martedì 29 dicembre 2020

LITURGIA DEL GIORNO


29 Dicembre - V giorno fra l'Ottava di Natale


Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non vada perduto,
ma abbia la vita eterna. (Gv 3,16)

Si dice il Gloria.

Colletta
Onnipotente e invisibile Dio,
che nella venuta del Cristo, vera luce,
hai vinto le tenebre del mondo,
volgiti a noi con sguardo sereno,
perché possiamo celebrare con lode unanime
la nascita gloriosa del tuo unico Figlio.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Gv 2,3-11)
Chi ama suo fratello, rimane nella luce.


Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.
Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera.
Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Il Signore ha fatto i cieli;
maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.

Canto al Vangelo (Lc 2,32)
Alleluia, alleluia.
Luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Alleluia.c

VANGELO (Lc 2,22-35)
Luce per rivelarti alle genti.


+ Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Come popolo di Dio in cammino verso la piena rivelazione del Signore Gesù, ci rivolgiamo al Padre con fiducia, dicendo insieme:
Dona la salvezza, Signore.

Alla Chiesa che ha la missione di illuminare le genti:
Agli uomini che camminano nelle tenebre:
Agli anziani che attendono la tua venuta:
A chi è nel dubbio e invoca la luce dello Spirito:
A chi ti offre la propria vita con generosità e gratuità:
Al povero che mette la sua speranza in te:
Alle persone che amano senza chiedere la ricompensa:
Ai malati che collaborano con te alla redenzione del mondo:
Ai bambini nati in quest'anno:
A chi pretende di averti conosciuto a sufficienza:
A chi non riconosce Gesù come tuo figlio:
A chi è ormai stanco di aspettare un segno da te:
A chi pensa di poter vivere anche senza di te:

Padre santo, che nel tuo Figlio ci hai dato la salvezza e la via per giungere a te, aiutaci a rivelare al mondo con la nostra vita, tutto l'amore che hai per l'umanità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, o Signore, i nostri doni
in questo misterioso incontro
tra la nostra povertà e la tua grandezza:
noi ti offriamo le cose che ci hai dato,
tu donaci in cambio te stesso.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI NATALE I
Cristo luce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero del Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo di lui siamo conquistati
all’amore delle realtà invisibili.
E noi,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo, ...

PREFAZIO DI NATALE II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Nel mistero adorabile del Natale
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò a esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli,
cantiamo esultanti la tua lode: Santo, ...

PREFAZIO DI NATALE III
Il sublime scambio nell’incarnazione del Verbo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
In lui [oggi] risplende in piena luce
il sublime scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
la natura mortale è innalzata a dignità perenne,
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.
Per questo mistero di salvezza,
uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti
la tua lode: Santo, ...

Nel Canone Romano, si dice il Communicantes proprio.
Nelle Preghiere eucaristiche II e III si fa il ricordo proprio.


Antifona di comunione
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
verrà a visitarci un sole che sorge dall’alto. (Lc 2, 34-35)

Oppure:
Ecco, egli è qui, come segno di contraddizione,
affinché siano svelati i pensieri di molti cuori. (Cf. Lc 1,78)


Preghiera dopo la comunione
Dio onnipotente,
fa’ che la forza inesauribile di questi santi misteri
ci sostenga in ogni momento della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Nel vangelo di oggi incontriamo Simeone, “uomo giusto e timorato di Dio”. Si riconosce comunque che il suo nome deriva, in ebraico, dal verbo “sentire”: un dettaglio rivelatore poiché egli “sentiva” spesso la voce di Dio. Ma lo Spirito Santo non si accontentava di parlare a Simeone: “era su di lui” e ne faceva una persona retta e, insieme, ardente, che serviva Dio e il prossimo con venerazione e devozione. Era, a quanto pare, un uomo di età matura, che si definiva servo del Signore. Aveva passato la sua vita ad aspettare il “conforto d’Israele”, cioè il Consolatore, il Messia. Non appena vide entrare nel tempio il Bambino Gesù, seppe immediatamente che la sua attesa era terminata. La sua visione interiore si chiarì e la pace del suo animo fu scossa.
Gesù doveva essere per Israele e per la Chiesa un segno del desiderio che Dio aveva di salvare l’umanità; eppure da alcuni fu respinto.
Le nostre azioni rivelano i nostri pensieri. Simeone prese tra le braccia Gesù, mostrando così che era pronto a condividere e a compiere la volontà divina.
Facciamo anche noi così e compiamo nella nostra vita con fede la volontà di Dio.

Coronavirus: nel 2017 la Banca Mondiale aveva previsto la pandemia



La Banca Mondiale aveva previsto la diffusione pandemica del Coronavirus. Riportate in un documento finanziario del 2017 le stime sul contagio, sulla sua durata e sulla risposta degli Stati

Nel 2017, la Banca Mondiale ha previsto la diffusione pandemica del Coronavirus. Non è una fake news né una teoria complottista, ma solo quanto riportato da un documento finanziario ufficiale e pubblico noto a tutti – o quasi – gli economisti del mondo (per leggerlo, clicca qui). Il documento, composto da un prospetto informativo riguardo i cosiddetti pandemic bond, in ben 386 pagine informa i potenziali investitori in merito ai rischi e alle caratteristiche del titolo che avrebbero successivamente acquistato.

Sono tre in particolare i punti che catturano la nostra attenzione: da un lato, la stima delle probabilità dello scoppio di una pandemia entro il 15 luglio 2020; dall’altro, quella di una simulazione inerente al tempo di risposta alla sua diffusione da parte della comunità internazionale; infine, la previsione della sua durata complessiva.
1) La probabilità

Figura 1

Secondo la Banca Mondiale, la probabilità minima dello scoppio di una pandemia entro il 15 luglio 2020 superava il 60%. Per la precisione, era stimata a ben 64,5% (Figura 1). Tra le cause inserite – 5 in totale – entrava anche il Coronavirus. Era questo il motivo di interessi annui particolarmente alti: l’evenienza, ritenuta molto probabile, rendeva elevato il rischio per i sottoscrittori.
Figura 2

Proseguendo nella lettura, è possibile notare l’inserimento di una mappa (Figura 2). La Banca Mondiale ha indicato le zone con una più alta probabilità di inizio di pandemia da Coronavirus entro la prima metà del 2020. Fa parte della zona rossa anche Hubei, ovverosia la provincia da cui ha effettivamente avuto origine il contagio.
2) La risposta al Coronavirus

Una domanda sorge spontanea: se la World Bank riteneva alta la probabilità dello scoppio di una pandemia a partire da quella specifica zona della Cina, per quale motivo i Paesi – sia direttamente coinvolti che non – non hanno agito con maggiore tempestività?Figura 3

Una notevole quantità di simulazioni ha permesso alla Banca Mondiale di stimare il tempo di risposta alla pandemia da parte della comunità internazionale. L’ipotesi più ottimista asseriva che la comunità avrebbe preso provvedimenti seri entro 34 giorni dall’inizio della diffusione; l’ipotesi più plausibile, invece, ne riportava 156; in ultimo, quella peggiore ne contava ben 417 (Figura 3).

