venerdì 3 maggio 2019

Rivelazione shock: "Scagionate Rosa e Olindo, non sono loro gli assassini"

Rivelazione shock: "Scagionate Rosa e Olindo, non sono loro gli assassini"







Si sta per riaprire uno dei casi di cronaca che fecero inorridire l'Italia intera.

Torna a far sentire la sua voce il superteste che scagiona Olindo Romano e Rosa Bazzi. Vacilla in tal modo l'intero impianto accusatorio nei confronti della coppia accusata di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef e la suocera Paola Galli (l'altra vittima fu Valeria Cherubini) e di aver ferito quasi mortalmente un altro vicino di casa (Mario Frigerio, marito della Cherubini, salvo per una malformazione congenita alla carotide e superteste dell'accusa)

Cinque anni fa, scrive Il Giornale, lo stesso Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, davanti alla corte d'Assise di Como, aveva espresso dei dubbi sulla reale colpevolezza dei coniugi, che sono stati condannati all'ergastolo in Cassazione. Marzouk si era confidato con due guardie carcerarie.

Azouz, oggi sarebbe pienamente convinto della loro innocenza - tanto da aver rifiutato il risarcimento come parte civile - alla vigilia della sentenza di primo grado fu interrogato su quel rapporto della polizia penitenziaria al tribunale di Comoma non si sbilanciò. Un uomo, aveva raccontato, era andato da sua madre in Tunisia sostenendo che gli assassini fossero altri.

Oggi il nuovo legale di Azouz Luca D'Auria dice di aver trovato il misterioso uomo:


Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato in un bar l'uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008 - rivela l'avvocato a «Cronaca Vera» oggi in edicola - mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all'epoca in Brianza c'erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, "gli arabi non uccidono i bambini.

Il processo fu caratterizzato dalle confessioni, poi ritrattate, dei coniugi, mentre i rilievi del Ris rivelarono una serie di contraddizioni come nel caso della macchia di sangue definita minuscola e ritrovata due settimane dopo la mattanza sull’auto di Olindo Romano e la deposizione del superteste, che prima identificò davanti ai pm in una persona sconosciuta di carnagione olivastra il killer della moglie salvo poi cambiare idea e puntare su Olindo.


La ricostruzione del delitto ha alcuni punti mai chiariti. Valeria Cherubini venne trovata in casa sua con la gola squarciata anche se i soccorritori hanno confermato che la donna era ancora viva al momento del loro arrivo dato che chiedeva aiuto, contrastando la versione per la quale avesse la lingua tagliata. D’Auria è convinto dell’innocenza dei Romano ed ha depositato il ricorso per la revisione del processo alla Corte di giustizia europea di Strasburgo:

Presto tornerò per verbalizzare le sue dichiarazioni nell’ottica di una richiesta di revisione del processo. Azouz è convinto di due cose, che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa

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Torna alla ribalta il caso della strage di Erba dopo le dichiarazioni di Azouz Marzouk sull'innocenza di Rosa e Olindo, e soprattutto dopo i vari servizi che il programma "Le Iene" ha dedicato al caso. Nel 2013 spuntò un superteste che scagionava Olindo Romano e Rosa Bazzi, facendo vacillare in tal modo l'intero impianto accusatorio nei confronti della coppia accusata di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef e la suocera Paola Galli (l'altra vittima fu Valeria Cherubini) e di aver ferito quasi mortalmente un altro vicino di casa (Mario Frigerio, marito della Cherubini, salvo per una malformazione congenita alla carotide e superteste dell'accusa). Nel 2008, scriveva Il Giornale, lo stesso Azouz Marzouk, padre e marito di due delle vittime, davanti alla corte d'Assise di Como, aveva espresso dei dubbi sulla reale colpevolezza dei coniugi, che sono stati condannati all'ergastolo in Cassazione. Marzouk si era confidato con due guardie carcerarie.

Azouz, oggi sarebbe pienamente convinto della loro innocenza - tanto da aver rifiutato il risarcimento come parte civile - alla vigilia della sentenza di primo grado fu interrogato su quel rapporto della polizia penitenziaria al tribunale di Como ma non si sbilanciò. Un uomo, aveva raccontato, era andato da sua madre in Tunisia sostenendo che gli assassini fossero altri.

Oggi il nuovo legale di Azouz Luca D'Auria dice di aver trovato il misterioso uomo: Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato in un bar l'uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008 - rivela l'avvocato a «Cronaca Vera» - mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all'epoca in Brianza c'erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, "gli arabi non uccidono i bambini".

Il processo fu caratterizzato dalle confessioni, poi ritrattate, dei coniugi, mentre i rilievi del Ris rivelarono una serie di contraddizioni come nel caso della macchia di sangue definita minuscola e ritrovata due settimane dopo la mattanza sull’auto di Olindo Romano e la deposizione del superteste, che prima identificò davanti ai pm in una persona sconosciuta di carnagione olivastra il killer della moglie salvo poi cambiare idea e puntare su Olindo.

La ricostruzione del delitto ha alcuni punti mai chiariti. Valeria Cherubini venne trovata in casa sua con la gola squarciata anche se i soccorritori hanno confermato che la donna era ancora viva al momento del loro arrivo dato che chiedeva aiuto, contrastando la versione per la quale avesse la lingua tagliata. D’Auria è convinto dell’innocenza dei Romano ed ha depositato il ricorso per la revisione del processo alla Corte di giustizia europea di Strasburgo: Azouz è convinto di due cose, che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa.


ALTRE CONSIDERAZIONI SUL CASO. QUANTI SONO I "MOSTRI DA PRIMA PAGINA" IN ITALIA?

Annamaria Franzoni

La stessa Rosa Bazzi confessa che la sera della strage vide un uomo entrare nel palazzo con una strana valigia di plastica: “Quella sera vidi un uomo con una borsa di plastica entrare nella palazzina dell’orrore”....Pago la mia confessione ma non certo le mie colpe, perché non sono entrata in quella casa”. A confermare la sua tesi sarebbe l’assenza di prove nell’appartamento dei coniugi Romano. “Dissero che ero stata brava a ripulire tutto, ma ribaltarono la casa da cima in fondo”. E allora perché quella confessione? “Perché meglio due cretini in carcere, che sapere di assassini a piede libero” dice Rosa Bazzi. 
Ma al giornalista Monteleone Rosa Bazzi dichiara anche un'altra cosa importante, e cioè che lo psichiatra Picozzi le avrebbe estorto la confessione di colpevolezza suggerendole perfino come muoversi al fine di essere convincente. Tutti ricordiamo il video shock in cui Rosa "confessa" come ha ucciso le vittime. 
La storia della strage di Erba è uno di quei tanti casi in cui probabilmente persone innocenti scontano al posto dei veri colpevoli, e il ruolo dei periti nominati dalla magistratura si rivela sempre cruciale: parliamo degli psichiatri. In un altro caso orribile come il caso di Cogne, dove venne ritrovato un bimbo di pochi anni, Samuele, con la testa fracassata e per il quale è andata in galera a scontare 16 anni la madre del piccolo, due figure apparse in secondo piano, ma sicuramente più decisive di quanto è stato fatto credere all'opinione pubblica, sono quelle della psichiatra amica della Franzoni e del marito, e quella del collega psichiatra Francesco Bruno che consolidò il quadro accusatorio a carico della madre del piccolo trucidato. Sia nel caso di Erba, che nel caso di Cogne, le vittime designate sono due bimbi: Youssef di soli due anni, ritrovato in un lago di sangue insieme ai corpi della madre e degli altri componenti della famiglia, probabilmente intervenuti per difenderlo, e Samuele di soli 3 anni. 
Sono diversi i casi in cui testimoni di casi di cronaca rivelano di essere stati "suggestionati" da psichiatri e psicologi a confessare cose mai commesse. Allora la domanda è: perchè questi professionisti agiscono in questo modo, chi hanno interesse a coprire o cosa? Un fatto è certo: quando le vittime sono bimbi innocenti non bisognerebbe mai scuotere le spalle in modo indifferente. Il testimone che parlò con la madre di Marzouk in Tunisia parlò di "un gruppo di professionisti che uccidono bambini". Adesso, conoscendo i casi di cronaca che troppe volte in Italia hanno coinvolto sette sataniche e traffici di bimbi per il mercato degli organi o della pedofilia, questa dichiarazione meriterebbe di essere presa in seria considerazione. E' evidente che, sia nel caso di Erba che nel caso di Cogne, i bimbi dovevano essere rapiti, ma qualcosa deve essere andato storto perché l'epilogo è stata la morte delle vittime. Ora è chiaro che in entrambi i casi ci volevano degli innocenti a pagare per i veri colpevoli, i "mostri" da sbattere in prima pagina. Un gruppo di professionisti veramente ben organizzato, non c'è dubbio. 

CINZIA PALMACCI



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