lunedì 30 marzo 2020

Il Coronavirus e la mano di Dio – Intervista all’arcivescovo Carlo Maria Viganò



Pubblichiamo la versione italiana dell’importante intervista rilasciata da S.E. l’arcivescovo Carlo Maria Viganò a Michael Matt, e pubblicata su “The Remnant” il 30 marzo 2020

Eccellenza, con quale sguardo il cristiano deve valutare la pandemia del Covid-19?

La pandemia del Coronavirus, come tutte le malattie e la stessa morte, sono una conseguenza del Peccato Originale. La colpa di Adamo, capo del genere umano, ha privato lui e i suoi discendenti non solo della Grazia, ma anche di tutti quei doni che Dio gli aveva dato alla Creazione. Da quel momento la malattia e la morte sono entrate nel mondo, quale punizione per aver disobbedito a Dio. La Redenzione annunciata nel Protoevangelo (Genesi 3), profetizzata nell’Antico Testamento e portata a compimento con l’Incarnazione, la Passione, la Morte e la Risurrezione di Nostro Signore ha riscattato dalla dannazione eterna Adamo e la sua discendenza, ma ha lasciato che le sue conseguenze rimanessero come marchio dell’antica caduta, e fossero definitivamente ripristinate solo alla Resurrezione della carne, che noi professiamo nel Credo, e che avverrà prima del Giudizio universale. Questo va ricordato, specialmente in un momento in cui i principi basilari del Catechismo sono ignorati o negati.

Il Cattolico sa che la malattia, e quindi anche le epidemie, la sofferenza, la privazione dei propri cari, devono essere accettate con fede e umiltà anche in espiazione dei nostri peccati personali. Grazie alla Comunione dei Santi – tramite la quale i meriti di ogni battezzato si comunicano anche agli altri membri della Chiesa – possiamo offrire tali prove anche per il perdono dei peccati altrui, per la conversione di chi non crede, per abbreviare la purificazione delle anime sante del Purgatorio. Una sventura come il Covid-19 può anche essere occasione preziosa per crescere nella Fede e nella Carità operosa.

Come si vede, limitarsi all’aspetto meramente clinico della malattia – che ovviamente va combattuta e guarita – toglie ogni dimensione trascendente alla nostra vita, privandola di quello sguardo soprannaturale senza il quale è inevitabile chiudersi in un sordo egoismo senza speranza.

Alcuni esponenti della Gerarchia e sacerdoti hanno affermato che «Dio non punisce» e che considerare il Coronavirus come un flagello «è un’idea pagana». È d’accordo?

La prima punizione, come dicevo pocanzi, è stata inflitta al nostro Progenitore. Ma, come recita l’Exsultet che intoneremo la notte del Sabato Santo: O felix culpa, qui talem ac tantum meruit habere Redemptorem! Felice colpa, che ci ha meritato un tale Redentore!

Un padre che non punisce dimostra di non amare il figlio, ma di disinteressarsi di lui; un medico che osserva indifferente il malato peggiorare fino alla cancrena non vuole la sua guarigione. Il Signore è Padre amorevolissimo perché ci insegna come dobbiamo comportarci per meritare l’eternità beata del Cielo, e quando col peccato disobbediamo ai Suoi precetti, non ci lascia morire, ma ci viene a cercare, ci manda tanti segnali – talvolta anche severi, com’è giusto – perché ci ravvediamo, ci pentiamo, facciamo penitenza e riacquistiamo l’amicizia con Lui. Sarete miei amici, se farete quel che Io vi comando. Mi pare che le parole del Signore non diano adito ad equivoci.

Vorrei anche aggiungere che la verità di un Dio giusto che premia i buoni e punisce i malvagi fa parte di quell’eredità comune alla legge naturale che il Signore ha instillato in tutti gli uomini di tutte le epoche: un richiamo insopprimibile del Paradiso terrestre, che consente anche ai pagani di comprendere come la Fede Cattolica sia il necessario compimento di quel che loro suggerisce un cuore sincero e ben disposto. Mi stupisce che oggi, anziché evidenziare questa verità profondamente iscritta nel cuore di ogni uomo, proprio coloro che sembrano nutrire tanta simpatia per i culti pagani non accettino l’unica cosa che da sempre la Chiesa ha considerato importante per attrarli a Cristo.

Vostra Eccellenza ritiene che vi siano dei peccati che hanno suscitato lo sdegno di Dio in modo particolare?

I crimini di cui ognuno di noi si macchia davanti a Dio sono un colpo di martello sui chiodi che hanno trafitto le Mani del nostro Redentore, un colpo di frusta che ha strappato la carne del Suo santissimo Corpo, uno sputo sul Suo amorevole Volto. Se avessimo dinanzi agli occhi questo pensiero, nessuno di noi oserebbe peccare. E chi ha peccato, non finirebbe di piangere per tutto il resto dei suoi giorni. Eppure è questa la realtà: nella Sua Passione, il nostro divino Salvatore ha assunto su di Sé non solo il Peccato Originale, ma anche tutti i nostri peccati, di tutti i tempi e di tutti gli uomini. E la cosa mirabile è che Nostro Signore ha voluto affrontare la morte sulla Croce, quando una sola goccia del Suo preziosissimo Sangue sarebbe bastata per redimerci: Cujus una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere, come ci insegna San Tommaso.

Ma oltre ai peccati commessi dai singoli, vi sono anche i peccati commessi dalle società, dalle Nazioni. L’aborto, che anche durante la pandemia continua a uccidere bambini innocenti; il divorzio, l’eutanasia, l’orrore del cosiddetto matrimonio omosessuale, la celebrazione della sodomia e delle peggiori perversioni, la pornografia, la corruzione dei piccoli, la speculazione delle élites finanziare, la profanazione della domenica…

Posso chiederLe per quale motivo fa una distinzione tra colpe dei singoli e colpe delle Nazioni?

San Tommaso d’Aquino ci insegna che, come è dovere del singolo riconoscere, adorare e obbedire al vero Dio, così la società – che è appunto costituita da singoli – non può non riconoscere Dio e far sì che le proprie leggi consentano ai suoi membri di conseguire il bene spirituale cui sono destinate. Nazioni che non solo ignorano Dio, ma lo negano apertamente; che impongono ai sudditi di accettare leggi contrarie alla Morale naturale e alla Fede cattolica, quali il riconoscimento di diritti all’aborto, all’eutanasia e alla sodomia; che si adoperano per la corruzione dei fanciulli, profanando la loro innocenza; che consentono il diritto di bestemmiare la divina Maestà non possono considerarsi esenti dalla punizione di Dio. Così i peccati pubblici richiedono pubblica confessione e pubblica espiazione, se vogliono ottenere pubblico perdono. Non dimentichiamo che la comunità ecclesiale, in quanto società anch’essa, non è esente dalle punizioni celesti, laddove i suoi capi si rendano responsabili di offese collettive.

Vuol dire che ci sono anche colpe della Chiesa?

La Chiesa è in sé sempre, indefettibilmente santa, poiché essa è il Corpo Mistico di Nostro Signore, e sarebbe non solo temerario, ma blasfemo anche solo pensare che la divina istituzione che la Provvidenza ha posto in terra come dispensatrice della Grazia ed unica arca di salvezza possa anche minimamente essere imperfetta. Le lodi che attribuiamo alla Vergine Santissima – che è Mater Ecclesiae, appunto – si applicano anche alla Chiesa: essa è mediatrice delle grazie, tramite i Sacramenti; è Madre di Cristo, di Cui genera le membra; Arca dell’alleanza, ossia custode del Pane celeste e dei Comandamenti; la Chiesa è rifugio dei peccatori, cui concede il perdono nella Confessione; salute degli infermi, cui ha sempre prodigato le proprie cure; regina della pace, che promuove tra i popoli predicando il Vangelo. Ma è anche terribilis ut castrorum acies ordinata, perché il Signore ha dato ai suoi Ministri il potere di scacciare i demoni e l’autorità delle Sante Chiavi, grazie alle quali essa apre o chiude le porte del Cielo. E non dimentichiamo che la Chiesa non è solo quella Militante sulla terra, ma vi è quella Trionfante e quella Purgante, i cui membri sono tutti Santi.