Di fatto, il primo caso di Coronavirus in Cina risale al 17 novembre 2019 – non all’8 dicembre, come dichiarato dal Governo cinese. Quindi, il 31 dicembre la Cina informa l’OMS e l’11 gennaio viene confermato il primo decesso dovuto al Covid-19. Il secondo sopraggiunge due giorni più tardi in Thailandia. La chiusura di Hubei (23 gennaio 2020) rappresenta il primo provvedimento serio preso dall’inizio del contagio. Mentre la stima più ottimista della World Bank si aggirava intorno ai 34 giorni, quelli effettivi sono stati 66, ossia quasi il doppio – benché inferiori rispetto all’ipotesi più plausibile.

Sempre il 23 gennaio, dopo due mesi dal primo avvertimento cinese – e, lo sottolineiamo, nonostante la consapevolezza delle previsioni effettuate dalla Banca Mondiale -, l’OMS ritiene sia ancora “troppo presto” per dichiarare lo stato di emergenza. Stato di emergenza infine riconosciuto il 30 gennaio 2020, quasi un mese dopo la registrazione del primo decesso. Nondimeno, non viene ancora approvata alcuna restrizione sui viaggi (internazionali).
Il Coronavirus in Europa

Il 30 gennaio, in Italia si registrano i primi due casi di Coronavirus. Lo Stato blocca i voli da e per la Cina. Ciononostante, da ormai una settimana si riscontrano decine di contagi in vari Paesi. L’Europa, oltre alla coppia italiana, ne conta altri tre in Francia. Tra il 4 e il 9 marzo 2020, l’Italia prende le prime misure drastiche atte a bloccare la diffusione del virus. Il tempo di risposta del nostro Paese si è dunque aggirato attorno ai 34 giorni, omologandosi alle previsioni più ottimiste della World Bank.

In breve, la Banca Mondiale, all’interno del documento, ha siglato una sorta di assicurazione con le banche e i grandi gestori patrimoniali. Agli investitori sono stati proposti due titoli dall’elevata rendita annua: il 7% per il titolo meno rischioso, l’11% per la controparte più a rischio. I sottoscrittori non sarebbero andati in perdita se la previsione della pandemia non si fosse avverata entro 3 anni – appunto, entro il 15 luglio 2020. Questa era la condizione primaria. In caso contrario, la World Bank avrebbe sfruttato il capitale – 320 milioni di dollari – per sostenere la lotta alla diffusione nei Paesi più poveri. In altri termini, ciò significa che chi ha sottoscritto la Classe di bond più a rischio ha perso tutto.
3) La durataFigura 4

La Banca Mondiale ha stimato altresì una durata complessiva della pandemia: la previsione più ottimista si aggira intorno al mese; la previsione definita “più realista” è di 13 mesi; quella più pessimista riporta 6 anni (Figura 4). In considerazione del tempo di reazione della comunità internazionale, è lecito pensare che, con l’approvazione di misure drastiche, la diffusione possa essere arrestata definitivamente nel giro di 10-11 mesi. Ovviamente, supponendo che ogni Stato prenda – e segua – gli stessi provvedimenti.

Tutto ciò non risponde alla domanda che ci siamo posti: se il rischio di diffusione risultava tanto elevato, perché la comunità internazionale – e non di meno l’OMS – non ha agito tempestivamente? Non ci riferiamo chiaramente a un blocco dell’epidemia; considerando la sua zona d’origine, fermarla sul nascere sarebbe stato alquanto complicato. Ci riferiamo piuttosto allo stato del sistema sanitario, caratterizzato da ospedali, personale e strutture prossimi al collasso. Se ci fosse stata sin da subito chiarezza, forse saremmo stati in grado di attrezzarci al meglio e di affrontare l’evenienza con prontezza e organizzazione adeguate.


lunedì 28 dicembre 2020

MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO A LUZ DE MARIA 21 DICEMBRE 2020


Amato Popolo di Dio:


RICEVETE LA BENEDIZIONE PROVENIENTE DALLA CASA PATERNA.



La commemorazione della Nascita del Redentore dell’umanità, di fronte alla serie di confusioni che il Popolo di Dio sta fronteggiando e fronteggerà, deve portare le persone a rendersi conto della necessità di un’immediata riconciliazione con la Trinità Sacrosanta.



LA NASCITA DEL NOSTRO E VOSTRO SALVATORE NON LA POTETE CONSIDERARE COME UN SINGOLO EVENTO CHE ACCADDE, MA VIVE COSTANTEMENTE, RINNOVANDOSI NEI CUORI DI COLORO CHE GLI RIMANGONO FEDELI.



Così come Cristo, il vostro Salvatore rimase aggrappato alla Croce di Gloria e Maestà senza staccarsene, allo stesso modo voi, come Suo Popolo, dovete aggrapparvi alle promesse di Salvezza mediante l’Amore Divino e la Misericordia, che vanno al di là di ogni umana comprensione, infatti l’uomo non comprende l’agire Divino, che ama e perdona, perdona ed ama, anche quello che gli esseri umani non perdonerebbero.



Le tribolazioni per questa generazione non si faranno attendere, spunteranno ovunque, saranno di ogni genere e riguarderanno tutti gli aspetti, anche quelli più impensati.



LA GRANDE TRAGEDIA UMANA È LA DISOBBEDIENZA ALLA VOLONTÀ DIVINA.


Il grande tradimento per il genere umano è stato promosso da un ego umano imbizzarrito, che come un destriero selvaggio va dove vuole senza pensare alle conseguenze delle sue azioni.



