giovedì 22 novembre 2018

Le future astronavi della NASA viaggeranno a 1 milione di miglia all'ora


La NASA potrebbe essere sull'orlo di una svolta. Attualmente, la NASA sta lavorando su un motore a propulsione avanzata, che se risolve, può elevare il nostro viaggio nello spazio al livello successivo. Per decenni, le astronavi sono state bloccate viaggiando a basse velocità chimiche, limitando la nostra capacità di ricerca ed esplorazione dello spazio. Tuttavia, ora sono possibili velocità superiori a un milione di miglia all'ora prima del 2050. Il NASA institute for Advanced Concepts (NIAC) sta finanziando due concetti di alto potenziale.


Ci sono nuove unità ioniche in fase di sviluppo in questo momento che potrebbero avere livelli di potenza che sono decine di volte più alti. Sono in fase di sviluppo propulsori a antimateria e a ioni multi-megawatt. Le attuali velocità del veicolo spaziale sono piuttosto basse in termini spaziali. Il veicolo spaziale Voyager 1 si muove a 38.000 mph (61.000 km / h). Questa velocità è stata ottenuta principalmente da un razzo chimico ma anche con l'aiuto della gravità, usandolo per lanciare la navicella fuori dall'orbita. Juno, Helios I e Helios II sono riusciti a raggiungere velocità di circa 150.000 mph con aumenti gravitazionali anche. La sonda Parker Solar, lanciata di recente, raggiungerà 430.000 mph utilizzando la gravità del Sole.

boost gravitazionali sono il nostro miglior modo per raggiungere velocità più elevate per la nostra navicella spaziale. Tuttavia, questo metodo è anche dannoso per la nostra ricerca ed esplorazione poiché richiede molto tempo per funzionare. Possono essere necessari molti mesi prima che venga raggiunta la velocità desiderata e inizi la vera missione.



I nuovi metodi useranno 50000 propulsori agli ioni di litio ISP, il primo dei quali sarà testato in 4 mesi. Questo fa parte di uno studio NIAC di fase 2 della NASA per utilizzare i laser per trasmettere 10 megawatt di potenza ai nuovi driver ionici. Il recente progresso dei laser è in gran parte sconosciuto al pubblico. L'esercito americano sta sviluppando laser in grado di produrre ben 100 kilowatt entro i prossimi due anni.



Gli azionamenti ionici con raggio laser saranno fino a dieci volte più veloci di qualsiasi precedente unità ionica. Un'astronave con questa tecnologia impiegherebbe meno di un anno per arrivare a Plutone.

Jet Propulsion Lab sta costruendo e stirando i numerosi componenti utilizzati in questo sistema. La vela e le unità ioniche stanno finalmente arrivando insieme. La parte più difficile sarà la creazione e il mantenimento dei laser phased array. La tensione di prova sarà aumentata fino a 6000 volt. Ciò consentirà l'azionamento diretto degliazionamenti ionici, eliminando la necessità di molti componenti elettronici e di peso. Questo tipo di unità ionica presenta molte sfide tecniche, ma le previsioni mostrano che un progetto ben finanziato potrebbe avere successo prima del 2040.





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Jacques Sapir – I “giubbotti gialli” e la rabbia delle masse popolari



Jacques Sapir commenta la rivolta dei giubbotti gialli in Francia, le sue cause profonde, le sue caratteristiche e i possibili sviluppi. Non si tratta di una semplice protesta fiscale: dietro c’è una prolungata esasperazione e un forte sentimento di ingiustizia che, al di là di organizzazioni partitiche o sindacali, individua nell’altezzoso presidente, nel suo establishment e nella sua corte dei francesi “bobo” il suo antagonista naturale. Qualsiasi sarà l’evoluzione del movimento, a breve o a medio termine per il governo francese è l’inizio della fine.


di Jacques Sapir, 19 novembre 2018


Il 17 novembre, il giorno dei “giubbotti gialli”, è stato un enorme successo, con oltre 2.000 posti di blocco contro i 1.500 che erano stati annunciati. I dati sulla partecipazione diramati dal ministero degli Interni sembrano ampiamente sottovalutati. Purtroppo questo successo è stato oscurato dalla morte di una manifestante e dai molti feriti, nella maggior parte dei casi dovuti ai tentativi di forzare il blocco con le auto. Questo successo sfida i movimenti politici e i sindacati. Se la maggioranza (LaREM, sigla de La République en marche) con i suoi giornalisti su commissione lo presentano come un fenomeno odioso ed esecrabile, sarebbe invece necessario farsi qualche domanda sul significato di questo movimento e le sue possibili conseguenze.


