La tratta degli esseri umani, compresa quella dei bambini, configura un «reato contro la persona e contro l'umanità». E' un nuovo mercato criminale che consiste nel reclutamento, nell'illecito trasferimento e nella successiva introduzione, per fini di lucro, di una o più persone da uno Stato ad un altro ovvero all'interno dello stesso Stato, ad opera di organizzazioni criminali transnazionali che agiscono d'accordo con organizzazioni criminali esistenti nei paesi di transito e di destinazione finale. Al trasferimento segue lo «sfruttamento sessuale o sul lavoro» delle donne e dei bambini attraverso la violenza, l'inganno, il ricatto o l'abuso di potere o di una situazione di vulnerabilità della vittima o la concessione di somme di denaro per ottenere il consenso della persona che abbia autorità sui minori o sulle donne.
Vittime di questo mercato sono diversi milioni di donne e bambini.
Private della loro dignità personale e della loro libertà di azione e di movimento, le vittime sono considerate una merce e ridotte in una vera e propria condizione di 'schiavitù', in forza della quale si crea un asservimento del trafficato verso l'organizzazione criminale, spesso a causa del debito contratto dal trafficato per il trasporto dal paese di origine a quello di destinazione. Ad oggi non si dispone di dati precisi ed univoci sul mercato nero dei minori destinati allo sfruttamento sessuale, poiché le stime eseguite dalle Organizzazioni non governative e dalle Nazioni Unite non offrono valori concordanti ma diversi tra loro.
Le Nazioni Unite dicono, al 2003, che il numero dei bambini trafficati ogni anno nel mondo si aggira intorno ad 1,2 milioni di individui. Un milione di bambini entrano nel giro della prostituzione ogni anno. Oltre l'80 per cento del traffico di esseri umani provenienti dall'Albania consiste in ragazze minorenni. Circa 200 mila bambini vengono trafficati ogni anno nell'Africa Occidentale e centrale (dati Unicef End Child Exploitation, sempre al 2003).
Secondo l'Unicef circa un terzo del traffico globale di donne e bambini avviene all'interno dell'Asia sud orientale.
I NUMERI DELL'ORRORE Le Organizzazioni non governative stimano in due milioni l'anno il numero dei bambini vittime del traffico per fini sessuali nel mondo intero. Secondo il World Social Forum, ogni giorno 3000 tra donne e bambini al mondo vengono coinvolte nel traffico. Il numero di minori trafficati è sempre più elevato. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) stima a 120 milioni il numero di bambini tra i 5 e i 14 anni costretti a forme di lavoro forzato e di sfruttamento sessuale; l'OIL denuncia sistemi di commercio di minori gestiti da organizzazioni criminali internazionali.
Il traffico di bambini è preso in esame dal protocollo delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione della tratta delle donne e dei bambini, che integra la convenzione delle Nazioni stesse del 15 dicembre 2000 sulla criminalità organizzata stipulata a Palermo. Con tale protocollo ogni Stato si impegna a dare assistenza alle vittime della tratta, difendendole dalle minacce degli autori del traffico e provvedendo al loro recupero fisico, psicologico e sociale, con la collaborazione delle organizzazioni statali e non governative.
In particolare si invitano gli Stati a dare ai minori oggetti del turpe traffico alloggio adeguato, informazione sui diritti, assistenza medica, sociale e materiale, opportunità di impiego, educazione e formazione. Il protocollo stabilisce che il consenso dato dalla vittima della tratta ad ogni forma di sfruttamento non vale ad escludere il crimine in danno dei minori.
IL MACABRO BUSINESS Le cause. Il traffico di bambini si alimenta di diversi fattori: lo scopo di lucro dei trafficanti, la povertà delle famiglie, la fragilità dei bambini, la corruzione delle autorità, la mancanza di leggi adeguate, l'inerzia dei paesi dell'Europa e l'indifferenza della pubblica opinione e dei mass media. Un fattore decisivo del traffico è la crescente domanda di sesso dei bambini da parte di consumatori europei. Personaggi insospettabili del mondo della finanza, della politica, delle istituzioni, della cultura e della società civile chiedono di fruire delle prestazioni sessuali di fanciulli sempre più giovani, offrendo in cambio denaro alle famiglie ed ai trafficanti.