Ma è pur vero che, se la Chiesa di Cristo è Santa, essa può essere però peccatrice nei suoi membri qui sulla terra, ed anche nella sua Gerarchia. In questi tempi travagliati abbiamo purtroppo numerosi esempi di ecclesiastici indegni, come gli scandali degli abusi da parte di chierici e addirittura di alti Prelati hanno purtroppo dimostrato. L’infedeltà dei Sacri Pastori è di scandalo per i loro confratelli e per molti fedeli, non solo quando riguarda la lussuria o la brama di potere, ma anche – e direi soprattutto – quando colpisce l’integrità della Fede, la purezza della dottrina e la santità della morale, sconfinando addirittura in episodi di inaudita gravità, come ad esempio nel caso dell’adorazione dell’idolo della pachamama in Vaticano. Credo anzi che il Signore sia particolarmente sdegnato per la moltitudine di peccati e scandali di coloro che dovrebbero essere d’esempio e modello, in quanto Pastori, per il gregge loro affidato.

Non dimentichiamo inoltre che l’esempio offerto da tanta parte della Gerarchia non è di scandalo solo per i Cattolici, ma anche per tante persone che, pur non avendo la grazia di appartenerle, guardano ad essa come ad un faro e ad un punto di riferimento. Non solo: questo flagello non può esimere la Chiesa, nella sua stessa Gerarchia, a compiere un severo esame di coscienza per essersi arresa al mondo; essa non può sottrarsi al dovere di condannare con fermezza gli errori che ha lasciato dilagare nel suo seno dal Vaticano II in poi, e che hanno attirato sulla Chiesa stessa e sul mondo giuste punizioni perché abbiamo a ravvederci e ritornare a Dio.

Mi duole notare che ancor oggi, quando tutti noi siamo testimoni della collera divina che si abbatte sul mondo, si continui ad offendere la Maestà di Dio parlando della «vendetta della madre terra che reclama rispetto», come ha affermato papa Bergoglio qualche giorno fa nella sua ennesima intervista. Urge invece chiedere perdono per il sacrilegio perpetrato nella Basilica di San Pietro, riconsacrandola secondo le norme canoniche prima di celebrarvi nuovamente il Santo Sacrificio. E si dovrebbe parimenti indire una solenne processione penitenziale – anche di soli Prelati, guidati dal Papa – che implorino la misericordia di Dio su loro stessi e sul popolo. Sarebbe un gesto di umiltà autentica, che molti fedeli attendono, in riparazione delle colpe commesse.

Come contenere lo sconcerto per le parole pronunciate a Santa Marta nel corso dell’omelia della Messa del 26 Marzo da papa Bergoglio? Il Papa ha detto: «Che il Signore non ci trovi, alla fine della vita, e dica di ognuno di noi: “Ti sei pervertito. Ti sei allontanato dalla via che io avevo indicato. Ti sei prostrato dinanzi a un idolo”». Si resta del tutto sconvolti e indignati nell’udire queste parole, considerando che egli stesso ha consumato davanti a tutto l’Orbe un vero e proprio sacrilegio, persino sull’Altare della Confessione di San Pietro, una profanazione, un atto di apostasia con l’idolo immondo e demoniaco della pachamama.

Nel giorno dell’Annunciazione di Maria Santissima, i Vescovi del Portogallo e della Spagna hanno consacrato al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria le loro Nazioni. L’Irlanda e la Gran Bretagna hanno fatto lo stesso. Molte Diocesi e città, nella persona dei loro Vescovi e delle Autorità pubbliche hanno posto le loro comunità sotto la protezione della Vergine. Come valuta questi eventi?

Questi sono gesti che lasciano ben sperare, ancorché insufficienti a riparare le nostre colpe e finora ignorati dai vertici della Chiesa, mentre il popolo cristiano invoca a gran voce un gesto solenne e collettivo ai suoi Pastori. Nostra Signora, a Fatima, ha chiesto che il Papa e tutti i Vescovi consacrassero la Russia al Suo Cuore Immacolato, preannunciando sciagure e guerre finché ciò non fosse avvenuto. I Suoi appelli sono rimasti inascoltati. I Pastori si ravvedano ed obbediscano alla Vergine Santissima! È vergognoso e scandaloso che la Chiesa in Italia non si sia unita a questa iniziativa!

Come giudica la sospensione delle celebrazioni che ha coinvolto quasi tutto il mondo?

Questa è una grande sofferenza, anzi direi la più grande che si sia imposta ai nostri fedeli, specialmente ai moribondi, privandoli del ricorso ai Sacramenti.

In questi frangenti è sembrato che la Gerarchia, ad eccezione di rari casi, non abbia avuto alcun scrupolo a chiudere le chiese e ad impedire la partecipazione dei fedeli al Santo Sacrificio della Messa. Ma questo atteggiamento da freddi burocrati, da esecutori della volontà del Principe, viene percepito ormai dalla maggior parte dei fedeli come un inquietante segnale di mancanza di Fede. E come dar loro torto?

Mi chiedo – e tremo a dirlo – se la chiusura delle chiese e la sospensione delle celebrazioni non sia una punizione che Dio ha aggiunto alla pandemia. Ut scirent quia per quae peccat quis, per haec et torquetur. Perché capissero che con le cose con cui uno pecca, con quelle viene punito (Sap XI, 17) Offeso dalla sciatteria e dalla mancanza di rispetto di tanti Suoi Ministri; oltraggiato dalle profanazioni del Santissimo Sacramento che quotidianamente si perpetrano con la sacrilega abitudine di amministrare la Comunione in mano; stanco di sopportare canzonette volgari e prediche eretiche, il Signore si compiace ancor oggi – nel silenzio di tanti altari – di sentir elevare a lui la lode austera e composta di tanti sacerdoti che celebrano la Messa di sempre, quella Messa che risale ai tempi apostolici, e che nel corso della storia rappresenta il cuore palpitante della Chiesa. Prendiamo molto seriamente questo monito: Deus non irridetur.

Comprendo e condivido, ovviamente, il doveroso rispetto dei basilari principi di protezione e sicurezza che l’Autorità civile stabilisce per la salute pubblica. Ma proprio come essa ha il diritto di intervenire sulle materie che riguardano il corpo, così l’Autorità ecclesiastica ha il diritto e il dovere di occuparsi della salute delle anime, e non può privare i suoi fedeli del nutrimento della Santissima Eucaristia, né tantomeno della Confessione, della Messa e del Santo Viatico.

Eppure, quando i negozi e i ristoranti erano ancora aperti, molte Conferenze Episcopali avevano già disposto la sospensione delle funzioni, senza che fosse stato loro richiesto dall’Autorità civile. Un atteggiamento, questo, che rivela la dolorosa situazione in cui si trova la Gerarchia, disposta a sacrificare il bene delle anime per compiacere il potere dello Stato o la dittatura del pensiero unico.

A proposito di ristoranti aperti: come valuta i pranzi per i poveri che si sono tenuti negli scorsi mesi all’interno di luoghi di culto?

Per il Cattolico, l’assistenza ai bisognosi ha il proprio motore nella virtù della Carità, ossia in Dio stesso: Deus caritas est. Egli ama il Signore sopra ogni cosa, ed il prossimo per amor Suo, perché ci permette – secondo le Beatitudini evangeliche – di vedere Cristo nel povero, nell’ammalato, nel carcerato, nell’orfano. La Chiesa è sempre stata, sin dai suoi primordi, un fulgido esempio in questo senso, al punto che gli stessi pagani ne erano edificati. La Storia testimonia le imponenti opere assistenziali istituite grazie alla munificenza dei suoi fedeli, anche in epoche di aperta ostilità dello Stato, il quale incamerò i beni delle fondazioni per l’odio che la Massoneria nutriva verso una così chiara testimonianza da parte dei Cattolici. L’attenzione ai poveri e agli emarginati non è quindi una novità del nuovo corso bergogliano, né appannaggio di organizzazioni ideologicamente schierate.

