lunedì 17 settembre 2018

LA GLAXO, I PADRONI DEL MONDO E LE PESTI INVENTATE

e
(Sintesi dell’articolo pubblicato in data 5 aprile dal sito di Marcello Pamio)

LONTANE ORIGINI DELLA GLAXO

La storia della Glaxo inizia nel lontanissimo 1715 quando Silvanus Bevan apre la farmacia Plough Court in centro a Londra. In quel periodo gli speziali, cioè gli antesignani dei farmacisti, erano i più comuni medici che offrivano consulenze e vendevano prodotti medicinali, saponi, olio di fegato di merluzzo e simili. Il dottor William Allen fu assunto dalla farmacia nel 1792 e divenne socio tre anni dopo. Allen era uno stimato medico e divenne membro fondatore della Pharmaceutical Society nel 1841. I fratelli Handbury, nipoti di Allen entrarono a Plough Court e nel 1856 la compagnia divenne nota come Allen & Hanburys. L’azienda si espanse grazie alle vendite dell’olio di fegato di merluzzo, usato per il rachitismo e per la carenza di vitamina A. Siamo proprio agli albori perché la Allen & Hanburys Ltd sarà acquisita da Glaxo Laboratories Ltd, una società della GSK.

ESORDIO DELLA SMITH KLINE NEL 1830 A FILADELFIA

Un’altra società che giocherà un ruolo centrale è la Smith Kline. Nel 1830 la casa farmaceutica Smith & Gilbert aprì la sua sede a Filadelfia. Quando Gilbert si ritirò, George, fratello minore di John K. Smith, entrò a far parte dell’azienda e costruì un impero grazie alla vendita all’ingrosso di farmaci. Nel 1870 il nipote Mahlon Smith, che gestiva la società, fondò insieme al suo contabile Mahlon Kline la Smith, Kline & Co. Nel 1880 altri due farmacisti, Henry S. Wellcome e Silas Burroughs, fondarono la Burroughs Wellcome & Co, una società per la vendita di farmaci a Londra. Fin dai primi tempi l’azienda si era specializzata nella ricerca pionieristica di farmaci moderni. Nel 1894 furono aperti i Wellcome Physiological Research Laboratories con l’intento di effettuare la sperimentazione biologica, in particolare dei primi vaccini.

ORIGINE DEL NOME GLAXO COME COSTRUTTORE DI PARGOLETTI

I caseifici di Joseph Nathan & Co in Nuova Zelanda nel 1904 vendevano latte in polvere liofilizzato con il nome di Defiance. Alec Nathan racconta come volevano registrare la parola “Lacto” ma questa non venne accettata dall’Ufficio marchi e brevetti, così delle lettere furono messe davanti e dietro alla parola Lacto fino a quando non è arrivata la parola eufonica, il cui risultato fu Glaxo. La pubblicità dell’epoca, siamo nel 1908, era abbastanza inquietante, con slogan tipo «Glaxo costruisce i pargoletti». Questo perché il latte in polvere che producevano era considerato più sicuro del latte fresco non pastorizzato e questo ne fece schizzare la richiesta e le vendite per neonati e bambini.

ENTRATA DECISIVA NEL BUSINESS INSULINA E NEGLI INTEGRATORI

Nel 1921 l’insulina fu scoperta come farmaco per gestire il diabete. Le aziende Burroughs Wellcome e Allen & Hanburys furono le prime nel Regno Unito a riprodurre l’insulina per uso commerciale. Nel 1923, Allen & Hanburys produceva il 95% dell’intera insulina del Paese. Nel 1924 Harry Jephcott, il chimico della Joseph Nathan & Co, riuscì a produrre un integratore di vitamina D che divenne il primo prodotto farmaceutico Joseph Nathan & Co. L’azienda controllata della Glaxo Laboratories Ltd. Nel 1947, Glaxo Labs comprò la Joseph Nathan & Co e nel 1958 la Allen & Hanburys Ltd.Infine nel 1989 la SmithKline Corp si fuse con il Beecham Group plc per formare il colosso SmithKline Beecham plc.

INTRECCIO DI ACQUISIZIONI E NASCITA DELLA PIÙ GROSSA MULTINAZIONALE FARMACEUTICA MONDIALE

Nel 1986, il Wellcome Trust vendette pubblicamente le azioni della Wellcome Foundation Ltd per formare Wellcome plc. Nel 1995 il Trust cedette le sue restanti azioni a Glaxo plc, formando una tra le più grandi aziende farmaceutiche: la Glaxo Wellcome plc. Un intreccio di acquisizioni e fusioni lungo tre secoli per giungere nell’anno 2000 al mega conglomerato formato da SmithKline Beecham plc e GlaxoWellcome plc. Quello che nacque è la tristemente nota GSK: GlaxoSmithKline plc.

ASSORBIMENTO DELLA NOVARTIS SVIZZERA PER IL SETTORE VACCINI

Nel marzo 2015 completarono una transazione con la svizzera Novartis per l’acquisizione della loro attività sui vaccini (esclusi gli antinfluenzali), rafforzando la posizione di leader mondiale nella produzione di vaccini. Mentre a marzo 2018 sempre la Novartis ha venduto il 36,5% del Consumer Healthcare, una joint venture che gestisce i farmaci senza prescrizione. Un accordo da 13 miliardi di dollari!

LA GLAXO ODIERNA, 7° MULTINAZIONALE CHEMIO-FARMACEUTICA CON FATTURATO DI 27 MILIARDI DI US$

La GlaxoSmithKline è indubbiamente una delle transnazionali più potenti e losche al mondo. Potente perché occupa il settimo posto tra le multinazionali della chimica e farmaceutica con un fatturato di oltre 27 miliardi di dollari all’anno, dopo Roche, Novartis, Pfizer, Sanofi-Pasteur, Johnson&Johnson e Merck. Losca perché gli scandali che hanno coinvolto questa azienda sono infiniti: corruzione, comparaggio, mazzette, vendita di farmaci off-label, sperimentazioni illegali, abusi farmaceutici nei bambini, ed altro ancora.

NUMERO UNO MONDIALE NEI VACCINI E NUMERO UNO NEGLI SCANDALI, COME IL CASO POGGIOLINI-DE LORENZO

Nei vaccini la G.S.K. occupa il podio con un fatturato annuo di 5,5 miliardi nel 2015 e 8,5 miliardi previsti nel 2022. Uno dei raggiri più noti a noi italiani è stata la corruzione avvenuta nei primi anni Novanta. Il Direttore generale del ministero della Sanità Duilio Poggiolini intascava tangenti per accelerare le pratiche di aumento del prezzo dei medicinali o per inserirli nel prontuario. Era talmente avido che bramava soldi, oggetti preziosi, gettoni d’oro, quadri e gioielli. A febbraio del 1991 il presidente dell’allora Smith Kline Beecham, unico produttore del vaccino Engerix B per l’epatite B, ha donato 600 milioni di lire al ministro della sanità Francesco De Lorenzo. Dopo soli tre mesi, a maggio per l’esattezza, magicamente il vaccino è stato reso obbligatorio. Nonostante una sentenza definitiva di colpevolezza e il carcere per il dottor De Lorenzo (ancora iscritto all’Ordine dei medici di Napoli), il vaccino è rimasto sempre obbligatorio fino ai nostri giorni.

USO DI NEONATI E BAMBINI COME CAVIE

Poi ci sono tutti gli scandali che riguardano sperimentazioni illegali su bambini. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, la GSK avrebbe usato dei neonati e bambini come cavie per testare farmaci estremamente tossici come quelli per l’Hiv. Grazie ad una indagine giornalistica dell’Observer la Glaxo avrebbe sponsorizzato almeno 4 trials clinici dal 1995 su 100 bambini.