E come l'aumento della domanda di droga provoca un aumento del traffico, così l'aumento vergognoso della richiesta di minori provoca l'incremento del traffico di minori. In esso sono coinvolti reclutatori, agenti corrotti, autisti di Tir, madam di bordelli, mafie di vario tipo e pedofili. Il listino dei prezzi di questo turpe commercio segue le regole del mercato: 50 mila euro per un neonato maschio in buona salute, 30 mila euro per un fegato da trapiantare. Un miliardo e duecento milioni di euro è il giro di affari l'anno.
Secondo l'Unicef il fenomeno dilaga nel cuore dell'Europa. Il teatro della vergogna è in una zona tra la Baviera, la Turingia, la Sassonia e la repubblica Ceca. Migliaia di bambini vengono portati a prostituirsi in quell'area dall'intera Europa dell'Est per 24 ore su 24. I turpi pedofili vengono dalla Germania e dalla Repubblica Ceca. I bambini per rendere al meglio vengono indotti al consumo di alcool e di droghe pesanti. Le conseguenze di queste esperienze ripugnanti sono i suicidi, le violenze, e le malattie veneree.
Questo indegno mercato si svolge con la complicità delle autorità locali corrotte, che accusano i bambini di essere consenzienti, colpevoli di offrirsi per guadagnare soldi. Il consenso dei bambini dunque giustificherebbe questo commercio. I guadagni dei trafficanti sono investiti per finanziare il traffico di armi, di droga, di visti d'ingresso, la prostituzione e per pagare le famiglie dei bambini sfruttati. Un'inchiesta dei giudici italiani ha provato un traffico di immagini di violenza sui bambini diffuse in tutto il mondo dalla mafia russa. Altra inchiesta della Direzione Nazione Antimafia riguarda bambini venduti non dichiarati alla nascita e scomparsi misteriosamente, probabilmente vittime di un traffico internazionale di organi.
In tutti gli ordinamenti giuridici democratici vige il principio di legalità: nessuno può essere punito per un fatto che non sia previsto dalla legge come reato. I romani dicevano «nullum crimen sine lege». Il traffico di minori sfugge alla sanzione penale anche perché si svolge con modalità e con azioni che in molti Stati non sono previsti come delitti. A livello regionale, nazionale e internazionale esistono numerose leggi e convenzioni che proteggono i diritti dei bambini. Tuttavia esiste un divario tra il linguaggio energico delle convenzioni internazionali e la debolezza della loro applicazione nella realtà. Questo provoca una sfiducia della pubblica opinione verso il potere legislativo e giudiziario e una crescita del fenomeno. In molti casi, i fatti di sfruttamento sono vietati dalla legge ma la debolezza del sistema di repressione lascia impuniti i responsabili. La conseguenza è l'impunità quasi assoluta dei trafficanti e dei pedofili. Con l'ulteriore conseguenza della ripetizione e della diffusione del fenomeno anche per l'indifferenza della pubblica opinione. E di molti mass media, sempre più propensi ad insabbiare gli scandali in cui siano coinvolti persone insospettabili.
Il «consenso» dei bambini e quello delle loro famiglie spesso costituisce un alibi salvifico per i trafficanti. La convenzione sui diritti del fanciullo del 1989 - articolo 10 - e molte leggi nazionali considerano il consenso del fanciullo o dei genitori come una condizione che legittima il trasferimento del bambino da uno Stato all'altro. Si tratta di un'aberrazione; infatti si dimentica che lo spostamento del bambino è il primo passo del traffico e che il consenso del bambino e quello delle famiglie povere è viziato dalla mancanza di maturità del fanciullo o dallo stato di necessità delle famiglie.
Questa prassi agevola il traffico di minori da parte di trafficanti che riescono a «convincere» facilmente i bambini e a corrompere le famiglie povere. Affidare a un bambino o alla sua famiglia il potere di decidere il trasferimento da uno Stato all'altro significa ignorare la realtà del traffico. Che si serve di tutti i mezzi, comprese le adozioni internazionali. Non è possibile consentire ad un bimbo di essere sfruttato. Lo sfruttamento sessuale, qualunque sia l'età ed il sesso della vittima, deve essere sempre vietato e punito. Sotto i 14 anni, tutti i rapporti sessuali con il bambino devono essere considerati violenza sessuale, anche con il consenso della vittima. Si deve configurare il delitto di violenza carnale presunta. Per i maggiori degli anni 14 e minori degli anni 18, la relazione sessuale deve essere sanzionata se esiste una differenza di età notevole (asimmetria) tra maggiorenne e minore.