Ma è significativo che l’enfasi all’aiuto dei poveri si riveli non solo priva di qualsiasi riferimento soprannaturale, ma che si limiti alle opere di misericordia corporale, evitando meticolosamente quelle di misericordia spirituale. Non solo: quest’ultimo Pontificato ha sancito definitivamente la rinuncia all’apostolato, alla missionarietà della Chiesa anche in questo contesto, liquidandola con il termine spregiativo di proselitismo. Si pensa ad offrire nutrimento, ospitalità e cure sanitarie ma non ci si preoccupa di nutrire, accogliere e guarire nell’anima chi ne ha bisogno, riducendo così la Chiesa ad una ONG con finalità filantropiche. Ma la Carità non è una declinazione della filantropia di ispirazione massonica, appena ammantata di un vago spiritualismo, bensì il suo esatto opposto; perché la solidarietà oggi praticata nega che vi sia una sola Religione vera e che il suo messaggio salvifico vada quindi predicato a chi ancora non ne fa parte. Non solo: a causa delle deviazioni penetrate nella Chiesa con il Concilio in materia di libertà religiosa ed ecumenismo, gli enti assistenziali finiscono col confermare le persone loro affidate nell’errore del paganesimo o dell’ateismo, giungendo addirittura ad offrire luoghi di culto in cui esse possano pregare. Abbiamo anche visto casi deplorevoli di Messe durante le quali, su esplicita richiesta del sacerdote, al posto del Vangelo è stato proclamato il Corano o, per riprendere casi recenti, si è data la possibilità di praticare riti idolatrici in una chiesa cattolica.

Credo che la decisione di destinare le chiese a refettori o dormitori per accogliervi persone bisognose sia un fenomeno rivelatore di questa ipocrisia di fondo che, come nel caso dell’ecumenismo, utilizza un pretesto apparentemente lodevole – assistere i bisognosi, accogliere i rifugiati ecc. – come strumento per realizzare progressivamente il sogno massonico di una grande religione universale senza dogmi, senza riti, senza Dio. Usare una chiesa come un’osteria, alla presenza di compiaciuti Prelati che servono pizze o braciole in veste filettata e grembiule, vuol dire profanarla; specialmente quando chi si mette in mostra sorridendo ai fotografi si guarda bene dall’aprire le porte del Palazzo Vescovile a quelli che, in fondo, considera utili al perseguimento di altri scopi. Per tornare a quanto ho detto pocanzi, mi pare che anche questi sacrilegi siano all’origine della pandemia e della chiusura delle chiese.

Mi pare inoltre che troppo spesso si cerchi di spettacolarizzare la povertà o lo stato di bisogno di tanti sventurati – come nel caso degli sbarchi di clandestini traghettati da organizzazioni di veri e propri negrieri – col solo scopo di metter in moto l’industria dell’accoglienza, dietro la quale si nascondono non solo meschini interessi economici, ma anche una non confessata complicità con chi vuole la distruzione dell’Europa cristiana ad incominciare dall’Italia.

In alcuni casi – ad esempio in Italia, a Cerveteri – le forze dell’ordine hanno interrotto la celebrazione di una Messa. Come si pone l’Autorità Ecclesiastica davanti a questi episodi?

Il caso di Cerveteri è stato forse un eccesso di zelo da parte di due guardie municipali, certamente stressate dal clima di allarme che si è venuto a creare all’inizio dell’epidemia. Ma dev’essere chiaro che, specialmente in una nazione come l’Italia – in cui vige un Concordato tra la Chiesa Cattolica e lo Stato – all’Autorità ecclesiastica è riconosciuta l’esclusiva competenza sui luoghi di culto, e sarebbe quindi stato più che necessario che la Santa Sede e l’Ordinario del luogo protestassero fermamente per una violazione dei Patti Lateranensi, confermati nel 1984 e tuttora validi. Ancora una volta, l’esercizio dell’autorità da parte dei Pastori – che deriva loro direttamente da Dio – si dissolve come neve al sole, dimostrando una pusillanimità che potrebbe un giorno autorizzare abusi ben peggiori. Colgo questa occasione per sollecitare una fermissima condanna di queste intollerabili ingerenze dell’Autorità civile nelle questioni di immediata e diretta competenza dell’Autorità Ecclesiastica.


Papa Francesco ha invitato il 25 Marzo a recitare il Pater noster tutti i Cristiani, indipendentemente dal fatto che siano Cattolici, per chiedere a Dio la fine della pandemia, e ha lasciato intendere che anche chi professa altre religioni poteva unirsi alla sua preghiera.

Il relativismo religioso insinuato dal Concilio ha cancellato la persuasione che la Fede Cattolica sia l’unica via di salvezza e che il Dio Uno e Trino che adoriamo sia l’unico vero Dio.

Papa Bergoglio ha affermato, nella Dichiarazione di Abu Dhabi, che tutte le religioni sono volute da Dio: questa è non solo un’eresia, ma una forma di gravissima apostasia ed una bestemmia. Perché affermare che Dio accetta di esser adorato indipendentemente da come Egli si è rivelato, significa vanificare l’Incarnazione, la Passione, la Morte e la Resurrezione del nostro Salvatore. Significa rendere inutile lo scopo per cui esiste la Chiesa, la ragione per cui milioni di Martiri hanno offerto la loro vita, per cui esistono i Sacramenti, il Sacerdozio e lo stesso Papato.

Purtroppo, proprio quando si dovrebbe espiare l’oltraggio alla Maestà di Dio, vi è chi chiede di pregarLo assieme a chi rifiuta di onorare la Sua Santissima Madre proprio nel giorno della sua festa.

È questo il modo più appropriato per ottenere la fine della pestilenza?

Però è anche vero che la Penitenzieria Apostolica ha concesso particolari Indulgenze per chi è colpito dal contagio e per quanti assistono materialmente e spiritualmente i malati.

Anzitutto occorre ribadire con forza che non è possibile sostituire le Indulgenze ai Sacramenti. È necessario opporsi con la massima fermezza alle decisioni scellerate di alcuni Pastori, che sono recentemente giunti a proibire ai loro sacerdoti di ascoltare le Confessioni o di amministrare il Battesimo. Queste disposizioni – assieme alla mancata celebrazione della Messa ed alla sospensione delle Comunioni – sono contro il diritto divino e dimostrano che dietro tutto ciò vi è Satana. Solo il Nemico può ispirare provvedimenti che provocano la perdita spirituale di tante anime. È come se si ordinasse ai medici di non somministrare cure vitali a pazienti in pericolo di vita.

L’esempio dell’Episcopato polacco, che ha ordinato di moltiplicare le Messe per consentire la partecipazione dei fedeli senza rischio di contagio, dovrebbe essere assunta da tutta la Chiesa, se ancora la sua Gerarchia ha a cuore la salvezza eterna del popolo cristiano. Ed è significativo che, proprio in Polonia, l’impatto della pandemia sia inferiore a quello di altre nazioni.

La dottrina delle Indulgenze sopravvive agli attacchi dei novatori, e questa è comunque una buona cosa. Ma se il Romano Pontefice ha il potere di attingere a piene mani dal tesoro inesauribile della Grazia, è anche vero che le Indulgenze non possono esser banalizzate, né considerate quasi si trattasse di saldi di fine stagione. I fedeli hanno avuto un’impressione simile anche in occasione dell’ultimo Giubileo della Misericordia, per il quale l’Indulgenza Plenaria era accordata a condizioni tali, da attenuare in chi la lucrava la consapevolezza della sua importanza.

Si pone inoltre il problema della Confessione sacramentale e della Comunione eucaristica richieste per beneficiare delle Indulgenze, ma che nelle norme emanate dalla Sacra Penitenzieria slittano sine die con un generico «non appena sarà loro possibile».

Ritiene che le particolari dispense relative all’Assoluzione generale al posto dell’Assoluzione individuale possano applicarsi all’epidemia presente?

L’imminenza della morte legittima il ricorso a soluzioni che la Chiesa, nel suo zelo per la salvezza eterna delle anime a lei affidate, sempre ha generosamente concesso, come nel caso dell’Assoluzione generale che si imparte ai militari prima di un attacco, o a chi ad esempio si trova su una nave che affonda. Se l’emergenza di un reparto di terapia intensiva non consente l’accesso del Sacerdote che in momenti limitati, ed in questi frangenti non è possibile ascoltare le Confessioni individuali dei moribondi, credo che la soluzione prospettata sia legittima.

Ma se questa norma vuole creare un pericoloso precedente per estenderla poi all’uso comune, senza che vi sia alcun pericolo imminente per la vita del penitente, si dovrà vigilare con la massima attenzione perché ciò che la Chiesa magnanimamente concede per casi estremi non diventi una norma.

Ricordo inoltre che le Messe trasmesse in streaming o in televisione non assolvono dal precetto festivo. Esse sono un modo lodevole per santificare il giorno del Signore, quando è impossibile recarsi in chiesa. Ma deve essere chiaro che la pratica sacramentale non può esser sostituita alla virtualizzazione del sacro, così com’è evidente che nell’ordine naturale non si può nutrire il corpo guardando l’immagine di un alimento.

Qual è il messaggio di Vostra Eccellenza a quanti oggi hanno la responsabilità di difendere e guidare il gregge di Cristo?

È indispensabile e indifferibile una vera e propria conversione del Papa, della Gerarchia, dei Vescovi e di tutto il clero, così come dei Religiosi. I laici lo reclamano, mentre soffrono in balia della confusione per la mancanza di guide fedeli e sicure. Non possiamo permettere che il gregge che il divino Pastore ci ha affidato per governarlo, proteggerlo e condurlo alla salvezza eterna sia disperso da mercenari infedeli. Dobbiamo convertirci, tornare ad essere totalmente di Dio, senza compromessi col mondo.

I Vescovi devono riprendere coscienza della propria Autorità Apostolica, che è personale, che non può esser delegata a soggetti intermedi come le Conferenze Episcopali o i Sinodi, i quali hanno snaturato l’esercizio del ministero apostolico, recando gravi danni alla costituzione divina della Chiesa come Cristo l’ha voluta.

Basta sentieri sinodali, basta con una malintesa collegialità, basta con questo assurdo senso di inferiorità e cortigianeria verso il mondo; basta con l’uso ipocrita del dialogo al posto dell’annuncio intrepido del Vangelo; basta con gli insegnamenti di false dottrine e il timore di predicare la purezza e la santità di vita; basta con i silenzi pavidi davanti all’arroganza del Male. Basta con la copertura di ignobili scandali: basta con la menzogna, l’inganno e le vendette!

La vita cristiana è una milizia, non una spensierata passeggiata verso il baratro. A ciascuno di noi, in ragione dell’Ordine Sacro che abbiamo ricevuto, Cristo chiede conto delle anime che abbiamo salvato e di quelle che abbiamo perduto per non averle ammonite e soccorse. Torniamo all’integrità della Fede, alla santità dei costumi, al vero Culto gradito a Dio.

Conversione e penitenza, dunque, come ci esorta la Vergine Santissima, Madre della Chiesa. A Lei, tabernacolo dell’Altissimo, chiediamo di ispirare nei Pastori questo eroico slancio per la salvezza della Chiesa e per il trionfo del Suo Cuore Immacolato.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Lunedi 30 Marzo 2020
Lunedì della V settimana di Quaresima (Anno A)

Vangelo della domenica (7 aprile) / L'amore di Gesù non giudica ma ...

Grado della Celebrazione: Feria
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Abbi pietà di me, Signore, perché mi calpestano;
tutto il giorno mi opprimono i miei nemici. (Sal 56,2)

Colletta
O Padre, che con il dono del tuo amore
ci riempi di ogni benedizione,
trasformaci in creature nuove,
per esser preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Io muoio innocente.


Dal libro del profeta Daniele

In quei giorni, abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa, ed essendo stimato più di ogni altro, i Giudei andavano da lui.
In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani; erano di quelli di cui il Signore ha detto: «L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo». Questi frequentavano la casa di Ioakìm, e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. I due anziani, che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla. Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno».
Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi. In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle». Susanna, piangendo, esclamò: «Sono in difficoltà da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!». Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa le stava accadendo. Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
Il giorno dopo, quando il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito, andarono là anche i due anziani, pieni di perverse intenzioni, per condannare a morte Susanna. Rivolti al popolo dissero: «Si faccia venire Susanna, figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm». Mandarono a chiamarla ed ella venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. Ella piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuso le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. Quindi è entrato da lei un giovane, che era nascosto, e si è unito a lei. Noi, che eravamo in un angolo del giardino, vedendo quella iniquità ci siamo precipitati su di loro. Li abbiamo sorpresi insieme, ma non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni». La moltitudine prestò loro fede, poiché erano anziani e giudici del popolo, e la condannò a morte.
Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d’Israele? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell’anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentìsco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
Allontanato questi, fece venire l’altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

Parola di Dio.

Forma breve (Dan 13,42-62):

Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, la moltitudine condannò Susanna a morte. Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!». Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste tue parole?». Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d’Israele? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare né appurare la verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell’anzianità». Daniele esclamò: «Separàteli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. Ora, dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentìsco». Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
Allontanato questi, fece venire l’altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?». Rispose: «Sotto un léccio». Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco, l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due e così farti morire».
Allora tutta l’assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva coloro che sperano in lui. Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 22)
Rit: Con te, Signore, non temo alcun male.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Canto al Vangelo (Ez 33, 11)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore,
ma che si converta dalla sua malvagità e viva.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Oppure (nell’anno C): (Gv 8,12)
R. Lode

VANGELO (Gv 8,1-11)
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli, Dio interviene con potenza per proteggere il povero e l'indifeso; egli è misericordioso con i peccatori. Confidiamo nel suo aiuto e invochiamolo dicendo:
Padre, riportaci nel tuo amore!

Quando ci sentiamo superiori ai nostri fratelli di fede e non ci tratteniamo dal giudicarli, ti preghiamo:
Quando ci sentiamo a posto di fronte ai carcerati, ai drogati e a quelli che hanno sbagliato, ti preghiamo:
Quando passiamo accanto a quelli che soffrono e non ci accorgiamo di loro, ti preghiamo:
Quando vogliamo applicare la giustizia senza la misericordia, ti preghiamo:
Quando non comprendiamo i tuoi giudizi o ci meravigliamo della tua pazienza, ti preghiamo:
Quando invochiamo giustizia da te in base ai nostri schemi e non secondo la tua misericordia, ti preghiamo:
Quando non abbiamo il coraggio di dire la verità a noi stessi e a te, ti preghiamo:
Quando il male compiuto ci lascia delusi e non sappiamo come uscirne, ti preghiamo:

Dio di infinita bontà e misericordiosa, il sangue del tuo Figlio ha cancellato tutti i nostri peccati: purificati dal tuo grande amore, donaci la gioia di celebrare questa eucaristia per renderti grazie a nome di tutta la Chiesa. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Signore, concedi ai tuoi fedeli,
riuniti per celebrare i santi misteri,
di offrirti come frutto della penitenza
una coscienza pura e uno spirito rinnovato.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DELLA PASSIONE DEL SIGNORE I
La potenza misteriosa della Croce

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Nella passione redentrice del tuo Figlio
tu rinnovi l’universo
e doni all’uomo il vero senso della tua gloria;
nella potenza misteriosa della croce tu giudichi il mondo
e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso.
Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi, eleviamo a te un inno di lode
ed esultanti cantiamo: Santo...


Antifona di comunione
“Donna, nessuno ti ha condannata?”.
“Nessuno, Signore”.
“Neppure io ti condanno:
d’ora in poi non peccare più”. (Gv 8,10-11)


Preghiera dopo la comunione
Padre di infinita misericordia,
la forza redentrice dei tuoi sacramenti
ci liberi da ogni male,
e ci avvii all’incontro con te come discepoli del Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.