ALCUNI DETTAGLI SUI CRIMINI COMMESSI DISINVOLTAMENTE DALLA GLAXO

Ecco qualche esperimento effettuato: venivano dati a bambini di 4 anni alti dosaggi di un cocktail di sette farmaci diversi contemporaneamente; in un altro esperimento si controllava la reazione in bambini di sei mesi con una doppia dose di vaccino per il morbillo; un altro esperimento prevedeva l’uso di bambini per «comprendere la tolleranza, studiare la sicurezza e la farmacocinetica» dei farmaci per l’Herpes. In un altro ancora i bambini erano sottoposti al farmaco estremamente tossico AZT. Qui i bambini o nascevano da madri HIV-positive oppure veniva inoculato loro il virus dell’Hiv! Come si possono praticare simili aberrazioni e crimini impunemente? Il motivo sarà chiaro a breve, ma la chiave di lettura è che questi colossi sono plurimiliardari, per cui possiedono un potere enorme in grado di sfidare la legge con arroganza. A luglio del 2012 negli Stati Uniti la GSK è stata costretta a pagare 3 miliardi di dollari per aver corrotto i dottori in cambio della prescrizione di antidepressivi (Paxil, Avandia, Wellbutrin) per indicazioni non autorizzate (off-label), cioè fuori etichetta. Spiccioli per i proprietari del gruppo GSK.

UNA AZIENDA ARROGANTE, SPIETATA E CINICA NEL RAGGIUNGIMENTO DEI SUOI OBIETTIVI

La GSK è una società spietata che non guarda in faccia nessuno e che non si ferma al primo intoppo pur di raggiungere gli obiettivi prefissati. Né più né meno come qualsiasi altra industria che si occupa di malattie. I principali scopi infatti sono la vendita di farmaci e vaccini. Per vendere tali droghe è necessario e fondamentale che le persone e i bambini siano sempre più ammalati. Vedremo però che il problema non sono la GSK, la Merck o la Sanofi: questi sono i brand che operano fisicamente nel settore delle droghe, coloro che devono produrre e spacciare. Quelli che giocano un ruolo basilare sono gli azionisti.

CHI SONO I 10 PADRONI AZIONISTI DELLA GLAXO

Ecco l’elenco dell’azionariato della Glaxo per ordine di grandezza.
  • Vanguard Group, Inc, titoli azionari 146,907,284, pari al 2.96%
  • BlackRock Investment Management Ltd, titoli azionari 137,165,476, pari a 2.77%
  • Norges Bank Investment Management», titoli azionari 104,694,000 pari a 2.11%
  • Legal & General Investment Management Ltd, titoli azionari 100,349,016 pari a 2.02%
  • BlackRock Advisors Ltd, titoli azionari 88,133,021 pari a 1.78%
  • Dodge & Cox, titoli azionari 77,042,000 pari a 1.55%
  • BlackRock Fund Advisors, titoli azionari 70,362,981 pari a 1.42%
  • State Street Global Advisors Ltd, titoli azionari 61,379,698 pari a 1.24%
  • Schroeder Investment Management Ltd, titoli azionari 59,098,752 pari a 1.19%
  • Threadneedle Asset Management Ltd, titoli azionari 57,917,665 pari a 1.17%.

QUATTRO COLOSSI CONTROLLANO LE 43000 MULTINAZIONALI

Alcuni di questi nomi, completamente sconosciuti alla maggior parte della gente, rappresentano i veri Padroni del mondo, i controllori della Finanza internazionale. Un’analisi delle relazioni tra 43.000 società multinazionali ha identificato un gruppo relativamente piccolo di società, principalmente banche e fondi con un potere sproporzionato sull’economia globale. Un piccolissimo gruppo in grado però di controllare tutto. Restringendo il campo si possono elencare solo quattro colossi: BlackRock, State Street Corp, FMR/Fidelity e The Vanguard Group.

SOVRAPPOSIZIONI E INCROCI AZIONARI INTRICATISSIMI

Le sovrapposizioni e gli incroci azionari sono intricatissimi, ma alla fine questi gruppi appaiono dietro ogni multinazionale. Li ritroviamo infatti tra gli azionisti di Alcoa, Altria, AIG., AT&T, Boeing, Caterpillar, Coca-Cola, DuPont, GM, HP, Honeywell, Intel, Johnson&Johnson, McDonald’s, Merck, 3M, GSK, Pfizer, United Technologies, Verizon, Wal-Mart, Monsanto, Time Warner, Walt Disney, Viacom, Rupert Murdoch’s News, CBS, NBC, Universal, solo per citare le società più note.

LE SEI PIÙ GRANDI AZIENDE DEL GLOBO SONO NEL SETTORE BANCARIO

Quali sono oggi le più grandi aziende al mondo? Risposta: Bank of America, JP Morgan, Citigroup, Wells Fargo, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Chi le controlla?

CHI CONTROLLA BANK OF AMERICA?

La Bank of America (con 2,17 trilioni di dollari) è controllata da State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, FMR, Paulson, JP Morgan, T. Rowe, Capital World Investors, AXA, Bank of NY, Mellon.

CHI CONTROLLA JP MORGAN?

JP Morgan (con 2,39 trilioni di dollari) è controllata da State Street Corp, The Vanguard Group, FMR, BlackRock, T. Rowe, AXA, Capital World Investor, Capital Research Global Investor, Northern Trust Corp, Bank of Mellon.

CHI CONTROLLA CITIGROUP?

Citigroup (con 1,88 trilioni di dollari) è controllata da State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, Paulson, FMR, Capital World Investor, JP Morgan, Northern Trust Corporation, Fairhome Capital Mgmt, Bank of NY, Mellon.

CHI CONTROLLA WELLS FARGO?

Wells Fargo (con 1,44 trilioni di dollari) è controllata da Berkshire Hathaway, FMR, State Street, The Vanguard Group, Capital World Investors, BlackRock, Wellington Mgmt, AXA, T. Rowe e Davis Selected Advisers. Sembra incredibile ma perfino la Federal Reserve, la banca delle banche statunitensi, è controllata da State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, FMR/Fidelity. Si può girare e rigirare il quadro ma il disegno inquietante rimane e rimarrà sempre il medesimo.

I GUATTRO GRANDI SONO SEMPRE GLI STESSI: STATE STREET, VANGUARD, BLACK ROCK E FMR FIDELITY

I Big Four, cioè i Quattro Grandi sono sempre gli stessi e sempre presenti: State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock e FMR/Fidelity.A questo punto sarebbe interessante sapere chi controlla i controllori?

CHI C’È DIETRO STATE STREET E BLACK ROCK?

Vediamo soltanto chi c’è dietro i due gruppi State Street e BlackRock. Dietro State Street ci sono T. Rowe Price Associates (7.45%), Massachusetts Financial Services (7.43%), The Vanguard Group (6.66%), SSgA Funds Management (5.12%), GIC Pte (4.33%), BlackRock Fund Advisors (4.27%), Fidelity Management & Research (3.71). Dietro BlackRock ci sono PNC Bank (21.4%), The Vanguard Group (5.20%), Norges Bank Investment Management (5.02%), Capital Research & Management (4.33%), Wellington Management (3.74%), BlackRock Fund Advisors (3.47%), SSgA Funds Management (3.41%), Fidelity Management & Research (2.18%).Dietro State Street corporation vi è T. Rowe Price Associates e dietro BlackRock la PNC Bank.

DIETRO LE QUINTE DEI DUE GIGANTI CI SONO T. ROWE E PNC FINANCIAL SERVICE

Andando dietro le quinte di queste due bancherelle troviamo T. Rowe Price Associates, controllata da The Vanguard Group (7.35%), SSgA Funds Management (5.45%), BlackRock Fund Advisors (5.21%), JPMorgan Investment Management (3.88%), e troviamo il PNC Financial Services Group, controllato a sua volta da Wellington Management (7.28%), The Vanguard Group (6.79%), SSgA Funds Management (4.95%), BlackRock Fund Advisors (4.45%), Capital Research & Management (3.92%), Capital Research & Management (2.86%), Fidelity Management & Research (2.84%), T. Rowe Price Associates (2.70%). In definitiva dietro a tutti c’è The Vanguard Group.