Il giorno della collera

Questo movimento è stato innescato dall’annuncio di un aumento dei prezzi del carburante. Tuttavia, riflette una rabbia molto più profonda e cause molto più complesse. La questione dei prezzi del carburante rimanda alla cosiddetta “compressione dei consumi” delle famiglie delle classi popolari. Quando non si hanno mezzi di trasporto alternativi e si devono fare ogni giorno decine di chilometri per andare al lavoro, ebbene sì, il costo del carburante rappresenta un pesante onere. Detto in termini economici, in questo caso non vi è alcuna elasticità del consumo rispetto al prezzo.


Tuttavia, un semplice aumento dei prezzi del carburante non avrebbe certamente causato una tale collera se non fosse arrivato in aggiunta ad altri aumenti e ad una pressione fiscale che le classi lavoratrici considerano eccessivamente onerosa. Le riforme fiscali realizzate lo scorso anno dal governo – tra cui la rimozione della ISF (Imposta di solidarietà sul patrimonio) – e le misure adottate dai governi precedenti – tra cui ricordiamo i 44 miliardi di sgravi fiscali del CICE (credito d’imposta per la competitività e l’occupazione) concessi alle grandi imprese in cambio della creazione di qualche posto di lavoro – sono alla base di questa rabbia. Si parla di una “esasperazione fiscale”; in certi casi ci si può arrivare. Ma qui si tratta soprattutto di un senso di ingiustizia fiscale.


A questo aggiungiamo le più che infelici osservazioni di un presidente della Repubblica il quale evidentemente non prova alcuna empatia per le classi popolari, affascinato com’è dagli “start-upper” e dalla ricchezza di coloro che, per usare la sua espressione, “si sono fatti dal nulla”. I termini estremamente dispregiativi che egli ha usato per anni contro le classi popolari sono ben noti. Non sono stati dimenticati da coloro a cui sono stati rivolti. I francesi, si dice, hanno la memoria corta. Invece hanno appena dimostrato l’esatto opposto.



Tutti questi sono stati fattori di coesione di una rivolta emersa dalle profondità della “Francia periferica”, per riprendere l’espressione del geografo Christophe Guilluy. L’odio dei rappresentanti organici della Francia “bobo” (bourgeois-bohème, corrispondente all’italiano radical-chic, ndt) segnala dove si trova la frattura. Questa frattura, e qualcuno non se ne dispiaccia, è una frattura di classe. Gli slogan politici che abbiamo sentito non sono dovuti alla presenza di attivisti e di organizzazioni di partito, ma piuttosto al fatto che queste classi popolari identificano spontaneamente il governo e il presidente come loro nemici.



L’auto-organizzazione, i suoi precedenti, i suoi limiti e il suo futuro



Questa rivolta è stata in gran parte non organizzata, o più esattamente auto-organizzata. È partita da iniziative individuali, e si è amplificata sui social network. Un gran numero di manifestanti del 17 novembre erano alla loro prima esperienza di manifestazione, di lotta collettiva. Questa esperienza, questa forma specifica di socializzazione è di estrema importanza. Perché imparando a coordinarsi, a parlare insieme, queste persone smettono di essere individui isolati. Diventano consapevoli della loro forza. È per questo motivo che questo movimento, eterogeneo nella sua ideologia, i cui partecipanti sono disomogenei e tra loro differenziati, è fondamentalmente un movimento sociale progressista. Perché ogni esperimento sociale che oggi permette agli individui di uscire dal loro isolamento ha un carattere progressista.



Il disorientamento di certi partiti, ma anche di certi sindacati, di fronte a questa manifestazione è stato dirompente. La partecipazione dei dirigenti della France Insoumise, come Jean-Luc Mélenchon, François Ruffin, o Adrien Quatennens, mostra che questo movimento ha compreso la natura profonda di quanto stava accadendo. Bisogna anche dire che alcuni altri partiti hanno sostenuto l’evento, alcuni più timidamente altri con più convinzione. Per riprendere una espressione del mio ottimo collega Bruno Amable, la domanda che oggi si pone è se su questa base si verrà a formare un “blocco anti-borghese” in grado di contrastare il “blocco borghese” ora al potere.