Ogni singola persona è responsabile del proprio comportamento e delle proprie azioni…


Durante l’Avvertimento non vedrete se vi siete comportati o se avete agito in modo conseguente al comportamento o alle azioni altrui, ma vi vedrete nel vostro comportamento e nelle vostre azioni personali, che vi devono far reagire ed agire e vi devono far perdonare ed amare come persone adulte, come esseri umani creati da Dio e che in ogni momento sono a somiglianza del Divino Maestro.



Non dovete continuare a vivere, a comportarvi e ad agire come i tiepidi, questo è un momento in cui ai tiepidi non viene lasciata nessuna opportunità.
Durante la ribellione di Lucifero, non ci fu nessuna opportunità per i tiepidi: quegli angeli che agirono con indecisione perché erano tiepidi, vennero scacciati dal Cielo.



È LA LEGGE DEL SÍ, SÍ O DEL NO, NO.



Chi è spirituale continuerà ad essere spirituale anche nelle prove più grandi e tragiche.


Chi non è spirituale, nel momento delle prove potrebbe crescere fino a raggiungere le più grandi vette dello spirito, oppure, continuare a lamentarsi a causa del suo “ego”, e a cadere, e gli sarà difficile riconoscersi tiepido.

Mi riferisco a questo:



Poiché questa generazione si troverà ad affrontare molto presto prove di Fede e sapendo che tutto è conseguente alla Fede, sarà la Fede a mettere in luce davanti ai propri simili le qualità di una persona, nel suo modo di comportarsi e di agire, nel modo di trattare, nelle parole, nella compagnia, nella condivisione, nel modo di attuare, così come ne diede prova il nostro Re e Signore Gesù Cristo, nei momenti più difficili che si trovò ad affrontare come Uomo Dio.



L’isolamento continuerà, il male ha bisogno che questo virus non si fermi cosicché l’umanità entri nella disperazione ed in questo modo il male prenderà il controllo di tutto quello che esiste.



Le persone, davanti alla paura del contagio, accolgono ansiosamente quello che viene loro offerto, senza ragionare che se il virus continua a crescere è perché non stanno dando niente che sia utile per combatterlo.



QUESTO NATALE SIA UN MOMENTO DI RIFLESSIONE PER RAFFORZARE LO SPIRITO E ALLORA RICEVERETE DALLA NOSTRA E VOSTRA REGINA E MADRE, IL 24 DICEMBRE, LA DISPONIBILITÀ PER ESSERE AL SERVIZIO DEI PROPRI SIMILI, ASSIEME ALL’UMILTÀ CHE HANNO SOLTANTO COLORO CHE SI IMPEGNANO E SI DICHIARANO SCHIAVI DI DIO E COMPIONO IN TUTTO LA VOLONTÀ DIVINA.



Fate in modo di aumentare la Fede, di accrescere le virtù, di far fiorire i doni dei quali siete portatori, in quanto figli di Dio.



Per l’umanità non è un segreto che in futuro l’ordine mondiale prenderà piede e il controllo dell’umanità, e in questo processo si sta verificando la disgrazia di alcuni consacrati a Dio che stanno claudicando nell’accogliere le ingannevoli novità dei vergognosi modernismi della falsa chiesa.



La terra sta continuando il suo processo di purificazione e quindi l’umanità soffrirà, si troverà ad affrontare gravi catastrofi con conseguenti perdite di vite umane.



È urgente la conversione e l’insegnamento ai bambini dei valori che questa generazione ha perduto, affinché questi bambini riparino le grandissime offese che vengono compiute contro la Trinità Sacrosanta e contro la Nostra e la Vostra Regina e Madre dei Cieli e della Terra.



Pregate Popolo di Dio, pregate per i vostri fratelli, perché riconoscano il male commesso.



Pregate Popolo di Dio, pregate per voi stessi, affinché ripariate il male commesso.



Pregate Popolo di Dio, pregate che la contaminazione dei sensi (2) non vi raggiunga e non seguiate le masse.



Pregate per le persone che periranno.



Unitevi come Popolo di Dio, amate la Nostra e vostra Regina e Madre degli Ultimi Tempi.



IN QUESTO 24 DICEMBRE, OFFRITE AMORE E VERITÀ, QUALE OFFERTA ALL’ALFA E ALL’OMEGA (Apoc 22,13) CHE, DAL PRESEPE, È IL RE DI TUTTO QUELLO CHE ESISTE.



Vi benedico.



INVOCATEMI, INVOCATE IL VOSTRO ANGELO CUSTODE.



CHI È COME DIO?
NESSUNO È COME DIO!



San Michele Arcangelo



AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO





COMMENTO DI LUZ DE MARIA



Fratelli:



San Michele Arcangelo tocca alcune problematiche tra le righe, tuttavia in modo molto chiaro.



“Chi ha orecchi per intendere, intenda.” (Mt 13,9).



Amen.

LITURGIA DI OGGI TEMPO DI NATALE


SANTI INNOCENTI


Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso

Antifona d'ingresso
I santi Innocenti furono uccisi per Cristo, Agnello senza macchia,
e in cielo lo seguono cantando sempre: Gloria a te, o Signore.

Si dice il Gloria.

Colletta
O Dio, che oggi nei santi Innocenti
sei stato glorificato non a parole ma con il martirio,
concedi anche a noi di esprimere nella vita
la fede che professiamo con le labbra.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (1Gv 1,5-2,2)
Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.


Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 123)
Rit: Chi dona la sua vita risorge nel Signore.

Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.

Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.

Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
ti acclama la candida schiera dei martiri.
Alleluia.

VANGELO (Mt 2,13-18)
Erode mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, eleviamo al Padre la nostra preghiera, perchè per mezzo di Cristo, il grande innocente, trovino significato e redenzione le sofferenze di chi, ogni giorno nel mondo, soffre la persecuzione e la morte.
Diciamo insieme: Apri il nostro cuore, o Signore.