UN CAPITOLO A PARTE PER THE VANGUARD GROUP, MAGGIORE GRUPPO DI INVESTIMENTO DEL GLOBO

Tra i Big Four, The Vanguard Group merita un capitolo a parte. Si tratta della più grande e potente società d’investimento del globo. La sua influenza è ubiquitaria e interessa centinaia di società diverse, tra cui anche gli stessi Big Four, e proprio per questo motivo lo chiameremo per comodità «Il Gruppo». Secondo il Financial Times» questo moloch ha superato il record come asset manager a più rapida crescita al mondo: nel 2017 ha accumulato in nuovi affari 1 miliardo di dollari ogni singolo giorno. Una stima preliminare pubblicata dallo stesso Vanguard ha mostrato di aver accumulato lo scorso anno 368 miliardi netti con un aumento del 13,9%.

THE VANGUARD E BLACK ROCK, UN PATRIMONIO IN MOVIMENTO DA 20 TRILIONI

Secondo i calcoli di Bloomberg i due gestori di fondi più grandi al mondo (Vanguard e BlackRock Inc) sono vicini a gestire un patrimonio di 20 trilioni di dollari, che sarebbero 20 mila miliardi di dollari. Cifre impensabili e incalcolabili non solo per noi comuni mortali, ma anche per intesi Paesi industrializzati. Il Gruppo ha partecipazioni in oltre 200 delle più grandi multinazionali al mondo, questo secondo il modulo 13F depositato presso la Securities and Exchange Commission americana.

ELENCO PARTECIPAZIONI DEL GRUPPO VANGUARD

Apple, Exxon Mobil, Chevron, Microsoft, Johnson & Johnson, General Electric, Google, Procter & Gamble, International Business Machine, Wells Fargo, JPMorgan Chase, Pfizer, Berkshire Hathaway, AT&T, Coca Cola, Bank of America, PepsiCo, Philip Morris International, Merck, Citigroup, Wal Mart Stores, Verizon Communications, Cisco Systems, Schlumberger, Intel, Oracle, Qualcomm, McDonalds, Amazon, Simon Property, Home Depot, United Technologies, Comcast, Walt Disney, Visa, Gilead Sciences, 3M, Occidental Petroleum, ConocoPhillips, Boeing, Amgen, Bristol Myers Squibb, Abbvie, American Express, Union Pacific, Mastercard, Unitedhealth, Altria, American International, United Parcel Service, CVS Caremark, Abbott Labs, Ford Motor, Ebay, Monsanto, Celgene, US Bancorp, Twenty First Century Fox, Goldman Sachs, Colgate Palmolive, Honeywell International, Facebook, Nike, Medtronic, Caterpillar, Public Storage, Biogen idec, Time Warner, Lowes, Starbucks, EOG Resources, Du Pont e i de Nemours & co, Walgreen, Mondelez international, EMC, Emerson Electric, Eli Lilly, Priceline, Express scripts holding, Costco wholesale, Health Care Reit, Duke Energy, Accenture, Anadarko Petroleum, Dow Chemical, Prologis, TJX Companies, HCV, Texas Instruments incorporated, Equity Residential, Target, Metlife, Ventas, Avalonbay Communities, Halliburton, Praxair, Automatic Data Processing, Danaher, Boston Properties, Hewlett Packard, PNC Financial Services Group, Lockheed Martin, Capital One Financial, Kimberly Clark, Southern, Dominion Resource, Illinois Tool Works, Viacom, Prudential Financial, Baxter International, Morgan Stanley, Nextera Energy, General Dynamics, Vornado Realty Trust, Phillips, Lyondellbasell Industries, Aflac, Freeport Mcmoran Copper, National Oilwell Varco, Ace, Apache, Bank of New York Mellon, BlackRock, Host Hotels & Resorts.

LE MAGGIORI FARMACEUTICHE MONDIALI SONO IN POSSESSO DEL VANGUARD GROUP

Tornando al tema centrale di questo articolo, The Vanguard possiede praticamente le più importanti aziende chimico-farmaceutiche planetarie: Glaxo, Novartis, Baxter, Eli Lilly, Merck, Abbott, Bristol Myers Squibb, Celgene, Monsanto, Gilead Sciences, ecc. Il risvolto è interessante perché se l’azionariato è il medesimo dietro a tutte le multinazionali, significa che la competizione e la concorrenza commerciale non esistono, si tratta solo di pura illusione per ingannare i sudditi.

QUEL CHE CONTA È CHE LA GENTE SI AMMALI E NON GUARISCA MAI

Se milioni di dosi di un farmaco o vaccino vengono vendute dalla Glaxo piuttosto che dalla Merck, per i veri proprietari cosa cambia? Nulla. Quello che conta per loro è vendere droghe e perché ciò avvenga devono esserci clienti e pazienti, cioè la gente deve ammalarsi, o deve pensare di essere ammalata. Il meccanismo e le strategie per creare malati sono state ampiamente descritte nei libri «La Fabbrica dei malati» e «Vaccinazioni: armi chimiche contro il cervello e l’evoluzione dell’uomo». Il primo lavoro ha messo in luce i piani diabolici per trasformare uomini sani in malati, mentre il secondo sui vaccini ha cercato di dimostrare che l’intervento farmacologico sui neonati e sui bambini piccoli, con la scusante delle malattie infettive, serve a predisporli a tutte le malattie dell’età adulta.

IMPERO ROTHSCHILD, UN CAPITALE DA 5 QUADRILIONI DI DOLLARI

Alcuni documenti russi affermano che The Vanguard Group è di proprietà della famiglia dei Rothschild e dei Rockefeller, con partecipazioni dei Bush, dei Clinton, di Donald Rumsfeld, Dick Cheney e altri individui non esattamente raccomandabili. Per i Rothschild la cosa non è strana visto che l’impero ha tentacoli e ramificazioni in ogni dove e in ogni tempo. Nel suo libro «La Guerra delle Valute», Song Hongbing, catalogava la famiglia dei Rothschild come la più ricca del globo con un capitale di circa 5 milioni di milioni di dollari. Cifra improponibile perfino nella scrittura. Anche il politico texano Ron Paul del Partito Repubblicano aveva segnalato che la famiglia dei Rothschild possiede le azioni delle 500 principali multinazionali della rivista Fortune. Tutte società controllate, guarda caso, dai soliti noti Black Rock, State Street, FMR/Fidelity e The Vanguard Group.

QUESTI GRUPPI DI POTERE MANOVRANO OGNI GOVERNO, OGNI MINISTERO ED OGNI PARLAMENTO

Il discorso è molto semplice: esistono pochissimi gruppi, totalmente sconosciuti alla maggior parte della popolazione, che lavorando nell’ombra mediatica sono in grado di spostare migliaia di miliardi di dollari e decidere le sorti di miliardi di persone. Controllano le multinazionali strategiche, quelle che lavorano nell’informazione e nell’intrattenimento (media, tv e carta stampata), nelle telecomunicazioni, nella farmaceutica, nell’agroalimentare, nell’energia e nell’acqua. Nulla sfugge al loro controllo e, dove ci sono interessi economici, loro ci sono, stando nell’ombra!Finanziano e provocano guerre e distruzioni in giro per il mondo per poi buttarsi a capofitto nella ricostruzione (BlackRock in Iraq/Afghanistan è un esempio magistrale). Finanziano e armano tutte le dittature nei paesi in cui le risorse servono alle loro aziende (petrolio, acqua, cibo, energia, minerali e diamanti). Finanziano e manovrano qualsiasi governo e governante al mondo. L’unica cosa che aborrano è la luce dei riflettori (non a caso nessuno parla di loro) e ogni restrizione commerciale che impedisca al cancro-capitalismo liberista di metastatizzare tutto.

