martedì 14 aprile 2020

Trump nelle "Fauci" della pandemia



Il presidente americano Donald Trump ha manifestato pubblicamente disagio nei confronti di Anthony Fauci, il più grande esperto di malattie infettive del governo Usa, dopo che il medico ha sottolineato che se il Paese fosse stato chiuso prima altre vite sarebbero state risparmiate dal coronavirus. Trump ha ritwittato un post che si concludeva con la frase "Time to #FireFauci" ("È ora di licenziare Fauci") di una repubblicana ex candidata al Congresso, DeAnna Lorraine, e allo stesso tempo ha respinto le critiche sulla sua lenta risposta iniziale alla pandemia che ora ha ucciso più di 22.000 persone negli Stati Uniti. Il presidente, scrive il New York Times, ha già mostrato in privato irritazione verso Fauci, ma per il quotidiano newyorkese il messaggio su Twitter sarebbe il segnale più esplicito mostrato pubblicamente. Fauci sta affermando che se Trump avesse ascoltato prima gli esperti medici, avrebbe potuto salvare più vite, ma il 29 febbraio era proprio Fauci che diceva alla gente che non c'era nulla di cui preoccuparsi e non rappresentava una minaccia per gli Stati Uniti in generale. Uno dei tanti tweet con cui domenica Trump ha difeso la sua risposta all'epidemia di coronavirus, puntando il dito contro la Cina, l'Organizzazione mondiale della sanità, l'ex presidente Barack Obama, i governatori della nazione, il Congresso, Democratici in genere e mezzi di informazione. Trump, ricorda il New York Times, ha bloccato gli arrivi negli Usa dal 2 febbraio di cittadini non americani o residenti permanenti che erano stati in Cina nei precedenti 14 giorni. Ma il provvedimento non ha impedito l'arrivo negli Usa di 40.000 americani e altri viaggiatori dopo quella data. Fauci e altri esperti di sanità pubblica erano inizialmente scettici sul fatto che le restrizioni ai viaggi in Cina sarebbero state utili quando il presidente le aveva prese in considerazione per la prima volta, ma poi hanno cambiato idea. Di certo, un Presidente mal consigliato diventa il parafulmine al quale addossare anche responsabilità che non ha. Un Presidente fa il suo mestiere, ma anche i suoi consiglieri dovrebbero farlo al meglio. Trump è circondato da vipere, e questa verità viene sempre più a galla.


Fauci, il virologo "ammiratore" di Hilary Clinton

Era il gennaio 2017, a pochi giorni dall’elezione di Donald Trump, Anthony S. Fauci, allora direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive (NIAID), scriveva sulla rivista professionale Healio: “Non c’è dubbio” che il nuovo presidente dovrà affrontare una malattia infettiva a sorpresa. “Saremo sicuramente sorpresi nei prossimi anni”, ha scritto. “I rischi non sono mai stati più alti”.

E da dove veniva a Fauci tale chiaroveggenza e sicurezza? Lasciava la parola a noti epidemiologi, i quali già lamentavano in anticipo l’impreparazione di cui avrebbe dato prova “il palazzinaro divenuto politico repubblicano” nell’affrontare la pandemia prossima ventura.

Per esempio. “Ronald Klain, che ha coordinato la risposta degli Stati Uniti contro l’Ebola per l’amministrazione Obama, ha affermato che il silenzio virtuale di Trump sull’epidemia di Zika e i commenti aspri sui volontari americani infettati durante l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale non sono “il tipo di leadership di cui abbiamo bisogno nel nostro prossimo presidente”.

Amy Pope, JD, il vice-consigliere della sicurezza nazionale di Obama, ancora in carica per alcuni mesi, si univa alle critiche, e – stranamente – invitava la “comunità sanitaria” a lavorare con la “comunità della sicurezza” (Pentagono? Cia? Fbi?), verso cui i medici erano ingiustamente diffidenti: “Unirsi con queste comunità porta a più risorse e più attenzione”, ha detto.

