La ripresa dei lavori parlamentari a Westminster a una settimana dalle elezioni, si è aperta con il Queen’s Speech, la lettura da parte della regina Elisabetta II del programma legislativo del nuovo governo.
Nel suo discorso, la Regina ha annunciato che l’esecutivo intende «sfruttare al massimo le opportunità» aperte dalla Brexit. E il primo dei progetti presentati è proprio il Withdrawal agreement bill (Wab), il fascicolo attuativo relativo all’accordo raggiunto lo scorso ottobre dal premier, Boris Johnson, e i negoziatori Ue. Ma il punto più discusso del Wab, annunciato nei giorni scorsi dai Tories, è che il periodo di transizione conseguente alla Brexit non sarà protratto oltre la fine del 2020.
Una data di scadenza che, secondo molti a Bruxelles, non è sufficiente per raggiungere un accordo con l’Ue. Il periodo avrebbe inizio il prossimo 31 gennaio, nella data dell’uscita formale, promessa dal premier perché la Brexit sia «impacchettata per Natale» per i cittadini.
Ma il "radicale" programma legislativo nel corso del dibattito che ha fatto seguito al Queen’s Speech, mira oltre il 2020 e vorrebbe invece aprire "una nuova età aurea". I progetti includono riforme dei settori finanziari, agricoli, della pesca, oltre a un’espansione della spesa pubblica volta soprattutto a proteggere il Servizio sanitario nazionale e le forze dell’ordine. Nuovi fondi per sanità e forze dell'ordine, con 50 mila nuove infermiere e 20 mila nuovi agenti, insieme alla promessa di ridurre le tasse per le società, di introdurre un sistema a punti sul modello australiano per controllare l'immigrazione e di portare a conclusione la Brexit a gennaio. Questi i punti principali del manifesto elettorale dei Tory. L'inquilino di Downing Street ha assicurato che dopo la storica vittoria i Tory investiranno altri milioni di sterline ogni settimana in scienza, istruzione e infrastrutture, e ha posto l'obiettivo per zero emissioni nette di Co2 per il 2050. Tutti risultati che verranno raggiunti senza aumentare l'Iva o l'imposta sul reddito.
Diverse misure, poi, potrebbero causare controversie, soprattutto in materia di immigrazione, difesa per l’antiterrorismo, riforma delle istituzioni e riguardo un divieto imposto sull’organizzazione di campagne di boicottaggio senza previa autorizzazione del governo. Non c'è dubbio. Con Boris Johnson il Regno Unito sta veramente vivendo tempi straordinari.
Cinzia Palmacci
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