BAMBINI ITALIANI TRASFORMATI IN CAVIE

A questo punto siamo in grado di comprendere meglio la legge 119/2017 sulle vaccinazioni firmata dal pinocchietto Lorenzin. Solo una mente limitata e confusa potrebbe pensare che un ministro non in grado di pensare, parlare e intendere abbia potuto concretizzare una simile aberrazione legislativa che trasforma i bambini italiani in cavie regalandoli alle industrie. Il ministro ha apposto soltanto la firma al decreto, poi il Parlamento (sempre di venduti) l’ha convertito in legge. Stiamo parlando del più grande esperimento umano a cielo aperto mai realizzato.Obbligano i genitori per legge, pena l’esclusione scolastica e la multa a fare dieci più quattro vaccini. Ma se il piccolo subisce un danno nessuno è colpevole e nessuno paga. La legge 119 andava fatta, contro ogni logica e nonostante non vi fosse pericolo per la salute pubblica.

EPIDEMIE DI MENINGITE E MORBILLO INVENTATE E MONTATE AD ARTE

Le epidemie (prima meningite e poi morbillo) sono state inventate e montate ad arte dai media servili al Sistema. Avevano necessità di un cavallo di Troia, della pistola fumante per entrare in Parlamento per la conversione. Il motivo è semplice: le pressioni politiche, economiche, finanziarie e lobbistiche messe in moto sono state e sono incalcolabili e trovano una spiegazione solo con i gruppi di potere appena visti.

LA LEGGE DELLA CONVENIENZA APRE GLI OCCHI ANCHE AI CIECHI

Cui Prodest? Cui Bono? A chi giova avvelenare e intossicare milioni di esseri umani? A chi conviene? Secondo voi alla Lorenzin, agli azionisti della GSK, al gruppo occulto Vanguard, ai membri della famiglia dei Rothschild, agli arroganti e strafottenti burioni di turno interessa veramente la salute dei vostri figli? Siete veramente convinti che i gruppi e i personaggi citati nella presente, e quelli che comunque ronzano voracemente intorno ai business foraggiati, si stiano muovendo per il bene comune, per il bene del gregge?
Dal blog di Marcello Pamio (Sintesi, Titolo e sottotitoli di VV)
*****

COMMENTO

Non me ne voglia il collega Marcello Pamio se ogni tanto pesco qualcosa dal suo blog. Lo faccio ovviamente a fin di bene, quando si tratta di articoli particolarmente efficaci e del tutto condivisi, quando si tratta di dati che aiutano la gente a capire meglio cosa si nasconde dietro la facciata esterna dei fatti, dei fatti che ci riguardano da vicino.

UN MONDO CHE CI VUOLE TUTTI AMMALATI

Molte volte noi, umili e microbici operatori nel campo della salute e della libera informazione, usiamo dire che “Viviamo in un mondo che fa di tutto e di più per farci ammalare”. Spesso veniamo guardati con incredulità, visto che si tratta di accuse generiche e prive di nomi. Un po’ come dire “Piove, governo ladro”. Ma qui stiamo citando nomi e cognomi.

SUSCITIAMO SPESSO INCREDULITÀ

Qualcuno ci presta ascolto, ma la maggior parte continua a ritenerci poco affidabili, o esagerati, o malpensanti o addirittura complottisti. Chi vuoi che sia così imbecille o così scellerato, cinico e delinquente da deteriorare e compromettere di proposito il benessere della gente? A costoro diciamo che hanno torto. Magari fosse così. Magari ci sbagliassimo del tutto. Pensar male non fa poi nemmeno parte del nostro stile. Ma in certi casi è inevitabile la franchezza e la trasparenza. I nomi delle maggiori multinazionali e dei loro intrecci ed ingarbugli citati nella presente, includono stranamente le aziende presenti alle varie riunioni annuali denominate Bilderberg.

SIAMO PER LA NON VIOLENZA, MA NON PER LA RASSEGNAZIONE

Nella vita ci sono due modi di affrontare le difficoltà. Uno è quello di fare finta di niente e di fregarsene, andando con la corrente e lasciandosi trasportare, tanto con la gentaglia potente e cinica che domina il pianeta nulla si riesce a combinare. L’altro e di prendere consapevolezza e informare il pubblico su cosa sta accadendo, su chi e cosa si nasconde dietro gli accadimenti umani. Ed anche su cosa si può fare per attuare un minimo di azione difensiva. Per quanto pacifici e ottimisti si possa essere, non è possibile comportarsi sempre da vittime designate e disposte a subire, senza opporsi e senza fiatare, ogni sorta di angherie, di vessazioni e di violenze.

REGIME SANITARIO FABBRICA DI MOSTRI E DI CARROZZONI

Per indurre i genitori a far vaccinare i propri bambini, per costringerli a farlo grazie alla obbligatorietà, tocca prima spaventarli. Il modo migliore è quello di inventare nuove malattie, inventare epidemie, creare il panico, scoraggiare la gente a studiare, a capire e a criticare. Serve obbedienza e allineamento al Regime Sanitario che domina la scena mondiale. Serve sudditanza al carrozzone Aids, al carrozzone Papilloma, al carrozzone Morbillo, al carrozzone Meningite e al carrozzone Polio.

STIAMO VIVENDO NELL’ERA DELLA CIVILTÀ APPARENTE

Chiunque osi opporsi a queste mostruosità rischia grosso. Siamo dunque entrati nell’era della Democrazia Apparente, della Libertà Apparente e della Civiltà Apparente. Abbiamo bruciato nel giro di pochi anni tutte le conquiste storiche raggiunte ad altissimo prezzo contro i soprusi imperiali (Magna Charta dei diritti umani), contro l’Inquisizione Papale e i roghi, contro l’Assolutismo di Re e Nobili (Rivoluzione Francese), contro le aberrazioni del capitalismo (Rivoluzione d’Ottobre), contro le tirannie di Hitler e di Stalin. I padroni di oggi sono i più insidiosi nel senso che esercitano un controllo sul piano mentale prima ancora che fisico, stando tranquillamente all’ombra e al riparo, mandando in trincea e in prima linea servitori, lacchè e lobbisti dal portafoglio gonfio e dalla coscienza vuota.
Valdo Vaccaro

LA PRINCIPALE CAUSA DEL CANCRO? E' NOTA DAL 1923...

causa-del-cancro

Da oltre 93 anni sono conosciuti i fattori che causano il cancro eppure in tanti non li conoscono. Vengono taciuti per volere delle lobby farmaceutiche?
Le cause principali che scatenano il cancro sono note da quasi un secolo, eppure la maggior parte della popolazione mondiale non le conosce. Era il lontano 1923 quando Otto Heinrich Warburg, fisiologo e medico tedesco, portò alla luce i fattori scatenanti dei tumori e la sua ricerca venne premiata otto anni più tardi, nel 1931, addirittura con il Premio Nobel per la medicina, non certo l’ultimo dei riconoscimenti. Eppure la portata della sua scoperta, a tutti gli effetti straordinaria, è stata ridimensionata con il tempo, fino a passare in secondo piano.

L’acidosi cellulare e l’ipossia favoriscono l’insorgenza di tumori

Cosa ha rivelato Warburg attraverso la sua ricerca? Che alla base dei tumori c’è uno stile di vita anti-fisiologico, basato su regimi alimentari sbagliati e sulla scarsa (o addirittura assente) attività fisica. Questi fattori portano ad un’eccessiva acidità nelle cellule, terreno fertile per la comparsa dei tumori. A provocare l’acidosi cellulare sono innanzitutto diete che si basano su alimenti prevalentemente acidificanti e l’inattività fisica, che comporta un’ossigenazione carente delle cellule e di conseguenza lo sviluppo di un ambiente acido.

La principale causa del cancro? È nota dal 1923...
Fonte immagine: frasideilibri.com

Le cellule sane necessitano di ossigeno per la loro sopravvivenza, mentre quelle tumorali lo utilizzano in quantità molto inferiori. Ecco perché riescono a proliferare in un ambiente in cui l’ossigeno è scarso. Warburg è riuscito a dimostrare con i suoi studi che qualunque forma tumorale ha alla sua origine due concause: acidosi del sangue (forte percentuale di acidità) e ipossia (carenza di ossigeno).