Commento
Gesù Cristo insegna sul monte degli Ulivi e, in seguito, nel tempio. Raduna attorno a sé persone diverse, alcune che lo ascoltano volentieri e attentamente, altre che tentano a loro modo di raggirare la legge e l’autorità. Gli uni e gli altri ricevono una lezione. Gli scribi tendono una trappola a Gesù conducendo da lui una donna sorpresa in adulterio, ma Cristo ribadisce il valore e l’immutabilità delle leggi e delle esigenze divine, mostra come ci si deve comportare col peccatore, di cui rispetta la dignità umana: “Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più”. Ecco le premesse del Vangelo di oggi: il male è male, il peccato è peccato, ma l’uomo è chiamato costantemente alla santità. Deve continuamente operare in sé il passaggio dall’uomo vecchio, cioè dal peccatore, all’uomo nuovo, rigenerato dall’acqua e dallo Spirito. Non c’è nessuno al mondo che sia senza peccato. Dobbiamo tutti impegnarci in modo solidale sulla via del ritorno a Dio. Chi di noi è senza peccato, scagli per primo la pietra. Molte pietre vengono scagliate e non perché sono in molti ad essere senza peccato. Quante persone invece, incontrando la misericordia di Cristo, si allontanano per non peccare più? Impariamo ad ascoltare attentamente Cristo, senza nasconderci dietro le leggi. L’insegnamento da seguire è l’amore!

domenica 29 marzo 2020

LO SGUARDO AL PASSATO

GLI ANTIDOTI CONTRO L'IGNORANZA E LA PAURA INDOTTA?  LA CULTURA E LA RIFLESSIONE. QUANDO LA NATURA SELEZIONA, QUALCUNO HA PAURA DI NON FARCELA E SI DIFENDE TERRORIZZANDO E MORTIFICANDO IL SENSO PROFONDO DI UMANITA'. NON CI CASCHIAMO: "I MITI EREDITERANNO LA TERRA", LO DICE IL VANGELO.... 


In questi giorni di bombardamento mediatico, prendiamoci un attimo di pausa e riflettiamo con lucidità. Pensiamo alle tante pandemie che nella storia hanno colpito la popolazione umana. Da quelle più lontane, a quelle più vicine. Cosa hanno portato? Morte, desolazione, dolore...ma poi? Poi la vita è rinata con un'energia più forte di prima. Possiamo chiamarla selezione naturale oppure sopravvivenza del più adatto ma noi oggi siamo miliardi grazie alle tante selezioni del nostro passato.

L'essere umano ha conquistato il mondo perché ha vissuto pericolosamente, perché ha attraversato mari e monti, perché ha gioito, riso e pianto, perché si è anche ammalato, è guarito oppure morto. Non sappiamo chi o cosa conduca le nostre vite, se il nostro DNA sia terrestre o meno, se siamo ingegnerizzati o meno. Non siamo certi della totale artificiosità degli eventi o meno, compreso questo che stiamo vivendo proprio ora.

Ciò che possiamo fare è però guardare al passato, rileggere gli annali delle pandemie e considerare ciò che è accaduto dopo. Una palingenesi, una desolazione, una continuità? Comunque sia la vita. Una vita da vivere non chiusi in casa sommersi dalla paura a sfregarci le mani con prodotti chimici ma in una relazione stretta, continua e appassionata con il prossimo e con l'ambiente.

La principale vittima di queste restrizioni autoritarie è proprio il senso profondo dell'umanità. Vedo miei simili (ma non uguali) inveire contro chi non si maschera, esce di casa (!) oppure mette in dubbio le sacrosante verità del sistema! Come possiamo fidarci di chi ci ha mentito per decenni se non secoli? Ci stanno irrorando di materiali sconosciuti da oltre vent'anni, ci hanno impaurito con falsi attentati terroristici, ci hanno costretto ad avvelenare i nostri figli, ci hanno svenduto al peggior offerente...ebbene no, io non mi fido.

Vaccini e la perdita dell’immunità naturale

IL PROSSIMO TOTALITARISMO VACCINALE AL QUALE OCCORRE OPPORSI CON FORZA E DECISIONE....

Secondo la visione corrente la tecnologia vaccinale rappresenta il trionfo dell’umanità sui disegni “difettosi” di Madre Natura.
Peccato che a quella scienza autoincensatasi “non democratica”, va ricordato che l’evoluzione naturale non produce meccanismi difettosi, anzi.
L’allattamento al seno per esempio è il metodo di protezione immunologica specificamente adatto a tutte le esigenze del neonato. Oggi sappiamo infatti che numerosi componenti bioattivi contenuti nel latte materno conferiscono una determinata e importantissima protezione immunologica.
Come il latte in polvere non può competere con il latte materno dal punto di vista nutrizionale, così i vaccini non possono competere con il latte materno dal punto di vista dell’immunità.
Questo è assodato, anche se viene sempre dimenticato dalla medicina ufficiale.
Ecco perché la qualità dell’alimentazione (della madre in gravidanza e del neonato) continua ad essere un fattore cruciale nel determinare la funzionalità delle difese immunitarie nei bambini più grandi e negli adulti.

Perdita dell’immunità naturale
Il sistema immunitario dei neonati è immaturo e non è in grado di gestire in modo efficace i virus naturali e nemmeno i virus artificialmente attenuati contenuti nei vaccini.
Le madri naturalmente immuni - ossia quelle che hanno contratto le malattie virali durante l’infanzia - proteggono i loro bambini da queste malattie con il trasferimento passivo della loro immunità tramite la placenta durante la gravidanza e tramite il latte materno dopo il parto.
Se una madre è naturalmente immune, un’eventuale esposizione del bambino al virus durante l’allattamento porterebbe a un’infezione del tutto asintomatica con conseguente immunità a vita per quel particolare virus. Se il bambino invece viene esposto per la prima volta a quel virus soltanto dopo lo svezzamento, egli contrarrà la malattia naturalmente senza tante problematiche e acquisirà comunque una immunità a vita. Così funziona in Natura.
Le malattie virali sono sempre state definite “malattie infantili” proprio perché prima dell’istituzione delle vaccinazioni obbligatorie venivano contratte prevalentemente durante l’infanzia.

I bambini erano protetti dall’immunità materna, mentre gli adulti erano coperti dall’immunità a vita che avevano acquisito durante l’infanzia. Oggi non è più così perché l’impiego dei vaccini ha cambiato drasticamente questo schema!
In Natura l’esposizione naturale ai virus avviene tramite le mucose (bocca, occhi, naso, ecc.), mentre la maggior parte dei vaccini virali vivi attenuati e inattivati viene somministrata mediante una iniezione. Questa via di esposizione totalmente innaturale induce la produzione di anticorpi a livello del siero e non delle mucose. Differenza questa fondamentale per comprenderne i rischi intrinseci.
Poiché solo l’esposizione delle mucose contribuisce alla produzione di anticorpi nella ghiandola mammaria, le madri vaccinate non hanno la capacità di trasferire gli anticorpi indotti dal vaccino ai loro bambini mediante l’allattamento.
Per questi motivi nei primi anni ’90, quando il morbillo era ancora endemico negli Stati Uniti, nei bambini nati da madri vaccinate era stato riscontrato un rischio maggiore di contrarre quella malattia rispetto a quelli nati da mamme naturalmente immuni. Va ricordato che negli Stati Uniti la vaccinazione anti morbillosa obbligatoria era stata avviata nei primi anni Sessanta, quindi negli anni Novanta le donne (vaccinate e non coperte) erano in piena età fertile avendo trent’anni…

L’uso persistente del vaccino trivalente contro morbillo-parotite-rosolia, ma non solo, ha privato una generazione di madri e soprattutto i loro bambini dell’immunità naturale contro le rispettive malattie virali.
I vaccini virali vivi attenuati riducono l’incidenza generale delle corrispondenti malattie virali rendendo il nostro corpo inaccessibile ai virus di tipo selvatico per un periodo che va da 3 a 5 anni dopo la vaccinazione.
Ma così facendo esse impediscono alla maggioranza della popolazione umana di sviluppare l’immunità naturale senza tuttavia eradicare completamente il virus prima che nasca una nuova generazione di bambini privi di immunità naturale.
Queste blande malattie infantili sono diventate pericolose perché noi esseri umani le abbiamo rese tali.

