giovedì 28 gennaio 2021

SECONDO SOROS LA CINA GUIDERA' IL GRANDE RESET. A DAVOS LA CONSACRAZIONE DELLA LEADERSHIP CINESE

IL PIANO DELLE ELITE DI INCLUDERE LA CINA NEL NUOVO ORDINE MONDIALE SENZA CHE QUESTA PRENDA IL SOPRAVVENTO E' UN RISCHIO AUDACE. LA CINA NELLA PERSONA DEL PRESIDENTE XI JINPING NON E' DISPOSTA A SCENDERE A PATTI CON NESSUN OLIGARCA OCCIDENTALE, TANTOMENO SOROS. IL GRANDE RESET NON HA FATTO I CONTI CON IL GRANDE IMPERO D'ORIENTE. INTANTO I CAMPI D'ISOLAMENTO CINESI CON SBARRE E SISTEMI D'ALLARME SONO QUASI PRONTI. MA PER CHI? COSA STANNO PREPARANDO?  E CHE PARTE AVRANNO L'EUROPA E L'ITALIA IN TUTTO QUESTO? UN GOVERNO ITALIANO FILO CINESE (E FILO SOROS) E' DA TEMERE....




Quattro anni orsono, sempre a Davos, davanti ai vertici del potere politico, economico internazionale il dittatore comunista celebrò l’elogio della globalizzazione «Ci piaccia o no, l’economia globale è il grande oceano dal quale non si può scappare – disse – e qualunque tentativo di tagliare fuori i flussi di capitale, tecnologie, prodotti, settori o persone e incanalare le acque in laghi e ruscelli isolati è semplicemente impossibile». Il pensiero totalitario marxista e la filosofia confuciana, che sono il mix e la base granitica del criminale Grande Fratello di Pechino, si sono impossessati degli strumenti della tecnocrazia, ed hanno abilmente saputo piegarli ad un modello politico che – per quanto criminale e anticristiano, perché ha in odio la libertà della persona umana in quanto quid unicum – è infinitamente più determinato e monolitico delle balbettanti democrazie occidentali.

Davos 2021 potrebbe esser ricordato come il summit della consacrazione della leadership globale cinese sul resto del mondo. Complice l’assenza del neoeletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la scena del primo giorno è stata monopolizzata dal leader del partito comunista cinese Xi Jinping.

Nel suo intervento di apertura è stato netto il riferimento al multilateralismo internazionale sulle questioni che interessano tutti i paesi, clima e Covid19 in cima alla lista (dalla quale vengono invece escluse le questioni definite interne come Hong Kong e Taiwan): “Nessun problema globale può essere risolto da alcun paese da solo, e ci deve essere una azione globale, una risposta globale e una cooperazione globale”, ha detto il presidente della Cina al World Economic Forum di Davos 2021, quest’anno in modalità digitale.

Per gli investitori esteri – sempre più convinti che l’area del Sud-est asiatico, Cina compresa, siano fra le region dove poter trovare nuove e remunerative opportunità d’investimento nel 2021 – si tratta di una pietra miliare perché elegge Pechino a nuovo faro della globalizzazione.
I numeri della Cina

Durante la pandemia, la Cina ha aumentato il proprio commercio con l’estero con particolare rilancio dell’export. In base ai dati delle Dogane cinesi del 14 gennaio 2021, le importazioni ed esportazioni totali di beni dalla Cina hanno raggiunto 32,16 mila miliardi di renminbi con un incremento del valore aggregato espresso in valuta locale dell’1,9% nell’anno 2020. In particolare, le esportazioni sono aumentate del 3,6%, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,1%. Il totale degli scambi internazionali nel 2020 per la Cina è stato di 4.646 miliardi di dollari.

“La Cina promuove il Far-East con la mega free trade zone dei 15 paesi membri del Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep) e chiude il 2020 con l’accordo sugli investimenti con l’Unione Europea (Cai), accelerando la propria corsa quando il mondo intero si ferma”, spiega Lorenzo Riccardi, economista Belt Road Institute di Shanghai University.

Con buona pace dell’ex presidente americano Donald Trump i principali partner commerciali si confermano essere i componenti dell’Asean (Associazione dei paesi del sud-est asiatico), l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone e la Corea del Sud. Riccardi fa notare il forte aumento del trade con gli Usa che ha registrato + 8,3% nel commercio totale (esportazioni + 7,9% e importazioni + 9,8%) mentre gli scambi commerciali con l’Ue sono aumentati del 4,9% (con esportazioni + 6,7% ed importazioni + 2,3%).

Il totale degli scambi con i paesi membri di Belt and Road Initiative è aumentato dell’1% raggiungendo 9,37 mila miliardi di Yuan e in base ai dati emessi dalle Dogane cinesi.
E l’Italia?

Tra i paesi Belt Road, l’Italia ha avuto scambi con la Cina nel 2020 per 55.185 milioni di dollari, con un miglioramento della bilancia commerciale, con esportazioni + 3,8% (22.248 milioni di dollari) ed importazioni in calo a -1,7% (33.938 milioni di dollari). “Le principali esportazioni italiane verso la Cina sono relative a macchinari e apparecchiature, prodotti farmaceutici e articoli di abbigliamento” osserva Riccardi, che aggiunge: “Il rapporto del totale delle esportazioni 2020 rispetto al 2019 da Roma a Pechino ha registrato una performance superiore alla media dell’Unione Europea, alla Francia e alla Germania che ha invece subito una contrazione dell’export verso la Cina”.



George Soros presentò nel 2016 il piano delle élite globali per inaugurare quello che ha chiamato ” un nuovo ordine mondiale ” durante un’intervista con il Financial Times. Secondo Soros, la Cina deve guidare questo Nuovo Ordine Mondiale, ”creandolo e possedendolo”, allo stesso modo in cui gli Stati Uniti “possiedono l’ordine attuale“.

I piani di Soros per la Cina sono esattamente l’opposto delle politiche di Donald Trump riguardo al gigante asiatico. Trump ha descritto la Cina come un ”manipolatore di valuta” e ha delineato e messo in atto piani per correggere l’attuale situazione di concorrenza sleale e riportare posti di lavoro in America. Trump ha effettivamente rotto quasi quattro decenni di intese del protocollo americano.

In questo video George Soros e le sue profetiche dichiarazioni sulla Cina.





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