Anche la Chiesa cattolica si prepara alle prossime elezioni europee. E lo fa guardando con attenzione il nuovo scenario politico che si va delineando nel Vecchio continente. Il vaticanista del Tg2 Enzo Romeo torna in libreria per offrire un interessante contributo al dibattito con il suo nuovo volume Salvare l’Europa. Il segreto delle dodici stelle (Ave). Il libro è impreziosito dai discorsi degli ultimi Pontefici sul Vecchio continente, da Pio XII a Francesco, e dagli interventi di Sergio Mattarella e del cardinale Gualtiero Bassetti. La tesi di Romeo è abbastanza chiara e ben dimostrata nel suo saggio: l’Europa è inscindibile dalle sue radici cristiane. Ne è prova il fatto, sottolinea il giornalista, che dietro la bandiera azzurra a 12 stelle si nascondono i simboli dell’Immacolata, a cui erano devoti coloro che lavorarono al progetto per dare un emblema all’Europa.
“Nessuno o quasi – spiega Romeo – fa caso al fatto che le stelle e il blu della bandiera europea rimandano alla corona e al manto di Maria. E a quella medaglia miracolosa ispirata alle visioni di rue du Bac. Per almeno mille anni, sino alla lacerazione della Riforma, la Vergine di Nazaret è stata venerata in tutto il continente come ‘Regina d’Europa’. Il credente può pensare, ora, che la costruzione dell’Europa è posta sotto un’eminente protezione, che qualcuno molto più in alto di noi veglia su chi lavora per realizzare una casa comune dove prevalgano pace e giustizia, fratellanza e solidarietà. Ma, come al solito, la presenza di Maria è insieme imponente e discreta, tanto da essere sotto gli occhi di tutti e al contempo ignorata dai più”.
Per il vaticanista “salvare l’Europa significa ben più che vincere una tornata elettorale. Vuol dire preservare un patrimonio senza il quale il mondo sarebbe più povero”. Il libro di Romeo svela “il ‘segreto’ che si cela nel cerchio a 12 stelle della bandiera europea, oggi lacerata dai venti del sovranismo populista. Da dove trae ispirazione il vessillo azzurro che sventola sugli edifici pubblici e che è impresso sulle targhe delle nostre automobili? Per scoprirlo va seguito un filo sottile, che dal cuore di Parigi porta a Roma e di qui torna in Francia, fino a Strasburgo, dove 70 anni fa si piantò il seme dell’unità. Un continente dilaniato – evidenzia il giornalista – da due guerre mondiali ha così vissuto la più lunga era di pace della sua storia. Grazie anche a un’invisibile ma potente protezione materna”.
Eppure oggi la genesi dell’Europa sembra totalmente ignorata. Lo si vede non solo nel difficile riconoscimento da parte degli attuali leader politici delle radici cristiane del Vecchio continente. Ma soprattutto nella gravi crisi dei migranti, con il Mar Mediterraneo divenuto un cimitero, come ha denunciato suor Eugenia Bonetti nelle meditazioni della via crucis del venerdì santo 2019 al Colosseo presieduta da Bergoglio. Del resto, in questi sei anni di pontificato, i discorsi più forti Francesco li ha rivolti proprio ai vertici delle istituzioni europee.
“Sogno un’Europa – affermò nel 2016 il Papa – in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”. Parole pronunciate con grande coraggio davanti ai principali responsabili di queste politiche. Così come parlando, nel 2014, al Parlamento europeo di Strasburgo, Francesco non aveva avuto paura di puntare il dito contro “un’Europa nonna e non più fertile e vivace”.
“Di sicuro – scrive Romeo – servirebbe un aiuto sovrannaturale per sbrogliare l’intricata matassa formata dai diversi interessi e dalle differenti sensibilità dei singoli Paesi. In questi anni gli egoismi nazionali si sono accentuati, alimentati dalle paure portate dalla crisi economica mondiale, dalla minaccia terroristica – soprattutto di matrice jihadista -, dall’eccezionale ondata migratoria. Le istituzioni europee, progressivamente svuotate del loro propellente ideale, sono state sempre più percepite dalla gente come distanti e inutili. Una grande e costosa macchina burocratica, che pone vincoli e frena lo sviluppo, che si intromette impropriamente nella vita e negli affari dei singoli cittadini e della nazione. Questa impressione fa dimenticare che proprio grazie al processo di unità europea si è garantito al continente il più lungo periodo di pace della storia, che sono state riconosciute garanzie politiche e democratiche, che sono stati tutelati il diritto alla sicurezza, alla salute, all’educazione”.
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