domenica 30 agosto 2020

Armonia e controllo: cos’è il sistema di credito sociale di Pechino

IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI E' UN PRIMO PASSO PER ABBATTERE TUTTI GLI OSTACOLI ALL'INSTAURAZIONE DI UN MODELLO CINESE DI DITTATURA "A PUNTI" COME IL CREDITO SOCIALE? DIO CI HA DATO IL LIBERO ARBITRIO, MASSIMA ESPRESSIONE DI LIBERTA' UMANA, MA IL COMUNISMO VUOLE ABOLIRLO! I CINESI NON SI COMPORTANO BENE PER CONVINZIONE MA PER TIMORE DI "PERDERE PUNTI". SEMPLICEMENTE ASSURDO.
QUESTO DI SEGUITO E' RIPORTATO UN COMMENTO SUL SISTEMA DI CREDITO SOCIALE CINESE CHE, IN TUTTA ONESTA', CI SENTIAMO DI APPOGGIARE PIENAMENTE PERCHE' SERVE ANCHE A CHIARIRE MEGLIO IL MECCANISMO DIABOLICO DIETRO UN SISTEMA APPARENTEMENTE BENEVOLO. IL DIAVOLO SI NASCONDE NEI DETTAGLI....


E' un sistema terrificante. Basato sul controllo e non sulla crescita individuale. Elimina la libertà, la possibilità di sperimentare, sbagliare, scoprire, in nome di una non ben identificata “armonia”.
Ma armonia di che? Qualsiasi sistema che ponga la collettività al di sopra dell’individuo è un sistema malato. Che genera frustrazione e ingiustizie. (Ti sembra normale che i bambini abbiano precluse delle scuole in base ai comportamenti e al punteggio dei genitori?)
Un controllo del genere, con il sistema dei premi e delle punizioni, crea un sistema basato sulla paura della punizione invece che sulla responsabilità. Se si confondono il deterrente e le conseguenze si crea una società di bambini ipocriti, nevrotici e terrorizzati....Io devo guidare bene perché la conseguenza del mio guidare male è rischiare di fare del male qualcuno, non perché ho paura che mi tolgano i documenti per comprare casa. Perché quando il deterrente è così al di sopra delle mie possibilità succede che le conseguenze passano in secondo piano e non si cresce, si vive nella paura del deterrente. Una società più vivibile non la crei imponendo dei comportamenti con una forma di controllo punitiva e tirannica....



Il Partito comunista cinese (Pcc) vuole lanciare il sistema di credito sociale (shehui xinyong tixi, analizzato nel dettaglio più avanti) entro il 2020 per uno scopo eminentemente geopolitico: assicurarsi in maniera strutturata la stabilità della Cina, paese con un miliardo e quattrocento milioni di abitanti che si appresta ad affrontare sfide dall’enorme impatto sociale.

Basato su una capillare raccolta dati su individui, imprese ed enti governativi e un meccanismo di premi e sanzioni, il complesso sistema di valutazione comportamentale ha due obiettivi.

Il primo è istituzionalizzare e digitalizzare le forme di controllo già esistenti. Basti pensare al vincolo tra diritti sociali, luogo di nascita e monitoraggio della popolazione derivante dall’hukou, il sistema di residenza lanciato da Mao Zedong negli anni Cinquanta e oggi in fase di riforma. Oppure ai danwei, le unità di lavoro attraverso cui il Partito monitorava i comportamenti dei cittadini. Dalla prospettiva di Pechino, è necessario anteporre la confuciana armonia collettiva alla sfera individuale e impedire che la sovranità del Pcc sia messa a rischio dall’impatto sociale di dossier spinosi: rallentamento dell’economia, divario di ricchezza tra città e campagna e tra regioni costiere e interne, alti livelli d’inquinamento, aumento del tasso di urbanizzazione e d’invecchiamento.

Il secondo obiettivo è stimolare la “buona condotta” di cittadini, enti pubblici e privati ed elevare la trasparenza delle transazioni economiche.

Posto che i problemi sopramenzionati potrebbero ripercuotersi pesantemente sulla vita della popolazione, l’aumento della coscienza civica e la maggiore trasparenza offerta dal credito sociale dovrebbero aiutare a sanare l’eventuale sfiducia verso la leadership del Pcc. Del resto, la campagna anticorruzione con cui il presidente Xi Jinping sta sgominando i suoi antagonisti serve anche a eliminare le “mele marce” dal Partito e dalle Forze armate. Così da dimostrare l’affidabilità del governo.

L’attuazione del sistema del credito sociale è lungi dall’essere completa. Al momento ne esistono due tipi.

Il primo, quello pubblico, concepito negli anni Novanta e promosso dal 2014, sarà attuato su scala nazionale entro due anni. La sperimentazione è in corso in diverse città, per esempio Hangzhou (provincia dello Zhejiang) o Rongcheng (provincia dello Shandong). Nel secondo centro urbano, l’applicazione su base volontaria sta riscuotendo un discreto successo. Lo scopo del sistema è valutare il comportamento di individui, imprese ed enti pubblici in diverse aree (dal pagamento delle tasse alla credibilità giudiziaria) e incentivare il rispetto delle leggi in quattro macro-gruppi di attività: amministrative, commerciali, delle organizzazioni sociali e del sistema giudiziario. Il meccanismo dovrebbe ridurre alcuni problemi che affliggono oggi la Repubblica Popolare, quali contraffazione, scandali sanitari e scarsa trasparenza finanziaria. Il sistema informatizza e integra i dati che il governo cinese possiede già su tutte le attività dei cittadini, degli enti pubblici e di quelli privati che lasciano una traccia digitale, sia essa economica, legale, medica, o di altra natura. In base ad essi, definisce un meccanismo di premi e sanzioni a seconda dei comportamenti assunti.