Perché la forza dei giubbotti gialli può essere anche la loro debolezza. Se la mobilitazione vuole essere duraratura, e per affrontare l’intransigenza del governo è chiaro che deve esserlo, dovrà darsi una forma di organizzazione. Ma allora la pressione del governo aumenterà di conseguenza. Basti ricordare come Georges Clemenceau, allora ministro degli Interni, riuscì a manipolare Marcelin Albert, il leader della rivolta dei vignaioli del Mezzogiorno e in particolare della regione di Béziers nel 1907, di cui ci è rimasta la canzone “Gloire au 17ème“, che celebra la fraternizzazione dei soldati del 17° battaglione con i manifestanti. I giubbotti gialli avrebbero quindi interesse a strutturarsi in comitati di azione con coordinamenti regionali e nazionali, consentendo un controllo democratico che vada oltre la preparazione di una giornata di dimostrazione.


Oltre a questo rischio, sempre presente, la mobilitazione deve porsi la questione dell’allargamento del movimento, ma anche delle forme che deve assumere e degli obiettivi che deve darsi. La persistenza dei blocchi e delle manifestazioni nella giornata di domenica 18 novembre, l’estensione ai territori di oltremare, tutti questi sintomi indicano che potremmo essere alla vigilia di qualcosa di molto più importante di una semplice protesta contro le tasse.



La cancellazione dei sindacati e il potenziale di questa mobilitazione



Tuttavia, dobbiamo tornare alla cancellazione dei sindacati e al suo corollario: la mancanza di rappresentanti istituzionali dei giubbotti gialli. Ci sono molte ragioni per questa cancellazione, e il fenomeno della burocratizzazione delle grandi centrali è una di queste. Ma quando il governo fa tutto il possibile per eliminare i sindacati come forze sociali, poi non può lamentarsi dell’assenza di rappresentanti istituzionali nel movimento del 17 novembre, rappresentanti con cui potrebbe, nel caso, negoziare.



Nel maggio del 1968, furono i sindacati, e prima di tutto la CGT, gli artefici del compromesso – l’accordo di Grenelle – che permise al movimento di trovare una via d’uscita non rivoluzionaria. Questi accordi sono stati talmente significativi che la parola “Grenelle” oggi è ripresa in tutte le salse. Sarà difficile che un fatto del genere si ripeta.



Il governo si trova quindi di fronte a un movimento di tipo nuovo, un movimento di protesta che porta direttamente in sé la natura di una protesta politica. A meno di cedere molto velocemente, ed è molto difficile che questo possa accadere, il governo rischia di dover affrontare due gravi ostacoli.



Il primo è che questa mobilitazione continui a montare e che si arrivi, qua e là, a una fraternizzazione con le forze dell’ordine. Questo è lo scenario peggiore per questo governo. Anche se al giorno d’oggi è poco probabile, implicherebbe la trasformazione di questa mobilitazione in un movimento insurrezionale.



Il secondo, più verosimile, è che questa mobilitazione finisca per logorarsi per mancanza di opportunità concrete e per non riuscire a collegarsi con altri settori della popolazione. Ma, anche se questo movimento andrà ad esaurirsi, sarà solo in apparenza. La rabbia, e ora anche l’amarezza, saranno sempre lì, in attesa di un pretesto per riaffiorare, e un’opportunità, soprattutto elettorale, per esprimersi.



Il governo deve dunque affrontare una grande minaccia a breve termine, ma una minaccia altrettanto formidabile a medio termine. Ma qualunque cosa faccia, non si sbarazzerà del pericolo.



E, per gli amatori, le prime strofe della canzone.




Legittima era la vostra collera
Rifiutarsi era un grande dovere
Non si devono uccidere i propri padri e madri
Per i grandi che sono al potere
Soldati, la vostra coscienza è pulita
Non ci si uccide tra Francesi
Rifiutandovi di insanguinare le vostre baionette
Soldatini, avete fatto bene


Vi saluto, vi saluto
Coraggiosi soldati del Diciassettesimo
Vi saluto, bravi marmittoni
Ognuno vi ammira e vi ama
Vi saluto, saluto voi
E il vostro magnifico gesto
Avreste, sparandoci addosso,
Assassinato la Repubblica.





De Benedetti, M5S: ‘Questo sistema di potere ci attacca controllando i mezzi d’informazione e manipolando la realtà’




Il Movimento 5 Stelle dedica il primo capitolo della saga sugli “Editori in conflitto di interesse” al gruppo editoriale Gedi, controllato dalla famiglia De Benedetti.