- Signore, tu avevi promesso la sazietà agli affamati e la ricchezza ai poveri; ma la fame nel mondo non cessa di crescere, perchè non condividiamo i nostri beni. Preghiamo:
- Signore, tu avevi promesso la gioia e la solidarietà a chi soffre; ma la disperazione è ancora presente nel mondo, perchè noi non prestiamo attenzione a chi si trova nella tristezza. Preghiamo:
- Signore, tu avevi promesso la liberazione degli oppressi; ma il potere continua a schiacciare, sul nascere, la vita di tanti innocenti, e sulla terra spuntano sempre nuove forme di schiavitù. Preghiamo:
- Signore, tu avevi promesso la pace; ma le guerre seminano ancora morte e sofferenza, e tante madri piangono la distruzione delle loro famiglie e la morte dei loro cari. Preghiamo:
- Signore, tu avevi promesso la concordia e la felicità; ma l'egoismo è ancora prepotentemente vivo nei nostri rapporti sociali, nella nostra vita di ogni giorno. Preghiamo:
- Per i bambini sofferenti della nostra comunità.
- Per le nostre mamme, perchè educhino con amore i loro figli.

O Dio, amante della vita, accogli fra le tue braccia tutti gli innocenti del mondo, vittime dell'odio, e concedi a noi di testimoniarti con una vita docile allo Spirito e fedele al vangelo di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accogli, o Signore, i doni dei tuoi servi fedeli
e purifica coloro che celebrano con devozione i tuoi misteri,
fonte di salvezza anche per quelli che ancora non ti conoscono.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI NATALE I
Cristo luce

E' veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Nel mistero del Verbo incarnato
è apparsa agli occhi della nostra mente
la luce nuova del tuo fulgore,
perché conoscendo Dio visibilmente,
per mezzo di lui siamo conquistati
all’amore delle realtà invisibili.
E noi,
uniti agli Angeli e agli Arcangeli,
ai Troni e alle Dominazioni
e alla moltitudine dei cori celesti,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria: Santo, ...

PREFAZIO DI NATALE II
Nell’incarnazione Cristo reintegra l’universo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Nel mistero adorabile del Natale
egli, Verbo invisibile,
apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato
e sollevarlo dalla sua caduta.
Generato prima dei secoli,
cominciò a esistere nel tempo,
per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre,
e ricondurre a te l’umanità dispersa.
Per questo dono della tua benevolenza,
uniti a tutti gli angeli,
cantiamo esultanti la tua lode: Santo, ...

PREFAZIO DI NATALE III
Il sublime scambio nell’incarnazione del Verbo

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
In lui [oggi] risplende in piena luce
il sublime scambio che ci ha redenti:
la nostra debolezza è assunta dal Verbo,
la natura mortale è innalzata a dignità perenne,
e noi, uniti a te in comunione mirabile,
condividiamo la tua vita immortale.
Per questo mistero di salvezza,
uniti ai cori degli angeli,
proclamiamo esultanti
la tua lode: Santo, ...


Antifona di comunione
Sono stati redenti tra gli uomini
come primizie per Dio e per l’Agnello
e lo seguono ovunque vada. (Cf. Ap 14,4)


Preghiera dopo la comunione
O Padre, concedi con abbondanza la tua salvezza
ai fedeli nutriti dei tuoi santi misteri
nella festa dei martiri Innocenti che,
ancora incapaci di confessare il nome del tuo Figlio,
per la sua nascita furono coronati di grazia celeste.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Da Betlemme si scorge, su una collina, una fortezza in rovina: si tratta della tomba del re Erode. Il luogo di nascita di Cristo, invece, era un’umile grotta. Questi due diversi luoghi ben caratterizzano i due diversi re; dobbiamo scegliere tra loro: l’uno era superbo e crudele, l’altro mite e umile. Erode cercava di eliminare ogni rivale, tanto che nemmeno la sua stessa famiglia era al riparo. Di conseguenza, il suo cuore, indurito da lunghi anni trascorsi nel peccato, non provò pietà alcuna per la sofferenza di bambini innocenti, che oggi commemoriamo.
La loro morte ci pone di fronte a un paradosso: essi sono morti al posto di Cristo, venuto a morire per loro!
Cristo, Principe della Pace, era venuto a riconciliare il mondo con Dio, a portare il perdono ai peccatori e a farci partecipare alla sua vita divina. Possiamo dunque essere sicuri che, nonostante non avessero bisogno di perdono, i santi Innocenti, che hanno perso la loro giovane vita per Cristo e per il suo vangelo, sono stati fra i primi a entrare nella gioia della vita eterna.

mercoledì 23 dicembre 2020

IL COMPAGNO BERGOGLIO CONTRO LA PROPRIETA' PRIVATA

Ha provocato grande scalpore la frase di Papa Francesco in occasione dell’apertura dei lavori della Conferenza internazionale dei giudici membri dei Comitati per i diritti sociali di Africa e America: “Costruiamo la giustizia sociale sulla base del fatto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata”.

Lo scalpore non scaturisce tanto dalla frase in sé (tratta dall’enciclica Laborem exercens, di Giovanni Paolo II), quanto dalla sua unilateralità. Tutti i Pontefici precedenti (compresso Papa Wojtyla) hanno sempre esordito insegnando la legittimità intrinseca del diritto di proprietà privata e il suo fondamento divino e naturale, salvo poi spiegarne le limitazioni derivanti dalla sua “funzione sociale”. Capovolgendo tale Magistero, Papa Francesco pone invece l’accento esclusivamente sul carattere “secondario” della proprietà: un diritto subordinato e soggetto all’arbitrio dello Stato in nome della “giustizia sociale”.

Tale unilateralità s’inserisce perfettamente nella linea finora seguita da Papa Francesco, e va letta in questa luce: dalla denuncia dell’ “economia che uccide” (cioè quella basata sulla proprietà privata e la libera iniziativa) alla sua evidente simpatia con regimi socialisti che riducono al minimo la proprietà privata. Ricordiamo che Marx e Engels scrissero nel «Manifesto comunista»: “In questo senso i comunisti possono riassumere le loro teorie in questa proposta: abolizione della proprietà privata”.

Per Marx, infatti, la proprietà privata è un furto e un fattore di “alienazione”. Possedere proprietà implica, ipso facto, schiavizzare qualcun altro. Ci domandiamo se è a questo che allude Papa Francesco quando afferma: “Solidarietà nella lotta alle cause strutturali della povertà, disuguaglianza, mancanza di lavoro, di terra e di case. (…) Combattere contro quella cultura che porta ad usare gli altri, a rendere schiavi gli altri, e finisce per togliere la dignità agli altri. Fare giustizia significa restituire, non dare le nostre cose, né quelle di terzi, ma noi restituiamo ciò che è loro. Abbiamo perso molte volte questa idea di restituire ciò che gli appartiene”.