Negli Stati Uniti si è cominciato a vaccinare contro il virus della varicella a metà degli anni Novanta e presto avremo una generazione di madri e bambini senza immunità naturale, prima della completa eradicazione del virus. Dobbiamo porre termine alla vaccinazione di massa contro la varicella prima che capiti questo, altrimenti questa malattia diventerà un morbo pericoloso per la generazione dei nostri nipoti, così come lo è il morbillo per i nostri neonati.
L’interruzione del ciclo naturale del trasferimento di immunità fra la madre e il bambino è una conseguenza pericolosa e irreversibile delle attuali campagne di vaccinazione di massa.
Il paradosso dei vaccini è che riducono l’incidenza generale delle malattie infantili ma le rendono enormemente più pericolose per la generazione successiva…

Vincere le battaglie ma perdere la guerra
Le malattie virali possono causare complicanze mortali solo nei neonati non protetti dall’immunità materna e negli individui gravemente malnutriti o immunodepressi.
Un grave problema che può subentrare dopo una malattia virale o insorgere spontaneamente è una malattia batterica invasiva come la polmonite, la meningite o l’encefalite.
Pochi sanno che i vaccini coprono soltanto una frazione minima della grande biodiversità dei ceppi batterici. Quando si eliminano quelli per i quali i vaccini sono stati creati, altri ceppi prendono il sopravvento e crescono a dismisura.
La pertosse è l’esempio perfetto di una campagna di guerra mal condotta contro i batteri.
Negli Stati Uniti era una malattia in declino negli anni precedenti quando era in uso il vaccino antipertosse a cellule intere. Quest’ultimo però avendo rivelato uno scarso livello di sicurezza, a metà degli anni 90 venne sostituito con il vaccino antipertosse acellulare.
In seguito negli Stati Uniti la pertosse ha cominciato a riemergere nonostante l’estensiva copertura vaccinale.
Il vaccino per la pertosse acellulare include proteine isolate ricavate dal batterio B. Pertussis. Esiste però un altro ceppo batterico che può causare la pertosse il B. Parapertussis.
Il nuovo vaccino acellulare garantisce protezione solo contro il pertussis ma non contro il parapertussis, mentre il vecchio vaccino è efficace contro entrambi i ceppi.

Rischi delle vaccinazioni
In conclusione la tecnologia vaccinale è estremamente rischiosa non solo per il contenuto di adiuvanti (formaldeide, antibiotici, frammenti di DNA animale e/o umano, ecc.) e di metalli tossici (alluminio, sale di mercurio, ecc.) che possono scatenare patologie anche gravissime (allergiche, autoimmunitarie, croniche e neurodegenerative) ma perché stanno trasformando innocue - ma importanti dal punto di vista evolutivo - malattie esantematiche infantili in pericolosi fardelli tossici per i neonati delle nuove generazioni.
Immunizzando i neonati oggi stiamo creando bambini e futuri uomini e donne non immunizzati naturalmente contro le malattie. Il problema serio è rappresentato dalle bambine, le quali saranno delle madri prive di immunità per se stesse e quindi non in grado di passare ai figli gli anticorpi adeguati mettendoli così a rischio.
Vacciniamo oggi per creare danni domani!
Queste sono cose note all’immunologia ufficiale, per cui la domanda che sorge spontanea è: perché continuano imperterriti su questa errata e innaturale strada? Forse le lobbies farmaceutiche vogliono predisporre l’intera umanità futura a gravissimi rischi epidemici?
Ai posteri (non vaccinati) l’ardua sentenza…

Tratto dal libro “I vaccini sono un’illusione” della d.ssa Tetyana Obukhanych, immunologa. Macro edizioni


Vaccini per la Riprogrammazione Genetica e Sociale

PRIMA DEL MES E' DELLA RIPROGRAMMAZIONE GENETICA E SOCIALE ATTRAVERSO I VACCINI CHE BISOGNA PREOCCUPARSI, E IL COVID 19 E' FUNZIONALE A TUTTO QUESTO....




Perché i governi premono in modo maniacale ad iniettare i vaccini?


Jon Rappoport - Considerate questo articolo alla luce del mandato di far rispettare le vaccinazione in tutto il pianeta. Il riferimento è ad un articolo del New York Times del 2015/03/09, "protezione senza un vaccino", che descrive la frontiera della ricerca. Qui di seguito le citazioni chiave dell'articolo che evidenziano l'uso di geni sintetici (per "proteggere contro le malattie") che invece cambiano la struttura genetica degli esseri umani. Questa non è fantascienza:
"Offrendo geni sintetici nei muscoli delle scimmie, gli scienziati sono essenzialmente in grado di re-ingegnerizzare gli animali per resistere alle malattie." - "Il cielo è il limite", ha detto Michael Farzan, immunologo presso lo Scripps ed autore principale del nuovo studio." - "Il primo esperimento sulla prima cavia umana sulla base di questo programma - chiamato immunoprofilassi di trasferimento genico, o I.G.T. - è in corso, e molti di nuovi sono in progetto".
"I.G.T. è del tutto diverso dalla vaccinazione tradizionale. È invece una forma di terapia genica. Gli scienziati isolano i geni che producono potenti anticorpi contro alcune malattie e quindi sintetizzano le loro versioni artificiali. I geni sono collocati in virus ed iniettati nel tessuto umano, di solito un muscolo".
Ecco la battuta finale: "I virus invadono le cellule umane con i loro carichi di DNA, e il gene sintetico è incorporato nel DNA del destinatario. Se tutto va bene, i nuovi geni istruiscono le cellule ad iniziare a produrre anticorpi potenti."
Leggi che ancora una volta: "il gene sintetico è incorporato nel DNA del destinatario." Alterazione del patrimonio genetico umano. La modifica permanente.




L'articolo del Times sul Dr. David Baltimore:
"Eppure, il Dott. Baltimore avverte che alcune persone potrebbero essere diffidenti verso questa strategia di vaccinazione che comporta di alterare il proprio DNA, anche se impedisce una malattia potenzialmente fatale."
Sì, alcune persone potrebbero essere caute. Se hanno due o tre cellule cerebrali al lavoro!

Prendiamo questo ulteriore spunto. Sotto la copertura di prevenzione delle malattie (e tutte le buone operazioni segrete galleggiano sopra un obiettivo elogiativo per nascondere il loro vero intento), i vaccini sono portatori ideali per tutti i tipi di geni che potrebbero essere incorporati in modo permanente nella struttura genetica umana.
L'enorme stazza della propaganda sui vaccini, e le leggi obbligatorie risultanti che applicano la vaccinazione, creano un potente canale lungo il quale è eminentemente possibile re-ingegnerizzare la popolazione umana.
I geni sintetici iniettati in miliardi di esseri umani formerebbero una grande esperimento per creare una specie alterata.


Questo grande esperimento potrebbe avanzare a compartimenti stagni. Ad esempio, in segreto, i geni 1-6 sarebbero iniettati nel gruppo A di geo-ocalizzazione 1. I geni 7-12 verrebbero iniettati nel Gruppo B in posizione 2. E così via.
I soggetti vaccinati saranno sottoposti a una sorveglianza permanente per valutare i risultati. Con vari pretesti, i membri di questi gruppi saranno portati in cliniche per esami e test, per scoprire marcatori che presumibilmente rivelano le risposte dei loro corpi alle alterazioni genetiche.


