Ieri si è tenuta la giornata di inizio del Vertice UE, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha incontrato a Bruxelles i Vice Presidenti italiani del Parlamento Europeo David Sassoli – PD (S&D) e Fabio Massimo Castaldo – M5S (EFDD). Con loro anche i Capi Delegazione italiani nei gruppi parlamentari del Parlamento Europeo. Nel corso della riunione, si è discusso delle questioni più sensibili attualmente trattate sui tavoli del Consiglio UE e del Parlamento Europeo. È stato concordato l’impegno comune, al di là degli schieramenti politici, di coordinarsi regolarmente per tutelare al meglio gli interessi italiani nell’ambito dell’Unione Europea. In quest’ottica si intende varare opportune forme di coordinamento fra i Parlamentari europei e gli esponenti del Governo in maniera da garantire un’efficiente sistematicità ai reciproci contatti funzionali. Questa prima occasione di confronto è stata approfondita e molto costruttiva e ha posto le basi per “fare squadra” in maniera più efficace per l’Italia, nel rispetto delle diverse posizioni su determinati temi e della competizione fra i vari schieramenti nella prospettiva delle prossime elezioni europee di maggio 2019. Fra i numerosi argomenti concreti di cui si è parlato, i più urgenti sono stati: il governo dei flussi migratori e la riforma del regolamento di Dublino; la situazione in Libia e la Conferenza di Palermo; il Quadro Finanziario Pluriennale del prossimo bilancio dell’Unione Europea; l’importanza di prevedere nuove e genuine risorse proprie UE; l’incremento degli investimenti in Africa; la preservazione dei fondi per la Politica Agricola Comune, dei fondi per la coesione regionale e dei fondi per l’innovazione tecnologica; il negoziato Brexit, la tutela dei diritti dei cittadini italiani nel Regno Unito e la difesa delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei prodotti sul mercato britannico; la crisi in Venezuela; l’impegno a garanzia dei diritti fondamentali; le relazioni con la Turchia; l’iniziativa austriaca sulla doppia cittadinanza in Alto Adige; l’evoluzione della questione della nuova sede dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) in trasferimento da Londra e l’andamento dei relativi ricorsi italiani presso la Corte di Giustizia UE.
Per quanto concerne l'impegno per l'incremento degli investimenti in Africa, l'Italia dovrebbe farsi paese europeo promotore nell'esportazione di tecnologie e know how in quei paesi maggiormente arretrati dove mancano ancora strutture e infrastrutture atte a garantire servizi igienici adeguati, impianti di irrigazione, e impianti per l'acqua potabile, risorsa necessaria, ma carente in troppe zone dell'Africa. Per fare questo, l'Italia ha bisogno di contatti diretti e di collaborazione e coordinamento con l'Unione Africana al fine di concordare quali possano essere le modalità più idonee e mirate per fornire un aiuto concreto al continente africano. In cambio, l'Italia potrebbe ottenere dall'Unione Africana un aiuto concreto nel rimpatrio di tutti quegli africani provenienti da paesi non in guerra, ovvero di quelli che sono stati definiti "migranti economici". L'auspicio di questa futura collaborazione tra Italia e Africa mirerebbe proprio al miglioramento delle condizioni economiche e sociali di quei paesi che hanno causato la fuga di tanti cittadini africani, che nel loro paese non trovano adeguato collocamento e tutele lavorative e sociali. Questo reciproco scambio tra Italia e Unione africana, vuole porsi come obiettivo primario una partnership solida e collaborativa nel raggiungimento del comune interesse per una giustizia sociale e prosperità economica percepita come fondamentale da entrambe le parti. Solo un governo che evita la destrutturazione sociale attraverso l'emigrazione della propria gente verso un futuro migliore altrove, può considerarsi degno di un paese civile. Un paese che rinuncia al talento dei propri giovani e li invia in giro per il mondo a portare ricchezza all'estero, è un paese destinato alla decadenza e all'impoverimento. Gli africani si dimostrano spesso portatori di un talento artistico e artigianale davvero notevoli. Che spreco per l'Africa lasciare che se ne giovino altri paesi. Una lezione che serve anche all'Italia.
CINZIA PALMACCI