CHARLIE HEBDO VIOLENTA GENOVA
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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E’ ormai assodato che dietro il piano di immigrazione selvaggia in Italia ed in Europa ci sia un progetto politico sociale mondiale dei vari Soros & co., braccio armato del Bilderberg e del Nuovo Ordine Mondiale (Nwo) ideato nel 1700 da un Rothschild (vedi link a fondo pagina), finalizzato a costruire nazioni europee popolate da migranti – e futuri clandestini in caso di rigetto dell’asilo politico – che possano trasformarsi in nerboruti braccianti dell’alta finanza: ora per sostenere le politiche delle Rivoluzioni Arancioni con le proteste a pagamento come in piazza Maidan a Kiev, ora per diventare manodopera a basso costo capace di rendere gli altri cittadini nativi rinunciatari ad ogni benefit sociale per non perdere il diritto, divenuto premio di sudditanza, di un misero posto di lavoro.
L’Italia è il fulcro nevralgico di questo processo di destabilizzazione sociale internazionale che in pochi anni potrebbe spazzare via tutte le grandi conquiste del Ventennio fascista mandando in default un sistema sanitario, socioassistenziale e pensionistico incapace di reggere all’alluvione di immigrati africani che, viste le dimensioni del Continente Nero, terminerà con la sostituzione della razza, l’estinzione dei bianchi e, soprattutto -come agognato dai fratelli massoni del Nwo – il predominio sui cristiani degli integralisti musulmani, cui bastano qualche concessione alla Sharia e la legalizzazione dei matrimoni pedofili per sostenere qualsiasi governo.
Mentre Amatrice celebra la tragica ricorrenza con tanti terremotati ancora in sistemazioni di emergenza, oggi sotto il solleone, tra qualche mese di nuovo sotto la neve, mentre Genova è ancora listata a lutto per un disastro tanto immane quanto evitabile e una certa politica e burocrazia statale sembra già spalleggiare i Benetton ed Autostrade per l’Italia spa concentrandosi sulle soluzioni per il ponte pericolante ed il traffico veicolare anziché sulle cause e sulle responsabilità individuali onde scongiurare in futuro il ripetersi di simili disumane tragedie, i partigiani dei clandestini si danno appuntamento a Catania sul molo della nave Diciotti divenuta per loro unico baluardo della civiltà insieme a quei 177 africani soccorsi nelle acque libiche dalla Guardia Costiera, per solerzia di ufficiali che hanno sostituito la bandiera delle loro ideologie politiche arcobaleno al Tricolore della Repubblica Italiana, in barba ai 5 milioni di italiani poveri assoluti e agli altri 18 a rischio di esclusione, ovvero sull’orlo del baratro della carestia.
I soliti militanti di sinistra sono tutti lì credendo che sia “ancora Fico” sfilare in parata per un buonismo pro migration che sembra ormai fanatica ossessione paranoica. Ma sono lì sostenuti da un consenso che sta diventando esile come la loro incapacità programmatica che per 7 interminabili anni, tanti quanti le bibliche disgrazie d’Egitto, ha portato l’Italia in uno sfacelo di debito pubblico, esploso nonostante le rigorose manovre invasive sui cittadini del supertecnico Monti e nonostante i piani di rilancio economico fallimentari di Renzi e Gentiloni, proni a rendere i gay sempre più gai con le Unioni Civili, la Glaxo sempre più milionaria col progetto mondiale che vede l’Italia cavia per il bombardamento vaccinale ed i gestori dei centri di accoglienza per migranti sempre più ricchi attraverso le speculazioni sui 35 euro di sostentamento che finiti per lo più in tasca agli aguzzini dell’immigrazione, come comprovato da numerose inchieste giudiziarie e non solo da Mafia Capitale.