In Italia è così ma nel resto dell'Europa, e della Francia le cose vanno diversamente. Un altro punto critico della legislazione in Europa riguarda la prostituzione minorile, la pornografia minorile e il turismo sessuale in danno di minori. Fenomeni diffusi in tutto il mondo e spesso impuniti nei paesi dell'Asia e dell'Africa, ma anche in Europa. La legge italiana prevede sanzioni molto severe contro gli italiani che commettono all'estero i reati di sfruttamento della prostituzione minorile, la pornografia minorile e il turismo sessuale con minori, anche quando tali reati non sono puniti all'estero. Ma in molti paesi questi fatti non sono puniti. L'Unione Europea deve farsi carico di esercitare pressioni su tutti i paesi europei ed extraeuropei, a cominciare da quelli che vogliono entrare nell'Unione, per indurli ad approvare leggi in applicazione della Convenzione di Palermo e delle altre convenzioni che puniscono la pornografia, la prostituzione ed il turismo sessuale, anche se commessi dai cittadini europei all'estero.
IL CYBERMARKET Su internet esistono dei veri e propri babycibermarket e cassette porno in cui bambine e bambini vengono stuprati, torturati e uccisi. Tutto questo nell'indifferenza generale. Si tratta di delitti gravissimi puniti in Italia dal codice penale (articolo 600 ter) che sanziona le esibizioni pornografiche dei minori diffusi con qualsiasi mezzo, anche per via telematica. Norme analoghe mancano in altri paesi, dove il cibermarket viene permesso e protetto. Il problema richiede che siano perseguiti i trafficanti ed i pedofili che fruiscono dei cibermarket e gli Stati che lo tollerano.
Una legge sui pentiti appartenenti alle organizzazioni criminali del traffico di bambini potrebbe essere approvata in tutti i paesi d'Europa al pari di ciò che è avvenuto in Italia. Per l'attuazione del protocollo sul traffico delle donne e dei bambini, il Parlamento italiano ha approvato la legge 11 agosto 2003 numero 228 che ha introdotto nel codice penale la tratta di persone. La stessa legge, in attuazione dell'articolo 24 della Convenzione Onu di Palermo (protezione dei testimoni), prevede che lo speciale sistema di protezione dei testimoni e dei collaboratori di giustizia già adottato per i mafiosi che collaborano con la giustizia, sia esteso a coloro che si allontanano dal traffico di esseri umani.
Analoga legge potrebbe essere introdotta nei vari codici penali europei per rendere più efficace la lotta al traffico di minori e rompere il muro di omertà che lo circonda.
Né la polizia né la giustizia sono efficaci nella repressione del traffico dei minori. E questo accade perché manca un coordinamento moderno nella cooperazione giudiziaria tra inquirenti di vari paesi e perché gli episodi di violenza sono tenuti nascosti. Ma le violenze in danno dei bambini dovrebbero essere denunciate sia dalle vittime sia dai familiari, sia dalle Organizzazioni non governative, come enfants en danger. La convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo stabilisce che il fanciullo, a causa della mancanza di maturità fisica ed intellettuale, necessita di una protezione legale appropriata. In molti processi di violenza sessuale, i bambini sono privi di qualunque assistenza legale per l'assenza delle famiglie mentre gli autori dei delitti fruiscono di legali di grande livello.
Questa situazione è immorale e favorisce il traffico. La protezione legale deve consistere nell'obbligo stabilito dalla legge di assicurare la presenza di un difensore civico del fanciullo in ogni processo in cui il bambino sia vittima o imputato, a prescindere dall'atteggiamento dei genitori o dei rappresentanti legali. A questo riguardo occorre stipulare una convenzione ad hoc delle Nazioni unite e dell'Unione europea in cui si preveda l'obbligo della presenza fin dalla fase delle indagini e durante il processo, di un difensore civico del fanciullo.
*«La Voce della Campania», mensile di politica, economia, cultura. Anno XXI n.3 Marzo 2004
Sito web: www.lavocedellacampania.it
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