Come mai le scoperte di Warburg vengono taciute?

I risultati della sua ricerca sono stati certificati dal Premio Nobel, come mai, però, le sue scoperte vengono taciute? Sono state volutamente messe sotto silenzio dall’industria farmaceutica e da quella alimentare per non intaccare il loro volume di affari? La gran parte degli alimenti e delle medicine, infatti, tende ad acidificare l’organismo e se ciò fosse noto ad un alto numero di persone, è facile immaginare un calo verticale delle vendite e dei profitti, che vengono realizzati a discapito della salute delle persone. Rendere noti gli studi e le ricerche di Warburg è il primo passo per sconfiggere lignoranza” creata ad arte sul cancro e sulle cause che lo scatenano.
Fonte:

ADOLESCENTI E GIOVANI IN CERCA DI SENSO


Adolescenti e giovani del tempo presente veleggiano nell’incertezza come “navi in gran tempesta”, avendo perso la direzione della loro esistenza. La fatica che attanaglia le nuove generazioni è caratterizzata, molto più che da una frustrazione sessuale o da una frustrazione sociale, da una frustrazione esistenziale. La crisi economica del nostro tempo è senz’altro un indicatore che non può essere omesso nel tentativo di spiegare le esistenze stanche e lacerate di moltissimi adolescenti e giovani. Ma la spiegazione più sottile e profonda è da ricercarsi in una crisi esistenziale che attraversa come una lama affilata mente e cuore di ragazzi e ragazze in cerca del proprio posto nel mondo.


La società ipermoderna ha cercato in tutti i modi di affermare il principio di piacere e la volontà di potenza e prestigio, ma ha dimenticato di riconoscere il motore principale della vita dell’uomo: la volontà di significato. Dare un senso alla propria esistenza precede, e non segue, il principio di piacere o la volontà di potenza. L’uomo infatti ha bisogno di uno scopo che dia direzione alla propria vita, ha bisogno di un perché per poter vivere.
La frustrazione delle giovani generazioni è dunque e primariamente esistenziale. Una fatica nella ricerca del senso della propria vita che spesso finisce per essere rinuncia, resa, abbandono, cedimento sul proprio desiderio. In merito, si rileva troppo superficialmente come la psico-apatia, la noia e la depressione siano i moventi di gesti estremi. Mentre, con maggior coraggio e profondità, si dovrebbe sottolineare che queste manifestazioni dell’esistenza sono originate da un abissale vuoto di senso, che si erge di fronte alla comunità degli adulti come un grido che invoca ascolto. Se esso non viene riconosciuto, se non si presuppone che, anche in un giovane delinquente, in un annoiato, in un depresso, in un tossicodipendente, in un suicida, scorre profonda come una corrente carsica, la volontà di strappare un senso alla vita, allora renderemo giovani uomini e giovani donne eternamente frustrati e apatici. Comprendere nella nostra antropologia anche la volontà di significato implica edificare una filosofia, un’etica, una psicologia e una pedagogia che puntano alla pienezza e alla bellezza dell’esistenza dell’uomo. Fu proprio il poeta Goethe ad affermare:
«SE TRATTI UNA PERSONA PER COME È, RESTERÀ QUELLO CHE È, MA SE LA TRATTI PER CIÒ CHE POTREBBE ESSERE DIVERRÀ CIÒ CHE DOVREBBE E POTREBBE ESSERE».
In linea con questa “antropologia dell’altezza” lo psichiatra viennese Viktor Frankl riteneva opportuno superare ogni tipo di riduzionismo umano in favore di una visione comprensiva e integrativa di tre fondamentali dimensioni: corporea, psichica e noetica. Quest’ultima, è la dimensione attraverso la quale è possibile scoprire quotidianamente il senso della propria esistenza. Essa riguarda il nostro intelletto e il nostro spirito. La personale capacità di deciderci sempre ciò che vogliamo essere, per quale motivo siamo disposti a vivere, soffrire e morire. È questa la dimensione specificatamente umana attraverso la quale anche corpo e psiche possono trovare equilibrio, per questo è fondamentale riconoscerla, alimentarla e non frustrarla. La tensione verso il significato, per quanto impegnativa, è decisiva e indispensabile per la salute e il benessere olistico di ciascuno. Scrive infatti Frankl: «Non c’è nulla al mondo, oserei dire, che può aiutare qualcuno a sopravvivere così efficacemente anche nelle condizioni più diverse come sapere che c’è un significato nella propria vita»1.
Ascoltiamo il disperato grido dei giovani alla ricerca di un perché. Solo avendo un perché potranno sopportare quasi ogni come. Aiutiamoli a scoprire di ora in ora il senso della propria esistenza. Sfidiamoli a realizzare il potenziale significato della loro vita, incentiviamoli a ravvivare il fuoco di questa sana tensione, affinché si muovano da ciò che hanno compiuto verso ciò che ancora attende di essere da loro realizzato nel futuro. È proprio questo desiderio di attuare un valore nel futuro che, secondo Frankl, ha tenuto in vita lui stesso e molti altri internati nel secondo conflitto mondiale.  Egli scrive: «quando fui portato al campo di concentramento di Auschwitz, mi fu confiscato un manoscritto pronto per la pubblicazione. Di certo, il mio profondo desiderio di riscriverlo ex novo mi aiutò a sopravvivere alle difficoltà dei campi dove mi trovavo»2.
Il vuoto interiore delle giovani generazioni non va dunque sottovalutato. È un segnale. È il richiamo ultimo ad affiancarli nella fatica, non per imporre loro il significato, ma per mostrargli che esso si presenta come un appello unico e irripetibile che la vita pone nell’esigenza dell’ora. «Ogni uomo viene interrogato dalla vita; alla vita lui può solo rispondere in modo responsabile»3 afferma Frankl. Scoprendo verso chi o che cosa si sente responsabile, un’altra persona, un alto ideale, la propria coscienza, oppure Dio, l’uomo può inondare di senso la propria esistenza. Il significato è peculiare per ogni uomo, invero «il compito di ciascuno di noi è tanto unico quanto unica è la nostra capacità di raggiungerlo»4.
I giovani, seppure spesso in modo inconsapevole, comunicano questa profonda crisi e reclamano ascolto attivo e partecipe alla loro angoscia esistenziale. Gridano, talvolta con pensieri e comportamenti (solo) in apparenza incomprensibili, per sottolineare agli adulti che il vuoto, non va riempito con oggetti, protezione soffocante, libertà di godimento senza limiti, illusioni a buon mercato, ma con un’attenzione rivolta alla speranza di una vita ricca di significato, nonostante le ombre (o proprio  grazie a esse) che la contraddistinguono. Adolescenti e giovani invocano cura per le loro fragilità e chiedono che si vada alla radice del vuoto che sentono. Solo un ascolto paziente e uno sguardo profondo permettono di riconoscere e raggiungere questa radice, questa fragilità alla quale è sotteso il desiderio ancestrale di una vita piena di senso. Solo se si sentiranno ascoltati e se vedranno riconosciuto e valorizzato il loro primario bisogno di dare significato alla propria esistenza, i giovani potranno ritrovare la rotta della loro “nave in gran tempesta”.

Alessandro Tonon

NOTE:

1. V. E. Frankl, L’uomo in cerca di senso. Uno psicologo nei lager e altri scritti inediti, tr. it di N. S. Sipos e M. Franco, Franco Angeli, Milano, 2017, p.119.
2. Ivi, p. 119.
3. Ivi, p. 123.
4. Ibidem.