Queste persone diverranno più forti o più deboli? Avranno mostrano segni di malattia? Avranno segnalato cambiamenti comportamentali? Attraverso la sorveglianza ed i test, tutti i tipi di informazioni possono essere raccolti.
Naturalmente, non vi è alcun consenso informato. Le cavie umane non hanno alcuna conoscenza di ciò che viene fatto a loro.
In che cosa consisterebbero gli obiettivi di questo programma di ricerca folle? Sarebbero vari. A livello semplificato, ce ne sarebbero due. Creare esseri umani più deboli e più docili, più obbedienti e più dipendenti. D'altra parte, creare esseri umani più forti e più sani, più intelligenti e di talento. Ovviamente, i risultati degli ultimi esperimenti sarebbero applicati a "pochi eletti". E chiaramente, alcune di queste ricerche verranno svolte all'interno del mondo militare. Laddove la segretezza è più facile da mantenere e l'obiettivo di produrre "soldati migliori" è un obiettivo di vecchia data del Pentagono e del suo braccio di ricerca, DARPA.




Un esperimento del vaccino globale del tipo che sto descrivendo qui ha un altro vantaggio per i progettisti: "non hanno nulla a che fare con i vaccini" quelle persone che si ammalano o muoiono possono essere ammortizzate per aver sofferto di varie malattie e disturbi che erano già nella loro cartella medica.
Il numero di vittime, in questo grande esperimento, non sarebbe una preoccupazione per la rimodellazione del nuovo mondo. Come ho documentato ampiamente, il sistema sanitario degli Stati Uniti sta già uccidendo 2,25 milioni di persone ogni dieci anni (una stima conservativa), a seguito di medicinali e maltrattamenti negli ospedali approvati dalla FDA.
I media ed i capi di governo, consapevoli di questo fatto, non hanno fatto nulla al riguardo.

Ecco una citazione di un biologo molecolare di Princeton, Lee Silver, autore di ‘rifacimento Eden’. Ti dà una finestra di quanto sia importante che i genetisti stiano pensando di un futuro progettato da loro:
"I ricchi rappresentano il dieci per cento della popolazione americana, essi porteranno tutti geni sintetici. Tutti gli aspetti dell'economia, i media, l'industria dell'intrattenimento, e della cultura sono controllate dai membri della classe ricca ...” - "I naturali [gli esseri umani inalterati] funzionano come fornitori (a basso salario) di servizio o come operai. Le classi ricche e le classi naturali diventeranno specie completamente separate senza possibilità di incrociarsi, e con tanto interesse romantico in un l'altro come un essere umano corrente avrebbe per uno scimpanzé.” - "Molti pensano che sia intrinsecamente ingiusto per alcune persone di avere accesso alle tecnologie in grado di fornire vantaggi, mentre altri, meno abbienti, sono costretti a dipendere dal caso ed arrangiarsi da soli, ma la società americana aderisce al principio che la libertà individuale e personale e la fortuna sono le determinanti principali di ciò che gli individui sono autorizzati ed in grado di fare.” - "In effetti, in una società che valorizza la libertà individuale sopra ogni altra cosa, è difficile trovare una base legittima per limitare l'impiego della riprogrammazione genetica. Sosterrò che l'uso di tecnologie riprogrammanti è inevitabile. Che ci piaccia o no, il mercato globale regnerà supremo. "


Ecco un altro gioiello, di Gregory, ex direttore del programma in Medicina, della Società Tecnologia presso la UCLA ‘School of Medicine’:
"Anche se sono state perse specie della metà del mondo [durante gli esperimenti genetici], una enorme diversità rimarrebbe ancora. Quando coloro che in un lontano futuro guarderanno indietro a questo periodo della storia, lo vedrebbero non come l'epoca in cui l'ambiente naturale è stato impoverito, ma come l'età in cui una pletora di nuove forme, alcune biologiche, alcune tecnologiche ed alcune composte da una combinazione delle due, irrompono sulla scena planetaria. Noi serviremmo meglio noi stessi, così come le generazioni future, concentrandosi sulle conseguenze a breve termine delle nostre azioni, piuttosto che le nostre vaghe nozioni circa le esigenze di un lontano futuro."




Si noti che questi due noti scienziati parlano di "etica". Un numero significativo di tali esperti hanno la loro versione folle di ciò che è giusto e sbagliato.
Con i vaccini che alterano in modo permanente il corredo genetico umano all'orizzonte e data la propensione delle imprese e del governo-agenzia per la segretezza, stiamo già abitano nel mondo nuovo. Non è una prospettiva lontana.
Ogni innovazione genetica ha lo scopo di portare noi esseri umani sempre più vicino ad un mondo stimolo-risposta, sempre più lontano dalla libertà.


È per questo che la difesa della libertà diventa sempre più vitale.


Questa lotta si riduce a chi controlla la filosofia, non la scienza. È ogni essere umano semplicemente solo un sistema in attesa di essere re-ingegnerizzato, o è qualcosa di molto più, che abita una forma fisica?
Sappiamo già quello che la stragrande maggioranza dei ricercatori del cervello ed i genetisti credono, così come i governi e le aziende e le università e le fondazioni che prendono decisioni importanti.
Naturalmente, in questi giorni, la facoltà meno importante, la più inutile, una mera appendice in attesa per coloro che hanno la saggezza di mettere la testa fuori dalla loro miseria per non uccidere qualcuno fuori ... è il dipartimento di filosofia.
Questo ci lascia a considerare l'argomento base della resistenza: Noi.

Controllo Mentale: la vera Pandemia

IL COVID 19 E LO SPEGNIMENTO DEI CERVELLI....

Mentre alcuni concittadini si dimenano sui balconi e inveiscono verso chi osa avvicinarsi ad un altro essere umano a meno dei tre metri d’ordinanza, altri leggono, ricercano, comparano, riflettono e comunicano. Questa residuale parte dell’umanità pensante, si sta prodigando in un impegno notevole, quello di far riflettere i propri simili, simili… ma non uguali, purtroppo.


Questa pseudo-Pandemia da coronavirus, è generata in realtà da un insieme di concause, tra le quali il massiccio inquinamento ambientale multilivello (vaccinazioni forzate, radiazioni della rete 5G, inquinamento da polveri e nanopolveri). La mortalità di questa affezione è comunque bassissima e colpisce soprattutto maschi molto anziani e con serie patologie pregresse.

I tagli al sistema sanitario nazionale hanno creato negli ultimi anni il “solito” collasso delle strutture ospedaliere proprio in questo periodo dell’anno, caratterizzato dai picchi delle affezioni respiratorie, influenza stagionale in primis. Una volta ricoverati in gravi condizioni è assai facile venire contagiati da virus e batteri che insistono da sempre negli ospedali.

Data la sostanziale innocuità del coronavirus, le domande che tutti dovremmo porci sono: cosa sta accadendo? Perché i media di regime stanno spingendo verso questo allarme ingiustificato? Dove vogliono arrivare le autorità mondiali? Che ruolo hanno in questo orrido gioco gli abbattimenti delle grandi alberature nei centri popolosi e l’instaurazione della ferale rete 5G? Che apporto danno e hanno dato nel tempo le ferali irrorazioni clandestine comunemente conosciute come “scie chimiche”? Perché assistiamo in un momento di emergenza come questo, allo svolgersi di massicce esercitazioni militari congiunte? Dove è finito il morbillo dal quale dovevamo, solo un anno fa, difenderci… manco fosse la peste? Avete capito che ci prendono in giro oppure no?

Siamo di fronte ad un’operazione di controllo mentale di massa, purtroppo ben riuscita. La potenza di fuoco dei media di regime, che da decenni (se non da sempre) manipolano i fatti e danno una percezione artefatta della realtà, ha impresso nella popolazione un indottrinamento ipnotico, grazie anche alla persuasione del dominio delle immagini: un essere umano intubato (magari di repertorio?) vale più di mille sagge parole.

Ricordiamoci che il mondo della politica e quello dello spettacolo (assolutamente coincidenti) sono totalmente controllati in tutto e per tutto. Abbiamo imparato a non fidarci di loro, non facciamolo ora. Avete visto le raccomandazioni dei media di regime? Cito: “l’emergenza da coronavirus è una cosa seria” …avete capito? E’ l’emergenza ad essere seria non l’affezione o la malattia! Svegliamoci.
Colpo di Stato o Pandemia?


Mentre alcuni concittadini si dimenano sui balconi e sbertucciano verso chi osa avvicinarsi ad un altro essere umano a meno dei tre metri d’ordinanza, altri leggono, ricercano, comparano, riflettono e comunicano. Questa residuale parte dell’umanità pensante, si sta prodigando in un impegno notevole, quello di far riflettere i propri simili, simili… ma non uguali, purtroppo.

Alcuni aspetti di questa presunta pandemia non quadrano: i morti accertati per il coronavirus secondo l’ISS (ossia la massima autorità sanitaria italiana) sono, forse, due…DUE!!! Il virus che pare si stia diffondendo in Italia NON è quello cinese, come affermato dal Presidente dell’Ordine dei Biologi italiani. Ciò significa che non siamo di fronte ad una pandemia. Ogni inverno le strutture sanitarie del nord sono al collasso, grazie ai tagli alla sanità dovuti ai diktat disumani dell’Eurolager. L’età media dei deceduti CON coronavirus (e non PER) è di oltre 80 anni. I tamponi sono sostanzialmente inefficaci e danno un’alta percentuale di falsi positivi.

Ciò premesso, dovrebbe sorgere spontaneo ai nostri consimili (sempre più diversi) chiedersi il perché di misure poliziesche come gli “arresti domiciliari di massa” o lo stop alle attività umane e vitali del paese. Perché? La pandemia non è. Eppure si continua bellamente ad avvelenare il cielo con le scie chimiche, ad installare le pericolosissime antennine per il ferale 5G, a tagliare alberi e a comportarsi male, a corrompere ed essere corrotti, raccomandare e rubacchiare. E’ inutile cantare l’inno massonico di Mameli, quando non si è patrioti! È tradimento, spergiuro, indecenza.

Coincidenze


1) Si crea o si sfrutta un evento drammatico o si procura dolosamente allarmismo su qualche questione (in questo caso rilascio intenzionale di un ceppo virale aggressivo ma non completamente mortale, quel tanto che basta a generare l’allarme che stiamo subendo);

2) Si uniforma l’informazione mediatica, rendendo indiscutibili le misure repressive dei cosiddetti esperti;

3) Si vietano gli assembramenti;

4) Coprifuoco;

5) In nome della sicurezza si isola socialmente la popolazione 24h su 24, e nelle città, sempre in nome della sicurezza, si chiudono le zone verdi per fiaccare ancora di più la resistenza delle persone, persuase all’adozione di abitudini quotidiane fondamentalmente insane, come è appunto lo stare tappati in casa tutto il giorno e quasi sempre davanti alla Tv;

6) Si diffonde panico (paura di contagio);

7) Si tiene aperta la Borsa, anche e sopratutto, in caso di crollo finanziario dovuto all’emergenza – e questo è proprio ciò che è successo;

8) Militarizzazione del territorio;

9) Fine della stessa libertà di espressione (da più fonti sarebbe data come imminente la restrizione di internet);

Queste le coincidenze con un golpe, nel nostro caso, globale. Inoltre, particolare affatto trascurabile, non sarebbe per nulla un caso che l’OMS abbia aspettato il giorno 11 per dichiarare lo stato di pandemia (allerta planetaria), lasciando sottendere una involuta preordinazione esoterica dell’emergenza in corso.

La finalità ultima di tutto ciò, compresa la conseguente crisi economica epocale ormai alle porte, sarebbe l’esigenza di ricalibrare i parametri esistenziali, subordinandoli definitivamente ad una supervisione artificiale, sarebbe l’annichilmento definitivo delle menti, il Controllo delle coscienze e la Predazione dell’animo. Ad una democrazia posticcia subentra un reale totalitarismo tecnocratico. L’innovazione adesso mostra il suo vero volto.

Lo so che la maggior parte dell’umanità non si merita nulla, ma teniamo comunque alta la bandiera della ragione, dell’empatia, dell’umanità. Aiutiamo il più debole, l’isolato e chi combatte in prima linea contro questo male/melassa, che ha ipnotizzato gran parte della popolazione umana.

LITURGIA DEL GIORNO

La Liturgia di Domenica 29 Marzo 2020

V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

QUESTA MALATTIA NON E' PER LA MORTE MA PER LA GLORIA DI DIO....

domenica 29 marzo '20 - Riflessione del giorno

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Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa
contro gente senza pietà;
salvami dall’uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 43,1-2)

Colletta
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità,
che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
Egli è Dio e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (Ez 37,12-14)
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.


Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 129)
Rit: Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

SECONDA LETTURA (Rm 8,8-11)
Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 11,25.26)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 11,1-45)
Io sono la risurrezione e la vita


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore.

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Fratelli e sorelle, chiediamo al Padre di accogliere le nostre preghiere, e soprattutto chiediamogli di educare e rendere sempre più piena e radicale la nostra fede, affinché possiamo vivere da cristiani, uomini e donne redenti dal Cristo.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa non si stanchi di annunciare al mondo il valore unico ed insostituibile di ogni persona agli occhi di Dio, preghiamo.
2. Per gli operatori sanitari, perché nella fede si impegnino a promuovere e a difendere la vita, preghiamo.
3. Per gli anziani e per coloro che sono provati dalla malattia, perché sappiano vivere le loro sofferenze come partecipazione alla croce di Cristo, preghiamo.
4. Perché lo Spirito infonda in coloro che sono nel lutto per la perdita di una persona cara la consolazione di Dio e la speranza della vita eterna, preghiamo.
5. Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché i fratelli che incontreremo sulle strade del mondo percepiscano la nostra fede nella salvezza e nella vita eterna, preghiamo.

Esaudisci o Padre le nostre suppliche e concedici di custodire i doni che ci elargisci, perché possiamo vivere la nostra esistenza terrena come preludio della comunione eterna a cui tu ci chiami. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Esaudisci, Signore, le nostre preghiere:
tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede,
trasformaci con la potenza di questo sacrificio.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO
La risurrezione di Lazzaro segno della Pasqua.

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo nostro Signore.
Vero uomo come noi, egli pianse l’amico Lazzaro;
Dio e Signore della vita, lo richiamò dal sepolcro;
oggi estende a tutta l’umanità la sua misericordia,
e con i suoi sacramenti
ci fa passare dalla morte alla vita.
Per mezzo di lui ti adorano
le schiere degli angeli e dei santi
e contemplano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, Signore,
che si uniscano le nostre voci
nell’inno di lode: Santo...


Antifona di comunione
“Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”,
dice il Signore. (Gv 11,26)


Preghiera dopo la comunione
Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli
di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo,
poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue.
Per Cristo nostro Signore.



Commento
Il racconto della risurrezione di Lazzaro è una delle “storie di segni” che racconta san Giovanni. Si tratta qui di presentare Gesù, vincitore della morte. Il racconto culmina nella frase di Gesù su se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me non morrà in eterno” (vv. 25-26).
Che Dio abbia il potere di vincere la morte, è già la convinzione dei racconti tardivi dell’Antico Testamento. La visione che ha Ezechiele della risurrezione delle ossa secche - immagine del ristabilimento di Israele dopo la catastrofe dell’esilio babilonese - presuppone questa fede (Ez 37,1-14). Nella sua “Apocalisse”, Isaia si aspetta che Dio sopprima la morte per sempre, che asciughi le lacrime su tutti i volti (Is 25,8). E, per concludere, il libro di Daniele prevede che i morti si risveglino - alcuni per la vita eterna, altri per l’orrore eterno (Dn 12,2). Ma il nostro Vangelo va oltre questa speranza futura, perché vede già date in Gesù “la risurrezione e la vita” che sono così attuali. Colui che crede in Gesù ha già una parte di questi doni della fine dei tempi. Egli possiede una “vita senza fine” che la morte fisica non può distruggere. In Gesù, rivelazione di Dio, la salvezza è presente, e colui che è associato a lui non può più essere consegnato alle potenze della morte.