lunedì 2 marzo 2020

Big Pharma ringrazia il coronavirus, “previsto” da Bill Gates

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Mercoledi 4 Dic 2019
 VIR: 13,60

VI SEMBRA NORMALE CHE UN LABORATORIO AD ALTO RISCHIO BIOLOGICO SI TROVI ALL'INTERNO DI UN CENTRO DENSAMENTE ABITATO COMA LA CITTA' DI WUHAN IN CINA? NON DOVREBBERO ESISTERE NORMATIVE CHE VIETANO DI ESPORRE AD INUTILI E GRAVI RISCHI LA POPOLAZIONE CIVILE?!!....


Chi guadagna dalla diffusione della paura da contagio? I colossi farmaceutici privati quotati in Borsa. Per appurarlo basta osservare gli andamenti borsistici. Chi aveva puntato i propri investimenti, per fare un esempio, su trasporti aerei o aziende che fondano la propria attività sul turismo (migliaia i voli cancellati), è indotto a venderle e comprare azioni di istituti che mostrano di impegnarsi nel settore della ricerca di vaccini contro il virus. Le azioni di Vir Biotechnologies, ad esempio, fondata nel 2016, che sviluppa trattamenti per le malattie infettive, dall’inizo del 2020 ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 97%, con conseguente impennata della capitalizzazione dell’azienda che è arrivata a ben 3 miliardi di dollari. L’offerta di azioni Vir è guidata da Goldman Sachs, Jp Morgan Chase, Cowen e Barclays. Le azioni sono negoziate su Nasdaq Global Select Market venerdì con il simbolo Vir. Come Vir, Inovio Pharmaceuticals, Moderna e Novavax. Quest’ultima ha registrato un rialzo del 113%. La Coalizione for Epidemic Preparedness Innovations, ente non profit pubblico-privato con sede in Norvegia, ha donato 11 milioni di dollari in finanziamenti alle prime due per incentivarle a sviluppare vaccini contro il coronavirus. Il Pirbright Institute per la prevenzione e il controllo delle malattie virali ha ricevuto cospicui finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation.




A pensar male si potrebbe ipotizzare che la capacità di assemblare virus in laboratorio (Sars 2002, Aviaria 2005, Suina 2009) a partire da modifiche a virus esistenti (uso privatistico delle applicazioni della scienza in mano a settori privati senza scrupoli) sia parte integrante della criminale strategia affaristica. Un po’ come è successo e succede con i virus informatici. Diffondi il virus, vendi l’antivirus… Forse non è a caso che a guadagnare da questo stato di cose ci siano, tra i partner di Vir Biotechnologies, la Bill & Melinda Gates Foundation… La Bill & Melinda Gates Foundation è partner di Inovio Pharmaceuticals, insieme a Darpa (Defence Advanced Research Projects Agency – Agenzia di ricerca militare progetti avanzati), di Novavax, Moderna (insieme a Darpa) e Vaxarta. Su un altro versante, però, la fondazione di Bill Gates sembra volersi sdebitare donando 100 milioni di dollari in finanziamenti per soccorritori di prima linea, misure di prevenzione e sforzi terapeutici in tutto il mondo. Il presidente Xi Jinping esprime «sincera gratitudine a Bill e Melinda Gates per il sostegno della loro fondazione alla Cina dopo lo scoppio del nuovo coronavirus».

Tutto questo risuona con quanto denunciato da Simone Lombardini (membro del Comitato No Guerra No Nato): 1. Wuhan è la città che ospita, dal 2014, l’unico laboratorio di materiale biologico potenzialmente impiegabile come arma militare biologica; 2. Nel 2015 è stato depositato, da un istituto di cui è partner la solita Bill e Melinda Gates Fondation, un brevetto di coronavirus attenuato, disponibile all’uso dal 2018; 3. Nel marzo 2019 viene inviato al laboratorio di Wuhan un pacchetto di virus infettivi letali dal laboratorio Bls-4 canadese; 4. Il 18 ottobre, poco prima della apparizione dei primi casi di infezione, Bill e Melinda Gates organizzano una simulazione di pandemia globale da coronavirus con le stesse caratteristiche di quello che si sta diffondendo; 5. A due settimane dalle prime manifestazioni del virus, nel pieno rispetto dei suoi tempi di incubazione, arrivano a Wuhan 300 militari statunitensi in occasione della partecipazione ad una manifestazione della Military World Games. C’è poi la pubblicazione di uno studio scientifico, opera di ricercatori cinesi, che necessita di ulteriori conferme, che sostiene che le popolazioni asiatiche abbiano più recettori per questo coronavirus.


Ecco l’abstract del paper: «Il nuovo coronavirus (2019-nCov) è stato identificato a Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina, nel dicembre del 2019. Questo nuovo coronavirus ha portato a migliaia di casi di malattia letale in Cina, con ulteriori pazienti identificati in un numero in rapida crescita a livello internazionale. È stato segnalato che 2019-nCov condivide lo stesso recettore, l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina (Ace2), con Sars-Cov. Qui sulla base del database pubblico e della tecnica Rna-Seq a cella singola all’avanguardia, abbiamo analizzato il profilo di espressione dell’Rna Ace2 nei normali polmoni umani. Il risultato indica che l’espressione del recettore del virus Ace2 è concentrata in una piccola popolazione di cellule alveolari di tipo II (At2). Sorprendentemente, abbiamo scoperto che questa popolazione di At2 che esprime Ace2 esprimeva anche molti altri geni che regolano positivamente la riproduzione e la trasmissione virale. Un confronto tra otto singoli campioni ha dimostrato che il maschio asiatico ha un numero estremamente elevato di cellule che esprimono Ace2 nel polmone. Questo studio fornisce un background biologico per l’indagine epidemica della malattia da infezione 2019-nCov e potrebbe essere importante per il futuro sviluppo della strategia terapeutica anti-Ace2».


Naturalmente, in agguato c’è il solito rischio di bolla finanziaria, nel caso in cui le società su cui si punta falliscano nei loro obiettivi dichiarati, ma questo risulta secondario. Nella logica della finanza speculativa, infatti, tutto sta a sfruttare al meglio il periodo in cui i titoli aumentano di valore consentendo il solito gioco: vendere al momento opportuno ad un prezzo più alto di quello di acquisto. Più in generale, se si diffonde il panico finanziario (in questo periodo sui mercati borsistici si vendono titoli e si compra oro, che è un bene-rifugio) a perderci saranno i piccoli e medi investitori, a guadagnarci i ricchissimi – ossia quelli che sanno come guadagnare da qualsiasi congiuntura economica. Sono quelli che approfittano del panico diffuso ad arte, aspettano la fuga dei “piccoli” e quando arriva il momento che reputano più opportuno fanno man bassa, comprando a pochissimo titoli da cui i più sono fuggiti, diventando ancora più ricchi. A ben pensare capiamo anche perché l’impresa farmaceutica pubblica è stata via via marginalizzata e in gran parte svenduta e privatizzata. Il virus sembrerà riconoscere tutti quei paesi fragili dal punto di vista dell’organizzazione e dell’efficienza della loro sanità pubblica e si diffonderà rapidamente tra le loro popolazioni. Un singolo virus potrebbe inoltre riuscire a sgonfiare l’enorme bolla della finanza globale mettendo a nudo la instabilità della “economia” dominante, che ha lasciato prevalere le assurde quanto criminali pretese della finanza speculativa sulla economia reale e sulla politica.

(Francesco Cappello, “A pensar male…”, da “Scenari Economici” del 23 febbraio 2020).

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