Uno degli arrestati nell’inchiesta sulla mafia nigeriana Black Axe
Mentre Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza scoprono sempre nuovi business costruiti sull’immigrazione tanto da ribattezzare queste attività i “bancomat della malavita organizzata”, mentre la Dia (Direzione Invesstivativa Antimafia) lancia l’ennesimo allarme per la famigerata mafia nigeriana Black Axe che a colpi d’ascia, machete e riti tribali vudù minaccia e violenta i loro stessi connazionali per farne i nuovi schiavi (vedi link in fondo alla pagina) i paladini del buonismo fanno come le due scimmiette che non vedono e non sentono ed invece di imitare anche la terza e almeno avere il buongusto di tacere, saltano tutti sul palcoscenico dell’immigrazionismo come babbuini urlanti per intonare a vanvera i soliti cori stonati che cozzano con la realtà di una gestione equlibrata dei flussi migratori invocata ultimamente persino dal Santo Padre.
Mentre i 460 migranti sbarcati a luglio a Pozzallo attendono la ricollocazione nei paesi europei secondo il piano di distribuzione varato dall’Unione Europea ed ancora disatteso da tutti gli stati ad eccezione dell’Italia che quegli immigrati li ha accolti, curati, sfamati, una magistratura assai solerte a inseguire le sirene di improbabili violazioni dei diritti penali – solo quando le decisioni sono assunte da esponenti del centrodestra – giunge ad ipotizzare il paradosso giuridico di un’indagine per sequestro di persona nei confronti del Ministro dell’Interno nel pieno esercizio delle sue funzioni di responsabile della Pubblica Sicurezza, esponendosi lei stessa, la magistratura, a travalicare gli estremi del potere giudiziario tanto da rischiare anche di configurare l’ipotesi di un attentato alla Costituzione ed agli Organi Costituzionali, di cui Governo e Ministri sono piena espressione.
I vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini
In questo clima soffocante l’Italia politica pare trasformarsi in un battibaleno nel paese immaginario di Jonathan Swift, la fiabesca Lilliput. Come in quel racconto fantastico gli esponenti di tanta sinistra appaiono ominicchi di statura minuscola come i Lillipuziani e fanno diventare i due vicepremier Matteo Salvini, che stavolta proprio non pare cedere allo sbarco dei migranti (ad eccezione dei pochi bambini già scesi e soccorsi) senza accordo di distribuzione in Europa, e Luigi Di Maio, pronto a minacciare la stessa Ue di bloccare il pagamento dei contributi annuali italiani in mancanza di soluzioni concrete sulla gestione condivisa dell’immigrazione, due nuovi eroici Gulliver, che stanno cercando di rompere lacci e lacciuoli con cui i sinistri Lillipuziani, sorretti dal Presidente della Repubblica sempre più avvocato del Pd che notaio d’Italia, li hanno imbrigliati nelle proiezioni sui media del mainstreaming.
La feroce e vergognosa copertina di Charles Hebdo sul crollo del ponte di Genova
In questo orizzonte caliginoso, oscurato dalla cenere di 7 anni di menzogne di Pinocchio-Renzi sull’immigrazione e sulle risorse, ben poche attente alle norme di convivenza civile e molte infoiate dalla loro atavica legge della giungla (vedi link in fondo alla pagina), ecco stagliarsi i colori sgargianti di una vignetta che in sé evoca le gesta della massonica Rivoluzione Francese, di Rodespierre e del Regime del Terrore… Ecco la rivista satirica francese Charlie Hebdo esprimere al meglio e senza mediazioni culturali la matrice ideologica del nazicomunismo secondo cui chi la pensa diversamente dalla sinistra deve crepare. “Il ponte costruito per gli italiani pulito dai migranti” recita la feroce, vergognosa allusione bastarda al crollo del viadotto di Genova.
Se costoro la pensano esattamente come i lillipuziani di sinistra allora significa che noi che non la pensiamo come loro, che i nuovi Gulliver, Salvini e Di Maio, e chi li sostiene, siamo tutti davvero dalla parte giusta nella storia dell’umanità.
Fabio Giuseppe Carlo Carisio
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