Lo scalpore è stato tanto più sconcertante quanto, all’unilateralità sulla proprietà privata è seguita un’altra sulle gerarchie sociali. Secondo Papa Bergoglio occorre “essere un popolo, senza pretendere di essere un’élite”, bisogna combattere contro ogni “disuguaglianza”. E anche questo s’inserisce nella sua linea di denuncia costante delle élite e l’esaltazione unilaterale del “popolo”, presentato secondo categorie prettamente ideologiche, come quelle della Teologia del popolo, a lui tanto cara. Ciò capovolge il Magistero della Chiesa, che insegna l’intrinseca legittimità delle gerarchie sociali armoniche, salvo poi richiamare l’attenzione sui doveri morali derivanti da una situazione di preminenza.

Oltre che sul diritto naturale, la proprietà privata si fonda su due comandamenti della Legge di Dio: il 7° e il 10°. Ed è così che l’ha intesa il Magistero della Chiesa, da Leone XIII fino a Benedetto XVI. Ecco una breve raccolta di testi pontifici in tema di proprietà privata:

La proprietà privata è di diritto naturale

“Naturale diritto dell’uomo è, come vedemmo, la privata proprietà dei beni e l’esercitare questo diritto é, specialmente nella vita socievole, non pur lecito, ma assolutamente necessario. È lecito, dice san Tommaso, anzi necessario all’umana vita che l’uomo abbia la proprietà dei beni (S. Th. III-II, q. 66, a. 2)” (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 19).


Un diritto ineccepibile

“L’uomo ha sui beni della terra non solo il semplice uso, come i bruti; ma sì ancora il diritto di proprietà stabile: né soltanto proprietà di quelle cose, che si consumano usandole; ma eziandio di quelle cui l’uso non consuma. È diritto ineccepibile di natura la proprietà privata, frutto di lavoro o d'industria, ovvero di altrui cessione o donazione; e ciascuno può ragionevolmente disporne come a lui pare” (S. Pio X, Fin Dalla Prima, n. 5-6).


La proprietà ci rende diversi dagli animali

“Il peggio si è che il rimedio da costoro [i socialisti] proposto è una aperta ingiustizia, giacché la proprietà è diritto di natura. Poiché anche in questo passa gran differenza tra l’uomo e il bruto. (…) Il gran privilegio dell’uomo, ciò che lo costituisce tale o lo distingue essenzialmente dal bruto, è l’intelligenza, ossia la ragione. E appunto perché ragionevole, si deve concedere all’uomo qualche cosa di più che il semplice uso dei beni della terra, comune anche agli altri animali: e questo non può essere altro che il diritto di proprietà stabile; né proprietà soltanto di quelle cose che si consumano usandole, ma anche di quelle che l’uso non consuma” (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 5).


La proprietà privata è sancita dalla legge divina

“Né manca [alla proprietà privata] il suggello della legge divina, la quale vieta strettissimamente perfino il desiderio della roba altrui: Non desiderare la moglie del prossimo tuo: non la casa, non il podere, non la serva, non il bue, non l’asino, non alcuna cosa di tutte quelle che a lui appartengono (Deut. 5,21) (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 8).


Il Vangelo e la proprietà privata

“Ci piace qui ricordare come nel Vangelo il diritto di proprietà privata sui beni è ritenuto legittimo. Però nello stesso tempo il Maestro divino rivolge spesso ai ricchi pressanti inviti perché convertano i loro beni materiali, dispensandoli ai bisognosi, in beni spirituali” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 109).


Lavoro e proprietà per obbedire Dio

“Quando nel primo capitolo della Bibbia sentiamo che l’uomo deve soggiogare la terra, noi sappiamo che queste parole si riferiscono a tutte le risorse, che il mondo visibile racchiude in sé, messe a disposizione dell’uomo. Tuttavia, tali risorse non possono servire all’uomo se non mediante il lavoro. Col lavoro rimane pure legato sin dall’inizio il problema della proprietà” (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, n. 12).


La Chiesa difende il diritto di proprietà

“Difendendo il principio della proprietà privata la Chiesa persegue un altro fine etico-sociale. Essa non intende già sostenere puramente e semplicemente il presente stato di cose, come se vi vedesse l’espressione della volontà divina, né di proteggere per principio il ricco e il plutocrate, contro il povero e il non abbiente... La Chiesa mira piuttosto a far si che l’istituto della proprietà privata sia quale deve essere secondo il disegno della Sapienza divina e le disposizioni della natura” (Pio XII, Radiomessaggio 10 settembre 1944).


La Chiesa ha sempre difeso la proprietà

“Nella Rerum novarum Leone XIII affermava con forza e con vari argomenti, contro il socialismo del suo tempo, il carattere naturale del diritto di proprietà privata. Tale diritto, fondamentale per l’autonomia e lo sviluppo della persona, è stato sempre difeso dalla Chiesa fino ai nostri giorni. Parimenti, la Chiesa insegna che la proprietà dei beni non è un diritto assoluto, ma porta inscritti nella sua natura di diritto umano i propri limiti” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 30).


La proprietà privata va diffusa fra tutte le classi sociali

“Non basta affermare il carattere naturale del diritto di proprietà privata anche sui beni produttivi; ma ne va pure insistentemente propugnata l’effettiva diffusione fra tutte le classi sociali” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 100).


La proprietà non può essere fattore di lotta di classi

“Inoltre, la proprietà secondo l’insegnamento della Chiesa non è stata mai intesa in modo da poter costituire un motivo di contrasto sociale nel lavoro. Come è già stato ricordato precedentemente in questo testo, la proprietà si acquista prima di tutto mediante il lavoro perché essa serva al lavoro. Ciò riguarda in modo particolare la proprietà dei mezzi di produzione. Il considerarli isolatamente come un insieme di proprietà a parte al fine di contrapporlo nella forma del «capitale» al «lavoro» e ancor più di esercitare lo sfruttamento del lavoro, è contrario alla natura stessa di questi mezzi e del loro possesso” (Giovanni Paolo II, Laborem exercens, n. 14).


Le mutate circostanze storiche non inficiano il diritto di proprietà

“Il diritto di proprietà privata sui beni anche produttivi ha valore permanente, appunto perché è diritto naturale fondato sulla priorità ontologica e finalistica dei singoli esseri umani nei confronti della società. Del resto, vano sarebbe ribadire la libera iniziativa personale in campo economico, se a siffatta iniziativa non fosse acconsentito di disporre liberamente dei mezzi indispensabili alla sua affermazione. Inoltre, storia ed esperienza attestano che nei regimi politici, che non riconoscono il diritto di proprietà privata sui beni anche produttivi, sono compresse o soffocate le fondamentali espressioni della libertà; perciò è legittimo dedurre che esse trovino in quel diritto garanzia e incentivo” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 96).


La proprietà privata è essenziale al bene comune

“Noi pure abbiamo insegnato poc’anzi nel riaffermare che la spartizione dei beni in private proprietà è stabilita dalla natura stessa, affinché le cose create possano dare agli uomini tale comune utilità stabilmente e con ordine” (Pio XI, Quadragesimo Anno, n. 57).


La proprietà è necessaria per la vita familiare e sociale

“Scaturisce pure dalla natura dell’uomo il diritto di proprietà privata sui beni anche produttivi: diritto che costituisce un mezzo idoneo all’affermazione della persona umana e all’esercizio della responsabilità in tutti i campi, un elemento di consistenza e di serenità per la vita familiare e di pacifico e ordinato sviluppo nella convivenza” (Giovanni XXIII, Pacem in Terris, n. 10).


La proprietà è necessaria al bene familiare

“Per quanto riguarda la famiglia, affermiamo che la proprietà privata dei beni materiali va pure considerata come spazio vitale della famiglia; e cioè un mezzo idoneo ad assicurare al padre di famiglia la sana libertà di cui ha bisogno per poter adempiere i doveri assegnatigli dal Creatore, concernenti il benessere fisico, spirituale, religioso della famiglia” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 32).


Il doppio carattere della proprietà: individuale e sociale

“In primo luogo, si ha da ritenere per certo, che né Leone XIII né i teologi che insegnarono sotto la guida e il vigile magistero della Chiesa, negarono mai o misero in dubbio la doppia specie di proprietà, detta individuale e sociale, secondo che riguarda gli individui o spetta al bene comune; ma hanno sempre unanimemente affermato che il diritto del dominio privato viene largito agli uomini dalla natura, cioè dal Creatore stesso, sia perché gli individui possano provvedere a sé e alla famiglia, sia perché, grazie a tale istituto, i beni del Creatore, essendo destinati a tutta l'umana famiglia, servano veramente a questo fino; il che in nessun modo si potrebbe ottenere senza l'osservanza di un ordine certo e determinato. Pertanto occorre guardarsi diligentemente dall'urtare contro un doppio scoglio. Giacché, come negando o affievolendo il carattere sociale e pubblico del diritto di proprietà si cade e si rasenta il cosiddetto «individualismo», così respingendo e attenuando il carattere privato e individuale del medesimo diritto, necessariamente si precipita nel «collettivismo» o almeno si sconfina verso le sue teorie” (Pio XI, Quadragesimo Anno, n. 45-46).


A vantaggio proprio e a bene degli altri

“La proprietà privata, anche dei beni strumentali, è un diritto naturale che lo Stato non può sopprimere. Ad essa è intrinseca una funzione sociale, e però è un diritto che va esercitato a vantaggio proprio e a bene degli altri” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 11).


La funzione sociale della proprietà

“Torna opportuno ricordare che al diritto di proprietà privata è intrinsecamente inerente una funzione sociale” (Giovanni XXIII, Pacem in Terris, n. 10).


La proprietà è subordinata alla destinazione universale dei beni

“Mentre proclamava il diritto di proprietà privata, [Leone XIII] affermava con pari chiarezza che l«uso» dei beni, affidato alla libertà, è subordinato alla loro originaria destinazione comune di beni creati ed anche alla volontà di Gesù Cristo, manifestata nel Vangelo. Infatti scriveva: «I fortunati dunque sono ammoniti ...: i ricchi debbono tremare, pensando alle minacce di Gesù Cristo ...; dell’uso dei loro beni dovranno un giorno rendere rigorosissimo conto a Dio giudice»; e, citando san Tommaso d’Aquino, aggiungeva: «Ma se si domanda quale debba essere l’uso di tali beni, la Chiesa ... non esita a rispondere che a questo proposito l’uomo non deve possedere i beni esterni come propri, ma come comuni», perché «sopra le leggi e i giudizi degli uomini sta la legge, il giudizio di Cristo». I successori di Leone XIII hanno ripetuto la duplice affermazione: la necessità e, quindi, la liceità della proprietà privata ed insieme i limiti che gravano su di essa” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 30).


Tutti devono poter usufruire della proprietà

“Il diritto di proprietà dei beni è un diritto naturale; però, secondo l’ordine obiettivo stabilito da Dio, il diritto di proprietà va configurato in maniera da non costituire un ostacolo a che sia soddisfatta l’inderogabile esigenza che i beni, da Dio creati per tutti gli uomini, equamente affluiscano a tutti, secondo i principi della giustizia e della carità” (Giovanni XXIII, Mater et Magistra, n. 30).


L’abuso della proprietà non toglie l’uso

“Per contenere poi nei giusti limiti le controversie, sorti ultimamente intorno alla proprietà e ai doveri a essa inerenti, rimanga fermo anzitutto il fondamento stabilito da Leone XIII: che il diritto cioè di proprietà si distingue dall’uso di esso. La giustizia, infatti, che si dice commutativa, vuole che sia scrupolosamente mantenuta la divisione dei beni, e che non si invada il diritto altrui col trapassare i limiti del dominio proprio; che poi i padroni non usino se non onestamente della proprietà, ciò non è ufficio di questa speciale giustizia, ma di altre virtù, dei cui doveri non si può esigere l’adempimento per vie giuridiche. Onde a torto certuni pretendono che la proprietà e l’onesto uso di essa siano ristretti dentro gli stessi confini; e molto più è contrario a verità il dire che il diritto di proprietà venga meno o si perda per l’abuso o il non uso che se ne faccia” (Pio XI, Quadragesimo Anno, n. 47).


Lo Stato deve assicurare la proprietà privata

“Ma giova discendere espressamente ad alcuni particolari di maggiore importanza. Principalissimo è questo: i governi devono per mezzo di sagge leggi assicurare la proprietà privata” (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 30).