Fonte:

SE VOGLIAMO PREVENIRE LE PATOLOGIE DEI FIGLI CURIAMO PRIMA I GENITORI

Stiamo assistendo ad un fallimento del ruolo genitoriale di massa che indirettamente grava sulla salute mentale dei figli. Se mancano i punti di riferimento i figli cresceranno senza una direzione e ci sarà chi compenserà e chi devierà.
I disturbi psicopatologici di bambini e adolescenti si stanno aggravando in termini di intensità e di frequenza e non possiamo stare inermi a guardare questa lenta ed inesorabile distruzione di massa. Se vogliamo fare prevenzione dobbiamo accettare questa condizione e cambiare ciò che non funziona. Se prima di fare i cambiamenti non aggiustiamo ciò che non funziona, prima o poi i cerotti si staccano.
La prima infanzia è una fase estremamente delicata in cui si pongono le basi solide su cui si costruirà un’identità stabile, una personalità forte, un’adattabilità del bambino, poi adolescente e infine adulto. E’ un periodo di plasticità neuronale e muscolare in cui il bambino è fortemente condizionabile in termini positivi e negativi, anche e soprattutto dall’apprendimento indiretto, ossia dall’esempio delle figure che lo accudiscono e dalle esperienze di vita che caratterizzeranno la sua vita.
I bambini hanno bisogno del legame, del confronto con il genitore, delle relazioni sociali, dell’attività fisica, di esprimersi da un punto di vista psicologico e fisico sentendosi contenuti da un adulto in grado di fargli da guida, di dargli la mano quando serve e di dirgli “vai ce la puoi fare da solo” quando necessario.
Hanno bisogno di chi non fa da paracadute solo per un egoismo personale, perché si fa prima, perché è meno faticoso, perché non si ha voglia di discutere con il figlio senza capire che se lo si cresce con la consapevolezza che avrà sempre e comunque un paracadute non spiegherà mai le sue ali. Deve crescere con la consapevolezza di un legame stabile, di essere riconosciuto e accettato, di avere un porto sicuro che gli permetterà di partire, di osare, di sperimentarsi perché sa che avrà dei pilastri su cui contare.

Ciò che invece tristemente vedo è che non si prende più in braccio un figlio per calmarlo, non ci si siede più con lui per farlo ragionare e capire cosa sta accadendo e di cosa ha bisogno, si dà uno smartphone, un tablet, una sorta di ciuccio digitale che serve da calmante e da ansiolitico. E’ più facile, è più rapido, i bambini vengono anestetizzati davanti agli schermi e il genitore può fare i benemeriti affari suoi in santa pace.

Posso comprendere i casi straordinari di necessità, ma ciò che distrugge un figlio è la continuità, la sistematicità, non l’occasionalità. Oggi siamo arrivati anche a non far camminare più i figli, a non insegnargli neanche dove mettere i piedi. Sono dotati di scarpe con le rotelle, di hoverboard (gli skate elettrici) per cui si vedono bambini sfrecciare da soli e genitori che non si rendono conto dell’importanza di prendere la mano di un figlio e di camminare al suo fianco.
Il problema non è solo psichico, emotivo e di acquisizione di competenze psichiche, è anche fisico, mi trovo sempre più bambini che non sanno correre, saltare, andare in bicicletta, fare una capriola, che sono completamente scoordinati e non hanno il senso dell’equilibrio. I bambini hanno bisogno di sporcarsi le mani e di sbucciarsi le ginocchia, di confrontarsi con gli altri coetanei, non solo con la tecnologia e con gli adulti, non devono solo competere a chi è più bravo, più bello, a chi fa più cose, a chi è più talentuoso, a chi si mette meglio in posa, a chi fa i video e i selfie più belli e prende già tanti like sui social. Hanno bisogno di litigare e di fare pace, di capire i propri limiti, il senso dell’amicizia che non è essere amici suoi social o mandarsi i cuoricini su WhatsApp, le distanze, l’empatia e il rispetto.
Devono crescere sviluppando le capacità di problem solving e le capacità intellettive attraverso la sperimentazione e le prove ed errori. Se si vuole insegnare ad un figlio ad essere responsabile bisogna prima essere responsabili e comportarsi da genitore responsabile.
Inoltre ci si deve ricordare che “in motu vita est”, la vita è movimento. La staticità spegne, blocca e porta ad una morte psichica. Affrontare la vita di petto e in maniera dinamica è il segreto per non ammalarsi e per non farsi schiacciare dagli eventi, anche se troppo spesso questi bambini non sanno neanche cosa sia la motivazione, la grinta, il credere in se stessi ed in qualcosa o qualcuno e il senso della fatica. Rischiano di aver perso una partita in partenza perché nessuno ha “perso tempo” ad insegnargli a giocare la loro partita.

Allora non gridiamo allo scandalo, non arriviamo sempre dopo per chiederci il perché, la famiglia deve essere  una risorsa fondamentale nella crescita di un figlio da cui non si può prescindere ed è lì che dobbiamo investire se vogliano evitare di continuare a parlare di patologia, disagi e devianza e smetterla di essere il Paese del dopo, della pietà e dello scandalo, ma iniziare ad essere il Paese del prima.

di Maura Manca, Psicoterapeuta
Presidente Osservatorio Nazionale Adolescenza
Fonte:

DIPENDENZA DA CELLULARE: QUALI SONO GLI EFFETTI SU BAMBINI E ADOLESCENTI?