Anche se alcune municipalità hanno sperimentato l’assegnazione di punteggi, i documenti pubblicati dal governo non ne stabiliscono esplicitamente l’applicazione. Il “codice unificato di credito sociale” dovrebbe consistere in una cifra identificativa (quindi non valutativa) per ciascun ente coinvolto nel processo. Il sistema inibisce da alcune attività coloro che sono presenti nella “lista nera” che include persone e enti condannati in via definitiva da un tribunale cinese. Per esempio, a causa degli scarsi crediti accumulati, più di nove milioni di persone non hanno potuto acquistare un biglietto aereo e oltre tre milioni non hanno potuto comprare quello per le cuccette più spaziose e per i treni ad alta velocità.

Il meccanismo vale anche per le aziende. Se queste non restituiscono i prestiti, violano le leggi sulla tutela dell’ambiente o quelle sulla sicurezza dai lavoratori, possono ricevere una valutazione bassa ed essere penalizzate nell’esercizio delle loro operazioni economiche. Viceversa, una condotta positiva come donare il sangue viene premiata con degli sconti nell’utilizzo di servizi civili. Mentre, a fine 2017, 632 mila prestiti sono stati elargiti a imprese con un buon numero di crediti. È in fase di sviluppo un credito sociale per stimolare i giovani al rispetto dei “valori socialisti”, ossia i dettami del Partito. Diverse provincie hanno lanciato programmi pilota su base volontaria, ma non è ancora chiaro come saranno implementati gli incentivi, quale sarà il reale impatto dei punteggi e se in futuro il meccanismo si avvarrà dei dati raccolti dalle aziende tecnologiche per condurre la valutazione.

Il secondo sistema è quello privato. Questo, a differenza di quello pubblico, non prevede l’adesione obbligatoria degli utenti. Nel 2015, la Banca centrale cinese ha autorizzato alcune imprese – tra cui i giganti tecnologici Tencent (che possiede il sistema di messaggistica WeChat) e Alibaba – ad applicare il loro meccanismo per stimolare nel lungo periodo l’integrazione dei cittadini che non hanno mai preso in prestito o versato denaro in banca e che quindi non fanno parte del sistema di credito finanziario nazionale.

Nel 2017, il credito Zhima (o credito Sesamo) di Ant Financial ha avuto 520 milioni di utenti. L’azienda, che fa parte del gruppo Alibaba, è nota perché gli Usa le hanno impedito di acquisire l’azienda Moneygram International per ragioni di sicurezza nazionale. Washington evidentemente teme il legame tra l’azienda di Jack Ma e il governo cinese. L’obiettivo dell’azienda era sviluppare il suo sistema di pagamenti transnazionali per espandere oltre agli affari anche la propria banca dati sui movimenti finanziari da e per la Cina. Il credito Zhima attinge dalla banca dati di Ant Financial per attribuire un punteggio unico che oscilla tra 350 e 950 in base ai pagamenti realizzati sulle sue piattaforme, alla rete di contatti e al comportamento online. Il calcolo tiene conto anche della lista nera sopramenzionata, ma un basso punteggio non comporta l’inserimento in quest’ultima.

Chi totalizza molti punti beneficia di diverse agevolazioni. Per esempio può affittare un mezzo di trasporto e prenotare un albergo senza versare la caparra. Tale meccanismo attrae sia l’interesse degli abitanti della Repubblica Popolare sia delle aziende cinesi e straniere, che vorrebbero servirsene per promuovere i loro prodotti. La Ford per esempio ha permesso a chi aveva un punteggio superiore a 700 di provare un nuovo modello di auto per tre giorni. Un risultato basso non danneggia la persona o l’ente sul piano legale.

Questi sistemi sono ancora in fase di test. Basti pensare che a febbraio 2018 la Banca centrale cinese ha spinto Tencent a ritirare il suo sistema di prova su base nazionale il giorno dopo il lancio. Un mese prima, Alibaba è stata invece accusata di violare la privacy degli utenti. Pechino evidentemente guarda con sospetto la crescita delle due aziende e la possibilità che abusino dei dati raccolti per promuovere i propri interessi. Anche le loro attività devono essere funzionali alle priorità del governo. Per capire se gli esiti saranno quelli desiderati da Pechino, bisognerà innanzitutto attendere la pubblicazione del quadro completo di leggi e regolamenti e verificare l’eventuale introduzione di cambiamenti significativi all’impostazione iniziale.

Il sistema potrebbe essere combinato con la progressiva apertura del mercato cinese, per controbilanciare il decrescente controllo del governo e allo stesso tempo assicurare la trasparenza delle attività delle aziende. Non è escluso che il credito sociale sia applicato anche alle imprese straniere che operano in Cina. Ciò estenderebbe il suo impatto su scala internazionale, al pari della legge sulla sicurezza cibernetica. Dubbi restano anche in merito al metodo della raccolta automatica e in tempo reale dei dati, che presuppone un apparato tecnologico su scala nazionale ancora incompleto. Infine, bisognerà valutare le reazioni di cittadini, imprese ed enti governativi al nuovo meccanismo che, soprattutto in fase di rodaggio, potrebbe creare non pochi disguidi burocratici e malumori.

Posto che nei prossimi anni le sfide socio-economiche potrebbero di per sé alimentare il malumore della popolazione, Pechino dovrà evitare che il nuovo meccanismo di monitoraggio e le sue implicazioni digitali siano ulteriore fonte d’instabilità interna. Producendo l’effetto opposto all’auspicata armonia sociale.



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