Lo Stato non può cancellare il diritto di proprietà

“Siccome il diritto della proprietà privata deriva non da una legge umana ma da quella naturale, lo Stato non può annientarlo, ma solamente temperarne l’uso e armonizzarlo col bene comune” (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 35).


Negare la proprietà privata è marxismo

“I raggruppamenti, ispirati dall’ideologia marxista come partiti politici, tendono, in funzione del principio della «dittatura del proletariato» ed esercitando influssi di vario tipo, compresa la pressione rivoluzionaria, al monopolio del potere nelle singole società, per introdurre in esse, mediante l’eliminazione della proprietà privata dei mezzi di produzione, il sistema collettivistico” (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, n. 11).


Socialismo: falso rimedio

“A rimedio di questi disordini [sociali ed economici], i socialisti, attizzando nei poveri l’odio ai ricchi, pretendono si debba abolire la proprietà, e far di tutti i particolari patrimoni un patrimonio comune, da amministrarsi per mezzo del municipio e dello stato. Con questa trasformazione della proprietà da personale in collettiva, e con l’eguale distribuzione degli utili e degli agi tra i cittadini, credono che il male sia radicalmente riparato. Ma questa via, non che risolvere le contese, non fa che danneggiare gli stessi operai, ed è inoltre ingiusta per molti motivi, giacché manomette i diritti dei legittimi proprietari, altera le competenze degli uffici dello Stato, e scompiglia tutto l'ordine sociale” (Leone XIII, Rerum Novarum, n. 3).


Il socialismo reale, nemico del popolo

“Occorre qui sottolineare due cose: da una parte, la grande lucidità nel percepire, in tutta la sua crudezza, la reale condizione dei proletari, uomini, donne e bambini; dall'altra, la non minore chiarezza con cui si intuisce il male di una soluzione che, sotto l’apparenza di un’inversione delle posizioni di poveri e ricchi, andava in realtà a detrimento di quegli stessi che si riprometteva di aiutare. Il rimedio si sarebbe così rivelato peggiore del male. Individuando la natura del socialismo del suo tempo nella soppressione della proprietà privata, Leone XIII arrivava al nodo della questione. (…) Non si potrebbero indicar meglio i mali indotti dall’instaurazione di questo tipo di socialismo come sistema di Stato: quello che avrebbe preso il nome di «socialismo reale»” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 12).


Il marxismo è fondamentalmente errato

“Il marxismo ha criticato le società borghesi capitalistiche, rimproverando loro la mercificazione e l’alienazione dell’esistenza umana. Certamente, questo rimprovero è basato su una concezione errata ed inadeguata dell’alienazione, che la fa derivare solo dalla sfera dei rapporti di produzione e di proprietà, cioè assegnandole un fondamento materialistico e, per di più, negando la legittimità e la positività delle relazioni di mercato anche nell’ambito che è loro proprio. Si finisce così con l’affermare che solo in una società di tipo collettivistico potrebbe essere eliminata l’alienazione. Ora, l’esperienza storica dei Paesi socialisti ha tristemente dimostrato che il collettivismo non sopprime l’alienazione, ma piuttosto l’accresce, aggiungendovi la penuria delle cose necessarie e l’inefficienza economica” (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 41).


Le “rivelazioni” del Diavolo. La possessione di Anneliese Michel

Negli anni ’70 la posseduta mistica Annelise Michel ha pagato per i peccati della Germania, in particolare per quelli del clero apostata. E durante i suoi esorcismi il Diavolo ha rivelato che è lui il vero ispiratore delle “riforme” religiose (nuova teologia, nuova liturgia, nuova pastorale, etc.) e del “progresso” civile del XX secolo (ateismo, materialismo, divorzio, aborto, eutanasia, omosessualità, etc.)...

Il Diavolo rivela il suo piano contro la Chiesa

Come vi abbiamo promesso, adesso riportiamo alcune fra le più importanti “rivelazioni” fatte dal Diavolo durante gli esorcismi fatti ad Anneliese. Ci auguriamo che molti, leggendo, aprano gli occhi.

Su Anneliese Michel

“L’abbiamo posseduta. La facciamo soffrire”.

“Non posso farla cadere. Quella (la Madonna, ndr) la protegge”.

“L’angelo custode la protegge”.

“Lei non ha mai commesso un peccato mortale. Odio quest’anima”.

“Ogni volta la proteggono i santi. San Giuseppe, Padre Pio, san Pio X e altri la difendono”.

Sulla nuova catechesi

“Noi abbiamo corrotto anche l’insegnamento del catechismo”.

“Il nuovo catechismo olandese l’ho scritto io! … Questo catechismo è pieno di eresie”.

Sulla nuova teologia

“Il dogma dell’Immacolata ci fa tanto male. Meno male nessuno crede più a questa verità. Se le persone credessero a questo, tutto l’inferno tremerebbe. Per questa loro incredulità molti sono qui sotto”.

“Molti teologi moderni mi appartengono. E ci sono vescovi idioti che li seguono”.

“I modernisti tradiscono la Chiesa. Credono che sia un’associazione, un club o una comunità. Invece la Chiesa è e deve essere una Chiesa con autorità e disciplina”.

“I cattolici hanno la verità e la tradiscono, come con le prostitute”.

“Che bello! Nessuno pratica più esorcismi. Noi così ci moltiplichiamo nel mondo”.

“Che bello che quasi più nessuno creda nella mia esistenza”.

“Io sono l’autore di tutte le eresie, e ne ho ancora tante da inventare”.

“Peccato che il Sinodo (il Concilio Vaticano II, ndr) sia finito, ci ha rallegrato moltissimo!”

Sulla riforma liturgica

“La Comunione sulla mano offende in maniera incredibile Dio. Noi, però, ce ne rallegriamo”.

“L’Ostia nella mano offende Dio e porta alla dannazione delle anime”.

“Tutti adesso tirano fuori le zampe per prendere la Comunione e neanche si inginocchiano più! Ah! Opera mia!”.

“Tante Ostie vengono profanate perché vengono date sulle mani. Non si rendono nemmeno conto!”.

“L’altare rivolto verso i fedeli è stata idea nostra. Sono tutti corsi dietro agli evangelici come meretrici! I cattolici hanno la vera dottrina e corrono dietro ai protestanti!”.