Bill Steiger, PhD,Chief Program Officer di Pink Ribbon Red Ribbon ed ex direttore dell’HHS Office of Global Health Affairs (HHS è il ministero della Sanità), disse che “il suo primo consiglio per l’amministrazione entrante sarebbe non tagliare le spese allo HHS perché è inevitabile … “Accadrà qualche crisi sanitaria globale internazionale. È successo più volte”, ha detto. Va notato che questi esperti hanno una caratteristica comune: sono gente di Obama, della sua corte, e a cui devono le nomine a quei posti. Ora un articolo di Sputnik ci rivela che anche Anthony Fauci, il dottore che appare a fianco di Donald nelle conferenze stampa sul coronavirus, ed è stato da lui incaricato della lotta all’epidemia, è un ammiratore sfegatato di Hillary Clinton; esistono mail nel 2013 in cui esprime addirittura la sua venerazione per la ministra degli Esteri di Obama. Alla segretaria di Hillary, Fauci scrive: “Per favore, le dica che l’amiamo e che siamo molto fieri di conoscerla”. Firmato “il vostro dottore-ammiratore”.

Qui la mail quasi amorosa, spifferata da wikileaks: 


Quindi può stupire un poco vedere un tale ammiratore di Hillary come consigliere di the Donald e al suo fianco nelle conferenze-stampa dedicate all’epidemia in corso. E ancor più che resti al suo posto di consigliere, nonostante sia ospite fisso della CNN a contraddire le affermazioni di Trump, e preconizzare “da 100 a 200 mila morti” (così il 29 marzo). La verità l’ha detta lo stesso Donald il 20 marzo scorso, quando alla conferenza stampa ha chiesto scanzonato ai giornalisti: "Avete altre domande? Perché il dottor Fauci deve andare subito al Dipartimento di Stato, o meglio del Deep State" al che sul volto di Fauci, e degli altri dietro Trump, s’è stampata un’espressione inesprimibile a parole. Alcune voci a Washington giudicarono l’epidemia di coronavirus “il piano B se fosse fallito l’impeachment di Trump”. E come dimenticare che Bill Gates si (e ci) prepara da anni all’epidemia e ai suoi rigori cui ci sta obbligando, la chiusura in casa, l’impoverimento generale? E bisogna ancora ricordare che il 20 marzo, Mike Pompeo in conferenza stampa si lascia sfuggire, in un lapsus linguae, che l’epidemia di coronavirus è “una esercitazione dal vivo”, o per così dire “a grandezza reale”, utilizzando l’espressione (live exercise) che si applica di solito alle esercitazioni militari con proiettili veri. Al che Trump ha rimbeccato, tra il serio e lo scanzonato: “Avresti dovuto avvisarci”. Trump era sincero, cioè non sapeva che la situazione del virus fosse un “esercizio dal vivo”, e che il Deep State gestisse certamente lo spettacolo oppure Pompeo ha rivelato qualcosa su cui Trump era davvero coinvolto e che sperava che la sua osservazione sarebbe stata raccolta per prendere le distanze?”, si domandano persino i siti anti-global americani: confessione che non sanno decidere se Mike Pompeo è contro il Deep State o una sua creatura, messa a controllare The Donald…

Le profezie rivelano un pericolo per Trump e Putin 

  


Secondo la "Nostradamus dei Balcani" Baba Vanga nel 2020 la vita di Trump e Putin sarà messa in pericolo. Nelle sue profezie per il 2020 l’attuale presidente della Russia avrà un anno difficile e tutto inizierà con un tentativo di omicidio. E l’assassino sarebbe un uomo all’interno del Cremlino. E su Mosca potrebbe abbattersi un meteorite. Problemi di salute invece per Donald Trump, che secondo Vanga si ammalerà di una misteriosa malattia che lo renderà sordo e gli lascerà danni cerebrali. La vendetta di Fauci?

Cinzia Palmacci








Nessun commento: