giovedì 25 aprile 2019

"Bergoglio confessore del prete pedofilo. Per questo non torna in Argentina". Ma c'è di più.....

"Bergoglio confessore del prete pedofilo. Per questo non torna in Argentina"


Perché Bergoglio da quando è papa non torna nella sua Argentina? In particolare a Buenos Aires, città che gli ha dato il Natale e dove per molti anni fu Arcivescovo. E’ la domanda che si pone Juan Pablo Gallego, il più famoso avvocato delle vittime di abusi sessuali da parte del Clero cattolico in Argentina. “Per il caso di Don Julio Grassi; i punti oscuri del passato di Bergoglio sono tutti qui” risponde Gallego. In un intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, l’avvocato argentino racconta come il passato di Bergoglio si intreccia con quello di padre Julio Grassi accusato e condannato a 15 anni di carcere dalla Corte suprema argentina per abusi sessuali nella struttura per minori che dirigeva.



“Tutto iniziò nel 2002, con la trasmissione tv Telenoche Investiga. Qui furono rese note alcune denunce per presunti abusi contro Grassi, il fondatore di Felices los niños, un’associazione molto nota per salvare dalla strada minori in condizioni di povertà e droga. Padre Grassi, - spiega Gallego - da noi in Argentina, era una vera e propria istituzione: il sacerdote più mediatico del Paese. Bergoglio, quando era Arcivescovo di Madrid, era stato anche il prete confessore di Grassi”.



Da quando l'avvocato Gallego ha cominciato, nel 1996, a raccogliere le denunce delle vittime di abusi da parte di padre Grassi, lui e i suoi assistiti sono stati pubblicamente denigrati e in alcuni casi minacciati ma proprio ieri, come racconta, ha ottenuto un’altra una vittoria importantissima dopo la condanna a 15 anni di carcere per abusi sessuali ripetuti su minori: l’iscrizione di Don Julio Grassi nel Registro Nacional de violadores Sexuales, nello stesso giorno in cui ha inizio il summit del Papa a Roma per indagare sulla pedofilia nella chiesa.

Nel 2006 Gallego già assisteva un bambino rimasto vittima di abusi sessuali da parte di padre Grassi, e quando incontrò Bergoglio, allora capo della Conferenza Episcopale Argentina, “lui si presentò chiuso, severo e diffidente”. La stessa Conferenza Episcopale argentina “commissionò una contro-inchiesta sul caso, mirata a distruggere la credibilità delle vittime” spiega l’avvocato Gallego, e continua: “Bergoglio in tutti questi anni non ha mai lasciato per mano Julio Grassi, come lo stesso padre ha più volte dichiarato, è per questo che il papa non torna in Argentina”

L’avvocato Gallego racconta anche di come sia stato difficile e complicato affrontare un processo contro un sacerdote così importante, fra i più potenti in Argentina, quasi quanto Bergoglio, “era uno tra i 10-15 invitati all’insediamento di ogni nuovo Presidente. Si dice anche, in ambienti ecclesiastici, che Bergoglio sarebbe ancora il confessore di Grassi” - e aggiunge - “Bergoglio, secondo il principio della confessione che vige nella Chiesa non può denunciare e rivelare il contenuto delle confessioni tenute con Grassi, Bergoglio sapeva, ed è per questo che non torna”.

E quando chiedono all’avvocato come mai, nonostante la condanna a padre Grassi da parte della Corte Suprema argentina, sia ancora sacerdote e non sia stato ridotto allo stato laicale risponde:” Sono sicuro che è stata una scelta personale del Papa, le perizie delle violenze di Grassi sono chiare, e a Bergoglio è scoppiata una bomba in faccia”. Le accuse pesanti lanciate Gallego si concludono con la convinzione da parte sua che il summit sulla pedofilia aperto dal Papa sia privo di interesse reale nell’indagare sulla pedofilia nella Chiesa. L’avvocato Gallego ha anche scritto a Papa Bergoglio chiedendo un incontro insieme al suo assistito, vittima di padre Julio Grassi, ma: “il Papa non ci ha mai voluto incontrare né siamo stati invitati a Roma” - e conclude - “Il summit di Roma non ha senso se non si discute seriamente di cancellare l’immunità per i preti pedofili. Fra qualche anno, quando uscirà di prigione, potrà persino essere eletto nuovo Papa”.


A rispondere alla domanda dell'avvocato Gallega sul motivo per cui Bergoglio non è mai tornato in Argentina da quando è papa, un altro fatto inquietante: le accuse di una modella argentina, recentemente ritrovata cadavere che, prove alla mano, ha parlato pubblicamente in un talk show del coinvolgimento di Bergoglio negli scandali di pedofilia, dichiarando che ha più volte coperto i preti che la praticano. 