Si scherza spesso sul fatto che i nostri figli siano inseparabili dal cellulare, ma la dipendenza da smartphone è diventato un problema serio per gli adolescenti. Se pensiamo alla parola “dipendenza”, ci viene subito in mente qualcosa di terribile e illegale, come l’alcolismo o l’abuso di droghe, ma la verità è che si può essere dipendenti da un’ampia varietà di cose, incluse alcune che non sembrano poi tanto pericolose.
Dopotutto, abbiamo raggiunto il punto in cui la stragrande maggioranza della popolazione mondiale possiede un cellulare; inoltre, non ce lo portiamo tutti sempre appresso ovunque andiamo? Quand’è che il semplice possesso di uno smartphone si trasforma in vera e propria dipendenza?
DIPENDENZA E SALUTE NEI RAGAZZI
È facile figurarsi tossicodipendenti nascosti in sordidi vicoli, non certo seduti a cena con noi mentre scorrono i post di Twitter o Pinterest. Da uno studio del 2012 emergeva che il 66% delle persone ammettevano di entrare nel panico senza il cellulare. Gli scienziati ci hanno reso simpatica questa forma di dipendenza soprannominandola “nomofobia” (dall’unione di “no more phone”, ossia non più cellulare, e “phobia”, fobia). La nomofobia indica tutte quelle persone, adolescenti inclusi, che provano sensazioni di panico o di stress quando non hanno accesso al cellulare.
Questa forma di dipendenza dallo smartphone è spesso alimentata dalla  "sindrome da disconnessione". L’American Psychiatric Association la definisce come “ossessione per Internet” e le persone che ne soffrono mostrano segni di astinenza se non possono accedere alla rete. Ha tutte le caratteristiche di una dipendenza tradizionale e include la richiesta di un’esposizione via via crescente per arrivare allo stesso grado di euforia; molti adolescenti utilizzano questa forma di dipendenza come meccanismo per alleviare la depressione.
QUALI SONO I POSSIBILI DANNI ALLA SALUTE
Ogni giorno vediamo i nostri figli usare FaceTime o Instagram e WhatsApp durante momenti casuali con gli amici. Sappiamo tutti come gli smartphone e i social media abbiano trasformato il modo di comunicare degli adolescenti, ma prove recenti hanno mostrato che la dipendenza da smartphone può creare danni alla salute dei nostri ragazzi in modi insospettati. La lista che segue raccoglie preoccupazioni legittime sulla salute degli adolescenti con dipendenza dal celluare.
  1. Funzionalità cerebrale e mutamenti chimici
I progressi tecnologici hanno consentito ai ricercatori di misurare le trasformazioni chimiche e fisiche della mente drogata. Indipendentemente dal tipo di droga, anche se si tratta solo di uno smartphone, vi è un cambiamento che interessa la regione preposta al “controllo dell’attenzione, al controllo esecutivo e all’elaborazione delle emozioni”. Gli stessi studi hanno anche scoperto che avvengono mutamenti fisici nel sistema di regolazione della dopamina.
La dopamina è un mediatore chimico che viene secreto per permetterci di sentire il piacere e l’appagamento. Gli scienziati hanno notato una minor quantità di recettori per la dopanima nel cervello di persone con dipendenza da internet e cellulari. Questo spiegherebbe perché alcuni adolescenti hanno bisogno di incrementare certe attività, come ricevere sempre nuove notifiche, per sentirsi felici o soddisfatti. Allo stesso modo, il meccanismo funziona al contrario e le mancate notifiche o l’impossibilità di accedere al proprio cellulare possono generare depressione.
  1. Radiazioni e cellulare
Sono molteplici le discussioni a proposito dell’esposizione alle radiazioni dovuta all’uso del cellulare. Di recente, alcuni ricercatori hanno scoperto che le persone che usano il cellulare anche solo per mezz’ora al giorno, ogni giorno per dieci anni, raddoppiano il rischio di sviluppare un cancro al cervello. Se ciò non bastasse a garantire una certa cautela nell’uso del telefono cellulare, lo stesso studio riporta che le persone che hanno iniziato a usare il cellulare sin da ragazzi sono da quattro a cinque volte più soggette al rischio di sviluppare la malattia. Prendete tutte leprecauzioni possibili usando gli auricolari, gli altoparlanti, o seguendo le raccomandazioni relative alla distanza indicate dal produttore.
  1. Problemi di mobilità
Spesso associamo l’artrite o il mal di schiena alle persone anziane o a vecchi infortuni sportivi; sfortunatamente, si è registrato un aumento dei dolori alla schiena e alla colonna vertebrale associati alla postura utilizzata per scrivere messaggi.
Il “pollice del messaggiatore” (un nuovo termine coniato per descrivere l’indolenzimento delle dita e del polso per il troppo messaggiare) è in aumento, e lo stesso vale per il “gomito da smartphone” (sindrome del tunnel carpale cubitale, il secondo problema più comune da compressione di un nervo). Si tratta di veri e propri malanni fisici che possono essere aggravati dalla dipendenza da smartphone.
  1. Gli effetti sul sonno
Conosciamo tutti l’importanza del sonno per il corpo umano, ma i ragazzi in crescita beneficiano più di tutti di una buona nottata di sonno. Nonostante le discussioni e le battaglie che ingaggiamo con loro su questo tema, la scienza raccomanda agli adolescenti fra le otto e le dieci ore di sonnoper notte. Saremo sorpresi di sapere che solo il 15% dei ragazzi soddisfa tale requisito!
La tecnologia e gli smartphone sono i primi responsabili di questa mancanza di sonno. Gli schermi luminescenti interrompono il bioritmo naturale, causando insonnia e sonno agitato. Gli smartphone sono responsabili dell’interruzione del sonno anche a causa della connessione continua e della messaggistica che prosegue a ogni ora della notte. È difficile per un adolescente farsi un bel sonno ristoratore se si sveglia ogni due o tre ore per leggere i messaggi.
Come tutte le forme di dipendenza, la consapevolezza è il primo passo per risolvere il problema. La dipendenza da cellulare va ben oltre la quantità di dati che un adolescente consuma, perché ha il potere di minacciare il futuro della sua salute.
Tratto da Teen Safe

GIOVANI: LA NOIA CONDUCE AL VANDALISMO

Aumenta la noia tra i giovani e aumenta il vandalismo. Dal 2016 al 2017 i numeri degli atti vandalici messi in atto dagli adolescenti tra i 14 e i 19 anni, sono aumentati dal 16 al 22%. Salgono anche le risse (24%), il knockout (6%), i ragazzi che usano in maniera impropria un'arma (8%), che distruggono vetrine, cassonetti, o lanciato oggetti durante una manifestazione (5%) e che si dilettano a picchiare qualcuno (35%) (Dati Osservatorio Nazionale Adolescenza).
Il bello è che davanti al rapido esondare del fiume della devianza giovanile, che ben conosciamo e che vediamo solo quando vogliamo vedere, rimaniamo ancora a bocca aperta.
L'allarme è scattato da tanto tempo, ma come sempre mettiamo cerotti perché sbagliamo la cura, ci limitiamo a fare la conta dei danni della devianza giovanile, che ha un costo enorme per lo stato, nonché un notevole costo individuale in termini di benessere e qualità della vita.

Siamo molto bravi a cercare i colpevoli e a spargere parole come petali di rosa che volano nel vento. Nel mentre che facciamo i poeti della sociologia, della psicologia e della psichiatria, però, centinaia e centinaia di ragazzi deviano sotto i nostri occhi, vivono facendo danni a terzi e a se stessi, finché non esagerano e bussano alle porte della cronaca, scatenando un transitorio putiferio mediatico che terminerà dopo qualche giorno, dopo il quale, non si smuoverà nulla, fino al prossimo gruppo, gang o branco che busserà nuovamente alle porte dei media. Nel mentre il nulla, quel nulla contro cui si trovano a combattere quotidianamente troppi giovani, quel nulla che troppi di loro hanno dentro, che devasta tutto ciò che trova nella loro psiche, nella loro interiorità.

Basta con lo scaricare la colpa sulla tecnologia!
La violenza, il vandalismo, le sfide nei confronti di se stessi e dello stato, non sono veramente una novità di oggi e non è sicuramente colpa dei videogiochi. Sono ragazzi che sanno perfettamente quello che stanno facendo, anzi lo vanno a ricercare, sono solo incoscienti e mal-educati, senza limiti, regole, senso morale, senso logico e senso di sé.
SONO IMPOTENTI DAVANTI ALLA VITA E DISTRUGGERE TUTTO, LI RENDE POTENTI.
Nel momento in cui superano il limite non hanno un freno, il tutto è prendere la decisione di partire, dopo è solo un'escalation di danni e distruzione che alimenta la loro adrenalina, come la benzina sul fuoco.

Sono abbandonati a loro stessi, genitori impegnati a fare altro, ciechi davanti ai disagi dei figli, che cadono dalle nuvole quando si trovano davanti quella realtà che in buona parte hanno creato loro. Essere presenti con i figli non significa pensare solo alla scuola o che non fumino sigarette o canne, non significa essere fisicamente presenti, ma assolvere ad un ruolo genitoriale ed essere riconosciuti come tali, perché se un figlio non riconosce un genitore nel suo ruolo, non riconoscerà neanche un insegnante, un’autorità e un limite. Non sono riconosciuti e accettati neanche dalla scuola che non è in grado di integrare, deve correre, non può fermarsi ad aspettare chi ha problemi, deve andare avanti con i più bravi, non può dare retta a chi dà fastidio e non ha voglia di fare niente. La devianza è sempre esistita, la noia pure, il vandalismo anche, non è la tecnologia. I cambiamenti indotti dalla tecnologia da un punto di vista comunicativo e relazionale hanno solo sfaldato altri punti di riferimento che questi ragazzi non hanno più. L'amicizia non è più il sentimento di un tempo, la fratellanza pure. Le emozioni hanno sostituito i sentimenti, ma la famiglia ha perso il suo valore, il suo ruolo, tutto troppo labile, non c'è più niente di stabile intorno a questi ragazzi. Come pretendiamo che crescano e soprattutto, come facciamo ancora a meravigliarci davanti a tutto quello che combinano i giovani? Genitori impegnati a litigare e a farsi la guerra, che si scaricano le colpe e le responsabilità a vicenda, che lavorano giorno e notte e non hanno tempo per i figli se non per angosciarli con il rendimento scolastico, scaricando le colpe sulla scuola. Una scuola sempre in ritardo, che a sua volta scarica le colpe sui genitori, che sospende, punisce, mette le note e butta fuori dalla porta, andando a rinforzare la rabbia in questi ragazzi e l'idea di essere sbagliati. Non che non si debbano sanzionare, ma quando si punisce bisognerebbe capire il senso e come poter fare per il recupero e per l'integrazione di questi ragazzi. Che senso ha fermarsi ai servizi sociali o al riformatorio se non vengono veramente riformati, che senso ha il perdono giudiziale se poi non vengono aiutati ad elaborare ciò che li spinge a comportarsi in questo modo. É da qui che nasce l'idea tra gli adolescenti di distruggere le strade e la scuola, una sfida con se stessi e contro le istituzioni, è  da qui che nascono il lancio dei sassi dal cavalcavia o agli autobus, è da qui che nascono i selfie pericolosi, i killer selfie e la ricerca di viralità nel web, è da qui che nascono le gare in motorino, in macchinetta, il vandalismo, le risse, i giochi come il knockout, le violenze e il bullismo. E' da un profondo vuoto da colmare che nasce la devianza e il vandalismo, perché la noia è semplicemente un sinonimo di vuoto, il grido d'aiuto di adolescenti non visti e non contenuti da nessuno, se non dalle loro bravate.

Fonte:

LA SINDROME ETICA DEGLI ADOLESCENTI. COME COMPORTARSI?

Nel periodo storico in cui viviamo molti sono gli adolescenti annoiati. Se da una parte ci sono giovani che riescono a credere nelle proprie potenzialità e a investire le proprie energie nella costruzione del proprio futuro, dall’altra ce ne sono altri che nutrono «la disillusione, l’amarezza per le aspettative tradite, il rifiuto verso questa società che li rende sfiduciati, incapaci di trovare un lavoro che li soddisfi, vittime della passività». Sono sempre di più i ragazzi che al mattino non hanno voglia di lavorare o andare a scuola. Le famiglie e gli insegnanti non sanno più cosa fare davanti a questi giovani annoiati e stanchi. L’autrice e psicologa Maria Luisa Verlato parla di sindrome etica. Fa riferimento al disagio che caratterizza chi non è sostenuto da spinte valoriali, cioè da motivazioni che viziano il rapporto tra il sé-adolescente e le altre persone. Spesso sono anche scoraggiati dai modelli di donne e uomini che vedono attorno a sé, a partire dai modelli proposti in tv, dalla politica ai talent show, ai social. La mancanza di interesse e la disillusione sfociano in uno stato d’animo di irrequietezza. Successivamente subentra il senso di inadeguatezza: il ragazzo si sente sempre inutile. Niente sembra avere più significato eppure niente sta succedendo. Si chiama "sindrome etica". 
Come comportarsi quando i ragazzi sono affetti dalla sindrome etica?
Gli esperti e gli educatori consigliano di orientare questi ragazzi verso il contatto con se stessi, per renderli consapevoli, riflessivi, attenti all’altro. «La mancanza di coscienza – cioè la mancanza di pensiero, essere inconsapevoli rispetto al proprio mondo, sfocia nell’irresponsabilità, ossia nella casualità dei gesti» che è tra le cause scatenanti di episodi di bullismo, violenza e aggressioni.
CINZIA PALMACCI





MOMO GAME E MODE CHE SI DIFFONDONO ONLINE. COSA C'E' DA SAPERE?


Ultimamente si sta sempre più parlando del cosiddetto Momo Game. Un fenomeno che sta diventando virale sulla scia Blue Whale Game. Purtroppo ciclicamente vengono lanciate in rete mode che poi cambiano forma e rischiano di trasformarsi dal niente, in giochi pericolosi soprattutto per i più piccoli, e anche in sfide online di cui si rischia di perderne il controllo. Il problema è che, come spesso accade in rete, queste tendenze si diffondono toppo velocemente, diventando così virali, con il rischio che arrivino nei cellulari di  bambini e ragazzi. Capita di frequente che si diffondano anche allarmismi inutili e false notizie di cui spesso non è facile capirne la provenienza e la veridicità della fonte per comprendere la reale gravità della situazione.

Di cosa si tratta?
Che ruolo devono avere gli adulti?

Sicuramente è fondamentale fare chiarezza sull’argomento e informare i genitori che troppo spesso non hanno consapevolezza di quello che  accade davanti ai loro occhi.  

Il Momo Game prende il nome da una figura inquietante dagli occhi tondi e sporgenti, il viso allungato e un sorriso arcigno, che sta rimbalzando sugli schermi degli smartphone di bambini e adolescenti. Immagini che si possono ottenere tranquillamente anche con le app per deformare i volti ma che, contornate da frasi inquietanti inviate magari da un numero sconosciuto, possono incutere paura e condizionare soprattutto le personalità più fragili. Anche la suggestione e l’effetto contagio sono dietro l’angolo. In più, per lanciare una moda in rete, basta parlarne sistematicamente e diffondere allarmismi su fatti più o meno reali, rischiando di creare un fenomeno, anche quando non esiste.
Il consiglio, a prescindere da questo o quel gioco o sfida, è sempre quello di NON dare mai e poi mai retta a numeri sconosciuti e a condizioni che non sono familiari e, quando si ha qualche dubbio, di coinvolgere sempre gli adulti di riferimento.
Sembrerebbe che ad alcuni giovani siano arrivati su WhatsApp messaggi contenenti immagini violente, mostri e volti deformati, con frasi minacciose da parte di alcuni numeri stranieri, facendo credere che sia appunto Momo a mandare tali contenuti. È stato anche definito un “gioco” che istiga alla morte, notizia mai verificata. Come Osservatorio Nazionale Adolenza con il quale raggiungiamo migliaia di adolescenti all’anno e monitoriamo queste challenge e tendenze, ad oggi, non abbiam avuto nessun riscontro diretto e concreto, salvo qualche genitore che chiedeva informazioni per via di qualche bambino spaventato da queste immagini.
Queste mode fanno leva sulle fragilità e sulle ingenuità dei piccoli.
Ovviamente bisogna considerare che specifii contenuti possono comunque spaventare, soprattutto i più piccoli: molti, infatti, hanno visto queste immagini perché condivise attraverso i gruppi WhatsApp e hanno iniziato a credere al fatto che Momo potesse davvero entrare nel loro telefono e minacciarli, tanto da avere paura e fare incubi su questo, soprattutto i bambini. 
Il problema è che spesso questi fenomeni online solleticano le menti di persone già deviate e disturbate che sfruttano l’effetto virale, approfittano delle paure e delle fragilità delle persone e alimentano un qualcosa che non c’era o che aveva un’altra forma.
A prescindere dalla veridicità o meno, è importante che i genitori facciano SEMPRE attenzione, che filtrino i contenuti a cui possono essere esposti i figli e che monitorino le loro attività online, soprattutto con i più piccoli. Bisogna tutelare soprattutto i bambini che ormai hanno accesso a tutti i tipi di contenti in quanto non hanno una capacità di discernimento per evitare che si impressionino o condizionino.
Agli adolescenti è bene spiegare che si tratta di mode o di falsi allarmi, spesso di false notizie, lanciate in rete, che devono assolutamente evitare di partecipare a questo tipo di giochi o di dare ascolto a ciò che gli viene detto, incoraggiandoli a segnalare immediatamente qualora dovessero essere contattati da questi numeri.
È fondamentale spiegare ai figli come si diffondono e si sviluppano questi meccanismi perversi della rete, sottolineandogli l’importanza di non dare retta a numeri o a situazioni che non conoscono. Queste indicazioni sono  valide a prescindere dalla veridicità o meno del Momo Game, perché oggi si parla di questo, ma domani ci sarà qualche altra trovata. Queste mode sono cicliche e troppi minori rischiano di interpretarle come vere e prenderne parte o addirittura creare loro il fenomeno o le varianti. Troppo spesso i problemi in rete nascono dal niente e dalle false credenze. 
Purtroppo, non è possibile arginare con facilità questi fenomeni  e troppo spesso manca un adeguato controllo. La prevenzione, quindi, è l’arma più efficace e i genitori devono conoscere ciò che succede, soprattutto quando si tratta di meccanismi che sfruttano la viralità, per poter intervenire e agire nel modo giusto.