martedì 21 aprile 2020

IL MONDO IMPRENDITORIALE IN RIVOLTA CONTRO LA CINA

IL MONDO IMPRENDITORIALE SI MOBILITA E RIVOLTA CONTRO LA CINA....
IMPRENDITORI D'EUROPA E DEL MONDO SI ORGANIZZANO IN CLASS ACTION CONTRO LA CINA COMUNISTA ACCUSATA DI MANCATA TEMPESTIVA INFORMAZIONE CAUSANDO MORTI DI COVID 19 E DI FAME. DEL RESTO, TRA I PIU' PERICOLOSI BIO LABORATORI DEL MONDO, QUELLO DI WUHAN E' TRA I PRIMI A DESTARE ALLARME PER LA SALUTE UMANA GLOBALE. LE PROTESTE DI HONG KONG CONTRO IL REGIME COMUNISTA CINESE SONO STATE TACITATE PROPRIO A CAUSA DEL VIRUS, UNA STRANA COINCIDENZA VI PARE? UN DATO E' CERTO: LA CINA NON E' IL PAESE PIU' AFFIDABILE CON CUI FARE AFFARI....

   
PTV News 20.04.2020 - La nuova guerra fredda VS Pechino



In Florida prima causa contro la Cina: “È colpevole di aver nascosto il virus”

Boca Raton è una cittadina di nemmeno 90.000 abitanti, si trova a nord di Miami, distante una settantina di chilometri. Perchè parliamo di Boca Raton? Da lì è partita una 'class action', causa collettiva, che in tribunale potrebbe fare parecchio rumore. Berman Law Group, studio legale che ha sede nella città della Florida, ha infatti presentato una denuncia, federale, contro la Repubblica Popolare Cinese e altre entità del governo asiatico, accusandoli di mala gestione del COVIV-19: infatti non avrebbero denunciato lo scoppio del Coronavirus nei tempi dovuti, nascondendo le informazioni e facendo così in modo che scoppiasse la pandemia. "La Repubblica Popolare Cinese e gli altri imputati - si legge nella denuncia presentata - sapevano che il COVID-19 era pericoloso e in grado di provocare una pandemia, ma ha agito lentamente, mettendo la testa sotto la sabbia, coprendo il tutto per un proprio interesse economico. La condotta degli imputati ha causato, e continuerà a farlo, lesioni personali, decessi nonchè altri danni". Solo uno stralcio della class action intentata dal Berman Law Group, che ha il sostegno anche di nomi importanti della politica, da Frank Biden, fratello dell'ex vice presidente Joe, oggi candidato Democratico alla Casa Bianca e Joseph Abruzzo, ex congressista e senatore in Florida, dello stesso schieramento politico. La causa è stata intentata a nome di cinque querelanti, nessuno dei quali colpito dal Coronavirus, ma che affermano di essere stati danneggiati dalla pandemia, ma lo studio legale ha aggiunto che, dal momento che la causa è stata presentata, hanno ricevuto decine di telefonate di altre persone, società, enti che si vogliono aggiungere alla class action. Secondo la denuncia i querelanti sono "praticamente certi che soffriranno di malattie fisiche, morte, oltre che di stress emotivo e delle conseguenti manifestazioni fisiche, e altri danni, a causa degli effetti del Coronavirus". In venti pagine lo studio legale ha presentato i punti base della denuncia, facendo anche riferimento a tesi, al momento non confermate, sulla origine del virus, inclusa una teoria emersa da un laboratorio di microbiologia che si trova vicino a Wuhan, la città cinese da dove è partito il contagio che sta fermando il mondo. Ma il Berman Law Group è fiducioso che sarà in grado di determinare l'origine del virus dopo aver ottenuto documenti proprio dalla Cina e se il Governo cinese potrebbe ignorare la causa, come ha sottolineato lo studio legale, gli stessi avvocati però hanno aggiunto che ci sono mezzi affinchè le entità portate in tribunale possano conformarsi al processo giudiziario, una delle più ovvie, puntare su diversi conti bancari e fare affidamento sui trattati esistenti tra Stati Uniti e Cina. Ma davvero è possibile portare in tribunale, davanti a una giuria statunitense, il potentissimo Governo cinese? "Generalmente - ha spiegato a Fox News Nitsana Darshan-Leitner, avvocatessa israeliana specializzata nel citare in giudizio, a nome delle vittime, regimi terroristici e stati che che hanno sponsorizzato e orchestrato violazioni di diritti umani - nazioni come la Cina hanno una immunità sovrana e i governi non possono essere portati davanti a tribunali ordinari ed essere ritenuti responsabili indipendentemente dalla loro condotta. Tuttavia, si potrebbe argomentare, come il sostegno al terrorismo, che è legalmente perseguibile, un governo che si impegna con una simile spericolata indifferenza e negligenza, coprendo una epidemia che ha il potenziale di diffondersi in tutto il mondo, potrebbe essere ritenuto legalmente responsabile. Atti deliberati per nascondere una crisi medica mortale non sono tra quelli protetti di uno stato sovrano o dei leader responsabili". Se una parte privata, come un ospedale, un operatore sanitario di una società chimica, avesse saputo di una malattia così altamente contagiosa e devastante e poi deliberatamente avesse nascosto tutto, avrebbe chiaramente affrontato responsabilità penali e civili. "Perchè un governo locale o nazionale dovrebbe essere diverso? La Cina - ha concluso - ha firmato dei trattati e aveva il dovere, ai sensi del diritto internazionale, di denunciare il virus, non di coprirlo. La Cina non è colpevole per la nascita del Coronavirus, ma per aver cercato di nasconderlo al mondo e non aver lanciato tempestivamente l'allarme internazionale". E lo studio legale di Boca Raton, nella sua denuncia, ha sottolineato come già dal 3 gennaio le autorità cinesi sapessero della trasferibilità del virus da persona a persona, però hanno continuato a dire agli abitanti di Wuhan, e al mondo, che era tutto ok, organizzando addirittura un banchetto pubblico nella città, il 18 gennaio, alla presenza di 40.000 persone.

