”».

L’AMBASCIATA NIGERIANA A ROMA VENDE IDENTITÀ FALSE? – VIDEO

L’ambasciata Nigeriana in Italia rilascerebbe documenti senza verificare l’identità dei richiedenti. Rai 2 ha deciso di indagare.

Sul sito della ambasciata Nigeriana c’è scritto:

-Per ottenere un certificato di nazionalità sono sufficienti:

Una lettera di una ONG o delle autorità locali o qualsiasi altro documento che identifichi il richiedente come nigeriano insieme ad una fotografia.

Costo 50 euro.Tempo di consegna 24 ore. Ecco che hai una nuova identità.


Tav, Salvini: “In caso di valutazione negativa sì a referendum”. Di Maio: “Contrari all’opera”

LA DECISIONE SULLE GRANDI OPERE DEVE RIGUARDARE SEMPRE E SOLO I CITTADINI CHE DEVONO POTERSI ESPRIMERE ATTRAVERSO UN REFERENDUM. SULL'INUTILITA' DELLA TAV L'ITALIA E' ABBASTANZA CONCORDE. SULLA TAP PER IL GASDOTTO, ANDREBBERO STUDIATE ALTRE SOLUZIONI CHE NON DETURPINO L'AMBIENTE NATURALE CHE VA PRESERVATO SEMPRE E COMUNQUE. ABBIAMO DIVERSE EMERGENZE DA FRONTEGGIARE SENZA DOVER SPENDERE ALTRI SOLDI INUTILMENTE!!




Roma, 10 gen – Il governo gialloverde resta diviso sulla realizzazione della Tav, l’alta velocità Torino-Lione. Occasione per un nuovo scontro tra i due vicepremier è la relazione tecnica sul rapporto costi-benefici dell’opera, relazione consegnata ieri e che secondo alcune fonti esprimerebbe un parere negativo.


“La Tav? Spero non ci sia lo stop dell’opera. Io non ho ancora letto una riga di questa analisi. Tifo sempre per un paese che va avanti”, dice il leader della Lega Matteo Salvinial Giornale radio Rai su Radio 1.
“Io commento quello che ho visto e letto, in questi mesi ho letto cose mai viste. Io su Tav dico di andare avanti, non mi fido di indiscrezioni giornalistiche. Tuttavia se italiani e torinesi chiedessero un referendum sulla Tav nessuno potrebbe fermare questa richiesta“, spiega ancora il vicepremier e ministro dell’Interno a RTL 102.5. E ribadisce: “Io sono a favore della realizzazione di Tap e Tav, stiamo facendo la Pedemontana, gli studi sul Terzo valico sono a buon punto, la quarta corsia dell’autostrada del Brennero, abbiamo sbloccato tanti miliardi per le amministrazioni locali perché i sindaci possono realizzare biblioteche comunali, parchi pubblici, e altre strutture”.

Di parere opposto l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, da sempre contrario alla Tav e che in merito alla relazione, intervenuto a Radio Anch’io, dice: “Non l’ho letta, è uno studio preliminare”.
“Aspettiamo il dato ufficiale i tecnici dovranno parlare e dire se quell’opera è un buon investimento. Poi la posizione del Movimento la conoscete da sempre: è contro quell’opera, quei soldi andrebbero utilizzati per migliorare le metropolitane e gli autobus nelle città”, ribadisce il capo politico del M5S.

L’ennesimo scontro in seno alla maggioranza rivela quanto le posizioni assunte da Salvini e Di Maio siano soprattutto in funzione dell’orientamento del proprio elettorato. Il leader della Lega non vuole perdere consensi tra gli industriali; il capo politico dei 5 Stelle cerca di tenere buona la base grillina No Tav.
Insomma, la campagna elettorale per le Europee è bella che cominciata.

Adolfo Spezzaferro

Devo combattere Macron mentre guida le forze pro-immigrazione dell'UE - il primo ministro ungherese Orban

ORBAN DECISO A CONTRASTARE L'ASSE FRANCO-TEDESCO SULL'IMMIGRAZIONE
Devo combattere Macron mentre guida le forze pro-immigrazione dell'UE - il primo ministro ungherese Orban
Il primo ministro ungherese della destra, Viktor Orban, ha dichiarato che deve opporsi al leader francese Emmanuel Macron, definendolo un giocatore chiave nell'agenda pro-immigrati dell'UE. Il futuro di entrambe le nazioni è in gioco, ha aggiunto.
Rispondendo a una domanda di Le Monde in occasione di un evento stampa a Budapest, giovedì, il premier ungherese ha dichiarato di avere "buoni rapporti" con Macron, ma quando si tratta di opinioni sulla migrazione, i due sono acerrimi rivali.

"Non è niente di personale, ma una questione di futuro dei nostri paesi", ha osservato Orban.

Se ciò che vuole per quanto riguarda la migrazione si materializza in Europa, sarebbe un male per l'Ungheria, quindi devo combatterlo.

Emmanuel Macron è "il leader delle forze pro-immigrazione" nell'UE, ha spiegato il primo ministro.

Nella stessa conferenza stampa, Orban ha fatto esplodere i media tedeschi per aver fatto pressione su Budapest sull'adozione di una politica di "porte aperte" per quanto riguarda i migranti.

"Non vedo alcun compromesso possibile", ha detto ai giornalisti, aggiungendo che la politica tedesca "non rispetta" la decisione degli ungheresi di non diventare una "nazione di immigrati".

Viktor Orban ha cambiato tono quando ha parlato del premier italiano Matteo Salvini, che ha definito un "eroe" per la chiusura di porti su navi piene di migranti africani. Ha espresso grandi speranze per la recente idea dell'Italia di unire gli sforzi con il governo di destra della Polonia per lottare per "la rinascita dei valori europei".

Sia Salvini che Orban hanno criticato a voce i modelli di migrazione proposti da Bruxelles e hanno difeso con forza la loro scelta di proteggere le loro nazioni dall'afflusso di migranti, provenienti principalmente dall'Africa sub-sahariana e dal Medio Oriente.


Nave migrante con destinazione Italia, agosto 2017. © Angelos Tzortzinis / AFP

Le loro opinioni si sono spesso scontrate con la visione di solidarietà del presidente francese Emmanuel Macron. Aveva accusato i politici di Roma e Budapest di "egoismo nazionale" e la mancanza di desiderio di aiutare gli altri stati membri a far fronte alla crisi migratoria. I piani dei leader ribelli di respingere i migranti rivelano il loro "approccio cinico" al problema, ha sostenuto il presidente.


Orban ha reagito, dicendo che Macron non rispetta gli interessi ungheresi e preferisce invece "dare un calcio ai paesi dell'Europa centrale". Salvini, a sua volta, ha accusato il presidente francese di arroganza "insultando" il popolo italiano.



Norovirus ne infetta quasi 300 e spinge l'inversione a U di emergenza

Incubo da crociera nei Caraibi: l'epidemia di Norovirus infetta quasi 300 e spinge l'inversione a U di emergenza
Una nave da crociera è stata costretta a rientrare in porto dopo che almeno 277 passeggeri sono stati colpiti dal Norovirus. I Royal Caribbean hanno in programma di rimandare indietro la nave in tempo per inviare un nuovo carico di vittime, turisti e turisti, il giorno dopo.
Anche dopo che l'Oasis of the Seas fu dichiarata essenzialmente una nave in quarantena - il governo della Giamaica proibì ai passeggeri di sbarcare a Falmouth, dove avevano programmato una giornata di escursioni - una lettera della compagnia di crociera rivela che Royal Caribbean aveva inizialmente programmato di continuare la crociera come al solito, come se il vomito e la diarrea che accompagnano il norovirus ultra-contagioso potessero essere fermati con le istruzioni per il lavaggio delle mani e il pensiero positivo.
"Non abbiamo motivo di credere che qualsiasi malattia avrà un impatto sul resto della nostra navigazione ", scrissero ai passeggeri, un giorno prima di cancellare il resto della crociera di sette giorni e annunciando che sarebbero tornati a Cape Canaveral, in Florida di sabato mattina. Tutti gli 8.000 passeggeri riceveranno rimborsi.
I passeggeri malati e l'equipaggio sono stati trattati con farmaci da banco e il personale ha preso le precauzioni possibili per prevenire la diffusione della malattia, servendo tutte le bevande e il cibo da sé, per timore che i passeggeri condividessero inconsapevolmente articoli per la tavola carichi di virus, ma ce n'è così tanto può fare per alleviare il disagio della gente a bordo di un'epidemia fluttuante.
"Pensiamo che la cosa giusta da fare sia riportare tutti a casa presto piuttosto che preoccuparci degli ospiti per la loro salute", ha detto il portavoce di Royal Caribbean Omar Torres.
La corsa al rientro in porto non era necessariamente preoccupante per i passeggeri e l'equipaggio malati, tuttavia - Royal Caribbean aveva fretta di disinfettare la nave in preparazione di un'altra mandria di passeggeri in partenza domenica.
"Il ritorno di sabato ci dà anche più tempo per pulire e disinfettare completamente la nave prima della sua prossima navigazione ", ha detto Torres alla NBC, omettendo che la " prossima navigazione " della nave da 8.000 passeggeri sarebbe avvenuta entro 24 ore.