“Carlo De Benedetti,” scrivono i 5Stelle “tessera numero uno del Partito Democratico, è il capostipite di una famiglia che controlla un universo di mezzi di informazione. Una galassia che fa veramente impressione. Dalla carta stampata alle radio, da nord a sud, attraverso il gruppo Gedi alimenta, giorno dopo giorno, la mappa del potere mediatico italiano con un conflitto d’interessi grande quanto una casa”.

Il Gruppo Gedi controlla i seguenti media: La Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, L’Espresso, Radio Capital, Il Tirreno, Il Piccolo, Huffingtonpost.it, espresso.repubblica.it, businessinsider.com, nationalgeographic.it, Messaggero Veneto, Il Mattino di Padova, Gazzetta di Mantova, la Provincia Pavese, la Tribuna di Treviso, la Nuova di Venezia e Mestre, Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena, la Nuova Ferrara, Corriere Alpi, la Sentinella del Canavese, Il Venerdì, MicroMega, liMes; Radio Deejay, M20, National Geographic Italia.


“Vi sembra libera informazione questa,” si chiedono i pentastellati?

Per questo motivo, prosegue il post del M5S, “non deve più sorprendervi la montagna di fango e di menzogne contro il MoVimento 5 Stelle che ogni giorno viene rilanciata su carta stampata, magazine, quotidiani online, radio, tv ed ogni mezzo di informazione che dipende direttamente o indirettamente dalla galassia De Benedetti”.

E “non c’è da stupirsi che questo sistema di potere, che da 40 anni tiene sotto scacco il Paese, attacchi il MoVimento 5 Stelle controllando i mezzi d’informazione e manipolando la realtà. I giornalisti, in molti casi sfruttati con paghe da fame, sono le prime vittime di questo sistema malato. Noi difendiamo la libertà di stampa e per tutelarla ci battiamo contro questi grandi editori impuri, legati a doppio filo alla peggior politica e al grande potere economico-finanziario,” concludono i 5Stelle.

VARIE DEVOZIONI

Devozioni:









PREGHIERE PER LA FAMIGLIA. IL SANTO ROSARIO

IL SANTO ROSARIO

Col Rosario si può ottenere tutto. Esso è una lunga catena 
che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani
 e l'altra in quelle della Santa Vergine.
..Non c'è preghiera più gradita a Dio del Rosario.
Santa Teresina

Il Rosario è la "scala di Giacobbe" per la quale
salgono le nostre preghiere e discendono le grazie.
Sant'Annibale Maria di Francia

Catena dolce che ci rannoda a Dio.
..L'orazione più cara a Maria.
Bartolo Longo

Da quando la Vergine SS. ha dato grande efficacia al Rosario, 
non c'è problema né materiale né spirituale che non si possa risolvere con il S.Rosario e con i nostri sacrifici.
..E' l'arma più potente con cui possiamo difenderci in battaglia
Suor Lucia, veggente di Fatima

Quante corone, tante anime salve.
San Massimiliano Maria Kolbe

Non vi è mezzo più sicuro della recita quotidiana del Rosario, per invocare la benedizione di Dio sopra la famiglia.
Papa Pio XII

Il Rosario è devozione divina, la più divina dopo la S.Messa.
San Carlo Borromeo

Il Rosario è un incontro quotidiano
al quale io e la Madonna non manchiamo.
Papa Giovanni Paolo II

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, 
perchè questa preghiera è potente sul suo Cuore.
Santa Teresina

Quando noi recitiamo la corona di Maria SS. per qualche anima, 
quell'anima sente questi smorzare le ardenti fiamme che la circondano
 e prova un refrigerio di Paradiso.
Sant'Annibale Maria di Francia


Leggi la pagina dedicata al SANTO ROSARIO 

LITURGIA DEL GIORNO



LITURGIA DEL GIORNO
- Rito Romano -

  




 PRIMA LETTURA 

Ap 5,1-10
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Io, Giovanni, vidi nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce: «Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?». Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra, era in grado di aprire il libro e di guardarlo. Io piangevo molto, perché non fu trovato nessuno degno di aprire il libro e di guardarlo. Uno degli anziani mi disse: «Non piangere; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
Giunse e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi, e cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio, con il tuo sangue,
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione,
e hai fatto di loro, per il nostro Dio,
un regno e sacerdoti,
e regneranno sopra la terra».