Hotel a Cortina chiede i danni alla Cina

Per le ritardate comunicazioni all’Oms circa l’effettiva gravità della pandemia e il suo grado di diffusione. Una citazione che parte dalle Dolomiti e raggiunge Pechino. L’Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo con una mossa a sorpresa ha citato per danni il ministero della Sanità della Repubblica popolare per «non aver tempestivamente segnalato all’Oms lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo fra novembre e dicembre 2019 e non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sui passeggeri in partenza dalla Cina». Da una parte la società che gestisce lo storico hotel che si affaccia su Corso Italia rappresentata dall’avvocato Marco Vignola di Bari, dall’altra la superpotenza economica in un contenzioso che potrebbe piacere anche al presidente Usa. Trump accusa la Cina di avere diffuso il Covid-19 e fornito false informazioni sulla pandemia. Nell’atto si chiedono inoltre i danni patiti dal turismo della cittadina perché l’Hotel De La Poste registrava il tutto esaurito anche in vista delle finali di Coppa del Mondo di sci alpino che si sarebbero dovute svolgere tra il 18 e il 22 marzo. Gare poi annullate proprio a causa della pandemia scatenata dal virus cinese.
Il 12 marzo l’hotel è stato costretto a chiudere anticipatamente «nel pieno della stazione sciistica, con conseguenze disastrose tra cui il licenziamento di tutto il personale e la disdetta dei contratti di fornitura, così come è avvenuto per tutte le altre strutture ricettive ampezzane» si legge nella citazione. La stagione invernale 2019/2020 è considerata la migliore del decennio, caratterizzata da un perfetto innevamento e condizioni meteo ottimali per gli appassionati. «Le gravi omissioni del ministero della Salute cinese hanno impedito allo Stato italiano una tempestiva assunzione di provvedimenti da adottare in ordine sanitario e pubblico che sicuramente avrebbero ridotto al minimo il disagio e le conseguenze negative derivanti dal Covid-19».

Germania: ambasciata cinese risponde a accuse BILD

L'ambasciata cinese in Germania ha pubblicato una lettera aperta che confuta un articolo del tabloid BILD. Il quotidiano sostiene che la Cina abbia un "debito" nei confronti della Germania a causa della pandemia COVID-19. Nella lettera si legge che l'articolo di BILD è di cattivo gusto, visto che "ritiene un Paese responsabile di una pandemia che ha colpito il mondo intero" e ha anche presentato un resoconto esplicito dei presunti debiti cinesi nei confronti della Germania. La missiva dell'ambasciata cinese sostiene che l'articolo di BILD ignora alcuni fatti essenziali, che la Cina non ha mai nascosto informazioni importanti sul COVID-19 e ha adempiuto ai suoi doveri informativi nei confronti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo la lettera aperta, molti Paesi che ora sono alle prese con COVID-19 hanno avuto il tempo di prepararsi alla diffusione transfrontaliera del virus dopo che la Cina ha segnalato l'epidemia seguendo le linee guida del Regolamento sanitario internazionale.


Nessun commento: