lunedì 3 giugno 2019

Guerra tra bande

I popoli verso l’ultimo modello di schiavitù. La sovranità degli Stati piegata dai poteri forti che hanno come obbiettivo un supergoverno mondiale capace di avere il controllo totale dell’economia, dei media, dell’intero mondo, con la conseguente perdita della dignità umana.

L’anno scorso (2010), Charlie Skelton un giornalista del “The Guardian” accompagnato da un po’ di fortuna, è riuscito ad ascoltare uno scambio di informazioni tra gli organizzatori dell’annuale riunione segreta del Bilderberg Group, tenutasi in Spagna, a Sitges, presso l’Hotel Dolce: “il mondo deve avere fame, annientare la classe media, abbassare il tenore di vita mediante un aumento della povertà, bloccare il risveglio civile dei popoli, necessaria la caduta dell’euro per instaurare il prima possibile un governo mondiale” è solo una parte dei propositi della corporazione che comprende al suo interno potenti “illuminati” che hanno per obbiettivo finale il controllo totale dell’economia, dei media, del mondo intero. “In cima all’agenda del meeting del 2010 c’era la recessione globale e le proposte per l’elaborazione di collassi economici che possano giustificare l’istituzione di una governance economica di portata mondiale” riferisce Daniel Estulin che da decenni è la spina nel fianco della Corporazione Bilderberg. Inarrestabile nel dare la caccia ai loro segreti punti d’incontro, nell’ottenere informazioni dall’interno che rivelavano cosa succedesse dietro le porte chiuse, persino fotografando i partecipanti e rivelando tutto pubblicamente. Nel suo libro “The Bilderberg Group”, Estulin dice chiaramente che il gruppo, insieme al CFR (Council on Foreign Relations – dal 1921 riunisce tutti i personaggi che gestiscono gli USA) e alla TC (Trilateral Commission – unisce industriali e businessman dei tre blocchi continentali USA, Europa, Giappone/Asia ) , è diventato un governo ombra la cui maggiore priorità è cancellare la sovranità di tutti gli Stati nazionali e soppiantarla con il controllo corporativo globale delle loro economie sotto la sorveglianza di uno “Stato di polizia globale elettronico”. Il giornale londinese The Times già nel 1977, diceva dei Bilderbergers “una congrega dei più ricchi, dei più economicamente e politicamente potenti e influenti uomini nel mondo occidentale, che si incontrano segretamente per pianificare eventi che poi sembrano accadere per caso”. Un articolo comparso sull’Economist conferma che ‘l’élite cosmopolita” si ritrova effettivamente in quei meeting esclusivi per forgiare il mondo nel quale la “superclasse” desidera abitare. Una bella ammissione che rivendica con orgoglio chi scrive dato che il suo editore è un abituale frequentatore della conferenza annuale del gruppo Bilderberg,

William Cooper un anziano Sotto Ufficiale dei Servizi Segreti della Marina Statunitense, include nel suo libro “Behold a pale horse” (Light Technology 1991) del materiale top secret nel quale è illustrato il pensiero e la strategia adottati dal comitato politico del Gruppo Bilderberg. Questo documento programmatico ha un titolo quanto mai significativo “Armi Silenziose per delle guerre tranquille”. Il documento riporta la data del maggio 1979, ma fu ritrovato solo nel 1986. Cooper spiega “ Ho letto dei documenti top secret che spiegano che “Armi Silenziose per delle guerre tranquille” è una dottrina adottata dal comitato politico del Gruppo Bilderberg durante il suo primo meeting nel 1954. Una copia trovata nel 1969 era in possesso dei Servizi di Informazione della Marina Statunitense”.

Ma chi sono questi “illuminati”? Si chiamano corporazioni, le lobby. I più influenti il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale, il Carnegie Endowment for International Peace e il Gruppo dei Trenta, oltre alla Bilderberg Group che è la più potente. Sono circa 200 personaggi di primo piano a far parte del Bilderberg (tra cui molti italiani). Sono primi ministri, petrolieri, presidenti di multinazionali, finanzieri, governatori di banche centrali, reali, dirigenti della Nato, dell’UE e dell’ONU, professori universitari, magnati dell’informazione, nomi di rilievo del giornalismo internazionale, direttori ed editorialisti delle più diffuse testate americane ed europee, che si sono arrogati il diritto di decidere le sorti dell’umanità per soddisfare la sete di potere e di denaro. Tutto questo pare fantascienza invece forse potremmo già chiamarla la quarta guerra mondiale (la terza ha già avuto corso con la “ guerra fredda”), combattuta anche e soprattutto con la complicità del mondo dei media.

Una guerra silenziosa che giorno dopo giorno sgretola ogni principio di libertà e di democrazia. Un popolo povero è più facilmente gestibile, non può pensare ad altro che alla propria sopravvivenza e a tutti gli escamotage per arrivare alla fine del mese. A conferma di questa destabilizzazione globale per ottenere il controllo assoluto sulle popolazioni, e di conseguenza il potere assoluto, arrivano le recenti scioccanti dichiarazioni contenute nel documentario “Warology” dove si apprende “la guerra del futuro sarà una guerra senza militari, invisibile. Il nemico lo devi prendere e trasformare in un consumatore dei tuoi prodotti, non ucciderlo”. Interessanti interviste a personaggi che ricoprivano ruoli strategici di primo piano, raccontano come la tecnologia oggi disponibile e la complicità manipolatrice dei media, siano le nuove armi dei “Signori della guerra”.

Tra le varie colpe dei media c’è la più “tossica”, la creazione della paura. Si creano eventi per produrre paura. Addirittura esistono nuove discipline di guerriglia applicate al marketing e chi sta sfidando il mondo non si fa mancare i professionisti migliori. Morgan Menegazzo, regista del documentario Warology ( assolutamente da vedere) afferma “ la paura è un’arma potentissima che permette di modellare le nostre emozioni e le nostre reazioni, indirizzandole nella direzione voluta. La paura del terrorismo ha portato a giustificare guerre e massacri, leggi liberticide e strumenti di controllo di massa. La paura della disoccupazione ha costretto i lavoratori ad accettare la soppressione dei loro diritti, il dumping e la precarizzazione del mondo del lavoro. Ma questi sono solo esempi.” Tutto questo trova terreno fertile nella passività dei paesi occidentali. Ci lasciamo guidare da ciò che dicono i media e nemmeno ci chiediamo se sarà vero. Dobbiamo imparare a guardare i fatti con i nostri occhi. I giornalisti hanno abdicato dalla vera essenza della loro professione e si limitano a raccogliere i comunicati stampa preparati ad hoc, divulgati dai medesimi interessati, come d’altra parte afferma il Col Umberto Rapetti – Comandante del nucleo CAT gruppo anticrimine tecnologico – “ La guerra dell’informazione è combattuta da tutti. L’85% delle informazioni arrivano dagli stessi soggetti protagonisti, vedi la macchina degli uffici stampa che raccontano quello che fanno le aziende di riferimento. Le tv e i giornali sono di fatto condizionate dagli inserzionisti, se una notizia non deve uscire l’inserzionista compra una pagina e quella notizia non esce più”. Chi si piglia la briga di andare a verificare viene inevitabilmente fermato dalla mancanza di mezzi economici o da un “casuale” incidente e in merito ne so qualche cosa personalmente. Il Gen Fabio Mini – ex comandante Nato Esperto in strategie e storia militari nell’intervista afferma “ la guerra è cambiata, sono cambiate le motivazioni della guerra e le strategie. Non è più un confronto tra Stati sovrani ma uno scontro tra volontà, per interessi, volute da organizzazioni e non organizzazioni. Si tratta di guerre che non hanno una data di inizio ne di fine. Guerra silenziosa. Chi gestisce gli interessi gestisce la guerra. Esistono poteri forti che hanno un potere economico superiore agli Stati e per questo li piega al loro volere.

“Dietro ai media c’è sempre qualcuno, c’è sempre molto denaro, ossia il potere economico forte che decide. La disinformazione è normale in queste condizioni” afferma Gen Cucchi ex direttore servizi segreti Cesis e Cis “ ma non dimentichiamo che l’informazione è solo una delle armi più potenti, l’altra è il condizionamento meteorologico e degli eventi naturali. Il progetto Haarp era nato come progetto interuniversitario ma si sa, la ricerca a i soli fini scientifici non produce nulla e nessuno è disposto a finanziarla. Così è passato ad essere un progetto scientifico a scopo bellico e il maggior finanziatore è il pentagono”. “Entro il 2025 ci sarà il completo dominio sulla meteorologia – spiega il Gen. Carlo Jean – ma non solo, l’applicazione delle neuroscienze permettono di modificare le griglie di lettura degli avvenimenti e questo apre indubbiamente degli orizzonti inquietanti nei confronti della libertà e della democrazia”.

Basta digitare http://csat.au.af.mil/2025/volume3/vol3ch15.pdf e potrete visionare voi stessi il rapporto “Air Force 2025, dove troverete molti particolari interessanti inerenti persino alla penetrazione e la modifica della ionosfera. I laboratori dove si sviluppano queste ricerche sono al di sopra dell’immaginabile. Già oggi è possibile alluvionare territori oppure provocare tali siccità da renderli desertici, deviare e provocare tifoni spargendo delle soluzioni chimiche contenenti argento, addirittura è possibile provocare maremoti e terremoti.

Tutto ciò difficilmente lo potrete trovare su altri giornali, nessuno sarebbe disposto a pagare per la pubblicazione di certe realtà. E’ importante prendere coscienza che la nostra società offre terreno favorevole a chi vuole distruggere la dignità dell’essere umano. E’ necessario rivoluzionare il nostro sistema di vita e ritornare indietro di un passo, ritrovare i valori da cui l’uomo non può prescindere, ascoltare e guardare con attenzione ciò che ci accade intorno, essenzialmente a TV spenta. E pensare che c’è gente che ancora si applica negli scadutissimi show politici tra destra e sinistra, quando in gioco c’è il bene più prezioso, la nostra libertà.




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