  SALMO  

Sal 149
Hai fatto di noi, per il nostro Dio, un regno e sacerdoti.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 


 VANGELO 

Lc 19,41-44
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

mercoledì 21 novembre 2018

Anomalie climatiche in Medio Oriente.I cammelli “affogano” nel deserto (video)

Continuano le anomalie climatiche in Medio Oriente.Le abbondanti piogge di questi giorni hanno trasformato diverse zone desertiche dell’Arabia Saudita in immense distese di acqua. Infatti la regione e’ stata investita da furiose tempeste di grandine ed addirittura da tornado, fenomeni meteorologici assolutamente mai osservati in precedenza.In diverse zone cammelli sono rimasti intrappolati dalle acque.

Panico a Salerno,mostruoso vortice sul porto (video)



Una mostruosa tromba marina ha scatenato attimi di panico a Salerno.Il vortice avanzava minaccioso dal mare diretto verso la costa per poi dissolversi toccando terra. Il ciclone si e' formato mentre sulla Campania e' in atto un allerta meteo arancione con forti venti e piogge diffuse accompagnate da una intensa attivita' elettrica.





Il nostro ultimo giorno sulla Terra


Pubblicato il 21 novembre 2018 da beatrice

Per ognuno di noi arriverà infine l’ultimo giorno sulla Terra, e a quel punto saranno ormai solo le nostre opere compiute in vita a parlare per noi.
Essere nella verità, questo è il mandato del Cielo per ognuno di noi;quanto sono stato nella verità? Quanto ho testimoniato la verità?Quanto ho seguito il mio vero essere, al di là di ogni condizionamento impostomi dall’esterno? Quanto ho assolto al mio mandato? Essere nella verità!
Voglio vivere ogni attimo come se fosse l’ultimo; voglio essere nella verità ogni istante, ad ogni battito del cuore, ad ogni respiro, così che non mi debba trovare alla fine a nascondere il mio volto di fronte ai “Guardiani della Soglia”, quando mi chiederanno che cosa ne ho fatto della vita che mi è stata data in prestito! Quando scoprirò che essere o non essere stato nella verità, significa essere o non essere stato nell’Amore. Amore è verità e verità è amore. 





Il resto scomparirà con l’ultimo respiro e quando avrò abbandonato il mio veicolo mortale mi ritroverò solo, davanti a me stesso e di fronte alla stessa domanda: quanto sono stato nella verità? Quanto ho vibrato di amore per lei? Nulla potrà assolvermi, se non ciò che come traccia indelebile avrò lasciato a ricordo del mio percorso.

Essere nel ricordo di chi è rimasto, come un testimone di Amore e di verità nelle loro stesse vite: questo solo mi assolverà dal ritornare… In caso contrario, ritornerò con altre incarnazioni, almeno fino a quando non avrò compreso la legge universale dentro di me e dimostrato con le opere di averne assimilato l’insegnamento.
Quanto poco ho amato, quanto poco ho avuto pazienza con me stesso e con gli altri… Quanto ho anteposto il mio comodo e il mio tornaconto personale, dimenticando di essere venuto non tanto per essere servito, quanto per servire? Non per impormi sugli altri, quanto per essere a disposizione di un bene più grande del mio? Non per “dormire”, quanto per essere sveglio e risvegliare la coscienza di coloro che mi erano vicini?

Questo e solo questo significa per me essere nella verità. Questo significa essere “un uomo di buona volontà”. Portare la pace nel mondo… come è possibile, se prima non l’ho offerta come dono a me stesso? Voglio essere, io per primo, nella pace, per offrire al mondo la pace; voglio essere nel perdono di me stesso e di tutte le mie limitazioni, per essere capace di perdonare le limitazioni dei miei fratelli e delle mie sorelle.
Come potrei, infatti, perdonare loro colpe che non sono riuscito a perdonare nemmeno a me stesso? Quale pretesa avrei di amare gli altri, se non sono capace di amare profondamente nemmeno me stesso, soprattutto quelle parti “basse” che richiamano costantemente la mia attenzione, anche se preferirei voltarmi dall’altra parte e dare la colpa agli altri di tutto lo schifo che è dentro le mie viscere, il mio stomaco e la mia testa?
Voglio, dunque, essere come cristallo purissimo e vibrare nel mio cuore come la sua luce, essere nella volontà divina, non nella mia, voglio amare senza pretendere di essere amato e portare la pace dove è conflitto, perdonare senza giudizio.
Se nella vita avrò agito tutto questo, il mio ultimo giorno sarà nobile, composto e sereno, come quello dei un Buddha.
Dunque… che i miei giorni siano tutti, momento per momento, istante dopo istante, la preparazione all’ultimo giorno sulla Terra. Che io possa essere sempre nella Verità, nella pace del cuore e nell’Amore universale.
Articolo di Dinaweh