Come ci si sente ad essere adolescenti ai tempi del coronavirus? Come stanno i nostri ragazzi in questo difficile periodo? La pandemia ha senza dubbio colpito tutti, ma c’è una fascia più debole – quella dei più giovani – che potrebbe risentire di più del peso di un problema sociale ancora difficile da collocare. E gli esperti di salute mentale già avvertono: gli adolescenti soffrono in modo sproporzionato e i tassi di depressione e suicidio sono in aumento.
È il terribile bilancio che emerge da un’analisi dei CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention): da un’indagine sulla salute mentale svolta a giugno è infatti venuto fuori che i sintomi di ansia e depressione “aumentavano notevolmente”: l’11% degli intervistati dichiarò di aver “preso seriamente in considerazione” il suicidio negli ultimi 30 giorni; tra i 18 ei 34 anni, il numero era più che raddoppiato, raggiungendo il 25%.
La colpa? L’incertezza sul futuro e sullo stato del mondo, le interruzioni della routine educativa e quotidiana e l’isolamento dai coetanei e dagli adulti premurosi.
“Mentre i giovani sono generalmente fisicamente sani, sono psichiatricamente vulnerabili”, scrisse già lo psichiatra Richard Friedman in un articolo di opinione del New York Times apparso a gennaio scorso, riferendosi a una già esistente “epidemia di depressione e suicidio adolescenziale” che era in gran parte trascurata e sottostimata.
Nell’articolo Friedman ha citato le prove dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che, dopo essere diminuito per quasi 20 anni, il tasso di suicidi tra gli americani di età compresa tra 10 e 24 anni era aumentato del 56% tra il 2007 e il 2017. Il suicidio è stato ed è ancora seconda causa di morte, dopo gli incidenti, per quella stessa fascia di età.
Ora, in questo momento, secondo i CDC, molti hanno sperimentato un aumento del dolore e della perdita a causa dei “drastici cambiamenti nelle routine quotidiane e negli stili di vita che di solito ci portano conforto e una sensazione di stabilità”.
“Gli adolescenti possono sperimentare cambiamenti significativi nei loro schemi di sonno, isolarsi di più, apparire spesso irritabili o frustrati, ritirarsi dalle normali attività o impegnarsi più frequentemente con la tecnologia. È importante che i genitori o gli operatori sanitari interagiscano con i loro adolescenti sul loro dolore per promuovere un sano adattamento e l’accettazione. I genitori potrebbero anche aver bisogno di ottenere servizi di salute mentale per l’adolescente e la famiglia per affrontare il dolore”.
È fuori di dubbio che gli adolescenti si trovino in uno spazio di sviluppo in cui è di fondamentale importanza un contatto regolare con i loro coetanei e siano in grado di sviluppare relazioni strette e continue con gli adulti fuori casa, come i loro insegnanti o i loro allenatori.
Cosa possiamo fare noi? Cerchiamo di parlare loro e di ascoltarli e facciamoci aiutare a riconoscere la depressione e ad imparare i segni premonitori di atti estremi.
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