“La Comunione in piedi è stata una bella vittoria”.

“L’Ostia consacrata deve essere data solo in bocca. Solo il sacerdote può dare la Comunione”.

“Gli inginocchiatoi devono essere rimessi in chiesa e devono essere usati da tutti… Le anime dovrebbero inginocchiarsi davanti al Santissimo. Noi, però, non lo vogliamo… Noi vogliamo che le persone non si inginocchino in chiesa”.

Sul tradimento dei sacerdoti e dei consacrati

“Questa cosa sozza (la talare, ndr) oggi non la porta più nessuno. Meno male! Che gioia! Noi vogliamo che il sacerdote si vesta come tutti gli altri. È una grande vittoria per noi”.

“I sacerdoti devono mantenere il celibato. Tutti, senza eccezioni”.

“I religiosi dovrebbero usare sempre, senza eccezioni, gli abiti religiosi tradizionali”.

“Che idioti questi sacerdoti. Mi seguono in molti. Anche loro, come Giuda, tradiscono il Nazareno”.

“I sacerdoti non pregano abbastanza. Sono pieni d’orgoglio”.

“Mi dà molto piacere vedere che molti sacerdoti pensino che il Rosario sia una cosa antica. Invece è un’arma che ci sconfigge sempre”.

“I sacerdoti devono parlare dell’inferno, della perdizione, dei demoni. Quello lassù (Dio, ndr) vuole che si parli di questo”.

“Per la confessione quella cosa lurida (la stola, ndr) è obbligatoria. Gli ornamenti della Chiesa sono un obbligo. Solo gli ornamenti cattolici sono degni di Dio”.

“I seminaristi devono pregare il Rosario”.

“Il sacerdote deve mantenere tutte le virtù, specialmente quella della purezza”.

“Voi (preti, ndr) avete il potere di scacciarci, ma non lo fate più! Non ci credete neppure!”.

“Come ci piacciono le suore davanti al televisore! Hanno smesso di pregare. Non si inginocchiano più. Che bello! Questa è una delle più belle vittorie per noi”.

Sull’inferno

“Dopo la vita non c’è la fine. Inizia con la morte la vera vita: o in paradiso o all’inferno, dove sono io”.

“Io sono dannato. Perché non volevo servire Lui (Dio, ndr). Volevo essere io Lui (Dio, ndr). Anche se sono una creatura”.

“Io ero in Paradiso. Ero più alto di Michele. Ero il più vicino a Lui (Dio, ndr). Ora sono il più alto di grado all’inferno. Michele mi ha sconfitto. L’inferno, però, è mio e lo voglio riempire”.

“Io sono il padre della perdizione e delle menzogne”.

“Io odio l’essere umano, perché sono caduto per colpa vostra”.

“Io non mantengo mai quello che prometto”.

“Quella (la Madonna, ndr) mi schiaccia la testa, sempre.

“Mi sono preso Giuda. Ora è al mio servizio. Lui è dannato. Si sarebbe potuto salvare, ma ha tradito il Nazareno”.

“Quella (la Madonna, ndr) diceva sempre a Giuda che doveva essere obbediente e migliorare. Lui, però, non la ascoltava”.

“Giuda ha molti discepoli qui nell’inferno”.

“Dall’inferno non si esce mai. Si brucia tutta l’eternità”.

“Dopo la fine del mondo, le sofferenze qui da noi aumenteranno ancora di più”.

“Sono dannato per sempre. Se sapeste che sofferenza!”

“Sono il capo dei sacrileghi”.

“I massoni sono figli miei”.

“Contro di voi ci scagliamo e potremmo ancora di più, se non fossimo legati. Noi possiamo solo fino a dove arrivano le catene”.

Sulla secolarizzazione

“Nelle famiglie si deve pregare tutti i giorni. Il Rosario deve far parte di tutte le famiglie, tutti i giorni”.

“Che bello! Tanti, specialmente i giovani, dormono la domenica e non vanno in chiesa. Quella Donna (la Madonna, ndr) vuole che essi vadano in chiesa e preghino tutti i giorni il Rosario. Io, invece, no.

“I fedeli devono confessarsi regolarmente secondo l’insegnamento della Chiesa”.

“Tutti devono pregare gli angeli custodi… Gli angeli custodi sono nemici miei. Li odio!”

“L’acqua benedetta deve fare parte delle case e delle famiglie”.

“San Giuseppe deve essere venerato”.

“Cristo perdona sempre, ma solo nel sacramento della confessione”.

Sull’aborto

“L’aborto è sempre un omicidio. Gli embrioni non possono vedere Lui (Dio, ndr). Saranno salvati per grazia di Lui (Dio, ndr) ma non lo potranno mai vedere perché non hanno ricevuto il battesimo.

“I non nati possono essere battezzati. Però solo se sono vivi”.

“Ovunque dove è stata approvata una legge abortista, lì era ed è presente tutto l’inferno”.

Sulla preghiera

“Pregate, pregate, pregate per la salvezza delle anime”. Lo vuole Quella (la Madonna, ndr)”.

“Se aveste idea di quanto è potente il Rosario… è fortissimo contro Satana… non voglio dirlo, ma sono costretto.”

“Per ordine dell’Alta Dama devo dire che si deve pregare di più lo Spirito Santo. Voi dovete pregare molto, perché i castighi sono vicini”.

Su Fatima

“Le apparizioni di Fatima sono la chiave per salvare il mondo… Se non obbedirete alle parole di Fatima, avrete una punizione come non avete mai visto”.

Sul castigo

“Quello lassù non aspetterà molto tempo. Verrà una punizione che non ha avuto uguale. Chi rimarrà fedele, però, sarà protetto”.




Adesso cercate le "Lettere di Berlicche" di Charles Stapleton Lewis e confrontatene i contenuti. Sotto potete trovare il link ad un articolo pubblicato su questo blog dove, in un dialogo del racconto di Stapleton Lewis, Berlicche spiega al "cardinale" prescelto come distruggere la Chiesa. Il piano malefico del maligno è lo stesso, ma ci sorprende soprattutto l'attualità e il suo puntuale avveramento. Il piano massonico per la distruzione della Chiesa Cattolica coincide perfettamente con il piano rivelato nell'esorcismo e nei dialoghi di Berlicche.
Sul canale youtube si trovano diversi video molto ben fatti sull'argomento, tipo questi: