Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Verde
Antifona d'ingresso
«Io sono la salvezza del popolo», dice il Signore.
«In qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò loro Signore per sempre».
Colletta
O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo
hai posto il fondamento di tutta la legge,
fa' che osservando i tuoi comandamenti
possiamo giungere alla vita eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA (Ag 1,15-2,9)
Ancora un po’ di tempo e io riempirò questa casa della mia gloria.
Dal libro del profeta Aggèo
L’anno secondo del re Dario, il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggèo fu rivolta questa parola del Signore:
«Su, parla a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi: Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi?
Ora, coraggio, Zorobabele – oracolo del Signore –, coraggio, Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché io sono con voi – oracolo del Signore degli eserciti –, secondo la parola dell’alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall’Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete.
Dice infatti il Signore degli eserciti: Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo del Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace». Oracolo del Signore degli eserciti.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 42)
Rit: Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio.
Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall’uomo perfido e perverso.
Tu sei il Dio della mia difesa:
perché mi respingi?
Perché triste me ne vado,
oppresso dal nemico?
Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.
Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.
Canto al Vangelo (Mt 10,45)
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.
VANGELO (Lc 9,18-22)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Dio Padre, Signore del tempo, conduce le stagioni e il fluire degli anni e guida con sapienza la nostra vita. A lui ci rivolgiamo, colmi di gratitudine e speranza, confidando nella mediazione del suo Figlio Gesù, dicendo:
Dio di Gesù Cristo, ascoltaci.
Per la Chiesa di Dio, perché sia sempre laboriosa e fedele sulle orme del Cristo morto e risorto. Preghiamo:
Per gli uomini e le donne del nostro tempo, perché con l'impegno quotidiano, sappiano condurre la storia verso un'era di pace internazionale. Preghiamo:
Per coloro che, nel mondo del lavoro o tra le mura domestiche, sono pressati da fatiche fisiche o tensioni spirituali, perché trovino ristoro nella certezza che Dio non abbandona. Preghiamo:
Per chi nasce e per chi muore oggi nella nostra comunità, perché nell'entrare o nell'uscire dall'esistenza sia assistito dalla madre Chiesa e dallo Spirito Santo. Preghiamo:
Per noi fedeli qui riuniti, perché sappiamo rispondere con fede umile e pronta alla domanda che Cristo rivolge a ciascuno in questa eucaristia. Preghiamo:
Per i gruppi di preghiera della parrocchia.
Per chi non riesce a capire la croce di Cristo.
O Dio, che con sollecitudine paterna ti prendi cura di ogni vivente, posa il tuo sguardo su tutto ciò che è in crescita e, nella tua provvidenza, portalo a compimento. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiera sulle offerte
Accogli con bontà, o Signore,
l'offerta del tuo popolo
e donaci in questo sacramento di salvezza i doni eterni,
nei quali crediamo e speriamo con amore di figli.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona di comunione
Tu hai dato, Signore, i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie nel custodire i tuoi decreti.
(Cf. Sal 118,4-5)
Oppure:
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore
e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)
Preghiera dopo la comunione
Guida e sostieni, o Signore, con il tuo continuo aiuto
il popolo che hai nutrito con i tuoi sacramenti,
perché la redenzione operata da questi misteri
trasformi tutta la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
Commento
E' sempre buona cosa per noi ascoltare l'incoraggiamento del Signore. "Coraggio, Zorobabele; coraggio, Giosuè, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese, e al lavoro, perché io sono con voi". Non c'è incoraggiamento maggiore di questo, né più efficace: "Io sono con voi. il mio Spirito sarà con voi, non temete".
Se vogliamo sapere in quale condizione Dio lavorerà con noi, dobbiamo riflettere sulle due lettere di oggi, che in un certo senso sono complementari. Esse mi fanno pensare alle regole date da sant'Ignazio per il tempo della desolazione e per il tempo della consolazione: quando ci si sente consolati, pieni di coraggio e di ottimismo, bisogna pensare alle difficoltà che verranno, alla desolazione che verrà e prepararsi ad affrontarle. il Vangelo va in questa direzione, è un Vangelo di consolazione, poiché è la rivelazione del Messia. Gesù provoca la dichiarazione entusiasta dei suoi discepoli: "Tu sei il Cristo di Dio!". Ma subito dopo proibisce di dirlo e rivela di dover percorrere una strada di sofferenza e di morte. La regola di sant'Ignazio per il tempo della desolazione dice che allora bisogna pensare alla consolazione che verrà, sapere che la desolazione non durerà a lungo, che Dio ci aiuterà, anzi ci sta già aiutando e che quindi possiamo camminare con fiducia e perseveranza. Questa è la lezione della prima lettura. Siamo in un momento di scoraggiamento: "Chi di voi è ancora in vita che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla?".
I Giudei sono ritornati dall'Egitto con grandi progetti, con grandi ambizioni. Venivano per ricostruire
il tempio di Dio, e la loro fantasia era piena delle descrizioni del tempio di Salomone e della sua gloria. Non solo, ma fra loro c'erano dei vecchi che una sessantina di anni prima avevano visto quel tempio prima che venisse distrutto ed ora erano delusi di come le cose stavano andando. La ricostruzione era stata intralciata da mille difficoltà, noti c'erano i mezzi per fare qualcosa di grande e di bello e il profeta lo constata:
"Non è forse ridotta a un nulla?". E tuttavia, in queste circostanze desolanti, arriva a tutti un messaggio di consolazione: "Coraggio dice Dio io sono con voi, io lavoro con voi". E promette di scuotere il cielo e la terra, il mare e la terraferma per far affluire a questo tempio miserabile tutti i tesori delle nazioni. "La gloria di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace".
Per capire questo oracolo di Dio bisogna riferirci ancora al Vangelo e al mistero di Cristo.
Non è soltanto questione di circostanze esterne noti favorevoli; è veramente necessario che il tempio sia ricostruito nell'umiltà e in una certa angustia. "Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto": è una necessità. Bisogna che sia rifiutato, messo a morte e che risusciti il terzo giorno. La profezia di Aggeo si realizza veramente nel nuovo tempio che è il corpo di Cristo, il vero tempio di Dio. È nel corpo di Cristo che possiamo incontrare Dio. Non solo, ma possiamo tutti insieme formare, nel corpo di Cristo, il vero tempio di Dio.
Ma perché questo tempio fosse ricostruito erano necessarie la sofferenza e l’umiliazione, era necessario che Cristo soffrisse per entrare nella sua gloria.
Questa necessità si ritrova in ogni esistenza. E necessario che viviamo periodi di difficoltà, anche di umiliazione, perché il nostro amore sia purificato, la nostra offerta sia davvero degna di Dio. Invece di scoraggiarci per le difficoltà, dobbiamo, proprio a motivo di esse, aumentare la nostra fiducia, perché sono un segno che Dio lavora in noi.
Oggi non è raro ascoltare riflessioni simili a quelle del profeta Aggeo. Ci sono persone che si lamentano della situazione della Chiesa: "Prima sì che le cose erano meravigliose: tutta questa unità, tutta quella disciplina... Adesso non si capisce più dove andremo a finire ". E quello che si dice della Chiesa si dice della vita religiosa e di tante altre realtà. Non scoraggiamoci, ma torniamo continuamente al mistero di Cristo: viviamo con umiltà e fiducia, sapendo che Dio è con noi, che il suo Spirito è in mezzo a noi e non dobbiamo temere. Certo, perché Dio sia con noi bisogna che noi siamo con lui, nella docilità al suo Spirito. Docilità che si esprime nell'ottimismo costante, non l'ottimismo facile di chi non vuol vedere, ma l'ottimismo della fede, l'ottimismo di chi aderisce al mistero di Cristo nel concreto della vita.
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