Ebbene, alle prime luci dell’alba del 23 febbraio la celebrità argentina Natacha Jaitt è stata trovata morta in un resort vicino a Buenos Aires. Natacha Jaitt, 42 anni, famosa in Argentina anche per la sua partecipazione al Grande Fratello, era madre di due bambini. Il corpo è stato rinvenuto nudo su un letto senza apparenti segni di violenza, la morte sarebbe stata causata da un collasso multi organo dovuto all’assunzione di cocaina e alcol. Le indagini sono ancora in corso, anche perché i familiari e l’avvocato della vittima sono certi che si tratti di un caso di omicidio. Il mistero che aleggia sulla morte di Natacha è riconducibile ad un tweet del 5 Aprile 2018 dove aveva scritto: 

«Non ho intenzione di suicidarmi, né di imbottirmi di farmaci e annegare in una vasca da bagno, non mi sparerò un colpo in testa, quindi se ciò accade, non sono stata io. Salva il tweet».






AVISO: No me voy a suicidar, no me voy a pasar de merca y ahogar en una bañera, no me voy apegar ningún tiro , así que si eso pasa, NO NO FUI. Guarden tuit .


Tutto è cominciato dopo che Jaitt ha accusato Gustavo Vera e altri personaggi di spicco durante un popolare talk-show “Lunch with Mirtha Legrand”. Gustavo Vera è un ex politico molto amico di Papa Francesco che gestisce La Alameda, un’organizzazione no-profit per i diritti umani.
Le accuse di Natacha Jaitt a Gustavo Vera e a Papa Francesco. 

Le accuse sono gravi, parla del coinvolgimento di un club calcistico del Sud America nel traffico sessuale di bambini. Ha parlato di un’indagine che avrebbe sostenuto in cui sarebbe emerso che questi ragazzi erano costretti a compiere atti sessuali da una rete di pedofili. 

Non avendo nessuna prova a sostegno di quello che stava dicendo, altri ospiti in studio, alcuni dei quali giornalisti, hanno considerato totalmente infondate quelle accuse, difendendo Vera. Ma lei ha continuato asserendo che Vera fosse un pedofilo e non solo, lo ha anche accusato di chiudere bordelli per poi gestirli illegalmente. 

Alcuni giornalisti hanno provato a mettere in dubbio la credibilità di Natacha Jaitt a causa del suo lavoro. Infatti oltre a essere attrice e conduttrice televisiva, Natacha lavorava nella pornografia e nella prostituzione, senza mai averlo nascosto. 

Nonostante tutte le illazioni nei suoi confronti per cercare di sminuire le sue accuse, la Jaitt non si è fermata nemmeno davanti a Papa Francesco. Infatti lo ha accusato di aver “salvato” un ecclesiastico denunciato per pedofilia, quando non era ancora Papa, semplicemente mandandolo a gestire un centro per ragazzi svantaggiati che non possono reclamare le violenze subite.

Possiamo dire che questa donna non ha mai avuto paura di rivelare quello che è riuscita a scoprire nelle sue indagini, anche se non possiamo mettere una mano sul fuoco sulla veridicità dei fatti.

Nell’ottobre del 2018, sempre utilizzando il suo account Twitter, ripeteva le accuse verso Vera e Papa Francesco con questo tweet. Scriveva che Vera era un trafficante e magnaccia, complice del Papa.




Justo Gustavo Vera , el proxeneta, tratante, cómplice del papa y como anticipé y pasó, procesado por apropiación de la Alameda y otras aotrocidades ilegales. Di/os en algún momento hará justicia, amén.

La morte sospetta

L’ultima volta che è stata vista in vita pubblicamente è stato il 21 febbraio per presenziare alla testimonianza di Maximiliaon Giusto e Pablo Yotich che Natacha ha denunciato per violenza sessuale.

La notte della morte si trovava a Benavideo per un incontro di lavoro. Tutte le persone presenti con lei hanno testimoniato che Natacha quella notte avrebbe abusato di droghe e alcol.

Ma l’avvocato Alejandro Cipolla in un’intervista televisiva dice «Penso che sia stata uccisa», ricordando le accuse a politici e giornalisti riguardo lo scandalo del traffico sessuale.

Non solo, ha manifestato anche l’intenzione di interrogare le persone che hanno rilasciato la loro testimonianza sull’ultima notte di Natacha Jaitt.

Vi lasciamo con il video della trasmissione televisiva in cui Natache Jaitt denuncia tutti i fatti che, forse, l’hanno portata alla morte.

Questo il video del talk show: 
Natasha Jaitt Discusses Pedophile Network


The Death of Natacha Jaitt and The Allegations Against Gustavo Vera (attivare i sottotitoli in inglese)




2 commenti:

CINZIA PALMACCI ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
CINZIA PALMACCI ha detto...

LA CAUSA DELLA MORTE DELLA MODELLA NATACHA JAITT E' STATO UN COLLASSO MULTI ORGANO CHE RICHIAMA ALLA MENTE LO STESSO RISCONTRATO SUL CORPO DELLA MODELLA MAROCCHINA IMANE FADIL COINVOLTA NEL PROCESSO RUBY